Heimatschutz/Patrimoine 4-2016: Finestra

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4 | 2016

HEIMATSCHUTZ PATRIMOINE

Finestra in lingua italiana

La politica di protezione del patrimonio

EDITORIALE

TEMI D’AT TUALITÀ

Smantellare con le revisioni legislative

IL COMMENTO

Per la conservazione del patrimonio culturale sono tempi duri. Nei mesi a venire, sono in calendario tre revisioni di leggi che potrebbero sancire un nuovo indirizzo politico e influenzare negativamente il futuro dei nostri insediamenti, monumenti e paesaggi. Quella che mi preoccupa maggiormente è la revisione della Legge sulla protezione della natura e del paesaggio (LPN). Questa legge è stata emanata con grande lungimiranza mezzo secolo fa. A quell’epoca, il Consiglio federale aveva detto a chiare lettere che «lo sviluppo impetuoso dell’economia, della tecnica e del traffico minaccia sempre più la nostra patria». Oggi, il Parlamento prende invece la direzione opposta e vorrebbe smantellare la protezione della natura e del paesaggio. La pressione sugli oggetti catalogati nell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale (IFP) sta drasticamente aumentando. In questo numero della nostra rivista, presentiamo foto e impressioni su alcuni dei 162 oggetti dell’IFP. Ci batteremo a fondo per la tutela dei nostri monumenti e beni culturali. Su queste pagine, documentiamo il nostro impegno, aiutandovi nel contempo a non perdere di vista tutti i tentativi di annacquare i vigenti disposti di legge con revisioni legislative. Vedrete, l’Heimatschutz Svizzera non mollerà la presa. Peter Egli, Redattore

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Realtà sociali A fine settembre, quasi il 40 per cento degli elettori ha detto sì all’Iniziativa popolare federale per un’economia sostenibile ed efficiente in materia di gestione delle risorse mirante a ridurre il carico ambientale a un livello sostenibile. Anche se questo oggetto non raccoglie ancora una maggioranza di consensi, rappresenta comunque un segnale positivo, anche per gli iniziativisti dei Verdi. Nel 2011, David Bosshart, futurologo e Direttore dell’Istituto Gottlieb Duttweiler, aveva pubblicato il libro The age of less - die neue Wohlstandsformel der westlichen Welt, nel quale ammoniva che in futuro ci sarà meno produzione, meno lavoro pagato e, di conseguenza, una minore creazione di valore. Anche la nostra Costituzione reclama un uso parsimonioso del suolo. Stando così le cose, saranno necessari cambiamenti e provvedimenti per compensare una più elevata densità edilizia e demografica. Nuovi campi d’azione Questa constatazione mi fa venire in mente la visita di quest’estate alla 15ma Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. Il curatore, l’architetto cileno Alejandro Aravena, ha presentato col titolo Reporting from the Front una bellissima mostra, che documentava l’agire di chi cerca nuovi campi d’azione e si confronta con temi come le diseguaglianze, le catastrofi naturali, la penuria di alloggi, le migrazioni, il traffico e l’inquinamento atmosferico. Ne sono uscito impressionato. Non c’erano gli architetti di grido, non c’erano realizzazioni spettacolari a mascherare le realtà sociali. Sconosciuti erano gli autori che, per esempio, hanno documentato lo scoppio della bolla immobiliare in Spagna mettendosi in viaggio tra Barcellona e Valenza mostrando dozzine di edifici lasciati a metà e talvolta già cadenti, un ponte che finisce nel nulla, una casa in mezzo al vuoto senza porte e finestre. Ma ci sono sempre persone che sfruttano queste costruzioni, gente senza lavoro che le occupa e le trasforma.


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