LATEST - Ottobre issue #14 - Italiano

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CONTENUTI 100 Lettera dell’Editor 8 La Moda di oggi, la capacità di leggere tra le righe articolo 12 Nowhere to be Seen editoriale 18 Un viaggio nel tempo con: Cristina Celestino intervista 32 Modern Sinuosity editoriale 36 Stop alle pellicce articolo 50 Butter Scotch Beige cover story 54 AI19 Must Have articolo 66 White Retouch editoriale 72 Innovazioni nella Moda articolo 82 Metal editoriale 88 La Tecnologia nel beauty articolo 96 Shine Bright Like... editoriale 100 I Trend Accessori AI19 articolo 108 Give Me Shelter editoriale 114 Le Mostre da non perdere articolo 125 Timeless editoriale 126 @Paperfashion: la famosa illustratrice Katie Rodgers intervista 136 Electric Barbarella editoriale 146 La nuova moda uomo per Celine articolo 160 Let me Down Easy editoriale 164 Il Paradiso sulle Dolomiti si chiama Lefay Resort & spa articolo 176 Soul Mates editoriale 180

TRE COVER CERCA LA TUA PREFERITA NEI NEGOZI Photography Oliver Beckmann c/o MN-creative Style Elke Dostal c/o Nina Klein Model Polina Sova c/o The Hive management Makeup, Hair style Sarah Rabel c/o Nina Klein


LETTERA DELL’EDITOR 36

P

assword: aggiornamento. Con i rapidi cambiamenti tecnologici e la montagna di possibili innovazioni in qualsiasi campo, cerchiamo di rimanere "aggiornati" anche sulle mille opzioni che ora abbiamo per essere davvero piĂš "futuristici". Nuovi materiali per realizzare tessuti non inquinanti, eliminazione delle pellicce vere dalla produzione di abbigliamento e molte altre realtĂ che possono finalmente far parte di noi e del nuovo mondo del fashion. Cerchiamo di imparare dalle regole della natura per creare. Facciamo un viaggio nel futuro del design con Cristina Celestino, dell'illustrazione di moda con Katie Rodgers di @paperfashion e di un nuovo spettacolare resort nelle Dolomiti, perfettamente integrato con l'ambiente. Editor-in-chief Facebook: @marta.forgione Instagram: @martaforgione

Marta Forgione


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Editor’s letter PRESIDENT, CHIEF EDITOR Marta Forgione martaforgioneph@gmail.com Via Raimondo Scintu, 78 - 00173 Roma (Italia) CONTRIBUTORS PER QUESTO NUMERO: LAYOUT Giuseppe Sindoni Laura Bobak Giulia Greco WRITERS Giulia Greco Ludovica Mucci Federica Caiazzo Veronica Valdambrini FOTOGRAFI Patrick Schwalb, Christoph Klutsch Cristiano Miretti, Domenico Petralia Antoine Coquelet, Jessica Grossmann, Aldona Karczmarczyk, Martyna Galla Jacek Grabczewski, Olga Volkis, Sasha Tassilo Höchstetter AGENZIE Munich models, IMG models, TheFabbrica, Modelwerk Kathrin Hohberg, Bigoudi Tigers Management, ProductionLink Townsend London, Liganord Model plus Warsaw, Van Dorsen Artists Iconic Management, D’vision Uncover models, Kostromichova ADVERTISING adv.latest@gmail.com Roma Italia 2019 | p.iva 15126391000 | iscrizione ROC n. 32682 Pubblicazione bimestrale da LATEST srls unipersonale a Febbraio, Aprile, Giugno, Agosto, Ottobre. Stampato in Italia da Facciotti s.n.c - Per l’estero da Severn print, UK Distribuito da Pineapple media LTD, UK | prezzo sul sito latestmagazine.net stampato €15 - digitale €4.5 Prezzo di copertina: IT €15 UK £10Cover price: IT €15 UK £10


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Editor’s letter

Tra tutti i canali di comunicazione che un marchio può scegliere oggi, la passerella è ancora il modo migliore di comunicare i propri valori ai clienti. Forse perchè la passerella è l’habitat naturale della moda, nonostante oggi abiti e accessori siano proposti un po’ ovunque - Instagram il più quotato fra tutti. E forse perchè la passerella ha qualcosa che è difficile ricreare online - la magia di essere presente, fisicamente, all’evento, o la possibilità di creare per il proprio pubblico un’esperienza sensitiva completa. O anche, la parvenza di essere lontani dal mero acquisto e l’elevazione, in questo senso, dei capi che sfilano in passerella a opere d’arte di cui lo spettatore è invitato a godere. La sfilata è una storia. Quale che sia il motivo trainante, il mini universo artificialmente creato per mettere in scena le collezioni porta con sè un valore aggiunto, che i marchi hanno sempre sfruttato a loro favore. Le ultime collezioni non sono state da meno, anzi, sono state più significative che mai.

LA MODA DI OGGI: LA CAPACITA’ DI LEGGERE TRA

LE RIGHE Words Giulia Greco - fino a pagina 16 Qui e di fronte: Louis Vuitton uomo PE2020 ph. Filippo Fior e Alessandro Viero di gorunway.com /courtesy of Vogue

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Il tema ambientale è ormai uno degli assi portanti della moda di oggi (e per fortuna, diremmo noi!), tanto che è impossibile ovviare il discorso e qualsiasi brand è chiamato a dire la sua in proposito. Anche chi storce il naso e vorrebbe fregarsene altamente del pianeta, è stato o sarà infine obbligato a prendere una posizione. Che può essere solo una, secondo il buon senso ma anche per evitare la lapidazione pubblica. I consumatori, specialmente quelli più giovani ed educati, vogliono di più: non bastano i vestiti, ci vuole un’etica, uno scopo e un significato. Solo così i prodotti acquisiscono un valore speciale e duraturo nel tempo. Una volta Franca Sozzani ha detto che “ci dev’essere l’estetica, ma con un significato. Altrimenti ti stanchi anche delle cose più belle” e ha ribadito “non basta, se non c’è un concetto dietro l’estetica”. Queste parole sono sempre state vere: lo sono oggi ancora di più, quando la sopravvivenza del nostro pianeta dipende (anche) dal nostro approccio alla moda. Le sfilate menswear e ready-to-wear ci hanno ispirato, perchè avevano molto da dire. Luminose, innovative, profonde, bellissime dal punto di vista estetico e hanno proposto nuovi trend che noi non vediamo l’ora di provare. Bellissime anche perchè ci hanno fatto riflettere.


Non è un caso che due dei maggiori brand a livello mondiale, Louis Vuitton e Fendi, si siano ispirati allo stesso tema per la sfilata uomo primavera estate 2020: il giardinaggio. Silvia Venturini Fendi ci arriva attingendo a piene mani dalla sua infanzia e dall’amore che nel corso degli anni ha sviluppato per il suo giardino. Virgil Abloh ci arriva invece dal futuro, grazie alla sua eccezionale sensibilità, che gli permette di guardare avanti, sempre avanti, in quello che verrà. Abloh in questo ci vede un po’ più lungo di Fendi infatti, e intesse nella sua collezione un motivo in più, che è la diversità (sia essa intesa di genere o culturale o di vedute). I fiori selvatici che completano i looks visti in passerella non sono altro che la traslitterazione visiva di ciò che è diverso, eppure bellissimo. Siamo tutti uguali pur essendo tutti diversi e cresciamo tutti dallo stesso suolo. Partendo da due punti di vista opposti dunque, arrivano allo stesso risultato: se viviamo in un mondo iper connesso, l’unica vera connessione che dobbiamo sforzarci di (ri)trovare è quella con la natura. Contro il virtuale e il frenetico, la collezione utility chic di Fendi ci invita a rallentare, a toccare con mano i prodotti della natura, a sentirci parte di questo mondo, di cui dobbiamo prenderci cura. E’ quest’ultimo il vero messaggio della collezione: il giardinaggio non è semplicemente immergersi nella natura e godere di essa - ha detto Luca Guadagnino, special guest per la collezione menswear di Fendi e punto di riferimento artistico per il brand da qualche anno ormai - ma significa dare forma alla natura, guidarla pur conservando il massimo rispetto. Che è esattamente quello che dovremmo perseguire, come essere umani. C’è, per questo motivo, un approccio estremamente delicato in entrambe le collezioni. I colori pastello di Louis Vuitton, così golosi e pieni, e la scala dei verdi e dei sabbia di Fendi, quasi tattili. I tessuti utilizzati sono basici e naturali e mischiano i fiori freschi e l’organza eterea, impalpabile. Due collezioni sensazionali, un unico obiettivo comune.


Editor’s letter

Se c’è una designer che non perde occasione per richiamare l’attenzione sulle nostre responsabilità nei confronti del pianeta terra, questa è Stella McCartney che, con il brand omonimo, porta avanti da anni la sua battaglia ambientalista. I fiori sono anche per lei il punto di partenza per la collezione Resort 2020, che si intitola Forces for Nature. Insieme ai fiori la designer figlia d’arte ha preso ispirazione dallo scrittore Jonathan Safran Foer, con cui da qualche tempo ha intessuto un dialogo creativo importante. Lo slogan We Are the Weather che campeggia su t-shirt e pullover è infatti il titolo del nuovo libro di Foer, insieme ad altre frasi ricamate. La nostra preferita è sicuramente Eco-Weirdos, che è un po’ la sintesi perfetta per Stella McCartney e la sua attività pionieristica. Il cambiamento passa anche attraverso queste prese di posizione, che sembrano minime ma fanno una grande differenza. Indossare slogan, loghi e disegni (come quello del sole, che è la stampa principale della collezione Resort e menswear) ci aiutano a prendere una posizione, e a sentirci forti insieme, che è di massima importanza. Tutti gli eco weirdos là fuori ora sanno di non essere più soli, ma di combattere in gruppo. Non solo ambientalisti comunque, i designers hanno una visione a 360 gradi sul mondo di oggi. Se la salvaguardia dell’ambiente è stato il tema più toccato - e c’è ancora tanto da dire e fare a riguardo - le nuove collezioni hanno anche guardato ad altre sfide del nostro tempo. La diversità, l’abbiamo già detto parlando di Abloh, è cruciale. Se Louis Vuitton l’ha celebrata accostando fiori e colori, Pierpaolo Piccioli per Valentino l’ha intessuta nei suoi abiti da sogno. La couture autunnale 2019 del brand romano ha celebrato diversi tipi di donna, la loro unicità e ciò che invece le accomuna al di là di tutto.

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Stella McCartney Resort 2020| Photo: Courtesy

of Stella McCartney


Per Alessandro Michele invece, genio visionario a capo di Gucci, il discorso di diversità va oltre il genere e il discorso si amplia enormemente, parlando di libertà personale di decisione. L’ultima collezione Resort 2020, che si è svolta non a caso nei Musei Capitolini di Roma, è una celebrazione al diritto individuale, e il mondo pagano è preso ad esempio di quella libertà che nel mondo contemporaneo di oggi sembra venire sempre un po’ meno. Delle sue collezioni sopra le righe ciò che vogliamo assimilare maggiormente è l’estetica gender fluid, che oggi è un tema ancora in embrione nel mondo della moda, ma diventerà presto predominante. La moda infatti è uno degli ambiti produttivi in cui la differenza di genere gioca ancora un ruolo fortissimo. Là dove dovrebbe esserci piena libertà di espressione, gli individui sono incasellati in categorie stagne rispetto al modo in cui decidono di vestirsi. All’inizio di quest’anno il brand è stato anche premiato al Sundance Film Festival per il corto The Future is Fluid, che esplora la sessualità della generazione Z e la loro richiesta di vivere in un mondo libero. Gucci è un marchio intellettuale e versatile, il cui impegno non si limita alla passerella. I suoi molteplici impegni a livello culturale sono ben noti a tutti. Sulle passerelle i modelli si confondono e non solo le donne portano i pantaloni, come si suol dire, ma anche gli uomini sono liberi di indossare gonne e accessori femminile, senza che ciò sembri inopportuno. Alessandro Michele ci chiede perchè: il look tomboy è stato da tempo sdoganato e le donne che vogliono indossare un completo gessato sono solitamente percepite come forti e autoritarie; vestire abiti femminili crea invece ancora tanto scalpore, probabilmente perchè indossare una gonna è simbolo di sottomissione e dove la power suit rende effettivamente più forti, la gonna svilisce. Non solo maggior libertà di essere, ma anche la fine di stupidi pregiudizi legati al sesso. Questo è quello che Gucci auspica per il nostro futuro. Che sopravviva solo ciò che è bello.

