TAKE #13 IT

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#13 A LT O A D I G E

M A G A Z I N E F O R F I L M P R O F E S S I O N A LS 2 0 2 1

IN PRIMO PIANO

#IDMFILMFUNDING

Sorelle per la vita

Sisters di Linda Olte: figure femminili a tutto tondo in un coraggioso debutto

DOSSIER

PRODUZIONE

Un Certain Regard: la rinascita dei festival dopo la crisi

Un artista trap romano trapiantato nel silenzio della montagna: è Lovely Boy di Francesco Lettieri

A magazine by

Issue – Year

IDM FILM FUND & COMMISSION

#13 2 0 2 1


FULL SERVICE POST-PRODUCTION PICTURE POST

SOUND POST

ON SET DIT DATA SERVICE ON SET VFX SUPERVISION DATA BACKUP DAILIES EDITING SUITES CONFORMING VISUAL EFFECTS GRADING MASTERING

SOUND EDITING SOUND DESIGN ADR RECORDING FOLEYS SOUND MIX

SERVICE PRODUCTION PLANNING AND ORGANISATION STUDIO / ON LOCATION SHOOTING VIRTUAL PRODUCTION CO-PRODUCING FROM SCRIPT TO FINAL DELIVERY SUBSIDY APPLICATIONS IDM FILM FUND ITALIAN TAX CREDIT

MERAN/O | BERLIN | COLOGNE | LEIPZIG | STUTTGART soon in: LISBON | PUNE

Italy

CINE-CHROMATIX.IT AMMIRAFILM.COM


INTRODUZIONE

CARI PROFESSIONISTI DEL CINEMA,

nei mesi passati è stato davvero sorprendente osservare con quale efficienza le produzioni si siano adeguate alle circostanze e ai protocolli di sicurezza anti-Covid, e con quale slancio siano riuscite a riprendere e portare a termine i loro progetti, dando prova di grande resilienza. Abbiamo anche assistito a svariate iniziative, stimolanti e innovative, come le edizioni ibride o completamente digitali dei festival e di altri appuntamenti di settore, in particolare di eventi quali l’European Film Market nell’ambito della Berlinale oppure la decima edizione della INCONTRI Film Conference, organizzata da IDM. Abbiamo inoltre potuto gioire degli importanti successi di due talenti altoatesini: Thomas Prenn, che per la sua interpretazione in Why Not You di Evi Romen si è aggiudicato il premio come miglior attore protagonista dell’Accademia del cinema austriaco, e la regista Maura Delpero, che ha potuto finalmente ricevere di persona il premio “Women in Motion”, conferitole nell’ambito del festival di Cannes 2020. Una menzione speciale merita infine il lungometraggio Luzifer del regista austriaco Peter Brunner, sostenuto dal Film Fund dell’Alto Adige: è stato presentato in anteprima mondiale al festival di Locarno. Il nostro fondo, dopo la cancellazione della call di finanziamento prevista per maggio 2021, può ora guardare con fiducia al futuro: le prossime call, già confermate, si

terranno infatti a settembre 2021 e a gennaio, maggio e settembre 2022. I produttori potranno quindi presentare le loro domande nella maniera consueta tramite il portale online di IDM Film Fund & Commission. In qualità di fondo territoriale siamo consapevoli della nostra responsabilità, in particolare nei confronti dell’industria cinematografica locale, e desideriamo riaffermare il nostro ruolo di partner affidabile anche dopo i difficili mesi della pandemia. Attendo con trepidazione i prossimi eventi in calendario che offriranno al nostro settore numerose occasioni di incontro, primo tra tutti la Mostra del Cinema di Venezia. Un grande motivo di soddisfazione è per noi la partecipazione di Lovely Boy di Francesco Lettieri alle Giornate degli Autori di Venezia. La produzione, realizzata in Alto Adige e sostenuta da IDM, è stata selezionata infatti come film di chiusura fuori concorso: congratulazioni!

TA K E #1 3

Welcome

Vera Leonardelli D I R E C T O R B U S I N E S S D E V E LO P M E N T I D M A LT O A D I G E

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CO LO P H O N

INDICE

MAGAZINE FOR FILM P R O F E S S I O N A LS # 1 3 2021 PUBLISHER IDM Alto Adige Film Fund & Commission Via Macello, 73 39100 Bolzano T +39 0471 094 000 film@idm-suedtirol.com film.idm-suedtirol.com Facebook: idmfilmfunding Instagram: idmfilmfunding

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EXECUTIVE EDITOR Birgit Oberkofler

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MANAGING EDITORS Alessia De Paoli, Barbara Weithaler CONCEPT Exlibris www.exlibris.bz.it EDITOR-IN-CHIEF Florian Krautkrämer EDITOR, PUBLISHING MANAGER Valeria Dejaco/Exlibris EDITORIAL DESIGN Nina Ullrich www.designnomadin.com ART DIRECTION Philipp Aukenthaler www.hypemylimbus.com TRANSLATIONS & PROOFREADING Exlibris (Claudia Amor, Valeria Dejaco, Helene Dorner, Cassandra Han, Milena Macaluso, Charlotte Marston, Federica Romanini) PHOTOS If not credited otherwise: IDM COVER PHOTO Daniels Neguliners/Fenixfilm/ Albolina Film ILLUSTRATIONS Oscar Diodoro (34–40), freund grafic design (57) PRINTER Südtirol Druck Snc Via Ifinger, 1 I-39010 Cermes www.suedtiroldruck.com

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O N LO C AT I O N

di Alto Adige

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NEWS Shot in South Tyrol / FINAL TOUCH / Top 5 / 3 domande a… / Funding News / Innovazione

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S V I LU P P O P R O G E T T I

RACCONTI: lo Script Lab di IDM

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P R O D U C T I O N # 1 : LO V E LY

Francesco Lettieri trapianta un artista dalla scena trap romana nel silenzio delle montagne BOY

ANDREA MORANDI

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PRODUCTION #2: SISTERS

Il film di Linda Olte sul tema dell’adozione, una coproduzione italo-lettone FABIAN TIETKE

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PRODUCTION #3: EVA-MARIA

Intervista: il regista Lukas Ladner parla di intimità, desiderio di maternità e disabilità DORIS POSCH

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Un Certain Regard. I festival ai tempi della pandemia / INCONTRI Film Conference 2021

LO C A L TA L E N T S

Rompere gli schemi: la regista Nancy Camaldo MARIANNA KASTLUNGER

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U N A G I O R N ATA CO N …

Alpsvision, piloti di droni in quota MARIANNA KASTLUNGER

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P R O D U C T I O N TA L K

Andrea Occhipinti, lo streaming come opportunità per il cinema d’autore ALESSANDRA DE LUCA

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DOSSIER

FLORIAN KRAUTKRÄMER

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Tre scorci

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S P OT L I G H T

Eva Lageder T I TO L I D I CO D A

Christine Dollhofer risponde alle domande di TAKE / Preview


E D I TO R I A L E

IDM

TAKE #13

Film Fund & Commission

immagino che anche voi, come me, non perdiate occasione per godervi un film in sala e ritrovare amici e colleghi. Ho sempre apprezzato gli incontri interpersonali, ma oggi per me sono ancora più preziosi di quanto fossero un anno e mezzo fa. I festival e gli altri eventi di settore non sono, infatti, semplici appuntamenti professionali facilmente trasferibili in un contesto digitale, ma rappresentano un vero e proprio collante per l’ambiente, un’occasione di scambio, di acquisizione di nuovi contatti, di confronto sui film appena presentati o sui nuovi progetti in cantiere. Nel dossier a cura del caporedattore Florian Krautkrämer (da p. 34) potrete leggere come i festival abbiano affrontato la pandemia, quali soluzioni online abbiano permesso di mantenere vive le funzioni economiche e sociali delle manifestazioni e come gli organizzatori si stiano preparando a un futuro sempre più digitale. In questo numero di TAKE vi presentiamo tre produzioni che hanno ottenuto il sostegno di IDM, tre progetti incentrati sulle vicende di giovani protagonisti che, dando prova di grande resilienza, superano momenti difficili e trovano infine la loro strada: una giovane stella della

scena musicale trap con problemi di dipendenza in Lovely Boy di Francesco Lettieri (il racconto dal set a p. 20), una ragazzina proveniente da una famiglia disagiata in Sisters, il film di Linda Olte dedicato al tema dell’adozione (p. 28), e la determinata protagonista del documentario Eva-Maria che, sfidando la sua disabilità, decide di diventare madre (l’intervista al regista Lukas Ladner a p. 42). Diamo spazio anche alla giovane regista Nancy Camaldo (p. 48) e ai professionisti locali, presentandovi i piloti di droni di Alpsvision (p. 50). Infine, una novità redazionale: dal 2022 TAKE passerà dal cartaceo al digitale, per trasformarsi in un magazine online. Il nuovo formato rifletterà la frequenza crescente delle occasioni di incontro in rete e rafforzerà la nostra presenza sul web. Sul nostro sito film.idm-suedtirol. com troverete articoli, interviste e reportage con la qualità di sempre, ma ancora più attuali e disponibili per pc, tablet o smartphone. Continuate a seguirci! Buona lettura Birgit Oberkofler H E A D F I L M F U N D & CO M M I S S I O N I D M A LT O A D I G E

CONTATTI IDM Alto Adige Film Fund & Commission BIRGIT OBERKOFLER Head Film Fund & Commission T +39 0471 094 277 birgit.oberkofler@idm-suedtirol.com RENATE RANZI Coordinator Film Location (maternity leave) T +39 0471 094 252 renate.ranzi@idm-suedtirol.com CLAUDIA HAUG Coordinator Film Location (maternity leave substitute for Renate Ranzi) T +39 0471 094 246 claudia.haug@idm-suedtirol.com

TA K E #1 3

CARI LETTORI, CARE LETTRICI,

EVA PERWANGER Film Funding T +39 0471 094 282 eva.perwanger@idm-suedtirol.com BEATRIX DALSASS Film Funding T +39 0471 094 272 beatrix.dalsass@idm-suedtirol.com ALESSIA DE PAOLI PR & Film Location T +39 0471 094 266 alessia.depaoli@idm-suedtirol.com BARBARA WEITHALER PR & Film Location T +39 0471 094 254 barbara.weithaler@idm-suedtirol.com SOPHY PIZZININI Film Location T +39 0471 094 279 sophy.pizzinini@idm-suedtirol.com LUISA GIULIANI Film Commission T +39 0471 094 294 luisa.giuliani@idm-suedtirol.com

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O N LO C AT I O N

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FILM

D I R E C TO R

Head Full of Honey (2018)

Til Schweiger


LO C AT I O N

Helmuth Rier

TA K E # 1 3

Castel Presule, Fiè allo Sciliar

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O N LO C AT I O N

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FILM

D I R E C TO R

Abbi fede (2020)

Giorgio Pasotti


Gloriette Guesthouse/Tiberio Sorvillo

TA K E # 1 3

LO C AT I O N

Gloriette Guesthouse, Soprabolzano

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O N LO C AT I O N

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FILM

D I R E C TO R

A Hidden Life (2019)

Terrence Malick


Forte di Fortezza/Georg Hofer

TA K E #1 3

LO C AT I O N

Forte di Fortezza

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NEWS

S H OT I N S O U T H T Y R O L

F I N A L TO U C H

Mordach

A noi rimane il mondo

S H OT I N S O U T H T Y R O L

Quando viene ritrovato il corpo senza vita di Laura Brunner (Lea Louisa Wolfram), figlia dell’uomo più potente della vallata, Cuma Ozan (Mehmet Kurtuluş, in foto a sin.) si trova in vacanza proprio lì, a Mordach. Quando si scopre che è stato l’ultimo ad avere visto Laura in vita, i sospetti ricadono su di lui. Ma Ozan ha un segreto: è un poliziotto che da anni opera come agente infiltrato nella criminalità organizzata di Francoforte. La sua superiore decide di affiancarlo all’inesperta agente di polizia locale Toni Brandner (Sarah Bauerett, a destra) per aiutarla nelle indagini. Mordach è un telefilm a due episodi prodotto da UFA Fiction e ARD Degeto per ARD e diretto da Roland Suso Richter per la sceneggiatura di Thomas Berger. Le riprese si sono svolte a giugno 2021 in Alto Adige (tra le altre località a Brunico e dintorni) e in Trentino.

