intro Tempo fa stavo al pronto soccorso e per passare il tempo mi guardavo intorno, accorgendomi di quelle piccole cose che accomunano ogni tipo di lavoro: la pausa caffè fra una corsa e l’altra, la risata col collega al cambio di turno, la battuta per chi è abituato a vedere di tutto e non ci fa più caso. La dignità nel fare il proprio dovere, che sia stare appresso ai parenti maleducati dei pazienti o cambiare il pannolone ad una simpatica nonnina bicentenaria. La pazienza che serve quando le persone ti urlano in faccia “mia figlia ha il ginocchio sbucciato sono tre ore che aspettiamo” mentre tu dietro le porte hai un codice rosso a cui stanno cercando di salvare la vita. Ho pensato a quando lavoravo come manager a Londra, a quante risate mi sono fatta con i colleghi per via dei clienti pazzi al negozio che mi minacciavano di morte per un rimborso non fatto o per qualche altra stupidaggine. Devo dire che a distanza di mesi, questi ricordi mi fanno ancora sorridere. Quello che facciamo con Homies è anche scavare nei retroscena. Farvi conoscere non solo la figura pubblica, ma anche l’essere umano che c’è dietro. Perché è facile buttare lì un giudizio senza pensare, senza mettersi nei panni di chi invece ci mette il cuore e la faccia nel proprio sogno. Non che io sia contro le opinioni e i giudizi, anzi, se costruttivi sono sempre ben accetti. Quello che mi rammarica è la mancanza quasi totale di empatia. Il non chiedersi mai: “Chissà cosa ha spinto questo ragazzo ad aprire un ristorante” “Chissà se quella fotografa abbia rimpianto qualche scelta nel suo percorso di crescita” “Chissà cosa pensa un combattente MMA professionista una volta uscito dalla gabbia” Ricordiamoci che dietro ad ogni individuo c’è una storia e con questo numero, speriamo di invogliare le persone ad essere un po’ più tolleranti e curiose nella vita. Olga.
indice Sport - intervista con daniele Scatizzi
1
a cura di: Olga Kostanchuk
Musica - intervista con Audio magazine
3
a cura di: Giordano Tricamo
Arte - intervista con Beatrice Chima
5
a cura di: Matteo Pranzetti
Sociale - intervista con La Mescla
7
a cura di: Joseph Crisafulli
Rhomies - intervista con Wave Market
9
a cura di: Olga Kostanchuk
Artigianato - intervista con mario Fabbri
11
a cura di: Jacopo Fortunato
NonSoloMare - ostreopsis ovata
13
a cura di: Giuliano Benecchi
Local Graffiti - WIn Crew
15
a cura di: Liam Becker
Ciborio - intervista con Barracuda Young
17
a cura di: Olga Kostanchuk
Homies in Fuga - intervista con Simone Cesarini
19
a cura di: Jacopo Fortunato
libera mente - Cogito ergo sum 2.0
21
a cura di: Sigrfido
cinema - fargo, la finzione della realta'
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a cura di: Joseph Crisafulli
E venti
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a cura di: Giordano Tricamo
vignettone
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scritto da: Joseph Crisafulli, realizzato da: Jacopo Fortunato.
In copertina, foto di: Martina Mariotti. Illustrazione Poster: Andrea Cofrancesco.
Local Fanzine. Da un’idea di: Olga Kostanchuk. Progetto grafico: Matteo Pranzetti. Homies team: Joseph Crisafulli, Jacopo Fortunato, Olga Kostanchuk, Matteo Pranzetti, Giordano Tricamo.
Homies Fanzine
homiesfanzine@gmail.com
homiesfanzine
sport Daniele Scatizzi Ciao a tutti sono Daniele Scatizzi, 23enne di Ladispoli e sono un combattente professionista di MMA (Mixed Martial Arts).
lare (in America è al livello del football). È uno sport dove è concesso usare pugni e calci, per poi passare a proiezione leve articolare e strangolamenti. Si pratica all’interno di una gabbia, non perché siamo animali
Quando hai capito che il combattimento sarebbe stato la tua vita? Come è iniziato il tuo percorso?
ma per il semplice fatto che con le corde di un ring, durante le fasi di lotta si rischierebbe di cadere.
Sono cresciuto in palestra poiché mio padre è maestro di judo. Proprio così è iniziato il mio approccio agli sport da combattimento, variando inizialmente dal judo per poi passare alla kick boxing e via dicendo.
Al momento sei seguito da uno degli allenatori più importanti del mondo, coach Kavanagh (che allena anche McGregor), in Irlanda. Come stai vivendo questa esperienza? Come ti confronti con i luoghi e gli atleti stranieri?
Sei lottatore professionista in Grappling e MMA, per noi ignoranti in materia, cosa distingue queste due discipline?
Ormai è un anno che vivo in Irlanda che in Europa è il centro di preparazione più importante. Ci sono molti campioni con cui mi alleno tutti i giorni, uno fra tutti Connor McGregor, 2 volte campione mondiale in UFC (il massimo livello nel nostro sport). Siamo tutti seguiti dal coach John Kavanagh: una persona speciale che nonostante il successo dedica tutte le sua giornate ai suoi atleti. Mi trovo molto bene qui, gli irlandesi sono molto socievoli ed accoglienti.
Presentati.
Ho iniziato i miei primi successi con il Grappling, uno sport dove è consentito usare proiezioni per poi passare a strangolamenti e leve articolari. Poi ho iniziato a praticare MMA che mi ha portato dove sono adesso. Questo sport per chi non lo conoscesse sta spopolando molto anche in Italia mentre nei paesi esteri come USA, Irlanda, Inghilterra è già molto popo-
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Come ti prepari per un match? Hai dei riti prima di entrare in gabbia? Poca scaramanzia per quanto mi riguarda, solo costante e duro lavoro. Dedico 6 giorni a settimana ai miei allenamenti con circa 4 ore di intensi allenamenti giornalieri, divisi in maniera dettagliata.
Quanti match eseguiti e quanti vinti nella tua carriera? Che incontri hai programmati per il futuro? Il mio record è di 8 vittorie e 2 sconfitte. Prossimo appuntamento sarà al The Golden Cage a Milano il 13 maggio. Sarà un grande evento dove ci saranno ospiti ed esibizioni di artisti come Guè Pequeno, Sfera Ebbasta ed Izi. Sarà uno show che vedrà alternarsi di match ed esibizioni live degli artisti rap appena citati. Un grande esperimento che unirà appassionati di MMA e rap. Hai un consiglio per i giovani che vogliono combattere come te?