Gucci Resrt 2020 show ph. Salvatore Dragone / Gorunway.com

courtesy of Vogue


Editor’s letter

I diritti individuali incontestabili li abbiamo però anche trovati da Vetements, il cui approccio è dissacrante, pauroso e potente. Non è di certo una novità per il brand, che prende dalla cultura pop e rielabora a suo piacimento destando non di rado l’interesse della critica. La collezione ready-to-wear della primavera 2020 cammina pericolosamente in bilico tra realtà e distopia. Il background sociale su cui Gvasalia ha lavorato è il suo personale, di bambino cresciuto nella Georgia sovietica proprio nel momento in cui il capitalismo, sotto forma di McDonald, arriva e sconvolge la vita. Sembra una festa gioiosa, ma non lo è. La collezione è dominata dalle tinte scure, quelle delle uniformi della polizia sovietica. Se gli altri brand davano un senso di speranza e di gioiosa attesa, Gvasalia serve oppressione e sconfitta nel menu. Gli slogan stampati su maglie, camicie e accessori, come “Kapitalism” e “Global Mind Fuck” si rivolgono ad una generazione che vive tra fast food e fast fashion, che ha perso le sue origini e che è pronta a sacrificare qualsiasi cosa in nome del guadagno. Raf Simons ha seguito grossomodo lo stesso filo di pensiero (se ricordate la collezione autunno inverno 2018-19 per Calvin Klein).

Insomma, una chiamata generale ad aprire gli occhi, per vedere finalmente ciò che fa male, a noi e all’ambiente che ci circonda. Per vedere finalmente che il profitto a tutti i costi non è l’unica via, e non è di certo quella più salutare. La moda è lo specchio dei tempi e i designer hanno da dirci molto più di quello che pensiamo.

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Vetements PE2020 show | ph. Filippo Fior

Gorunway.com courtesy of Vogue


JOHNLEWIS.COM


Nowhere to be

Seen

“Nascondiamo ciò che ci è più caro e nascondiamo anche ciò di cui ci vergogniamo. Nascondiamo perchè nessuno scopra i nostri segreti. Nascondiamo perchè non si vengano mai a sapere, perchè ci piace avvolgere un manto di mistero intorno a cose che rimarranno per sempre solo nostre. Nascondiamo da noi stessi perchè alcune cose è meglio non vederle. Questo vale per tutto ciò che ancora c’è di inumano intorno a noi. E che ci sforziamo di non guardare, concentrandoci invece sulla superficie scintillante delle cose. Alcune cose le teniamo lontane da noi, così da non poter essere viste.”

Photography, Creative Direction Xavi Prat Production Timotej Letonja Style Mariana Moura & Sergio Serrano Model Noelle c/o Blare Management Makeup, Hair Style Andrea Trenado Photography Assistant Fabrizio Colque


Total Look Moncler x Simone Rocha


Abito Ellery | Cappello Tolentino | Scarpe Giuseppe Zanotti | Di Fronte: Abito Sergio CastaĂąo | Orecchini Keef Palas




Top Ana Locking | Gonna Sergio CastaĂąo | Copricapo 113 Maison | Di Fronte: Total Look Lye Lysianne



Abito Ellery | Orecchini Keef Palas | Di Fronte: Top Rick Owens



Giacca 113 Maison | Gonna Ana Locking | Collant La Perla | Scarpe Giuseppe Zanotti



Abito Ellery | Cappello Tolentino | Scarpe Giuseppe Zanotti | Di Fronte: Abito Lye Lysianne | Cappello Moncler X Simone Rocha


Abito Ana Locking | Cappello Tolentino | Orecchini Ellery | Di Fronte: Abito Ana Locking | Cappello Tolentino | Scarpe Giuseppe Zanotti



VIAGGIO NEL TEMPO CON CRISTINA CELESTINO “La tecnologia è soltanto un mezzo e non un fine” words Federica Caiazzo

Cristina Celestino: fiore all’occhiello del design italiano contemporaneo, ha un estro creativo costantemente mosso dalla curiosità. È ciò che lei definisce “la parte positiva” di ogni unità progettuale, ciò che aiuta a guardare oltre di fronte alla difficoltà, ciò che genera aspettative nel passaggio dai disegni al primo prototipo. Ed è ciò che le permette di esplorare passato e futuro, in una continua coesistenza tra vecchio e nuovo, che fa delle sue opere un’alta espressione artistica del connubio tra retrò e avanguardistico. p.32


Cristina Celestino - ritratto in androne milanese: Fabrizio Polla Mattiot - Ateliermistral Pagina precedente: Coffee table design Cristina Celestino e Flaminia lounge chair Eurniture collection for Fendi and Fendi Casa - photo credits Luxury Living

Cristina, come vivi la fusione tra ciò che rappresenta il futuro e ciò che è già considerato “vintage”? In tutti i settori, passato e presente convivono e si inseguono nel processo creativo, alla ricerca del futuro, della novità. Mi piace molto questa citazione di Nanda Vigo: “Il futuro esiste nel passato ed entrambi fanno parte di tutto”. I riferimenti nei miei progetti sono sempre più di uno, e sono sempre reinterpretati e non citati direttamente. Spesso appartengono a mondi diversi: storia dell’architettura, gioielleria, natura. La sintesi passa attraverso una fase di astrazione e di ridisegno delle geometrie, dei pattern, dei volumi, delle tipologie spesso tradizionali (è il vero lavoro del progettista), fino ad arrivare a un risultato nato da una fusioneibridazione che sintetizza tutta la fase di ricerca, attinge ai riferimenti, ma porta

con sé un messaggio contemporaneo. Uno dei tuoi più recenti progetti ti ha visto all’opera su The Pink Closet, la boutique rosa di Palazzo Avino in Costiera Amalfitana. È stata definita “un inno al bello”: cos’è per te la bellezza? La bellezza implica tempo: tempo per realizzarla e perché possa essere compresa. Implica avere cura, prendersi cura di sé ma anche cura degli altri, che godranno di un piacere non fine a sé stesso. Evoluzione: credi sia una parola con connotazione positiva? O a tratti negativa? Guardo con ottimismo al futuro e non guardo con nostalgia al passato. L’evoluzione porta con sé un adattamento alla contemporaneità che può avere solo connotati positivi.


Pop-Up project - Interior project for LuisaViaRoma @ Spring Studios, New York - photo credits Luisaviaroma

Cosa ti attrae maggiormente dell’atmosfera retro-future che pervade i tuoi lavori?

dei progetti dove ho potuto esprimermi al massimo.

L’idea di un tempo sospeso, surreale. Forse il tempo è il mistero più grande e nei miei interni spero di generare una sorta di corto circuito spazio-temporale, artigianato – industria, che generi nell’osservatore una sorta di tranquillità contemplativa.

Che rapporto hai con la tecnologia?

Il tuo percorso vanta anche collaborazioni con le maison di moda… Avere avuto l’occasione di fare il mio lavoro di designer e progettista per aziende di moda è stata un’ottima opportunità. Nel processo creativo non c’è stato nessun cambio di rotta o differenza rispetto al mio modo di lavorare per altri clienti. Anzi, aziende come Fendi, con un archivio incredibile e un’apertura mentale straordinaria, mi hanno permesso di realizzare

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La tecnologia è soltanto un mezzo e non un fine, quindi sono molto contenta che a disposizione della creatività ci siano sempre più strumenti che agevolano il nostro lavoro. Ma non possono certo sostituirsi alla progettazione. In che modo lasci che la tua arte si unisca al dibattito sulla sostenibilità ambientale? La sostenibilità è un tema sempre più sentito ma va affrontato globalmente: non basta utilizzare materiali giusti ed eco-sostenibili se associati a un “non design” o a un progetto non gradevole. La sostenibilità inoltre deve essere parte di tutto il processo produttivo e di distribuzione, e non solo del prodotto finale.


Pulsar lampada a sospensione, versione singola, design per Esperia foto credits: Mattia Balsamini

Alice lampada in marmo e onice, design by Cristina Celestino per Budri. foto credits: Mattia Balsamini

Scenografica design by Cristina Celestino per Fornace Brioni foto credits Mattia Balsamini

Policroma, collezione di pavimenti e rivestimenti murali per CEDIT - credits: CEDIT



Modern Sinuosity Sinuosity Art Director, Photography Domenico Petralia | Style Angelina Lepper Model Lila Braghero c/o Elite models Milano | Makeup Rachid Tahar Hair Style Valerio Sestito | Director Assistant Simone Carinetti Style assistant Alevtina Peunkova | Photography assistant Vito Calamia Casting director Stella Ferro | Production Passepartout4u Post-production Virgil Hritcu | Special thanks to ISIS Facchinetti

Art Director, Photography Domenico Petralia | Style Angelina Lepper | Model Lila Braghero c/o Elite models Milano | Makeup Rachid Tahar | Hair Style Valerio Sestito | Director Assistant Simone Carinetti | Style assistant Alevtina Peunkova | Photography assistant Vito Calamia Casting director Stella Ferro | Production Passepartout4u | Post-production Virgil Hritcu Special thanks to ISIS Facchinetti


Apertura: Abito Les Copains Qui: Total look Iceberg



Qui e di fronte: Gonna, Giacca Trussardi | Top Red Valentino | Scarpe Genny



Abito Mila Schon | Stivali Iceberg | Di Fronte: Abito Ermanno Scervino




Pantaloni, Top, Cardigan Missoni | Stivali Baldinini | Di Fronte: Cappotto Genny | Cintura Anteprima


Abito Maryling | Stivali Casadei | Di Fronte: Top, Slip, Scarpe Red Valentino




Top Michael Kors | Tuta intera Simonetta Ravizza | Di Fronte: Abito, Pullover Les Copains


Editor’s letter UN NUOVO FUR MONDO FREE

Gucci FW19/20 Foto Filippo Fior e Armando Grillo/ Gorunway.com | courtesy of Vogue

I trend vanno e vengono e spesso ritornano, a distanza di alcuni anni, facendo impazzire i più giovani, che cercano negli armadi dei nonni abiti usati da reinventare in chiave moderna. Il thrift shopping e i negozi di vintage vanno sempre più di moda tra i millennials, a cui nell’ultimo periodo è tornata anche la grande passione per le pellicce. Simbolo di ricchezza e potere, la pelliccia ha fatto ritorno dopo un periodo di declino, grazie anche al direttore di Vogue US Anna Wintour, ed è tutt’oggi percepita come un capo di lusso, anche se è scesa nelle strade ed è spesso indossata con sneakers e jeans, in quella commistione di stili che ormai è la norma nella moda di oggi. Non solo da indossare in inverno per ripararsi dal freddo - necessità che comunque abbiamo perso decenni fa - ma ornamento che valica i confini stagionali e si ritrova anche a bordare borse e scarpe, diventando quindi cool anche nelle stagioni più calde. Mai come oggi vestirsi è un lusso creativo, visceralmente slegato da esigenze climatiche, sociali o convenzionali. Se è vero che la pelliccia è un capo tanto amato dai trendsetters di oggi, è anche vero che gli stessi hanno finalmente maturato esigenze etiche che le generazioni precedenti non hanno. I consumatori di oggi richiedono ai loro brands preferiti di essere trasparenti, ecosostenibili e il più possibile rispettosi - dei lavoratori come degli animali. Sicuramente l’ecosostenibilità non è fortunatamente un trend passeggero, ma è destinato a p.50

segnare la moda (e tutti gli altri settori produttivi) per gli anni a venire. La mentalità eco-friendly sta penetrando gradualmente nella società, e sta facendo passi da gigante grazie alle generazioni più giovani, che fanno la differenza. La domanda quindi sorge spontanea ed è di difficile risoluzione: come può l’amore per le pellicce come accessorio incontrarsi con le esigenze ecologiche dei consumatori? Perchè le pellicce, si sa, non sono per niente eco-friendly. Non lo sono quelle vere, per ovvie ragione, ma non lo sono neanche quelle finte. Le condizioni in cui gli animali vivono negli allevamenti destinati alla produzione di pellicce è ben nota a tutti: volpi, ermellini, visoni e così via non devono vivere in condizioni agiate per sviluppare un buon manto, il quale non soffre per malnutrizione o condizioni igieniche deplorevoli e richiede specifiche tecniche di uccisione. Gli allevamenti puntano al massimo profitto con il minimo investimento. In aggiunta, la produzione di pellicce è uno dei settori più inquinanti di sempre, perchè i gas prodotti sono altamente nocivi e le risorse impiegate innumerevoli. Hanno poco da argomentare i sostenitori delle pellicce e della pelle, che non perdono occasione di illustrare i lati positivi di scegliere capi che “vengono” dalla natura. Questi solitamente durano più a lungo e sono conservati meglio, e una volta scartati sono facilmente biodegradabili, è vero, ma il livello d’inquinamento prodotto in fase di lavorazione è allarmante. words Giulia Greco


Non c’è bisogno di aggiungere, ovviamente, che ormai nel 2019 uccidere animali per vestirsi senza nessun’altra motivazione non dovrebbe proprio esistere come ipotesi.

