CRE - 2039_testi

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il futuro in prima visione

testi della mostra di Irene Russo


Ormai la Luna non interessa a nessuno. Chi viaggia preferisce andare su Marte, Giove, Saturno… E così mi ritrovo da un momento all’altro senza lavoro. Mi è stato offerto un posto su una compagnia di linea interplanetaria, la Life on Mars. Ma chi lo sa parlare, il marziano? Io ho iniziato a studiarlo da poco. Due, tre mesi. Però con le lingue me la cavo. L’italiano, per esempio, l’ho imparato in un anno. Mia madre mi costringeva a stare a casa a studiare per ore, mi dava dei compiti aggiuntivi perché diceva che nelle scuole italiane assegnano pochi compiti. In Moldavia non era così: le scuole erano molto più difficili. Su Marte invece i corsi di lingua non esistono e tutti imparano l’italiano dalla televisione. Dimitri Grigoras, 28 anni, stewart

Moon isn’t interesting to anybody by now. Those who can travel prefer Mars, Jupiter or Saturn as their destinations… So I suddenly find myself without my job. I’ve been offered an employment from an interplanetary airline named Life on Mars. But I wonder, am I supposed to speak Martian? I’ve been studying it only for a while, two or three months. But I’m quite good with foreign languages. For example, I’ve learnt Italian in one year. My mother used to make me stay at home and study for hours. She also used to assign me some additional homework, because she thought that Italian school didn’t charge us enough. In Moldovia it wasn’t like this: going to school was pretty much more difficult. On Mars, languages courses don’t exist and everyone is learning Italian from television. Dimitri Grigoras, 28 years old, stewart


Avevo la fissa dei manga, perciò quando l’ho visto è stato un colpo di fulmine. Capelli sparati, occhi dritti e un fascino tipicamente cinese. Poi ho scoperto che frequentava un corso di alfabetizzazione al Centro Reggio Est e mi sono offerta subito come volontaria perché volevo conoscerlo, con la scusa di insegnargli l’italiano. Siamo sposati da 30 anni, abbiamo due figli e lavoriamo in via Turri coi piccoli cinesi smanettoni che fanno già i programmatori a 10 anni. Adesso stiamo sviluppando un videogame sui partigiani, per far conoscere ai giovani i fondamenti della nostra cultura. Il valore della libertà è un patrimonio che non va perduto. Va oltre i tempi, oltre le generazioni. Giulia Righi, 43 anni, programmatore informatico

I used to be fond of mangas, so when I first saw him, it was love at first sight. Cutting-edge haircut, straight eyes and that typical Chinese charm. Then I got to know that he was attending a literacy course at Centro Reggio Est and I volunteered as a teacher so that I could meet him. We have been married for 30 years, we have two sons and we work in via Turri with young geek Chinese children who are able to develop programs at 10 years old. We are now developing a program about partisans so we can let them know about one of the basic elements of our culture. The importance of freedom is a value which cannot be wasted. It persists over time, through generations. Giulia Righi, 43 years old, computer programmer


Da quando hanno aperto la centrale eolica al Campo Volo, in questa città abbiamo risolto i problemi energetici. Per sempre. Sembra un miracolo. Se penso che fino a qualche anno fa in questa pianura non tirava un filo d’aria! Ma al Polo delle Reggiane hanno lavorato come dei matti e alla fine i risultati si son visti. Negli ultimi tempi la scienza ha fatto passi da gigante. Sono molto fiero di essere reggiano. Siamo un popolo pieno di risorse e disponibile con tutti. Singh Pawandeep, 34 anni, operaio

Since the Campo Volo aeolian power station was opened, energy problems were solved. Forever. It might seem a miracle, if I ony think about how windless the Po valley used to be. But at Reggiane’s technologic center people have worked like crazy and they came up with results. Recently science has been moving fastly forward. I’m really proud of being from Reggio. We are people full of resources and helpful to anybody. Singh Pawandeep, 34 years old, workman


Devo stare tutto il giorno in piedi con una kefia in testa e una mitragliatrice sotto il braccio, sempre pronto a sparare. Caldo, freddo, non importa. Mi imbottisco di esplosivo e mi lancio in mezzo alla folla, come i kamikaze. Così: boom! E tutti urlano e scappano. Vengono qui al Parco storico per vedere com’era il mondo negli anni Duemila, quando c’era il terrorismo e facevi paura solo perché portavi la barba. È un lavoro come un altro, e alla fine non è male. In questo padiglione poi c’è sempre un sacco di gente e non sto mai da solo. Ho dovuto imparare anche qualche parola di arabo, per i turisti. Io che non lo parlavo nemmeno con mio padre. Salam Alekum, Salam Alekum! Tu capisci? Osama Haneef, 44 anni, attore

All day long I have to be standing with a kefia on my head and a machine-gun under my arm, always ready to shoot. It doesn’t matter if it’s hot or cold. I wrap myself with explosive material and I run into the crowd like a kamikaze. Then: boom! And everybody is screaming and running away. They come here, to Parco storico, to see how wonderful the world was in the first years of the 21st century; at that time, when the terrorism was present and you could be scary by simply growing a long beard. It’s just a job like any other and in the end it’s not that bad. This pavilion is always crowded, so you will never feel alone. I had to learn some Arabic word, for turists. Me, the one who didn’t even talk to his father. Salam Alekum, Salam Aledum! You understand? Osama Haneef, 44 years old, actor