ARD Degeto/UFA Fiction/R. S. Richter

Omicidio tra i monti

F I N A L TO U C H

Altrove Films

Arte e resistenza

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Tutto ciò che facciamo ha un carattere comunitario, le nostre azioni così come la scrittura. Il documentario A noi rimane il mondo – Wu Ming e l’arte della resistenza radicale, diretto dal regista altoatesino Armin Ferrari, è un viaggio nelle forme sperimentali di racconto del collettivo di artisti e attivisti Wu Ming (“senza nome”), costituitosi a Bologna negli anni novanta. Il film, primo ritratto cinematografico di un gruppo che non ama i riflettori, ne indaga l’approccio avanguardistico e in parte militante a letteratura, arte e politica, ed è al tempo stesso un’immersione nella cultura e nell’arte underground italiane. Il film è prodotto da Altrove Films di Trento. Il produttore Roberto Cavallini, molto attivo anche sul territorio cinematografico altoatesino, ha affidato la produzione esecutiva alla società bolzanina Albolina Film, con una troupe costituita prevalentemente da professionisti locali. Si è girato anche in Alto Adige: una scena chiave, ad esempio, si svolge nella biblioteca dell’abbazia di Novacella ed è dedicata al gruppo di lavoro “Nicoletta Bourbaki”, impegnato nella ricerca di notizie false a tema storico messe in rete. Altre scene sono state realizzate nell’ex campo di concentramento nazista di Bolzano, dove ebbe inizio il calvario del partigiano Giorgio Marincola, ucciso dalle SS in Val di Fiemme nel maggio 1945. L’inusuale progetto segna un doppio debutto: rappresenta infatti l’opera prima del regista Ferrari e della editor Marina Baldo. Proprio per questo la produzione ha aderito all’iniziativa di IDM e del Bolzano Film Festival Bozen “FINAL TOUCH #6: Intense Feedback from experts”, ottenendo consulenza in ambiti quali montaggio, post-produzione, festival e distribuzione. “Gli esperti ci hanno fornito indicazioni utilissime in fase di premontaggio. Ora, ultimato il montaggio, ha inizio la post-produzione. E non vediamo l’ora di presentare il film in autunno”, afferma Roberto Cavallini.


NEWS

TO P 5

Suspense #shotinsouthtyrol TO P 5

Lailaps Pictures/X Filme/Spauke

Cinque produzioni all’insegna della tensione

FILM

Wild Republic (2021) Markus Goller PRODUZIONE Lailaps Pictures (DE), X Filme (DE), Handwritten Pictures (DE) LOCATION Val Pusteria, Dolomiti TRAMA Un gruppo di giovani pregiudicati si dà alla fuga tra le montagne dopo la morte improvvisa di un educatore. REGIA

FILM

La ragazza nella nebbia (2017) Donato Carrisi PRODUZIONE Colorado Film Production (IT) LOCATION Lago di Carezza, Caldaro, Merano, Nova Levante, Val Sarentino, Bolzano TRAMA Un isolato paesino di montagna viene scosso dalla scomparsa di una ragazza. Al commissario Vogel viene affidato l’incarico di risolvere il caso.

Colorado/Zambelli

REGIA

FILM

Endabrechnung (2016) Umut Dağ PRODUZIONE Allegro Film (AT) LOCATION Merano, Marlengo, Cermes, Nalles, Val d’Ultimo, Val Passiria TRAMA Reduce da un esaurimento nervoso, il commissario Höllbacher si ritira a Merano, sua città natale. La pace è presto rotta dall’omicidio di una coppia.

obs/ZDF/Oppitz

REGIA

FILM

Controra (2012) Rossella De Venuto PRODUZIONE Interlinea Film (IT) LOCATION Missiano, Bressanone, Soprabolzano, Bolzano TRAMA Leo, il marito di Megan, eredita l’antico palazzo italiano di famiglia. Ben presto si riaffacciano le ombre del passato.

Interlinea Film

REGIA

FILM

The Iceman (2016) Felix Randau PRODUZIONE Port Au Prince Films (DE), Echo Film (IT) LOCATION Moso in Passiria, Val di Vizze, San Giacomo, Senales TRAMA 5000 anni fa. Kelab ritornando dalla caccia scopre che il suo intero clan è stato ucciso. La vendetta spinge l’uomo verso le Alpi dell’Ötztal.

Port au Prince/Rattini

REGIA

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NEWS

3 DOMANDE A…

FUNDING NEWS

Peter Brunner

Nuove linee guida

Luzifer, il nuovo, insolito film horror del regista austriaco è stato presentato in anteprima mondiale in concorso al festival di Locarno. Ha girato in Alto Adige, in luoghi idilliaci nei dintorni di Bressanone. Che ruolo hanno i paesaggi nel suo film? PB Nei miei film, paesaggi e scenografie sono una sorta di prolungamento dei personaggi. Li seleziono in modo intuitivo, proprio come faccio con il cast. In Val di Tures abbiamo trovato la fantastica Monika Hinterhuber, che interpreta una veterinaria amica del protagonista ed è veterinaria anche nella vita reale. Insieme abbiamo aiutato le mucche a partorire e abbiamo tagliato le corna ai tori.

1.

2.

Quali sono le location più adatte ai film horror? Il rapporto con il luogo delle riprese è molto personale, è fonte di ispirazione e crea atmosfera sul set e nel film. Alcuni luoghi racchiudono in sé infiniti segreti, hanno come una vita propria, che alimenta le idee ed è motivo di insegnamento. Luzifer non è un classico film horror: è incentrato sui personaggi, sulle loro relazioni e sull’esorcismo che si ispira a una storia vera.

good friends Filmproduktion/Martin Rattini

Peter Brunner, regista e sceneggiatore

Ewald Grum

3 DOMANDE A…

Riprese in Alto Adige: la serie tv Im Netz der Camorra (“Nella rete della Camorra”, 2021) di Andreas Prochaska

PB

3.

Qual è la sua formula per un film horror perfetto?

PB Quando avevo tredici anni mi facevo tatuare Micha-

el Myers mentre i miei compagni facevano il compito di matematica… Sono sempre stato attratto dai film estremi e controversi e dai personaggi emarginati. I film riusciti sono quelli che trasmettono un’esperienza in grado di cambiare le persone e offrire loro conforto: un’esperienza veritiera che si fida del pubblico. Perché il cinema è un processo comune, richiede un pubblico attivo. Vorrei spettatori che abbiano il coraggio di soffermarsi nell’enigma.

► LUZIFER (Ulrich Seidl Filmproduktion) ha ottenuto da IDM Film Fund & Commission un finanziamento alla produzione di 295.000 euro.

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NUOVE LINEE GUIDA

Da dieci anni IDM Film Fund & Commission offre sostegno a progetti televisivi e cinematografici in fase di pre-produzione e produzione. Le esperienze maturate hanno portato IDM ad aggiornare e adeguare le linee guida per i finanziamenti. I nuovi parametri, in vigore dal 2021, prevedono l’introduzione del certificato “Green Shooting” per le produzioni sostenibili ( ► p. 53) e due ulteriori importanti novità. La prima è rappresentata dal gender mainstreaming, che segna un passo decisivo verso una maggiore diversità di genere nel settore dell’audiovisivo. I criteri di selezione per l’assegnazione dei finanziamenti includono ora anche il rapporto equilibrato tra uomini e donne nel numero dei professionisti coinvolti, in particolare in posizione di capo reparto, in ambiti quali produzione, sceneggiatura, regia, recitazione, fotografia, montaggio, scenografia e colonna sonora. Tra le nuove linee guida del Fondo vi è infine il supporto a cortometraggi e short form series, che comprende anche serie online e progetti che privilegiano linguaggi più sperimentali e creativi. Una nuova forma di sostegno che mira soprattutto a incentivare i giovani talenti. Per maggiori informazioni: film.idm-suedtirol.com


NEWS

INNOVAZIONE

Film in the Alps INNOVAZIONE

Film in the Alps Su filminthealps.com si può inoltre consultare il calendario completo degli appuntamenti cinematografici in provincia di Bolzano, uno strumento particolarmente utile in un territorio come quello altoatesino, caratterizzato da un’offerta ampia e decentrata, con sale anche nelle vallate laterali e nelle piccole località. Una realtà bella e vivace, ma non sempre facile da gestire: “Posso andare al cinema a Chiusa, Bressanone, Bolzano o Brunico, ma faccio prima ad accendere Netflix che a spulciare tutti i siti e i film in cartellone”, dice la Kerschbaumer con una strizzatina d’occhio. Il portale va a colmare questa lacuna pubblicando la programmazione completa in Alto Adige, dai campioni di incassi ai festival di nicchia. Gli utenti possono filtrare i titoli per categoria, lasciare valutazioni e commenti o aggiungere un film alla lista dei preferiti per ricevere una notifica non appena esce nelle sale. “È la mia funzione preferita!”, commenta entusiasta Martine De Biasi. www.filminthealps.com

TA K E # 1 3

“L’Alto Adige è una fantastica location cinematografica che meriterebbe più visibilità”, esordisce Martine De Biasi, sintetizzando così la convinzione che l’ha portata a fondare, insieme alla collega Lisa Maria Kerschbaumer, la piattaforma “Film in the Alps”. Il portale web, nato da due progetti distinti delle registe altoatesine, vuole essere un forum di scambio e informazione per sale cinematografiche e pubblico. Le recensioni di Lisa Maria Kerschbaumer e gli episodi mensili del podcast di Martine De Biasi con interviste a professionisti del settore in italiano, tedesco, oppure inglese propongono occasioni sempre nuove per sbirciare dietro le quinte delle produzioni locali. I primi ospiti del podcast? La regista Evi Romen, la direttrice della scuola di documentario ZeLIG Heidi Gronauer, l’esperto di sostenibilità e “green movies” Philip Gassmann e l’autrice e critica cinematografica Chiara Zanini, che con l’hashtag #tuttimaschi ha portato l’attenzione sull’assenza di contributi femminili nei film in concorso ai festival italiani.

Manuela Tessaro

Kerschbaumer (a sin.) e De Biasi, fondatrici della piattaforma “Film in the Alps”: un nuovo forum di scambio per i cinefili altoatesini

LE PROMOTRICI DELL’INIZIATIVA Lisa Maria Kerschbaumer è approdata al cinema dopo varie esperienze lavorative, collaborando tra le altre a grandi produzioni come A Hidden Life di Terrence Malick. Con The Little Cowboy ha vinto il premio per il migliore cortometraggio al festival Dolomitale. Martine De Biasi ha studiato montaggio alla scuola di documentario ZeLIG. Alla regia, la sua vera passione, ha debuttato con Becoming me, aggiudicandosi il premio del pubblico e il premio della giuria per il migliore documentario alla 33 a edizione del Bolzano Film Festival Bozen.

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S V I LU P P O P R O G E T T I

R A CCO N T I

Lo Script Lab di IDM

Dove si affinano le storie RACCONTI Script Lab Testo

M A R I A N N A K A S T LU N G E R

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S V I LU P P O P R O G E T T I

R A CCO N T I

Lo Script Lab di IDM

TA K E # 1 3

Quest’anno, lo Script Lab non ha offerto workshop in presenza (sin.) ma tre appuntamenti online: la creative advisor Angelica Cantisani (accanto) ne è molto soddisfatta

“Poteva sembrare un’edizione poco calorosa, ma in realtà è andata molto bene”, dice soddisfatta Angelica Cantisani riassumendo la nona edizione di RACCONTI appena conclusa, svoltasi online in piena pandemia. “In genere preferiamo le sessioni in presenza, anche per promuovere il territorio”, continua la creative advisor, che segue lo Script Lab organizzato da IDM Film Fund & Commission da qualche anno ormai, portando una ventata di innovazione. Grazie a una riorganizzazione mirata, con un pacchetto su misura in tre appuntamenti online di quattro giorni ciascuno, alternati da fasi di lavoro in autonomia, il gruppo è comunque riuscito a completare con successo il percorso di sviluppo dei propri progetti cinematografici. I workshop si tengono in lingua inglese, includono sessioni di analisi sul lavoro dei compagni, come pure i feedback individuali con esperte ed esperti, paradossalmente agevolati dalla situazione ai tempi di Covid-19 e chiusure: “Grazie agli incontri online, per forza di cose obbligatori quest’anno, abbiamo accorciato le distanze tra i professionisti”, afferma Cantisani. Un’esperienza preziosa nonostante le varie incertezze, che potrebbe tornare utile per eventuali edizioni future in versione ibrida, a seconda delle esigenze. Infatti, se lo Script Lab è decisamente arricchito dai contatti personali che si instaurano durante le sessioni,

come pure delle impressioni vissute in loco altoatesino (“chissà che non possano essere d’ispirazione”, commenta Cantisani), il focus principale di RACCONTI resta comunque quello di affinare e rafforzare sia le sceneggiature dei partecipanti, sia le strategie produttive dei progetti selezionati. Attualmente IDM è già in fase di valutazione dei progetti per la prossima edizione: per RACCONTI #10 si stanno concludendo le selezioni di tre nuove entusiasmanti voci emergenti, che siano già seguite da produzioni indipendenti, e che abbiano un progetto in fase di sviluppo e la voglia di potenziarlo tenendo conto delle esigenze di mercati ed eventuali partner. Seguiranno sessioni dedicate allo sviluppo di sceneggiatura, stile visivo, piani di finanziamento e distribuzione. Il programma si concluderà con un pitch finale durante la prossima edizione di INCONTRI, la Film Conference per professionisti del settore sempre targata IDM. E gli esperti? Anche loro di fama internazionale, come lo sono stati i main tutor della nona edizione: Eszter Angyalosy, scrittrice e development editor della HBO ungherese, ed Eilon Ratzkovksy, produttore dall’esperienza pluridecennale. La decima edizione partirà a novembre 2021 con il primo workshop, mentre gli altri due appuntamenti saranno nei primi mesi del 2022.