Fendi nasce nel 1925 come pellicceria e questo materiale ha sempre costituito uno dei capisaldi della casa di moda, tant’è che le sfilate di haute couture del marchio sono state per anni nominate con l’appellativo di haute fourrure. Di recente il brand ha deciso di fare un passo indietro ed è tornata all’appellativo più classico di “alta moda” rinunciando anche alle pelli esotiche più a rischio. Una misura necessaria, ma comunque non risolutiva. Data la tradizione che ha alle spalle, non è un caso che siano proprio i designers e soprattutto gli artigiani di Fendi a cercare oggi strade alternative. Le ultime due collezioni Alta Moda della maison hanno proposto abiti e accessori ornati anche da pellicce finte, ma realizzate con la più alta sapienza artigiana, tanto da sembrare vere non solo alla vista ma anche al tatto.

Parlando però di produzione, le fake fur sono ancora altrettanto inquinanti e richiedono un lungo processo produttivo. Lo scontro è tuttora aperto e, come abbiamo detto prima, è difficile vederci chiaro. Nonostante questo la lista delle case di moda che sono diventate fur free è aumentata esponenzialmente dall’inizio del 2000 ad oggi (e per fortuna, diremmo noi). Il primo brand a iniziare una lotta “interna” al fashion system è stato, senza sorpresa, Stella McCartney, già nel 2001. L’ultimo ad essersi accodato è invece Prada: lo scorso maggio ha dichiarato che a partire dalla collezione primavera estate 2020 le collezioni saranno completamente prive di pellicce di origine animale. L’ingresso di Prada nel Fur Free Alliance, il gruppo che si occupa della tutela degli animali a livello globale, ha destato un grande dibattito, soprattuto perchè ha aperto un nuovo scenario, dove Fendi è ormai l’unico grande marchio italiano che ancora sostiene l’uso della pelliccia. sopra: Prada, sotto:Stella McCartneycourtesy of Vogue tutto fw2019 ph Armando Grillo/ Gorunway.com


Editor’s letter

Accanto alle pellicce finte, che comunque erano la minoranza, hanno sfilato anche moltissimi modelli veri. Alcuni di essi, ha dichiarato Silvia Venturini, sono pezzi d’archivio riciclati. L’idea in sè potrebbe essere buona, perchè non richiede la produzione di nuove pellicce ma riutilizza quelle di scarto già esistenti. Nello stesso modo potrebbe essere una piccola nota positiva il fatto che la maison con sede a Roma applichi delle normative molto strette per quanto riguarda la scelta delle materie prime, assicurandosi delle condizioni di vita degli animali. Potrebbero essere considerati aspetti positivi e degni di nota se non fosse che ad essere sbagliata è proprio l’idea di fondo. E’ bene sottolineare infatti che se è vero che i trend arrivano dallo street style e il confine tra chi fa e chi fruisce la moda oggi è al limite dell’inesistente, i marchi hanno ancora un forte ascendente sui compratori. Questo potere dovrebbe essere utilizzato in maniera proficua e il cambiamento dovrebbe partire (soprattutto) da chi sta ai vertici e le cose può cambiarle davvero. Per questo motivo una politica cruelty-free è necessaria e improrogabile, perchè serve come presa

Armani Prive fall2019 couture | Fotografo Alessandro Viero / Gorunway.com

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di posizione ed è un messaggio diretto al pubblico. Fendi continua ad utilizzare e vendere pellicce vere principalmente per restare fedele alla sua incredibile storia, probabilmente. Lo fa forse anche come presa di posizione in un mercato che è sempre più guidato dai consumatori invece che dai produttori. La democratizzazione a cui il fashion system è stato sottoposto negli ultimi quindici anni ha portato il cliente finale al centro del processo, ora più che mai. L’equilibrio tra lo spirito creativo e il genio del designer da un lato, e le richieste di mercato dall’altro ha sempre visto quest’ultimo aspetto come dominante, sminuendo in qualche modo la libertà creativa a cui le case di moda dovrebbero invece aspirare. Al di là delle scelte di marketing, l’uso della pelliccia pone un vero e proprio problema morale e continuare a portare pellicce vere in passerella significa passare un messaggio eticamente poco coscienzioso, etichettandolo come positivo.


Fendi fall 2019 couture | Ph. Salvatore Dragone / Gorunway.com

Il problema di vedere ancora le pellicce in passerella e nei negozi è lo stesso problema che si presenta quando gli abiti vengono realizzati da lavoratori sottopagati, o quando i tessuti utilizzati sono prodotti in condizioni pericolose, con sostanze non biodegradabili e altamente inquinanti. Il problema è sempre lo stesso, solo che si ripropone sotto vesti diverse ed è per questo difficile da identificare: alle soglie del 2020 l’unico obbligo che abbiamo, nei confronti del mondo e di noi stessi, è essere coscienziosi. Abbiamo rimandato per troppo tempo, ma ora non ci sono più scuse, soprattutto per il fashion system che, lo ribadiamo ogni volta, è uno dei settori più problematici in assoluto. Non esiste lusso che non sia ecosostenibile, non ci possono essere nuove invenzioni degne di nota che non siano anche positive per l’ambiente. Non serve a niente mettere sulla bilancia i nostri comportamenti e ve-

dere cosa è meno dannoso, solo per trovare qualche scusa e perseverare nell’errore. Tanto meno utile è giustificare le proprie scelte di marketing guardando ai compratori. E’ ancora presente una nicchia di mercato disposta a comprare le pellicce, senza curarsi della provenienza di ciò che indossa o che gli allevamenti seguano specifiche norme, e magari questa nicchia ci sarà sempre. Fortunatamente le nuove generazioni sembrano voler cambiare la carte in tavola, ma il percorso è ancora lungo. Non c’è spazio però per chi non vuole affrontare scelte etiche, ha futuro solo chi riesce ad adattarsi ai tempi, lasciando andare ciò che deve essere lasciato indietro. Per questo le case di moda, soprattutto quelle ad altissimo budget e con un grandissimo bacino d’influenza, dovrebbero essere le prime a mandare un messaggio ben preciso, ad abbandonare usanze deleterie (e derelitte per altro) e promuovere l’innovazione. p.53


BUTTER scotch BEIGE COVER STORY Photography Oliver Beckmann c/o MN-creative Style Elke Dostal c/o Nina Klein Model Polina Sova c/o The Hive management Hair Style, Makeup Sarah Rabel c/o Nina Klein Casting by Nicholas Forbes Watsonz Digital assistant Arne Skade

“L’ecosostenibilità è oggi di gran moda, ma non è un trend. Prendersi cura dell’ambiente è bello non solo eticamente, ma anche esteticamente. Un tempo indossare una pelliccia era simbolo di status. Oggi non abbiamo più bisogno di pellicce di origine animale per essere alla moda. Anzi. Capi spalla leggeri, materiali innovativi e rispettosi della natura: il vero lusso è quello sostenibile. Tutto il resto appartiene ad un mondo vecchio di cui noi non vogliamo più far parte. Vogliamo vestirci di futuro, non di passato, perchè alcune cose devono essere lasciate indietro. Solo così si può essere abbastanza leggeri da avanzare.”


Qui e in Cover Top Zimmermann visto su mytheresa.com


Abito Nanushka visto su mytheresa.com Orecchini Saskia Diez Di Fronte: Pantaloni Working Title



Cappotto Kenzo Orecchini Acne Studios Di Fronte: Top, gonna Paco Rabanne visto su mytheresa.com Orecchini JW Anderson Scarpe Mulberry




Top, pantaloni, orecchini Mulberry Scarpe Balenciaga Di Fronte: Abito MatĂŠrial Tbilisi visto su mytheresa.com Orecchini Ellery


Top TotĂŞme Orecchini Ellery Di Fronte: Cappotto, pantaloni William Fan Catena Sakia Diez



Qui e di fronte: Giacca, pantaloni, cintura Ellery Scarpe Maison Margiela



must have words Giulia Greco

Se l’anno solare inizia a Gennaio, l’anno “spirituale” di ognuno di noi inizia a Settembre. Si torna alla routine - lavoro, scuola, università - e tutto ricomincia da capo. Noi a Settembre abbiamo anche fatto la lista dei buoni propositi, per iniziare con il piede giusto. Il più importante di tutti è, ancora una volta, “comprare meno e comprare meglio”. Non ci servono montagne di vestiti nuovi ad ogni stagione. Molto meglio fare acquisti selezionati e duraturi. Qui abbiamo selezionato per voi i trend migliori per la stagione autunno inverno 2019/2020, insieme ad alcune previsioni per la primavera estate. Nella moda, l’importante è stare al passo! Abbiamo guardato le collezioni resort, gli abiti magnifici della haute couture e le settimane della moda del mese scorso. Abbiamo raccolto tutte le informazioni necessarie per guidarvi negli acquisti e se ci seguirete attentamente il successo è assicurato. In autunno avremo moltissima voglia di divertirci con i colori, che siano in tonalità pastello o più forti poco importa. Anzi, per un look veramente d’effetto possiamo mischiarli e creare contrasti d’impatto. La power suit, pezzo forte delle stagioni precedenti, si riconferma di grande tendenza, ma sta perdendo i suoi connotati rigidi e il gioco del co-ord spazia su elementi diversi. La fluidità di genere è sempre più presente nelle collezioni e femminile e maschile si mischiano senza troppa coerenza: scegli chi vuoi essere oggi, e la moda ti darà il costume giusto per la giornata. Fiocchi e tessuti luccicanti, ma anche giacche strutturate e camicie inamidate. L’influenza principale viene comunque dagli anni ’80 e dalla loro voglia di esagerare. Con i colori, le forme e i materiali. E con un occhio alle subculture del momento, specialmente il punk, con la voglia di ereditare un po’ di quello spirito sovversivo e farlo nostro oggi. Tendenze autunno 2019


LIVIN’ IN THE JUNGLE

1.

Giacche tecniche, tasconi ampi e i colori della terra formano la divisa perfetta per affrontare la giungla urbana. L’ispirazione arriva da Indiana Jones e dai safari in Africa, dove gli abiti devono essere prima di tutto comodi. C’è un ritorno a ciò che è naturale e selvaggio e c’è la fascinazione per la (ri) scoperta del legame profondo tra l’uomo e il paesaggio che ci circonda. Noi abbiamo abbinato un paio di pantaloncini in pieno stile safari ad un maglioncino soffice, da portare come top a contatto con la pelle. Calzettoni alti in lana e mocassino con i tacchi rendono l’insieme più chic.

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Zimmermann linen shorts €460 visto su mytheresa.com

1. Isabel Marant AI19/20 Runway show | Ph: Daneiel Oberrauch / gorunway.com 2. Gucci calzini €110 visto su farfetch.com 3. The Row - cashmere cardigan €920 visto su mytheresa.com

Marni pumps €750 visto su farfetch.com

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IL RITORNO DEL GILET

1.

Trend nascente che si sta facendo strada un po’ in tutte le collezioni. C’è il doppiopetto classico, da abbinare a giacca e pantalone per un look impeccabile; c’è il gilet utility, fatto con tessuto tecnico, ampio e squadrato e pieno di tasche; c’è il gilet ricamato, colorato e impreziosito da pietrine, di gusto orientaleggiante; c’è anche il gilet scamosciato con frange, perchè il trend western è ancora molto forte per la stagione a venire. Noi lo abbiamo pensato in chiave urban chic, con un vestito in maglia e un paio di stivaletti by Gucci. Il tocco di rosso è quello che serve per dare una nota frizzante all’autunno.

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Wolford abito in lana a collo alto €500 visto su mytheresa.com

1.Ann Demeulemeester AI19/20 Runway show | Ph: Filippo Fior / gorunway.com 2.Stella McCartney gilet €1295 visto su farfetch.com 3.Boyy borsa $810 vista su mytheresa.com

Gucci stivaletti €980 visti su mytheresa.com


GRUNGE ATTITUDE

1.

I bambini ribelli possono non essere i preferiti, ma esercitano sempre una forte attrazione su chi li circonda. Forse il fascino del diverso o forse l’invidia di chi, sotto sotto, vorrebbe essere altrettanto sopra le righe. L’estetica grunge domina la stagione autunno inverno e porta in passerella total look neri, abbinati a note acide come il verde e ad accessori metallici, dimessi e taglienti. La borsa di Paco Rabanne possiede questo spirito ribelle, ma lo trasforma in qualcosa di estremamente chic. Lo stesso vale per gli iconici Tabi boots firmati Maison Margiela: deliziosamente sovversivi.

