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Se c’è qualcosa attorno a cui oggi più che mai viene accuratamente mantenuto un cordone di mistero e di depistaggio globale, ebbene, è la reale natura del denaro. Jervé
1| Artefatti
Più ancora che un progetto espositivo possiamo considerare questa una operazione di ingegneria sociale. Nel nostro tempo l’Arte, al pari della maggior parte delle attività umane, è stata degradata a commercio ed è diventata arte. Ciò di cui si è sempre occupata, ossia l’Opera, alla quale dare forma e veicolare ad un pubblico, è di fatto ormai merce e come tale ha perso una azione sulla coscienza sociale che abbia qualche rilevanza. Se ciò che ha comunicato l’Arte è stata la Lingua costitutiva della civiltà in forma di materia, ciò che comunica l’arte è semplice dialetto, costitutivo solo di marginale commento, se non pettegolezzo, in merito a fondamenti stabiliti da altri soggetti forti. In questo caso tuttavia ci occupiamo, a partire da una angolazione che sta fuori dell’area di comfort, del motore centrale della nostra società: il denaro. Un motore che è ormai diventato unico, evidente e innegabile, e che, a passi impercettibili, giorno dopo giorno, ha guadagnato quote nella scala dei valori della maggioranza statistica di tutti noi. E al momento in cui scriviamo, sbaragliati tutti i concorrenti, si autonomina come divinità ultima di una teocrazia materialistica globalizzata.
2| Antefatti
La timeline del progetto ha inizio il 10/04/2012, quando alla Galleria dell’Ombra in Brescia si apre la prima fase in cui viene sottoposto il tema alla reazione del pubblico. La coscienza collettiva ancora distante determina un tasso di comprensione irrilevante. La successiva verifica di risposta del pubblico è in contesto massificato come quello di un evento fieristico il 26+27/05/2012. La comprensione è ancora una volta molto ridotta. A distanza di tre anni la coscienza del fatto che ciò che pensiamo riguardo al denaro è distante anni luce dal vero, si sta diffondendo a fasce più ampie di popolazione, e potrebbe essere la volta buona perché il pubblico finalmente risponda alla sollecitazione.
“L’importanza dei soldi deriva essenzialmente dall’essere un legame fra il presente ed il futuro.”
John Maynard Keines
GeorgeWashington
3| Misfatti
NIENT’ALTRO ha mai lontanamente tentato di insidiare il primato della CREAZIONE DIVINA del mondo quanto l’arte babilonese della creazione di DENARO DAL NULLA.
Creare il denaro dal nulla rappresenta il traguardo di un processo paziente che attraversa le vite di innumerevoli generazioni, da perseguirsi al di là degli orizzonti temporali di ciascun individuo che ne è partecipe. Per riuscire nell’impresa, che quando completa ha l’aspetto della magìa, occorre creare non soltanto lo strumento stesso, che riassume in sé tutto il valore immaginabile senza esserne altro che un fittizio surrogato, ma anche la replica del mondo intero. Solo così l’inganno, allestito un poco per volta per passare inosservato, può perpetrarsi ancora e ancora, senza che per la sua enormità nasca il sospetto che qualcuno l’abbia potuto inscenare.
Di ogni cosa cui la Natura ha mai dato forma, si è dovuta creare una replica del tutto simile ma allo stesso tempo snaturata, forzando economicamente le condizioni perché poco per volta la replica soppiantasse l’originale. Una replica non gratuita, come è in natura, ma a pagamento, in modo che col tempo tutti noi ne diveniamo dipendenti, da liberi che ne eravamo in origine. Come faremmo infatti senza l’acqua in bottiglia oggi, dal momento che quella libera e gratuita è inquinata? E così, in una realtà dove le copie da acquistare hanno preso il posto degli originali gratuiti, il denaro a debito è indistinguibile da quello a credito e può impoverirci indisturbatamente.
“L’attuale creazione di denaro dal nulla, operata dal sistema bancario, è identica al creare moneta da parte dei falsari. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto.”
Maurice Allais
Abraham Lincoln
4| Fatti
I fatti innegabili sono che dal 1971, con il cosiddetto Nixon Shock, la convertibilità del dollaro in oro viene bandita unilateralmente, rendendo di fatto impraticabili gli accordi internazionali di Bretton Woods. Dal momento che la struttura del Petrodollaro impone al resto del mondo la moneta statunitense come quella di riserva, ciò si traduce in un abbandono forzato per tutti del Gold Standard, per una adozione generalizzata della moneta FIAT, ossia a corso forzoso, garantita solamente dalla fiducia nei governi e non da un valore oggettivo come quello del collaterale in metalli preziosi. Ciò apre la strada alla forma attuale di denaro, cartaceo ed elettronico, totalmente svincolato dal valore reale e in mano alle decisioni dei poteri finanziari globalizzati. La storia del denaro FIAT è antica, e già agli inizi mostra che la rapidità degli scambi che consente, porta con sé anche inevitabile instabilità e impoverimento collettivo. Ma ciò che ha segnato l’introduzione delle principali monete moderne, è che in apparenza sono pubbliche, mentre sono in realtà private, e vengono immesse nel circuito monetario a fronte di interessi, che vanno poi generando la vorticosa spirale del debito pubblico. Di queste macroscopiche dinamiche solo di recente la gente inizia a realizzare il micidiale impatto sul tessuto culturale, sociale e produttivo della nostra civiltà.
Le Benjamin Franklin
Opere
5| Fiction
Dissero all’Uomo e alla Donna di non mangiare assolutamente i frutti dell’albero della Conoscenza. Non solo, ma aggiunsero che se ne avessero mangiati, sarebbero sicuramente morti. Eppure, nonostante entrambi mangiarono i suoi frutti, nessuno dei due morì. Scopriamo così che nemmeno dissero loro la verità.
1 Jervé “REALITY 2012” Mixed media su juta. cm 100x150x2,5 2012 Edizione in tiratura di 3 esemplari firmati, numerati e autenticati
Il film siamo NOI L’estetica e il linguaggio stesso della comunicazione cinematografica fa ormai parte integrante della cultura pop e generalista, tanto da potersi considerare uno standard, un vero e proprio genere espressivo. E proprio con i modi di questo genere, Reality2012, col semplice stratagemma del ribaltamento a specchio dell’immagine e dei suoi segni, ci dice che mentre pensiamo che la vita si dipana nella sua rappresentazione dinanzi ai nostri sensi, e per questo ci sentiamo privilegiati, anzi lusingati, dalla quantità di storie fantastiche che la macchina di costruzione dei miti a Hollywood sforna con ritmo incessante, in realtà, per chi sta nella sala di regìa della nostra esistenza, come nel finale di “The Truman Show”, lo spettacolo siamo noi, il modo in cui rispondiamo alle sollecitazioni degli eventi che attraversano la nostra esistenza, la forza con cui superiamo difficoltà e ingiustizie, l’ingegno con cui risolviamo problemi. Ci sembra di poter arrivare a guardare tutto, accedere a ogni informazione, con il web poter raggiungere ogni cosa che ci piace senza muoverci dal nostro guscio. Ma la realtà del gioco, ad un livello più alto, dal quale si vede fuori la scatola, è che gli attori siamo noi, e gli spettatori del nostro show ancora non li conosciamo. Buona visione, e buona lettura al contrario.
La compensazione (in inglese clearing) è un meccanismo che permette alle banche e alle istituzioni finanziarie membri di una camera di compensazione di regolare tra loro i rapporti di dare e avere generati da transazioni finanziarie effettuate sui mercati o di scambio di assegni o denaro tra banche. Una transazione si realizza mediante l’acquisto di una parte e la vendita di una controparte generando un debitore e un creditore. La compensazione si realizza aggregando tutte le posizioni di acquisto e di vendita avvenute su un prodotto o titolo detenuto da ciascuna delle due parti e calcolando il saldo netto che ogni parte deve dare o prendere, cercando di minimizzare lo scambio finale di denaro o beni. Una volta lo scambio avveniva fisicamente in una stanza o camera convenuta: la camera di
5| Clearing compensazione. Oggi il tutto avviene in modalità informatica. Lo scambio comunque non avviene direttamente tra le due parti ma tramite l’ente che gestisce la camera e quindi si pone a garanzia della transazione, assumendosi il rischio di insolvenza. Per la massa di capitali movimentati annualmente, le principali stanze di compensazione sono Clearstream ed Euroclear (e la loro controllata SWIFT), società di diritto privato (non di natura bancaria), con sede legale nel Lussemburgo. A queste si aggiunge per le transazioni in medio-oriente la Asian Clearing Union, nata nel 1974 a Teheran. https://it.wikipedia.org/wiki/Compensazione_(finanza)
CAMERA DI COMPENSAZIONE La camera di compensazione (in inglese clearing house) è l’organismo che gestisce le operazioni di compensazione e garantisce il buon fine di tutte le transazioni. Chi partecipa a un mercato regolamentato, paga una quota di iscrizione e in cambio ottiene l’associazione a una camera di compensazione che garantisce sempre la solvibilità della controparte, anche se quest’ultima dovesse fallire. MECCANISMO DI COMPENSAZIONE Esempio semplificato di compensazione con un bonifico: La banca A deve trasferire x € dal conto di Alice al conto di Bob presso la banca B attraverso la camera di compensazione C. • A contatta C e gli chiede di trasferire x € verso il conto di Bob presso B. • C contatta B per sapere se la transazione è possibile, dopo aver verificato la disponibilità sul conto in A. • C addebita x € sul conto di A e accredita x € sul conto di B e conferma ad A e B l’avvenuta transazione. • A addebita x € sul conto di Alice. • B accredita x € sul conto di Bob. Quindi la camera di compensazione si comporta come una meta-banca degli organismi finanziari. Per i titoli finanziari il meccanismo è identico, avendo i titoli al posto del denaro.