La miglior colonna sonora per un incontro e scopata? Non ho una colonna sonora prestabilita dipende dal mio umore, in entrambi i casi.
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Prima di un match non si hanno rapporti con l’avversario. Magari solo brevi confronti durante le conferenze o via social. Ognuno ha il suo stile io cerco sempre di rimanere freddo e rispettoso senza però, ovviamente, farmi mettere i piedi in testa. Molti provano a smontarti con pressioni psicologiche e via dicendo. Quasi per tutti i miei avversari, dopo il match c’è sempre stato un grande abbraccio e tanto rispetto. Con alcuni si è proprio creato un rapporto di amicizia.
Il mio consiglio è di non permettere mai a nessuno di dirvi che non potete farlo o che non siete in grado. Credeteci fino alla fine, sperimentate inizialmente nei migliori team in Italia e poi andate all’estero. Dedicate anima e corpo alla vostra passione perché se lo fate in maniera giusta una semplice passione può diventare un lavoro vero e proprio.
Daniele “scat“ Scatizzi
Che rapporto si instaura con il proprio avversario sul ring e fuori dal ring? Come gestisci una sconfitta?
Daniele Scatizzi
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Musica Audio Magazine altri, è come se si riconoscessero in ciò che hai scritto. È una sensazione strana e quasi al limite della commozione. Di cosa parlano le vostre canzoni?
Chi è Francesco Carusi? Ma soprattutto chi sono gli Audio Magazine? Ciao mi chiamo Francesco Carusi e sono un appassionato di musica, psicologia, pedagogia e letteratura. Mi piace vivere con semplicità, non trascurando gli affetti della famiglia e degli amici. Invece gli Audio Magazine sono una band di amici e di validi professionisti che da anni cerca di intrattenere il pubblico attraverso la fusione di molti generi musicali ed un vasto repertorio di cover e brani originali. Nel 2013 esce il vostro primo album “Audio Magazine”, un EP di cinque canzoni che in pochissimo tempo ha riscosso un enorme successo. Cosa avete provato nel vedere che le vostre canzoni attiravano più del vostro repertorio di cover? Quando ci siamo accorti che il nostro disco veniva apprezzato non solo dai nostri parenti e dai nostri amici ma da un pubblico sempre più vasto, la reazione più immediata è stata la sorpresa! È veramente emozionante trovarsi davanti a un pubblico che canta i testi delle canzoni che hai scritto, insieme a te. Un emozione unica ed indescrivibile. Fa piacere pensare che quelle parole possano piacere ad
A noi piacciono le situazioni comuni, la realtà di tutti i giorni. Le nostre canzoni parlano di cose semplici che hanno a che fare con la vita quotidiana. Il nostro obiettivo è offrire qualche minuto di svago e divertimento ai nostri ascoltatori. Non abbiamo certo la pretesa di cambiare la storia della musica. Devo dire che questa è una scelta che ci ha premiato a lungo andare.
Come nascono i vostri successi? Ognuno ha un ruolo ben preciso o fate gioco di squadra? I nostri successi nascono attraverso un gioco di squadra nel quale però ognuno ha un ruolo ben preciso. Quindi direi entrambe le cose! Il ruolo che ognuno svolge cambia di volta in volta. Solitamente uno di noi porta un’idea musicale, un frammento di testo o entrambe le cose insieme. Poi ci si confronta, si elabora l’idea, ci si ricamano sopra altre idee, si semplifica, si taglia e si lavora insieme. In questo modo nascono le nostre canzoni.
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Avete girato l’Italia in lungo e largo. Dai grandi festival ai club più In. Raccontateci l’episodio più divertente che ricordate.
del brano, Riccardo Santoliquido, ha avuto la possibilità di far ascoltare il brano a Bruno e da lì è nata la scintilla.
Beh! Un episodio divertente, a pensarci ora che è passato un po’ di tempo, è avvenuto dopo l’esibizione a Deejay On Stage la scorsa estate a Riccione, quando il conduttore Rudy Zerbi ci ha chiesto un bis per far ballare la piazza. E’ successo che abbiamo cominciato a suonare senza avere nessuna intenzione di smettere e scendere dal palco. Dopo qualche minuto gli autori e Zerbi stesso ci hanno dovuto fermare per “sopraggiunti limiti di tempo” scherzandoci su. Un bel ricordo di una bella serata.
Rimanendo in tema di colonne sonore, consigliateci quella perfetta per fare l’amore.
Fino ad ora non ne avete sbagliato una, avete già in mente qualcosa per il futuro? Speriamo per il futuro di avere la possibilità di scrivere un’intera colonna sonora partendo proprio dalle immagini di un film. Magari di un film brillante e di successo proprio come “Beata Ignoranza”.
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www.audiomagazine.it
Sicuramente una grande soddisfazione perché c’è stato dietro un lavoro di settimane. La collaborazione in realtà nasce da lontano. Qualche anno fa il brano “Ore Ore” era già stato cantato da Andrea ma mai pubblicato. Il brano è rimasto nel cassetto per molto tempo, poi è stato ripreso, arrangiato e rinfrescato, in maniera tale da essere pronto per il mercato 2017 e inserito nel contesto del progetto dell’album Caramba. Uno degli autori
Audio Magazine
Nel 2017 esce il nuovo disco con un’anteprima da urlo, “Ore ore”. Singolo che entra nella colonna sonora del film “Beata Ignoranza” di Massimiliano Bruno con protagonista la coppia Giallini-Gassman. Come nasce questa collaborazione? Cosa avete provato quando avete ricevuto questa splendida notizia?
In realtà non c’è una colonna sonora adatta a tutte le situazioni. Dipende di volta in volta dalla situazione. Qualche ballata anni ’80 per fare un po’ i piacioni oppure un sottofondo più incalzante con qualcosa di più rock. Ognuno sceglie la sua colonna sonora, ma la cosa importante è fare l’amore!