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Closed maglioncino a collo alto €89 visto su farfetch.com

1.Versace AI19/20 Runway show | Ph: Filippo Fior / gorunway.com 2.Proenza Schouler abito €390 visto su mytheresa.com 3.Paco Rabanne 1969 borsa w€850 vista su mytheresa.com

Maison Margiela stivaletti €795 visti su mytheresa.com

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WE NEED COLOURS

1.

L’ispirazione arriva dalle passerelle ma anche dai fashion insiders più cool del momento. Sperimentare è la parola d’ordine. Potete matchare colori diversi oppure creare un look color block e spaziare in forme e materiali. Quello che vi proponiamo è proprio di scegliere una base uniforme, come l’aranciato in questo caso, e di abbinare texture diverse. Il satin brillante dei pantaloni e il cotone stretch del dolcevita insieme ad un sandalo d’impatto, che avvolge il piede ma lo lascia libero.

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3. Proenza Schouler top €565 seen at mytheresa.com

Neous, sandals €560 seen at farfetch.com 1.Jacquemus FW19/20 Runway show | Ph: Alessandro Lucioni / gorunway.com 2. Acne Studios, trousers €300 seen at farfetch.com 3. Fendi Eyewear, sunglasses €350 seen at farfetch.com


CHI PORTA I PANTALONI?

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Lo stile tomboy è un intramontabile. Perfetto per l’ufficio e per il tempo libero, comodo e rigoroso assieme, e con un paio di tacchi colorati può portarti fino all’after party con i colleghi. Negli ultimi mesi è apparso nelle collezioni di molti marchi e prima di allora gli esempi nel cinema sono infiniti. Mettendo insieme il look non abbiamo fatto a meno di pensare a Meg Ryan in Harry ti presento Sally. Maglioncini girocollo in lana soffice, pantaloni a vita alta con pence e mocassino classico.

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Valentino pullover €885 seen at mytheresa.com

1. Ports 1961 FW19/20 Runway show | Ph: Filippo Fior / gorunway.com 2. Chloé, wool pants €750 seen at mytheresa.com 3.Boss, suspenders €110 seen at hugoboss.com

Larsson & Jennings, watch €162 seen at farfetch.com

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“E’ bello pensare che nel mondo meccanizzato di oggi sopravviva ancora la bellezza. E’ ancora più bello pensare che solo l’opera umana possiede la bellezza vera, quella inimitabile e riconosciuta a colpo d’occhio. Alcune cose non possono essere ricreate dalle macchine, non importa quanto sofisticate esse siano. La sensibilità umana non è riproducibile, nè negoziabile.”

White

retouch Photography Elizabeth Gibson Style Paulina Gzik Model Carmen Bruendler c/o Premier Models Makeup Lica Fensome Hair style Alex Price


Total look Mother Of Pearl



Giacca Calvin Klein Intimo Wolford Anello Tiana Jewel Di Fronte: Abito Zimmerman Orecchini, anello MI MANERA


Tuta intera PEPE Jeans Ciabatte Stella McCartney Collana Lily Flo Jewellery Di Fronte: Maglia Roland Mouret Orecchini Mi Manera




Abito Esau Yori Maglioncino No21 Giacca Saint Laurent Cintura Isabel Marant Stivali Kinga Kasinska Di Fronte: Camicetta Self-Portrait Jeans Dolce & Gabbana Stivali Kalda Collana Tiana Jewel


Abito John Richmond Di Fronte: Abito Kata Haratym Stivali Christian Louboutin Anello Mi Manera



IL FUTURO E’ GIA’ QUI:

MODA E

TECNOLOGIA words Giulia Greco

courteys of pw-ourworld.nl


courtesy of Instagram @johwska

Circa quindici anni fa uno dei giochi più popolari tra gli adolescenti era The Sims. Il videogioco consiste nel creare uno o più avatars e nel “farli vivere”. Acquistare una casa, arredarla, trovare un lavoro e andare in palestra regolarmente. Lasciare uno spazio per i propri hobbies è consigliabile. Oggi The Sims è meno popolare, ma chi ci giocava un decennio fa è ora adulto e costituisce una delle fette di mercato più importanti: i Millennials. Al di là delle dinamiche sociali e culturali che The Sims evidenzia come portanti nella nostra società (fare carriera e mettere su una famiglia “normale” tra gli altri), ciò che è interessante notare è l’attenzione e la cura proprio per gli avatars, per i quali il pubblico di giocatori è disposto ad acquistare capi d’abbigliamento, accessori e prodotti per la casa con cui rendere piacevole la loro - inesistente - vita. Il grado di coinvolgimento che videogiochi come The Sims può raggiungere è ben noto a tutti. Dopo The Sims è venuto il fenomeno Fortnite e poi i social media e i filtri, che permettono di modificare digitalmente la propria apparenza online. I brands hanno imparato in fretta la lezione e molti stanno sperimentando nuove funzionalità online, come Gucci, che permette ai clienti di provare virtualmente l’ultimo modello di sneakers Ace grazie all’app ufficiale del brand, o come Napapijri, che utilizza la realtà aumentata al posto dei veri e propri samples da mandare ai clienti e riduce così lo spreco di risorse in fase produttiva. p.83


Instagram è il videogioco mondiale del giorno d’oggi, dove muoviamo la riproduzione di noi stessi e giochiamo le nostre carte migliori. La realtà virtuale è un affare da miliardi di dollari l’anno, basata sostanzialmente sull’apparenza. Senza accezione negativa insita, il business dei social media funziona grazie al fatto che le cose non devono essere reali per essere apprezzate e questo vale anche per i vestiti. E’ esattamente in quest’ottica che alcune start-ups, insieme ai colossi dell’informatica come Apple e Google, hanno iniziato a sviluppare piattaforme online in cui i clienti possono acquistare capi virtuali e, grazie alla realtà aumentata, indossarli nelle proprie fotografie. Questo permette ai clienti di avere sempre i capi più cool del momento, spendendo poco e aggiornando il proprio feed Instagram con il minimo sforzo. E’ il caso di The Fabricant, per esempio, che si definisce “una casa di moda digitale” con l’obbiettivo di “mostrare al mondo che i vestiti non hanno bisogno di essere fisicamente tangibili per esistere”. Il procedimento è facile, perchè non richiede alcuno sforzo da parte del cliente, e sembra avere moltissimi aspetti positivi. Tanto per cominciare il problema degli Influencers - sì, sono un problema. Avere le foto migliori su Instagram e indossare sempre capi nuovi e all’ultima moda è molto stressante. Gli influencers comprano (o ricevono) indumenti e li indossano solo un paio di volte nel migliore dei casi, giusto il tempo di creare contenuti per la loro pagina prima di restituire i capi o di relegarli al fondo dell’armadio. Nel peggiore dei casi i prodotti vengono scartati, elogiati e poi rispediti al mittente - mai sentito parlare di unboxing? Il circo degli Instagrammers crea giornalmente uno spreco incalcolabile di risorse, inquinando il pianeta con abiti di poco valore, che richiedono carburante per essere spediti da una parte all’altra del mondo, inutilmente.

courtesy of Carlings | digitalcollection.carlings


Un sistema deleterio, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sotto l’aspetto valoriale. Non esiste più il godimento del capo d’abbigliamento bello perchè ben fatto, di materiali confortevoli da indossare e di design geniali da apprezzare. Se viviamo nell’epoca del consumismo sfrenato, il prodotto con più valore di mercato oggi è l’informazione pura e semplice. La moda virtuale potrebbe essere una buona soluzione anche per altri tipi di problematiche, come l’accesso ai beni di lusso

(un ragazzino potrebbe non potersi permettere le sneakers di Balenciaga nella vita vera, ma può comprarle online e usarle su Instagram ad un prezzo ridotto) e il problema dell’inclusione: con gli abiti virtuali non esiste più il problema delle taglie, ne i pregiudizi legati a provenienza e colore di pelle, che purtroppo costituiscono ancora un problema nell’industria del fashion. La creazione di abiti virtuali può dimezzare gli sprechi anche in fase produttiva: creare un capo reale richiede svariate prove e correzioni e non è raro che un singolo pezzo p.85


debba essere rifatto molte volte prima di raggiungere la vestibilità desiderata. Il design virtuale permette ai creatori di spaziare con l’immaginazione e di creare abiti che sfidano le leggi della natura e che sarebbero quindi irrealizzabili nella realtà. Insomma, i punti a favore del virtual fashion sono innumerevoli, eppure qualcosa non torna. Al di là del fatto che questa tecnologia ha ancora molta strada da fare ed è per il momento solo in embrione, è affascinante pensare a cosa succederà se questo è il futuro che ci aspetta. La moda è sempre stata legata alla materialità degli abiti. Come altre forme d’arte, come la pit-

courtesy of Carlings | digitalcollection.carlings

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tura e la poesia, la moda vive di idee che, nonostante abbiano una loro insita indipendenza, devono raggiungere un livello tangibile e materico per essere compiute. La tecnologia sta cambiando le carte in tavola e ci dice che è l’immaginazione l’unico bagaglio che ci serve. La comunicazione mediatica ci dimostra che possiamo vivere comodamente all’interno di mondi composti da bytes e che tutto può essere trasferito sullo schermo di uno smartphone. Eppure l’offline conta, conta eccome, anche per gli Instagrammers dei giorni nostri, perchè se non hai una vita vera offline è molto difficile creare contenuti efficaci online, questo è ben chiaro agli esperti.


courtesy of Carlings | digitalcollection.carlings

E’ molto difficile distinguere tra le varie componenti del fashion system. Per lo studioso Roland Barthes la moda è solo “ciò che della moda si dice”, ma la comunicazione non è sufficiente se alla base non ci fossero designers, sarti e operai capaci di dar vita ai capi. Se dovessimo mettere i pezzi su una bilancia (virtuale) l’esito sarebbe inaspettato. La moda è fatta ancora oggi di vista e tatto e sarà così ancora per molti anni a venire. Giunti a questo punto si può solo fare ipotesi e aspettare di vedere come la tecnologia cambierà anche ciò che di più vecchio abbiamo come umanità, e cioè l’abbigliamento. Forse il virtual fashion sarà la svolta per chi si occupa di moda per lavoro: brands, comunicatori e influencers potranno proporre i nuovi prodotti attraverso una comunicazione totalmente virtuale, che sembra cambiare poco e niente nella percezione finale dei clienti. Forse invece gli abiti virtuali diventeranno virali in tutti gli strati e da qui a dieci anni ognuno di noi vestirà solo il suo avatar digitale, curandosi ben poco della vita offline. Certo è che il progresso non si può fermare e qualunque tecnologia in grado di migliorare il nostro tenore di vita è destinata a svilupparsi ed evolversi. Sta a noi decidere come utilizzarla. non si può fermare e qualunque tecnologia in grado di migliorare il nostro tenore di vita è destinata a svilupparsi ed evolversi. Sta a noi decidere come utilizzarla.


“Il metallo lucido e tagliente si affianca alla pelle, morbida e voluttuosa. E’ l’incontro tattile di superfici che si sfiorano e si specchiano a vicenda. Gli opposti si attraggono. L’alchimia è unica: le creazioni artificiali dell’uomo ne esaltano la bellezza naturale.”

Metal Production Julio Barcena Studio Photography Julio Bárcena Style V Olya Model Tanya Kozina c/o Trend model management Makeup, Hair Style Jorge Balzaretti Photo Assitant Oscar Latorre Post Production Mercedes Haussman Location The Catwalk Studio



Apertura, qui: Abito Andres Pajon Orecchini Gaviria Anello Laura B Accessories Di Fronte: Overall Xevi Fernandez Orecchini Gaviria Bracciale Calvin Klein




Qui e di fronte: Costume da bagno Andres Sarda Bracciale Other Stories Bracciale Le Gramme Orecchini Laura B Accessories



Camicia Avellanada Cravatta Laura B Accessories Di Fronte: Abito Fracomina Orecchini Gaviria


Prodotti beauty per l’autunno? La risposta è TECNOLOGICA

words Giulia Greco


Alle soglie del 2020 il beauty si sceglie tecnologico e i trattamenti per il corpo sfruttano le conoscenze migliori per regalare una bellezza sensazionale 2.0, diversa da tutto ciò a cui finora siamo stati abituati. Non a caso la tendenza più forte ora è il C-beauty, dove C l mondo cosmetica è ultimasta per Cina. Il paese della è diventato uno dei leader mente protagonista di un cambiadel settore, e l’esportazione di prodotti beauty mento lontano dall’essere nel resto del mondomolto continua a crescere. Il loro vero punto di forza è proprio la tecnologia che viene applicata anche nel reparto bellezza: creme che variano in base al cambio della temperature, specchi intelligenti che analizzano la pelle (sì, esistono! Date un’occhiata ad HiMirror online) e device interattivi che detergono in profondità sono solo alcune delle innovazioni che negli ultimi anni hanno spopolato per efficacia e successo. La beauty technology piace soprattutto ai più giovani, che con gli smartphone ci sono nati e si affidano all’intelligenza artificiale per risolvere qualsiasi problema. La bellezza non è da meno e la tecnologia può veramente apportare dei cambiamenti sensazionali nella vostra routine quotidiana, dando quell’apporto in più che risolve problemi anche molto complessi e che è difficile combattere con prodotti tradizionali. Tecnologia e cura personale non si incontrano solo nei nuovi trattamenti beauty ma sono anche causa di preoccupazione. La continua esposizione agli schermi (di computer, tablet e smartphone) può causare un invecchiamento precoce alla pelle, oltre che disturbi di vario genere. La tecnologia è un’arma a doppio taglio e va saputa usare, proteggendosi quando necessario. In commercio potete trovare consigli e accessori che proteggono gli occhi e la pelle all’esposizione alla cosiddetta “luce blu” degli schermi (che è lo spettro di emissioni dei dispositivi tecnologici e ha degli effetti molto potenti sull’organismo). Da qualche tempo potete trovare anche delle speciali creme per il viso, come la linea Selfie COSMETICS brevettata da Kylie Jenner in partnership con Apple. La figura di Kylie Jenner da sola sicuramente catalizza l’attenzione, ma i prodotti della linea sono veramente all’avanguardia e hanno come obbiettivo la protezione della pelle del viso. Per una pelle sempre a prova di selfie!

