L'abbiglimento nel medioevo trotti

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L’abbigliamento nel Medioevo


Il Medioevo è un periodo molto lungo, che racchiude piÚ di mille anni di storia. Gli usi e soprattutto i costumi sono quindi variati nel corso degli anni.


Gli abiti e le loro funzioni Gli abiti del Medioevo avevano tre funzioni fondamentali: coprire il corpo (per pudore non si potevano mostrare parti del corpo), proteggere dal freddo e fare da ornamento. Avevano un grande valore simbolico, perché rappresentavano la classe sociale di appartenenza erano, infatti, facilmente distinguibili i poveri dagli aristocratici. La differenza sostanziale tra gli abiti dei ricchi e quelli dei poveri era nel tipo di tessuto utilizzato per la realizzazione degli abiti. I nobili erano “vestiti dall’autorità divina” e quindi indossavano stoffe pregiate ed accessori di ogni genere (mantelli, veli, guanti e copricapi a punta); il popolo spesso non indossava né mantello nè calzature ma semplicemente delle suole cucite sotto le calzebrache.


Abbigliamento maschile e femminile Non c’erano grosse differenze tra abbigliamento femminile e maschile, a parte il fatto che le donne non indossavano le brache, ma si fasciavano il petto con un velo di mussolina a mo’ di reggiseno. https://www.youtube.com/watch?v=C5Lc9V0k8VU#action=share


Abbigliamento prima dell’anno 1000 Prima dell’anno mille l’abbigliamento in Europa era molto semplice e senza grosse differenze tra uomini e donne, che indossavano tuniche e mantelli lunghi fino a terra, con maniche lunghe e larghe fino a coprire le mani. La tunica era larga, aveva maniche a campana per le donne e dritte al polso per gli uomini. Il mantello era indossato da entrambi i sessi; bloccato su una spalla o avvolto attorno al corpo. Il mantello e il cappuccio erano colorati, ma non della stessa tinta, per sottolineare il fatto che si trattava di due capi diversi.


Abbigliamento prima dell’anno 1000 Sotto la tunica veniva utilizzata la “camisa�, una sottoveste lunga fino al ginocchio per gli uomini e fino alla caviglia per le donne. La stoffa utilizzata per realizzare la camicia era di solito il lino, poco confortevole , ma facilmente lavabile e resistente ai lavaggi. Fibra di lino


Acconciatura prima dell’anno 1000 Le donne dopo il matrimonio dovevano coprire i capelli con un velo. Questa usanza è durata in tutta Europa per tutto il Medioevo. Le donne nubili potevano portare due trecce ai lati della testa o i capelli sciolti.


Abbigliamento prima dell’anno 1000 Eginardo, scrittore francese e biografo di Carlo Magno (IX – X secolo) ci descrive dettagliatamente i capi d’abbigliamento usati all’epoca: la camicia in tela di lino, le “brache” maschili (molto aderenti portate fino al ginocchio), la tunica (per gli uomini corta o lunga per le donne), le calze (in tessuto fine per i nobili e grossolano per i contadini arrivavano fino al ginocchio, tenute da lacci incrociati per mantenerle tese. le scarpe (suole di legno che proteggevano la pianta del piede con la parte superiore in cuoio per i nobili, per i poveri la scarpa era di stracci), per gli uomini la spada ed il cinturone (in pelle) per la spada.


Abbigliamento femminile dopo l’anno 1000 https://www.youtube.com/watch?v=DXw_8pneO-U

Nell’XI secolo l’abbigliamento della donna era ancora costituito dalla sotto tunica (camicia) e dalla tunica che inizia ad avere valore più importante. In questo periodo, tra i ceti benestanti, nacque la moda di maniche larghe, che arrivavano al gomito o poco sotto, lasciando scoperte le maniche semplici e strette della chemise. L’orlo delle maniche era finemente decorato. Solitamente era di lino o di seta, di colori vivaci come il verde e il rosso, le donne comuni indossavano solitamente lino o lana. Per le nobili, la tunica era spesso di seta, proveniente dalla Sicilia.


