intro Quello che hai in mano è il prodotto dell’amore e della devozione dello staff di Homies, che dedica questo numero proprio all’Amore. Quando vi siete innamorati per la prima volta? Vi ricordate la prima cotta della vostra vita? Impossibile dimenticare. Ti piaccio? Sì o No. Il bigliettino alle elementari conteneva di base l’idea di Tinder. Ci siamo evoluti. Sposati, coppia tradizionale, coppia di fatto, coppia allargata, gli impegnati, single per scelta, single per scelta degli altri, segaioli professionisti, relazione complicata e complicate relazioni. L’amore ha le sue categorie, esattamente come il porno. Abbiamo razionalizzato il più irrazionale dei sentimenti provati dall’uomo. Un diamante è per sempre, la cena è al ristorante, con qualche battuta divertente, la scopata di San Valentino è assicurata. L’amore non si compra e non si vende, eppure è sponsorizzato con qualsiasi espediente. L’amore è commerciale, l’amore è social! Va bene che c’è la crisi, ma un profilo Facebook solo per una coppia state a fa i taccagni di megabyte. Da bambino, tra i banchi di scuola per la prima volta ho provato un morso allo stomaco e uno al cuore, forse era la mensa della scuola, ma un richiamo l’ho sentito. L’amore supera i confini di razza e di sesso. L’amore non ha età, ripete il pedofilo al pederasta. Un’ultima riflessione, fate l’amore non fate la guerra: i Black Eyed Peas cantavano Where is the love, ho trovato sempre divertente il fatto che Peace - pace suonasse identico a Peas - piselli. Joseph.
indice Sport - intervista con daniele guzzone e elena scagnoli
1
a cura di: Olga Kostanchuk
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Sport - intervista con daniele di francesco e silvia sama a cura di: Matteo Pranzetti
5
special guest - intervista con Leonardo Decarli a cura di: Giordano Tricamo
7
musica - intervista con giuseppe sblendorio a cura di: Giordano Tricamo
9
musica - intervista con marco mantovani a cura di: Olga Kostanchuk
11
Arte - intervista con martina giammarini a cura di: Olga Kostanchuk
13
Arte - intervista con Roberto Rotondo e fabio astolfi a cura di: Giordano Tricamo
17
sociale - intervista con c.a.g. tarquinia a cura di: Jacopo Fortunato
19
artigianato - intervista con Francesca Schifano a cura di: Giordano Tricamo
21
ciborio - intervista con Giuseppe Maddaloni e Giada Amatucci a cura di: Jacopo Fortunato
homies in fuga - intervista con Franco Spagnoli e Valentina Pironi
23
a cura di: Joseph Crisafulli
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libera mente - Cogito ergo sum a cura di: Sigrfido
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cinema - l’amore in love a cura di: Joseph Crisafulli
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E venti a cura di: Giordano Tricamo
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vignettone scritto da: Joseph Crisafulli, realizzato da: Jacopo Fortunato.
Local Fanzine. Da un’idea di: Olga Kostanchuk. Progetto grafico: Matteo Pranzetti. Homies team: Joseph Crisafulli, Jacopo Fortunato, Olga Kostanchuk, Matteo Pranzetti, Giordano Tricamo.
Homies Fanzine
homiesfanzine@gmail.com
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sport Daniele Guzzone - Elena scagnoli Daniele, quando hai iniziato a fare Surf? Dove? Con chi? Sono cresciuto sulla tavola da Windsurf, facendo regate e praticando Wave quando arrivavano mareggiate abbastanza consistenti. Ma nella mia testa rimaneva sempre un pallino fisso: il Surf! Poi all’età di 12 anni, mio fratello Gabriele mi ha portato con lui e i suoi amici in acqua all’Ideale ed ho provato una sensazione unica che tutt’ora mi porto dentro.
Cavalcare un’onda e scendere dal cavo e sentire l’adrenalina che sale. Mio fratello Gabriele, detto Riccetto, è la mia fonte d’ispirazione con il suo stile e la sua potenza! Quali sono le migliori esperienze che hai vissuto surfando? I migliori spot all’estero? E per quanto riguarda Santa Marinella? La migliore avventura sul Surf l’ho avuta quando ho surfato per la prima volta onde di 4 metri a Fuerteventura. È stata un’esperienza che mi ha segnato moltissimo, perché sono riuscito a guadagnarmi il rispetto dei locali prendendo una delle onde più grandi. Non ho viaggiato molto ma uno dei migliori spot che ho surfato è
Supertubos a Peniche, un’onda perfetta che fa dei tubi enormi quando è grosso. Per quanto riguarda Santa Marinella io direi che siamo abbastanza fortunati abbiamo molti spot sul nostro litorale quando ci sono mareggiate. Come vive la tua ragazza questa tua passione? Ti sostiene? In che modo? Mi ritengo molto fortunato ad avere una ragazza con le mie stesse passio-
ni, in più è una fotografa e quando ci sono le onde grosse ho sempre una bella foto della session. Mi sostiene in tutto e per tutto, avvolte mi aiuta a migliorare i miei trick facendomi dei video e rinunciando a entrare in acqua solo per farmi contento. Progetti futuri? Per il futuro io penso sempre ai viaggi. Ora sto risparmiando molto per andare con Elena alle Hawaii e surfare Pipeline il prossimo Inverno! Spot preferito per una scopata? Hahahahaha negli spot ci si va a surfare non a trombare!
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Presentati. Mi chiamo Elena e vivo a Civitavecchia da circa 3 anni. Studio Scienze Ambientali all’università e dopo voglio fare Biologia Marina. Lavoro inoltre come istruttrice di Windsurf alla Lega Navale italiana (LNI). Amo la fotografia, viaggiare e fare Surf/ Windsurf. Ho un ragazzo unico nel suo genere che si fa chiamare Gazza o Il Guzzoncino! Spero di rimanere con lui sulla stessa onda per tutta la vita. Cosa vuol dire stare con un surfista? Vuol tina solo stai
dire alzarsi dal letto la matalle 6 e riuscire a svegliarsi nel momento in cui realizzi che per entrare nell’acqua, o quando
Qual è la migliore canzone per una scopata? Sicuramente dipende dall’atmosfera che si viene a creare, ma consiglierei “Pay to cum” dei Bad Brains!
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Più che progetti sono ancora sogni nella mia testa e sono veramente tanti! Con questi studi vorrei lavorare in giro per il mondo facendo foto e riprese subacquee. Per quanto ri-
Un pro sicuramente è voler viaggiare! La voglia costante di spostarsi per rincorrere l’oceano! Il contro è svegliarsi accanto ad una testa piena di capelli salati ed incrostati perché se ci sono le onde che la fai a fare la doccia? Tanto il giorno dopo stai di nuovo dentro l’acqua, in pratica ti lavi in mare! Pensa che quando viaggiano solo maschi fanno la gara a chi si fa la doccia per ultimo!
Elena Scagnoli
Parlaci dei tuoi progetti futuri (in coppia e non) e come questi siano legati al nostro litorale.
Un pro e un contro nello stare con un surfista.