Arte Beatrice chima Presentati. Ciao a tutti:) sono Beatrice, ho 26 anni e faccio la fotografa. Sono di Santa Marinella ma da un po’ vivo e lavoro tra Santa Marinella e Roma. Raccontaci il tuo percorso: quando hai capito che la fotografia sarebbe diventato il tuo lavoro? Allora il primo approccio l’ho avuto durante un viaggio in Tailandia con i miei all’età di 14 anni e noi eravamo a Phuket quando si è abbattuto sull’oceano indiano lo tsunami. Dopo due giorni passati sulla collina più alta dell’isola quando sono scesa in città a dare un occhio a ciò che era successo ho deciso di prendere in mano l’analogica di mio padre, fotoamatore da sempre. Ti sei diplomata allo IED. Dicci quali sono i pro e i contro di questa scelta. Ahah! Bella domanda! Allora lo IED, è una di quelle scuole che ti riempie di sogni e d’illusioni sul mondo lavorativo, di certo ho imparato molto, soprattutto da Mirta la mia insegnante di ritrattistica. Ad oggi con maturità credo che, se tutto
quello speso per studiare lì lo avessi investito per andare all’estero e frequentare qualche scuola/master, di sicuro sarebbe stato meglio. Il pro di quella scuola sono di sicuro le attrezzature con cui entri in contatto: penso di non aver mai più preso in mano un Hasselblad (una macchina fotografica da circa 30.000 euro) o lavorato su un banco ottico digitale o analogico come quelli da quando sono uscita da la. Che attrezzatura usi e quali sono le spese da affrontare per un fotografo? Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere la stessa strada? Durante gli studi utilizzavo una Nikon D 5000 con un 18-55 (ottica standard di base), una buona consumer per imparare. Dopo lo IED sono passata a una Nikon D700, una macchina professionale con cui scatto tuttora. Ho un buon kit di ottiche, dalle fisse ai grandangoli, non mi lamento per niente. Diciamo che comunque mi sono scelta un lavoro che ha bisogno di risorse per poterlo esercitare al meglio anche se in cuor mio credo sempre che puoi avere anche la macchinetta di ultima generazione top e con la risoluzione migliore del mondo, ma se non hai talento e occhio non vai da nessuna parte.
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Fotografia e Rap: raccontaci questo tuo amore. Com’è lavorare nella scena underground della capitale?
Beatrice Chima
Ho un amore incondizionato per la musica, soprattutto per il rap. Ricordo che sin da piccola per esercitarmi andavo a tutti i concerti della capitale, sotto il palco o in un angolo e scattavo. La notte stessa tornavo a casa e davanti al pc sistemavo caricavo tutto su Facebook. Da la le mie foto sono iniziate a circolare nell’ambiente e sono stata presa a ben volere dagli artisti. Ho avuto un sacco di opportunità, ho collaborato con Mtv, con Sony, ho visto mie foto su copertine da Feltrinelli…Non ho ancora fatto il cosiddetto “grande salto” ma di certo non ho perso la voglia ne la fotta di fare. La scena oggi sta subendo un grande ricambio generazionale, positivo! Ora collaboro anche con molti artisti che fanno trap, sono contenta che il mio nome non venga associato solo alla vecchia scuola.
Questo sopra è il tuo scatto preferito. Che significato ha per te?
La migliore canzone per una scopata “full frame”? Tory Lanez (un artista canadese che ho anche fotografato). Il pezzo è The Mission, ci sono molto legata. Altrimenti Bodmon di Ramriddlz.
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www.beatricechima.com
A livello affettivo questo è lo scatto che preferisco. Credo che chi segua la scena rap da tempo non possa non conoscerlo, David aka Primo Brown. È stata forse la persona che mi ha motivato di più durante il mio percorso…mi ricordo che lui sballava per le mie foto e questa era una delle sue preferite.
A botta secca, Annie Leibovitz. È una delle ritrattiste più famose e pagate al mondo, diciamo fa perfettamente ciò che vorrei fare io.
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Nella scena fotografica mondiale del momento, chi secondo te sta lasciando un segno indelebile?
sociale Circolo Arci La Mescla Che cos’è La Mescla? Presentatevi. La Mescla è un’associazione culturale nata alla fine dell’estate 2016 e divenuta Circolo ARCI nel mese di novembre. L’intento che ci spinge, è la condivisione di bellezza, dando sfogo alla curiosità con proposte culturali molto spesso provenienti fuori dai confini civitavecchiesi, ma anche l’impegno su temi sociali, ai quali cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo, diffondendo conoscenza e sensibilizzazione.
sione e volontà cercando di portare avanti gli interessi comuni per cui l’associazione è nata, oltre a dover lavorare su diversi aspetti burocratici e gestionali. L’ostacolo maggiore al momento è dato dal non avere una sede a nostro uso esclusivo, aspetto che ci limita non poco nelle diverse iniziative, che vorremmo attivare.
Quali sono le attività che organizzate e quali sono state le iniziative di maggior successo? Com’è nata l’idea di creare questa associazione e chi sono i membri fondatori? L’idea deriva sia da esperienze associative pregresse, sia dal vissuto in altre parti d’Italia e all’estero di alcuni di noi. In particolare a dare “il là” ai soci fondatori, che sono trenta, è stato Davide Zucaro, che ha avuto modo di collaborare per due anni con il circolo Arci La Locomotiva di Corato, che è stato senza dubbio una fonte di ispirazione.
Come accennato, le nostre attività sono culturali - concerti, spettacoli teatrali, presentazione di libri, performance d’arte visiva; ma anche sociali, come il recente ciclo tematico “La tortura, il reato dimenticato”, dedicato appunto alla mancanza del reato di tortura in Italia, che a nostro avviso è l’iniziativa che ci ha dato al momento più soddisfazione.
Cosa comporta gestire un’associazione culturale e quali sono o sono stati gli ostacoli da affrontare? Gestire un’associazione significa sapere trovare il giusto equilibrio fra diverse componenti come impegno, pas-
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Quali sono gli eventi futuri che state organizzando? Attualmente stiamo organizzando due eventi privati per il mese d’Aprile e la presentazione di libri con autori conosciuti a livello nazionale, poi ci metteremo a lavoro per la stagione estiva.
Quali sono i vantaggi riservati a chi si tessera con La Mescla? Oltre a poter accedere a tutti i circoli Arci italiani e a usufruire degli sconti previsti per tutti tesserati Arci, nello specifico, solo con la tessera de La Mescla, si hanno sconti per i biglietti del Teatro Traiano per le rassegne Teatro d’Autore e Teatro Ridens, del Nuovo Teatro Sala Gassman e del CineTeatro Buonarroti. Abbiamo pensato di incrementare i benefici della nostra tessera con convenzioni su Civitavecchia, per agevolare i nostri associati nella fruizione dell’arte offerta innanzitutto dal nostro territorio.
Qual è il messaggio che La Mescla vuol far arrivare ai nostri lettori e, più in generale, ai ragazzi e alle ragazze di Civitavecchia? Il nostro messaggio risiede nel voler trasmettere la grande forza propulsiva che risiede nella conoscenza e nello scambio con realtà differenti dalla nostra, nel beneficio che ne deriva, sia per chi viene a presentare i propri lavori, sia per chi vive a Civitavecchia, che ha la possibilità di confrontarsi e magari presentare la propria proposta altrove. “L’orientamento alla bellezza e alla conoscenza è il volano della nostra associazione”, come si legge nel nostro Statuto.
