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Il futuro delle piscine e del fitness Gerardo Ruberto

Gerardo Ruberto

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IL FUTURO DELLE PISCINE E DEL FITNESS

Gli scenari che ci attendono e in che misura riusciremo ad incidere sul cambiamento in atto, modificando principi superati, superando atteggiamenti statici e puntando su organizzazioni più flessibili per portare in piscine e palestre la popolazione “dormiente”

PARTE 1

ph Leon Ardho da Pexles Chi come me ha vissuto e vive i settori del fitness, delle piscine, del tempo libero e della salute, oggi fatica a dare stimoli a possibili scenari futuri sull’intero comparto “benessere”. Si vive un momento in cui è necessario prendere decisioni che interpretino il cambiamento come una necessità, per assicurare la continuità alla propria impresa (o lavoro ). Questi pensieri vengono rallentati dalle costanti difficoltà che le circostanze sociali pongono ogni giorno: Covid-19, guerra, rincari su gas , luce, petrolio, e per finire bisogna tener conto di un “nuovo” ostacolo emergente e che rallenta ancor di più la possibile ripresa delle imprese. Mi riferisco alla “mancanza di collaboratori” che rende sempre più difficile garantire i servizi proposti nel passato. Questo ci impone una mission quotidiana: “evitare il collasso di un settore

LA STATICITÀ PUÒ PORTARE LE IMPRESE AD IMPLODERE SU SE STESSE

PUNTARE SU ORGANIZZAZIONI PIÙ “LIQUIDE” CAPACI DI ADATTARSI ALLA COSTANTE VARIAZIONE DELLE ESIGENZE DEI CLIENTI E DELLE RISORSE UMANE

IL NOSTRO COMPARTO DEVE EVOLVERSI ED INNOVARE SE VUOLE ATTRARRE I CLIENTI “DORMIENTI” MA SENSIBILI ALL’ESERCIZIO FISICO

che offre movimento fisico, salute e stili di vita importanti per le generazioni future”. Vorrei, comunque, stimolare in tutti voi la necessità di “aggredire” e non di “attendere” l’attuale situazione storica (come piace dire ai nostri politici); la staticità può portare le imprese ad implodere su se stesse.

Gli imprenditori del settore devono tenere a mente che il cambiamento, ormai, avviene quotidianamente ed è per questo che bisogna creare organizzazioni più “liquide” capaci di adattarsi alla costante variazione delle esigenze dei clienti e delle risorse umane. La staticità, che per anni è stata vista come zona di comfort, deve lasciare il posto alla dinamicità. Già qualche anno fa (5 o 6), periodo pre-covid, il settore aveva dato i primi segnali che qualcosa non stesse più funzionando come negli anni 70 – 80, impianti vecchi e costosi; debiti accumulati post covid e l’incremento dei costi possono mettere a rischio oltre il 30% - 40% degli impianti fitness e piscine. I fattori che gli imprenditori devono prendere in considerazione sin da subito sono: 1)nuovi target dormienti; 2) costi e caro energia; 3) risorse umane. Iniziamo con una rapida panoramica sui “possibili” consumatori del fitness e delle piscine, durante e subito dopo la pandemia; ognuno di noi ha potuto valutare e notare con i propri occhi una quantità di persone, mai entrate nei nostri centri, uscire di casa per fare una passeggiata, oppure persone che cercavano vari modi di fare movimento fisico per stare in forma. Quindi abbiamo la certezza che le persone sono sempre più sensibili al movimento fisico: persone che hanno bisogno di approcciarsi ai centri in modo più semplice e coinvolgente. Il mondo del fitness ha attraversato per la prima volta un vero e proprio cambiamento, vedi l’uso di strumenti digitali per muover-

ph Cottonbro da Pexels

ph Andrea Piacquadio da Pexels

Piscine, andando oltre concept superati che non incontrano nuovi bisogni e domanda del cliente di ieri e potenziale

si in casa, personal trainer online o in presenza presso vari parchi delle città: significa che il nostro comparto deve evolversi ed innovare se vuole attrarre i clienti “dormienti” ma sensibili all’esercizio fisico come strumento per stare meglio e prevenire malattie non trasmissibili.

I dormienti sono anche quelle persone che per tanto tempo hanno pagato la quota mensile o annuale ma non frequentano più gli impianti; ed infine cosa fare con possibili clienti che ricoprono una parte di oltre il 92 % della popolazione italiana? Di tutte quelle persone che durante la pandemia e post pandemia non sono entrate nei nostri centri, ma sono sensibili al movimento fisico, chi si prenderà “cura” di loro? Come possiamo coinvolgerli? Queste persone sono un’opportunità per tutte le imprese del settore fitness, una grande opportunità per lasciare i vecchi metodi ed approcci “obsoleti” per iniziare, con nuove modalità, sia organizzative che di design delle strutture. Il futuro del fitness e delle piscine non prevede nulla di ciò che veniva considerato “normalità” prima delle varie crisi che ci stanno colpendo, anche perché, come ho già detto, la modalità di erogare i servizi, forse, non era corretta anche prima del Covid 19. Un segnala di ciò che sto dicendo trova riferimento nell’analisi delle persone che frequentavano i nostri centri prima della pandemia, rispetto al totale della popolazione italiana: solo l’8%. Uno dei punti di maggior stimolo che posso dare ai lettori è riferito alla comprensione del perché le persone prima e tutt’ora non frequentano i centri sportivi e le palestre: quali sono gli ostacoli che impediscono alle persone di diventare attive e di frequentare i nostri ambienti.? Studiare i motivi del perché le persone non frequentano i nostri centri è il primo passo per mettere in atto nuove strategie, capaci di attrarre tutte le persone dormienti. 

Risposte ed approfondimenti sul tema, seguiranno nella seconda parte di questo articolo che verrà pubblicata su Happy Aquatics & Wellness di settembre/ottobre

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