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L’He
Indice
N° 13 Tredicesima Edizione 9 Febbraio 2017
CAOS…………………………………………………………...PAG.3 MINI QUESTIONARIO PROUST……………..………PAG.4 LA PAROLA AI MATURANDI..……………………....PAG.5 QUANDO LE ELEZIONI NON SONO TUTTO……PAG.6 ESSERE O APPARIRE..………………………………..…PAG.7 LE TRE VISIONI DELL’AMORE………………………..PAG.8 THEY ARE BACK..…………………………………….…..PAG.10 UN WINSTON CONTROVERSO……...….………….PAG.11 Ονειρόφρων………………………….………………..….PAG.12
Giornalino degli studenti del L.S.S. Elio Vittorini Via Donati 5-7, 20146, Milano (MI) Italia
IGNOROSCOPO………………………….……………….PAG.13 SUDOKU………………………….………………………….PAG.14 LABIRINTO………………………….………………………PAG.16 CRUCIVERBA………………………….……………………PAG.17 CRUCIPUZZLE………………………….………………….PAG.18 EVENTI………………………….…………………………….PAG.19
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Anno Scolastico 2017/2018 Terzo Anno
@lhevittorini
@laccae
Se vuoi inviarci un articolo o chiederci qualcosa: he.vittorini@gmail.com
LA REDAZIONE Filippo Gianoglio 4^A Giulia Ghirardi 5^C Enrico Maraboli 5^D Silvia Picca 2^E Riccardo Fidanzia 5^G Sabrina Lo Giudice 4^C Giulio Civitareale 1^F Giada Gaudioso 3^F
Eleonora Ciocca 5^D Lorenzo Ferrara 5^C Giulia Zanoletti 3^F Simone Montandon 3^F Elisa Montobbio 3^F Gabriele Celoria 3^F Silvia Gentilini 2^E Riccardo Grossi 3^F Stampa a carico del L.S.S. Elio Vittorini 2
EDITORIALE
CAOS Dobbiamo proprio dire che questo 2018 sta iniziando alla grande, e grandi sono i nostri propositi per questo nuovo anno. Professionalità, divertimento, scoperta, collaborazione, impegno e creatività. Ecco che cosa vogliamo inserire nel nostro super “L'He”, ancora più ricerca, confronto e innovazione. Novità. Ecco la parola chiave. Sei lettere, migliaia di destinazioni. La prima, la più vicina, ormai alle porte, possiamo dire sia il CISS, convegno italiano stampa studentesca. Luogo di crescita, conoscenza e perdizione, alla ricerca di quel qualcosa che insaporisca ancora di più le nostre pagine. Non vediamo l'ora! Quest'anno saremo ancora più numerosi e ci siamo
presi la grande responsabilità dell'organizzazione dell'intero evento. Saremo tanti, tanti che forse gli abitanti del centro di Perugia proveranno un filo di sorpresa (paura) nel vederci invadere con i nostri zaini, portatili, quaderni le loro tortuose, piccole stradine; forse si gireranno nell'udire le nostre voci, come un coro, una canzone, alte sopra lo scoppiettare dei rumori. Questo è il bello del CISS. La confusione. Un'accordata sinfonia di chiacchiere, domande, proposte e discussioni. CAOS. Ma si sa, nulla può nascere dal disordine se non qualcosa di migliore: una produttiva accozzaglia dove nessuna voce è tenuta a freno e ogni pensiero è libero di passeggiare con quello degli altri sotto braccio senza doversi
sentire sbagliato o fuori posto. Vorremmo portare qui questo: confronto, libertà e CAOS. Così che ognuno, di voi dico, voi che state leggendo, si senta nel pieno diritto di sbizzarrirsi. Ballate in mezzo al cortile, ripetete cantando, regalate fiori agli sconosciuti, cucinate dolci e indossate strani occhiali o parrucche. Lasciate che si ricordino di voi. E se volete immergervi subito in questo oceano di colore, musica e disordine venite alla prossima riunione di redazione, le porte sono sempre aperte per chi volesse scappare da quella monotonia fastidiosa della quotidianità. Perchè ricordate: solo uscendo dagli schemi potrete, potremo, fare grandi cose. CAOS. Ecco la parola magica. Ecco l'inizio di una svolta. Giulia Ghirardi
Spazio Citazioni Prof
“Prof. Non ho fatto i compiti.” “Zzi tuoi”
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INTERVISTA
MINI QUESTIONARIO PROUST Risponde Antonella Bottaro, prof. di Matematica e Fisica Il tratto principale del suo carattere? Allegria. Cosa cerca in uno studente? Curiosità e la voglia di scoprire il mondo. E in un professore? La disponibilità al dialogo e la voglia di migliorarsi. In che anno il primo bacio? Alla giusta età. Il suo alcolico preferito? Sono astemia. Il suo peggior difetto? L'impulsività. Il suo motto? Tutto nella vita prima o poi si supera, come un livello di "Candy Crush". Quando ha deciso di diventare prof? È sempre stato il mio più grande desiderio. Il regalo più bello mai ricevuto? Le mie figlie. Il superpotere che vorrebbe avere? Poter cancellare il dolore. Autori preferiti? Stephen King. Il suo eroe? Il mio papà. Viaggio dei sogni? L'ho già realizzato, New York City. Parola che ripete più spesso? Esame di Stato.
