Presentazione Ridolfi

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Mario Ridolfi

Mario Ridolfi nasce a Roma da una famiglia artigiana dell'edilizia. Nel 1924 si iscrive alla Scuola Superiore di Architettura di Roma, dopo aver vinto la borsa di studio di Architettura. Nel 1929 si laurea con il progetto per una Colonia Marina. L'attivitĂ progettuale di Ridolfi comincia negli anni trenta quando inizia a lavorare partecipando ai molti concorsi con i quali si vuole progettare la nuova Roma del regime fascista.


Nel dopoguerra aderirà in pieno alla corrente definita del Neorealismo architettonico avente l'aspirazione a rileggere in chiave moderna i valori del passato. Si apre poi il cosiddetto ciclo delle Marmore, una nuova stagione creativa legata alla località, nei dintorni di Terni, nella quale l'architetto si ritira negli anni sessanta a seguito di un incidente stradale. Da ricordare è anche il suo importante contributo alla manualistica tecnica alla quale egli lavora durante il periodo della guerra, e il cui frutto è il Manuale dell'architetto (1945-1946). Morì suicida a Marmore, l'11 novembre 1984.

Cascata delle Marmore


Mario Fagiolo

Mario dell'Arco è lo pseudonimo di Mario Fagiolo. Accanto alla sua passione per la poesia e il dialetto, intraprende gli studi di architettura, e, come architetto, collabora con Mario Ridolfi per la Fontana di Piazza Tacito a Terni, con i mosaici di Corrado Cagli.


Fontana di Terni Una sua opera realizzata nel 1928, ancora studente, fu la Torre dei ristoranti, quando partecipa all’ Esposizione Italiana di Architettura Razionale. Successivamente nel 1932 realizza la Fontana di Piazza Tacito a Terni e il Palazzo delle poste di piazza Bologna a Roma.


Dopo ciò realizza le Palazzine Rea, la Palazzina Colombo e l’Istituto tecnico "Bordoni" di Pavia. Nel dopoguerra riprende l'attività sino ai primi anni '60. Realizza in questi anni i quartieri Ina-casa di Terni, di Cerignola, del Tiburtino, le Torri di viale Etiopia, le Palazzine Zaccardi, Mancioli e Inail a Roma, e poi le case "Luccioni", "Chitarrini" e "Franconi" a Terni, gli Edifici Carcerari a Nuoro e a Cosenza, gli asili a Poggibonsi e ad Ivrea.

Palazzine Rea


A Terni Mario Ridolfi come prima cosa fece il progetto della Fontana di Piazza Tacito. Dopo di che nel 1949 fece il progetto dei quartieri INA-Casa. Nel 1952 progettò la Scuola media Leonardo da Vinci. Nel 1953 Ridolfi fece casa Chitarrini, dopo fatta questa casa a Terni si fermò con i progetti per una decina di anni riprese nel 1960 con Casa Staderini e Case Franconi. Nel 1960 fece anche Casa Pallotta e Casa Briganti. Successivamente, nel 1963, progettò Casa Lina, situata a Marmore in provincia di Terni. Successivamente fece Casa Lana nel 1972 situata a Cesi. Infine nel 1981 fece la sua ultima opera a Terni: Casa De Bonis, dedicata ad un primario dell’Ospedale di Terni.

Scuola Leonardo da Vinci

Casa Chitarrini


Scuola media «Leonardo Da Vinci» «Casa Pallotta», Palazzo Spada

«Casa Franconi»


Casa Pallotta Casa Pallotta, costruita di faccia al Palazzo Spada è tra le opere realizzate di Ridolfi a Terni, fatta nel 1960 quella che meglio esprime l'irriducibilità della sua architettura alle categorie della critica contemporanea. Far vivere le cose è uno degli enunciati teorici della poetica ridolfiana, esplicitamente dichiarato.


«Casa De Bonis»

«Casa Chitarrini» «Casa Lina»


Casa Chitarrini è un opera fatta dall’architetto Mario Ridolfi nel 1949, situata al centro di Terni, precisamente a Largo Villa Glori. Per fare questa casa l’architetto utilizza uno stile non molto particolare, quello classico dell’architettura. In casa Chitarrini, sopra la spessa fascia di cemento armato sorge un mondo, fatto di finestre con il davanzale maiolicato diverso uno dall’altro, fatto di pietra sponga, ma soprattutto un mondo fatto di madri e figli, e dei rapporti profondi che esistono fra essi. Casa Chitarrini


Casa Lina fu la sua residenza a Terni e il modello che portò alla nascita di una serie di abitazioni accomunate dal nome derivato dai luoghi di costruzione e dall’uso sistematico della pietra sponga: il “ciclo delle Marmore. Questa casa dal singolare aspetto di enorme diamante rappresenta il più importante dono e largito da Ridolfi alla sua sposa Adelina, il “tempio” familiare per cui è stata appositamente adottata una pianta centrale, anomala di solito a fini abitativi.

Casa Lina


L’edificio si pone nella storia di Ridolfi come una meta ideale, dove trascorrere la vecchiaia e poter recuperare il contatto con la natura circondandosi dagli affetti piÚ cari, in un ambiente prossimo alle sue origini, su di un terreno appartenuto alla madre. Il linguaggio di Ridolfi si declina nell’utilizzo di variegati materiali come la pietra sponga, il ferro battuto e il cemento armato, arricchiti di dettagli architettonici, di elementi decorativi, di scelte logistiche ponderate, nel completo rispetto della funzionalità abitative.


L’attuale assetto della piazza si deve agli Architetti Mario Ridolfi e Mario Fagiolo, che vinsero un Concorso Nazionale bandito nel 1932. In precedenza in questa piazza si trovava il monumento ai caduti che venne trasferito in Piazza Briccialdi. Di fianco ai palazzi dominanti la piazza (Palazzo del governo, del Bazzani, e la sede della Banca d’Italia), i due architetti inserirono degli intermezzi a verde, della stessa lunghezza degli edifici ed una grande fontana. La fontana, le cui decorazioni sono state realizzate su decorazioni di Corrado Cagli, è stata distrutta nel corso dell’ultima guerra e restaurata con interventi successivi fino al ’61.

Fontana in costruzione


Fontana finita L’acqua sgorga al bordo del grande catino sotto forma di velo per scorrere sulla superficie decorata con i segni dello zodiaco, quindi precipita in un’ulteriore vasca piÚ profonda, simbolo della trasformazione in energia, rappresentata, nella nostra fontana, da un altissimo pennone metallico rivestito di acciaio inossidabile.


La fontana, a tre ordini, fu decorata da Corrado Cagli con formelle di vetro raffiguranti segni zodiacali nel catino più grande. La scelta dei segni zodiacali come decorazione, realizzati con formelle di vetro inciso, distribuite su fondo mosaico, è suggerita dalla intima relazione che intercorre tra essi e i mesi dell’anno che regolano la copiosità dell’acqua di precipitazione.

Fontana finita


Classe 3^E Scuola I.C De Filis


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