Daniele Guzzone
preparo la mia attrezzatura fotografica e aspetto fino a che non sento il suono del primo scatto! Vuol dire anche fare dei compromessi, almeno qualcuno direbbe così, perché quando ci sono le onde, possa cascare il mondo, si va a surfare! Di sicuro non mi annoio mai con Daniele, siamo quasi sempre in giro.
guarda la coppia, Daniele c’è in tutti i miei progetti sia presenti che futuri! Entro quest’anno vorremo andare alle Hawaii anche per vedere come ci potremo trovare andando a vivere li. Inoltre il piano B prevede di aprire una scuola di Surf e Windsurf in un posto così caldo che non ci sarà mai bisogno del phon per asciugarsi i capelli! Ciò che lega i miei progetti a questo litorale è sicuramente la passione per il mare, è qui che ho fatto le mie prime immersioni. Ed anche il lavoro che faccio da istruttrice di Windsurf, è stupendo farlo qui. È una parte di costa che offre molto, anche se tantissime persone non lo vedono!
sport Daniele Di Francesco - Silvia Sama Presentati. Ciao HOMIES, mi chiamo Daniele “kinder” Di Francesco, classe ‘90, Santamarinellese DOC! Amo stare all’aria aperta, fare sport e passare del tempo con gli ami, se riesco a fare tutte queste cose insieme allora è il top!
Superate si accede ad un corso di formazione di 90 giorni, tanta fatica e dedizione, ma ne é valsa la pena! Sarò sempre riconoscente ai miei genitori che mi hanno spinto e mi hanno sponsorizzato in tutto questo, grazie mamma e grazie papà! Quale caduta metteresti in cima alla tua Hall of Meat? Sicuramente la cartella che presi in un contest in notturna organizzato in Val di Pejo. Bs Rodeo abbondantemente over e atterrato di faccia sul ghiaccio! In quel contest vinsi il Best Slam! È anche su un vecchio numero di ON BOARD che aveva dedicato una pagina al contest!
Come è nato il tuo amore per la neve? E quello per lei? Grazie ai mie genitori che all’età di 3 anni mi hanno portato in montagna e messo sugli sci, da quel momento in poi non ho mai smesso! Poi attraverso il surf e lo skate ho iniziato anche a snowboardare! Per quanto riguarda lei la incrociai per le piste, era bellissima e con un outfit superbaggy, come potevo non innamorarmi all’istante! Avresti mai pensato di diventare un insegnante di snowboard? Raccontaci il tuo percorso. Se devo dirla tutta si, ho sempre saputo di voler fare il maestro! Finite le superiori ho iniziato a passare gli inverni in Val di Sole ad allenarmi per passare le selezioni.
I migliori tre spot della tua vita. Primi in assoluto i boschi che abbiamo qui in Val di Sole (Folgarida/ Marilleva). Al secondo posto Alagna Valsesia “Freeride Paradise” dove ho avuto la fortuna insieme ai miei compagni di corso di fare Heliski. Terzo posto Morea Snowpark località Bellamonte, ci sono ferri da slideare ovunque! Il tuo best trick e quello di Silvia. Non credo di avere un best trick, perlomeno non sono quelli che mi danno più soddisfazione, mentre un bel Bs1 Late beh, è un Bs1 Late! Andate a cercare qualche video di Marc Frank Montoya e ditemi se non sará il vostro nuovo trick preferito! Il trick più stiloso di Silvia è N’ollie Bs 3 Hardway (staccato dai talloni)!
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Presentati. Ciao, sono Silvia, ho la bellezza di 28 anni, e sono di Cesena. Amo ogni genere di sport, specialmente gli actionsport, e le moto. Per descrivermi in due aggettivi vi direi: testarda e determinata.
rarsi tanto provando nuovi trick ed evoluzioni. Entrando in uno snowpark (che ci tengo a dire è aperto anche agli skier) ci sono regole da rispettare, quindi occhio, leggete ed informatevi sempre. Un consiglio per piccoli snowboarders?
Anche tu “snowboard or die”, eh?
sulla
tavola
o
a
Daniele sulla tavola è fantastico, la prima volta che l’ho visto girare in pista, senza nemmeno averlo visto in faccia, l’ho indicato ed ho detto con i miei amici “lui è il mio futuro marito”...Diciamo che gira grosso in snowboard e anche a letto!
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Yolo Snowboard Skull
Freeride è tutto ciò che riguarda la montagna vera, è libertà, avventura, silenzio. Sei tu, la tavola e la neve. In questo ambito ti rendi conto di quanto rispetto bisogna portare alla montagna, ci sono rischi che bisogna saper riconoscere ed affrontare, consiglio a tutti di andare sempre con qualche esperto del settore, e non avventurarsi allo sbaraglio. Il park invece é un contesto costruito, dove ci sono salti, strutture come box e rail. Puoi scegliere di farti la tua “linea” in base alle tue capacità. Qui ci si può sbizzarrire e si ha l’opportunità di crescere e miglio-
Daniele...meglio letto?
Silvia Sama
Free Ride e Park: che differenze ci sono e cosa preferisci.
Ogni bambino indipendentemente dall’età quando inizia a camminare, correre e saltare con sicurezza può essere messo sulla tavola. Ci sono bambini di 5-6 anni che fanno cose incredibili, non hanno paura e imparano subito. È uno sport che, oltre a praticarlo all’aria aperta, insegna a stare in mezzo alle persone e a rispettare le regole che circondano questo fantastico mondo delle piste. Quest’anno c’è stata una forte crescita di bambini che hanno iniziato a far snowboard e ciò mi rallegra, vuol dire che siamo usciti dall’ideale comune (sbagliato) di mettere il bambino prima sugli sci. Quindi piccoli rider fatevi avanti che vi aspettiamo!!!
Daniele Kinder Di Francesco
Lo snowboard ha iniziato a far parte di me quando avevo 17 anni, e a 18 anni i miei genitori mi hanno regalato la mia prima tavola. Ho iniziato a far stagioni in montagna, in Trentino all’età di 20 anni innamorandomi sempre di più di tutto ciò che circonda questo sport. Ora non ne potrei fare a meno, è uno stile di vita tanto che sto diventando maestra anche io.
special guest Leonardo DeCarli Un artista a 360°, un film sul grande schermo, un libro in uscita, un singolo prodotto e ora un nuovo programma su Real Time. Cos’altro dobbiamo aspettarci? Spero tante altre cose, magari un bel film da protagonista! Per me questa è stata solo palestra (della quale ognuno ha bisogno per fare cose sempre più grandi e significative) mi piacerebbe molto recitare in un film, non per forza una commedia, anzi! Parkour, vocalist, presentatore, cantante, scrittore e soprattutto youtuber! Chi è Leonardo Decarli? Leonardo è un ragazzo ormai 26enne che ha sempre creduto nei propri sogni e che con grandi sacrifici e fatica li sta facendo avverare. Abbiamo vissuto direttamente la tua crescita artistica e, sicuramente i video sono stati il tuo trampolino. Come ti si è accesa la lampadina? In realtà non so mai rispondere a questa domanda, non so né perché né per come io abbia iniziato a fare questi video. Forse per curiosità!