Abbigliamento femminile dopo l’anno 1000 La tunica aveva un taglio centrale che partiva dal collo per tutta la sua lunghezza, guarnita con decorazioni di ogni genere, disegni geometrici o floreali, fili di seta di colore acceso, mentre sulla schiena appariva un’allacciatura “a nastro” per agevolare la vestibilitá, una volta indossata, il nastro veniva tirato e stretto. Sulle maniche c’era un importante orlo che spesso richiamava quello centrale, decorato con forme di colori vivaci. L’orlo si cuciva internamente per poi essere rigirato all’esterno per valorizzare l’ampiezza delle maniche lasciando libero il braccio dal gomito in giù, coperto dalle maniche della chemise. Questi ricami importanti ricordavano i contatti con l’Oriente da cui arrivavano stoffe fastose. La tunica era fermata in vita da una cintura di stoffa o di pelle sottile che poteva essere ricamata con fili preziosi o arricchita da decorazioni in metallo



Abbigliamento femminile dopo l’anno 1000 La maggior parte delle donne indossava il mantello, che, nei ceti benestanti era solitamente di forma circolare, molto decorato, di seta o lana. Le donne comuni, invece, portavano un mantello di forma quadrata o rettangolare in genere di lana o di una stoffa grossolana in quanto era utilizzato per proteggersi dalle piogge e dal freddo, non aveva decorazioni o ricami. Il mantello era allacciato con spille e fermagli lavorati che facevano parte della gioielleria delle donne nobili, le donne comuni, invece usavano un laccio. Il mantello era utile anche per coprirsi, infatti le donne, al di fuori delle mura domestiche, dovevano coprirsi la testa; e in questo periodo le donne sposate o le vedove dovevano coprirsi anche all’interno della propria casa secondo l’ideologia cristiana. Il copricapo maggiormente utilizzato lasciava scoperto solo il viso e si trattava di un velo per le nobili o di un semplice fazzoletto per le povere. Il velo o fazzoletto non presentava particolari ricami, spesso era del colore naturale del lino o comunque di colori tenui, ma le donne nobili lo arricchivano con un “cerchietto� che lo fissava attorno alla testa.



Abbigliamento femminile XIII -XIVsec Nel XIII secolo ci fu un radicale cambiamento, gli influssi francesi iniziarono ad arrivare anche in Italia fece la comparsa un nuovo indumento al posto del mantello il, “pelicon� che una volta indossato cadeva a terra formando uno strascico. Era confezionato con del tessuto pesante e bordato di pelliccia. Aveva anche un cappuccio.


Abbigliamento femminile XIII –XIV sec I grandi polsini della tunica scomparvero per lasciare spazio alla manica ampia fermata al polso da bottoni che si diffusero nel XIII sec. La manica ampia pian piano venne sostituita da una manica aderente dalla spalla al polso. Il copricapo più diffuso era il “soggolo” che poteva essere indossato anche con un velo.


Abbigliamento femminile XIII –XIV sec Nel XIV sec l’arte della sartoria si diffuse in tutta Italia con sarti specializzati. Le città come Lucca Firenze e Prato crearono centri di mercato che diffondevano i prodotti in tutta Europa. La lana veniva utilizzata per i pelicon o per le calze. Il lino era utilizzato per realizzare la camicia che era ancora l’indumento intimo per eccellenza senza bottoni o lacci. Le donne non indossavano ancora le mutande. La seta era il tessuto più raffinato impreziosito da ricami, in questo periodo iniziarono a diffondersi anche tessuti in damasco o in broccato che erano un’esclusiva del clero e dei ricchi. Anche Venezia, Genova e Milano furono importanti centri di produzione. I colori usati erano sgargianti nei ceti alti, mentre nei ceti bassi erano scuri o sbiaditi


Abbigliamento femminile XIII -XIVsec Sopra la camicia le donne usavano la guarnacca, una sopravveste in genere chiusa ai lati, che creava uno strascico e aveva un’ampia apertura sotto l’ascella. tra i ceti più bassi poteva anche rimanere aperta fino all’orlo anche più corto della veste e fermato con un breve punto sotto l’ascella. All’aperto le donne utilizzavano il pelicon come abbiamo già detto orlato in pelliccia di ermellino, coniglio, scoiattolo o montone. In Italia la donna non poteva mostrare i capelli quindi li acconciavano con nastri o li intrecciavano facendo passare le trecce intorno alla testa senza copricapi o veli. Il soggolo o il velo era indossato dalle donne più anziane e dalle vedove.