2 Jervé “FED SWIFT | ILLEGAL” Mixed media su alluminio, cornice “in stile”. cm 20x28 + frame - 2012 Edizione in tiratura di 3 esemplari firmati, numerati e autenticati
La più grande opera d’arte (criminale) di tutti i tempi Quella qui raffigurato è un bonifico SWIFT illegale da parte della Federal Reserve Bank di 5000 miliardi di dollari, facente parte di una più vasta movimentazione che ammonta a 15000 miliardi di dollari, che con gli interessi susseguenti le speculazioni altamente redditive generate nel tempo ammonta a circa 30000 miliardi di dollari. Può essere a pieno titolo considerata la più grande opera d’arte criminale della storia umana finora emersa, in quanto utilizzando strutture istituzionali, come quella di un ente emittente denaro a corso legale, ossia in fattispecie la Federal Reserve Bank, è stato generato, senza che ve ne fosse alcuna base legale o riserva aurifera correlata, un immenso ammontare di denaro poi movimentato in istituti bancari in tutto il mondo, a finanziamento di operazioni i cui contorni sono decisamente “nebbiosi”. Il denaro ha viaggiato lungo percorsi elettronici ufficiali ed è stato quindi tracciato e recuperata prova contabile degli spostamenti, ma al contempo è sempre rimasto in una contabilità fuori registro, non beneficiando pertanto alcuno dei beneficiari titolati né, in ultima istanza, la popolazione, in primo luogo statunitense, ma anche poi indirettamente del resto del mondo. La straordinarietà del documento è assoluta quanto la vicenda di cui fa parte: il 16 febbraio 2012 infatti Lord James of Blackheath, membro della camera dei Lord, espose a Londra in quella sede il risultato di una inchiesta iniziata nel 2009, le cui attuali conclusioni, confortate da una mole di prove inoppugnabili in suo possesso (inclusi documenti originali firmati da Alan Greenspan allora Chairman della FED e Timothy Geithner allora segretario al Tesoro nell’amministrazione Obama) mostrano l’illegale trasferimento “off the books” da parte della Federal Reserve Bank of New York di $ 15 trilioni per, inizialmente, HSBC (Hong Kong Shanghai Banking Corporation), Londra e poi alla Banca della Scozia e di lì ad una serie di banche europee. E indicano che una organizzazione criminale di livello internazionale si è insediata nei gangli vitali delle istituzioni pubbliche e finanziarie delle massime potenze mondiali, ramificandosi in tutto il mondo e promuovendo una attività illegale - non limitata al solo ambito finanziario - i cui contorni e le cui dimensioni finora emerse documentalmente paiono essere solo la punta dell’iceberg di quelle effettive.
David James, Barone James of Blackheath
Commander of the Most Excellent Order of the British Empire (CBE)
Nel suo “FED FRAUD SPEECH”, storico intervento alla Camera dei Lord la cui registrazione si trova sul web, il parlamentare britannico si è preso la responsabilità di sollevare il coperchio del vaso di Pandora su una rete mondiale di corruzione e riciclaggio di denaro, punta dell’iceberg di qualcosa di ancor più generalizzato. Già nel 2010 Lord James aveva attirato l’attenzione di alcuni media per l’affaire relativo alla cosiddetta “Foundation X”. La Bank of Scotland, (a cui sarebbe giunto il denaro dalla FED grazie ai movimenti illeciti descritti) con decreto reale, ma limitata dalla partecipazione in tali operazioni, avrebbe semplicemente “dato” il denaro a 20 banche europee da utilizzare in un sistema altamente redditizio di co-trading “Fresh Cut” MTN (mid-term notes), generando migliaia di miliardi di dollari di profitti in 3 anni, nessuno dei quali mostrato in libri contabili, nessuno tassato o che abbia beneficiato gli azionisti in quelle banche. Quella esposta nell’intervento di lord James è una delle vicende più sconcertanti della storia finanziaria, che coinvolge il governo degli Stati Uniti, che avrebbe mentito riguardo a centinaia di migliaia di tonnellate d’oro immaginario, bonifici illegali e prestiti per un totale di 15.000 miliardi dollari. Il video del discorso alla Camera dei Lords al Parlamento del Regno Unito (che l’artista ha pubblicato sul suo popolare blog Iconicon Post) è già sconvolgente in sé. Ma quello che nel filmato non si specifica è da dove provenga il denaro dal momento che Lord James of Blackheath, che prende la parola nel video, dimostra in modo conclusivo che uno sforzo è stato fatto per dire che esso veniva da una riserva d’oro in Brunei che, di fatto, non è mai esistita. Ad un primo sguardo, sembra che ci siamo imbattuti nella più grande organizzazione terroristica del mondo e che siano emersi documenti originali che riconducono il finanziamento al Segretario del Tesoro e il presidente della Federal Reserve, due dei più alti ufficiali finanziari negli Stati Uniti. Un esame superficiale delle norme contro il terrorismo negli Stati Uniti indicano che tutte le transazioni di cui veniamo a conoscenza nel video sono, infatti, da assumere come “riciclaggio di denaro del terrorismo” e che l’unica cosa che impedisce l’arresto immediato di centinaia di alti funzionari finanziari è unicamente l’insieme ramificato delle loro connessioni politiche.
http://www.iconicon.it/blog/2012/02/cronache-del-2012-finanza-good-bye/
6| Banco Note
Un tempo c’era l’Oro. Ma era poco sicuro spostarlo. Così si stamparono carte. Si portarono in giro quelle. Lasciando l’Oro al sicuro. Poi l’Oro venne spostato via. Ma tutti ormai usavano carte. E nessuno si accorse del furto.
3 Jervé “HUNDRED DOLLARS NOTE | ILLEGAL” Mixed media digitale a pigmento su d-bond, vernice acrilica. cm 85x200x2 - 2012 Edizione in tiratura di 3 esemplari firmati, numerati e autenticati
Ante Notarius, Ars. Qual’è il gesto artistico peculiare che qui l’autore compie e che assume in questo contesto un valore storico? Quello di marchiare come illegali, ad una data antecedente al momento in cui tale fatto venga giuridicamente comprovato, una valuta formalmente in corso legale ma già destituita de facto delle caratteristiche che le permettono di esserlo. Il dollaro USA, con la dicitura “Federal Reserve Note” è emesso da tale banca che non è un ente pubblico, espressione della sovranità popolare ma, a dispetto dell’aggettivo “Federal” è un ente privato, espressione quindi degli interessi particolari del gruppo proprietario. Qualora venga provato, come sarà, un comportamento doloso da parte dell’ente emittente la valuta, che vada contro gli interessi del popolo che dovrebbe rappresentare, essendo il dollaro USA una valuta fiat ossia priva di valore intrinseco perché non convertibile in oro ma garantita nel suo valore unicamente dall’autorità dell’ente emittente, laddove l’autorità dell’ente non fosse più riconosciuta a causa di suoi comportamenti dolosi al di fuori della legalità, immediata conseguenza sarebbe l’illegalità della valuta di cui l’ente si è fatto garante. Ecco che viene in questo frangente recuperato all’Arte quello che da sempre è il suo ruolo di elezione: il farsi interprete di istanze “spirituali” ed anticipare nel suo ambito di linguaggio l’azione umana. Emettendo infatti - col gesto di bollare come illegale una moneta - un giudizio artistico nel merito di accadimenti umani, laddove tale giudizio tragga ispirazione proprio dall’intento spirituale di illuminare ciò che ora è non visibile, l’Arte evoca innanzi agli occhi dell’astante l’ologramma del giudizio divino prima che quello umano faccia il suo corso e permetta così di fare luce concretamente sull’accaduto. E permetta quindi, fatta luce sull’accaduto e catarticamente sanzionati i responsabili, di passare alla successiva tappa evolutiva della consapevolezza esistenziale.
4 Jervé “HUNDRED EUROS NOTE | ILLEGAL” Mixed media digitale a pigmento su d-bond, vernice acrilica. cm 110x200x2 - 2012 Edizione in tiratura di 3 esemplari firmati, numerati e autenticati
Ante Notarius, Ars II. Come nel caso del dollaro USA, anche per l’euro il gesto artistico centrale dell’autore consiste nel marchiare come illegale, a una data antecedente al momento in cui tale fatto venga giuridicamente comprovato, una valuta formalmente in corso legale ma già destituita de facto delle caratteristiche che le permettono di esserlo. L’euro, che rispetto al dollaro ha una vicenda più recente e più apertamente dissimulata nello sforzo di molte nazioni storicamente dotate di una loro precisa identità - e sovranità - a muoversi verso una unificazione dapprima monetaria poi complessiva, è come il dollaro USA una moneta fiat ossia il cui valore non è intrinseco ma unicamente garantito dall’autorità dell’ente emittente, ossia la Banca Centrale Europea. E condivide col dollaro USA anche il fatto che tale ente non è di proprietà pubblica, e di conseguenza la sua politica non potrà che essere espressione degli interessi particolaristici del gruppo privato proprietario. Anche in questo caso, se l’ente emittente, in qualità di controllore o attore diretto di vasti movimenti di denaro illegalmente originato dal Federal Reserve System negli USA ed immesso nel circuito delle banche europee, al fine di porre in atto azioni speculative di varia natura il cui capitale e i cui proventi siano mantenuti costantemente “off the books” andando contro gli interessi della popolazione, si fosse fatto interprete di un comportamento doloso, la sua autorità nell’essere garante super partes della moneta unica e di una politica monetaria sovranazionale verrebbe destituita all’istante ed illegale quindi risulterebbe essere la moneta stessa. Anche in questo caso il giudizio di merito è unicamente artistico, ossia morale, o per meglio dire spirituale. Perché è di questo che l’Arte è bene si occupi. Saranno poi i fatti umani concreti a decretare quanto e come gli interessi comuni della popolazione delle diverse nazioni, anziché essere tutelati e promossi, abbiano potuto essere trascurati o vilipesi. E quando questo sia avvenuto nei termini in cui si prefigura esserlo stato i responsabili non debbano altro che affrontare il proprio destino.