Risponde Giuliana Trabella, prof. di Italiano e Latino Il tratto principale del suo carattere? Una paziente perseveranza, sostenuta da un ottimismo di fondo. Cosa cerca in uno studente? Volontà di apprendere, disponibilità, interessi e anche oltre allo studio. E in un professore? Competenza, passione, sensibilità ed equità. In che anno il primo bacio? Dopo il primo anno di liceo, durante le vacanze estive, avevo quasi 15 anni. Il suo alcolico preferito? Sono del tutto astemia. Il suo peggior difetto? La mia perseveranza può diventare ostinazione, e talora associarsi a un inutile perfezionismo. Il suo motto? "Conosci te stesso", per poter ottenere il massimo da ognuno di noi. Quando ha deciso di diventare prof? Al liceo, dove ho avuto un insegnante di italiano entusiasmante, il professor Salvatore Guglielmino. Il superpotere che vorrebbe avere? La telepatia. Autori preferiti? Amo le opere di molti grandi romanzieri, e in particolare trovo straordinari Bulgakov e Marquez, avvincenti le scrittrici Allende, Morante e Maraini, geniale e suggestivo Orwell. Viaggio dei sogni? Islanda. Parola che ripete più spesso? Il nome di mia figlia. Genere musicale preferito? Ho una vera passione per la trascinante musica spiritual e gospel, espressione di una creatività originalissima e fonte di gran parte dei generi musicali contemporanei. Materia scolastica preferita al Liceo? Italiano. Quella più odiata? Geometria. Genere cinematografico preferito? Storico e commedia.
Spazio Citazioni Prof
“Shelley perde la “e” e diventa shelly; conchiglioso.” 4
SCUOLA
LA PAROLA AI MATURANDI 4 marzo: manca un mese. Un mese che per gli appassionati di politica è paragonabile alla fase a eliminazione della Champions League, ai playoff di NFL o di NBA per poi arrivare al grande evento: le elezioni politiche. Quest’ultime sono il Super Bowl, le Finals, la Finale della guerra all’ultimo sangue chiamata campagna elettorale, durante la quale i militanti e i candidati dei molteplici partiti d’Italia scendono in piazza e fanno di tutto per convincere l’elettorato ad avere fiducia in loro e a credere nei loro ideali. E qual è la grande forza che determina le azioni di tutti gli interpreti di questa grande battaglia? I sondaggi ovviamente, che con i loro responsi annunciano ai cittadini chi saranno i protagonisti di questa grande “Finale”. E quindi noi del L’He abbiamo preso taccuino e penna e siamo andati in alcune quinte del Vitto a fare domande ai “nuovi” elettori, diciottenni allo sbaraglio che sfoggeranno la loro nuova tessera elettorale per la prima volta il 4 marzo. Il nostro sondaggio non nasce con l’intenzione di predire chi vincerà, obiettivo irraggiungibile considerato il bacino ridotto e troppo
omogeneo dei nostri intervistati, ma semplicemente di capire come questi ragazzi si approcceranno al voto. Per iniziare abbiamo cercato di metterli un po’ in difficoltà chiedendo loro di spiegarci per cosa esattamente si voterà il mese prossimo. Nonostante alcuni che in tutta sicurezza hanno risposto: “per eleggere il Presidente del Consiglio ovviamente”, la maggioranza ha dimostrato di essere a conoscenza del fatto che non dovranno “crocettare” il nome di chi vorrebbero come leader del nostro Paese per i prossimi 5 anni, bensì il simbolo della lista del partito che supportano, così che questo possa portare più candidati possibile in Parlamento. Infatti il voto servirà a formare le due Camere secondo il nuovo sistema elettorale del Rosatellum, ed esse saranno chiamate successivamente a votare la fiducia al governo. In secondo luogo ci siamo concentrati sulle problematiche e i temi sui quali secondo i nostri intervistati dovrà concentrarsi il prossimo governo, ed è subito emerso come tutta l’attenzione di chi si ritrova ad affrontare gli
Il Fac-Simile della nuova scheda elettorale; la crocetta dovrà essere posta sul simbolo, di fianco al nome del candidato per il collegio uninominale del proprio territorio
