Heimatschutz/Patrimoine 1-2016: Finestra

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1 | 2016

HEIMATSCHUTZ PATRIMOINE

Finestra in lingua italiana

Parchi e giardini sotto pressione

EDITORIALE

TEMI D’AT TUALITÀ

Anno del Giardino 2016

IL COMMENTO

L’Heimatschutz Svizzera si adopera affinché gli insediamenti abbiano a evolversi in modo armonioso. In tale contesto, le aree libere e quelle verdi rivestono un’importanza primaria. È per questo motivo che ci impegniamo nella campagna nazionale Anno del giardino 2016 – Spazio per incontri e proponiamo una ricca rassegna di incontri per la conservazione e lo sviluppo dei nostri parchi e giardini. A inizio marzo, uscirà la pubblicazione bilingue (tedesco/ francese) Erfolgsgeschichten zum Jubiläum / Les belles histoires de l’Ecu d’or per festeggiare i 70 anni del Tallero d’oro. Quest’anno, la vendita del tallero affronta il tema dei parchi e dei giardini. Parte del ricavato sarà devoluta per la conservazione del quartiere operaio Elsässli a Derendingen SO. I suoli di questa importante testimonianza di storia industriale sono avvelenati. Grazie al Tallero d’oro, l’Heimatschutz Svizzera contribuisce alla creazione di nuovi giardini rispettosi tanto degli aspetti monumentali quanto di quelli legati alla biodiversità. A inizio aprile, Isabelle Chassot, Direttore dell’Ufficio federale della cultura, aprirà l’Anno del giardino 2016 qui da noi, nel parco di Villa Patumbah. Il programma completo delle manifestazioni organizzate per l’occasione dall’Heimatschutz Svizzera è allegato a questo numero della rivista. Sarà per me un piacere incontrarvi a uno della sessantina di incontri proposti dalle nostre sezioni. Oltre a questi eventi speciali, in maggio vi sarà la tradizionale consegna del Premio Schulthess per i giardini. In questo numero, potete già ordinare con l’apposita cedola sul retro la pubblicazione Die schönsten Gärten und Parks der Schweiz / Les plus beaux Jardins et Parcs de Suisse (tedesco/ francese) a prezzo di favore.

Beni culturali contro la paura

Adrian Schmid, Segretario generale dell’Heimatschutz Svizzera

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Il 2015 ha conosciuto momenti terribili. Oltre ai massacri costati innumerevoli vite umane in Siria e altrove, i terroristi del sedicente Stato islamico si sono avventati contro ogni forma di cultura, disperdendo biblioteche, vietando strumenti musicali, distruggendo sculture anche millenarie. Non contenti di aver decapitato il già direttore del sito archeologico siriano di Palmira (per poi esibirne il cadavere appeso per i piedi: un atto di efferatezza allucinante), hanno fatto saltare i monumenti di questa antica città, riducendo in polvere inestimabili tesori mondiali. Mai prima del 2015 sono stati distrutti così tanti siti in così poco tempo. Il nostro patrimonio storico, la nostra cultura sono nel mirino di queste persone, perché simbolo della nostra forza: sono le nostre radici, le fondamenta e il collante della nostra civiltà, i nostri valori. I beni culturali sono strumenti di libertà. In seguito a quanto accaduto a Parigi, l’Europa intera ha paura. Tuttavia, ha reagito in modo positivo, con vigore e orgoglio. Minacciato che sia, il nostro patrimonio culturale rappresenta la nostra carta vincente. Invece di farci intimidire, possiamo rivendicare i nostri valori sulla base di una storia ricca e straordinaria. «La distruzione di Palmira è un crimine intollerabile contro la civiltà, ma non potrà mai cancellare 4500 anni di storia», ha affermato Irina Bokova, Direttore generale dell’Unesco. «Ciascuno di questi attacchi deve incoraggiarci a condividere ancora di più il patrimonio dell’umanità, nei musei, nelle scuole, negli organi d’informazione, a casa.» In Italia, dove si è da sempre molto sensibili alla protezione dei beni culturali, il 24 novembre scorso il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha risolutamente dichiarato: «Non accetteremo mai di odiare la musica, che è bellezza, incanto, profondità e leggerezza allo stesso tempo: l’Italia è la patria della


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