La Mescla si sostiene maggiormente con il tesseramento e con alcuni eventi nel corso dell’anno, anche se la maggior parte delle volte gli stessi eventi si “autosostengono” con il contributo libero che i partecipanti (noi compresi) versano a ogni iniziativa.
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Circolo Arci - La Mescla
Come si sostiene La Mescla?
Rhomies Wave Market collaborazione degli altri. Il team è decisamente la vera forza del Wave! Dove e ogni quanto riproponete questo evento?
Presentatevi. Ciao! Siamo Alessia, Alin, Viola, Hady, Ilaria, Sara e Leo. E un sacco di altra gente.
L’evento ha luogo in date occasionali, ma in media ogni edizione si tiene a distanza di circa due mesi dall’altra. Ci piace scegliere location “originali” in cui nessuno si aspetti di vedere un’esposizione di artigiani e artisti. Ci siamo sempre proposti di ripopolare dei luo-
Come e quando nasce il progetto “Wave Market”? Il Wave Market è nato dalla collaborazione, quasi casuale, di Alin e Alessia. Nel novembre del 2015, Alin stava pensando di organizzare un mercatino dell’artigianato ad Ostia e chiese ad Alessia se volesse dargli una mano. Anche il nome “Wave” è arrivato quasi casualmente, una sorta di illuminazione improvvisa dopo vari tentativi di creare un nome che sintetizzasse lo spirito dell’iniziativa. Cosa meglio di un’onda poteva spiegare la metafora di un progetto che si proponeva di travolgere (e coinvolgere!) il pubblico e spazzando via i vecchi e radicati pregiudizi su Ostia?! Il progetto è poi andato molto oltre l’idea iniziale, mantenendo però l’impronta di un evento che avesse al centro l’arte e l’artigianato, ma soprattutto che mirasse a creare delle connessioni tra i partecipanti. Così il team è cresciuto fino a portare la squadra alla formazione attuale, in cui ognuno si occupa di un aspetto differente dell’organizzazione, contando sempre sulla
ghi di Ostia e dintorni che nessuno conoscesse e di farli vedere sotto un’altra luce. Così siamo passati dal centro polifunzionale sempre troppo silenzioso al vivaio in pieno centro…e adesso siamo in una serra! Come si fa a partecipare al Wave Market? Sul nostro sito alla sezione “Partecipa” ci sono tutte le informazioni necessarie per candidarsi e partecipare come espositori o partner e per iscriversi ai workshop e laboratori. Qualora non dovesse bastare siamo sempre disponibili sulla nostra pagina facebook. È notevole vedere come un progetto così giovane abbia preso tanto piede!
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Quali sfide avete dovuto affrontare? La sfida principale è stata superare la diffidenza di chi non credeva che il Wave fosse un progetto sostenibile. Più di una volta ci sono stati partner che hanno disertato gli accordi all’ultimo momento perché credevano che non ci sarebbe stata abbastanza affluenza. Da un lato è un po’ triste non sentirsi presi sul serio quando lavori duramente per raggiungere un obiettivo e far sì che sia tutto come vorresti. Dall’altro è bellissimo il momento in cui lasci che siano i fatti a parlare per te e a far ricredere gli scettici. All’ultima edizione hanno partecipato circa 5000 persone. Dobbiamo aggiungere altro? Progetti futuri? Quali altre iniziative in programma?
e si produce nello stesso luogo. Una piccola grande rivoluzione, messa in atto da piccoli grandi rivoluzionari. Un’iniziativa che crea grande valore per il nostro territorio e che, pertanto, merita di essere messa in risalto. Una cornice così suggestiva era decisamente troppo “Wave” perché non ci tuffassimo a capofitto! Abbiamo visto che avete molto successo anche con i bambini. Raccontateci come si svolgono i laboratori all’interno del Wave Market. I laboratori per bambini sono nati come corollario dei workshop per adulti, ma stanno riscuotendo un successo inaspettato. Nell’ultima edizione è stato necessario raddoppiare le fasce orarie di programmazione per accogliere tutte le iscrizioni.
Wave Market
La collaborazione con Serra Madre è nata a seguito delle edizioni che abbiamo organizzato nel vivaio. Si trattava di un progetto collaterale degli stessi proprietari, che ha visto la luce dopo anni di duro lavoro. Un posto che annulla la filiera lunga della produzione agricola, dove si vende
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www.wave-market.com
Gli ultimi due eventi sono stati allestiti nella splendida location della Serra Madre di Ostia. Parlateci di questa collaborazione.
Lo scopo dei laboratori non è soltanto quello di intrattenere i bambini, bensì di stimolare la loro creatività e incanalare la loro energia verso qualcosa di costruttivo e condiviso. Per questo ci avvaliamo di formatori qualificati e appassionati, che studiano i loro format su misura per i più piccoli. È un investimento sul futuro…d’altronde, i bambini sono i Wavers del domani!
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Abbiamo tantissimi progetti per il futuro. Ma gli spoiler non piacciono a nessuno, no? In generale, vorremmo continuare a dimostrare che la litania del “qui in Italia/Roma/Ostia non si può fare niente” è un esercizio sterile per chi non ha voglia di mettersi in gioco ed è a corto di idee.
Artigianato mario Fabbri Presentati. Ciao, sono Mario Fabbri, ho 45 anni, vivo a Tarquinia, dove lavoro presso il Cinema Etrusco come proiezionista ed ho una grande passione per la scultura del Legno.
Quando è nata la passione per la scultura? Raccontaci come hai iniziato. La mia passione nasce sin dall’adolescenza, per gioco ho cominciato ad incidere pezzi di legno con un coltellino multiuso , poi un giorno ne chiesi a mio Nonno un pezzo che stava usando per costruire una scala e che successivamente scoprii essere faggio, dal quale con molta pazienza ne uscì fuori la prima delle mie opere “Il Fuggitivo”. Assolutamente autodidatta, ho imparato nel tempo ad utilizzare attrezzi migliori e a conoscere altri tipi di legno: Ukume, Tulipe, Paulownia, Tiglio, Pino cembro o Cirmolo, sempre più adatti alla creazione dei miei “giochi” Inoltre il mio artista di riferimento è Peter Demetz. Come sviluppi le tue creazioni? Hai un’idea già chiara di cosa vorresti realizzare o ti fai guidare da nodi e venature?
Solitamente ho già un’idea della scultura o del bassorilievo che voglio creare, la disegno direttamente sul legno e poi inizio a scolpire (direi ad in tagliare, perché non uso sgorbie o scalpelli, bensì taglierino e bisturi di diverse dimensioni) andando a cercare le profondità.