Alexander Hamilton
“Bisogna prendere il denaro laddove si trova, vale a dire presso i poveri. D’accordissimo, non hanno molto denaro, ma sono in tanti.�
Alphonse Allais
7| Arresti
La rete di corruzione globalizzata è giunta oggi in modo capillare ai vertici delle principali organizzazioni del pianeta, ed essendo quelli monetari i canali di diffusione del fenomeno, nessun ambito può dirsene esente. Negare una simile macroscopica evidenza vuol dire concettualmente rimanere a tutti i costi in una area di comfort che si fa peraltro di giorno in giorno meno... confortevole. Quello che l’Arte ha il dovere di fare è come sempre precedere la realtà, e anticipare sul piano immaginativo quello che poi si deve necessariamente verificare sul piano fisico. In poche parole, servire sul piatto d’argento all’immaginario collettivo una visione affinché esso possa tradurla in materia. Finora, chiedendo a chiunque, pochi azzardavano la possibilità che un giorno i responsabili di illeciti planetari, spesso sfocianti in crimini contro l’umanità, potessero essere messi di fronte alle proprie responsabilità. Oggi per molti invece la possibilità è diventata... probabilità. E per l’artista addirittura realtà: IL FUTURO È GIÀ TRASCORSO. Le manette scattano, per chi solo ieri credeva di essere al di sopra di ogni cosa.
5 Jervé “HILLARY CLINTON |ARRESTED” Pigmento e acrilico su tela. cm 70x90x3,5 - 2016 Edizione in tiratura di 3 esemplari firmati, numerati e autenticati
Hillary Diane Rodham Clinton, nata Hillary Diane Rodham (Chicago, 26 ottobre 1947), è una politica statunitense del Partito Democratico, già senatrice e Segretario di Stato. Prima di intraprendere l’attività politica, ha esercitato la professione di avvocato e docente di diritto penale, diventando la prima donna a essere ammessa come socio nel «Rose Law Firm», uno degli studi legali più antichi degli Stati Uniti; ha inoltre fatto parte dei consigli d’amministrazione delle multinazionali Walmart e Lafarge.
6 Jervé “TIMOTHY GEITHNER |ARRESTED” Pigmento e acrilico su tela. cm 50x70x3,5 - 2012 Edizione in tiratura di 3 esemplari firmati, numerati e autenticati
Timothy Franz Geithner (New York, 18 agosto 1961) è un politico, economista e banchiere statunitense. Dal 26 gennaio 2009[2] al 28 febbraio 2013 è stato Segretario al Tesoro degli Stati Uniti nell’Amministrazione Obama. Precedentemente aveva ricoperto il ruolo di presidente della sezione di New York della Federal Reserve e di vicepresidente del Federal Open Market Committee (FOMC).
7 Jervé “GEORGE H W BUSH |ARRESTED” Pigmento e acrilico su tela. cm 50x70x3,5 - 2012 Edizione in tiratura di 3 esemplari firmati, numerati e autenticati
George Herbert Walker Bush (Milton, 12 giugno 1924) è un politico statunitense. È stato il 41º Presidente degli Stati Uniti (1989-1993). Prima di candidarsi alla presidenza, Bush ricoprì una moltitudine di altre importanti posizioni politiche, fra le quali anche il posto di Vicepresidente degli Stati Uniti sotto il presidente Reagan.
8 Jervé - “GEORGE SOROS |ARRESTED” Pigmento e acrilico su tela - cm 50x70x3,5 - 2012 Edizione in tiratura di 3 esemplari firmati, numerati e autenticati George Soros, nato György Schwartz (Budapest, 12 agosto 1930), è un imprenditore, politico, filosofo, economista, esperantista e filantropo ungherese naturalizzato statunitense.
9 - Jervé - “RUPERT MURDOCK |ARRESTED” Pigmento e acrilico su tela.cm 70x50x3,5 - 2012 Edizione in tiratura di 3 esemplari firmati, numerati e autenticati Keith Rupert Dylan Murdoch (Melbourne, 11 marzo 1931) è un editore, imprenditore e produttore televisivo australiano naturalizzato statunitense. È fondatore e proprietario del più vasto conglomerato economico mondiale nel settore dei mezzi di comunicazione di massa, la News Corporation.
10 Jervé “BILL GATES |ARRESTED” Pigmento e acrilico su tela - cm 50x70x3,5 - 2012 Edizione in tiratura di 3 esemplari firmati, numerati e autenticati
William Henry Gates III, meglio noto come Bill Gates (Seattle, 28 ottobre 1955), è un imprenditore, programmatore e informatico statunitense. È il fondatore e presidente di Microsoft. Sia nel 2009 che nel 2010 è stato dichiarato essere il secondo uomo più ricco del mondo dalla rivista Forbes e lo è tuttora.
“Se la gente sapesse com’è fatto e come funziona realmente un mutuo, dal minuto seguente i banchieri non avrebbero dove andare a nascondersi.”
Anonimo
8| Azione!
Dopo aver appreso una minima parte di cose da sapere sul denaro, aver iniziato a intuire che “c’è qualcosa che non va”, aver avuto alcune suggestioni trasversali, che fare ora? Perché dopo essere stati messi al corrente di ciò che può cambiare la nostra opinione su un tema centrale come questo, nasce spontaneamente il desiderio di fare qualcosa, ma non si sa ancora cosa, con precisione. Ebbene, non c’è altro per convincersi che avere un esempio da far proprio. E spetta all’Arte dare l’esempio, ancora una volta. Pertanto l’artista compie per primo una azione che ha un impatto sulla realtà e chi comprende e fa proprio il significato e l’effetto, condivide l’iniziativa a suo nome. La partecipazione sociale all’opera ne diviene in quel momento parte integrante, manifestandosi il fondamento ontologico del processo creativo.
10 Jervé “ESPOSTO | QUERELA” Atto Legale* e Mixed media su tela. cm 90x120x3 - 2015
Edizione in tiratura di 3 esemplari firmati, numerati e autenticati *Co-autore del testo dell’Atto è Bruno Giannella, in qualità di Direttore TuDiVi, nonché consulente per gli aspetti legali e di P.G. Azione Artistica & Azione Legale Il 27 Dicembre 2014 l’autore, in qualità di privato cittadino e di Presidente di TuDiVi Associazione Tutela Diritti Violati, a proprio nome e di quello degli Associati, presenta alla Procura della Repubblica di Brescia un esposto denuncia che solleva questioni complessive di rilevanza nazionale e internazionale in merito alla politica monetaria europea e alle sue riverberazioni sulla vita di milioni di persone. La lettura dei fatti in merito ai quali fare chiarezza è tuttaltro che personale e opinabile, in quanto ricavata raccogliendo pronunciamenti ufficiali di alti magistrati nell’esercizio delle loro funzioni, pronunciamenti che sono quindi agli atti, riscontrabili attraverso gli allegati dell’Esposto presentato. Dopo aver esposto quindi fatti dalle vastissime implicazioni, quali la progressiva cessione di sovranità nazionale, le opacità nelle commistioni tra interesse pubblico e privato per ciò che riguarda le aziende che svolgono servizio pubblico, gli annosi malfunzionamenti del settore Giustizia, si giunge a domandare al giudice di far chiarezza su un nodo centrale, ossia come si contemperi la natura privata di uno strumento come l’Euro, con la sua funzione di Moneta Ufficiale di Scambio, che per fondamento giuridico è un Istituto di Diritto Pubblico. Questa, che è la madre di tutti i conflitti di interesse, è una questione che AD OGGI non ha ancora avuto risposta. Ed è una questione di importanza così primaria, essenziale, e imprescindibile che tutta la popolazione Italiana ed europea ha il diritto, con la massima urgenza, di avere una risposta in merito, prima che gli eventi proseguano fuori dall’alveo della legalità con conseguenze di inimmaginabile perniciosità per milioni di persone. Di qui l’importanza per ognuno di far propria l’iniziativa dell’autore, presentando presso ogni Procura della Repubblica o Stazione dei Carabinieri il testo sottoscritto con la propria firma, testo la cui traccia è disponibile a questo link:
http://www.tudivi.it/comunicati-ufficiali/46-riequilibrio-fiscale-fase-2-la-mobilitazione
Muòviti, ora
tocca a te...
L’autore
Con il nome di Jervé firma la sua opera l’artista visivo, architetto, designer e blogger Gustavo Alberto Palumbo. “Quello che ci resta delle civiltà passate è fisicamente uscito dalle mani dei loro artisti e progettisti, più che dei governanti e quando questi si sono distinti, è stato perché la luce dell’arte ha in qualche modo animato la loro azione” è solito ripetere. Autore poliedrico e trasversale, ritiene quella artistica l’unica attività umana degna di nota e per questo motivo è fortemente critico nei confronti della mercificazione fieristica dell’Arte che l’attuale modello economico e culturale ha forzatamente indotto.
e curatore
Appassionato di opposti, sia per temperamento che per eredità zodiacale, sin dai primi exploit infantili ha inteso mescolare generi e livelli, mutuando dai maestri una alta padronanza delle tecniche artistiche storiche per poi piegarle ai propri intenti espressivi contemporanei. Negli ultimi anni ha ampliato il proprio orizzonte a quell’ambito esteso della comunicazione in cui all’Arte si intersecano simbologia, fisiologia, linguistica e scienze cognitive, nel tentativo di riunire nel corpus del sapere artistico ciò che il paradigma scientifico corrente ha artificiosamente compartimentato.