LATEST BEAUTY

Foto by Daria Shevtsova

Specchio intelligente - HiMirror

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LATEST BEAUTY CURA DEL VISO. Le spazzole per la pulizia del viso sono ormai ovunque e ogni brand ne propone una versione: sono pratiche, dal design accattivante e promettono esfoliazione fino a dieci volte più profonda rispetto ai trattamenti più tradizionali. La maggior parte di queste spazzole sono composte da setole che vanno ad agire sulla pelle ed eliminano le cellule morte. Ancora più avanzate sono le spazzole in silicone medico, come quelle prodotte da Foreo, marchio Svedese specializzato nella produzione di spazzole e detergenti per il viso e per il contorno occhi. LUNA 2 è il prodotto più avanzato: spazzola per la pulizia del viso e sistema anti-aging incluso, vi regalerà una pelle completamente libera da imperfezioni e ridurrà i segni del tempo agendo in anticipo. Tutto ciò che serve in un unico piccolo dischetto elettronico. Brush LUNA2 - foreo.com Sotto: Philips Lumea Prestige - epilatore a luce pulsata

EPILAZIONE A LUCE PULSATA, A CASA. L’epilazione professionale a luce pulsata non è più solo un trattamento esclusivo che si fa in salone, ma arriva nelle nostre case grazie alla tecnologia Philips. Lumea Prestige è il fiore all’occhiello della linea di epilatori Philips: è acquistabile online, ha quattro diverse testine per adattarsi alle forme del corpo umano, e promette un’epilazione perfetta e duratura. L’efficacia della tecnologia ovviamente varia a seconda del tipo di pelle e di pelo, ma i risultati sono visibili. Il sistema Lumea funziona insieme ad una speciale app da scaricare sul nostro smartphone, che tiene traccia delle sedute, crea un calendario per ottimizzare i tempi e fornisce consigli utili sull’argomento.

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La trasparenza La è il motto di Nabla Nabla Cosmetics, LOtrasparenza SGUARDO PRIMA DI di TUTTO. Cosmetics, chegenuinità punta allae genuinità che punta alla all’utilizzoe di ingreall’utilizzo diweeks ingredienti vegani e cruelty-free, dienti vegani e cruelty-free, garantendo Alle fashion autunno inverno 2019-progarantendo prodotti di qualità. dotti di prima qualità. Ilprima marchio italiano rac20 il trucco vincente è stato quello naturale. Il marchio italiano racchiude nelnatura nome el’amore chiude nelneutra, nome l’amore per la l’arte: Una base niente rossetti colorati e al per la ènatura l’arte: Nabla èinsia unsugli simbolo Nabla siaqualche une simbolo che sottile fisica si usa per massimo grafismo occhi. che in fisica usaloper natura, descrivere la sinatura, siadescrivere un richiamo all’immaIl focus è proprio sguardo, che la deve essere sia un all’immagine dell’arpa, spesso gine dell’arpa, spesso raffigurata in mitologia pulito erichiamo nello stesso tempo d’impatto. Per raffigurata in mitologia accanto Dio accanto Apollo Dio delle arti.ad Il Apollo brand prootteneread questo effetto vincente vanno curate delle arti. Il brand propone una serie dispesse pone serie di collezioni molto interessanti, cigliauna e sopracciglia, che devono essere collezioni molto interessanti, tratecnologia cui up la Vol.2”, tra cui la “Close-up Line” e la “Closee disciplinate, forti e intense. La ci “Close-up Line” e la “Closeup Vol.2”, due due di correttori e fondotinta disegnati aiutalinee anche in questo caso grazie al piegaciglia linee di correttori e fondotinta disegnati per per ogni tipo pelle. L’attenzione alleè esigenelettrico delladiPanasonic. Il pettinino ogni diper pelle. L’attenzione allenel esigenze ze deltipo consumatore si l’incurvatura vede anche progetto riscaldato, fissare delle ciglia, del consumatore siinvede ancheinviare nelfino progetto “Me&Nabla” area cuie indietro, poter qualsiasi e ruota di 360° avanti a “Me&Nabla” in cui poter inviare suggerimento volto ad desiderato. arricchire l’offerta del raggiungere ilarea risultato Loqualsiasi suggerimento volto adviene arricchire l’offerta del brand. Ogni consiglio discusso a cadenza sguardo risulta aperto, luminoso e intenso, brand. Ogni consiglio viene discusso a cadenmensile dal team. anche senza l’uso del mascara. za mensile dal team.

​ Kaia Gerber in Chanel fw19 show, by Armando Grillo / Gorunway. com courtesy of Vogue | Prodotto: Piegaciglia elettrico Panasonic Sotto: Prodotto: Spazzola Kézrastase Hair Coach

Prodotto: Sun Lip Balm SPF15 5$ | hurrawbalm.com

CAPELLI SANI E PERFETTI. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Benecos, brand tedesco specializzato in prodotti Si sailinfine che avere capelli forti e sani èTra la per make-up, unghie, capelli e corpo. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche essenziale perofferta la curadal e labrand bellezza vasta gamma gli personale. smalti sono Benecos, brand tedesco specializzato in In un certo senso, avere capelli è l’unica molto interessanti; il colore è lacurati caratteristica prodotti per il make-up, unghie, capelli e cosa che conta.del L’aiuto arriva da L’Orèal che, fondamentale prodotto, dimostrando come corpo. Tra la vasta gamma offerta dal brand in collaborazione con Kérastase hadella creato uno stile di vita votato al rispetto natura gli smalti sono molto interessanti; il colore è Coach, e sviluppato eKérastase delle sueHair risorse nonprodotto faccia rinunciare all’ela caratteristica fondamentale del prodotto, insieme a Withings. spazzola è unasono stro e alla creatività.La I nomi deglinon smalti dimostrando come uno stile di vita votato al semplice spazzola, un vero e proprio molto invitanti, tra ma le tante proposte troviamo rispetto della natura e delle sue risorse non pergum”, la cura“you-nique”, della chioma.“wild E’ dotata di o ilalleato “bubble orchid” faccia rinunciare all’estro e alla creatività. I un microfono, per “ascoltare” il fruscio della “flamingo”, i grandi assenti sono la formaldeinomi degli smalti sono molto invitanti, tra spazzola tra i capelli e capirne il livello dichimisalude, i parabeni, siliconi e altre sostanze le tante proposte troviamo il “bubble gum”, te. Dopo di al che, seposto collegata all’apposita app su che nocive; loro invece olio di avocado “you-nique”, “wild orchid” o “flamingo”, i fornisce i consigli necessari esmartphone, vitamina H adatta per le unghie fragili. per grandi assenti sono la formaldeide, i parabeni, risolvere i problemi e migliorare la salute del siliconi e altre sostanze chimiche nocive; al capello.proposte Come avere portata di mano vero Queste nonasono le uniche sulun mercaloro posto invece olio di avocado e vitamina H e proprio esperto, tutto noi. stanno viranto, tanti sono i brand cheper ormai adatta per le unghie fragili. do verso una proposta etica e sostenibile, per Queste proposte non sono le uniche sul l’ambiente e per la salute e prosperità di corpo mercato, tanti sono i brand che ormai stanno e mente. virando verso una proposta etica e sostenibile, per l’ambiente e per la salute e prosperità di corpo e mente. p.117 p.59


“Quando la bellezza viene da dentro brilla di luce propria e ha solo bisogno dei raggi del sole per essere esaltata. Come i diamanti, che sono le pietre più preziose e sono anche le più pure e semplici. La loro bellezza dipende dal grado di fluorescenza, che è la luce che il diamante emette quando è esposto ai raggi ultravioletti. Lo scintillio, nel gergo comune, che li rende unici.”

Shine bright like a Photography Johannes Graf

Style Andrea Tzelepides Model Nastya Brik c/o Munich Models Makeup, Hair Style Alex Lexa Using Chanel and MAC cosmetics



Apertura: Orecchini di perla Yana Nesper | Qui: Abito Zara




Top Alexander Wang | Collana Tiffany & Co. | Di Fronte: Top Helmut Lang | Strass Swarovski


Collana Balenciaga | Di Fronte: Top Topshop | Jeans Vintage



LA RISCOPERTA DELLA PROPRIA UNICITÀ words Giulia Greco

ACCESSORI: I TREND DELL’AUTUNNO


Foto da sinistra: Givenchy, Valentino, Versace (qui) by Armando Grillo c/o Gorunway.com | courtesy of Vogue

L’autunno è arrivato anche quest’anno e porta con se la voglia di rinnovare. Il guardaroba, prima di tutto, che deve essere perfezionato e adattato alle nuove tendenze, per accompagnarci durante la stagione fredda fino alla prossima primavera. Non c’è bisogno di spese pazze, non preoccupatevi. Seguendo i giusti consigli si possono utilizzare i capi che già possediamo, dandogli un’allure nuova e fresca grazie agli accessori. Anche la più piccola aggiunta, come gli orecchini o un foulard, possono svoltare un intero outfit, lo sappiamo bene. E questo autunno-inverno è pieno di novità e tendenze come mai prima d’ora. Per quanto riguarda gli accessori poi, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Alcuni dei trend protagonisti della scorsa primavera estate continuano con con la nuova stagione: non siamo ancora stanchi del bucket hat per esempio, o degli accessori per capelli, come scrunchies, cerchietti e clips colorate. Ma anche il choker, minimalista o massimalista che sia, lo abbiamo visto su quasi ogni passerella AI.

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L’argento e l’oro si indossano insieme e creano un contrasto interessante. Il focus è sugli orecchini, che devono essere fantasiosi. Che siano a cerchio, con materiali preziosi e perle o di plexiglass trasparente, l’importante è che aggiungano un tocco giocoso all’intero outfit, anche a quello più semplice. Chanel usa materiali classici come l’oro e i cristalli ma esagera nel design, che spazia dai cerchi ai cuori. Per Alexander McQueen la quantità è ciò che conta e le sue modelle hanno l’orecchio completamente ricoperto di cerchi di varie dimensioni - in vero stile punk. Jacquemus e Dolce&Gabbana esagerano le forme e propongono orecchini giganti. Il nostro preferito è l’ear-cuff by Gucci, che ricrea in oro la forma dell’orecchio: scenico e d’impatto. La commistione di stili diversi è sempre ciò che domina nella moda di oggi e accanto al revival delle subculture inglesi e ad una certa influenza dello stile militare/utility, sulle passerelle abbiamo assaporato un certo gusto per la femminilità, nel senso tradizionale del termine, come non la si vedeva da parecchio tempo. Se la combo più sofisticata oggi è la giacca con la gonna midi in pieno stile anni ’50, anche gli accessori hanno un gusto retrò.


pagina precedente: Gucci (in alto), sotto McQueen e Chanel, tutte by Armando Grillo c/o Gorunway.com | courtesy of Vogue qui: Max Mara by Filippo Fior c/o Gorunway.com | courtesy of Vogue

La borsetta va portata a mano, come mini al collo o (ancora) a cintura/marsupio. Che sia vintage e vagamente kitsch o in pelle martellata monocromatica, aggiunge un tocco classico e old-fashioned al look (foto p.130-131). Quelle di Valentino e di Givenchy sono reinterpretate in chiave moderna e minimal, mente Shrips (brand da tenere d’occhio!) propone una versione che gioca sul gusto per l’eccesso. Lo stile granny che va tanto di moda e che privilegia qualsiasi cosa sia sopra le righe. Le calze sono l’aggiunta che da qualche mese

a questa parte fa impazzire i fashion insiders. Possono essere monocromatiche come quelle di Fendi e Balenciaga, l’importante è che i colori siano accessi e fantasiosi, come il viola, il rosso o il bianco e che si abbinino al resto del look - vi ricordate gli outfit monocromatici della sfilata MaxMara autunno inverno 2019-20? Noi si. Oppure potete optare per collant a fantasia floreale o con cristalli applicati. Siate avventurose e non ve ne pentirete: le calze possono veramente svoltare un look senza sforzi eccessivi.