CAD, controllo numerico e stampanti 3D sono oggigiorno una frontiera comune anche nella lavorazione del legno. Come mai la scelta di fare tutto a mano? A questo proposito posso dire che ci ho anche pensato, ma solo per riprodurre le mie creazioni a livello commerciale (è vero che spesso conta l'idea e quindi i mezzi tecnologici “aiutano”) ma se parliamo di Arte ed Artigianato, esistono solo scalpelli, sgorbie, taglierini, lime e carta vetrata. Dove possiamo toccare con mano le tue creazioni? Non è molto tempo che ho reso pubblica la mia passione, ho esposto solamente a due manifestazioni, la prima “Tra i rami dell’Arte” a Tarquinia (Agosto 2016), la seconda a Canino (Ottobre 2016). Per un breve periodo ho esposto in un negozio di articoli di artigianato locale a Tarquinia “La Cadena”
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(a cui ho dedicato un bassorilievo) inoltre molti altri negozi ed attività locali mi hanno dato la loro disponibilità per una mia esposizione. Per quanto riguarda il futuro, work in progress!
rino e bisturi.
Il legno non ammette errori! Ma errare è umano...Raccontaci del tuo lavoro più impegnativo.
Cercate a fondo dentro voi stessi! Ho scoperto che in ognuno di noi c’è un talento, bisogna solo scoprire quale! Per cominciare consiglierei il Tiglio e il Pino Cembro in quanto presentano una morbidezza superiore rispetto agli altri garantendo un’ ottima lavorazione anche alle mani meno esperte.
Che consiglio daresti ai nostri lettori che vorrebbero cimentarsi in questa nobile arte? Quali tipi di legno sono più indicati per iniziare?
Senza dubbio il bassorilievo “Il Cinema” dedicato ed esposto al Cinema Etrusco di Tarquinia. Impegnativo per il numero dei soggetti e perché è stato il mio primo bassorilievo. “La Cadena” anche è stata una bella sfida per via della catena; nonchè la Un uomo coperto di segatura e truciotridimensionalità delle statue, che è li è sessualmente attraente come un stata una bella gatta da “scolpire”! taglialegna Norvegese o in verità non si batte chiodo? Ora vogliamo il Masterpiece! Non saprei! Non conosco nessuno ta“La Passione” – totalmente fatta con glialegna Norvegese! Ma i chiodi si legno di tiglio, sgrossato con sega a battono sul legno e io di legno ne mano ed infine intagliato con taglie- lavoro tanto!
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nonsoloMare Ostreopsis ovata - l‘alga tossica del mediterraneo
Negli ultimo decenni le alghe hanno avuto sempre una maggiore importanza per quanto riguarda la nutrizione umana, la produzione di mangimi per animali e ed il loro utilizzo nell’industria cosmetica e farmaceutica. Tuttavia alcune specie possono causare gravi danni alla salute umana. Ad esempio nel Mediterraneo, nel 1998 è stata per la prima volta segnalata in Toscana la presenza di una microalga (non visibile ad occhio nudo) tipicamente tropicale e sub tropicale, l’Ostreopsis ovata che ha causato non pochi problemi a decine di bagnanti che sfortunatamente ne erano venuti in contatto. Gli episodi di queste fioriture algali avvengono purtroppo proprio nei mesi estivi, a causa dell’alta pressione, delle alte temperature del mare (circa 250C) e l’assenza del vento. Il potenziale rischio sanitario è as-
sociato alla loro capacità di produrre tossine del gruppo della pali tossina, che sono tra le più potenti tossine marine conosciute. Gli effetti sulla saluta umana non sono dovuti solamente al contatto cutaneo diretto o all’ingestione dell’alga, ma possono essere colpite anche le persone presenti sulla spiaggia a causa dell’inalazione dell’aerosol marino che trasporta le tossine nell’aria. L’insorgenza della sintomatologia è rapida e può verificarsi dopo poche ore dall’esposizione, mentre regrediscono entro 24-48 ore. I sintomi sono vari e possono essere: irritazione delle vie aeree, febbre superiore a 380C, congiuntivite, dolori muscolari ed articolari, nausea vomito e dermatite. Ogni anno, enti regionali come l’Arpa e l’Ispra effettuano monitoraggi lungo le coste atti a rilevare appunto la presenza o meno di queste alghe.
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Il riconoscimento delle fioriture algali non è facile, soprattutto per i bagnanti. Consiste comunque in un intorpidimento del mare e la formazione di chiazze biancastre e marroni, che non sempre stanno però ad indicare la presenza di questa specie. È molto importante tuttavia la divulgazione dei problemi ambientali per chi vive in particolare nelle località di mare, dato che, all’apparire dei sintomi sopra citati, nessuno
normalmente penserebbe di essere incorso in una intossicazione da parte di un alga. Segnalare il prima possibile il problema alle autorità, farebbe si che nell’area interessata venga subito dichiarato il divieto di balneazione, laddove i monitoraggi ambientali non avessero ancora individuato la presenza del “bloom” algale.
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Giuliano Benecchi.