APPE
ENDIX
Scheda 0 L’abbiamo numerata in questo modo perché questa nozione è la base minima di conoscenza dello strumento monetario che stiamo usando in questo momento, nel 2016, ossia l’Euro. Purtroppo infatti, da una rapida e informale inchiesta fatta con domande dirette alla gente, comprendendo anche personale di istituti bancari, una percentuale ancora straordinariamente alta di individui non sa cosa sia una moneta “fiat” né che l’Euro appartenga a tale tipologia. Le schede raggruppano una serie di tematiche fondamentali selezionate perché un profano possa iniziare a conoscere uno strumento di così comune utilizzo come il denaro.
La moneta FIAT Per moneta legale (o moneta a corso legale o, ancora, moneta fiat) si intende uno strumento di pagamento non coperto da riserve di altri materiali (ad esempio: riserve auree), e quindi privo di valore intrinseco (anche indiretto). La moneta legale (tipicamente sotto forma di banconote, ma anche sotto forma di monete in metallo non prezioso) ha un valore grazie al fatto che esiste un’autorità (lo stato) che agisce come se avesse questo valore. Se un’organizzazione abbastanza grande (ovvero una collettività) emette, usa e accetta qualcosa come pagamento, automaticamente quel qualcosa acquisisce valore, dato che è riconosciuto come mezzo di scambio. In termini più specifici, la moneta legale, totalmente svincolata dalla quantità di metalli preziosi, ha valore in quanto mezzo di pagamento stabile riconosciuto nell’economia di un certo paese. La stabilità è garantita dal controllo sull’emissione da parte delle banche centrali (la crescita dell’offerta di moneta deve essere infatti in linea con la crescita dell’economia, altrimenti eventuali eccessi si riproducono nel lungo periodo come inflazione). Il riconoscimento come mezzo di pagamento è garantito dalla legge. Infine il potere d’acquisto stabile e giuridicamente riconosciuto della moneta legale è rilevante solo in quanto può essere rivolto a beni e a prodotti finanziari desiderati, che sono prodotti e offerti dal paese in cui circola quella moneta. Il concetto di moneta legale si contrappone quindi al concetto di moneta merce, ossia quella con cui si indica come strumento di pagamento un bene dotato di valore intrinseco proprio, cioè indipendente dal suo utilizzo appunto come strumento di pagamento (in termini semplici: una merce che viene usata come mezzo di scambio).
Storia Nel tempo gli stati sono a volte passati a forme di moneta a corso legale in periodi di necessità (come, ad esempio, durante le guerre), sospendendo la convertibilità in oro (o in qualsiasi altra cosa il denaro rappresentasse), con effetti sul potere d’acquisto generalmente inferiori a quanto ci si potesse aspettare. Analogamente, anche una riduzione del rapporto di cambio tra moneta e oro aveva in genere un effetto minore del previsto sul potere d’acquisto. Gli Stati Uniti passarono definitivamente alla moneta a corso legale solo nel 1971 (con il cosiddetto Nixon’s Shock) e, dato che anche varie altre valute sia in Europa (tra cui la lira italiana) sia in Asia (tra cui lo yen giapponese) erano riferite al dollaro statunitense, vi fu automaticamente una moltiplicazione dei paesi che si ritrovarono ad adottare il corso legale della moneta.
Lex monetae Col termine lex monetae si intende la facoltà di uno Stato sovrano di scegliere la propria valuta. In caso di mutamento della stessa, si intende il diritto di determinare il tasso di conversione tra la vecchia e la nuova moneta avente corso legale. Tratto da: https://it.wikipedia.org/wiki/Moneta_legale https://it.wikipedia.org/wiki/Moneta_merce
Cliche di stampa e cartamoneta stampata, il cui disegno è risalente al 1287 dopo Cristo, considerata la prima forma di moneta cartacea a corso legale della storia, emessa della dinastia Yuan, regnante sulla Cina dal 1279 al 1368. Ancora oggi il nome della moneta cinese è Yuan.
Scheda 1 Cos’è il signoraggio Il signoraggio è una truffa monetaria e psicologica a cui tutti noi siamo soggetti. Questa truffa si nasconde e si potenzia dietro una cortina di silenzio e di morte e ha attraversato gli ultimi 300 anni senza lasciar trapelare nulla della propria esistenza. Si usa dire che “il più grande inganno del diavolo sia far credere all’umanità che lui non esiste” ed è proprio grazie a questa diabolica tecnica che, in maniera trasparente per tutti noi, il signoraggio è padrone del mondo. Non sentirai infatti mai parlare di signoraggio in TV o sui libri, nessun cantante ci farà mai una canzone né un comico uno spettacolo. I politici non litigheranno mai per il signoraggio e non vedrai mai la Guardia di Finanza arrestare qualcuno per quest’argomento. Il signoraggio è il massimo potere del pianeta e tutti noi ne siamo schiavi.
Tecnicamente il signoraggio è il lucro che si genera dall’attività del creare moneta. La legislatura internazionale prevede attualmente che siano le Banche Centrali a creare moneta, sia contante che scritturale. Un esempio chiarirà il meccanismo: creare una moneta (sia essa di carta, in metallo o virtuale come un c/c) ha dei costi, dovuti a materia prima, manodopera e servizi necessari di contorno, come distribuzione, tecniche anticontraffazione, etc... Il costo maggiore è il materiale di cui è composta la moneta, e l’insieme di tutti i vari costi su indicati vanno a determinare il suo VALORE INTRINSECO. La moneta però riporta sulla facciata un numero che indica un altro valore: il VALORE NOMINALE (o, per l’appunto, DI FACCIATA o anche LEGALE). I due valori (intrinseco e nominale) differiscono tra loro e la loro differenza determina ciò che si chiama SIGNORAGGIO, ossia il guadagno che ha chi ha creato quella moneta. Ovviamente chi crea moneta tende a segnare un valore nominale più alto possibile rispetto al valore intrinseco, altrimenti ci rimette (signoraggio negativo), come avviene ad esempio nel conio delle monetine da 1, 2, 5 o 10 centesimi di euro,
poiché per farle occorre spendere 15 centesimi. Guarda caso il conio di monetine metalliche è riservato allo Stato e non alla BCE.. Ora vediamo ciò che avviene nella creazione della moneta-oro e della moneta-carta. Anticamente le monete metalliche erano in oro e quindi con un valore intrinseco piuttosto alto. Il “signore” che coniava queste monete imprimeva loro un valore nominale più alto per poterci guadagnare e permettersi così un “aggio” economico notevole. Infatti questo Potente riceveva l’oro (da ricchi commercianti o direttamente da miniere) con la richiesta di convertirlo in moneta sonante e semplicemente metteva la sua effige per GARANTIRE la bontà del pezzo da lui creato (coniato). Era una sorta di garanzia e per questo aveva il suo guadagno. In soldoni... una moneta veniva dichiarata come contenente 10 grammi d’oro mentre in realtà ne venivano impiegati in fase di conio solo 9 grammi (con l’aggiunta di 1 grammo di metallo non nobile). La differenza tra il valore nominale dichiarato (10 grammi) e valore intrinseco effettivo (9 grammi) era il signoraggio (un grammo d’oro per moneta). Quando all’oro si è sostituita la carta il discorso è peggiorato (per noi) e il signoraggio è arrivato a quasi il 100%. Infatti per stampare una banconota da 5 euro o una da 500 euro bastano 30 centesimi di euro e consideriamo anche che tale banconota non è più legata all’oro (non ha più ‘copertura’ e non è più ‘convertibile’) Ciò vuol dire che il Signore moderno, ossia chi oggi CREA moneta (ad esempio la BCE in Europa o la Federal Reserve negli USA) ha un potere enorme. Infatti questi organi privati (tutte le Banche Centrali sono private) possono ricattare o comunque influenzare intere Nazioni. Basti pensare che la Banca Mondiale (di proprietà della Federal Reserve e della Banca d’Inghilterra, a loro volta tutt’e due private e padrone anche del Fondo Monetario Internazionale) nega prestiti a quei Paesi che NON ACCETTANO di privatizzare il settore dell’acqua potabile! E questo è solo un esempio.
Chi ha ben capito il meccanismo del signoraggio ora avrà anche compreso che ELIMINARE la banconota è un’azione PEGGIORATIVA in quanto sparisce, per le Signore Banche, il ‘costo’ e aumenta al 100% il signoraggio sulla moneta elettronica. Inoltre la moneta è sottoposta ad un interesse (ad. es. 3%) che fa lievitare il debito dei Cittadini di un Paese sovrano oltre il valore nominale della moneta stessa! In pratica una moneta (banconota) da 100 euro costa al cittadino 103 euro e al Banchiere solo 30 centesimi. Questo è il signoraggio. Si potrebbe ovviare a tutto ciò in un modo molto semplice: basterebbe infatti che lo Stato, finalmente Sovrano, emettesse moneta senza debito, come fa, ad esempio, con le monete metalliche (naturalmente quelle con valore nominale maggiore del valore intrinseco, ad esempio i pezzi da 50 centesimi, 1 e 2 euro). I più smaliziati avranno capito ora la presa in giro del defunto governatore della BCE DUISENBERG nei confronti di TREMONTI quando quest’ultimo chiedeva di sostituire le monete metalliche da 1 e 2 euro con banconote di pari valore e l’ex governatore (morto in circostanze misteriose) rispose dicendo: “Ma il sig. Tremonti sa che così facendo il suo Paese perderebbe il diritto di signoraggio sulla massa di denaro sostituita?”.