Homies nasce per valorizzare le eccellenze locali che purtroppo non hanno mai avuto il giusto risalto. E’ stato difficile emergere in una realtà come quella di Civitavecchia? E’ stato difficile si! Mi ricordo quando nel lontano 2010 ero seduto ad un bar al ghetto e dei coetanei mi sfottevano per il fatto che facessi video sul web, a distanza di 3 anni due di loro li ho trovati a fare le stesse identiche cose, o almeno ci provavano! Amo molto la mia città, mi ha dato tanto e mi ha permesso di crescere nel migliore dei modi. E’ anche vero che purtroppo si da poco risalto
Milioni di visualizzazioni e vicinissimi al traguardo di un milione di iscritti al canale. Quando hai capito che qualcosa stava cambiando? Dal 2013 - tre anni dopo aver iniziato a girare i video “comici” - quando sono stato riconosciuto da una ragazza all’uscita della metro B di Roma, non potevo crederci.
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La colonna sonora per la scopata perfetta? Shape of you di Ed Sheeran.
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C’è una grossa differenza tra critiche costruttive e critiche fatte a cazzum. Sicuramente non è più come una volta, all’inizio era davvero difficile dover leggere commenti sgradevoli quotidianamente. Mi chiedevo: “Perchè mai la gente deve provare odio nei miei confronti? A cosa è dovuto?” Ormai fortunatamente essendo uno degli “anziani” di Youtube Italia, ne ricevo raramente, anzi ho un pubblico veramente fidelizzato, una volta si facevano chiamare “Decarlini” ma quando hanno capito che il nome assomigliava ad una razza di cani creata in laboratorio, hanno deciso di cambiarlo in Castories, vi giuro che mi seguono anche “Castories” di 30 anni.
E’ sicuramente cambiata tantissimo! La vita qui è frenetica e stare dentro casa tutto il giorno (per via delle riprese e del montaggio) mi opprime, spesso ho bisogno di farmi un giro. La vita privata è andata un po’ a scemare, bisogna saper mantenere la privacy con delicatezza, non si può mica sbattere tutto su internet e poi lamentarsi! E’ un po’ imbarazzante quando ti chiedono di fare una foto all’Esselunga e tu sei con il carrello con la carta igienica ed il mangime del gatto…alla fine però è una gran figata!
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Ciò che non uccide ti fortifica. Come ti poni alle centinaia di critiche che ricevi ogni giorno?
Dalle passeggiate al viale di Civitavecchia alla Milano da bere. Quanto è cambiata la tua vita privata e non?
Leonardo Decarli
ai giovani che tentano di fare qualcosa di diverso dalla monotonia dei pomeriggi al Barone, posso assicurarvi che c’è un lato artistico nascosto che farebbe paura alle più grandi metropoli. Nessuno è profeta in patria propria, anche se devo dire che le cose negli ultimi anni sono cambiate, forse per il fatto che ho preso la residenza a Milano, ogni volta che scendo giù trovo sempre una magnifica “ammirazione e stima” nei miei confronti che mi fa davvero tantissimo piacere!
musica Giuseppe Sblendorio Presentati! Ciao, sono Giuseppe Sblendorio, abito a Civitavecchia e ho 25 anni.
andato alla scuola superiore, lì il clima d’amicizia che si era creato con le scuole elementari e medie si è andato a distruggere. Dalle difficoltà di Civitavecchia ai Ladri Di Carrozzelle: Raccontaci la tua esperienza!
A quanti anni hai iniziato a suonare la batteria e come ti ci sei avvicinato? Mi sono avvicinato allo strumento della batteria sin da piccolino, iniziando a suonare piante e pentole, mi divertiva il rumore che faceva e così all’età di circa 6 anni ho iniziato a studiarla.
All’incirca 4 anni fa insieme ai miei genitori abbiamo trovato il gruppo Ladri di Carrozzelle a Frascati, composto da persone diversamente abili. Da quando ho iniziato a suonare con loro le mie giornate si sono arricchite, con prove settimanali e concerti in tutt’Italia. Con i componenti del gruppo oltre ad essere compagni di musica siamo diventati veri amici. I Ladri Di Carrozzelle sono una seconda famiglia!
Che cos’è la Sindrome di Williams? La sindrome di Williams è una malattia genetica rara. Consiste in un disordine neurocomportamentale genetico dovuto alla delezione del cromosoma 7. In una società come la nostra, hai avuto problemi a relazionarti con compagni di scuola o gruppi di amici? In una società come la nostra i problemi nel relazionarmi con gli altri ragazzi sono iniziati quando sono
Ormai ti vediamo girare l’Italia tra trasmissioni televisive e palchi importanti. Raccontaci l’esperienza che ami ricordare. Con loro oltre a portare buona musica, portiamo un messaggio sociale: abbattimento delle barriere architettoniche e d’integrazione, tutto ciò con leggerezza, ottimismo e buon umore: la diversità è una ricchezza
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altri due cd sono dei Dream Theather: il primo si chiama “Train of thought” del 2003 e l’altro si chiama “Images and Words” del 1992. Abbiamo visto il tuo video “O anche no”. Vuoi trasmettere il tuo messaggio ai nostri lettori?
Progetti futuri? Nel futuro ho tanti progetti il primo è continuare a studiare e arricchire la mia cultura musicale ma anche di divertirmi in ogni concerto che faccio con il mio gruppo e di non mollare mai!
Sappiamo che hai una grandissima cultura musicale, consigliaci 3 dischi che non dovrebbero mai mancare in casa.
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Io amo molto ogni genere di musica, però la mia musica preferita è la musica metal. In una libreria musicale secondo me non deve mancare in primis il cd dei Ladri di Carrozzelle che si chiama “Completamente fuori” e gli
LadriDiCarrozzelleUfficiale
e non un disagio. Questo messaggio lo portiamo in tutti i palchi d’Italia, abbiamo fatto esperienze molto importanti ad esempio: trasmissioni televisive, abbiamo suonato a Castel Porziano per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella anche davanti alla Presidentessa della Camera Laura Boldrini. Però l’esperienza che vi voglio ricordare oggi è stata quella del 1 Maggio a Bologna, lì ho incontrato tanti artisti, uno che mi è rimasto impresso è Eugenio Finardi e il suo batterista Claudio Artinfengo. Abbiamo parlato di musica e ci siamo dati dei consigli, suonare per questa manifestazione è stato fantastico è stata un’esperienza unica.
Giuseppe Sblendorio
Nel 2015 con i Ladri di Carrozzelle abbiamo girato uno spot che si chiama “O anche no”, questo video ha avuto tante visualizzazioni, il video parla che ogni persona con disabilità può fare ogni cosa, come dice il video non possiamo fare solo fotocopie o lavare i piatti ma possiamo fare anche musica.
musica Marco Mantovani Tutti conoscono gli Hopes Die Last e la storia della vostra band. Ora la vostra ultima, nuova, shockante evoluzione: gli Alphawolves. Come ci siete arrivati? Quanto degli HDL è in Alphawolves? Quali invece sono le novità? Ci siamo arrivati in maniera naturale, senza farci problemi né troppe domande. Degli HDL “originali” ero rimasto soltanto io, anche quella degli attuali Alphawolves è la stessa line-up degli ultimi Hopes Die Last, e questo ha contribuito a spingerci verso nuove sonorità, un nuovo stile. Di nuovo c’è che abbiamo praticamente eliminato gli screams e che Daniele suona anche la chitarra. Ma anche e soprattutto uno spostamento verso un sound più rock rispetto al passato.