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S V I LU P P O P R O G E T T I

R A CCO N T I

Lo Script Lab di IDM

Nuove prospettive: le voci emergenti di RACCONTI #9 CO W B O Y

NO BAGGAGE

LET’S DO AS IF

Valentin è un ragazzino solitario. Adora leggere i libri e le storie di avventura piuttosto che viverle di persona. Incontra il cowboy Billy, che lo rapisce e lo porta in un posto fantastico chiamato Mondo Libero, popolato da personaggi alquanto bizzarri che vedono in lui l’unico erede degno degli stivali da cowboy del padre. Valentin ne rimane allibito, ma non avrà molto tempo per pensarci su. Dall’orizzonte spunta una terribile minaccia. Riuscirà il piccolo antieroe a salvare il Mondo Libero dal malefico Cavaliere Tenebroso?

La suora Jeanne, quarantenne, ha tanta nostalgia di casa e della sua famiglia. Dopo aver vissuto in convento per una decina di anni, decide di tornare nei luoghi della sua infanzia in un paesino della campagna francese. Ritrova la sorella minore Caroline, che gestisce l’albergo di famiglia e non crede ai suoi occhi vedendo Jeanne entrare alla reception. Dovranno imparare ad accettare lo stile di vita l’una dell’altra.

Linda ha dieci anni, balbetta, è una bambina timida. I suoi genitori stanno per separarsi e lei glielo vuole impedire. Decide di realizzare il sogno del papà, che ha sempre voluto un figlio con cui giocare a pallone, e di diventare una ballerina, come lo desiderava la mamma. Vince un concorso e porta tutti a Roma, la città in cui si conobbero i suoi, sperando che finalmente riescano a risolvere i loro problemi di coppia.

Tom Sommerlatte, regista di Summers Downstairs (2015) e Bruder Schwester Herz (2019) PRODUZIONE: Iris Sommerlatte/Osiris Media

REGIA E SCENEGGIATURA:

Lisa Maria Kerschbaumer, già regista della serie web Crimetube South Tyrol (2017) e del cortometraggio The Little Cowboy (2019) PRODUZIONE: Cassandra Han/Enrosadira Pictures REGIA E SCENEGGIATURA:

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I partecipanti a RACCONTI con advisor e collaboratrici di IDM. In futuro, le forme ibride potrebbero rivelarsi ideali per gli appuntamenti di settore

REGIA E SCENEGGIATURA:

Cristina Puccinelli, giornalista, coach cinematografica, artistic e casting director, nonché regista di vari cortometraggi pluripremiati


FLASHBACK

2020

IDM FUNDING C A L LS 2022 TYPES OF FUNDING Production Funding Development and Pre-Production Funding Short Film Funding film.idm-suedtirol.com

© Martin Rattini

Call 1 : De a d l i n e 2 5 . 0 1 . 2 0 2 2 Call 2 : De a d l i n e 0 3 . 0 5 . 2 0 2 2 Call 3 : De a d l i n e 3 0 . 0 9 . 2 0 2 2

TA K E # 1 3

Die geförderten Projekte des Jahres


LO P RR OEDM U CI P TS I OUNM # 1

LO F I LRME M I P S U M

LO D I RREECMTO I PRS U M

LoremBoy Lovely Ipsum (2021)

Lorem Ipsum Francesco Lettieri

Il ritorno all’essenziale Francesco Lettieri racconta il viaggio interiore di un ragazzo smarrito. In visita sul set altoatesino di Lovely Boy

Testo

ANDREA MORANDI Foto

R O B E R TO CO V I

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LO R E M I P S U M

PRODUCTION

Francesco Lorem Ipsum Lettieri, Giuseppe Fiore Lorem Ipsum Indigo Film

LO R E M I P S U M

Lorem Ipsum

TA K E ##11 3

S LO C R IEPMT I P S U M

Andrea Carpenzano interpreta Nic, il protagonista di Lovely Boy che si perde nelle frenetiche notti romane per poi ritrovarsi in una comunità di recupero in montagna

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PRODUCTION #1

FILM

D I R E C TO R

Lovely Boy (2021)

Francesco Lettieri

Improvvisamente, il silenzio. La confusione della città sparisce e tutti i rumori sembrano cadere a valle. Sono sufficienti pochi passi e l’unico suono che si ascolta nell’aria rimane quello dei tronchi degli alberi fatti oscillare dal vento. Poco altro. Quasi niente. Sembra tutto irreale a Gudon, sopra Chiusa, poco più di trenta chilometri da Bolzano, ma di fatto un altro mondo in cui la frenesia della società digitale non esiste più. Anzi, non è mai arrivata. L’ultimo avamposto della civiltà per come la conosciamo è l’hotel Gnollhof. Qui ci sono un parcheggio, delle persone, un luogo addomesticato. Poi, solo tronchi e silenzio. Natura su natura che altro non chiede che natura. Metro su metro, ci lasciamo tutto alle spalle, la foresta si prende la scena e veniamo inghiottiti. Dopo qualche minuto di cammino, arriviamo a un vecchio maso in disuso, dove brulica veloce la piccola comunità che siamo venuti a incontrare: la troupe di Lovely Boy, il nuovo film diretto da Francesco Lettieri, prodotto da Indigo Film in coproduzione con Vision Distribution e Sky, con il sostegno di IDM Film Fund & Commission.

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Scale scricchiolanti e vecchi materassi: lo Stammer, un albergo dismesso sopra Chiusa, ha affascinato la troupe


SCRIPT

PRODUCTION

Francesco Lettieri, Giuseppe Fiore

Indigo Film

TA K E #1 3

Il regista Lettieri sul set altoatesino: “Nella parte romana del film vediamo il vuoto esistenziale di Nic, mentre qui avverrà il ritorno all’essenziale, ai rapporti, agli esseri umani”.

“No, il luogo non è casuale e il percorso geografico è molto importante all’interno della narrazione del mio film”, ci confida Lettieri, guardandosi attorno in un momento di pausa. “E pensare che qui in Alto Adige ci sono venuto solo a sciare quando ero bambino ma, a parte le piste, non conoscevo nulla di questi luoghi. E sì, devo dire che è stata proprio una bella sorpresa.” Lontano da tutto, lontano dal caos, è un buco nel tempo quello a cui pare di assistere, seduti su una panchina di legno davanti a una vecchia scritta scolorita: Stammer. I L V U OTO E S I S T E N Z I A L E . E I L S O L L I E V O

Ma cos’è Stammer? Cos’era, sarebbe più preciso dire, perché era un hotel fermatosi a un giorno di quindici estati fa, salutando l’ultimo turista prima di affrontare una serie di inverni che lo hanno reso quello che ora ci appare, tra scale scricchiolanti e un denso odore di cantina che non ti lascia nemmeno quando te ne sei andato. “Lovely Boy è diviso in due parti”, prosegue Lettieri, “due parti che hanno lo stesso peso. Vediamo il protagonista, Nic, a Roma, perso nel caos, tra concerti, serate in discoteca e sostanze varie, prima di finire quassù, in una

comunità di recupero per tossicodipendenti”. Nic, in arte Lovely Boy, è un cantante, un divo della scena trap romana, risucchiato in una spirale di autodistruzione dopo aver raggiunto il successo. Nic è interpretato da Andrea Carpenzano che, tatuaggi in faccia e sguardo inquieto, gira per il set cercando la posizione giusta, quasi una figura aliena dentro il vecchio Stammer. Un alieno, come totalmente aliena deve apparire la troupe alla signora del maso vicino che osserva tutto con un distacco che pare sprovveduto, ma che invece profuma di saggezza. “Perché questo è un luogo che ti costringe a guardarti dentro, ad affrontarti”, riflette Lettieri. “Nella parte romana del film vediamo il vuoto esistenziale di Nic, mentre qui avverrà il ritorno all’essenziale, ai rapporti, agli esseri umani. Da regista ho provato lo stesso sollievo salendo fin qui: dopo aver girato molte scene ansiogene in città, mi sono ritrovato in un posto selvaggio dove apparentemente non succede nulla, ma in cui ci sono le cose vere, le cose reali.” Oltre che qui allo Stammer, Lovely Boy è stato girato anche alla stazione di Merano e in altre due location vicino a Chiusa ed è un film importante perché rappresenta la prima volta della Indigo in Alto Adige. “Sì, finalmente questa volta

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PRODUCTION #1

FILM

D I R E C TO R

Lovely Boy (2021)

Francesco Lettieri

NICCOLÒ, IN ARTE LOVELY BOY, è una star della scena trap romana in vertiginosa ascesa e altrettanto vertiginosa caduta. Tatuaggi sul viso, talento puro, poco riguardo verso il resto del mondo. Il film alterna eventi dell’oggi a scene dell’anno precedente. Da un lato c’è la storia del suo successo nel panorama musicale e sui social media, e la sua graduale caduta nell’abisso della droga. Dall’altro la sua riabilitazione in Alto Adige e il suo difficile percorso di recupero dalla dipendenza. Presente e passato sono in costante dialogo tra loro, mostrando al pubblico le due vite parallele di Niccolò: quella frenetica e sempre più estrema a Roma, e quella in Alto Adige, fatta di silenzio, introspezione e rivelazioni umane. Lovely Boy è una produzione di Indigo Film (Nicola Giuliano, Francesca Cima e Carlotta Calori), per la regia di Francesco Lettieri, che ha firmato anche la sceneggiatura insieme a Giuseppe Fiore. Le riprese in diverse location dell’Alto Adige si sono svolte a maggio 2021 con la partecipazione di diversi professionisti locali. Il progetto ha ottenuto da IDM Film Fund & Commission un finanziamento alla produzione pari a 250.000 euro.

Tatuaggi sul viso e sguardo inquieto: Andrea Carpenzano alias Nic è una figura aliena nel vecchio albergo Stammer

ci siamo riusciti”, annuisce Nicola Giuliano, produttore della Indigo nonché premio Oscar per La grande bellezza di Paolo Sorrentino. “Sono tanti anni che ci proviamo, la nostra volontà è sempre stata quella di girare qui e sono felice di esserci venuto con un film a cui teniamo moltissimo. Appena Francesco ha visto questi luoghi se ne è innamorato immediatamente e siamo saliti a girare. Da sempre per noi le esigenze produttive sono importanti, ma quelle artistiche lo sono di più e con Francesco ci siamo trovati da subito: abbiamo un’intesa immediata, lui è capace di unire una fortissima rappresentazione realistica a un approccio drammaturgico che non disdegna la struttura classica.” Mentre Giuliano finisce la frase, si alza repentina una folata di vento, le nuvole bianche sopra le nostre teste si stagliano contro l’azzurro giocando con i colori di un quadro impressionista che sembra mutare di momento in momento. “Sai, io sono un uomo di mare”, sorride, “sono napoletano, ma da sempre sono pazzo della montagna.

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SCRIPT

PRODUCTION

Francesco Lettieri, Giuseppe Fiore

Indigo Film

Credo che la folgorazione avvenne quando vidi per la prima volta Cinque giorni una estate di Fred Zinnemann, il film con Sean Connery: fu quello il momento in cui scoprii la montagna come mondo a parte, forse davvero l’unico luogo in cui ci si può confrontare profondamente con sé stessi, senza alibi”. IL SILENZIO DELLA SERA

L’ora del pranzo porta la piccola comunità all’aperto, sparsa in maniera disordinata tra panchine di legno e postazioni ricavate al momento. Nell’epoca dello sharing a tutti i costi, persi nel tempo della corsa social a postare tutto nell’istante in cui accade, questa condivisione inattesa odora invece di una felicità lontana, quasi bambina, quando bastava poco perché c’era già tutto nello spazio di incontro tra le persone. “E pensare che originariamente Lovely Boy era ambientato altrove”, commenta Carlotta Calori di Indigo, “ma dopo i sopralluoghi Francesco è rimasto talmente soddisfatto dei posti trovati e affascinato dall’atmosfera che ha deciso di riambientare parte del film proprio qui a Chiusa”.

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Il produttore Nicola Giuliano incontrato sul set: “Finalmente siamo riusciti a girare in Alto Adige, e con un film a cui teniamo moltissimo”.