Dal momento che la banconota non ha un corrispettivo in oro (le banconote sono convertibili in dollari USA ma dal 1971 il Dollaro USA non è più convertibile in oro) non c’è ragione che ad emetterla sia una entità privata né tanto meno che questa entità abbia un monopolio su tale emissione. Inoltre le spese per servire questo prestito (interesse) sarebbero evitate e lo Stato, ovvero tutti noi, avrebbe la REALE autonomia di gestione del Paese. Chi teme che lo Stato possa in qualche modo iniziare a stampare moneta fuori misura e fuori controllo è una persona che non ha fiducia nello Stato. (sandropascucci) Rif: http://www.iconicon.it/blog/2016/01/cose-il-signoraggio/
Scheda 2 La schiavitù invisibile COME TI DESCRIVO NEL MODO PIÙ SEMPLICE POSSIBILE LA BIZZARIA DELLA SCHIAVITÙ MONETARIA DI CUI SEI VITTIMA Lo Stato Italiano (e gran parte degli altri Stati Sovrani nel Mondo) ha abdicato alla propria Sovranità Monetaria a favore della Banca Centrale (prima Banca d’Italia, ora Banca Centrale Europea). Questi “Fantasmi Giuridici” sono privati, appartengono a Banche Private di Banchieri Privati, e quindi rispetto al Cittadino (ignaro, ignorante, indifeso e spesso indifferente) adoperano la logica del ‘servirsi’ e non del ‘servire’, unico comportamento etico (v. Giacinto Auriti). Come tutte le Corporation, le Banche non sono orientate all’Etica ma al Profitto (v. Domenico De Simone). I politici sono “camerieri dei banchieri” per quei personaggi che hanno saputo ‘vedere’ al di là della cortina di fumo e menzogna che cela la vera realtà del sistema bancario e finanziario dell’Italia e di tutto il Mondo e che si chiama Usurocrazia (v. Ezra Pound). Se lo Stato stampasse la propria moneta, così come conia le proprie monetine, si estinguerebbe di colpo il mostruoso Debito Pubblico che grava su tutti Noi, i Nostri Figli e quindi il Nostro Futuro. Si spezza così la catena della schiavitù della moneta-bancaria, catena forgiata dalla creazione dal nulla della moneta-debito (‘ex nihilo’ – v. Maurice Allais). Il Popolo, di nuovo padrone della propria Sovranità Monetaria, tornerebbe a Vivere.
La banconota da cinquecento lire “Aretusa” di proprietà dello Stato, ossia dei cittadini. Sono evidenziati: titolarità, rappresentata dalla dicitura “Repubblica Italiana” ; figure responsabili coinvolte nell’emissione, ossia il Direttore Generale del Tesoro, Il Cassiere Speciale, la Corte dei Conti; tipo di moneta, indicato con la dicitura:“Biglietto di Stato a Corso Legale”.
Un calcolo pratico Ora facciamo un esempio. Lo Stato paga un Dipendente Pubblico 1.400 euro, che in contanti equivale ad un mazzetto di 14 banconote da 100 euro nominali (valore nominale = di facciata, quanto stampato sulla carta-moneta). Attualmente ogni banconota costa allo Stato 100 euro, più gli interessi (mettiamo che il Tasso di Sconto, che è il costo del denaro tra Banca Centrale e Banche Locali, è al 2,5% e che si applichi anche allo Stato). Al Banchiere la stessa Banconota costa 3 centesimi di euro (3 eurocent = 0,03 euro = valore intrinseco = costo di produzione = costo medio della carta, inchiostro, tecniche anticontraffazione ecc…). Il Banchiere ricava 1.435 euro (100 x 2,5% x 14). Il Banchiere spende 0,42 euro (14 x 0,03). Il Banchiere guadagna 1.434,58 euro (1.435 – 0,42) e questo è il signoraggio sullo stipendio di un singolo dipendente. Quanti sono i Dipendenti Pubblici? 3 milioni? Quant’è lo stipendio medio? Quello indicato? Un po’ meno, un po’ di più? Fate voi gli aggiustamenti… Uno stipendio di 1.400 euro ‘costa’ allo Stato 1.435 euro. Lo stesso meccanismo per una strada, un ospedale, un ponte, un carroarmato, un telefono… E queste spese dello Stato vanno saldate, con le Tasse. Calcoliamo, da Bar dello Sport, la Tassa che tutti i cittadini devono pagare per saldare 1.435 euro x 3 milioni di dipendenti pubblici. Non facciamoci distrarre e lasciamo ai politici giocare sul fatto se i Dipendenti pubblici sono tanti o pochi o il giusto, e se i ponti servono o non servono, se gli Ospedali e le scuole vanno privatizzate o no. Noi ormai abbiamo capito che anche UN SOLO dipendente costerà sempre più di quanto il poverino intasca. Mille Lire “Giuseppe Verdi”, di proprietà della Banca d’Italia Mille Lire “Giuseppe Verdi”, di proprietà della Banca d’Italia Facciamo due conti: 1.435 x 3.000.000 = 4.305.000.000 euro ! 4,3 miliardi di euro al mese! e poi ci sono le strade, gli Ospedali ecc… E se lo Stato stampasse i propri soldi? Stampare un mazzetto di banconote che valgano 1.400 euro costa 0,42 euro, ricordiamolo… 0,42 x 3.000.000 = 1.260.000 euro! Il Pubblico Impiego allo Stato costerebbe 1,6 milioni di euro al mese ! E’ assurdo?!?! 4,3 miliardi di euro contro 1,6 milioni di euro? Quanti contribuenti ci sono in Italia ? Facciamo pagare anche i gatti? Diciamo 30 milioni? Trovate Voi i dati precisi... 4,3 miliardi di euro / 30 milioni di tassati = 143 euro! 1,6 milioni di euro / 30 milioni di tassati = 0,05 euro! Con il signoraggio del Banchiere, il Pubblico Impiego costa al Contribuente (attualmente) 143 euro al mese, senza signoraggio invece, solo 0,05 euro al mese. E gli impiegati non perderebbero Potere d’Acquisto perché le banconote sarebbero garantite dallo Stato, quindi dalla comunità tutta, per semplice convenzione, perché la banconota avrebbe il valore che tale convenzione ‘induce’ nella carta. È il Popolo che accettando la carta-moneta (per convenzione tra i Cittadini stessi di una Società) ne crea il valore, con il principio dell’induzione, scoperto dal Prof. G. Auriti. Non serve neanche la riserva aurea (in ogni caso e di fatto già assente dal 1971, con la fine degli accordi di Bretton Woods, per volere di Nixon e la chiusura della Gold Window). Stesso discorso per le strade, pensionati, ospedali… Lo Stato pagherebbe le
Ditte che fanno le Grandi Opere con moneta propria, non carica di Usura Bancaria. La realizzazione di Servizi e Lavori Pubblici saranno discussioni squisitamente politiche e non economiche. Sarà il consenso popolare a determinare investimenti, senza dipendere da Usurai. Se il Popolo ritiene necessario un ponte, lo Stato stampa i soldi necessari per fare quel ponte. Così non si avrà inflazione perché, a costo zero (spese tipografiche), si crea il bene-moneta per realizzare il ponte, ossia il suo equivalente Bene Reale (concetto base del Credito Sociale. v. L’Isola dei Naufraghi, di Louis Even). Da qui si può partire per creare il Reddito di Cittadinanza, perno concettuale e pratico per slegare il Popolo dalle angherie e ricatti dei Detentori del Potere di Emettere Moneta.