Come avete vissuto da amici, colleghi e fratelli le scelte di Becko e Ivan di lasciare la band? L’abbiamo vissuta bene, senza problemi. I rapporti umani sono rimasti intatti, perché non puoi obbligare altri a seguire la tua stessa strada, e le scelte di vita vanno comprese,
soprattutto se, come nel nostro caso, c’era un rapporto che va oltre l’aspetto professionale. Emergere da una piccola realtà come Ladispoli non è facile, eppure di talenti ce ne sono (guarda voi, Ruben Mendes o Nicolò Arquilla). Cosa pensi della scena musicale locale e nazionale? Se i talenti non mancano, cos’è che ci serve in Italia per spingere i musicisti emergenti? Servirebbe competenza professionale da parte delle major, che hanno ancora il potere economico e non solo per far crescere i talenti. Purtroppo però ai vertici della catena staziona nella maggior parte dei casi gente che vendeva dischi negli anni 80, e che pensa di far girare la ruota alla stessa maniera di 30 anni fa. E c’è una profonda incompetenza musicale. Se non fosse per i talent show che stanno avendo una enorme rilevanza mediatica, e dai quali le major attingono a piene mani, la discografia italiana per come la conosciamo sarebbe già morta da 10 anni. Semplicemente non hanno idea di come gestire le cose, non sono umili abbastanza da prendere esempio dalle realtà vincenti del panorama internazionale, e quasi sempre distruggono i talenti sul nascere. Però ci sono moltissime realtà indipendenti in fermento, che lavorano bene, con umiltà e voglia di fare, ma soprattutto competenza, idee nuove e fresche. Presto o tardi queste realtà prenderanno il posto delle vecchie, speriamo accada il prima possibile, serve una svolta totale.
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Tu scrivi le canzoni, fai la musica e la produci. Il tuo cantante e il tuo bassista girano i vostri video (Trilathera). C’è qualcosa che non fate indipendentemente al momento? Veramente rispetto al passato abbiamo partecipato tutti quanti al songwriting e alla produzione, e questo ha contribuito a creare lo stile per cui ci faremo conoscere nei prossimi mesi. Tutto quello che vedrete e ascolterete da parte nostra è interamente self-made. E ne siamo orgogliosi.
Da cosa prendi ispirazione per scrivere? Quali sono gli artisti che hanno influito maggiormente su di te? Prendo ispirazione dai miei stati d’animo, da sempre, dato che non saprei fare altrimenti. Se devo fare dei nomi, tra i tanti direi Placebo, Marilyn Manson, Underoath, Verdena e Pink Floyd. Qualche futuri?
anticipazione
sui
progetti
Nel 2017 abbiamo in programma l’uscita di 3-4 videoclip ufficiali, più un video live in studio, e i primi live shows. Ma tutto è ancora da decidere. La miglior colonna sonora per una scopata. Senza dubbio “Always outnumbered, never outgunned” dei Prodigy.
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Ne vale la pena se c’è un progetto serio dietro, delle persone che hanno i tuoi stessi obiettivi e che possono veramente portare vantaggi alla causa. Questo ancora esiste, ma sono condizioni sempre più difficili da trovare nell’industria discografica. Fortunatamente oggi puoi camminare con le tue gambe e gestire le cose autonomamente, se lo sai fare. Io ai gruppi emergenti consiglio di non sentirsi mai appagati, e di cercare di gestire ogni cosa autonomamente prendendo esempio da chi insegna la giusta strada. La barca deve saper navigare da sola, se poi qualche bravo manager o qualche label con un progetto serio vuole salire a bordo, ben venga, a patto che sappia dimostrare entro breve tempo di saper farla andare più forte.
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Avete lavorato per anni con case discografiche, managers e agenzie varie. Ne vale ancora la pena o meglio farsi tutto da sè? Cosa consiglieresti ad un gruppo emergente?
arte Martina Giammarini
Presentati. Ciao, sono Martina Giammarini, ho 25 anni e vivo a Ladispoli in provincia di Roma. Lavoro presso l’Emporio e insegno danza in una palestra qui a Ladispoli. Quando hai iniziato a fare danza? Cosa ti ha spinta e chi ti ha ispirata? Ho iniziato a fare danza all’età di 4 anni, poiché il medico di fiducia lo consigliò a mia madre dato che il suono della musica avrebbe potuto aiutarmi a sentire meglio. E fu cosi che me ne innamorai e cominciai il mio percorso. Come hai affrontato la malattia nel corso degli anni? Penso che tu sia di grande ispirazione per tante giovani ragazze, che consiglio ti senti di dare a chi si trova in una condizione simile alla tua? All’inizio fu difficile per me, provavo un po di vergogna. Ma con l’aiuto della mia famiglia e i miei amici ho superato tutto con serenità. L’unico consiglio che posso dare è di non abbattersi mai, ma di sorridere
perché ci sono cose peggiori nella vita. Essere sordomuti non è assolutamente un problema, anzi un pregio che ci distingue. Da dove prendi la tua forza e il tuo ottimismo? La mia forza e il mio ottimismo le prendo dalla mia famiglia, dal mio fidanzato, dal mio lavoro e dalle piccole gioie di ogni giorno che mi fanno andare avanti con il sorriso.
Come è stata l’esperienza a Italia’s got talent? Quali feedback hai ricevuto? Cosa ti ha lasciato? L’esperienza di Italia’s got talent è stata probabilmente la più bella della mia vita. Ho incontrato persone stupende, provato emozioni assurde e
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Vintage” qui in Piazza Centrale. L’evento consiste in tre giorni di festa, mercatini vintage e musica pazzesca! Chiaramente si potrebbe fare tanto altro ancora qui, ma siamo fiduciosi che migliorerà tutto.
Come nasce il progetto Emporio? Un concept store con all’interno un po di tutto: bar, boutique e laboratorio di pasticceria!
La miglior colonna sonora per una serata in dolce compagnia?
Noi come Emporio cerchiamo sempre di migliorare la nostra città proponendo eventi. Sono ormai 5 anni che mia sorella Eleonora organizza “Ladispoli
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Emporio organizza anche tanti eventi a Ladispoli, com’è la situazione? Cosa offre la vostra città ai giovani e quali sono secondo te le opportunità da poter sfruttare?
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L’Emporio è un piccolo grande sogno realizzato, soprattutto grazie all’amore e l’impegno di mia sorella Eleonora e la mia socia pasticcera Ramona. Mia sorella ha sempre organizzato eventi ed è un’amante dei vestiti mentre Ramona ha sempre fatto dolci. Poi un bel giorno abbiamo deciso di trasformare queste passioni in una realtà lavorativa. Detto fatto! Io sono diciamo il braccio destro di questo Emporio.
Per l’ultima domanda hai scelto la persona sbagliata...ahahahahah. Non sento molto bene la musica ma sono una fan sfegatata di Tiziano Ferro quindi sicuramente una delle sue canzoni. Forse “Sere Nere”...
Martina Giammarini
cosa più bella, sono riuscita a trasmettere il mio messaggio: i problemi non si risolvono, ma si affrontano. Mi ha lasciato dentro una forza assurda, una gioia di ricominciare pazzesca.
arte Vicolo Cechov
Ciao sono Roberto e anche io ascolto RDS, ciao sono Fabio e anche io ho messo fuori Radio Maria...
Inoltre è terapeutica! Molte persone “chiuse” riescono con l’improvvisazione a relazionarsi in maniera migliore proprio applicando le regole e i principi base di quest’arte!
