Heimatschutz/Patrimoine 1-2019: Finestra

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1 | 2019

HEIMATSCHUTZ PATRIMOINE

Finestra in lingua italiana

Dentro e fuori dalle zone edificabili

EDITORIALE

TEMI D’AT TUALITÀ

Sono necessarie regole chiare

IL COMMENTO

A fine ottobre 2018, il Consiglio federale ha pubblicato il messaggio sulla revisione della Legge sulla pianificazione del territorio. Adesso inizierà il dibattito al Consiglio nazionale e agli Stati. Ai 590 000 edifici esistenti fuori delle zone edificabili se ne aggiungono sempre di nuovi. È una tendenza contro cui il Consiglio federale oppone una blanda resistenza. L’Heimatschutz Svizzera teme che l’approccio pianificatorio e compensatorio proposto possa portare alla demolizione di molti stabili di valore. Gli edifici agricoli tradizionali caratterizzano molti paesaggi. Abbiamo chiarito il nostro punto di vista in una recente presa di posizione e nelle pagine che seguono informiamo i lettori in proposito. L’articolo «Breve storia delle zone edificabili» illustra le radicali trasformazioni che ha subito il territorio, mentre con il contributo intitolato «Gli occhi del paesaggio» poniamo l’attenzione sulla ricchezza dei nostri paesaggi culturali. Ma questo non basta! Ora, solo un’iniziativa popolare a livello federale potrà porre un freno alla cementificazione delle zone non edificabili. Per questa ragione, il 21 marzo l’Heimatschutz Svizzera lancia insieme a una coalizione di organizzazioni ambientaliste e di protezione del paesaggio l’iniziativa popolare «Contro la distruzione del nostro paesaggio» e quella «Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio». I fogli per la raccolta firme per entrambe saranno inviati a inizio primavera. Un grazie già da ora a tutti i lettori che daranno il loro contributo firmandole. Infine, care lettrici e cari lettori, poiché dopo dieci anni questo è il mio ultimo editoriale, con queste righe vi saluto e vi ringrazio per il vostro sostegno. Adrian Schmid, Segretario generale dell’Heimatschutz Svizzera

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Basta con gli insediamenti protetti! Sembra uno scherzo e invece due consiglieri nazionali vicini agli ambienti delle associazioni di proprietari di case vogliono veramente subordinare alle esigenze della «densificazione urbana» la Legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio alla base dell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale (ISOS). Non importa quanto siano brutti o sovradimensionati i progetti, dovranno poter essere realizzati comunque e ovunque. La Legge sulla protezione del paesaggio risale appena al 1973. Solo allora ci si rese conto della devastazione di quello stesso patrimonio architettonico che in altri paesi era stato seppellito dalle rovine dei bombardamenti. Fintanto che i nuovi edifici andavano a occupare le aree verdi, la protezione del paesaggio e l’ISOS non erano un gran problema per i costruttori. Da quando le aree edificabili hanno iniziato a scarseggiare si è però iniziato a costruire sempre più nei centri storici. Così, anche se solo il 20% degli insediamenti è al momento tutelato a livello nazionale, per qualcuno è già fin troppo. Mai come oggi la protezione degli insediamenti è stata tanto necessaria. Se gli interessi immobiliari privati dovessero davvero prendere il sopravvento rispetto alla protezione del paesaggio, le conseguenze sulla qualità della vita, sul turismo e sull’economia sarebbero disastrose. A prima vista, tutti sembrano preoccuparsi della bellezza del paesaggio elvetico. Perché mai allora le associazioni economiche e gli enti turistici restano muti di fronte a questo scempio? Salvaguardare l’attrattiva degli insediamenti Secondo una delle due proposte, le deroghe alla legge dovrebbero essere escluse «qualora l’opera di costruzione o l’insediamento inventariati abbiano una rilevanza storica o siano unici nel loro genere». Tuttavia, così la protezione si limiterebbe a


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