La nostra economia si fonda anche sulla manodopera straniera. I reggiani ormai non accettano di fare i lavori più umili. Trascorrere tutto il giorno in ufficio davanti a un computer una volta era una cosa normale. Adesso nessuno ha voglia di star lontano dalla famiglia per più di 6 ore. Gli stranieri sono una risorsa, dal punto di vista economico e umano. I giapponesi per esempio sono all’avanguardia nella meccatronica, mentre gli americani nel baseball sono dei maghi. Tutto quello che abbiamo costruito, è anche merito loro. Glorya Gonzales, 49 anni, sindaco

Our economy is based on foreign workforce. People from Reggio Emilia don’t accept such humble jobs anymore. Spending all day in their offices, sitting in front of a computer was considered as an ordinary thing. Nowadays nobody can stand away from his family more than 6 hours. Foreigners are a resource now, both from an economic and human point of view. Japaneses, for examples, are at the leading edge of mecathronic, while the Americans are terrific at baseball. Eveything we have built so far is thanks to them too. Glorya Gonzales, 49 years old, mayor


Una volta “nomade” era una brutta parola. Ci chiamavano anche zingari, accattoni, ladri. Adesso invece va di moda essere nomadi e tutti dicono di esserlo, perché è cool. Chi se lo può permettere vive un mese a Milano, un anno a Londra, poi magari si prende un giorno sabatico in Burkina Faso. Non ha una casa, viaggia e abita dove capita. Le parole sono strane. Oggi quando parlano di noi non ci chiamano più “nomadi”, ma diverstabili: diversamente stabili. Perché il nostro è un popolo che vive nelle roulotte. È la nostra tradizione culturale, un filo che ci unisce ovunque siamo. Sandra Orasanu, 51 anni, guardia ecologica

Once upon a time “nomad” was a bad word. We were called gypsies, beggars, robbers. Nowadays it has become fashionable to be a nomad and everybody define himself so, because it’s cool. Those who can live one month in Milan, an year in London, then maybe take one sabbatical day off in Burkina Faso. These persons don’t have a house, they live and stay where it occurs, by chance. Words are strange. Because our people live in roulotte. It is part of our traditional culture, a thread which keeps us unite everywhere we might be. Sandra Orasanu, 51 years old, ecological watch


A scuola c’erano certi esercizi per imparare l’italiano che mi sembravano piuttosto stupidi. Soprattutto le figure. Per esempio ce n’era uno che serviva a spiegare le persone del verbo: io sono in Italia, tu sei in Italia, lui è in Italia… E alla frase “voi siete in Italia” era abbinato un disegno di un bambino isolato che indicava un gruppo di bambini non molto distanti da lui. Voi siete in Italia…e io? Ma, nel complesso, della scuola ho un bel ricordo, altrimenti forse non avrei deciso di fare l’insegnante. È un lavoro che richiede molta passione. Senza la passione, dove troverei la pazienza per badare a 60 alunni che appena mi distraggo un attimo cominciano a chattare tra loro? Rita Chen, 45 anni, insegnante

At school there were certain exercises to learn Italian which seemed very stupid to me. Illustrations most of all. For example, one served as explanation for the verb coniugation: I am in Italy, you are in Italy, he is in Italy.. and the line “you are in Italy” was matched to the picture of a child standing alone and indicating a group of children not too far from him. You are in Italy.. what about me? But, generally speaking, I have good memories of my school time, otherwise I wouldn’t have decided to become a teacher. It’s a job that requires much passion. Without it, where should I look for the patience it takes to look after 60 pupils who start chatting as soon as I take my eyes off them? Rita Chen, 45 year old, teacher


Ci hanno rispediti indietro tutti e duecento, direttamente in Libia. I clandestini non li volevano, se ne tornassero a casa loro: nella miseria. Io ero piccolo, mio padre e mia madre erano rimasti in Somalia e mia zia è morta durante il viaggio, lei e il bambino che aveva dentro. Cos’è successo dopo? Niente, sono cresciuto in un modo o nell’altro grazie a quelli dell’OWZ. Almeno mi davano da mangiare. Faccio quello che fanno loro, il pirata. Mi lancio nell’aria col mio X07 e saccheggio i vostri dannati satelliti. Li smontiamo e rivendiamo i pezzi sul mercato nero. È questo che vuoi sapere? Abu Gassan, 34 anni, aeropirata

They sent back all of us, all the two hundreds, directly back to Libia. The clandestine immigrants weren’t allowed to enter, they could go back to their country: in poverty. I was a child, my father and my mother had to stay in Somalia and my aunt had died during the trip. Her and the baby she was bringing inside. What happened next? Nothing, somehow I grew up thanks to the help of OWZ. At least they feeded me. Now I’m doing what they do, I’m a pirate. I get shooted to the sky with my X07 and I plunder your damned satellites. We piece them out and we sell them onto the black market. Is this what you wanted to know? Abu Gassan, 34 years old, airpirate


il futuro in prima visione


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