Come avete imboccato la svolta verso il vicolo Cechov?
Avete riscosso un enorme successo tra i giovani, qual è il vostro segreto?
Vicolo Cechov nasce in autostrada da Perugia a Roma, in un pomeriggio di 7 anni fa. È nato dall’idea di portare anche Civitavecchia una scuola nazionale di improvvisazione teatrale, che noi seguivamo a Roma. Dopo varie cazzate è nata “Vicolo Cechov” - che in origine si sarebbe dovuta chiamare Chuck Norris o Robbe di Kafka.
L’improvvisazione teatrale fa presa sui ragazzi perché è un’arte giovane, nata negli anni 70, quindi ha solo 40 anni! I giovani riscoprono prima di tutto degli amici con cui fare gruppo e con cui improvvisare storie, andare di fantasia in mondi che oggi sono abituati a vedere tramite videogame o tramite film. Qui lo possono fare di persona, come se fosse una realtà virtuale nella quale loro si immergono e creano la loro storia! Anche se in realtà piace proprio a tutti! Infatti nella nostra scuola abbiamo anche persone di 60 anni e il gioco sta proprio nel mettere in relazione un sessantenne con un diciottenne.
Presentatevi!
Che cos’è l’improvvisazione? È l'arte teatrale più difficile perché non c'è copione, ma anche la più divertente! Si recita in base alle proprie doti di fantasia, prontezza e creatività, capacità che la scuola tira fuori da ogni allievo. Visto che il teatro d'improvvisazione è senza testo gli input per iniziare una scena vengono dati direttamente dal pubblico. A ogni modo dietro tutto questo c’è molto lavoro, studio e un allenamento costante poiché non avendo un testo su cui basarsi, l’unica forza che si ha è quella di due esseri umani che stanno collaborando.
Quanto l’improvvisazione ha avvicinato i giovani d’oggi al teatro? Il fatto è che ci siamo rotti un po’ i coglioni di vedere le solite cose a teatro, mentre da noi c’è un’ondata spumeggiante di novità visto che ogni spettacolo nasce e muore in quel momento, essendo appunto improvvisa-
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zione. Tutto questo mix tra pazzia e grottesco attrae molto i giovani. Innanzitutto è il divertimento a fare da leva e in più le belle fiche! Ahahahah! Scherzo però sappiate che il Vicolo Cechov è la scuola con il più alto numero di fica. Siamo una gran bella famiglia! Come è strutturata la vostra lezione?
Dal vicolo Cechov alla strada per il successo...quali sono i vostri progetti per il futuro?
Belli bravi e simpatici...però tra i due chi ci è e chi ci fa?
Colonna sonora per una scopata perfetta? Quali sono le skills che un buon improvvisatore dovrebbe avere?
Sabato pomeriggio di Barry White e Outro degli M83.
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Vicolo Cechov
Le skills che un improvvisatore deve avere sono sicuramente il non pensare, ovvero l’attitudine al lasciarsi andare. Inoltre un po’ di sana pazzia non guasta mai. Ma il bello dell’improvvisazione è che non bisogna avere delle velleità particolari perché a noi quello che serve sei tu, che
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Vi lasciamo liberi di deciderlo voi!
www.vicolocechov.it
Il nostro progetto per il futuro è quello di continuare ad espanderci. Vorremmo portare questa disciplina in altri posti d’Italia. Siamo un’ottima azienda che offre dei servizi non indifferenti e ci proponiamo di farlo non solo in ambito territoriale ma anche nazionale. Tra l’altro siamo tra le prime quattro scuole, insieme a Roma, Milano e Torino, per numero di allievi! Siamo partiti nel 2010 con sei allievi ed ora siamo cento adulti, centocinquanta bambini e abbiamo aperto una filiale nelle Marche, una scuola di teatro di testo e stiamo crescendo sempre di più. Quindi è chiaro che se c’è la possibilità di crescere Civitavecchia è pronta a farlo con numerosi artisti.
Vicolo Cechov
La lezione inizia con un riscaldamento iniziale imporantissimo, dove si comincia a formare il gruppo, la fiducia nel gruppo e in se stessi. Si continua poi sempre con una forte energia e si iniziano a mettere dentro i dettami dell’improvvisazione che sono: accettare sempre la proposta che fa l’altro, guardarsi sempre negli occhi, non impallarsi, non parlare l’uno sull’altro, seguire la storia e non farsi le storie mentali dentro ma più che altro vivere il momento. Nel percorso didattico invece vai a toccare temi come la fiducia, la creazione del gruppo, lo stimolo della fantasia, della reattività e soprattutto la velocità, l’essere sempre pronto in una situazione dove non c’è nulla da fare.
sei già un’opera d’arte fantastica, e la tua fantasia. Noi lavoriamo sulla persona per farla diventare migliore e più creativa in modo da fornirgli consapevolezza e gli strumenti necessari a portare avanti una storia per il pubblico che la desidera.
sociale Cag Tarquinia Che cosa è il CAG? Il CAG o Centro Aggregazione Giovanile è ad oggi una struttura polifunzionale che oltre ad avere spazi ludico ricreativi per i giovani dai 13 ai 35 anni, vede al suo interno anche l’ ufficio Informagiovani che si occupa di dare un ampio servizio di informazione per quanto riguarda il lavoro e i corsi di formazione e di agevolazioni di varia natura. Come è nato questo progetto? Il progetto nasce da un bando della regione Lazio nel 2011 vinto dalla cooperativa Alice ora “Alicenova”. L’idea che ha permesso di vincere il bando è stata quella di riqualificare alcuni locali comunali per ampliare gli spazi del centro socio riabilitativo per disabili ed altri per creare un posto destinato ai giovani.
Come è organizzata la vostra struttura e quali attività proponete? La nostra struttura ha un equipe di 5 operatori ed una coordinatrice. Si suddivide in diverse aree quali: sala accoglienza con al suo interno il box musicale insonorizzato. Sala
computer con collegamento a internet e la fruizione libera da parte degli utenti. Sala giochi attrezzata con giochi da tavolo, ping-pong e playstation. Infine un ampio salone con stereo, salotti dove riunirsi ed un grande tavolo dove poter svolgere diverse attività. Tutte le aree sono coperte da rete wi-fi libera e i ragazzi, iscrivendosi gratuitamente al centro, possono usufruire di tutti gli spazi. Le attività proposte dal centro variano da laboratori di fotografia, arti visive a laboratori di teatro, street art, cineforum, tornei di playstation, laboratori di lingue straniere e inoltre siamo in sinergia con l’istituto di Istruzione Superiore “Vincenzo Cardarelli” supportandoli in quasi tutte le iniziative da loro proposte. La nostra pagina facebook è seguita da più di mille utenti e la pagina di Informagiovani è seguita da 2700 utenti.
Quali sono le difficoltà più grandi da fronteggiare? Le difficoltà più grandi riscontrate sono i pochi finanziamenti che lo Stato eroga per le politiche giovanili e la poca attenzione ai bisogni dei giovani, nonostante essi siano il futuro.
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Quali talenti ha visto crescere il CAG?
Essendo molto presenti sul territorio con molti eventi svolti da noi durante tutto l’anno, siamo legati ad ognuno di questi, in quanto in tutti mettiamo impegno, passione e dedizione. Sicuramente i più importanti sono “Agriturock”, che abbiamo organizzato per 4 anni, ed “ Io pittore per Caso”, giunto alla ventesima edizione.