Poco distante dal set, tra la troupe che si muove da un angolo all’altro e sta riprendendo a lavorare, incontriamo Elisa Nicoli, seconda assistente alla regia che questi luoghi li conosce bene essendo nata e cresciuta a Bolzano, poi passata da Padova e Roma prima di ritornare a casa. “Amo il cinema, da sempre”, ci dice. “Mi sono laureata in montaggio e sapendo che qui in Alto Adige finalmente arrivavano un po’ di set ho cercato di entrarci. La mia prima esperienza è stata qualche anno fa sul set di Max e Hélène di Giacomo Battiato, nel reparto fotografia, ma a me interessava soprattutto la regia. Così, dopo aver gestito per un po’ di tempo le comparse sui diversi set che hanno girato sul nostro territorio, grazie a Lovely Boy è arrivato il mio primo lavoro come assistente alla regia, un’esperienza che si sta rivelando davvero intensa. Carpenzano? Un attore meraviglioso, molto carino. Sul set non si fa mai prendere dall’ansia, anche nei momenti peggiori”. Prima che riprenda a girare, ci ritroviamo ancora con Lettieri per affrontare e capire un ultimo aspetto del film,

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PRODUCTION #1

FILM

D I R E C TO R

Lovely Boy (2021)

Francesco Lettieri

Elisa Nicoli, assistente alla regia altoatesina: “Un’esperienza davvero intensa”.

xyz

non proprio secondario: la musica. “Carpenzano interpreta un trapper quindi, per forza di cose, abbiamo dovuto costruirgli attorno un repertorio e un’estetica che lo rendesse credibile. Andrea conosce la scena musicale romana, è anche amico di alcuni trapper, quindi prima di cominciare le riprese si è studiato tutto, a partire dalla Dark Polo Gang”, racconta Lettieri. Si tratta di un gruppo romano tra i più seguiti nel genere trap. La trap, scaturita dall’hip hop statunitense ma con testi italiani, grazie ad artisti come Sfera Ebbasta e Ghali è ormai popolarissima in Italia soprattutto tra i più giovani, non senza controversie. “Ma attenzione: io non voglio fare un film sulla trap”, prosegue Lettieri. “Lovely Boy non racconta la trap ma il percorso di un ragazzo. Sulla colonna sonora ho lavorato con il produttore Paco Martinelli: ha scritto dei brani inediti che si distaccano dalla trap italiana. Abbiamo cercato di fare qualcosa che non suonasse

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vecchio una volta che uscirà il film, tentando di creare un genere a parte, che mescoli emo, pop, rap e trap.” Lettieri finisce la frase e scompare dentro lo Stammer per finire di girare una delle scene chiave del film che ci rivela durante l’intervista, ma su cui noi tacciamo. La giornata ormai volge al termine, la sera sta lentamente calando sugli ultimi istanti di set e noi, dopo aver salutato tutti, scendiamo metro dopo metro e ripiombiamo nel caos del traffico, tra rumori e motori, parole e messaggi, cercando di custodire il più a lungo possibile le emozioni provate, cercando di prolungare un momento già finito. E in quel preciso momento, con la testa ancora alla vecchia scritta scolorita sul muro dello Stammer, riaffiorano alla mente – senza averle nemmeno richiamate – le parole del caro Peter Handke: “Pian piano il silenzio esterno della sera si tramuta T#13 nell’interiore calore del corpo”.


SCRIPT

PRODUCTION

Francesco Lettieri, Giuseppe Fiore

Indigo Film

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Un luogo quasi irreale: l’ex albergo Stammer di Gudon, immerso nel silenzio, è in perfetto contrasto con la confusione e l’energia delle scene romane

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PRODUCTION #2

FILM

D I R E C TO R

Sisters (2022)

Linda Olte

Un’opera prima che parla di adozione in modo coraggioso e sensibile. E un ottimo esempio di coproduzione italo-lettone Sisters di Linda Olte

Testo

FA B I A N T I E T K E Foto

TO M S M A J O R S D A N I E LS N E G U L I N E R S MICHAEL LINTNER

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La loro mamma è in carcere. E Anastasija e Diana, insieme ad altri ragazzini abbandonati, crescono in un orfanatrofio di Riga, in Lettonia. Una famiglia americana vorrebbe adottare le sorelle, ma se Diana – la più piccola – è da subito entusiasta all’idea di una vita negli Stati Uniti, Anastasija appare invece esitante: la prospettiva stessa dell’adozione suscita in lei sentimenti contrastanti. E quando scopre che la madre è tornata in libertà da tempo, il sogno di una vita normale sembra finalmente a portata di mano. La realtà si rivelerà molto diversa e Anastasija dovrà fare i conti con il fatto che la madre sia troppo assorbita dai propri problemi per potersi prendere cura di loro. Sisters (Māsas) è il primo lungometraggio della regista Linda Olte, che prima di questa esperienza ha lavorato soprattutto per la televisione lettone. Le riprese si sono concluse nella prima settimana di giugno, con diversi giorni dedicati prevalentemente alla realizzazione di scene in


PRODUCTION

Linda Olte

Fenixfilm / Deep Sea Studios / Albolina Film

TA K E ##11 3

SCRIPT

Le sorelle Julija (Katrina Kreslina, in alto a sin.), Diana (Gerda Aljena, in alto a d.) e Anastasija (Emma Skirmante, in basso a d.): ritratti femminili interessanti e ricchi di contraddizioni

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PRODUCTION #2

FILM

D I R E C TO R

Sisters (2022)

Linda Olte

interni, realizzate in Alto Adige. La pellicola, infatti, è una coproduzione della Fenixfilm e di Deep Sea Studios di Riga con Albolina Film di Bolzano. Il retroscena della produzione di Sisters inizia, in realtà, con un altro film. Alla ricerca di location alpine per il suo film western Wild East (all’epoca con titolo provvisorio Where the Road Leads), il produttore e regista lettone Matīss Kaža scelse di girare in Alto Adige su suggerimento del DOP Aleksandrs Grebnevs, che conosce i paesaggi altoatesini dagli anni dell’università. Kaža si affidò alla Albolina Film, che offre anche servizi di produzione esecutiva, e ottenne un finanziamento alla produzione da IDM Film Fund & Commission. L’ottima collaborazione con la casa di produzione bolzanina ha fatto nascere l’idea di varare insieme un nuovo progetto. Decisivo è stato ancora una volta Grebnevs, che nel 2019 ha presentato a Matīss Kaža la regista Linda Olte. La realizzazione di Sisters conferma la validità dell’infrastruttura europea nel campo dello sviluppo di progetti. Innanzitutto, la produzione si è aggiudicata il premio Italian Baltic Development Award costituito tre anni fa e assegnato da MiC, Lithuanian Film Centre,

Il set altoatesino di Sisters. Le riprese si sono svolte all’insegna della fiducia reciproca tra i partner di coproduzione italiani e lettoni

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Estonian Film Institute e National Film Centre of Latvia; assegnazione resa nota nel corso dell’edizione 2020 del forum di coproduzione “When East Meets West” di Trieste. La sceneggiatura è stata ulteriormente sviluppata grazie a un workshop del programma “Sources 2” e, nell’autunno del 2020, il progetto ha partecipato anche al mercato per le coproduzioni “Kids Kino Industry” di Varsavia, dedicato al cinema europeo per ragazzi. È internazionale anche il finanziamento del progetto, costituito da contributi da parte di IDM Film Fund & Commission, del National Film Centre of Latvia e di Eurimages, beneficiando infine del tax credit italiano. Le riprese hanno avuto inizio il 20 marzo scorso, interrompendosi tuttavia dopo appena un giorno a causa di un caso Covid-19 all’interno della troupe. Quando si è ripreso a girare il 18 aprile, gli impegni di alcuni collaboratori nell’ambito di altri progetti avviati nel frattempo hanno reso necessaria una nuova ripartizione degli incarichi all’interno della troupe. A parte questa difficoltà, però, i poco più di 30 giorni di riprese si sono svolti senza contrattempi. In questo contesto, Wilfried Gufler di Albolina Film e Matīss Kaža sottolineano l’importanza della fiducia


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PRODUCTION

Linda Olte

Fenixfilm / Deep Sea Studios / Albolina Film

SISTERS (Māsas), opera prima della regista lettone Linda Olte che ne firma anche la sceneggiatura, è basato sulla storia vera di due sorelle. Anastasija, di 13 anni, e Diana, di 9, crescono in un orfanatrofio di Riga. Una famiglia statunitense vorrebbe adottarle ma, quando scopre che la madre Alla è tornata in libertà, Anastasija cerca di ricostruire il rapporto con lei: a differenza di Diana non vuole lasciare il suo Paese d’origine. E dato che per legge i fratelli non possono essere separati, Anastasija deve prendere una decisione difficile per sé stessa e per la sorellina. Sisters è una coproduzione di Debora Nischler di Albolina Film (Bolzano) con Matīss Kaža, Una Celma e Dace Siatkovska di Fenixfilm (Lettonia). Il film ha ottenuto da IDM un finanziamento alla produzione di 190.000 euro. L’uscita nelle sale è prevista per la primavera del 2022.

La regista Linda Olte si è sempre occupata anche di montaggio: delegare l’editing della sua “creatura” è per lei un’esperienza nuova

reciproca e di accordi chiari tra i partner di coproduzione. Nel caso di Sisters, era il luogo delle riprese a determinare la regola fondamentale: a Riga il coordinamento spettava al partner lettone, in Alto Adige alla Albolina Film. L’ottimo bilancio della collaborazione è dimostrato dal fatto che gli unici motivi di attrito abbiano riguardato aspetti secondari: le preferenze relative al catering o le differenze tra i due Paesi nei criteri di assegnazione delle mansioni ai diversi reparti. Kaža sottolinea come situazioni di questo tipo accrescano la consapevolezza delle differenze tra i Paesi coinvolti nella produzione cinematografica, un aspetto che, lavorando tutti insieme sullo stesso set, si tende spesso a sottovalutare. Nella maggior parte dei casi, trovare una soluzione si è rivelato comunque più semplice del previsto. Con un’unica eccezione, rappresentata dalle norme sugli orari di lavoro: mentre in Lettonia le giornate di riprese possono durare fino a 12 ore, in Italia il limite è fissato a 10. Anche in questo caso, tuttavia, ci si è presto accordati, adeguando la programmazione di volta in volta alle esigenze locali. In tempo di pandemia, la vera sfida, piuttosto, sono stati gli spostamenti della troupe. A Gufler chiediamo come il Covid si sia ripercosso sulle riprese: “La pandemia rende tutto più complicato e dispendioso”, risponde dapprima laconicamente. Nei mesi dell’emergenza sanitaria, la troupe ha reagito alle difficoltà stabilendo una routine: i collabora-

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Riprese notturne a Riga e il produttore Matīss Kaža: bilancio ampiamente positivo nonostante i contrattempi causati dal Covid

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PRODUCTION #2

FILM

D I R E C TO R

Sisters (2022)

Linda Olte

tori venivano sottoposti a tamponi settimanali e le persone impegnate nelle riprese indossavano, nei limiti del possibile, una mascherina FFP2. “La situazione è facilmente gestibile se la troupe gira in un unico luogo, creando una sorta di microcosmo. Il vero problema sono gli spostamenti. In questo caso, la soluzione migliore è far alloggiare l’intero team nello stesso albergo”, aggiunge Gufler. Anche Matīss Kaža ricorda le lunghe discussioni in occasione dei viaggi della troupe, ma anche la difficoltà di stare al passo con disposizioni sempre nuove sulla documentazione da presentare e la validità di tamponi e test sierologici. Dulcis in fundo, a riprese quasi ultimate e quando il peggio sembrava ormai passato, la produzione ha dovuto affrontare il rischio di un nuovo lockdown. Eppure, parlando con i partner di coproduzione nella pausa tra riprese e postproduzione, si direbbe che il virus non abbia guastato affatto l’atmosfera. Wilfried Gufler elogia la produzione (“fresca e dinamica”), mentre Matīss Kaža ricorda con entusiasmo l’atmosfera sul set e il rispetto riservato in Italia a produttori e cineasti (“sono considerati artisti e non semplicemente addetti ai lavori dell’industria cinematografica”). Anche la regista Linda Olte è rimasta colpita dall’efficienza nella realizzazione delle riprese, dovuta al pragmatismo dettato dal budget, ma anche merito dell’affiatamento tra il DOP lettone Aleksandrs Grebnevs e il cameraman altoatesino Harald Eschbaumer. Tutti concordano infine sul fascino esercitato dalla pluralità linguistica sul set, dove accanto all’inglese come “lingua di lavoro” si sentivano anche il lettone, l’italiano, il tedesco e il russo.

La regista, in particolare, desidera rimettersi al lavoro al più presto avviando la fase di postproduzione. Linda Olte, che in passato accanto alla regia si è occupata anche del montaggio dei propri lavori, vorrebbe concludere il montaggio provvisorio entro fine agosto, per poi “staccarsi” dalla sua creatura: per lei un’esperienza nuova, ma giusta e indispensabile, aggiunge. La coproduzione continua anche in fase di postproduzione, sono infatti dell’Alto Adige il compositore delle musiche e il sound designer. Il film dovrebbe essere ultimato entro la fine dell’anno, per poterlo candidare a diversi festival nel corso del 2022. Il produttore Kaža ricorda i pesanti effetti che la pandemia ha avuto anche sulla distribuzione, settore che sta subendo il contraccolpo di 18 mesi di stallo, durante i quali si è formato un bacino di produzioni che non hanno potuto essere presentate ai festival o proiettate in sala. Tuttavia, in Lettonia è già stato firmato un contratto con un’emittente televisiva locale e diverse case di distribuzione hanno segnalato il proprio interesse per la pellicola. Kaža è fiducioso che il film farà la sua strada, nonostante la pandemia e il riserbo con il quale vengono generalmente accolte le opere prime. La produzione di Sisters dimostra come possano nascere coproduzioni di successo anche tra Paesi europei che non vantino una lunga tradizione di progetti comuni, come appunto l’Italia e la Lettonia, grazie alla solida infrastruttura europa a livello di sviluppo e finanziamento, e grazie ai contatti personali creatisi durante le esperienze di T#13 formazione e lavoro all’interno dell’Unione.

Il set a Riga e l’entusiasta produttore altoatesino Wilfried Gufler: “Una produzione fresca e dinamica”.