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Parlando del look da signorina perbene rivisitato in chiave attuale non possiamo non menzionare i guanti, che non hanno mai veramente lasciato la scena, ovviamente, ma che quest’autunno inverno recuperano un ruolo centrale e saranno un trend molto forte - non solo per le temperature in discesa! Noi crediamo che un po’ sia anche merito di Karl Lagerfeld e della sua scomparsa improvvisa. Si dice che Karl indossasse gli iconici guanti senza dita incessantemente, tutti i giorni, dopo che la madre gli aveva detto, ancora molto giovane, che le sue mani erano brutte da vedere, in quanto leggermente tozze e non

affusolate e aggraziate. I guanti sono diventati il suo accessorio must have e ora qualsiasi fashion lover che voglia ricordare il grande maestro ne comprerà almeno un paio simili, eleganti, pratici e veramente senza tempo. Sulle passerelle abbiamo visto anche guanti extra lunghi, che arrivano almeno al gomito e anche più su, come Gucci che gioca con i materiali e propone guanti in pizzo e satin colorato, alcuni con ricami a forma di fragola. Fino a Vetements che unisce maglia e guanto in un capo unico, aderente come una specie di seconda pelle che avvolge tutto il corpo.

Gucci by Armando Grillo c/o Gorunway.com | courtesy of Vogue | a destra Body con guanti Vetements, visto su Mytheresa.com €490

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Sopra: courtesy of IG @pernilleteisbaek | Qui: courtesy of IG @erika_boldrin

Per avere un panorama completo delle tendenze autunno inverno le passerelle non bastano (più), ormai lo sappiamo. Un occhio attento su Instagram e nello street style spesso può aiutare a riconoscere le nuove tendenze di stagione, che non sono più solo create dai brand ma arrivano nella maggior parte dei casi “dal basso”. Dalla strada arrivano le idee migliori, come quella di indossare outfit a più strati: abiti midi sopra i jeans, maglioni abbinati uno sull’altro e giacche di diversa lunghezza tutte in una volta sola, come il trench sopra il blazer sartoriale. Aggiungere e stratificare è la mossa vincente, soprattutto con l’arrivo della stagione fredda. Il trend più forte in questo senso tra le influencers ora è sicuramente quella di far passare i lacci delle scarpe sopra i pantaloni, creando una specie di effetto palloncino. Nella tarda estate e inizio autunno si può ancora farlo con i sandali a listino, arrivati direttamente dagli anni ’90, ma con l’arrivo dell’inverno si può passare alle scarpe chiuse come le pumps con cinturino. Sono i piccoli dettagli quelli che contano!


GIVE ME Shelter Photography Detlef Schneider c/o Kathrin Hohberg Style Adelaida Cue Bär c/o Nina Klein Model Mallory Veith c/o M4 Models Hair style, Makeup Melanie SchÜne c/o Nina Klein Post Production Ionut Matsche




Apertura: Cappotto Louis Vuitton Camicia Balenciaga Orecchini Uterque Qui: Pullover Louis Vuitton Cappotto Mulberry Collant Marine Serre Scarpe, stivali Jimmy Choo Di Fronte: Abito Longchamp Camicia Zara


Abito Talbot Runhof Pantaloni Weekday Scarpe Jimmy Choo Borsa Louis Vuitton Di Fronte: Abito Marcell Von Berlin Giacca rosa Marni Cappotto Max Mara Stivali Jimmy Choo Collant Falke



Cappellino Marcell Von Berlin Sciarpa Talbot Runhof Camicia Lala Berlin Di Fronte: Abito , cappotto Marcell Von Berlin Scarpe Jimmy Choo




Abito Longchamp Scarpe Kennel & Schmenger Pantaloni via @fittingroom Orecchini Uterque Di Fronte: Abito Talbot Runho Cappotto G-Lab Cintura Mango Scarpe Mulberry


MANDCO.COM

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“Minimalism/maximalism” FIT - NY, 28 maggio-16 novembre Arriva al termine la mostra del Fashion Institute of Technology di New York dedicata al minimalismo e al massimalismo nella moda, e al loro rapporto di reciproca influenza nel corso degli anni. La moda è per definizione un movimento oscillatorio in cui ogni nuova collezione contrasta, in misura più o meno superiore, i trend precedenti, perchè il fine ultimo è quello di creare sempre qualcosa di nuovo e inaspettato. In questo senso massimalismo e minimalismo si sono sempre alternati, in una lotto infinita per l’imposizione momentanea di uno stile di vita: da un lato less is more, dall’altro l’esagerazione e l’esuberanza come unico vero motivo trainante dell’haute couture. L’esposizione è divisa per periodi storici e vede l’alternarsi di pezzi della belle époque ai completi minimali e rigorosi di Coco Chanel. Lo sguardo è rivolto al futuro: il massimalismo sembra essere rinato oggi sotto l’egida di Alessandro Michele, ma c’è chi preannuncia il ritorno dell’estetica minimalista. “Diana: designing for a princess”, Kensington Palace, London, permanente La figura mitologica di Lady D continua ad affascinare, soprattutto ora che la nuova duchessa del Sussex, Meghan Markle, ha portato un’ondata di scompiglio a Buckigam Palace. Il rapporto conflittuale tra la rigida etichetta a cui la famiglia reale inglese ancora si attiene e la personalità esuberante di Lady Diana, è storia ben nota e quali che siano state le conseguenze lo sappiamo tutti. Se oggi stiamo assistendo ad una graduale apertura è anche grazie a lei. Lady D ha sempre nutrito un amore sconfinato per la moda ed è stata poi abbastanza intelligente da trasformare questa passione in arma: abiti e accessori parlano di lei, della sua personalità, delle sue idee e dei suoi valori. A Kensington Palace è possibile vedere le illustrazioni create per lei dai designers, e le note che la principessa aggiungeva a mano. A completare l’esposizione l’abito firmato Catherine Walker, designer preferita di Diana. “Pierre et Gilles, Factory of Idols”, Philharmonie de Paris, 20 novembre-febbraio Il duo artistico Pierre et Gilles si è formato nel 1976, quando i due artisti si sono casualmente incontrati a Parigi. Gilles arrivava da Le Havre, dove aveva completato i suoi studi di pittura, mentre Pierre ha iniziato la sua attività di fotografo a Ginevra. Oggi, sono considerati tra gli artisti più influenti in Francia e il loro personale - e bizzarro - mondo è omaggiato dalla Filarmonica di Parigi, con una mostra che raduna i loro lavori migliori. La fotografia di Pierre è arricchita dalla pittura di Gilles e le opere finali sono capolavori irripetibili e di valore incommensurabile. Icone pop come Madonna e Amanda Lepore sono tra i personaggi preferiti dei due artisti, insieme a santi e personaggi della mitologia. La loro estetica è kitsch. I temi indagati sono vari e spaziano dalla cultura contemporanea all’omosessualità, spesso anche in chiave erotica. “Il Sarcofago di toporagno e altri tesori” Fondazione Prada, 20 settembre-13 gennaio La mostra curata dal regista Wes Anderson e dalla moglie Juman Malouf è arrivata in Italia dopo il debutto a Vienna, presso il Kunsthistorisches Museum. Fondazione Prada gli ha offerto uno spazio espositivo più grande, così che i pezzi esposti sono arrivati a 537 e sono una caleidoscopica collezione di opere d’arte anche molto differenti tra loro, provenienti dal Kunsthistorisches Museum e dal Naturhistorisches Museum. La mostra è un’indagine sul motivo del collezionismo e sulla cura ed esposizione dei pezzi collezionati, in un’epoca - la nostra - in cui l’accumulo e il possesso di oggetti (più o meno collezionabili) raggiunge dimensioni patologiche. Il tema si inscrive perfettamente nel mondo visionario di Anderson, i cui film sono facilmente riconoscibili grazie ad un’estetica esuberante, succosa e perfetta in ogni sua declinazione.

LATEST arte words Giulia Greco

courtesy of FIT - NY

La Principessa Diana, @Getty

For Ever 2014 [Stromae] © Pierre et Gilles, 2019

Wes Anderson e la moglie Juman Malouf @Rafaela Proell


TIMELESS Photography Krzysztof Zabski Style Milena Bekalarska Model Aly Turska c/o Rebel Models Makeup, Hair Style Monika Kropat Retouch Alina Celinska-Drozd / acd retouch


Abito Muses | Stivali Hunter | Cappotto Asos | Apertura: Camicia Cukier Puder Vintage Shop | Sciarpa H&M | Cappello Asos



Abito Marta Banaszek | Di Fronte: Jeans Calvin Klein | Giacca Molton | Stivali Hunter



Abito Marta Banaszek | Fascia Fleurir | Di Fronte: Camicetta Marta Banaszek | Gonna Uterque |Stivali Na x KD



Pantaloni Kas Kryst | Maglione Polo Ralph Lauren | Cappello Asos | Di Fronte: Abito The Kooples | Cappotto Molton | Stivali DKNY



Camicia Kas Kryst | Stivali Hunter | Sciarpa Asos | Di Fronte: Giacca, gonna Cukier Puder Vintage Shop | Stivali Hunter


“Trovo le ballerine incredibili. Il modo in cui sembrano essere prive di peso, belle, quasi fragili, ma allo stesso tempo sono atlete incredibilmente forti che vanno incontro a molte sfide”

All images in this article ©Katie Rodgers | courtesy of Paper Fashion | Opposite page image by ph. Noah Kalina

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Paper Fashion: un’intervista esclusiva con l’artista Katie Rodgers words Ludovica Mucci

Quella di Katie Rodgers è una mente sempre in movimento, costantemente alla ricerca di nuove ispirazioni per il futuro. Un’artista dall’animo delicato, Katie vive nella Grande Mela ormai da anni, e nonostante la vita frenetica di città, è riuscita a creare un suo piccolo spazio in cui dipingere e trarre ispirazione nella tranquillità del suo piccolo giardino. Questo mese, Latest ha avuto la possibilità di intervistarla e di lasciarsi ispirare dalle sue idee sull’arte e sul disegno e dalle molteplici collaborazioni e iniziative a cui ha lavorato. Guidata da un’intensa passione per la moda e per le sue infinite possibilità di interpretazione attraverso la pittura, Katie ha fatto del suo blog Paper Fashion un vero e proprio lavoro, arrivando a collaborare con alcuni grandi nomi del mondo del lusso, tra cui Cartier ed Estée Lauder. In questa intervista, si capirà cosa l’ha spinta alla creazione di Paper Fashion. Nel suo interessante modo di narrare, Katie si racconta, parlando della sua passione per la moda e per la natura, che da sempre l’accompagna fin dalla sua infanzia passata in Georgia, per arrivare poi ai suoi progetti più recenti, come quello di creare una linea di strumenti per la pittura, il suo interesse per le nuove innovazioni tecnologiche e la sua missione che è da sempre il motore della sua arte: riuscire ad ispirare le persone e incentivarle a creare, indipendentemente da quale sia la loro passione, consapevole che dare una forma alle proprie idee faccia sempre bene.

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Come è cominciato tutto? Puoi dirci qualcosa in più sul tuo blog Paper Fashion e il suo sviluppo fino ad oggi? Io dipingo da tutta la vita! Ma come molti fanno, ho scelto di indirizzare la mia carriera verso il disegno industriale perché temevo che l’arte potesse trovare poco riscontro sul lato pratico, e poi sono una persona abbastanza analitica e mi appassionava l’idea di trovare soluzioni in qualità di disegnatrice. Ho trovato lavoro nel design dopo la laurea ma continuavo ad avvertire il bisogno di dipingere (cosa che ho continuato a fare durante gli anni dell’università). Ho cominciato a dipingere ogni giorno in modo ossessivo focalizzandomi sulla moda. Nel 2009 ho creato un sito web dal titolo Paper Fashion, semplicemente per avere un posto in cui archiviare i miei disegni, ma ha pian piano cominciato a prendere una strada tutta sua. Ho cominciato a ricevere commissioni e alla fine, dopo due anni e mezzo ho lasciato il lavoro. Da allora sono un’artista a tempo pieno.