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ultimi anni di scuola sia rivolta al mondo del lavoro. Le risposte più frequenti riguardavano appunto disoccupazione, diritti dei lavoratori e pensioni. Se questo ultimo punto può far alzare qualche sopracciglio considerando la giovane età dei maturandi, un chiarimento arriva direttamente dagli intervistati che vedono nell’allungamento della vita lavorativa uno dei principali problemi della disoccupazione giovanile. Due argomenti altrettanto popolari sono immigrazione ed Europa, punti che evidenziano un certo interesse anche per la politica estera. Curioso è il fatto che quando abbiamo chiesto loro che temi credono saranno decisivi in campagna elettorale, oltre ai sopracitati si sono fatti spazio i vaccini, secondo alcuni elemento fortemente inflazionato dai media. Prima di congedarci ci siamo permessi di chiedere ai neo-elettori che cosa andranno a votare, e qui ci siamo trovati di fronte una maggioranza schiacciante di indecisi, un forte segnale che qualcosa non va. Traspare infatti dalle loro parole l’intenzione di “votare il meno peggio”, frase fatta che si sente spesso nei discorsi della gente e che evidenzia una forte insoddisfazione nei confronti delle forze politiche di questo Paese, sempre più incapaci di portare avanti gli interessi del cittadino. Ad un mese dalle elezioni, non mi resta che augurare il meglio a tutti i neo-elettori che si troveranno a compiere questo importante passo della loro vita. Simone Montandon
IDEE
QUANDO LE ELEZIONI NON SONO TUTTO Non c’è oroscopo che tenga davanti a una oggettiva pianificazione del futuro. Ergo, non curatevi di cosa Riccardo vi dica in fondo a questo numero, perché c’è una giornata che vi segnerà profondamente. E sì, è il 4 marzo. E io già vi vedo a dire “ma a me che me frega delle elezioni”. Ma sciocchi, non è delle elezioni che si parla, o meglio, non solo di quelle. Perché il 4 marzo tre grandi avvenimenti si accavallano: le elezioni (se non lo avessi già detto) che vedono annessa la MaratonaMentana, Inter-Milan e la serata degli Oscar, con un film italiano in corsa per quattro statuette. Berlusconi, compreso in tutti e tre gli eventi, rischia di uscirne col Jackpot. Che voi siate cinefili, invasati di sondaggi o solo tifosi di calcio, si prospetta una serata scoppiettante.
Per chi si vede il derby, tante birre sono in frigo ad aspettarvi. Caffè, redbull e pippate strategiche di Maalox (consigliata la versione plus) per chi deve stare alzato a vedere gli Oscar. A quelli che guarderanno Mentana violentare psicologicamente il povero Celata e la mitica Alessandra Sardoni, consiglio invece un simpatico gioco alcolico: alle frasi convenute
(“clamoroso”, “diamo al parola a Masia”, “Damilano”) a un problema tecnico o a un generico quanto comune smascellamento del Direttore, dovranno tirare giù rum, scotch o simili nettari. Ma perché allora non un tour de force? Sì: partire in sordina con qualche birra mentre si segue la partita, poi salire di gradazione (legge ferrea che alcuni del biennio si sono scordati alla festa del 16 dicembre) con il rum e concludere con caffè e voisapetecosa. Tanto, dovesse mai il vostro organismo risentirne, non sarebbe certo la prima volta che balzate la prima ora del lunedì, e per le occhiaie, o mettete del correttore o le fate passare per dei ricordi di un sabato sera turbolento. Filippo Gianoglio
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CULTURA
VETRINIZZAZIONE ESSERE O APPARIRE Essere e apparire, ciò che è reale e ciò che è desiderato. Il primo rappresenta l'identità della persona, la sua natura più intima, ciò che si è, il nostro modo di vivere personale e necessario, la nostra unicità, il nostro contenuto. L'apparire è l'insieme dei gesti e dei simboli attraverso cui la gente ci percepisce, la maschera che ci aiuta nel percorso di accettazione nel mondo, che ci nasconde, ci fa dimenticare. "Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze"; con questa ironica affermazione Oscar Wilde sosteneva che il mondo ci percepisce, ci considera e ci giudica attraverso il modo in cui ci comportiamo e che le apparenze sono il fondamento di quel che sappiamo degli altri e di ciò che gli altri sanno di noi. "Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini sono soltanto degli attori che hanno le loro entrate e le loro uscite e ognuno, nel tempo che gli è dato, recita molte parti." Così invece Shakespeare racconta di come l'uomo, nella vita, indossi delle maschere per conformarsi alle regole ed ai luoghi comuni della società, sempre alla ricerca di un riconoscimento che non ci faccia sentire nessuno. Noi infatti esistiamo perchè gli altri ci vedono, ci conoscono, ci prendono in considerazione. Ecco come, in un mondo sempre più preconfezionato, fatto di
regole e format, che ci inquadrano definitivamente e con irrimediabile velocità in una determinata categoria, aumenta sempre di più il ruolo dell'apparenza. Essa si avventa su ognuno e su chiunque, si insinua nelle menti, nei corpi, e nei cuori, purtroppo più in profondità in quelli di chi è fragile.