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SCRIPT

PRODUCTION

Linda Olte

Fenixfilm / Deep Sea Studios / Albolina Film

“È stato amore a prima vista”

Caroline Renzler

Riprese in Lettonia con il cameraman altoatesino Harald Erschbaumer

“Ci sono certi soggetti che ti fanno dire fin da subito: questo lo voglio. Sisters ne è un ottimo esempio. Quando Matīss Kaža mi ha inviato la sinossi e il teaser, mi è sembrata una sorta di risposta lettone al sorprendente successo tedesco System Crasher di Nora Fingscheidt. La narrazione neorealista di Linda Olte, i momenti gioiosi che fanno capolino più e più volte nonostante la durezza del contesto sociale nel film: insomma, con Sisters è stato amore a prima vista. Anche perché i conflitti interni ed esterni ai personaggi non sono legati all’ambiente specifico di Riga, sono universali. Con Albolina Film intendiamo puntare su progetti di impostazione femminista e incentrati su temi quali il razzismo, l’emancipazione e la provenienza sociale: Sisters soddisfa questi criteri da più punti di vista, grazie a una sceneggiatrice e regista giovane e ricca di talento, che indaga l’influenza esercitata dall’origine sociale, dando vita a figure femminili davvero interessanti. Dico volutamente ‘interessanti’ anziché ‘forti’: trovo che, nel descrivere le protagoniste femminili, si tenda infatti ad abusare dell’espressione ‘donne forti’. I personaggi interessanti possono anche mostrare debolezze e contraddizioni, presentare tratti sfumati, essere insomma lontani dagli stereotipi. Proprio come la protagonista Anastasija, una ragazzina di 13 anni un po’ impertinente ma intelligente e premurosa, che un’infanzia difficile ha reso più matura e smaliziata dei suoi coetanei, ma che in fondo è ancora una bambina che siede sola al buio in un parco giochi sognando una persona che possa farle da genitore. O la sorella adulta Julija, il cui atteggiamento disattento nei confronti della propria figlia neonata solleva la questione di modelli di comportamento trasversali rispetto alle generazioni: come si spiegano queste continuità? Sono ereditarie o frutto di una determinata educazione, della propria origine o dell’insicurezza economica? E infine la madre di Anastasija, la cui instabilità emotiva le impedisce di essere di sostegno alle proprie figlie: un argomento tabù nella nostra società, che pretende dalle madri una dedizione assoluta ai figli. Sono questi i punti di forza di Sisters: un ritratto sociale complesso che rifiuta semplificazioni e giudizi T # 13 affrettati.”

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Debora Nischler di Albolina Film ha voluto coprodurre Sisters a tutti i costi. Ecco perché

La produttrice Debora Nischler

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DOSSIER

FESTIVAL

La rinascita dopo la crisi

Annullamenti, rinvii, edizioni digitali: la pandemia ha scosso dalle fondamenta i festival europei. Oggi gli eventi si riorganizzano. E riflettono sul loro futuro La rinascita dopo la crisi

Testo

F LO R I A N K R A U T K R Ä M E R Illustrazioni

OSCAR DIODORO

CARI LETTORI, CARE LETTRICI,

questo numero di TAKE uscirà a pochi giorni dall’inaugurazione della Mostra del cinema di Venezia. Cannes avrà già presentato il suo programma, seppure con leggero posticipo e nel rispetto di severe misure di sicurezza, e anche l’edizione straordinaria di Berlinale – la prima realizzata in estate – si sarà ormai conclusa. Un ritorno alla normalità? In parte sì, ma i lunghi mesi della pandemia hanno lasciato un segno profondo nel mondo dei festival. Trovandosi all’improvviso di fronte alla scelta tra annullamento ed edizione digitale, la maggior parte delle manifestazioni ha approfit-

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tato della pausa forzata per fermarsi e riflettere sulla propria identità. Le restrizioni e le sospensioni, le cancellazioni e la continua ricerca di alternative che da oltre un anno caratterizzano il settore rappresentano anche per noi un’ottima occasione per fornire una fotografia della situazione attuale e ragionare insieme a voi, con questo dossier, su compiti, passioni e missioni dei festival cinematografici. Florian Krautkrämer Caporedattore TAKE #13


FESTIVAL

La rinascita dopo la crisi

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DOSSIER

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DOSSIER

FESTIVAL

La rinascita dopo la crisi

Un Certain Regard. I festival ai tempi della pandemia La Berlinale, nel 2020, era sfuggita per poco alla pandemia. Il più grande festival di pubblico al mondo apre tradizionalmente i battenti a febbraio, poco dopo Rotterdam e Sundance. In primavera seguono numerosi eventi di varie dimensioni, che culminano a maggio nel Festival di Cannes. Ma dal febbraio 2020 niente è più come prima, e la Berlinale è rimasta a lungo l’ultima kermesse cinematografica “come una volta”, con sale che registravano il tutto esaurito e proiezioni senza obbligo di mascherina e protocolli sanitari. Alla luce degli eventi successivi, sembra quasi incredibile che la manifestazione abbia potuto svolgersi integralmente a fine febbraio, due settimane più tardi rispetto alle edizioni precedenti, mentre in Europa a causa del virus già si chiudevano le prime frontiere. Oggi ci chiediamo quando i cinema pieni, le code all’ingresso e l’atmosfera vivace nelle sale dell’European Film Market di Berlino torneranno a sembrarci normali. La pandemia ha gettato il settore nella crisi più profonda della sua storia. Né la digitalizzazione e lo scorporo di intere sezioni, né gli scandali suscitati da pellicole o protagonisti, le dichiarazioni incaute di qualche regista o gli inviti rifiutati da questo o quel cineasta erano mai riusciti a turbare la realtà di un festival quanto il divieto di svolgersi in presenza di pubblico.

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I festival, del resto, sono molto di più di una carrellata di film. A seconda delle dimensioni e dell’impostazione, ciascuno di essi ha infatti compiti importanti, difficilmente delegabili ad altre formule. Gli appuntamenti di maggior rilievo (Berlino, Cannes, Venezia, ma anche Sundance e Toronto) sono momenti imperdibili nei quali l’industria cinematografica presenta le nuove pellicole. E i premi assegnati possono rivelarsi decisivi nella carriera di attori e cineasti, agevolando la produzione di nuovi film e accrescendo la visibilità di quelli meno recenti. Un ruolo importante spetta anche ai mercati del cinema che affiancano i festival offrendo agli addetti ai lavori l’opportunità di visionare pellicole (molte più di quelle presenti in cartellone), acquistare diritti, siglare accordi su film già realizzati e, non da ultimo, stringere nuovi contatti. Nelle sale dei mercati le emittenti incontrano registe e registi; i produttori cercano e trovano partner internazionali per avviare nuove coproduzioni. Il cinema è un “people business”, e i festival ne sono la prova più evidente. Sostituirli con un’edizione online non rappresenta, insomma, un’opzione praticabile sul lungo periodo. La decisione, nel 2020, di annullare l’evento di Cannes appare in questo contesto come una scelta del tutto coerente.


DOSSIER

FESTIVAL

La rinascita dopo la crisi

Il cinema è un “people business” e i festival ne sono la prova più evidente

Lo conferma anche la produttrice croata Ankica Jurić Tilić, intervenuta alla conferenza INCONTRI di IDM, i cui focus panel erano dedicati ai Paesi dell’Europa dell’est (►INCONTRI, vedi riquadro a lato). Jurić Tilić sottolinea come l’importanza dei festival vada ben oltre la proiezione dei film in sala: “Lo scambio nei bar, negli hotel più frequentati dai professionisti e durante i ricevimenti – spiega – è importante quanto gli ormai consueti meeting di coproduzione organizzati in concomitanza con gli eventi”. U N A D E G U A M E N TO R A P I D O A U N A N U O V A R E A LTÀ

Un giudizio simile è espresso da Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del cinema di Venezia, durante il suo intervento al panel di INCONTRI dedicato al futuro dei festival: “Sono certo che i festival in presenza acquisteranno in futuro un’importanza ancora maggiore. Negli ultimi mesi ci siamo resi conto di quali perdite comportano le edizioni completamente digitali”. Nel caso delle kermesse più seguite a livello internazionale, a soffrirne è soprattutto la promozione: il tappeto rosso, l’attesa febbrile prima della proiezione, le conferenze stampa e l’atmosfera che si crea tra migliaia di persone che condividono gli stessi interessi non sono, infatti, in alcun modo ricreabili online.

L’evento di settore di IDM Film Fund & Commission si è tenuto quest’anno in modalità digitale. La conferenza era incentrata sui cambiamenti causati dalla pandemia: in diversi panel si è discusso in particolare del futuro di festival e premi cinematografici, reduci da un 2020 segnato da cancellazioni ed edizioni online. Il lockdown ha anche riacceso il dibattito sulla coesistenza di cinema e servizi di streaming. Se ne è parlato nell’ambito di un panel che ha visto l’intervento di professionisti affermati come la produttrice Anita Elsani, il direttore dell’istituto Luce Cinecittà Nicola Maccanico e gli AD di due fornitori di streaming. I partecipanti si sono detti concordi sulla necessità di ricomporre la spaccatura creando offerte tra loro complementari, nell’interesse del cinema e del pubblico. Philipp Hoffmann, ceo di “Kino on Demand” e Andrea Occhipinti, fondatore della Lucky Red e della piattaforma italiana di VoD “MioCinema”, collaborano ad esempio direttamente con le sale. I due AD riconoscono che la concorrenza spietata debba cedere il passo alla cooperazione, della quale entrambe le realtà possono beneficiare. È ancora troppo presto per ipotizzare come si svilupperà il mercato dopo la crisi, anche perché molte pellicole prestigiose non sono ancora arrivate in sala. È emerso chiaramente, tuttavia, che le nuove offerte e realtà richiederanno una maggiore flessibilità. L’importanza di un approccio più agile emerge anche nelle interviste al regista e produttore Marco Manetti e a Nils Dünker e Jorgo Narjes, produttori della serie tv Wild Republic (►Per maggiori dettagli su Wild Republic vedasi TAKE #12). In apertura, la sezione Focus di INCONTRI ha puntato i riflettori sulle location cinematografiche dell’Est europeo. I produttori hanno sottolineato l’importanza, per i propri Paesi, delle coproduzioni come opportunità per intraprendere percorsi nuovi e fare scoperte interessanti, evidenziando inoltre il ruolo essenziale dei festival in presenza nella creazione di contatti professionali.

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I N CO N T R I F i l m Conference 2021

F E S T I V A L I N A LTO A D I G E

► BOLZANO FILM FESTIVAL BOZEN www.filmfestival.bz.it

► DOLOMITALE FILM FESTIVAL www.dolomitale.com

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DOSSIER

FESTIVAL

La rinascita dopo la crisi

Il tappeto rosso, l’attesa febbrile prima della proiezione e l’atmosfera nelle sale affollate non sono in alcun modo ricreabili online

Piera Detassis, presidente dell’Accademia del Cinema italiano, che conferisce i premi David di Donatello, si dice d’accordo con Barbera: “Nel 2020 la nostra cerimonia di premiazione si è tenuta online. Da allora avverto nel nostro ambiente più che mai il bisogno di incontri fisici, ma anche il desiderio di concentrarsi maggiormente sull’essenziale”. “Le cerimonie devono cambiare stile, ma i premi rimangono importanti”, aggiunge Matthijs Wouter Knol, direttore dell’Accademia europea del cinema. Eppure, i festival si sono adeguati alle circostanze con sorprendente rapidità ed efficienza. Ne è un esempio l’ampio utilizzo dello streaming, uno strumento che non si era finora mai imposto in questo ambito. Dei tre grandi eventi, solo Venezia offriva infatti già da alcuni anni, all’interno della sezione Orizzonti, un contingente di biglietti online per la visione domestica via streaming – un’idea che molti altri organizzatori avevano faticato ad accogliere. E invece nel 2020, già poche settimane dopo l’inizio del lockdown, sono spuntati i primi eventi online. I biglietti acquistati davano accesso, per una durata limitata, ai film in programma e in molti casi anche a presentazioni e dibattiti. Con questa ulteriore offerta, i festival hanno voluto richiamare l’attenzione su una delle loro peculiarità, ovvero lo scambio tra arte, creativi e pubblico. Gli organizzatori si sono affidati a piattaforme come Vimeo e Festival Scope, attive già da tempo nel settore dei

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video on demand, ma ancora poco sfruttate dai festival. In seguito, le esperienze raccolte durante il lockdown hanno permesso di mettere a punto nuove offerte, come ad esempio la piattaforma Cinema Lovers in Germania. Il venire meno dei luoghi fisici di scambio e confronto con il pubblico non ha inficiato tuttavia il bilancio, che resta complessivamente positivo, delle edizioni online. Per gli eventi il cui programma si rivolge a un pubblico con interessi specifici, come le rassegne dedicate al mondo LGBTQ o quelle curate da e per minoranze etniche, le alternative digitali rappresentano uno strumento prezioso per proseguire il dialogo con il proprio pubblico, rafforzando nel contempo la coesione della comunità di riferimento. I LU O G H I D E L L A C U LT U R A D E L C I N E M A

Le soluzioni digitali non sono però attuabili in tutti i contesti. I festival specializzati nella presentazione di pellicole 35mm, ad esempio, dovranno aspettare tempi migliori per mostrare di nuovo i loro gioielli in sala. Un rischio da considerare, inoltre, è l’aspettativa, alimentata dai nuovi formati, che i festival continueranno anche in futuro a rendere disponibile online almeno parte dei loro programmi. Uno scenario da cui molti mettono in guardia: se da un lato, infatti, la possibilità di raggiungere un’audience più ampia offre indubbi vantaggi dei quali beneficiano soprattutto i festival minori o locali, resta il fatto che una disponibilità