Il segreto del capitale Avete accumulato un piccolo o grande risparmio: 50 mila euro, 100 mila. Anche 500 mila, se siete un dentista o un bottegaio. La propaganda del capitalismo terminale vi invita, anzi vi spinge, vi obbliga a farlo fruttare: nel futuro, vi dice la sirena seduttrice, vi ritroverete con una bella somma, ben accresciuta, che renderà serena la vostra vecchiaia. Voi, perciò, affidate i vostri risparmi a un fondo d’investimento, a un fondo pensione. Se i risparmi sono alti, a una società di gestione dei patrimoni. Ogni fondo ha un gestore: un esperto, uno che sa – diversamente da voi – come far fruttare i vostri soldi. Li impiega in azioni e obbligazioni, da esperto qual è: i titoli più lucrosi, nel mix più sapiente. La realtà è un po’ diversa. La prima cosa che fà il gestore, appena ricevuti i vostri soldi, è: comprarsi la Mercedes più grossa sul mercato, aggiungervi una Porsche per i suoi week-end, accaparrarsi un attico di lusso. Per vivere da ricco. La Mercedes nuova del gestore dovrebbe suscitare qualche sospetto. Si sta occu-
pando davvero di far diventare ricchi noi? La Mercedes l’ha comprata coi soldi nostri; fossero stati suoi, magari, avrebbe scelto un modello più economico. Speriamo almeno che accresca il nostro risparmio, il nostro modesto capitale. In realtà, i gestori dei fondi, in media, non riescono quasi mai a battere l’indice. Lo hanno provato studi seri: perdono soldi più o meno come avreste fatto voi, se aveste giocato in Borsa personalmente. Almeno vi sareste rovinati da soli, senza pagare commissioni. Perché questo è il punto: perda o vinca, per il gestore è lo stesso. Lui, guadagna sempre: si fa pagare per gestire i vostri risparmi. In anticipo. Grasse commissioni. Il capitale, del resto, mica è suo: è vostro. Suo è il lucro. Ancor peggio, se vi consigliano di mettere i soldi in azioni. Dicono in America: sulla porta di Wall Street (la Borsa) c’è una scritta: Caveat Emptor, stia attento il compratore. Ma questa scritta la vedono solo gli esperti, gli speculatori professionali. E, loro, non hanno nessun interesse ad aprirvi gli occhi, perché la vediate anche voi. Anzitutto, non vi avvertono che la Borsa è come la caccia alla volpe: un gioco per grandi abbienti. Anche negli Stati Uniti, dove tutti hanno qualcosa in azioni, il 10 per cento delle famiglie detiene l’86 per cento dei titoli. Uno degli scopi primari (e il meno confessato) della Borsa è di fabbricare capital gains (profitti sul capitale) per consentire ai miliardari di evitare le tasse: questo perché il prelievo fiscale sui redditi di lavoro è aggressivamente progressivo, sui capital gains o è zero, o è a percentuale piatta (non aumenta col reddito). Ma la Borsa serve anche per fabbricare perdite, in modo da compensare profitti: sempre per consentire ai signori di sfuggire al fisco. Tuttavia, la Borsa ha bisogno dei piccoli risparmiatori. Altrimenti, essendo un gioco a somma zero, chi potrebbero spogliare i professionisti dell’azzardo? Da qui l’invito generale, nei tempi del capitalismo ultimo, a diventare tutti azionisti. Lo chiamano capitalismo democratico: senza dire che esso presenta per il padronato alcuni vantaggi collaterali. Per esempio, se un’azienda paga i suoi lavoratori, in parte, con proprie azioni (come avviene in Usa, e si vorrebbe cominciare a fare in Europa), su quell’emolumento non deve sborsare i contributi previdenziali. Cercano di stimolare persino il vostro patriottismo: “Mettendo i risparmi in Borsa, finanziate le aziende italiane” Mentre non è vero: le imprese si finanziano sul mercato dei titoli solo in percentuale marginale; per lo più s’indebitano con le banche, emettono bond oppure obbligazioni, o presso merchant bank. Sempre più seducente, si ripete l’urgente invito a investire i risparmi nei fondi, anche per assicurarsi la pensione: tra vent’anni, il vostro pacchetto di azioni avrà preso un bel valore, e potrete cominciare a realizzarlo. È una frode: le azioni fra vent’anni saranno quasi di sicuro ribassate. Per il solo fatto che allora ci saranno meno italiani di oggi, e quindi la domanda di azioni sarà più debole. Negli anni ’70, un analista americano di nome Gelvin Stevenson provò a confrontare le performances borsistiche secondo le varie classi di reddito: scoprì che chi ha redditi alti vince, e chi ha redditi bassi, tendenzialmente, perde. E che perde tanto più, quanto più il suo reddito è basso. Fino a pochi anni fa, gli agenti di Borsa – mediatori necessari, se volete acquistare azioni – erano una casta chiusa, un monopolio. Questi sacerdoti del mercato e del
rischio, stranamente, si erano protetti da ogni rischio, e dalla concorrenza sui prezzi. Si facevano pagare in commissioni fisse. Ancor oggi, che vincano o perdano (coi soldi vostri), ha poca importanza: loro incassano per ogni transazione che operano a vostro nome. A volte comprano e acquistano coi soldi vostri, solo per accrescere il loro onorario. Diversi anni fa, a New York, un povero risparmiatore di nome Guy R. Pierce affidò il suo modesto gruzzolo, 3 mila dollari, agli agenti Richard, Ellis & Co. Nel giro di un mese, Pierce ritrovò il proprio patrimonio ridotto a 110,98 dollari in liquidità e 50 dollari in azioni. Come scoprì il giudice a cui il malcapitato si rivolse, il suo agente era giunto ad operare sul conto del cliente, in un mese, “fino a 15 acquisti di un solo titolo per complessivi 31 mila dollari, e altrettante vendite di quel solo titolo per oltre 26 mila dollari. In un caso il broker vendette allo scoperto un titolo per ricomprarlo lo stesso giorno, perdendo in entrambe le transazioni”. Per questa splendida performance, la Richard, Ellis & Co. addebitò a Pierce commissioni per 1022 dollari. Il capitalismo terminale, finanziario, come tende a retribuire il minimo possibile il lavoro, così tende a non retribuire il risparmio. In ogni caso, la sua vittima predestinata è il lavoratore-produttore, colpito da due parti: da salariato, e da risparmiatore. Il risparmio è una sciagura, di questi tempi. Come Pinocchio, incauto, mostra al Gatto e alla Volpe i suoi zecchini d’oro, così accade a voi risparmiatori quando mettete il denaro risparmiato in banca. In tal modo, il Gatto e la Volpe sono al corrente di quanto avete. Da quel momento, hanno un solo pensiero: portarvi via i soldi. Già il bancario allo sportello, ben istruito, vi fa’ notare che tenete cifre troppo grosse sul conto corrente, che non rende niente (ma non è la banca a fare in modo che non renda niente?). Mettetelo nei nostri fondi, il vostro capitale. Che rendono il 3, il 5. Detratte, come ovvio, spese e commissioni. A Pinocchio, il Gatto e la Volpe parlarono di un favoloso orto, dove gli zecchini, seminati, avrebbero generato alberi di zecchini, con frutti d’oro. Voi risparmiatori venite convinti, né più né meno di Pinocchio, che quel campo dei miracoli esiste. E dove sia, lo sa solo il gestore. Invece, se proprio le cose vanno
bene – se la Borsa sale, una situazione in cui anche gli inesperti guadagnano – il gestore sì farà fruttare il vostro risparmio il 7, anche il 18%; ma a voi, fateci caso, sarà attribuito il 4, o il 14%. Il resto, arricchisce i gestori. Se le cose vanno male in Borsa e il gestore (come sareste capace di fare anche voi) perde, il danno è tutto vostro. Non rivedrete più il vostro capitale. Ve ne daranno due o tre motivi. Primo: “non le conviene uscire adesso”. Secondo: “il suo capitale, in questo momento, non è liquido” (i titoli non sono realmente liquidi, ossia vendibili in tempi di crisi, di calo rapido dei corsi: nessuno li compra). Fino al terminale argomento: “il suo capitale è perduto. Non sapeva di averlo impiegato in un investimento a rischio?”.
Il gatto e volpe È il metodo del Gatto e della Volpe. Il vostro capitale, per loro, è un fastidioso passivo: perché devono pagarvi qualcosa, un interesse, un frutto, sborsandolo di tasca loro. L’attivo, per loro, non è il vostro capitale, sono i frutti che loro possono introitare, moltiplicati, dal vostro risparmio. Quelli, se li tengono loro quanti più possono. Ma allora che fare? Lasciare i soldi in banca, su conto corrente che non rende niente? Perché almeno sono liquidi, cioè li potete ritirare in ogni momento? Ah, poveri imperdonabili Pinocchi: voi ignorate tutto della banca, ignorate i trucchi del credito, ignorate gli impegni che avete assunto quando avete messo i soldi in banca. È appunto sulla vostra ignoranza che ingrassano i finanzieri, gli speculatori, i banchieri. Il trucco comincia lì, proprio nella banca. La banca vi fa credere che presta
il vostro denaro ad attività produttive. Se avete messo 100.000 euro in deposito, essa presta – vi fa’ credere – i 100.000 euro a un imprenditore che chiede un fido. Così spiega la forbice fra il tasso passivo che paga a voi – l’1 per cento d’interesse, che con l’addebito delle spese diventa lo 0 per cento, o addirittura un interesse negativo (e voi già ci perdete, per il solo fatto di aver affidato i soldi alla banca) – e il tasso attivo che fa’ pagare all’imprenditore, indebitandolo: il 7%, magari il 12 o più. Voi credete che questo sia il lucro della banca: 7 meno 1, 12 meno uno. In percentuale su quei 100 mila euro, fa’ un guadagno di 7mila o 12mila. Un po’ eccessivo, ma insomma la banca corre dei rischi: l’imprenditore può diventare insolvente, la banca ha delle spese. Il lucro è legittimo. Così credete voi. Ma la banca, sul vostro deposito, in realtà lucra non il 7 ma il 28%, non il 12 ma il 48%. La banca ha davvero scoperto il campo moltiplicatore degli zecchini; solo, non ve ne fa partecipi. A voi, riconosce solo l’1 per cento. Come avviene? Dov’è il trucco? Il trucco è: quando voi depositate in banca 100 euro, la banca può creare fra i 10 e i 20 prestiti da 100 euro ciascuno: ossia “crea” moneta per mille o duemila euro. Nei paradisi fiscali, dove non si richiedono riserve obbligatorie, anche di più, fino a 10 mila euro. E su tutto quel denaro inventato e dato a prestito la banca lucra gli interessi. Ma come fà la banca, obietta Pinocchio, a prestare denaro che non ha in cassa? Può perché sa che i depositanti non ritireranno tutti insieme la totalità dei loro depositi, né i debitori realizzeranno di colpo i loro fidi. Lo faranno a poco a poco, secondo necessità; lo faranno per lo più emettendo assegni, non ritirando contanti. Basterà il flusso di cassa (il debitore paga gli interessi con denaro vero) per consentire alla banca di pagare contanti ai depositanti, relativamente pochi, che chiedono soldi veri. Per mantenere il pubblico nell’illusione che la banca è solvente, che i soldi li ha. Ma quei soldi, non sono altro che scritture contabili.