Diventa così comprensibile come la maggioranza della popolazione rifiuti se stessa per abbandonarsi allo sconforto di non poter essere più di ciò che è, schiacciata da quegli stessi standard ed ideali che è essa stessa ad imporsi. Ma allora perchè continuare a coltivare valori morali e curarsi di ciò che siamo e proviamo se continuiamo a bere del pessimo vino preoccupati solo che i calici siano di cristallo? E' estremamente facile rinunciare all'essere ed abbandonarsi al dolce oblio dell'apparire, la superficialità infatti inquieta ma il profondo uccide. Sono proprio pochi gesti inaspettati, le risate al momento
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sbagliato, le troppe emozioni, i pensieri controcorrente, le scelte sbagliate che stupiscono e confondono tanto da uccidere, quelli che distruggono gli schemi di comportamento e di pensiero prefissati. Noi non siamo oggetti da esporre in una vetrina e questa odierna "vetrinizzazione" non è, e non deve essere, un obbligo sociale inevitabile. Vale la pena ancora oggi scegliere se stessi, decidere di avere le proprie opinioni e le proprie idee, imbarcarsi lontano dalla noiosa normalità nel mare del colore, delle emozioni e della vita. Perchè, come il detto insegna, non ci si dovrebbe fermare alla copertina per giudicare il contenuto di un libro, di un gesto, di una persona. Perchè c'è molto, molto di più. Mille sfumature di fortuna, intelligenza, intraprendenza, emotività e originalità che imbottiscono il nostro anonimo e conformato involucro. Perchè non siamo fatti per essere tutti uguali, perchè è grazie alla diversità dell'essere di ognuno che si crescerà e progredirà, perchè c'è ancora qualcuno che ci apprezza per come siamo e non per come dovremmo essere, che trova la bellezza nell'imperfezione della diversità.
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Giulia Ghirardi
CINEMA
BAZ LUHRMANN: LE TRE VISIONI DELL’AMORE Romeo e Giulietta. Mr. Jay Gatsby e Daisy. Christian e Satine. Che cos’hanno in comune queste tre coppie? Chi sono questi personaggi? Certo tutti conoscono la romantica e tragica storia di Romeo e Giulietta. Alcuni di voi (suppongo la maggior parte) avranno sentito almeno parlare, se non addirittura letto, dell’affascinante Signor Gatsby, chiuso nel lusso della sua sontuosa villa e nel mistero che avvolge il suo passato sconosciuto. Pochi di voi però credo conoscano Christian e Satine. Beh sì, penso sia normale. Non sono certamente stati cantati da poeti, o le loro vite “create” per stupire. No. Christian e Satine non sono nessuno. Non sono figure storiche realmente esistite né tantomeno i protagonisti di una tragedia senza età o di un best seller internazionale. Sono semplicemente due amanti. E la finzione della loro storia, seppur mero frutto di un romantico scenografo, non toglie assolutamente niente all’autenticità del loro amore. Bene, ora che avete capito più o meno chi sono questi personaggi vi starete domandando perché sono stati citati. Che cosa caratterizza il mese di febbraio? Il freddo, i ventotto giorni che a volte diventano ventinove...Eccolo, ce l’ho: l’Amore. Prendendo spunto dalla festa degli innamorati vi parlerò di tre diversissime visioni dell’amore, portate sul grande schermo da uno dei registi contemporanei più premiati degli ultimi anni: Baz Luhrmann. Uomo eccentrico dai gusti stravaganti, abile nel fondere
in un’unica realtà sia le numerose influenze di matrice postmoderna sia i richiami al cinema classico americano, Baz Luhrmann è un regista australiano che negli ultimi anni ci ha regalato bellissimi lungometraggi tutti legati da un unico, lungo e a volte attorcigliato filo conduttore: l’amore. Procediamo con ordine. 1996: “Romeo + Giulietta”. Rilettura moderna della celebre storia dei due giovani veronesi
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appartenenti a famiglie rivali, il cui amore, puro e autentico, li condurrà fino alla morte. Con il sostegno di un cast d’eccezione capitanato da un giovanissimo Leonardo Di Caprio e forte della base solida offertagli da un canovaccio ben definito e facilmente riconoscibile, questo cineasta ha dunque potuto sviluppare appieno il suo portentoso immaginario visivo. Il saper riutilizzare influenze contemporanee come l’estetica del videoclip
CINEMA