Il CAG è frequentato da molti ragazzi interessati al mondo della musica e proprio all’interno del centro hanno formato le loro band. Alcuni di loro hanno anche inciso dei dischi come: Le Riserve, Prisco, Black Snake Moan (One man band). I più piccoli stanno crescendo ed hanno iniziato a scrivere e comporre pezzi loro e ci aspettiamo presto nuovi successi!
Come si sostiene il CAG?
Quali suggerimenti avete da dare ai nostri lettori?
Il CAG ha diverse forme di sostentamento a partire dalla stessa cooperativa Alicenova, la quale investe molte risorse per la gestione e il funzionamento del servizio, il Comune di Tarquinia, Regione Lazio e Provincia di Viterbo. Tutto avviene per bandi.
Ai ragazzi diciamo di credere nei loro sogni e di impegnarsi nel realizzarli. Ai grandi diciamo di credere nei giovani e di investire su di loro.
Quali progetti avete in serbo?
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www.ig-tarquinia.it
In cantiere ci sono molti progetti sia riguardanti laboratori o attività da fare dentro il CAG, sia eventi rivolti alla cittadinanza. Il punto focale è comunque quello di allargare la rete, cioè poter mettere insieme diverse situazioni in modo da offrire un servizio più completo, interagire attivamente con l’assessorato alla cultura, con quello per lo spettacolo, lavorare in sinergia con altri centri di aggregazione giovanile o con le officine dell’arte e dei mestieri presenti nella provincia.
Centro aggregazione Tarquinia Cag
Quale evento ricordate con particolare orgoglio?
Artigianato Basita Lab Shop
Presentati! Mi chiamo Francesca Schifano e sono nata a Civitavecchia. Con i miei collaboratori creiamo un po’ di tutto. Principalmente siamo nel settore della moda, proponendo capi d’abbigliamento e accessori unici firmati Basita. Cos è Basita Lab Shop? Basita lab shop è gran disordine fatto di idee illustrazioni, musica, serigrafie, borse ,accessori ,capi d’ abbigliamento che si sistema con la realizzazione degli articoli. Ci piace Creare Sinergie con altri artisti di ogni campo e promuovere piccoli eventi all’ interno del nostro Laboratorio. Quale è stato il tuo percorso formativo? Più che un percorso è stata una corsa: inizio a Civitavecchia diplomandomi all’Istituto Tecnico Calamatta, nel settore Moda dove ora insegno e collaboro come esperta esterna. Poi
mi sono catapultata a Roma laureandomi allo I.E.D. come illustratrice e animatrice multimediale, qui ho collaborato con vari artisti quali Riccardo Mannelli e con diverse agenzie di comunicazione. Dopo lo I.E.D. ho conseguito un master alla scuola di illustrazione Officina B.5 di Roma tramite la quale ho preso contatti per pubblicare due mie illustrazioni sull’Unità. Abbiamo visto personaggi famosi indossare le tue creazioni, come nascono queste collaborazioni? Le collaborazioni nascono tramite contatti e frequentando locali festival e expo. Ad esempio l’acquisto dei nostri articoli da parte di Asia Argento è iniziato dalla nostra partecipazione all’International Tatto Convention di Roma. L’artigianato rischia di scomparire. L’idea di creare una cooperativa di artigiani potrebbe essere una scialuppa di salvataggio per questa nobile arte?
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Domanda difficile alla quale ci sono molteplice risposte sarò breve e coincisa: Nel Mondo c’è spazio per tutto anche per l’Artigianato.
miglior colonna sonora, ahhahha! Progetti futuri? Ovviamente si! Abbiamo tantissime idee in ballo. Facciamo costantemente dei brainstorming con i miei collaboratori, seguiteci per scoprirli!
“The show must go on “ per citare i Queen. Devi andare avanti sempre se ci credi veramente.
Il miglior regalo di San Valentino made in Basita?
La colonna sonora per una scopata perfetta? Mi verrebbe da dire senza dubbio gli intramontabili Massive Attack! Anche se penso che i gemiti umani siano la
Gia realizzati abbiamo l’Heart-Pillow, la Heart-Bag e portamonete! A brevissimo i nuovi articoli! Stay tuned, per essere sempre aggiornati sulle nostre ultime creazioni.
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Hai dei consigli da dare a chi volesse intraprendere questo percorso?
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Ciborio Queen Bee Street Food
Presentatevi! Ciao a tutti, Homies! Siamo Giada e Peppe, proprietari del Queen Bee Street Food, una cucina su tre ruote dove prepariamo cose buone! Raccontateci come è nato il vostro progetto. Il Queen Bee Street Food è un progetto nato prima di tutto dalla passione per la cucina e poi dall’idea di lavorare e divertirci insieme, e da lì è scattata la molla. Cosa vi affascina dello street food? Lo street food è sinonimo di libertà. Ci piace non avere vincoli, portare la nostra cucina in giro “On the road”. In questo modo abbiamo un rapporto diretto con i clienti che raggiungiamo, ovunque essi siano. Avete trovato difficoltà nella realizzazione del progetto?
Il nostro è stato un lungo percorso, un parto a tutti gli effetti! La nostra ape è stata costruita da zero e in base alle nostre esigenze cucita su misura. Proprio come una figlia, l’abbiamo vista crescere passo dopo passo, con tutte le difficoltà che un progetto simile richiede, sia di natura tecnica che burocratica. Ci è voluto circa un anno, ma ora siamo qua! Qual è il vostro menù e il vostro piatto forte? Abbiamo pietanze per tutti i palati! Dalla frittura di pesce alla pizza fritta, dalle zeppole con alghe ai panini farciti! E poi ancora, patatine, ciambelle, dolci...ma aggiungiamo sempre qualcosa di nuovo! Il nostro piatto forte, a detta dei nostri clienti, è la nostra frittura: buonissima e leggera! Molti però ci incolpano di averli drogati di zeppole alle alghe!
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I soliti spot e i luoghi più insoliti dove avete lavorato? Non abbiamo uno spot fisso! Infatti tendiamo a cambiare spesso location cercando quelle più interessanti. Inoltre durante questi 6 mesi siamo stati contattati per eventi e feste private. Sicuramente l’evento più stimolante e divertente a cui abbiamo partecipato è stato Tolfarte. Ma ricordiamo anche un catering sulla spiaggia, un altro alle Terme di Traiano, quest’ultimo particolarmente suggestivo! Invito i nostri clienti a mettere un like alla nostra pagina Facebook per essere sempre aggiornati sulla nostra food-posizione! Abbiamo un biglietto per Master Chef! Partecipereste? Certo che si! Sarebbe un’esperienza unica in grado di arricchire chiunque. Nel campo della cucina c’è sempre da imparare, proprio come nella vita. La colonna sonora migliore per quando siete a lavoro?
Siamo sposati da otto anni e abbiamo una splendida bambina. Dobbiamo ammettere che sul lavoro siamo una bella squadra ed anche a casa siamo una coppia felice! Buon San Valentino a tutti i lettori di Homies e veniteci a cercare!
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È nata prima la coppia di lavoro o la coppia vera e propria?