Moneta Scritturale Tra l’85 e il 95% del denaro circolante è creato dalle banche. Attraverso l’apertura di credito. Moneta-credito. Moneta scritturale, come si dice nel gergo della banca. O anche, in America: moneta creata dall’aria, fiat money. O come dice Maurice Allais, l’unico economista Nobel affidabile: moneta creata ex nihilo. “Ex nihilo”: può essere più chiaro? Ezra Pound, che aveva compreso il trucco, ne era diventato quasi pazzo nello sforzo di avvertirne il pubblico, di gridarlo in versi ruggenti, di svegliare Pinocchio, l’ingannato, dalla sua auto-illusione. Citava di continuo la definizione che l’Enciclopedia Britannica, monumento del pensiero politicamente corretto, dava della banca: “la banca lucra gli interessi dal denaro che crea dal nulla”. Ogni banca, avendo in cassa depositi per cento euro, paga per quel deposito l’1 per cento; poi ne presta almeno 400 al 7%, lucrando 28 euro di interessi. Si può essere più chiari di così? Ma Pinocchio continua a dormire: noi, voi. Pound sapeva anche questo, e citava una frase che il primo lord Rothschild avrebbe pronunciato nel 1861: “pochissimi capiranno il sistema, e quelli che lo capiranno saranno occupati a far soldi. Il pubblico probabilmente non capirà che è contro il suo interesse”. È così. Talora, in certi momenti roventi della storia economica, specie in Usa, le banche hanno creato denaro dal nulla in percentuali enormi, senza il più flebile rapporto coi depositi di cui avevano l’affidamento. In quei rari momenti, tragici crack che rovinavano milioni di uomini e donne, il loro bluff è stato rivelato: troppi depositanti si sono precipitati allo sportello per riprendersi i soldi, e si è visto che la banca, quei soldi, non li aveva. Ma da tempo hanno imparato la quota di espansione della moneta falsa che non inquieta i gabbati risparmiatori. Nei paesi europei, questa quota è fra quattro e sei volte i depositi. Da noi per esempio, con una riserva obbligatoria del 15%, le banche possono, su depositi ammontanti a 2 milioni di euro, fare crediti per 11.333.333 milioni: quasi il sestuplo. E sulla differenza, 9.333.333, la banca estrae gli interessi. È denaro falso. È denaro vuoto. Ma il denaro, anche falso, comanda il lavoro: l’imprenditore che ha ottenuto un fido fà sgobbare gli operai e funzionare i macchinari, per guadagnare tanto da restituire i ratei del capitale con gli interessi. Così il denaro vuoto si riempie con la vera fonte della ricchezza, che è il lavoro e il sudore degli uomini. Ma così, la banca preleva continuamente un tributo occulto su tutte le attività produttive dell’uomo. Ogni lavoratore, ogni imprenditore, è suo schiavo. Basta che la banca espanda il credito (crei pseudo-capitale) e vedrete i lavoratori accelerare il ritmo, sudare e affannarsi come burattini
impazziti per pagare gli interessi sul debito, su quel denaro falso; basta che restringa il credito, e i lavoratori saranno licenziati a migliaia. Anche se noi, personalmente, non prendiamo a prestito denaro dalle banche, tuttavia paghiamo degli interessi, senza saperlo, come consumatori. Infatti ogni prezzo che paghiamo, ogni merce o servizio che compriamo, contiene un certo ammontare di interessi. Margrit Kennedy, una economista del centro-studi Hermann Institut Deutschland, ha provato a determinare la quota d’interessi che paghiamo (alle banche) per alcuni servizi pubblici in Germania. Per la raccolta dei rifiuti (un’attività che impiega poche macchine e molta manodopera), tale quota è il 12% del prezzo. Per l’acqua potabile, il 38%. Per l’edilizia popolare, il 77%. In media, su tutti i beni e i servizi, paghiamo il 50% di interessi. Nei tempi medievali, i sudditi pagavano al signore feudale, o alla Chiesa, “la decima”, ossia solo il 10% dei loro introiti. Oggi paghiamo cinque volte la decima ai prestatori di capitale. Il feudalesimo non è tramontato; s’é rafforzato, sotto altra forma. La sola salvezza sarebbe non stare al gioco. Ridurre l’indebitamento delle famiglie e delle industrie, e degli Stati. Ma le banche non lo consentono: esse vogliono indebitare il mondo, perché il mondo lavori per esse. Ecco perché Ezra Pound scrisse quella frase strana, per avvertirci: “un popolo che non s’indebita fà rabbia agli usurai”. Perché sarebbe ben possibile allo Stato emettere moneta libera da interessi, moneta liberatrice dalla schiavitù delle banche e dalla necessità d lavorare per le banche. Ma questa prerogativa è, in Europa, positivamente vietata dal Trattato di Maastricht, nell’articolo 104. Perché le banche indebitano, in modo primario ed essenziale, i governi. Gli Stati. Questi non possono stampare moneta; devono emettere Buoni del Tesoro, titoli in cui riconoscono il loro debito, e consegnarli alla Banca Centrale, che emette moneta per un valore pari ai titoli emessi. In tal modo, anche sulla moneta della nazione la banca – perché la Banca Centrale è dovunque proprietà privata delle banche – preleva un interesse, i frutti dei Buoni. E su Ezra Pound, come sappiamo, calò la vendetta degli usurai. Egli aveva cercato di proclamare al mondo il trucco del capitale: i soldati americani lo esposero in una gabbia nella Pisa liberata. Poi, per 13 anni, fu recluso in manicomio. Il più grande poeta americano. Scritto da Floriana Castro Fonti: Giacinto Auriti, Maurizio Blondet Fonte: LINK Pubblicato per divulgazione da Iconicon Post al seguente link: http://www.iconicon.it/blog/2015/12/caveat-emptor/
Scheda 3 Libera moneta di Stato Solo pochi statisti hanno osato stampare moneta di Stato, non gravata da interessi. Quei pochi, pochissimi, hanno provato sul loro corpo la rabbia degli usurai. Nessuno di loro è morto tranquillo nel suo letto, tra questi ricordiamo in particolar modo Abramo Lincoln e J.F. Kennedy.
Alla fine del 1862 Abramo Lincoln ebbe bisogno di 449 milioni di dollari di allora per finanziare la guerra di secessione, in pieno corso. Le banche si offrirono di creare quella moneta con il solito metodo: ma chiesero il 30% d’interesse, per via dei rischi della guerra che rendevano lo Stato debitore a rischio d’insolvenza. Lincoln allora ricorse al potere che gli veniva dalla costituzione americana, articolo 1:
sottopose al Congresso, che l’approvò, la proposte di emissione di banconote di Stato (greenback), prestito che il popolo può fare a se stesso, senza pagare gli interessi. In piena guerra, si videro l’agricoltura e l’industria nordiste tornare a fiorire. Il lavoro umano, comandato da denaro abbondante, riempì quei biglietti di ricchezza reale. Nel 1864 Lincoln si ricandidò alla presidenza, dichiarando pubblicamente la sua intenzione di continuare ad emettere moneta di Stato, invece che acquistarla ai banchieri di Londra. Secondo una tradizione difficile da controllare, il superbanchiere londinese sir Goschen (ebreo) disse ai suoi pari: “se questa insana politica finanziaria perdurasse, quel governo fornirà la propria moneta a costo zero. Non avrà alcun debito. Avrà tutto il denaro necessario per i suoi commerci. Questo governo dev’essere distrutto, o distruggerà ogni monarchia del mondo”. Era l’inizio del 1865. Il 14 aprile dello stesso anno, Lincoln cadeva sotto le revolverate di un sicario. Era accaduto già ad Alexander Hamilton, il segretario al Tesoro di George Washington, fondatore della banca nazionale americana, emettitrice di banconote di Stato: fu ucciso in duello, non ancora cinquantenne, da uno spadaccino professionale. Sarebbe accaduto anche a Hitler, colpevole di aver ridotto al minimo le transazioni valutarie nei commerci internazionali, sostituendolo con un sistema di scambio di merci fisiche.
Kennedy: Executive order 11110 Il 4 giugno 1963, Kennedy firmò l’Ordine Esecutivo 11110 che tolse alla Federal Reserve Bank il potere di prestare denaro al governo degli Stati Uniti dietro interesse. Con la firma di Kennedy, si dichiarò che la Federal Reserve Bank presto sarebbe stata fuori dal mercato. Fino ad oggi l’Ordine Esecutivo non è mai stata abrogato, modificato o sostituito da un Ordine Esecutivo successivo. È ancora valido. È ANCORA VALIDO. Quando il presidente Kennedy ha firmato questo ordine è stato restituito al governo degli Stati Uniti il potere costituzionale di creare ed emettere moneta – MONEY – senza passare attraverso la proprietà privata Federal Reserve Bank.