e dello spot televisivo, il mescolare abilmente un ritmo di montaggio frenetico e sperimentale con uno stile di ripresa tagliente ed aggressivo e la capacità di adoperare la colonna sonora non solo come semplice mezzo di sostegno ma come vero e proprio elemento portante della pellicola sono solo alcuni dei tratti distintivi dello stile di Luhrmann che possiamo riscontrare in questa “neo-tragedia del grande schermo”. 2001: “Moulin Rouge”! Musical ambientato nella Parigi di fine ottocento di chiara ispirazione lirica (da “La Traviata” di Giuseppe Verdi), narra di un amore bohèmien tra un giovane artista squattrinato e una bellissima ballerina di burlesque, star indiscussa del famoso locale parigino. Anche qui ci viene riportato un amore intenso, travolgente e purtroppo tragico (Sa-
tine, come Violetta, morirà infatti di tisi), seppur certamente meno platonico rispetto a quello di echi shakespeariani. Con questo secondo film, Baz Luhrmann trascina il pubblico in un uragano di colori sgargianti, velocità d’immagine impressionante e sequenze coreografiche senza fine, accompagnate da una colonna sonora a dir poco magistrale, tra cui si distinguono hit intramontabili come Smell Like Teen Spirit dei Nirvana, I Was Made For Loving You dei Kiss e Material girl di Madonna, proposte in medley vorticosi e incalzanti. 2013: “Il Grande Gatsby”. Remake dell’omonimo film in cui spiccano un intrigante Robert Redford e un’innocente Mia Farrow, questo film si presenta con un ingombrante budget di 105 milioni di dollari, principalmente investito in costumi e scenografie, poi premiati da un
Oscar, dove ritroviamo nei panni di Gatsby un invecchiato Di Caprio, affiancato da Toby Maguire nel ruolo dell’ingenuo Nick Carraway e da una emotiva, se non addirittura eccessivamente fragile, Carey Mulligan (nel ruolo della protagonista femminile Daisy Buchanam). Lui, ricco uomo d’affari dall’avventuroso passato si innamora della giovane Daisy, ereditiera conosciuta appena prima di partire per il fronte della Prima Guerra Mondiale. Solo dopo un lungo periodo i due si ritrovano, ma nonostante il loro grande amore anche in questo caso abbiamo un finale tragico. Innocenza, passione e lontananza sono quindi le parole che meglio possono definire questi tre amori completamente diversi presentateci da Luhrmann, ma che comunque, nonostante le differenze storiche, sociali e culturali, trovano una matrice comune nella purezza, nell’autenticità e nel trasporto che li caratterizza. Unico difetto (se di difetto si può parlare) è il loro carattere tragico che, purtroppo, impedisce loro di realizzarsi in un lieto fine. Guardateli, perché sono davvero tre capolavori del cinema contemporaneo, ma magari quando non siete troppo giù di morale, che poi fate come Romeo.
Eleonora Ciocca
Spazio Citazioni Prof
“Si sa che i nobili vanno col treno, anch’io uso il Frecciarossa.” 9
ATTUALITA’
THEY ARE BACK Sono tornati, soddisfacendo le attese di mezza America, due tra i più iconici personaggi della recente storia statunitense. Un nuovo confronto tra David Letterman e Barack Obama ha raccolto l’entusiasmo di milioni di appassionati, e si può decisamente parlare di ritorno col botto. Ma, mentre il 44° Presidente degli Stati Uniti non ha bisogno di presentazioni, i meno informati potrebbero non avere idea di chi sia il primo e, seppur a malincuore, lo capiamo. Si può dire di David Letterman che abbia inventato il talk show per eccellenza, quello dei “Late Night Show” che sono tanto popolari oltreoceano e che si stanno espandendo anche nel nostro continente. A seguito di una carriera trentennale, il grande presentatore quasi settantenne è andato in pensione salvo poi decidere di ritornare sul piccolo schermo (grazie anche alle avances di Netflix, condite dai due milioncini a puntata del contratto), e facendolo appunto in grande stile. La rivelazione dell’ospite della prima puntata è sicuramente servita ad aumentare l’hype, e ha creato appunto questa atmosfera di