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Ascoltiamo un po di tutto, la musica è parte della nostra vita! Ma una canzone in particolare ci da la carica giusta prima di iniziare il lavoro: Io sto bene dei CCCP - Fedeli Alla Linea, perché come dicono loro è una questione di qualità, e noi di qualità ce ne intendiamo!
homies in fuga Franco spagnoli - valentina pironi vacanza e mi è rimasta nel cuore. A parte il mare, ci siamo innamorati della disponibilità della gente! C’è sempre un pretesto per far festa. Per non parlare del clima! Abbiamo puntato sulla qualità di vita. Quali difficoltà avete trovato? Qualche consiglio per chi sceglie questa meta.
Presentatevi. Hola a todos! Siamo Franco e Valentina. I nostri destini si sono incrociati dietro al Pantheon a Roma ormai più di 6 anni fa, e da allora non ci siamo mai separati. Io ho 29 anni e sono cresciuto a Santa Marinella. Lavoro nella ristorazione e sono un sommelier. Valentina invece è di Bologna, ma santamarinellese acquisita! Lavora come traduttrice (inglese, spagnolo e francese). Fuga d’amore o dalla crisi? Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto all’estero? Sfatiamo il mito della crisi: se ti dai da fare, il lavoro si trova anche in Italia. A noi non mancava, quello che ci mancava era il tempo da dedicare a noi e alle nostre passioni. Lavoravamo così tante ore da arrivare quasi a non vederci! Perché proprio le Canarie? Cosa vi ha affascinato? Valentina ci ha vissuto un anno per l’Erasmus. Voleva farmi conoscere l’isola, così mi ci ha portato in
Le Canarie hanno messo delle restrizioni sull’immigrazione. La burocrazia è macchinosa e ci abbiamo messo un paio di mesi per avere i documenti necessari ad iniziare una vita qui. La lingua spagnola per me (Franco) è stata una sfida. Non basta solo aggiungere una s alla fine di ogni parola! Va detto che rispetto al nostro paese, gli stipendi sono rapportati equamente al costo della vita e quello che guadagni ti basta per vivere tranquillo.
Per Valentina la lingua non è stato un problema! Raccontaci del mondo lavorativo delle traduzioni. Il mondo delle traduzioni è una giungla, ma non ho mai mollato. Mi sono portata il lavoro dietro dato che avevo già iniziato a collaborare con
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un’agenzia italiana. L’unica vera difficoltà è stata regolarizzare la mia posizione fiscale come autonoma. Qui c’è un regime fiscale differente, è stata un’impresa far capire ai miei clienti italiani come dovevo fatturare! Ho lavorato anche con un’agenzia di traduzioni locale. Le Canarie sono un piccolo mercato, ma ci si può ritagliare un proprio spazio grazie al settore turistico e a quello cinematografico.
Vi proponiamo un bianco, un rosso e un vino dolce: Il primo è un Malvasìa seco, cantina Bermejo. Il rosso è il 7 fuentes, cantina Suertes del Marqués. Il dolce è un Malvasìa volcanica blanco dulce, cantina La Geria. Vini fantastici che mi hanno ricordato quelli dei territori vulcanici italiani. Una frase di Wolfgang Goethe dice: “La vita è troppo breve per bere vini mediocri”, quindi cari lettori di Homies, cercate di bere bene, a prescindere dalla provenienza! Consigliateci la miglior canzone per fare l’amore alle Canarie!
Amici per la Vite è un blog che ho creato insieme al mio amico Mario Rasulo, che ho conosciuto durante il corso da sommelier. Il nostro obiet-
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Cos’è “Amici per la Vite” e come nasce questo progetto?
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Qui tutti vi direbbero di scatenarvi al ritmo del reggaeton, ma noi che siamo due romanticoni preferiamo l’ironia poetica del cantautore Joaquin Sabina. Dovendo sceglierne proprio una... “19 dias y 500 noches”.
Valentina Pironi
Ho frequentato il corso dell’Associazione Italiana Sommelier di Roma. Tra le mie prime esperienze lavorative c’è il GLEM di Santa Marinella, è stato il trampolino di lancio, lì ho capito quanto questo lavoro sia duro ma gratificante. Poi mi sono trasferito a Bologna, ho accresciuto il mio bagaglio di esperienze professionali, lavorando in diversi posti e partecipando ad eventi enogastronomici,. Ora lavoro in un ristorante sulla spiaggia, la vista sul mare alleggerisce le ore in piedi tra i tavoli. Colgo sempre ogni occasione per degustare qualche buona bottiglia di vino.
Il vino fuori dall’Italia: quali sono i migliori calici delle Canarie? Reggono il confronto con i vini nostrani? Franco Spagnoli
Per Franco, raccontaci il tuo percorso da sommelier.
tivo è quello di avvicinare le persone comuni al mondo del vino. I nostri articoli non raccontano solo di vino, ma di tutto ciò che gli ruota attorno: ad esempio nella rubrica “Sorsi Letterari” scopriamo gli intrecci tra letteratura e vino.
libera mente Cogito ergo sum
Mi onora avere la possibilità di scrivere libera-mente su questa testata progettata e realizzata da un gruppo giovane che vive il territorio da me definito della “Riviera Etrusca”, che si trova a nord del litorale di Roma Capitale e che comprende tra le altre Ladispoli, Cerveteri, Cerenova Campo di Mare, Santa Marinella, Santa Severa, Civitavecchia, Tarquinia ed oltre. Mi è d’obbligo inoltre, ringraziare i ragazzi di Homies per l’opportunità a me concessa, di scrivere senza censura quello che PENSO QUINDI SONO. Sono sempre stato affascinato dall’origine delle cose, fossero modi di dire, tradizioni o parole. Ed è andando alla origine che ne comprendi il vero senso, acquisisci consapevolezza ed all’occorrenza cambi atteggiamento rispetto a quella cosa. Ma tutto questo richiede tempo ed attenzione e nella nostra società, preda di continui isterismi e nevrosi, queste due caratteristiche sono difficilmente attuabili. All’interno del nostro mondo, noi concepiamo e cresciamo i nostri figli che, per un susseguirsi di deleghe, prima in famiglia e poi in ambienti extra familiari come la scuola, la chiesa, i luoghi per attività ludico/ sportive e non in ultimo la strada, vengono educati. Che bella parola “educare”, ma quante volte sentiamo parlare di maleducazione o ineduca-
zione? Ma qual è la origine ed il significato della parola educare? Qual è la sua vera etimologia? Educare, deriva dal latino “ducare”, che sta per “trarre, condurre” e dalla particella “e”, che sta per “fuori”. Quindi potremmo dedurre facilmente che la parola “educare” ha la sua origine in “trarre fuori”. Orbene, a questo punto dobbiamo riflettere attentamente su quanto si sta dicendo, al fine di evitare confusione e non nascondo la mia grande confusione. Constato dunque che educare significhi “trarre fuori”, per quale motivo si vedono e si sentono in continuazione genitori ed istituzioni che in ogni istante tentano in tutti i modi di buttare dentro nella testa e nell’animo dei bambini, nozioni, comporta-
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menti, abitudini, vecchie tradizioni e quanto altro il cosiddetto adulto ritiene di dovere trasmettere all’infante!? Troppo frequentemente noi ci sentiamo obbligati a riempire le menti dei nostri bambini, come maialini farciti per il giorno di festa. Riempirli fino a farli scoppiare, fino a farli sfociare in qualcosa o in qualcuno che loro non sono, perché con il nostro comportamento “educativo” non gli abbiamo data la possibilità di “venire fuori”. Ogni essere umano è unico in tutto e per tutto. Alla sua nascita ha già un bagaglio di emozioni e talenti che la vita lentamente porterà alla Luce. Spesso siamo convinti che un bambino sia una tabula rasa sulla quale scrivere, senza rendersi veramente conto che quell’Anima è arrivata qui già con un suo messaggio e che gli adulti intorno devono agevolarne la ma-
nifestazione. L’educazione in una era di grande cambiamento come quella che stiamo vivendo, dovrebbe finalmente volgere, cambiare direzione ed essere quello che la parola stessa suggerisce e cioè “trarre fuori”. Le famiglie e le istituzioni, dovrebbero agevolare questo delicato e fondamentale passaggio, mettendo da parte il bisogno egoistico di tramandare ed imporre stili di vita e di pensiero, ormai vecchi e controproducenti alla evoluzione umana. Qui non si tratta di rimproverare un bambino perché parla con la bocca piena o perché si mette le dita nel naso davanti agli ospiti domenicali. Qui stiamo parlando di lasciare libera espressione al talento ed alla unicità che ogni bambino porta con sé, invece di confezionare l’ennesimo prototipo adulto privo di originalità e gioia di vivere.