Come risultato 4 miliardi di banconote degli Stati Uniti sono stati messi in circolazione in $ 2 e $ 5 denominazioni. I $ 10 e $ 20 statunitensi non sono mai stati diffusi, ma erano in fase di stampa dal Dipartimento del Tesoro quando Kennedy fu assassinato. Kennedy sapeva che le banconote della Federal Reserve utilizzate come moneta
legale erano in contraddizione con la Costituzione degli Stati Uniti d’America. Mentre l’Hilton Green sembra essere un innocuo documento da leggere, nella sua interpretazione piena è uno degli accordi più profondi mai realizzati non solo nel 20 ° secolo, ma anche nella storia del mondo, perché questo accordo è stato fatto tra un Presidente degli Stati Uniti e il fiduciario della ricchezza nascosta ma combinata del mondo. Tali attività non sono di proprietà degli Stati Uniti, ma sono attività accentrate sotto l’autorità di un sistema centralizzato, da utilizzare in modo più indipendente e considerata a beneficio del miglioramento del mondo. Ecco l’ordine esecutivo 11110, emendamenti ecc…
Ordine esecutivo 11110, il testo MODIFICA DELL’ORDINE ESECUTIVO. NO 10289 MODIFICATO, in merito all’esecuzione di alcune funzioni RIGUARDANTI IL DIPARTIMENTO DEL TESORO. In virtù dell’autorità conferitami dalla sezione 301 del titolo 3 del Codice degli Stati Uniti, viene ordinato come segue:
SEZIONE 1. Executive Order n ° 10289 del 19 settembre 1951, e successive modifiche, è così ulteriormente modificato – (a) aggiungendo alla fine del paragrafo 1 di detto articolo il seguente comma (j): ‘(j) L’autorità conferita al Presidente dal paragrafo (b) della sezione 43 della legge del 12 maggio 1933, come modificato (31 USC 821 (b)), di emettere certificati d’argento contro ogni lingotto d’argento, argento o dollari d’argento standard nella Tesoreria non poi tenuto per il rimborso di tutti i certificati d’argento in circolazione, a prescrivere le denominazioni di tali certificati d’argento, e in dollari moneta d’argento standard e valuta d’argento sussidiaria per il loro riscatto ‘, e (b) Con lettere di revoca (b) e (c) del paragrafo 2 della stessa. SEZIONE 2. La modifica apportata dal presente decreto non pregiudica qualsiasi provvedimento, o eventuali diritti maturati o maturato o qualsiasi azione legale o procedimento avviato avuto o in una causa civile o penale prima della data della presente ordinanza, ma tutte le passività tali richieste continuano e potrà essere eseguita come se tali modifiche non era stata fatta. JOHN F. KENNEDY - LA CASA BIANCA, 4 giugno 1963
Ancora una volta, l’Ordine Esecutivo 11110 è ancora valido. Secondo titolo 3, Codice degli Stati Uniti, sezione 301 del 26 gennaio 1998: Ordine Esecutivo (OE) 10289 datato 17 Settembre 1951, 16 FR 9499, è stato modificato da: EO 10583, del 18 dicembre 1954, 19 FR 8725; EO 10882 datato 18 luglio 1960, 25 FR 6869; EO 11110 del 4 Giugno 1963, 28 FR 5605; EO 11825 del 31 dicembre 1974, 40 FR 1003; EO 12608 datato 9 settembre 1987, 52 FR 34617 del 1974 e il 1987 emendamenti, aggiunti dopo Kennedy del 1963 modifica, non modificare o alterare qualsiasi parte di EO Kennedy 11110. Una ricerca di Clinton del 1998 e 1999 e le direttive presidenziali EO non ha dimostrato alcun riferimento ad eventuali modifiche, sospensioni o modifiche EO 11110. Kennedy fu assassinato il 22 novembre 1963 e le banconote degli Stati Uniti che aveva emesso furono immediatamente tolte dalla circolazione. Perché? Perché sapeva che se i dollari sostenuti da argento statunitensi fossero stati ampiamente distribuiti avrebbero eliminato la domanda di banconote della Federal Reserve. Kennedy ha sfidato i poteri che esistono dietro Stati Uniti e del mondo delle finanze e con coraggio di fronte i due veicoli di maggior successo che siano mai stati utilizzati per guidare il debito: 1). La Guerra del Viet Nam 2). La creazione di denaro da una banca centrale di proprietà privata Quando colleghiamo assieme queste due cose ossia la rimozione delle truppe dal Vietnam combinata con l’ordine esecutivo 11110 vediamo che ciò avrebbe distrutto i profitti e il controllo della Banca Privata Federal Reserve. Per quanto riguarda l’accordo Hilton Green e le molte domande relative alle date qui è la risposta: L’accordo Hilton Green non è stato attuato fino al 1968 (è per questo che le date sono diverse tra la firma di Kennedy e le date delle attività) quando Soekarno ha cessato il suo incarico e quando il commercio globale ha reso assolutamente necessario che il mondo avesse una valuta globale. Siccome l’oro era stato trasferito al Tesoro degli Stati Uniti nel 1968, una serie di Obbligazioni noti come Obbligazioni Kennedy sono state emesse, al fine di onorare i termini del Contratto di Hilton Green fra Kennedy e Soekarno, poiché i 1968 termini di fornitura d’oro agli Stati Uniti erano diversi rispetto a quelli realizzati nel 1934. Quando, dopo 30 anni, l’interesse non era stato pagato, come promesso, i titoli sono stati ristampati in un maggior numero di banconote commemorative e sono stati accolti dai proprietari del Gold: la famiglia Drago held Trust Soekarno, gli Anziani indonesiani, titolari e Gatekeeper. Il Trust Soekarno deteneva gran parte di tutte le attività in Asia. Fonte: www.jhaines6.wordpress.com link all’articolo originale Pubblicato per divulgazione su Iconicon Post al link: http://www.iconicon.it/blog/2012/08/lordine-di-j-f-kennedy/
Scheda 4 Esiste il Signoraggio? La domanda è puramente retorica, dal momento che il Signoraggio ovviamente esiste e da tempo immemorabile. Tuttavia il dibattito su tale tema si è artificiosamente acuito in tempi recenti, fino a giungere ad una contrapposizione accentuata tra Signoraggisti e Negazionisti. I primi sollevano l’osservazione che il Signoraggio sia in tempi recenti il maggior fattore indebito di oppresssione dell’elite sulle masse. I secondi negano che esso possa avere un peso nella dinamica monetaria attuale. Il motivo principale del voler nascondere il fatto che non solo abbia un peso, ma che il peso sia schiacciante è che il signoraggio sull’emissione delle banconote è in mano alle banche private e non più ai governi. Ma facciamo un passo indietro e guardiamo la definizione standard del Signoraggio su Wikipedia: Il signoraggio (letteralmente «aggio del signore», di derivazione medioevale) è l’insieme dei redditi del governo derivanti dall’emissione di moneta. Il premio Nobel Paul R. Krugman, nel testo di economia internazionale scritto con Maurice Obstfeld, lo definisce come il flusso di «risorse reali che un governo guadagna quando stampa moneta che spende in beni e servizi». Il termine è un prestito linguistico dal provenzale senhoratge, che è un derivato di seigneur (corrispondente all’italiano signore). Nel Medioevo, infatti, i signori feudali di tutta Europa cercarono di rendersi indipendenti dai sovrani attribuendosi il diritto di battere moneta e la titolarità dei relativi redditi. Fin qui, tutto bene sulla pagina della nota enciclopedia Web. Quando invece proseguendo nella trattazione storica, parla dell’epoca di adozione dell’Euro, le nozioni espresse appaiono decisamente più improbabili. Ma lasciamo il lettore alla consultazione diretta della fonte, per poter meglio giudicare il tasso di fumosità del testo: https://it.wikipedia.org/wiki/Signoraggio Noi per ora ci limitiamo a ricordare cosa disse il primo governatore della BCE, Wim Duisemberg, ebreo olandese, al Ministro Tremonti, che avanzava la proposta di adottare banconote da 1 e 2 euro. Duisenberg osò pronunciare una parola che, unitamente ad altre posizioni assunte, gli risultò fatale: osò parlare di signoraggio. La risposta data alla richiesta proveniente dall’Italia fu infatti questa: “Spero che Mr. Tremonti si renda conto che se tale banconota dovesse essere introdotta, egli perderebbe il diritto di signoraggio che si accompagna ad essa. Dunque se egli, come ministro dell’Economia, ne sarebbe contento non lo so.” I negazionisti avranno poco di che sottilizzare dal momento che con questo pronunciamento ufficiale Duisemberg non solo conferma le dinamiche del Signoraggio ma con il tono ironico mostra quanta sperequazione vi sia tra chi si arroga il diritto di stampare banconote, come la BCE e le BCN e chi, come il governo, deve solo rivolgersi al mercato dei privati per reperire le risorse monetarie a prestito. Tratto da: http://www.iconicon.it/blog/2016/01/memoriam-2/
Scheda 5 Monete in italia Una brevissima casistica che permette ai profani e ai distratti di capire le principali differenze tra una moneta e un’altra. Quella di seguito raffigurata è una banconota da 500 lire serie “Aretusa”. Si tratta di una emissione dello Stato, la titolarità è della Repubblica Italiana, quindi la proprietà della moneta in questo caso è dei cittadini.
Anche la serie emessa successivamente, le 500 lire “Mercurio” , avente grafica rinnovata, aveva strutturalmente le medesime caratteristiche di “Biglietto di Stato a corso legale”. Significa che tecnicamente anche questa era moneta “fiat”, non dotata di valore intrinseco, né corrispondente a una copertura in metalli preziosi, bensì accettato come pagamento perché garantito dal governo. In quanto emissione diretta dello Stato, non era moneta a debito, e non gene-
rava quindi la spirale del debito pubblico attuale che i governi dell’eurozona hanno contratto nei confronti di soggetti privati come la BCE. Quella raffigurata qui sopra è invece la banconota da mille lire con l’effigie di Giuseppe Verdi. Essa presenta caratteristiche diverse: innanzi tutto la titolarità non è più della Repubblica, ma della Banca D’Italia, che ne è quindi proprietaria. Il fatto che sia ancora una “moneta del popolo” dipende essenzialmente dall’assetto istituzionale della Banca d’Italia, ossia se essa è controllata per quota maggioritaria dall’azionista pubblico o meno. Perché la Banca d’Italia è una S.p.A., con dei soci rappresentati da banche commerciali private e istituzioni pubbliche come INPS e INAIL che si spartiscono il controllo societario. Attualmente la parte pubblica è largamente minoritaria, avendo l’INPS il 3% e l’INAIL il 2,7%. Le mille lire di Giuseppe Verdi, come si vede dall’apposita dicitura, sono ancora un titolo pagabile al portatore da parte della Banca d’Italia con un qualche controvalore. Più nulla di tutto ciò è rimasto nella banconota da 5 euro, la cui titolarità e proprietà intellettuale (© copyright) appartiene della BCE. Non è un titolo pagabile al portatore, è al contrario un titolo portatore di debito per chi lo usa.
Š Giancarlo Mecarelli - Immagine tratta dal volume Brescia con le Ali - Edizione di Planet Vigasio
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