Abbigliamento maschile dopo l’anno 1000 Nell’ XI secolo, l’indumento maschile più diffuso era la tunica, che arrivava al ginocchio nell’uso quotidiano e tra i nobili, per le ricorrenze cerimoniali fino alla caviglia. La tunica in seta era diffusa tra la nobiltà. Sotto la tunica c’era la camicia utilizzata insieme alle brache come indumento intimo. La camicia aveva maniche aderenti e polsini decorati. Il mantello era diffuso tra la nobiltà e anche tra i lavoratori, ma cambiavano i tessuti: lana pregiata per i primi; pelle di capra o pecora con pelo rivolto verso l’ esterno per i secondi. I copricapo erano molto diffusi ed erano costituiti da una cuffia molto aderente, allacciata sotto il mento



Abbigliamento maschile dopo l’anno 1000 Il XIII sec fu un secolo di grande importanza politica e culturale e anche gli abiti divennero più eleganti. Nei primi anni del 1200 la camicia e le brache diventarono sempre più corte con un prolungamento delle calze sempre più in alto. La tunica subì diverse trasformazioni. Negli anni scomparvero gli enormi polsini e le maniche diventarono più aderenti. La tunica era tagliata sotto le ascelle, ampia e stretta in vita da una cintura. Si preferivano le tinte unite come il blu, il rosso o il verde. Gli uomini dei ceti più bassi indossavano una tunica lunga fino al ginocchio con una cintura in vita. Tra i contadini si diffuse il cappello di paglia e tra i più ricchi i cappelli in pelliccia. Il mantello aveva taglio circolare bordato con pelliccia e fissato sulla spalla destra da una spilla-gioiello.



Il biretum Con la metà del XIII il cappello inizia a diventare un vero e proprio capo d’abbigliamento. Cappelli di feltro, di paglia, di felpa o di stoffa divennero oggetti di moda per i quali aumentò la vanità delle classi nobili; si iniziò a parlare di una vera e propria “cultura del cappello”. Il “biretum”, ricorda le forme romane e greche con l’orlo rovesciato da cui nacque il “tocco”; era impellicciato per proteggere il capo in caso di pioggia e freddo. Il copricapo era solitamente indossato sopra alla già diffusa “infulae”. Materiali per la realizzazione del tocco erano lana, lino e cotone e veniva utilizzato durante il corso di tutte le stagioni.



Abbigliamento maschile XIV sec. Nel XIV secolo con l’incremento dell’industria tessile in Italia gli uomini mostrarono interesse per le stoffe rare e preziose. Si iniziarono a diffondere i colori grazie al lavoro dei tintori e gli uomini davano importanza agli abiti che rappresentavano le diverse classi sociali. La tunica era lunga fino al ginocchio; sopra la tunica veniva messa una sopravveste senza maniche cucita sotto l’ascella: la guarnacca; la camicia sempre in lino era lunga fino al ginocchio e aveva uno scollo a V o rotondo o senza bottoni. Nacquero le calze-brache costosissime in quanto dovevano essere confezionate su misura. Le scarpe erano una sorta di stivaletto di cuoio o di stoffa; tra i ceti più bassi indossavano zoccoli in legno.


Abbigliamento maschile XIV sec. I lunghi mantelli erano aperti davanti e foderati di pelliccia. I copricapo più diffusi erano le mantelline con cappuccio come la “ pellegrina”

La novità principale di questo secolo è l’accorciarsi della tunica e nel 1344 inizia a diffondersi tra le classi nobili un indumento proveniente dalla Francia: la cottardita che era un indumento attillato e abbottonato fino alla vita




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