4 | 2019
HEIMATSCHUTZ PATRIMOINE
Finestra in lingua italiana
Sistema e serie
EDITORIALE
TEMI D’AT TUALITÀ
Sistemi costruttivi svizzeri
IL COMMENTO
Durante il boom del dopoguerra, la Svizzera fu confrontata con una straordinaria crescita economica e demografica a cui dovette reagire costruendo abitazioni di qualità in modo rapido ed economico. I sistemi di costruzione hanno acquisito così una grande rilevanza. Soprattutto nelle aree urbane sono quindi stati realizzati edifici progettati con ingegno, grazie all’assemblaggio modulare di elementi prefabbricati. L’impatto sullo sviluppo architettonico locale dei principi messi in atto all’epoca è tutt’oggi visibile. Negli ultimi anni, il significato architettonico e storicosociale di questi edifici prodotti in serie è diventato oggetto di ricerca. Manca però ancora una visione d’insieme a livello nazionale. I sistemi costruttivi del dopoguerra, perlopiù poco appariscenti, sono infatti solo di rado catalogati negli inventari cantonali. Dal 2018, un gruppo di lavoro interdisciplinare in seno all’ICOMOS si occupa di questo tema con un progetto dal titolo «Sistema e serie». Due dei suoi membri, Lucia Gratz e André Barthel, ci spiegano in un’intervista quali conoscenze sono state finora acquisite dal gruppo. Grazie a due esempi concreti, quello dei padiglioni scolastici costruiti in modo industriale a Winterthur e quello della struttura prefabbricata di una ex mensa ad Arbon, si mostra chiaramente come dopo tanti anni questi edifici necessitino oggi di essere rinnovati. Infine, uno sguardo sulla città di Ginevra ci offre uno spaccato del lavoro della Honegger frères e ci mostra l’importanza rivestita da questa impresa agli albori dei sistemi costruttivi in Svizzera. Peter Egli, Redattore
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Rafforzare la protezione dei beni culturali Contro la sciagurata legge sulla protezione dei beni culturali in votazione nel Canton Zugo domenica 24 novembre, si è formata un’ampia coalizione in difesa del nostro patrimonio. Ancora una volta, gli elettori sono chiamati alle urne per decidere su un progetto di legge volto a indebolire la protezione dei beni culturali. Attacchi simili da parte della politica sono al momento in atto anche nei cantoni Nidvaldo e Turgovia, mentre in quelli di Berna, Basilea Campagna, Glarona e Sciaffusa ci si è già confrontati con il problema con esiti di vario tipo. In un paese come la Svizzera, dove l’artigianato locale e il turismo traggono largo profitto dal patrimonio culturale, questi attacchi motivati da interessi particolaristici appaiono davvero incomprensibili. Bisognerebbe al contrario apprezzare e sostenere il lavoro di quei proprietari, artigiani e architetti che si impegnano per la conservazione di edifici storici e monumenti. Il nocciolo del problema I progetti di costruzione condotti in collaborazione con gli uffici dei beni culturali subiscono in effetti spesso ritardi, rendono le ristrutturazioni più onerose e i rinnovamenti energetici più complessi, e in questo modo generano conflitti. Ma qual è il nocciolo del problema? Per decenni, i fondi per la conservazione del patrimonio e l’archeologia sono stati ridotti a livello sia federale sia cantonale. Negli ultimi venti anni (1999-2019), la Confederazione ha dimezzato il proprio impegno finanziario per la conservazione dei più importanti monumenti svizzeri. Il messaggio sulla cultura 2021-2024 purtroppo rinsalda questo progressivo disimpegno. La costante riduzione delle risorse professionali e finanziarie ostacola l’innovazione e rende impossibile un lavoro efficien-