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FESTIVAL

La rinascita dopo la crisi

continua creata artificialmente potrebbe privare questi eventi del loro carattere esclusivo. Lukas Pitscheider è il direttore di Dolomitale, il “Festival cinematografico delle Dolomiti”, che si svolge ogni anno a fine settembre e propone due concorsi incentrati sulle produzioni dell’area alpina. Come i colleghi, anche Pitscheider è convinto che, non appena le disposizioni lo permetteranno, si registrerà un’enorme domanda di manifestazioni in presenza: “Il nostro obiettivo è riunire le persone in sala, staccandole dagli schermi domestici”. Collocandosi a fine estate, la Dolomitale ha avuto luogo regolarmente, pur tra restrizioni e protocolli sanitari, anche nel 2020. “Per cautelarci avevamo addirittura pianificato un drive-in. Eravamo disposti a tutto, ma non a trasmettere in streaming”, racconta ridendo. Eppure, gli organizzatori erano stati contattati da diversi fornitori di servizi digitali: “Ancora non abbiamo neanche una sala vera e propria! Sarebbe stato incoerente continuare ad adoperarci per l’apertura di un cinema locale [a Ortisei, ndr] e al tempo stesso ripiegare sullo streaming”, dice il direttore a pochi giorni dall’inaugurazione del festival. Le rassegne locali di dimensioni maggiori, come il Bolzano Film Festival Bozen, hanno preferito altre soluzioni. Per l’edizione 2021, gli organizzatori hanno optato per un formato completamente digitale. L’anno precedente la manifestazione, che si tiene ad aprile, era stata annullata all’ultimo momento in concomitanza con il primo lock-

down: “È stato uno shock. Eravamo già pronti e ci sentivamo in obbligo nei confronti del pubblico, dei film e degli sponsor”, spiega la direttrice Helene Christanell, che ricorda come il suo team abbia tentato fino a novembre inoltrato di presentare il programma, prima di arrendersi all’evidenza. L’edizione 2020 sarebbe stata la 34esima del festival. Il numero 34 è passato così all’edizione 2021. Anche quest’anno la manifestazione non ha potuto svolgersi in presenza ma, rispetto al 2020, il team della Christanell ha avuto più tempo a disposizione per organizzare l’edizione digitale, approfittando inoltre delle esperienze raccolte durante la pandemia e della collaborazione con il comprovato servizio streaming Pantaflix. Un festival di pubblico come quello bolzanino si rivolge soprattutto alla popolazione locale. Rispetto alle edizioni precedenti, il formato digitale ha registrato molti più spettatori altoatesini, raggiungendo anche quanti per un solo film non si sarebbero recati nel capoluogo. Peculiarità dell’evento sono i dialoghi tra pubblico e creativi, che si svolgono, prima e dopo la proiezione, nell’atmosfera rilassata e raccolta del cinema Filmclub nel centro cittadino. Per compensarne l’assenza, gli organizzatori hanno proposto online, insieme ai film, interviste preregistrate ai cineasti; video che sono tuttora disponibili in rete. “Un evento online non può che rappresentare una soluzione temporanea, anche perché con il nostro lavoro desideriamo

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I festival hanno dato prova di grande capacità di reazione, organizzando presentazioni e dibattiti online per mantenere vivo il contatto tra film, creativi e pubblico

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DOSSIER

FESTIVAL

La rinascita dopo la crisi

Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del cinema di Venezia: “I festival in presenza acquisteranno importanza ancora maggiore, ora che sappiamo quali perdite comportano le edizioni digitali.”

avvicinare al cinema un pubblico nuovo e giovane, essenziale per portare avanti il confronto tra film, pubblico e ospiti”, conclude Helene Christanell. Raggiungere le nuove generazioni e trasmettere la cultura cinematografica rappresenta uno dei compiti centrali e di maggiore impatto dei festival, nonché un tratto distintivo rispetto all’offerta indifferenziata dei servizi di streaming, come ha sottolineato Matthijs Wouter Knol durante il panel di INCONTRI. La mediazione culturale gioca da sempre un ruolo importante anche nel programma della Berlinale. In questa ottica sono nati, nel 1970, il Forum des Jungen Films e, alcuni anni fa, la sezione Talents, vivace punto di incontro per i giovani cineasti. Proprio per questo Carlo Chatrian, neo direttore artistico della Berlinale, teneva particolarmente a riproporre la selezione dell’ultima rassegna, presentata a marzo in forma molto ristretta, nell’ambito di un programma estivo all’aperto, accessibile a tutti. A marzo si era tenuto anche il mercato del cinema della Berlinale, con un’edizione streaming della durata di cinque giorni accolta molto positivamente sia dagli acquirenti che dai produttori. A questi ultimi, in particolare, veniva fornita una cronologia dettagliata dei potenziali acquirenti che avevano visionato le

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loro pellicole. Anche in futuro è previsto che un’edizione digitale vada a integrare il classico mercato del cinema in presenza. Carlo Chatrian auspica che il programma estivo all’aperto rimanga invece un’eccezione: “Anche se è stato un po’ come giocare in casa”, scherza il direttore durante il panel di INCONTRI, alludendo agli anni trascorsi alla guida del Locarno Film Festival, ospitato nella splendida cornice di Piazza Grande. A differenza degli altri festival di primo piano, per la Berlinale il coinvolgimento del pubblico locale è estremamente importante. Qui un film in programma può registrare fino a ventimila spettatori. Il vastissimo programma che caratterizza la rassegna tedesca si deve proprio all’interesse del pubblico e al gran numero di sale disponibili in città. “Dobbiamo cercare di capire come rendere possibili questi momenti di incontro anche in futuro”, fa notare Chatrian. Intanto, quest’anno a Berlino i cambiamenti non sono passati inosservati neanche sullo schermo. L’Orso d’oro è andato infatti a Radu Jude per Bad Luck Banging or Loony Porn, uno dei primi film ambientati durante la pandemia nel quale la protagonista indossa una mascherina per buona parte della pellicola: segno inequivoT # 13 cabile di una nuova realtà.


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PRODUCTION #3

FILM

D I R E C TO R

Eva-Maria (2021)

Lukas Ladner

«In questo film ho messo in gioco molte emozioni» Il desiderio complesso di avere un figlio. E la ricerca del linguaggio cinematografico giusto per documentare le persone con disabilità. Lukas Ladner ci racconta il suo Eva-Maria Intervista

DORIS POSCH Foto

ANDREAS JAKWERTH

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PRODUCTION

TA K E ##11 3

Golden Girls Filmproduktion & Filmservices / Bunny Beach Film

Il regista Lukas Ladner, fotografato da TAKE a Innsbruck. “Molti nostri coetanei si chiedono se vogliano o possano permettersi di mettere al mondo dei figli. Eva-Maria non ha alcun dubbio. Questo suo andare controcorrente rispetto alla nostra generazione è molto interessante.”

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PRODUCTION #3

D I R E C TO R

Eva-Maria (2021)

Lukas Ladner

Lukas Ladner, oltre a essere regista, è l’assistente personale di Eva-Maria Proßegger, una giovane con disabilità. Quando la donna decide di diventare madre, Ladner progetta un film per raccontarne la storia. Nasce così il documentario Eva-Maria, che accompagna e ritrae la protagonista lungo le tappe del suo percorso, dal desiderio di maternità fino alla nascita del figlio e alla nuova vita come mamma. Abbiamo incontrato il regista, che nell’intervista ci offre uno squarcio sul rapporto, intimo e ricco di sfaccettature, che lo unisce a Eva-Maria, decisivo nel processo di realizzazione del film. Ladner ci parla delle potenzialità e dei limiti del documentario, della ricerca di un linguaggio filmico capace di rappresentare anche le forme di discriminazione più sottili e del tentativo di trasmettere un’immagine non stereotipata delle persone con disabilità.

particolare sulla rappresentazione dei protagonisti. A colpirci è stato il ruolo dominante della disabilità, non solo per la sua forte presenza visiva, ma anche in quanto conflitto centrale intorno al quale si snoda l’intera narrazione. Dopo avere visto più pellicole di questo tipo, ci si chiede perché nessuna di esse metta in scena una semplice storia d’amore o racconti di protagonisti che rapinano una banca, insomma perché alle persone con disabilità siano apparentemente preclusi i ruoli più comuni nel mondo della finzione. Progettavo già da tempo un cortometraggio con un cast composto da persone con disabilità, ma non esplicitamente dedicato al tema della disabilità. Poi è arrivato il desiderio di gravidanza di Eva-Maria: lei ha voluto preparare sia me sia gli altri assistenti personali a questo importante passo, offrendomi un’ottima occasione per esplorare le tematiche che avevamo discusso insieme.

Come è nata l’idea di girare un film sul desiderio di maternità di una donna con disabilità fisica? LUKAS LADNER Il tema che desideravo trattare è in realtà l’immagine cinematografica delle persone con disabilità. Nella fase iniziale del progetto Eva-Maria e io abbiamo visto diversi film dedicati a questa tematica, confrontandoci in

L’immagine convenzionale, o proprio l’assenza, di persone con disabilità sugli schermi cinematografici sollevano una questione: qual è la forma di rappresentazione più adeguata? LL Uno dei primi problemi che mi sono posto è stato proprio quello della raffigurazione formale. La regola più

TAKE

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FILM


PRODUCTION

Golden Girls Filmproduktion & Filmservices / Bunny Beach Film

EVA-MARIA è un documentario scritto e diretto da Lukas Ladner, prodotto dalla Golden Girls Filmproduktion & Filmservices in coproduzione con la Bunny Beach Film (Arash T. Riahi, Daniel Dlouhy, Peter Drössler, Sabine Gruber e Lukas Ladner). La postproduzione è stata effettuata in buona parte in Alto Adige, negli studi della Cine Chromatix Italy a Merano. IDM Film Fund & Commission ha accordato al progetto un finanziamento alla produzione di 12.000 euro.

importante che mi sono dato era di non presentare la disabilità in quanto tale, guardando sempre alla persona nella sua totalità. Non mostro mai la sedia a rotelle o gli altri presidi medici da soli, ma preferisco soffermarmi sulla mia interlocutrice, riprendendo Eva-Maria per quanto possibile ad altezza occhi e non da un punto sopraelevato. Ho voluto elidere gli aspetti della disabilità che generalmente incuriosiscono gli estranei. Quando ho iniziato a progettare il film lavoravo per Eva-Maria da circa nove mesi. Questo mi ha aiutato a percepire la sua disabilità come qualcosa di quotidiano e normale.

Golden Girls Filmproduktion/Lukas Ladner

TA K E #1 3

Il suo rapporto ricco e complesso con la protagonista è di fondamentale importanza per il film. Che cosa ha significato per lei essere al tempo stesso assistente personale e regista? LL A livello generale, il film è alimentato dalla mia presenza continua, nel ruolo di assistente, a fianco di Eva-Maria. Questa circostanza mi ha permesso di documentare il suo percorso passo dopo passo anziché ricostruirlo a posteriori.

La protagonista Eva-Maria Proßegger con Lukas Ladner, che da assistente personale si è trasformato in regista, accompagnando una decisione molto intima

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PRODUCTION #3

FILM

D I R E C TO R

Eva-Maria (2021)

Lukas Ladner

Una scelta di questo tipo comporta, dall’altro lato, la sovrapposizione tra film e vita privata. Mi è capitato spesso di attendere con ansia l’istante giusto, da cogliere al volo. A livello personale, il progetto è stato una prova di multitasking che mi ha visto passare continuamente da un ruolo all’altro. Durante le riprese ho sperimentato molto, visionando più volte il materiale per capire e migliorare. Pensa che il film abbia beneficiato della sua vicinanza a Eva-Maria e dello stretto rapporto che si è instaurato tra di voi? LL Senza dubbio. Proprio per questo all’inizio ho voluto girare tutto da solo. Il film tocca temi molto personali. Ci tenevo quindi a creare un clima di vicinanza e fiducia, che ci permettesse di scoprire insieme fino a che punto volevamo spingerci e di capire come gestire la cinepresa con discrezione senza rinunciare a nulla. C’erano molte emozioni in gioco. È davvero difficile trovare l’approccio più adatto a restituire questa intimità. Il film tocca cronologicamente tutte le tappe del desiderio di maternità di Eva-Maria, fino all’anno e mezzo del figlio. Un tema molto presente è la questione se sia opportuno o meno, oggi, mettere al mondo un figlio. Lei è accompagnata da un grande idealismo che forse, a posteriori, non è più presente allo stesso modo. Aveva l’idea di fondo che Eva-Maria potesse fungere da modello? LL Era naturalmente nostra intenzione proporre un modello positivo, ma senza conferire alla figura di Eva-Maria un carattere esemplare. L’obiettivo era piuttosto quello di condensare in un’unica narrazione tematiche quali la maternità, la famiglia e l’infanzia, comunicando una visione chiara rispetto alla quale lo spettatore può prendere posizione, favorevole o contraria, come desidera. Ci tenevo a presentare il pensiero di Eva-Maria, a fare capire perché il desiderio di maternità fosse per lei così importante. Molti nostri coetanei si chiedono se vogliano o se possano permettersi di mettere al mondo dei figli. Eva-Maria invece non ha alcun dubbio, sa che vuole diventare madre. In questo va controcorrente rispetto alla nostra generazione, un aspetto che trovo molto interessante. Avete iniziato a girare quando il desiderio di gravidanza era già molto forte. Come si è arrivati alla decisione di non concludere il film con la nascita del bambino, documentando invece anche la prima fase della maternità? LL Ci è sembrato importante raccontare che cosa significhi, per una madre con disabilità, crescere un bambino.