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Local Graffiti Win Crew La WIN crew - “Write It Now”, scrivilo ora - è stata fondata dieci anni fa da Hesow e Krik. Il nome è dovuto al fatto che spesso dipingevano senza avere nulla di pianificato, una specie di carpe diem dei graffiti. Attualmente i membri della crew sono 7: Hesow, Krik, Cote, Boels, Rais, Demos e Sayt. Un gruppo multietnico, in quanto provenienti da diverse parti dell’Europa. Spesso si divertono a modificare il significato del loro acronimo WIN con “World Is Negative”, oppure “When It’s Night”. Nel centro Italia hanno fatto girare decine e decine di convogli con i loro nomi. Non sono fanatici della quantità, preferiscono farne pochi ma buoni puntando più sulla qualìtà, fattore appunto che li contraddistingue. I graffiti nascono come lotta ai muri grigi, come una richiesta d’ascolto. Quanto pensate abbia ascoltato il mondo in questi ultimi trent’anni? E in che modo pensate siano cambiate le cose? La questione è che i graffiti sono nati nei quartieri americani più degradati degli anni ‘70, come un modo per esprimere il disagio del tempo, ma questa è solo una delle motivazioni. Il fatto è che con l’evoluzione globale si è arrivati ad essere spinti da motivazioni diverse. Per esempio il nostro ingranaggio che ci spinge a fare i graffiti è cercare di migliorare sempre il nostro stile, non siamo mai soddisfatti dei pannelli che realizziamo. Mentre altri puntano solo al bombing, stesso lettering, l’importante per loro è scriverlo ovunque. Il mondo pian piano ha cominciato a dar corda ai graffiti (vedi i muri liberi, jam etc.), ma la street art a livello di gusto comune ha preso il sopravvento sui graffiti. Per loro noi vomitiamo solo delle strane lettere mischiate a dei colori a caso sui muri e basta, anche se quasi sempre la WIN ha accompagnato i propri pannelli con delle frasi, ma come noi tanti altri! La gente non vuole capire, non vuole capirci. È più facile apprezzare qualcuno che fa “street art”, qualcuno che viene pagato per realizzare le proprie opere. Fai una cosa banale che é facile da interpretare, gli accosti uno stupido significato, la gente guarda quella cagata, l’apprezza e vieni pure pagato. Tutto molto figo. Tra l’altro su internet girano pure tanti “artisti” (sì, si definiscono così), che mostrano foto con le proprie opere... Photoshoppate. E la gente ci crede pure... Li vedono tutti come dei ‘Banksy’. Che amarezza. I graffiti stanno all’Hip-Hop come la street art sta alla Trap. Meglio la roba commerciale piuttosto che qualcosa con un significato, un messaggio profondo da trasmettere? Siamo fieri di far parte della cultura underground e massimo rispetto per chi la pensa come noi. Un saluto e grazie per l’opportunità di dire la nostra ai lettori di Homies. Real recognizes real. Pace e amore! R.I.P. Zon
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Ciborio Barracuda Young
Presentatevi. Ciao a tutti! Siamo C arlo Braghini e Alessio Pecorelli, due ragazzi di Santa Marinella che hanno deciso di credere in un sogno prendendo in gestione il ristorante Barracuda Young sul lungomare di Santa Severa. Come nasce l’idea di aprire un ristorante? Cosa spinge due ragazzi ad intraprendere questo percorso? La voglia di gestire un ristorante parte soprattutto dall’attrazione verso questo tipo di lavoro e la voglia di mettersi in gioco in un settore che in questo momento può dare soddisfazione sia a noi che ai clienti. Una persona magari evita di comprare un paio di scarpe in più ma non rinuncia ad un pranzo insieme alla propria famiglia o amici. Cosa offre il menù della casa? La nostra è una cucina tradizionale che punta all’innovazione. La cosa più importante per noi è la qualità degli ingredienti, che usiamo sia per fare piatti classici come uno spaghetto alle vongole sia cose più ricercate. Il nostro ristorante propone una cucina di pesce genuina, senza troppa alterazione del prodotto. Al
sapore naturale dei frutti del nostro mare aggiungiamo solo un tocco in più per soddisfare i palati più esigenti. Tutto questo accompagnato da una buona cantina. Quali sono le difficoltà che avete trovato all’inizio e quali invece sono i piccoli “problemi” quotidiani che bisogna affrontare per la riuscita di un buon servizio? La più grande difficoltà iniziale è sicuramente l’investimento economico da fare per mettere a nuovo il locale. Ci è capitato spesso di fare dei preventivi che si rivelavano sbagliati, dato che una cosa tira l’altra e quando si iniziano a vedere i risultati si ha voglia di fare di più, anche se il budget è stato superato. Essendo una nuova gestione, un altro scoglio da superare è stato quello del crearsi una clientela nuova, pur cercando di coccolare quella vecchia. Mentre per quanto riguarda i piccoli problemi quotidiani, questo è un lavoro in cui bisogna essere sempre presenti e avere tutto sotto controllo: i dipendenti, i prodotti ed il servizio. Possono capitare degli imprevisti naturalmente, ma cerchiamo sempre di rimediare in maniera veloce ed efficiente.
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Uno degli obiettivi di Homies è promuovere i giovani che hanno voglia di fare e risvegliare un senso di collettività. Abbiamo molti lettori che ci parlano di riqualificazione del litorale. Voi, da imprenditori “young” cosa ne pensate? A che punto siamo a Santa Marinella? Cosa ci manca per splendere di nuovo?
parte dall’amore per il mangiare. Perciò forse ci piace più mangiare, e bere! Veniteci a trovare per metterci alla prova!
Sappiamo che Santa Marinella e Santa Severa, sbocciano durante la stagione estiva, con il sole, il mare e le spiagge. Le leggi mettono molti paletti ovunque e chi ha voglia di fare a volte si ritrova con le mani legate da lacune ed incomprensioni burocratiche. A livello comunale sicuramente si potrebbe fare di più per spingere le attività estive, cercando di dare servizi migliori per i cittadini e attrazioni per il turismo giovane. Un consiglio ai ragazzi che vogliono intraprendere un percorso simile al vostro?
Barracuda Young
Non aver paura di rimboccarsi le maniche e credere fino in fondo al proprio progetto, tirando fuori la propria creatività ed ispirazione. Non arrendersi davanti alle difficoltà, perché il sudore verrà ripagato con il sorriso e la soddisfazione dei clienti a fine giornata. Aprirsi alle critiche costruttive e cercare di crescere anno dopo anno, migliorando e imparando dagli errori. Progetti futuri?
Vi piace più cucinare o mangiare? Ci piace molto cucinare, comunque pensiamo che l’amore per la cucina
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Oltre ad offrire un servizio di bar, ristorante e street food (grazie alle nostre sfiziose fritture al cartoccio che potete ordinare senza dovervi fermare), stiamo aprendo anche una gelateria in modo da offrire qualcosa di fresco e gustoso a chi vuole fare una passeggiata pomeridiana lungo il mare.
homies in fuga simone cesarini Presentati. Ciao belli! Sono Simone, 26 anni, chitarrista, cantante, musicista, e festaiolo professionista. Nato a Trastevere, emigrato in Olanda per inseguire il mio sogno ormai quasi 4 anni fa.
Un altro “Homies in Fuga”. Perché proprio Rotterdam? Cosa ti ha spinto fino al mare del Nord, Tulipani e zoccoli di legno? La ganja! Hehe scherzo, ho scelto l’Olanda perché due ex studenti del Saint Louis Music College di Roma, dove mi sono diplomato nel 2013, avevano tentato l’avventura prima di me, e incuriosito dalla loro esperienza, ho deciso di mettermi da parte dei soldini, e andare 3 mesi ad Amsterdam, fare le audizioni nei conservatori olandesi, e capire se la scena musicale olandese potesse fare al caso mio. Poi sono stato accettato al conservatorio di Rotterdam e quindi nell’agosto 2013 mi sono trasferito. I Conservatori Italiani vantano del loro prestigio, come mai hai scelto invece un College all’estero?
