1 | 2020
HEIMATSCHUTZ PATRIMOINE
Finestra in lingua italiana
Cultura della costruzione e paesaggio
EDITORIALE
TEMI D’AT TUALITÀ
«Che bel paesaggio!»
IL COMMENTO
Che cosa evoca nei nostri lettori il titolo del programma di eventi di quest’anno? Un frutteto attorno a una casa contadina, con l’erba verde e gli alberi di mele? Le specchio di un lago contornato da montagne innevate? Oppure una distesa di case attraversata da un dedalo di strade e incroci? Il paesaggio cambia continuamente, cosi come il nostro modo di percepirlo. A causa delle importanti trasformazioni che si sono verificate nella società e nell’economia, negli ultimi decenni tali cambiamenti sono stati più rapidi e profondi che mai. Questo ha avuto molte ripercussioni sulla natura, sul paesaggio e sul patrimonio culturale. Il tema dell’anno per il 2020, «Cultura della costruzione e paesaggio», vuole essere un invito a sviluppare un concetto moderno del paesaggio e degli insediamenti, in linea con la Legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio. La domanda centrale è quale paesaggio vogliamo lasciare alle generazioni future. Con questo numero della rivista introduciamo il nostro tema dell’anno. In allegato si trova anche il programma, che presenta un centinaio eventi. Insieme ai nostri specialisti delle varie sezioni locali, il lettore sarà condotto alla scoperta della grande varietà architettonica e delle peculiarità dei differenti tipi di paesaggio. Infine, ma non meno importante e in coerenza con il tema dell’anno, in primavera sarà presentata la doppia iniziativa popolare per il paesaggio e la biodiversità, un progetto promosso da una larga coalizione di forze politiche e destinato a cambiare in meglio paesaggio e cultura architettonica. Nella speranza che il nostro comune impegno ci aiuti a salvaguardare un paese in cui valga la pena vivere, auguro a tutti una buona lettura. Stefan Kunz, Segretario generale di Patrimonio svizzero
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Paesaggio senza case storiche? Che cosa rende bello un paesaggio? Campi aperti, prati, boschi contornati da montagne? Magari con un lago da qualche parte in lontananza? Ciò che rende così belli i paesaggi nel cuore dell’Europa è la loro varietà in uno spazio relativamente ridotto. Non sarebbe un grande vantaggio se l’agricoltura di montagna venisse abbandonata e interi pendii finissero nuovamente ricoperti dal bosco. L’attività umana ha segnato il paesaggio. Che cosa sarebbero tutte le colline prealpine senza villaggi e insediamenti sparsi? Che cosa sarebbero il Toggenburgo o la campagna appenzellese senza le fattorie con le case, le stalle e i fienili lungo i pendii? Fa tutto parte del paesaggio che amiamo e che alimenta il turismo. Eppure questi paesaggi sono gravemente minacciati. Nel canton San Gallo gli insediamenti sparsi storici sono al centro di un vero e proprio boom edilizio. Molte fattorie antiche di secoli vengono rimpiazzate con edifici anonimi a una velocità impressionante. Se le vecchie case erano indissolubilmente legate al territorio, l’architettura dei nuovi edifici è invece la stessa che si trova ovunque. Purtroppo le autorità sostengono spesso questo tipo di sviluppo con sovvenzioni e concessioni facili, a tutto danno del paesaggio. Nessuno pretende che si rinunci alle comodità della vita moderna, anche perché la conservazione della sostanza architettonica tradizionale non richiede di solito simili rinunce. Conciliare questi aspetti è in un certo senso proprio la specialità degli esperti della protezione dei beni culturali. Perché esistono differenze così importanti tra le varie regioni? Un motivo determinante risiede nel diritto di ricorso delle associazioni. In alcuni cantoni, come in Appenzello interno ed esterno, non è mai esistito, mentre nel canton San Gallo la lobby degli impresari costruttori è riuscita ad ottenerne il «superamento». Laddove invece gli insediamenti sparsi sono stati inseriti, proprio come si è fatto per gli insediamenti storici con molti edifici catalogati, in un inventario per la loro tutela, la protezione del patrimonio paesaggistico funziona bene. Queste sono le premesse che consentono alle nostre sezioni di battersi.