grande ritorno per i due che sono amici di lunga data. L’aria non è tesa, c’è quasi un clima da rimpatriata, nonostante i due tocchino diversi temi spinosi come la recente politica economica e le disuguaglianze sociali che, nei suoi otto anni di governo, Obama si è trovato ad affrontare. Lo scopo principale di questa intervista sembra essere quello di legittimare il governo e la figura dell’ex-Presidente sia sul piano umano che dal punto di vista dell’azione politica. Parlano di famiglia, vacanze e della loro gioventù, e si scoprono tanto diversi quanto simili. Oltre alla fede politica, condividono la capacità di parlare e di coinvolgere il proprio pubblico, e sono entrambi padri di famiglia orgogliosi e responsabili. Ma, chiaramente, la chiacchierata si focalizza principalmente sui temi più caldi della situazione politica attuale in USA: la già citata politica economica di Obama, che ha creato un fortissimo dibattito tra gli schieramenti opposti in Parlamento, è stata nello show elogiata, con Letterman che ha permesso al
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suo ospite di fare un resoconto dei suoi otto anni nello Studio Ovale, durante i quali egli sostiene di aver portato il Paese fuori da una delle maggiori crisi della sua Storia. E, naturalmente, il conflitto sociale: con le ultime elezioni gli Stati Uniti hanno fatto un balzo indietro sul piano dell’uguaglianza, con i movimenti di supremazia bianca e il KKK che hanno fatto dell’elezione di Trump (che i due, facendogli il maggior dispetto, non nominano mai) un’arma per riaffermare le proprie opinioni. Si apre allora un parallelismo tra Obama e l’attivista per i diritti degli afroamericani John Lewis, organizzatore della celebre marcia di Selma del 1965. La parentesi dedicata al famoso attivista occupa buona parte della puntata, ed è realizzata in un’unica lunga scena molto significativa: Lewis e Letterman marciano simbolicamente lungo l’Edmund Pettis Bridge, lo stesso ponte lungo il quale centinaia di giovani afroamericani hanno marciato per i loro diritti 50 anni fa; marcia che, metaforicamente, si è conclusa con l’elezione di Obama del 2009, che ha esplicitato il fatto che anche negli Stati Uniti ogni etnia ha voce in capitolo. Il discorso finale di David è piuttosto eloquente: “Dei tanti Presidenti che si sono susseguiti tu, Barack, sei l’unico che apprezzo e rispetto fino in fondo”; il tutto condito dal tanto ripetuto appellativo ‘Mr. President’, che si commenta da solo. Questo è dunque il ritorno di David Letterman: uno spettacolo che si allontana molto dal
CINEMA
concetto di talk show a cui ci aveva abituato il presentatore, che colpisce tanto per il contenuto quanto per la forma: cinematografica, con una particolare attenzione alla fotografia, ai movimenti della macchina, al mon-
taggio delle riprese. Tutto condito da una colonna sonora funky che strizza l’occhiolino al vecchio Late Night Theme. Cinematografica anche l’ultima ripresa: dopo il caloroso saluto del pubblico, i due, da vecchi
amici, si allontanano dalla scena ridendo, verso l’orizzonte.
Riccardo Fidanzia Simone Montandon
UN WINSTON CONTROVERSO 10 maggio 1940. Il re d’Inghilterra Giorgio VI nomina Winston Churchill Primo Ministro, destinato a guidare il Paese nella più crudele delle guerre che si siano mai viste sulla faccia della Terra. E’ da qui che il film “L’ora più buia” decolla, mostrandoci una grande “battaglia nella battaglia”, dove la tenacia di un solo uomo porta alla vittoria dell’intera nazione. I dialoghi accesi e i discorsi a Westminster sono le scintille che fanno esplodere un film di grande intensità, che riesce a dare una visione a tutto tondo del personaggio di Churchill: incredibile oratore di grande carattere nella vita pubblica, che per le sue convinzioni non farebbe mai e poi mai un passo indietro, ma uomo come
tutti nella vita privata, dove il peso delle sue responsabilità gli fa riempire il letto di carboni ardenti. Il difficile rapporto col re, il gabinetto di guerra, la strategia militare: una persona come le altre ne rimarrebbe schiacciata, ma il suo amore per la patria e i
conati di vomito al solo pensiero di vedere una svastica sventolare sopra Buckingham Palace lo rendono più forte di tutto e di tutti, tanto da valergli il titolo di “unico uomo in grado di spaventare Herr Hitler”. Genio e tenacia sono gli elementi chiave nel soggetto di questa pellicola candidata all’Oscar, che vede protagonista Gary Oldman, anche lui candidato come miglior attore protagonista. Un must see. Enrico Maraboli
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SVAGO
