Divina commedia lucifero iapino fabiana 2^e

Page 1

DIVINA COMMEDIA: LUCIFERO


Lucifero viene rappresentato e descritto nel XXXIV canto dell’Inferno: l’ultimo. Questo canto si svolge nel cerchio dei Traditori dei Benefattori (nel nono Cerchio). In questo caso i versi riportati sono dal 34 al 60. Mappa dell’Inferno

Coloro che sono in questo Cerchio sono bloccati nel ghiaccio del Cocito. Lucifero è congelato in esso dalla vita in giù, invece i tre più grandi traditori vengono stritolati dalle mascelle di Lucifero stesso. Essi sono incolpati di esser stati freddi in vita, riuscendo poi a tradire anche le persone a cui erano più legate. I Traditori


VERSI

S’el fu sì bel com’elli è ora brutto, e contra ’l suo fattore alzò le ciglia, ben dee da lui proceder ogne lutto. Oh quanto parve a me gran maraviglia quand’io vidi tre facce a la sua testa! L’una dinanzi, e quella era vermiglia; l’altr’eran due, che s’aggiugnieno a questa sovresso ’l mezzo di ciascuna spalla, e sé giugnieno al loco de la cresta: e la destra parea tra bianca e gialla; la sinistra a vedere era tal, quali vegnon di là onde ’l Nilo s’avvalla.

PARAFRASI

36

Se egli (Lucifero) fu bello quanto è brutto ora ma decise comunque di ribellarsi al suo Creatore, è giusto che da lui derivi ogni male.

39

Mi meravigliai molto quando scoprii che la sua testa aveva tre facce! Quella al centro era rossa, le altre due si congiungevano alla prima metà di ogni spalla e si univano dietro il capo;

42

45

quella destra mi sembrava tra bianca e gialla, quella a sinistra era molto scura come coloro che vengono dall’Etiopia.


PARAFRASI

VERSI Sotto ciascuna uscivan due grand’ali, quanto si convenia a tanto uccello: vele di mar non vid’io mai cotali. Non avean penne, ma di vispistrello era lor modo; e quelle svolazzava, sì che tre venti si movean da ello: quindi Cocito tutto s’aggelava. Con sei occhi piangea, e per tre menti gocciava ’l pianto e sanguinosa bava. Da ogne bocca dirompea co’ denti un peccatore, a guisa di maciulla, sì che tre ne facea così dolenti. A quel dinanzi il mordere era nulla verso ’l graffiar, che talvolta la schiena rimanea de la pelle tutta brulla.

48

Da sotto ogni faccia spuntavano due ali simili a quelle di un uccello, però così grandi che le vele delle navi non erano nulla a confronto.

51

Erano senza piume, ma assomigliavano molto a quelle di un pipistrello. Egli le muoveva creando tre venti

54

congelando così il Cocito. Con i suoi sei occhi piangeva e le sue lacrime arrivavano ai tre menti, mischiandosi con la bava insanguinata.

57

In ogni bocca vi dilaniava coi denti un peccatore, come una macchina per tritare, così ne tormentava tre contemporaneamente.

60

Per quello al centro il venir morso non era nulla rispetto all’esser graffiato, tanto che a volte la schiena rimaneva scorticata.


In questi versi possiamo trovare le seguenti SIMILITUDINI: • NEL VERSO 34: «S’el fu sì bel com’elli è ora brutto» • NEI VERSI 44-45: «la sinistra a vedere era tal, quali vegnon di là onde ’l Nilo s’avvalla» • NEL VERSO 56: «a guisa di maciulla».

Possiamo considerare come parole chiave di questa scena l’invidia e la freddezza, oltre al tradimento ovviamente.

Inoltre viene usata la rima dantesca (schema ABA BCB CDC…) e i versi sono endecasillabi (formati da 11 sillabe) e divisi in terzine (ogni strofa è formata da 3 versi).

Dante e l’Aldilà

Dante, Virgilio e il fiume Cocito


PROTAGONISTA DELLA SCENA

LUCIFERO

Secondo un’antica tradizione medievale Lucifero era uno dei Serafini che si ribellò al suo creatore (Dio) per invidia, ma venne sconfitto dall’arcangelo Michele. Dopo ciò precipitò verso il centro della Terra e non fu più un bellissimo angelo come era prima, bensì diventò orrendo e poi il principe dei diavoli. Secondo Dante, quando precipitò, si formò un’enorme voragine nell’emisfero boreale (l’Inferno) e un’altrettanta grande montagna nell’emisfero australe (il Purgatorio).


Poi Dante lo inserisce nell’ultimo Cerchio dell’Inferno ove è bloccato dalla vita in giù nel fiume Cocito ghiacciato. Ha tre facce su una sola testa, quindi tre bocche e sei occhi, e tre paia di ali simili a quelle di un pipistrello. Nella bocca della faccia centrale mastica il più grande traditore: Giuda Iscariota. Nel frattempo mastica Bruto e Cassio ai lati e con gli artigli graffia Giuda sulla schiena. Secondo la mitologia greco-romana Lucifero era invece il Dio della luce e del mattino.


La prima volta che ho letto la scena, mi ha impressionata il modo in cui viene descritto Lucifero, la ferocia della scena e l’utilizzo di specifiche parole. Attualmente la Divina Commedia è diventata un importante esempio della letteratura italiana, basata sulle credenze medievali di allora. Però ai giorni d’oggi gran parte della popolazione mondiale non è d’accordo con ciò che narra il poema: sono molti gli atei, gli ebrei, i musulmani, gli induisti, i buddhisti e coloro che credono in varie religioni tradizionali. Nonostante ciò i cattolici possono concordare sul fatto che esistono l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, ma nessuno sa la verità e cosa c’è dopo la morte e se Lucifero potrebbe assomigliare anche solo vagamente a come l’ha descritto Dante. Struttura dell’Aldilà secondo Dante (Clicca sull’immagine per visualizzare il link)


Però attualmente siamo certi che non c’è nessuna Voragine Infernale nell’emisfero boreale o nessuna Montagna del Purgatorio nell’emisfero australe. Quindi, per concludere, solo ai tempi medievali i cristiani potevano pensare nell’esistenza di Lucifero che puniva i tre grandi Traditori, ma ora i tempi sono totalmente diversi e pochi potrebbero concordare su alcune cose scritte da Dante, difatti i cattolici credono nell’esistenza di Satana con caratteristiche simili a Lucifero (il Male). Il globo e le religioni


DIVINA COMMEDIAINFERNO LUCIFERO Iapino Fabiana 2^E


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.