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All’inizio si tratta di una realtà puramente ipotetica, che nessuno riesce davvero a immaginare. A dominare sono pregiudizi e aspettative di vario tipo. Il film ha beneficiato enormemente della naturalezza con la quale Eva-Maria riesce a gestire da sola il bambino. È stato il miglior finale possibile. Il nome Eva-Maria, che dà il titolo al film, evoca figure della religione cattolica. Il film, a sua volta, illustra il percorso di emancipazione di una ragazza intelligente dall’incrollabile ottimismo, ma lascia anche trasparire in modo sottile il peso di convenzioni sociali e meccanismi di discriminazione che si perpetuano di generazione in generazione. LL Il film vuole trasmettere un messaggio di emancipazione, ma senza essere propagandistico, rappresentando le complessità della vita. L’ottimismo di Eva-Maria è davvero stupefacente. Neanche le discriminazioni riescono a intaccarlo. Nel film avevamo inserito alcuni dettagli che poi abbiamo deciso di eliminare, perché nessuno riusciva a identificarli effettivamente come discriminatori: dall’esterno certi problemi spesso non appaiono come tali. Sapevo che Eva-Maria non è affatto cresciuta in una bolla di privilegio e che ha dovuto affrontare discriminazioni e difficoltà strutturali. Non è stato affatto semplice catturare questo aspetto. In questo processo le è mai successo di cercare il sensazionalismo? LL È uno degli aspetti più difficili del documentario. Si spera ogni giorno di assistere alla fine del mondo e poterla riprendere. La questione di fondo è, però, di tipo etico: fino a che punto voglio indagare questi momenti, quanto voglio approfondire e quanto sono disposto a pretendere dai miei protagonisti? La risposta a queste domande è diversa da progetto a progetto e da persona a persona. Ho sempre indagato con cautela ma quando mi è capitato di avere la sensazione di essere davanti a una barriera o di aver toccato un tema di cui la persona che avevo davanti non voleva parlare, l’ho sempre accettato. Le scene del film sono incorniciate dai paesaggi montani idillici e ricchi di tradizione del Tirolo, un orizzonte che a molti può apparire angusto, ma che nella vita di Eva-Maria è sinonimo di libertà. Con il film ha voluto conferire nuovi significati a questi paesaggi? LL Due sono i motivi della mia scelta. Innanzitutto, volevo che il contesto avesse sempre un legame con la persona di Eva-Maria, ho tentato di ripercorrere i suoi itinerari. Nel


PRODUCTION

Golden Girls Filmproduktion & Filmservices / Bunny Beach Film

film, per esempio, non compare mai il bel centro storico di Innsbruck, perché è un luogo che lei non frequenta. Dall’altro lato è vero che io, cresciuto in Tirolo, a lungo non ho saputo come accostarmi al paesaggio alpino. Le nostre montagne sono esteticamente “addomesticate” per conformarle alle esigenze del turismo, e ho sempre provato un rifiuto nei loro confronti. Quando, dopo gli studi, ho fatto ritorno a Innsbruck, ho iniziato ad affrontarle in modo diverso, tentando di conferire loro nuovi significati. LUKAS LADNER, nato nel 1991 a Innsbruck, ha studiato regia televisiva e cinematografica alla Filmuniversität Babelsberg KONRAD WOLF, diplomandosi nel 2017 con il cortometraggio Treibgut. Il suo primo documentario lungo Eva-Maria è stato presentato al DOK.fest di Monaco di Baviera e si è aggiudicato nel 2021 il premio del festival Diagonale di Graz per la miglior opera prima. Lukas Ladner lavora attualmente al suo prossimo documentario, un ritratto di professionisti che lavorano a stretto contatto con le persone, incentrato sul tema dell’intimità, che realizzerà con il sostegno ai giovani talenti del Ministero austriaco della Cultura (BMKÖS).

TA K E #1 3

Dal suo confronto con Eva-Maria sono nate idee per nuovi progetti? LL Del mio lavoro come assistente personale mi ha sempre affascinato l’intimità fisica che in determinate professioni va inevitabilmente condivisa e che le persone coinvolte percepiscono in modo diverso rispetto a chi osserva dall’esterno. Il delicato rapporto tra vicinanza fisica e distanza emotiva, tra la propria persona e l’assistito o il paziente, si trova in un equilibrio precario tra due estremi opposti. Questo sarà il tema del mio prossimo documentario; un ritratto dei lavoratori di questi settori, nel quale T #1 3 approfondirò il tema dell’intimità.

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“I drammi e i conflitti interpersonali emergono ovunque, nella vita privata come nell’atterraggio su Marte, nelle pellicole di fantascienza come in quelle storiche.” Nancy Camaldo è una grande appassionata dei film di genere

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LO C A L TA L E N T S

D I R E C TO R

Nancy Camaldo

NANCY CAMALDO, 29 anni, è nata a Bolzano e vive a Monaco di Baviera. Ha studiato regia alla Hochschule für Fernsehen und Film di Monaco (HFF), scrivendo e realizzando negli anni diversi cortometraggi e spot pubblicitari. Il suo cortometraggio Skin ha debuttato al festival di Clermont-Ferrand ed è stato inserito nella short list del BAFTA Student Film Award. Nel 2021, Windstill (foto piccola), film di diploma e suo primo lungometraggio, è stato presentato in concorso al premio Max Ophüls e al Bolzano Film Festival Bozen.

Testo

Foto

M A R I A N N A K A S T LU N G E R

N ATA L I A M A M A J

Le sorelle Lara e Ida hanno un rapporto complicato. E proprio quando le acque sembrano calmarsi, la storia prende una svolta inaspettata. Si conclude con un finale aperto Windstill (2021), la pellicola con la quale Nancy Camaldo si è diplomata alla Hochschule für Fernsehen und Film (HFF) di Monaco di Baviera: “Il film è un’istantanea che lascia spazio a molte interpretazioni”, dice la regista bolzanina. Windstill affronta i grandi sogni, ma anche la paralizzante difficoltà a trovare la propria strada nel mondo odierno che offre fin troppe possibilità. Sono questi, forse, i tipici problemi di una società benestante, che Nancy Camaldo analizza con sensibilità e attenzione ai dettagli. Windstill è il risultato di una produzione piuttosto impegnativa rispetto agli standard di un film di diploma. È stato il successo della precedente pellicola firmata Camaldo (il cortometraggio Skin) a incoraggiare la regista e le produttrici della Elfenholz Film di Monaco a osare di più, progettando un lungometraggio. Il film, realizzato con il sostegno di IDM, FFF Bayern e l’emittente bavarese BR, è stato presentato al festival Max Ophüls. “Mi interessano soprattutto i drammi e i conflitti interpersonali, che emergono nella vita privata come nell’atterraggio su Marte, nelle pellicole di fantascienza come in quelle storiche”, dice la regista che, da grande appassionata dei film di genere, potrebbe scegliere un soggetto thriller per il suo debutto ufficiale. Nancy Camaldo, 29enne, ha sempre desiderato lavorare nel settore creativo, “anche se all’inizio ero piuttosto insicura: la regia era una realtà a forte presenza maschile, e mi mancava l’esperienza”, ricorda. Poi ha prevalso il coraggio: candidatasi al corso di regia della HFF, Nancy è stata subito ammessa. “Ci sarà sempre qualcuno che tenterà di scoraggiarti, ma è importante accettare le critiche e saperne trarre vantaggio”, sottolinea. E se Nancy Camaldo parla con voce calma, scegliendo con cura le parole, sa anche che sul set il suo ruolo è quello di leader: “Mi piace avere il controllo sul prodotto, ma non impongo a forza i miei metodi. Del resto sono circondata da professionisti di talento: il mio compito è sostenerli e coinvolgerli, affinché il film possa beneficiarne. In fondo, la regia è comunicazione”. E soprattutto, non è più un dominio prettamente maschile. Nancy Camaldo fa parte di una nuova generazione di registe, intenzionate a rompere con schemi e strutture ormai superati. I loro strumenti? “Sceneggiature più vicine al mondo femminile e più diversità nei cast. Mi chiedo perché, dai quarant’anni in su, alle interpreti donne vengano imposti solo ruoli stereotipati. Non possono permettersi di invecchiare? Eppure ci sarebbero mille storie da narrare dal loro punto di vista”, dice la regista, che auspica una maggiore diversità in tutti gli ambiti della produzione: “Solo così potremo realizzare film di qualità, capaci di T # 13 rappresentare in modo autentico l’intera società!”

TA K E #1 3

Elfenholz Film

La regista Nancy Camaldo scandaglia i sentimenti dei suoi personaggi e auspica maggiore inclusione. Per un cinema più autentico Talenti da scoprire

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U N A G I O R N ATA CO N …

F O R N I TO R I D I S E R V I Z I D E L L’A LTO A D I G E

Alpsvision

Tra la passione per il modellismo e quella per le macchine da presa, Michael Schmalzl e Alexander Fontana pilotano droni nei cieli delle Alpi Una giornata con… Alpsvision Testo

M A R I A N N A K A S T LU N G E R Foto

MICHAEL PEZZEI

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F O R N I TO R I D I S E R V I Z I D E L L’A LTO A D I G E

Alpsvision

“La nostra giornata inizia sempre con un caffè: è l’unica regola fissa di un lavoro altrimenti molto vario”, dice Michael Schmalzl. Il professionista della Val Gardena, appassionato di sport e modellismo, possiede una licenza per pilota di droni: ad affascinarlo è soprattutto il volo manuale, in particolare in ambito cinematografico. La parola “caffè” strappa un sorriso (e un cenno di assenso) ad Alexander Fontana, cineoperatore e compagno di pilotaggio di Schmalzl. I due si sono conosciuti nel 2016, quando Schmalzl cercava rinforzi per la Alpsvision, da lui fondata due anni prima. Oggi Michael e Alexander formano un team affiatato: le loro riprese aeree per documentari, produzioni per la tv e per il grande schermo, effettuate prevalentemente in Alto Adige, sono sempre più richieste. E iniziano a fioccare anche gli incarichi fuori provincia. Il tono allegro e vivace dei loro racconti lascia intuire il rapporto di amicizia che ormai li lega. All’esperienza di Schmalzl nella modellistica di aeromobili si unisce la sensibilità di Fontana per le immagini in movimento: “Nel nostro ambiente la suddivisione dei compiti è normale, ma è importante condividere anche la stessa visione dello spazio e del tempo. È questo il nostro punto di forza”, dice Schmalzl. In questa mattina d’inizio estate il sole ancora fatica a farsi vedere. Le temperature sono quindi ancora decisamente basse quando partiamo insieme al duo della Alpsvision alla volta del passo di Falzarego, attraversando le

Dolomiti immerse tra le nuvole. Schmalzl e Fontana conoscono bene questi posti, l’anno scorso hanno girato proprio qui alcune scene di inseguimento per la serie tv Wild Republic, prodotta da Magenta.TV (►TAKE #12). Sul passo che separa Cortina dalla Val Badia l’inverno non si è ancora congedato del tutto e regna una grande calma. Il luogo e il momento sono perfetti per fare salire il drone e realizzare le prime riprese panoramiche. Oggi tocca al modello DJI Inspire 2 con videocamera X7. “È un modello di dimensioni medie, molto apprezzato nel mondo del cinema per la sua versatilità e la rapidità nel decollo”, spiega Fontana mentre estrae l’aeromobile e monta le eliche. L’autonomia del velivolo dipende dallo stile di volo, ma può toccare i quindici minuti, trascorsi i quali è necessario sostituire le batterie. I piloti ne hanno, naturalmente, portato un’ampia scorta.

TA K E #1 3

“I droni offrirebbero già oggi un’alternativa alle dispendiose riprese con l’elicottero e alle complicate carrellate con i dolly.” I piloti Schmalzl (a sin.) e Fontana preparano le riprese sulle Dolomiti

U N A T E C N O LO G IA DAL G RAN DE P OT E N Z IAL E C RE AT IVO

I due professionisti preparano il decollo e discutono la rotta: “È importante pianificare in anticipo e operare in accordo con la regia e il DOP”, dice Fontana. Il drone sale verso le vette dolomitiche. Concentratissimi, Schmalzl e Fontana lo manovrano in silenzio. Gli incarichi di Alpsvision variano dalle riprese di panorami alpini a quelle degli attori sul set, ma il lavoro di squadra rimane il punto fisso e l’elemento essenziale della loro attività: “In coppia si pilota in modo molto più efficiente, creativo e soprattutto sicuro”, spiega Schmalzl.

