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Le origini

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4.6 Bellezza

4.6 Bellezza

le origini

7500a.C

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Per pianificare un ambiente urbano fu fondamentale la cartografia. Iniziarono così a svilupparsi le prime mappe. Di queste ultime ne sono rimaste ben poche. Una di queste risale al 7500 a.C., essa è la mappa di Catal Huyuk che precede di parecchie migliaia di anni le prime città sul Nilo e in Mesopotamia. Mostra chiaramente un’entità urbana comprendente edifici a più piani e cortili accessibili soprattutto dai tetti mediante scale.

550a.C

Al 550 a.C. risale invece la prima mappa del mondo (descritta nei libri II e IV delle Storie di Erodoto, Anassimandro di Mileto).

Xsec.

A questo secolo risale il primo tentativo noto di mostrare graficamente i valori mutevoli delle inclinazioni delle orbite planetarie (posizioni del sole, della luna e dei pianeti durante l’anno). Si tratta di un diagramma lineare che mostra la posizione in funzione del tempo dei sette principali corpi celesti.

XIIsec.

Le sette arti liberali dall’Hortus Deliciarum di Herrad Von Landsberg. In questo caso siamo di fronte a una rappresentazione visiva che propone il sistema gerarchico di relazione tra le scienze che nel loro insieme costituiscono l’enciclopedia medioevale del sapere. Il disegno mostra i diversi comparti del sapere, i loro rapporti reciproci, il processo della produzione e circolazione dei flussi conoscitivi, nell’ottica propria della cultura medioevale. Nelle miniature medioevali era infatti consuetudine usare illustrazioni per dare un ordine e un senso alle concezioni del tempo.

1350

Nicole Oresme va ricordato nella storia del razionalismo occidentale come precursore di una scienza moderna che va contro la superstizione . La sua produzione scientificafilosofica è basata sull’uso di procedimenti “razionali” miranti a svelare inganni della percezione o erronei procedimenti logici. In una parola, l’opposizione contro quello che, nell’opinione comune, è il lato “oscuro” dell’uomo del Medioevo. Egli fu uno dei primi a proporre l’uso di grafici per tracciare il valore di una grandezza variabile dipendente da un’altra e dunque impose un sistema di coordinate.

1462

Leonardo Da Vinci, ricordato per le numerose illustrazioni anatomiche, al quale affiancava una lettera che rimandava a una “nota” di testo che poneva a margine del foglio, dove inseriva la descrizione e eventuali informazioni relative all’organo o alla porzione di disegno a cui era riferito. Pur rappresentando argomentazioni complesse e non facilmente fruibili dal pubblico, rendeva i propri appunti di facile comprensione mediante l’integrazione dei vantaggi di entrambi i tipi di linguaggio a sua disposizione.

1539

Pietro Apiano con la sua opera “De Caelo”, in cui rappresentò l’universo aristotelicotolemaico. Questa illustrazione rappresenta la concezione del cosmo che ha dominato la cultura occidentale per circa 2.500 anni. Tutto ciò che esiste trova una collocazione generale in questo disegno: la terra, i pianeti, il dualismo tra mondo sublunare e celeste, dio e gli uomini, le costellazioni e i segni dello zodiaco, i moti degli astri, i quattro elementi e l’etere, la fisica terrestre e celeste. Non si tratta, ovviamente, di dati statistici e specifici, l’infografica di Apiano sintetizza i dati, fornendo una rappresentazione visiva unitaria del molteplice.

1570

Il primo atlante moderno fu quello di Obrahm Ortelius, studioso e geografo fiammingo. Il Theatrum Orbis Terrarum è considerato il primo vero e proprio atlante moderno, un’insieme di fogli cartografici accompagnati da testo che riassumono quella che fu la cartografia del XVI secolo. Molte delle mappe al suo interno erano basate su fonti che oggi non esistono più. L’originale edizione latina consisteva il una raccolta di 53 fogli con settanta mappe raffigurate. Le mappe erano logicamente organizzati per rappresentare i continenti, i gruppi di regioni e gli stati-nazione, con il testo che forniva informazioni. Pur non essendo un innovatore scientifico, Ortelius è ricordato soprattutto per la sua capacità di raccogliere un immenso corpus di conoscenze geografiche esistenti e di pubblicarle in un formato cartografico.

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