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Ammirando i tuoi lavori, sembra evidente la volontà di mettere la natura al centro del tuo processo artistico e creativo. Dai tuoi disegni ispirati al mondo della moda sembra che persino gli abiti sembrano nascere da qualcosa di naturale e delicato, come i fiori o le piante. Potresti raccontarci in che modo natura e moda si fondono nelle tue creazioni? Sono cresciuta su una strada sterrata in Georgia (USA) ed ero sempre circondata dalla natura e dagli animali. Io e i miei fratelli giocavamo nelle foreste o nei prati, elementi che ho sempre amato. È un ricordo che è sempre rimasto con me, anche adesso vivendo a New York City. Allo stesso tempo, la moda era per me qualcosa di così lontano. La sentivo distante e pensavo fosse qualcosa che avrei potuto ammirare soltanto nei film o nei libri, quindi mi affascinava. Non sapevo nulla a riguardo. Volevo sapere di più riguardo a quei bellissimi e misteriosi abiti che vedevo qua e là. Da qualche parte nella mia testa questi due mondi si sono incontrati.

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Come nasce la tua passione per la moda? Quando hai deciso che la tua passione e le tue brillanti capacità di pittrice avrebbero potuto essere un lavoro? È nata come curiosità per qualcosa che mi mancava durante l’infanzia, ma è cresciuta una volta che ho iniziato a scoprire la storia della moda. Ho convinto l’università a farmi studiare un semestre in moda che contasse come percorso per la mia laurea, e questo ha aumentato la sua influenza su di me. Ne ero attratta, specialmente per la possibilità di ricrearla attraverso l’arte e l’illustrazione. Quando ho cominciato a dipingere dopo l’università e a fare dei lavori part-time con la pittura, questa passione è cresciuta ancora di più contemporaneamente al consolidamento del mio stile personale. Alla fine, sono arrivata a un punto in cui dovevo scegliere se proseguire con la mia carriera oppure mettermi in proprio come artista. Ovviamente ho scelto per il percorso che mi appassionava di più.

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Dettaglio di dipinto by Damien Hirst at “The Veil Paintings” di Gagosian, Los©Damien Angeles. Foto byinEmily per Artsy Dettaglio di dipinto Hirst “The Berl Veil Paintings” al Gagosian, Los Angeles | foto Emily Berl per Artsy

Damien Hirst. Damien Hirst è uno dei principali esponenti del movimento pittorico inglese contemporaneo e la sua arte, geniale e personale, desta grande interesse nella critica. Tema principale è la morte, che Hirst indaga soprattutto in relazione al mondo animale e che emerge dalle sue opere come un aspetto naturale della vita che accomuna tutti noi. Nonostante la tematica in sè sia tradizionale, l’artista britannico l’ha ampliata in modo del tutto originale: animali morti sezionati (così da mostrare sia l’interno che l’esterno del cadavere), collage di farfalle Hai con molti branddi tra cui e uncollaborato famoso teschio tempestato diamanti, fino alla composizione Cartier, Estée Lauder e David Webb, marchida metà mucca e metà della Biennale di Venezia del 1993 composta contraddistinti loro personale identità che Hirst predilige vitello. Il mezzodalla d’espressione non convenzionale creativa. Come seinello riuscita a trovare può creare shock spettatore, ma un l’artista vuole in realtà eliminare equilibrio tra le direzioni artistiche che ti si rapporta alla morte, il timore e il dolore che l’uomo prova quando hanno datouna durante le collaborazioni il tuo per creare fruizione serena. Le sueeistallazioni sono composte di stile personale? materiali diversi, da pittura, scultura e disegno insieme e indagano un territorio al confine tra arte e scienza, che l’uomo cerca costantemente di esorcizzare attraverso la religione e la medicina. La reazione fisica Èistantanea stato meraviglioso poter lavorare con molti di alle istallazioni è la che lo spettatore sperimenta davanti questi brand, fortunatamente! Abbiamo lavorato parte più importante per l’artista, perchè solo dopo un brivido o un asenso stretto in modo dapuò creare qualcosa dicontatto nausea, l’audience iniziare una riflessione proficua sulla che fosse in linea con l’identità del marchio e che morte. fosse allo stesso modo coerente con il mio stile Non solo morte ma anche - e soprattutto - vita. “The Miraculous eJourney” il mio lavoro. sonoistallazioni state voltescultoree in cui questo è unaCidelle più criticate di Hirst e risale non è successo (specialmente all’inizio), ma col Sidra Medical Center al 2005, realizzata per l’inaugurazione del nuovo tempo ho capito come insistere quando posso e (sono alte dai 5 agli 11 in Arabia Saudita. Le 14 sculture monumentali quando invece abbandonare un progetto. Quando metri) di cui è composta raccontano il “viaggio” del feto dalla feconmanca il rispetto una collaborazione dazione fino allain nascita, celebrando il spesso miracolo della vita e toccando nessuna delle parti in causa arriva al successo. Ad tematiche inusuali per il mondo del medio oriente. ogni modo, è sempre una sfida cercare di creare Hirst divide la critica e accanto a chi celebra la sua arte come visionaria qualcosa autenticoloche possa per preziosi, strutture c’è chi nedidisprezza stile e lo funzionare sfarzo. Materiali entrambi, lo trovo stimolante. Può non essere esagerate e moltissimi soldi spesi per attrarre fama e visibilità, senza sempre dal principio. contarechiaro la listafin lunghissima di artisti a cui Hirst ha “rubato” elementi e idee, senza alcuna paura ad ammetterlo. p.107 p.59 p.67


Hai mai pensato ad unire il tuo lavoro a qualche innovazione tecnologica come la stampa 3D o altri sistemi avanzati? Cosa pensi riguardo a queste innovazioni? Penso siano meravigliose e si, l’idea mi piace davvero tanto! Ho sperimentato un po’ il sistema della realtà virtuale. Ho lavorato con Google Chrome Experiments un po’ di anni fa nella progettazione di alcuni video usando il TiltBrush, ed è stato pazzesco. Non ho ancora sperimentato la stampa 3D ma mi entusiasma l’idea di avviare collaborazioni utilizzando tecnologie innovative. Provo sempre ad essere aperta verso questi nuovi mezzi. Qual è stata l’idea originale per il progetto Shadow Dancers? Pratichi la danza nel tempo libero? Sfortunatamente non ballo! Ma trovo le ballerine incredibili. Il modo in cui sembrano essere prive di peso, belle, quasi fragili, ma allo stesso tempo sono atlete incredibilmente forti che vanno

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incontro a molte sfide per essere così aggraziate quando volteggiano sul palco. Trovo meravigliose le contraddizioni che esprimono. C’è una storia dietro “Shadow Dancers” che spero di poter condividere un giorno. Potresti dirci di più riguardo al progetto Art Supplies? Come e perché hai sviluppato questa idea? Qualche anno fa mi è venuta questa idea ed è così assurdo credere che abbia preso vita! Ci sono alcune ragioni per cui ho voluto creare una linea di articoli per dipingere. La prima è perché sento che quando entri in un negozio di articoli di arte (a meno che tu non sappia già tutto) può essere un luogo intimidatorio. Non sai da dove cominciare, non conosci la differenza tra i diversi prodotti, la gamma dei prezzi. Volevo creare una piccola linea che si presenta con un’artista -in questo caso io- che parli per questa linea. Per questo ho aggiunto dei piccoli suggerimenti dietro ogni prodotto e cerco anche di spiegare quanto possibile sulla nostra pagina instagram e sul sito.


Dettaglio di dipinto ©Damien Hirst in “The Veil Paintings” al Gagosian, Los Angeles | foto Emily Berl per Artsy

Voglio che ci sia una linea diretta tra il consumatore e l’artista che ha creato questi prodotti. Il secondo motivo è perché per molti anni ho viaggiato un po’ e cercavo sempre negozi specializzati ovunque mi trovassi – molte volte non esistevano. Trovo che alcuni luoghi non abbiano molto accesso agli articoli da pittura, specialmente per quanto riguarda gli strumenti più specifici (come le tinte metalliche). Quindi ho trovato un partner che aveva la possibilità di distribuire i prodotti a livello mondiale. La mia missione in qualità di artista è di ispirare le persone. È tutto ciò che voglio. Se riesco ad ispirare qualcuno a prendere in mano un pennello e a creare qualcosa, o anche soltanto a disegnare partendo dal nulla, sento che sta accadendo qualcosa di bello. Penso che per le persone sia importante creare, e sapere che possono farlo.


Dal tuo blog vediamo che vivi a New York. La città ti ispira? Ci sono alcuni aspetti negativi del vivere in una città così frenetica per un’artista? Hai mai considerato di vivere altrove? New York è una città incredibile. C’è voluto un po’ perché mi abituassi a vivere qui, ma finalmente sento di aver trovato il mio posto. Penso che avendo un lavoro tutto mio sono riuscita a crearmi una vita serena. Vivo e lavoro in un quartiere tranquillo vicino Central Park, dove passo molto tempo. Ho anche un piccolo giardino che è la mia salvezza. Tuttavia, mi piace davvero passare un po’ di tempo via da un mondo caotico pieno di persone interessanti. Penso che in qualsiasi luogo vivi conta quello che sai ricavarne tu, non importa la sua reputazione. A volte penso alla possibilità di vivere altrove, sono molto aperta alle vie che prenderà il mio futuro, ovviamente fino a quando posso essere vicino alla natura. Hai mai considerato una carriera nel design

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di moda? Durante gli studi di disegno industriale l’ho considerato. Ho cominciato a studiare costume design come corso extra curriculare perché era l’unico corso vicino alla moda che l’università poteva offrire, ho partecipato alle sfilate di moda organizzate dagli studenti ogni anno e convinto l’amministrazione a farmi frequentare un corso di design di moda e accessori all’estero per un semestre. Con questi studi ho realizzato che ero da sempre stata attratta dalla moda intesa come arte e illustrazione, ma non mi sono mai appassionata alla creazione di abiti. Al momento non sono ispirata dall’idea, chissà, magari un giorno ci sarà un motivo per il quale mi ci avvicinerò. Hai in mente altri progetti su cui lavorare in futuro? Al momento mi sto concentrando su qualche idea per delle storie e su un potenziale libro. Anche se ho sempre tantissime idee che prendono forma nella mia testa…


LAURAASHLEY.COM


Electric BARBARELLA Analog Photography Mag Juchnik Style Ewa Michalik Model Agata Wojtasik c/o Mango Models Makeup, Hair Style Koleta Gabrysiak

“I took you home And dressed you up in polyester Princess of my dreams Emotionless and cold as ice All of the things I like The way you look The way you move The sounds you’re making In Ultrachrome, latex, and steel” Duran Duran - Eletric Barbarella

Camicetta, pantaloni, abito Papillon Atelier | Orecchini Klara Kostrzewska




Reggiseno Caprice | Pantaloni NA-KD | Giacca Huzior | Scarpe Reserved | Orecchini KappAhl Di Fronte: Camicia Liu Jo | Completo Epuzer | Scarpe Deichmann | Orecchini Mohito


Abito, cappotto: Zaquad | Scarpe Mango | Occhiali Portrait Eyewear | Orecchini Reserved


Camicetta LES Top Dokuchaeva Di Fronte: Top LES Gonna Vasilisa Vetrova


Camicetta Cropp | Orecchini Mohito Di Fronte: Abito Aggi | Cintura Epuzer | Scarpe Deichmann | Orecchini MIAA | Ochiali da sole SOYA Eyewear



Abito NA-KD | Scarpe Deichmann | Giacca Liu Jo


Camicetta LES Top Dokuchaeva Di Fronte: Top LES Gonna Vasilisa Vetrova


Body Epuzer | Sneakers Fancy Shoes | Orecchini NA-KD Di Fronte:Maglia a collo alto Sinsay | Gonna Michał Szulc | Camicetta Papillon Atelier | Scarpe Epuzer | Orecchini Reserved




Gonna Liu Jo | Camicetta Cropp | Giacca NA-KD | Scarpe Fancy Shoes | Occhiali da sole Supernormal | Orecchini Mohito


CELINE debutta nella moda uomo e ci dice qualcosa sul futuro di tutti noi words Giulia Greco

tutte le foto by Filippo Fior / Gorunway.com | courtesy of Vogue

L’ultimo anno è stato all’insegna della rivoluzione per Celine, marchio parigino di proprietà di LVMH. Phoebe Philo ha abbandonato la nave per dedicarsi a cose più private e Hedi Slimane ha portato scompiglio e una buona dose di indignazione nel fashion system. Slimane è sè stesso ovunque va, ormai lo sappiamo. Ha cambiato l’estetica e le carte in tavola. Ha cambiato persino il nome del brand, che ha perso l’accento e l’allure francese e, nessuna sorpresa, ha preso ispirazione dalle subculture inglesi degli ultimi due decenni del secolo scorso. Abiti corti, maniche esagerate e spalle voluminose. Predomina il nero e i pois non mancano, i modelli sono estremamente magri e (quasi) tutti caucasici. “Da Celine, il peso del passato non ha la stessa importanza che da Dior o Saint Laurent: possiamo liberarcene più facilmente” ha dichiarato il designer a Le Figaro, lo scorso febbraio, ponendo fine a critiche e lamentele.


