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Prove di rilancio, fra prudenze, ottimismo e posticipi La Redazione
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PROVE DI RILANCIO, FRA PRUDENZE, OTTIMISMO E POSTICIPI
L’indagine promossa dall’Osservatorio WBOX, resa possibile da manager e titolari di club e piscine che, con senso di responsabilità e spirito identitario di comparto, rispondono ai quesiti posti, mette in evidenza che le difficoltà sono ancora tante e che la vera ripartenza sarà fra il 2023 e il 2024
Estate torrida e piscine prese d'assalto, situazione utile per fare cassa dopo mesi di mancate entrate
Quando c’è bisogno di misurarsi, confrontarsi e fotografare il settore, un novero di club e piscine selezionati sono pronti a fornire le risposte necessarie. A loro va il grazie di un intero settore, auspicando altri si rendano disponibili in futuro. Oggi, infatti, possiamo commentare i risultati di un’indagine che ha coinvolto 82 realtà in rappresentanza di oltre 360 centri sportivi, campione sufficiente per capire a che punto siamo e cosa ci attende. Rispetto all’indagine di febbraio, molte più risposte dal Nord, con interventi importanti delle principali catene fitness e di gestione piscine. Tiepida l’adesione del Sud, meglio invece le Isole. Fra le “risposte libere” (ha risposto solo il 32% del campione intervistato), meritano una veloce indicazione le voci più significative.
CHI HA MERITI PER IL SOSTEGNO DATO AL SISTEMA SPORT NAZIONALE? Il 30% circa indica Governo, Federazioni, Associazioni di Categoria Fra 25%-20%: EPS, Clientela, CONI, Fornitori e Collaboratori In negativo, fra 0%-7%: Televisione, Partiti, Sistema Bancario, ICS, Stampa. Rispetto alle domande “obbligatorie” (cinque preferenze possibili) emerge che la crisi colpisce di più le società sportive su Indebitamento (43,2%), Marginalità (67,7%) e Costi (64,9%): in pratica, la ricostruzione del settore è molto complicata da queste sofferenze e sarebbe ideale se ne capacitassero anche politica, enti locali e istituzioni, che invece ci ignorano.
IL PESO DEI PROBLEMI SOMMATI Il problema maggiore oggi è considerato da molti, soprattutto chi ha piscine medio-grandi, il costo di energia e gas (94,6%) – pesano poi per il 49,7% l’indifferenza della politica e per il 37-32% rispettivamente la perdita di clientela e la perdita di potere d’acquisto della popolazione. Il sommarsi delle varie criticità è considerato ad alto impatto negativo dal 59,4%, mentre solo il 10,7% lo considera moderatamente gravoso. Sul nostro futuro non viene meno l’ottimismo, condiviso dal 48,7% degli intervistati, contro l’21,6% non fiduciosi e il 29,7% di incerti.
QUANDO TORNEREMO AI VALORI PRE-PANDEMIA? Solo il 2,5% indica l’avvio della stagione 2023. Quasi il 60% pensa al 2024, mentre, il 10,8% ritiene gennaio 2023 il periodo probabile e il 27,3% propende per settembre del 2023. L’ESTATE E COSA CI PUÒ AIUTARE Il trimestre estivo è premiante per chi ha vasche outdoor e può così puntare a fare cassa (40,5%) anche se il 29% ritiene che queste entrate aiutino poco nel riequilibrio finanziario. Tuttavia, il 38,8% ritiene che invece gli incassi estivi aiutino da molto a tantissimo. L’estate per la maggioranza (48,2%) è ideale per impostare il nuovo business plan e per studiare nuove strategie (35%). Periodo altresì utile per selezionare nuovo personale, per il 29,7% degli intervistati, mentre solo il 5,4% pianifica nuovi acquisti e meno del 3% pensa a chiudere per risparmiare o per “staccare” per partire a settembre al meglio. Un aiuto di sostanza per il 67,8% è puntare sullo sport come Salute, mentre il 59,5% ritiene fondamentale defiscalizzare abbonamenti e quote versate per la pratica sportiva. Anche l’idea di nuovi stanziamenti del PNNR appannaggio dello sport è opportuna per il 40,5%, mentre la platea degli operatori è più disincantata rispetto alla riforma dello sport, ritenuta utile solo da parte del 13,5%: le tortuosità, il timore di decisioni capestro e le lungaggini intiepidiscono di molto i protagonisti del comparto che a febbraio indicavano tale cambiamento come ideale per il … Il 42,4% invece ritiene ben più convincente e auspicabile la riduzione dell’iva al 4% o 10%, dato che è uguale a quello di febbraio. Per una stagione 2022-23 di crescita, convinzione diffusa è quella di puntare sulla centralità del cliente (48,6%) e, per il 39,6%, su maggiore flessibilità nelle formule di abbonamento. La maggioranza, pari al 24,3%, ritiene che per fare previsioni per la nuova stagione ci siano troppe incertezze, mentre il 18,9% prevede una crescita, frenata però dai costi energetici, e il 16,2% parla di ripresa, ma da gennaio. Tutte le indicazioni fornite sui dati economici consolidati e in prospettiva, verranno riportate e commentate nelle prossime settimane su wbox.it. In conclusione, pur se fra tantissime difficoltà, il settore non demorde e, guidato da un ottimismo di fondo, ha la consapevolezza che le sfide che ci attendono siano superabili con equilibrio, in attesa di ritrovare successi e splendore pre-pandemici fra il 2023 e il 2024.
RISPOSTE ALLA CRISI La scelta obbligata per superare le troppe difficoltà, contribuendo però all’incremento inflazionistico, è l’aumento delle tariffe (54,1%), mentre il 48.6% punta su nuove strategie e il 43,2% sul taglio dei costi. Solo il 10,8% può permettersi di non aumentare i prezzi, mentre il 21,6% investe sulla formazione dello staff e il 19,8% sulla digitalizzazione: in pratica, pochi possono investire su soluzioni decisive per assicurarsi risultati pieni nel breve-medio periodo. D’altronde, il perdurare della crisi (56,8%) e i fattori di incertezza (48,6%) sono gli elementi che preoccupano di più e condizionano la propensione ad investire. Pesano parecchio sui timori anche l’impoverimento della popolazione (43,2%) e l’insostenibilità gestionale crescente (40,5%).