Ονειρόφρων Il combattente di sogni Il signor Ferré prenotò le sue lezioni di apnea, salutò l’omino baffuto e uscì da quella scuola per sommozzatori inserita all’interno di un negozio di articoli da pesca. Non appena fuori si diresse verso l’albergo per andare a pranzare, era presto ma sarebbe dovuto essere in acqua nel primo pomeriggio, e il pensiero che era sfrecciato per un istante nella sua mente mentre parlava col proprietario della scuola gli si ripresentò pungolandolo: non ritornò palesandosi, rimase appena fuori dalla porta della sua parte cosciente a bussare, con quest’ultima che cercava di capire chi fosse guardando attraverso il buco dello spioncino. Gli sarebbe servita un’intuizione come quelle che aveva avuto per passare le varie fasi del famigerato sogno, ma il tempo non fu sufficiente e l’odore del pranzo in arrivo lo distolse da quella ricerca e qualche ora dopo il signor Ferré era già sulla strada per la lezione di apnea sulla spiaggia. La prima parte della lezione si concentrò soprattutto su esercizi per la respirazione e per incamerare l’aria nei polmoni, mentre fu nella seconda
parte che l’omino portò il signor Ferré in acqua per fargli provare le cose che gli aveva spiegato prima: il signor Ferré, dopo il primo gelido impatto con l’acqua marina, cercò di nascondere il più possibile la sua difficoltà nel nuotare, pratica che non esercitava da tempo ormai immemorabile. I primi tentativi furono abbastanza difficili, sia per il motivo detto prima sia perché era la prima volta che cercava di fare cose di quel genere, ma l’omino era paziente, anche se continuava a ripetere per incoraggiarlo che questa era la volta difficile e che la prossima lezione sarebbe stato tutto facile “come togliersi una maglietta”. Questa strana similitudine, che sostituiva il solito bicchier d’acqua del detto, suonò strana alle orecchie del signor Ferré come alle nostre, ma in lui fece di più. Fu allora che lentamente riaffiorò in lui il pensiero che lo aveva accompagnato prima fino all’arrivo del pranzo e del suo profumo, era un fioco ricordo di quella spiaggia di tanti anni indietro: era piena estate allora, e il sole batteva i corpi delle persone come fossero incudini sotto un
Spazio Citazioni Prof
“Questa è una canna.”
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martello dorato, una folla di bambini si era riversata in mare e sì, tra loro c’era anche il giovane signor Ferré. Allora come adesso, il signor Ferré era una persona molto timida, non aveva quel solito gruppetto di amicizie che si fanno al mare e per entrambi i motivi veniva preso di mira dai vari gruppetti di ragazzi più grandi di lui, che lo sollevavano e lo lanciavano dove non toccava il fondo coi piedi per divertirsi a vederlo dimenare, visto che il poveretto non sapeva nuotare. In un modo o nell’altro però il giovane Signor Ferré incontrò un altro ragazzo, di due anni più grande ma stranamente disponibile verso di lui, diverso dagli altri: a poco a poco si conobbero, e il ragazzo gli insegnò a nuotare proprio usando quelle parole che l’omino aveva appena ripetuto, “facile come togliersi una maglietta”. Il ricordo si chiuse, ma al signor Ferré si aprirono gli occhi: “Tu sei Emanuele!” esclamò, e riconobbe l’omino.
Enrico Maraboli
SVAGO
IgnOroscopo del mese Ariete
Toro
Gemelli
non essere la cosa migliore per voi in questo momento. Ma se deciderete lo stesso, in questi giorni, di tornare indietro, di guardare al passato per prendere la rincorsa verso il futuro, di ripercorrere i vostri passi, be’, state all’erta: potreste pestare qualche merda e scivolare di culo. Che comunque porta fortuna, no?
manca poi tanto al vostro compleanno, ma i vostri cari se ne dimenticheranno quasi tutti, anche perché è oramai da tempo che non vi caca più nessuno. Soltanto il vecchio e caro amico di letto si ricorderà di voi, per cui accontentatevi dell’unico regalo che riceverete quest’anno: un herpes genitale. Ma in fondo basta il pensiero, no?
il ciclo e avete un pancione enorme? Forse è giunto il momento di fare un test di gravidanza, che ne dite? (Se è negativo è arrivato il momento di ridurre la birra). Consiglio per uomini di segno gemelli: tenete d’occhio il partner. Se sei single preoccupati invece di questo.
Cancro
Leone
Rimuginare sul passato potrebbe Non
È da otto mesi che non vi viene
Vergine
I piccoli guai famigliari non devono Prendetela con filosofia, la vostra Complimenti!