I Conservatori Italiani fino a qualche anno fa, rilasciavano solamente diplomi di musica classica, mentre nel resto dell’Europa, sono almeno 25 anni che i corsi di bachelor e master in Jazz, Pop, World Music sono attivi. Fortunatamente anche l’Italia si sta mettendo al passo europeo, ma
io e i musicisti della mia generazione, ci siamo trovati nel mezzo di tutte le recenti riforme, quindi di base senza una vera laurea in musica. Questa è la ragione che mi ha spinto all’estero. Sei dovuto scendere a compromessi lavorativi per finanziare la tua permanenza in Olanda? Sai come si dice, nella vita ci vuole culo, e su questo siamo tutti d’accordo. Ammetto di essere stato abbastanza fortunato, e molte volte mi sono trovato al momento giusto al posto giusto, ma il culo me lo sono anche fatto da solo, e ho sempre creduto in me stesso, cercando di fare della mia passione, il mio lavoro. A oggi posso affermare che nella mia vita, non sono mai stato retribuito per un lavoro che non fosse legato al mondo musicale.
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Una volta conclusa la tua formazione al Codarts ritorneresti in Italia?
Qual è secondo te l’assolo più porno della storia del Blues?
A Trastevere, dove sono nato. Mi sento parte di quel posto, e ne posso perfino sentire l’odore. Amo Roma, e un giorno ci torneró, ma ci torneró soltanto quando sarà il momento. Adesso non posso lasciare l’Olanda, le cose stanno andando troppo bene per la mia carriera. Però mi mancano il cibo, il clima, il mare, il sole, la mia famiglia, i miei amici...ma per inseguire i sogni della vita, un prezzo da pagare ci deve pur sempre essere no?
L’assolo più porno della storia del Blues viene fuori ogni volta che sto suonando e nel locale c’è una ragazza che mi piace, hehe! Scherzi a parte, nel mondo della musica Blues, non riesco a catalogare un assolo e basta. Il blues racconta una storia, e in ogni momento, in ogni circostanza, in ogni situ azione, questa storia è diversa. Se proprio vuoi un nome, ti dico B.B. King, e vai sul sicuro.
www.simonecesarini.com
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johnnypandamusic
Mi sono cacato sotto! hahaha A parte gli scherzi, la cosa è successa un po’ per caso. Faccio parte di un collettivo di musicisti, chiamato Dutch Music Community, un progetto molto fico, andatevi a spizzare il sito! Comunque a Luglio 2015 siamo stati invitati ad aprire la jam session dell’afterparty ufficiale del NSJF di Rotterdam, ed uno degli ospiti invitati a jammare con noi era proprio Marcus. Qui in Olanda è abbastanza comune trovarsi per caso a contatto con questi “mostri” della musica internazionale, ed è anche questo uno dei migliori aspetti del vivere e lavorare nella scena musicale nord europea. Un’occasione del genere non mi capitava in Italia.
Se avete un sogno, andate e inseguitelo. Viaggiate, imparate le lingue, e incontrate nuove persone, vedete nuovi posti, vivete nuove esperienze, ubriacatevi, divertitevi, ballate, e fate l’amore. Ricordatevi che all’estero, noi italiani siamo gli immigrati, quindi pensateci due volte quando vi lamentate degli immigrati che vengono nel nostro paese a cercare fortuna. Vivete e lasciate vivere, e combattete per trovare la vostra personale via per la felicità.
Simone Cesarini
Cosa si prova a condividere il palco con musicisti del calibro di Marcus Miller? E come sei arrivato ad avere un’opportunità del genere?
Un consiglio e una spinta a chi volesse intraprendere un’avventura come la tua.
libera mente Cogito ergo sum 2.0 Voglio affrontare un argomento alquanto spinoso, si tratta di “DEMANIO” e nello specifico di “DEMANIO MARITTIMO” ovvero delle spiagge libere o date in Concessione Demaniale. Dal latino “DOMINIUM – DOMINIO”, il demanio è inteso come quel complesso di Beni appartenenti alla Stato e ad altri Enti pubblici e dove nel “DEMANIO MARITTIMO” sono compresi il lido del mare, la spiaggia, i porti le rade le lagune le foci dei fiumi che affluiscono in mare ecc... La storia risale al 1997 quando la OSTILIA S.r.l. - Società del Gruppo Bonifaci, noto Costruttore romano condannato negli anni famosi di “Mani Pulite” a diversi anni di carcere e non ultimo indagato dal gennaio 2016 per reati di presunta corruzione in concorso con personaggi indagati in Mafia Capitale - chiama in causa il Sig. Gallo Maurizio rivendicando la proprietà del terreno sul quale insiste lo stabilimento Ocean Surf Beach di Campo di Mare (Cerveteri). Successivamente nell’anno 2009 il giudice di primo grado emette una Sentenza a favore della Ostilia S.r.l. e condanna Gallo Maurizio al rilascio della area di cui sopra ma Gallo Maurizio però non è il proprietario dello Stabilimento Ocean Surf Beach, insistente sulla area in questione, bensì il titolare del negozio Ocean Surf. L’amministratore unico dello stabilimento Ocean Surf Beach è Gallo Massimo dal 1994 da ben tre anni prima che la Ostilia S.r.l. iniziasse la causa...un chiaro errore giudiziario!? Nonostante ciò il giorno 11 luglio
2014 Gallo Maurizio riceve un atto di precetto inviato dallo Studio Legale della Società Ostilia ed in seguito viene inviato un atto di preavviso di rilascio immobile al Sig. Gallo Maurizio domiciliato presso Ocean Surf Beach S.a.s. di Gallo Massimo. Per la prima volta dall’inizio del contenzioso legale e dopo la Sentenza, viene citata la Ocean Surf Beach S.a.s. di Gallo Massimo, probabilmente qualcuno accortosi del grossolano errore tenta di porvi rimedio domiciliando Gallo Maurizio presso lo Stabilimento Ocean Surf Beach del fratello Massimo ma Gallo Maurizio non è stato mai domiciliato presso lo stabilimento, appare evidente l’errore ma perché voler colpire comunque la Ocean Surf Beach nonostante il palese errore? Ma secondo voi tutto ciò è legale? Purtroppo le anomalie in questa vicenda sono solo agli inizi. Durante la causa il Consulente Tecnico di Ufficio Geometra Saltamerenda, nominato dal Giudice Dr. Stefania Ciani per individuare quali siano le porzioni di terreno rivendicate in proprietà dalla Società Ostilia e che sono occupate dagli Stabilimenti balneari, presenta la sua perizia., nella quale dichiara che...Omissis... ”non è disponibile l’estratto di mappa dal quale poter svolgere la Perizia di cui al mio incarico professionale” ...Omissis. Il 10 dicembre 2015 l’Ufficiale Giudiziario spossessa la Ocean Surf Beach dello Stabilimento e quindi della relativa spiaggia, lo stesso giorno la
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Capitaneria di Porto di Civitavecchia inviata dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione per verificare se lo stabilimento Ocean fosse su area demaniale dopo attente misurazioni verbalizza che la area oggetto del contenzioso risulta essere ricadente per oltre 40 metri su pubblico Demanio. Ma come è possibile nonostante la succitata dichiarazione della Capitaneria di Porto, messa a Verbale, che l’Ufficiale Giudiziario ha comunque proceduto nella esecuzione consegnando la spiaggia con tutto lo stabilimento Ocean Surf Beach, alla Ostilia S.r.l.? La spiaggia fa parte dei beni del Demanio necessario ed è un bene inalienabile non può essere venduto e soprattutto non può essere soggetto ad espropriazione forzata, poiché neppure la autorità giudiziaria o quella amministrativa possono sottrarre il bene alla destinazione che il legislatore gli ha attribuito
(art. 822 del Codice Civile). Orbene questa è la vicenda accaduta alla Famiglia Gallo di Campo di Mare in Provincia di Cerveteri, una famiglia insignita con la Bandiera Blu del mare per la attenzione e le opere di salvaguardia e tutela che in oltre quaranta anni di attività sul litorale cervetrano, hanno posto in essere. A tutto oggi ancora non si trova una soluzione e soprattutto non si fa giustizia ma la cosa che maggiormente crea perplessità è la latitanza delle Istituzioni e dello Stato ed in modo particolare la latitanza del Comune di Cerveteri che è il detentore e gestore delle spiagge (su incarico della Regione Lazio) e per esso il Sindaco Alessio Pascucci, che l’unica cosa che è riuscito a dire è che si tratta di una diatriba tra privati e per la quale lui non può farci nulla.