Diceva Plutarco, “educare non è riempire un vaso... educare è accendere un fuoco”.
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cinema L'Amore in Love Se siete stufi delle fiabe alla Cenerentola, se le vostre storie sentimentali vi hanno fatto capire che l’amore non è solo rose e fiori, allora Love è la serie adatta a voi. L’infanzia. Gran bel periodo. Si gioca, si mangia, si evacua e c’è addirittura qualcuno che ci pulisce il culo. L’infanzia è sicuramente il più bel periodo della nostra vita sotto alcuni punti di vista. Siamo così ingenui da non capire che l’infanzia è un’illusione! Infatti ogni cosa ci viene mitizzata, crediamo a tutto quello che ci dicono e a tutto quello che vediamo. Se c’è qualcosa che più di ogni altra ci viene idealizzata, quella cosa è l’Amore. Crescendo e andando avanti con il tempo, l’illusione sparisce, ci rendiamo conto che i principi azzurri hanno il vestito stinto per i troppi lavaggi, l’uomo e la donna conoscono
meglio i propri approcci e i propri desideri. Che motivo abbiamo di continuare ad ingannarci? Un piccolo test per capire quanto siete imprigionati nell’illusione. Avete presente Pretty Woman con Julia Roberts e Richard Gere? Se avete in casa il DVD o il Blu Ray o il Blu Ray 3D o addirittura il 4K e avete il coraggio di rivederlo, allora siete ancora pericolosamente sotto l’influenza dell’amore Disney! Ecco le parole di Gus il protagonista di Love che, strafatto di erba, riesce in due frasi a rendere realistico il film con la Roberts: “Pretty Woman? Pretty Woman è un’enorme balla. Dai, una prostituta non si innamorerebbe mai di te. Ti ruberebbe tutto e si comprerebbe un po’ di coca. ‘Fanculo!” Love è una serie, di dieci episodi,
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prodotta da Netflix uscita a febbraio del 2016; la seconda stagione uscirà tra febbraio marzo del 2017. I due protagonisti, Gus (Paul Rust) e Mickey (Gillian Jacobs), sono due trentenni con due personalità decisamente opposte. Lui è un goffo nerd dai modi gentili, tutor/insegnante di alcuni teenagers attori in un set di una produzione televisiva; lei è una Program Manager di una stazione radio, con evidenti dipendenze da alcol e psicofarmaci, che si relaziona sentimentalmente quasi esclusivamente con il sesso. Gli opposti che si attraggono è un cliché, ma la storia d’amore di Love è assolutamente verosimile e originale. I due personaggi sono terribilmente umani, tanto che spesso ci ritroviamo sia ad amarli che ad odiarli per alcune loro scelte. Quello che colpisce di più di questa serie è il linguaggio diretto con cui i personaggi parlano d’amore e di sesso. Nelle storie romantiche, il sesso (espressione ancora per certi versi tabù a cui spesso sostituiamo la perifrasi “fare all’amore” come direbbe il Mago Forest) è l’espressione finale di una relazione sentimentale; in Love, gli autori ci spiegano come sia deforme questa concezione. La domanda di fondo di Love è: possono due persone apparentemente opposte e personalmente irrisolte formare una coppia stabile e sistemare i propri problemi personali? La serie ci porta a riflettere seriamente sul questo: buttarsi a capofitto in una relazione con lo scopo di migliorare noi stessi è assolutamente sbagliato. Il principe azzurro, la principessa nel castello e l’Amore non ci salveranno, solo noi possiamo salvare noi stessi. Con questa consapevolezza vi auguro un buon San Valentino.
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eventi LIVE CLUB
LA MESCLA Per la rubrica eventi, in questo numero andiamo ad introdurre le proposte di La Mescla – Circolo Arci di Civitavecchia, un gruppo attivissimo di ragazzi e ragazze che realizza eventi culturali e artistici, presentazioni di libri, ma anche feste incontri e tant’altro. Saranno con noi nel prossimo numero di Homies per raccontarci la loro storia, ma intanto andiamo a vedere gli eventi che anche loro propongono all’interno del nostro panorama artistico, stay attento.
PIN UP (Via Montegrappa 21/A, Civitavecchia - 3887993660) Ven 3 Febbraio - Be animal Sab 4 Febbraio - Jumping The Shark Ven 10 Febbraio - Soreta & Komorra Sab 11 Febbraio - Vincenzo Salamone Ven 17 Febbraio - Claudia Tortorici Sab 18 Febbraio - Trio D’Autore Ven 24 Febbraio - Florio’s Sab 25 Febbraio - Mascalzoni Latini
GRAN CAFFE’ (Viale Giuseppe Garibaldi 32, Civitavecchia - 0766 26190)
Ven 03 Marzo - Cloe & Freshtone
Sab 11 Febbraio - Mascalzoni
Sab 04 Marzo - Roberto Elvis Tribut band
LatiniMar 14 Febbraio - Modart
Ven 10 Marzo - Woppa
Sab 18 Febbraio - The Moonlight
Sab 11 Marzo
- Skamikaze
Sab 25 Febbraio - Anthony Caruana Organ Trio
Ven 17 Marzo - Simone Gamberi
Sab 4 Marzo – Orfeo
Sab 18 Marzo - Bluerice Band
Sab 11 Marzo - The Sweet
Ven 24 Marzo - Marco conte One Men Band
Sab 18 Marzo - Vincenzo Bencini Sab 25 Marzo - Queen Tribute Band Sab 1 Aprile - I Vintage Sab 8 Aprile - Estemporanei Latini Sab 15 Aprile - 4 di Picche Sab 22 Aprile - Harakiri Acoustic Sab 29 Aprile - Robert Trio
Sab 25 Marzo - Dirockati Ven 31 Marzo - DiVa Quartet BLACK HOLE (Via Montegrappa 29, Civitavecchia) Sab 11 Febbraio - Brothers & Rock’n Roll Sab 25 Febbraio - Cartoon5 Sab 11 Marzo – Dirockati
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