La generazione Z è quella a cui Celine sembra rivolgersi, in un modo del tutto nuovo e stravolgente

A cui Hedi non ha comunque prestato ascolto, dopo il suo debutto a Parigi. O meglio, a chi chiedeva di avere indietro “il vecchio Cèline”, lui ha risposto con la sua seconda collezione, la Fall 2019 ready-to-wear, ispirata a ciò che il brand era prima ancora dell’arrivo della Philo, dopo una grandissima ricerca d’archivio. Ecco il Vero Cèline, questo è quello che Slimane non ha detto, ma che avrebbe tanto voluto. L’ironia era sottile e la beffa palese. La collezione ha incantato il pubblico e ora aumenta il numero di chi si ricrede. Dritto per la sua strada Celine ha debuttato con la sua primissima collezione menswear, per l’autunno 2019. Anche qui le supposizioni non sono mancate, perchè la fama di Slimane lo ha, di nuovo, preceduto. Non dimentichiamo che è stato lui a reinventare totalmente il menswear all’inizio del 2000 da

Dior Homme, proponendo suits dal tailoring impeccabile e dallo stile unico (tant’è che Karl Lagerfeld ha perso quaranta chili pur di entrare in un suo completo). L’hype era altissimo, perchè tutti ci siamo chiesti se il debutto menswear by Celine potesse significare una nuova svolta nella moda uomo. La risposta è sì, per più di una ragione. La collezione era impeccabile. Tre pezzi attillati e scintillanti, tessuti scorrevoli e cappotti dalla vestibilità perfetta. Non sono mancati gli occhiali scuri e Slimane ha riproposto un grande pezzo di storia della moda maschile, da molto tempo abbandonato: la cravatta sottile. I modelli, come già detto, erano tutti giovanissimi e ribelli. In pieno stile Slimane certo, ma anche per parlare ad un pubblico selezionato. La generazione Z è quella a cui Celine sembra rivolgersi, in un modo del tutto nuovo e stravolgente. p.161 p.153 p.155


Se l’intento è fare breccia nel cuore dei giovanissimi sembra che manchino le basi di stile a cui le nuove generazioni sono abituate oggi. Tailoring che sfiora l’opera d’arte, cravatta in tinta e neanche l’ombra di una sneakers. Eppure. Eppure Slimane sa cosa fa e guarda al futuro, come ha sempre incredibilmente fatto. Che sia questa la strada che la moda uomo sta prendendo? Negli ultimi tempi, sia nelle collezioni donna che nelle collezioni uomo, è venuta meno la fascinazione per il mondo street. Certo le sneakers, certo i pantaloni della tuta e le felpe abbinate e logate. Siamo tutti d’accordo che la moda sta cercando di espandersi verso una definizione più comoda e libera delle silhouettes. Sulle passerelle però c’è stato un grande ritorno della sartorialità, partendo da Dior fino a Raf Simons, passando per Virgil Abloh nell’ultima collezione menswear sugli Champs Elysee. Gli stilisti ci vedono lungo e Slimane ha di nuovo fatto centro. Il nuovo (vecchio) tailoring, perfetto, quasi irreale, è la moda di domani. Sarà per l’estetica rock and roll, sarà per le atmosfere tenebrose e intriganti, sarà perchè trasforma in p.162

oro tutto ciò che tocca, la moda uomo firmata Slimane è sicuramente destinata a segnare l’evoluzione futura del menswear. La moda uomo sta vivendo oggi un periodo veramente florido. Le barriere di genere e età stanno crollando una dopo l’altra e il pubblico maschile, fino a pochi anni fa limitato e di “serie b” nel circolo della moda, dimostra ora un interesse molto marcato per l’abbigliamento. L’uomo giovane e moderno di oggi chiede collezioni visionarie e innovative e i brands, per stare al passo, devono proporre nuove possibilità ed espandere gli orizzonti. Nei colori, nelle forme e nei materiali, la moda uomo si sbizzarrisce e va ad esplorare, finalmente, territori finora intonsi. La moda di domani potrebbe essere semplicemente unica. Ci sono alte probabilità che le collezioni diventino sempre più ibride, che non ci sia più confine. Lo vediamo già oggi. Ce l’aveva già detto Slimane che, parlando della sua prima collezione uomo per Celine dichiara: “l’intero guardaroba indossato dai modelli maschi è unisex, e per questo motivo sarà disponibile anche per le donne”. Perchè no infondo? Quello che veramente Slimane ci ha insegnato è che le regole le dettiamo noi.



LET ME DOWN Easy Photography Edda Petursdottir & Lotte Thor Style Alex Mcfadyen Model Daniela Dominique c/o M4 Models Management Makeup, Hair Style Dirk Neuhöfer c/o Phoenix Agentur

Cosa significa essere veramente senza paura per la GenZ? Per loro (e speriamo che altri seguano il loro esempio nel futuro) la fluidità di genere è una condizione del tutto normale. L’autore Kate Bornstein spiega: “La capacità di diventare liberamente e consapevolmente uno o più di un numero infinito di generi per qualsiasi periodo della vita e per qualsiasi numero di cambiamenti“. La libertà di non essere identificati. E sentirsi anche solo per un giorno più maschio o più femmina. Libertà quindi per un uomo di indossare una gonna un giorno, e un abito il giorno successivo in modo naturale, come sarebbe per una donna indossare uno smoking. Il futuro è libero e senza paure e preconcetti. È impossibile dire quando il cambiamento diverrà radicato nella società, ma la strada giusta tracciata è già visibile ”.


Abito Our Legacy Stivaletti Aeyde Borsa Saskia Diez


Maglione PRFCT NMBR Orecchino Saskia Diez Slip Envii Stivaletti Aeyde




Maglione Working Title Gonna, camicia Our Legacy Stivali Ganni Occhiali Gentle Monster Orecchini Saskia Diez Di Fronte: Pantaloni, gilet Pallas Paris Camicia Working title Sandali Aeyde Orecchini Rosefield Collana Saskia Diez


Abito Working Title Stivaletti Aeyde Di Fronte: Cappotto Working Title Orecchini Vibe Harsløf



Orecchini Vibe Harsløf Di Fronte: Giacca Working Title



Giacca Working Title Gonna Julia Seeman Stivali Aeyde Orecchini All Bues Di Fronte: Giacca, foulard Our Legacy Orecchinizt Aeyde



LATEST PARADISE

tutte le immagini courtesy of dolomiti.lefayresorts.com

LEFAY RESORT E SPA - Dolomiti

Un luogo dove natura, lusso e bellezza incontaminata convivono armoniosamente: apre il primo agosto 2019 il Lefay Resort & SPA Dolomiti, la seconda struttura del gruppo Lefay, situata tra le montagne dichiarate dall’UNESCO “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”. Il nuovo Resort sorge nella skiarea di Madonna di Campiglio, a Pinzolo, il maggior centro della Val Rendena. Si tratta infatti della skiarea più estesa del Trentino, con 150 km di piste, quattro parchi per snowboard e un unico skipass valido per l’intero comprensorio; è inoltre sede di competizioni internazionali come la Coppa del Mondo di Sci Alpino.


La SPA è un tempio dove rigenerare i sensi e l’anima, ed è disposta su quattro livelli: l’area benessere per le famiglie con piscina interna ed esterna riscaldata e Family Sauna; il Mondo Acqua e Fuoco riservato agli adulti, che include la piscina sportiva interna, un ampio idromassaggio e nove saune; il centro Fitness aperto 24h offre un’ampia palestra illuminata da luce naturale e dotata di moderni attrezzi

Technogym®. Completano l’area le sale affacciate direttamente sul giardino in cui si svolgono le attività di respirazione, meditazione e riequilibrio fisico-energetico. L’ampia area delle saune è stata concepita secondo i principi Lefay SPA Method, che unisce la Medicina Classica Cinese alla ricerca scientifica occidentale. I circuiti, con temperature e umidità diverse, fitoterapie e aromaterapie dedicate, sono personalizzati a seconda dello

stato dell’ospite. Dal Centro, il luogo del collegamento, si transita a tutte le stazioni: Drago Verde, Fenice Rossa, Tigre Bianca e Tartaruga Nera sono le tappe di un mondo di analogie e simbolismi dove ritrovare equilibrio. C’è poi un intero piano riservato ai trattamenti: l’offerta Signature comprende massaggi

energetici, rituali di estetica e la speciale sezione dedicata al territorio, in cui si sprigionano profumi di bosco e fiori alpini. Sono poi offerti servizi di medicina estetica non invasiva, Medical, SPA à la Carte e le proposte dedicate alla coppia, con rituali all’interno delle Private SPA ispirate alle atmosfere alpestri. p.189


courtesy of dolomiti.lefayresorts.com


Un luogo dove natura, lusso e bellezza incontaminata convivono armoniosamente, apre il Lefay Resort & SPA Dolomiti

Il Resort comprende in tutto 88 Suite e 22 Residenze, le quali proiettano lo scenario delle Dolomiti negli ambienti interni: ampi spazi, tessuti naturali e pregiati materiali locali come legno e pietra convivono con tecnologie avanzate. C’è inoltre la possibilità di diventare proprietari di una Residenza contattando lo Showroom dedicato (lefayresidences.com). Lefay Resort & SPA Dolomiti comprende inoltre al suo interno due ristoranti, il Grual e il Dolomia. Il Lefay Vital Gourmet privilegia gli aspetti salutari del cibo seguendo i principi della cucina sostenibile ed esaltando gli aromi locali, utilizzando materie prime di stagione abbinate ai gusti e profumi delle Dolomiti. Il Dolomia è aperto a colazione a buffet, mentre pranzo e cena sono à la carte; il Grual, disponibile da dicembre 2019, sarà invece aperto solamente per la cena. C’è poi anche un Lounge Bar, con il meglio dei cocktail e liquori internazionali e un’incantevole vista su tutto il paese. All’esterno, la Sky Lounge permette di rilassarsi sorseggiando un drink di fronte al braciere centrale mentre la Cigar Lounge offre le migliori selezioni di sigari e distillati provenienti da tutto il mondo. Il servizio in camera è disponibile 24 ore su 24 con un menu dedicato.

Altri servizi includono la sala lettura e la Ski & Bike Room, dedicata al noleggio di attrezzature sciistiche di ultima generazione. Uno degli aspetti più caratteristici del Resort è sicuramente la sostenibilità. Esso infatti emerge dal bosco e s’integra perfettamente nel paesaggio in cui è collocato: reinterpreta l’architettura tradizionale del luogo, ritrovando gli elementi ricorrenti delle costruzioni di montagna. Il legno, la pietra, la rigorosa semplicità delle finiture; ogni materiale scelto riflette la perfezione naturale delle Dolomiti. Il Resort, certificato ClimaHotel, è stato concepito seguendo due fondamentali criteri: il contenimento del fabbisogno energetico, tramite l’elevato isolamento delle superfici, e l’utilizzo di fonti rinnovabili con sistemi di produzione ad elevato rendimento come la caldaia a biomassa e l’impianto di cogenerazione. È poi rilevante l’impegno nella neutralizzazione delle proprie emissioni e nella promozione del territorio in Italia e all’estero attraverso il sostegno della comunità locale. Per il lancio di Lefay Resort & SPA Dolomiti è disponibile l’offerta speciale “Opening Rate”, valida per soggiorni a partire da agosto fino a novembre. Tutti i dettagli sono disponibili sul sito dolomiti.lefayresorts.com.

words Elena Affricani

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Seoul Mates Photography Stefano Sciuto Style Lee GyeongWon Model Reagan Angelo c/o JS AGENCY.KR, Ione King c/o JS AGENCY.KR Hair style Park InAe Makeup Gu SungEun




Qui: Camicia, pantaloni Hugo Boss | Scarpe Gucci | Orecchini DONA & D | Abito, cintura, scarpe Bottega Veneta | Orecchini Goiu

Apertura: Giacca Polo Ralph Lauren | Camicia Dolce & Gabbana | Cappotto Bottega Veneta


Giacca Sonia Rykiel | Pantaloni Equipment At Supernormal | Giacca, gilet, pantaloni Victoria Beckham At Supernormal | Di Fronte: Camicia The Row | Gonne Derek Lam At Supernormal Orecchini & Other stories | Cappotto Derek Lam At Supernormal | Cappello Blauer | Braccialetto & Other stories | Orecchini Milton Attica



Abito Hugo Boss | Orecchini Milton Attica | Abito MM6 Maison Margiela




Abito, giacca, cappotto Bottega Veneta


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