Dimenticando però (o forse per ignoranza) che la spiaggia fa parte del “DEMANIO MARITTIMO NECESSARIO” articolo 52 del Codice della Navigazione.
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cinema Fargo, la finzione della realta’ L’articolo che state per leggere è una storia vera. I fatti esposti in questo articolo sono accaduti nel 2017 a Santa Marinella. Su richiesta della redazione, sono stati usati nomi fittizi. Per rispettare i lettori, tutto il resto è stato fedelmente riportato. Se non vi è chiaro questo riferimento iniziale, allora vuol dire che non avete la minima idea di cosa sia quel gran capolavoro dei fratelli Joel e Ethan Coen intitolato Fargo. Schermo nero, una scritta in bianco, ecco come inizia il film del 1996: “Quella che vedrete è una storia vera. I fatti esposti nel film sono accaduti nel 1987 nel Minnesota. Su richiesta dei superstiti, sono stati usati dei nomi fittizi. Per rispettare le vittime, tutto il resto è stato fedelmente riportato.” Dopo di che una macchina sfreccia nella neve e poi... hanno inizio una sequela di avventure, tutto con il black humor tipico dei Coen premiati per quest’opera con il premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale.
Quasi vent’anni dopo, nel 2014 per l’esattezza, Noah Hawley (creatore di Legion, prima serie Marvel Fox) ha tirato fuori dal cilindro la serie basata sull’omonimo film. Indovinate cosa c’è scritto all’inizio di ogni episodio? Non ci arrivate? Ecco cosa: “Questa è una storia vera. Gli eventi descritti hanno avuto luogo in Minnesota nel 2006. Su richiesta dei sopravvissuti, i nomi sono stati cambiati. Nel rispetto dei morti, il resto è stato narrato esattamente come avvenuto.” Fargo la serie è un successone, tanto che riesce a soffiare nel 2015 il Golden Globe come migliore mini-serie ad un’altra serie di culto, nientepopodimeno che True Detective! Lo spirito del film rimane intatto. Ad arricchire il tutto ci pensano le interpretazioni magistrali di Billy Bob Thornton e di Martin Freeman, capaci di rappresentare dei personaggi molto particolari, mantenendoli il più possibile verosimili e credibili. Fargo diventa una serie antologica (ogni stagione ha una sto-
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ria a sé, fruibile anche senza aver visto la stagione precedente). La seconda serie di Fargo ha un debolissimo legame con la prima, chi ha seguito le indagini dell’agente di polizia di Bemidji Molly Solverson (Allison Tolman), saprà riconoscere tra i protagonisti il nome del padre di Molly, ovvero Lou Solverson interpretato da Patrick Wilson. Stavolta siete preparati, quindi ripetiamo come in chiesa quello che c’è scritto all’inizio di ogni episodio: “Questa è una storia vera. Gli eventi descritti hanno avuto luogo in Minnesota nel 1979. Su richiesta dei sopravvissuti, i nomi sono stati cambiati. Nel rispetto dei morti, il resto è stato narrato esattamente come avvenuto.” Kirsten Dunst è la regina assoluta di questo secondo capitolo. Questo mese arriva la terza stagio-
ne di Fargo, che vede Ewan McGregor nel doppio ruolo dei fratelli Stussy. Gli eventi descritti hanno luogo in Minnesota nel 2010, noi non vediamo l’ora di vederli. Prima di salutarvi ecco una notizia, i fatti avvenuti in Minnesota nel 1987, nel 2006 e nel 1979 non sono mai avvenuti! Solo quelli avvenuti a Santa Marinella nel 2017 sono veri. I fratelli Coen sono dei gran burloni, eppure non si fa fatica a credere che ciò che vediamo, sia nel film sia nella serie, siano veri. I personaggi sono caratterizzati in maniera altamente realistica e le loro reazioni sono straordinariamente vere! Forse anche noi vogliamo crederci, d’altronde, con le notizie che circolano in questo periodo, la finzione e la realtà sono decisamente più vicine di quanto immaginiamo.
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eventi PIN UP
(Via Montegrappa 21/A, Civitavecchia - 3887993660) 28/04 Le Metamorfosi 29/04 British Invasion 05/05 Roll Over Blues 06/05 Radtablanco, Jump, Aquilani 12/05 Soreta & Komorra 13/05 Rock inc. Acoustic Duo 19/05 Rock’n’Ride 20/05 Claudia Tortorici
Settima edizione del MARCIN DAY, una giornata dedicata allo skate alla musica e ai graffiti. In onore e in ricordo del grande Marcin Solecki, Skater, Writer, Homie e Prezioso Amico. Non Mancate. Domenica 21 Maggio, Cinecittà. Roma.
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