Avete finalmente trovato il coraggio di rinnovare la vostra vita seguendo nuovi percorsi e iniziando nuove avventure. La brutta persona che eravate un tempo non esiste già più. Ora siete una brutta persona completamente nuova.
turbare il vostro equilibrio. I tempi cambiano e voi fareste bene ad adeguarvi. Bene la salute, ma forse fareste bene a consultare il medico per sapere se quelle pastiglie colorate che prendete sono adatte a curare la depressione
vita si è oramai ridotta a un unico grande aperitivo serale in attesa della morte. Un susseguirsi di delusioni, sconforti; siete arrivati al punto in cui è anche inutile tentare di combattere questa sfiga cosmica. Non c’è rimedio. Piuttosto fatevi furbi, e cercate perlomeno di schiattare prima di pagare il conto.
Bilancia
Scorpione
Sagittario
potrebbe non essere esattamente il modo migliore per ottenere ciò che desiderate. Se volete guadagnarci veramente, dovreste provare ad essere più elastici con voi stessi. Tenete presente che il furto con scasso, oggi è socialmente accettato, non c’è nulla di male. Organizzatevi.
domande esistenziali, siete sicuri di aver trovato il vostro ruolo all’interno di questa società. Non è così, mi spiace, vi sbagliate: rompere i coglioni al prossimo non vale come ruolo sociale, è più da considerare un hobby.
tornando a casa troverete il vostro partner a letto con un’altra persona. Irromperete nella stanza proprio nell’atto, ma non preoccupatevi, non è come sembra, tranquilli, potrà spiegarvi tutto. Per l’ennesima volta. Voi dategli ancora fiducia, ok?
Capricorno
Acquario
Pesci
in testa: siete tanto smidollati da non riuscire a rivendicare la vostra indipendenza con autorevolezza. Certo, è anche vero che persino i vostri genitori vi guardano con disprezzo. E anche il vostro cane, a dire il vero, non sembra stimarvi. Che il problema di fondo siate voi?
tempestati da brutti pensieri, e questo periodo di sfiga sembra proprio essersi affezionato a voi. Per distrarvi potreste dedicarvi al volontariato, ai viaggi nel sud del mondo, soprattutto in Africa. Infettarvi di malaria ed ebola potrebbe rivelarsi un ottimo metodo per distrarvi dalle vostre solite paranoie.
Seguire le regole in maniera rigida Finalmente, dopo anni e anni di Più cornuti del toro, questo mese
Una lunga sequenza di insuccessi Tutti continuano a mettervi i piedi Siete potrebbe buttarvi col morale a terra. Non vi scoraggiate, arriveranno nuove opportunità, nuove prospettive, nuovi possibilità. E nuovi insuccessi. E delusioni, tante delusioni.
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SVAGO
SUDOKU
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SVAGO
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LABIRINTO
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CRUCIVERBA
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CRUCIPUZZLE
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Milano città – Eventi e spettacoli Tu y todos, Fabbrica del Vapore fino al 1 aprile: una mostra, ma soprattutto un viaggio nella vita di Ernesto Che Guevara nel cinquantenario della sua morte attraverso sia una rappresentazione artistica, sia fonti storiche, tra lettere, diari, foto ufficiali, immagini private e documenti tradotti. Centrale sono la vita del Che e la sua realtà di eroico guerrigliero, ma importante è anche l’altra realtà che le immagini finiscono per rivelare, una realtà molto più universale fatta di povertà, ingiustizia e schiavitù. Subhuman, Inhuman, Superhuman, presso la Triennale, fino al 25 marzo: Rick Owens si racconta con abiti, arredi, opere grafiche e pubblicazioni realizzate nei suoi vent’anni di carriera. Owens ha sempre lavorato mettendo in risalto attimi di bellezza solitamente trascurati, “prendendo ciò che un mondo sprezzante deride e trasformandolo in qualcosa di buono, offuscando i rigidi parametri di ciò che è considerato bello e accettabile dalla nostra generazione per attuare un cambiamento positivo nel mondo”. Tempo di Libri, 8-12 marzo presso Fieramilanocity, al Portello: la grande fiera dell'editoria, un simpatico evento, con autori e proposte differenti, per divulgare la cultura e la passione per la lettura a grandi e piccini, con un programma variegato e cinque temi principali distribuiti nei cinque giorni della fiera: le donne (nel giorno della festa delle donne), la ribellione (da quelle dei moti del ‘68 alle ribellioni sociali in genere), la città di Milano, il rapporto libri/graphic-novel/immagini, il mondo digitale e la rivoluzione tecnologica.
There is a Planet, fino al 11 marzo presso la Triennale: Una mostra che, a cent’anni dalla nascita di Ettore Sottsass, illustra il suo progetto all’inizio degli anni ’90, ma mai realizzato: il progetto di un libro di testi e fotografie scattate nel corso dei suoi viaggi intorno al mondo: foto di architetture, case e persone che riguardano la presenza dell’uomo sul pianeta.
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Prossima Riunione Lunedì 19 Febbraio Aula n°5
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