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F O R N I TO R I D I S E R V I Z I D E L L’A LTO A D I G E

Alpsvision

“Una tecnica che deve ancora affermarsi in ambito cinematografico.” La Alpsvision dispone di diversi modelli, tra i quali un drone racing con visore VR

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Alpsvision

I due sanno quello che fanno. Durante le manovre, si scambiano al massimo qualche informazione. Anche gli occasionali spostamenti d’aria in quota non creano problemi agli esperti piloti: “Il movimento nello spazio tridimensionale è molto complesso, ma lascia ampi margini di libertà. Ce ne accorgiamo quando una ripresa riesce inaspettatamente bene”, dice Fontana dopo l’atterraggio. Da cineoperatore, apprezza gli indiscutibili vantaggi offerti dai droni: “I droni sono tecnicamente sempre più stabili. Con sforzi minimi si possono già raggiungere risultati eccellenti, e le potenzialità di sviluppo in ambito artistico e fotografico sono davvero notevoli. Se necessario, impieghiamo anche dispositivi con motorizzazione superiore, in grado di trasportare telecamere cinematografiche, più pesanti”, aggiunge il pilota. CO M P E T E N Z A A L P I N A E LO C AT I O N M O Z Z A F I ATO

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Nuova location e nuova attrezzatura. Schmalzl siede ora su un prato vicino al rifugio Capanna Alpina, nei pressi di San Cassiano in Val Badia, e manovra un drone racing tramite visore VR. Un set-up di questo tipo restituisce immagini dinamiche, nelle quali l’orizzonte oscilla trasmettendo la

sensazione del volo. “È una tecnica non ancora affermata in ambito cinematografico”, spiega Fontana. Le produzioni internazionali scelgono la Alpsvision in particolare per la grande competenza in ambiente alpino. Schmalzl e Fontana presentano ai loro partner i paesaggi più belli e propongono loro location originali e sorprendenti (come nel nuovo speciale dedicato all’Alto Adige della docuserie Über Österreich, prodotta dall’emittente austriaca ORF). Il duo ha collaborato anche a diversi progetti cinematografici, tra cui Hill of Vision di Roberto Faenza, Tramonto a Nord Ovest e Dreamcatcher, oltre che a produzioni televisive per emittenti tedesche come Bozen Krimi, Blackout e, più di recente, Mordach (►Shot in South Tyrol p. 12). Ma l’impiego dei droni su larga scala non è ancora una realtà affermata nel mondo dell’audiovisivo. Progetto dopo progetto, Schmalzl e Fontana intuiscono però il grande potenziale per il settore: “In molti casi, le immagini dei droni offrirebbero già oggi una valida alternativa alle dispendiose riprese effettuate con l’elicottero e alle complicate carrellate eseguite con i dolly”. Ma presto, T # 13 sono convinti, la tecnologia… decollerà.

“In coppia si pilota in modo molto più efficiente, creativo e soprattutto sicuro.” Fontana (a sin.) e Schmalzl lavorano sempre in squadra

RIPRESE “VERDI”. Le riprese effettuate con i droni presentano un duplice vantaggio rispetto a quelle realizzate con gli elicotteri: i costi contenuti, ma anche la maggiore sostenibilità. La location altoatesina punta sempre più sui set sostenibili per preservare il paesaggio alpino e le sue aree più sensibili. Ecco perché, dal 2021, IDM Film Fund & Commission premia i progetti attenti alla tutela dell’ambiente, inserendo tra i criteri per l’assegnazione dei finanziamenti aggiornati recentemente (► p. 14) il rispetto di specifici parametri “green”. Una novità importante è rappresentata in tale contesto dal certificato “Green Shooting”, elaborato da IDM in stretta collaborazione con altri fondi, con filmmaker e professionisti locali per regolamentare in modo sostenibile l’attività cinematografica sul territorio. Le società di produzione che presentano domanda di finanziamento possono impegnarsi facoltativamente a soddisfare determinati criteri, tra i quali l’utilizzo sostenibile delle risorse energetiche sul set o modalità di trasporto a impatto climatico zero. L’osservanza del protocollo è accertata da un istituto indipendente. Per maggiori informazioni: film.idm-suedtirol.com

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P R O D U T TO R E

Andrea Occhipinti

“Le sale non sopravvivranno: prospereranno” Intervista ad Andrea Occhipinti

Intervista

A L E S S A N D R A D E LU C A

La sfida è stata quella di creare una piattaforma digitale on demand dedicata al cinema di qualità, non alternativa alla sala, ma complementare a essa. Un punto di riferimento per un pubblico di appassionati, pensata per ribadire il ruolo sociale e culturale del cinema sul territorio. È con questo obiettivo che Andrea Occhipinti, Amministratore Delegato di Lucky Red, che in Italia produce e distribuisce titoli arthouse e non solo, ha fondato MioCinema. Per la prima volta dal 18 maggio 2020, con il lancio in prima visione de I miserabili di Ladj Ly, in concorso a Cannes nel 2019, la piattaforma ha messo in relazione il pubblico, la sala cinematografica e l’universo digitale. Registrandosi gratuitamente sul sito l’utente sceglie la propria sala di riferimento nel proprio comune di residenza (tra 150 cinema aderenti) acquistando direttamente la visione del singolo film. Una percentuale dell’incasso è destinato ai cinema. Occhipinti, tra i relatori del panel dal titolo “Epic Battle or Sweet Romance? – How cinema and streaming can coexist and prosper”, è stato uno dei protagonisti della decima edizione della Film Conference INCONTRI tenutasi online (►Dossier p. 34), delineando il profilo di un innovativo progetto nato proprio mentre il mondo del cinema sembrava crollare sotto i colpi di un nemico invisibile.

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È stato possibile riallacciare attraverso la piattaforma il dialogo tra spettatori e cinema, interrottosi con le misure di restrizione dettate dall’emergenza Covid-19? ANDREA OCCHIPINTI Il nostro scopo non è quello di traghettare il pubblico dai cinema alla piattaforma, ma di riportarlo nelle sale. Nei mesi di chiusura abbiamo dato agli spettatori la possibilità di vedere comunque i grandi film previsti in sala attraverso una piattaforma digitale nata anche per incrementare l’offerta di cinema di qualità, per informare il pubblico, per metterlo in contatto con registi, attori e critici, per presentare film in lingua originale, retrospettive e rassegne, eventi esclusivi e masterclass, per sostenere quei titoli che hanno poche chance di successo nelle sale fisiche e sono destinati comunque a sparire dopo pochi giorni di programmazione. Quali sono stati i film più visti? I miserabili di Ladj Ly, Favolacce dei fratelli D’Innocenzo e Matthias & Maxime di Xavier Dolan, seguiti da Dopo il matrimonio di Bart Freundlich, Cosa sarà di Francesco Bruni, Il concorso di Philippa Lowthorpe, The Specials – Fuori dal comune di Olivier Nakache ed Eric Toledano, Undine – Un amore per sempre di Christian Petzold ed Ema di Pablo Larraín. Più recentemente sono andati benissimo anche

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P R O D U T TO R E

Andrea Occhipinti

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“La piattaforma promuove la programmazione dei cinema collegati e viceversa.” Andrea Occhipinti ha ideato una piattaforma specializzata in pellicole d’autore

Lucky Red

P R O D U C T I O N TA L K

ANDREA OCCHIPINTI è fondatore e presidente di Lucky Red, società di produzione e distribuzione cinematografica nata nel 1987. Attraverso Lucky Red, Occhipinti ha portato in Italia autori di fama internazionale e ha distribuito le opere di alcuni tra i più importanti cineasti contemporanei, da Paolo Sorrentino a Wes Anderson. Dal 2016 Lucky Red ha intensificato l’attività produttiva, portando al cinema film di successo e vincendo, nel 2019, il David di Donatello come Miglior Produttore per Sulla Mia Pelle. Insieme a Indigo Film, Lucky Red ha fondato la società di distribuzione internazionale True Colours. Nel 2020 Occhipinti ha ideato la piattaforma digitale MioCinema.

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P R O D U T TO R E

Andrea Occhipinti

Micro Film/Silviu Ghetie

Orizzonti alla 77ª Mostra del Cinema di Venezia, e Apples, debutto alla regia del greco Christos Nikou che nella stessa edizione del Festival ha aperto la sezione Orizzonti. La scoperta di nuovi autori e la rilevanza delle tematiche sono i principali criteri di selezione. In MioCinema trova spazio anche il documentario. L’importanza del documentario per la piattaforma è confermata dalla nuova collaborazione con ZaLab, laboratorio culturale che da tempo opera per la produzione e distribuzione di cinema libero, indipendente e sociale. La collaborazione nasce dall’esigenza di valorizzare un genere cinematografico da sempre terreno di sperimentazione e crescita che a pieno titolo entra nella programmazione di una piattaforma dedicata al cinema d’autore. AO

Quanti fruitori conta MioCinema? Raggiungiamo il picco di visitatori, fino a 50 mila, quando offriamo eventi live con registi e attori. I nostri numeri ovviamente non sono paragonabili a quelli delle grandi piattaforme, ma è interessante notare che quando proponiamo un titolo arthouse forte come The Dissident i risultati sono davvero ottimi.

Lucky Red

AO

Il vincitore di Berlino Bad Luck Banging or Loony Porn (sopra) e il documentario The Dissident sull’omicidio di Jamal Khashoggi: lo streaming reinventato per gli amanti del cinema d’essai

The Dissident diretto dal premio Oscar Bryan Fogel e finanziato dalla Human Rights Foundation, storia dell’omicidio del giornalista saudita del Washington Post, Jamal Khashoggi, e Bad Luck Banging or Loony Porn del rumeno Radu Jude, che ha vinto l’ultima Berlinale. Una classifica che ci racconta una cosa ben precisa: chi ama andare al cinema frequenta anche le piattaforme perché una cosa non esclude l’altra e il pubblico fruisce di più film in modalità diverse. La piattaforma promuove la programmazione dei cinema collegati e viceversa e questo è proprio ciò che volevamo creare: una rete tra gli amanti del cinema d’autore. Le preferenze degli spettatori evidenziano anche l’apprezzamento per i film in anteprima. AO Dallo scorso febbraio infatti proponiamo con cadenza mensile i titoli in esclusiva, “original”, disponibili solo su MioCinema, film e documentari provenienti dai principali festival internazionali, come Listen della portoghese Ana Rocha de Sousa, Leone del Futuro e Premio della Giuria

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Il nuovo scenario disegnato dalla lunga chiusura delle sale cinematografiche presuppone una maggiore flessibilità da parte dei protagonisti dell’industria dell’audiovisivo. AO È più che mai necessario oggi ottimizzare lo sfruttamento dei film contando su una flessibilità che guarda in diverse direzioni. Ogni film ha il proprio percorso, la sua storia e diversa potenzialità. Alcuni titoli hanno poche possibilità di emergere in un mercato, sempre più affollato, ma possono avere chance decisive sulle piattaforme, altri distribuiti in sala potrebbero beneficiare di un precedente passaggio sulle piattaforme e viceversa. Nel corso dell’ultimo anno i distributori erano molto preoccupati per l’accorciarsi delle finestre che separano l’uscita di un film in sala dai suoi successivi sfruttamenti, ma è necessario distinguere tra i film che hanno la possibilità di restare nei cinema per diverse settimane, ovvero una sessantina di titoli, e quelli che questa opportunità non ce l’hanno. Sono fermamente convinto che la socialità sia un bisogno primario e imprescindibile dell’essere umano e la vita sociale ci è mancata moltissimo nell’ultimo anno e mezzo. Andare al cinema è un atto sociale e quindi non mi piace pensare che le sale sopravvivranno. Preferisco dire che prospereranno anche grazie alle nuove condizioni che abbiamo stabilito. I cinema devono essere luoghi capaci di offrire grandi esperi-


P R O D U C T I O N TA L K

P R O D U T TO R E

S P OT L I G H T

Andrea Occhipinti

Eva Lageder

La piattaforma MioCinema, un’offerta di streaming complementare e non antagonista rispetto alle sale

enze con grande varietà di contenuti che spaziano in numerose direzioni. Come crede che cambierà il ruolo di piattaforme come Amazon, Warner o Disney in futuro? Investiranno ancora nel grande schermo? AO Il mercato dell’audiovisivo non è ancora tornato alla normalità e ognuno sta cercando di cercare le soluzioni più adeguate. Tutti gli studios che hanno cominciato ad avere uno streaming service si stanno difendendo da queste nuove realtà chiamate Amazon e Netflix ristrutturandosi. Amazon ha comprato MGM perché ha un vastissimo archivio di titoli che intende valorizzare, ma spero non smetterà mai di credere nelle uscite cinematografiche. Modelli diversi di distribuzione possono convivere integrandosi. Il business delle sale cinematografiche è ancora molto forte: se negli Usa, ad esempio, il TVOD [transactual video on demand, cioè il modello di streaming che prevede il pagamento del singolo film, ndr] ha molto successo, in Europa e nel resto del mondo non è così e i guadagni che arrivano T #1 3 dalle sale sono ancora rilevanti.

41 anni, al momento è alla ricerca di un coproduttore per Personal, il nuovo documentario della BAGARRE Film. Il progetto è incentrato su un gruppo di donne immigrate, dipendenti di un albergo altoatesino, il cui lavoro è spesso invisibile ma indispensabile per il settore turistico. “Le loro molteplici storie offrono svariati punti di vista che arricchiscono il film”, dice Lageder. Eva Lageder ha frequentato la scuola di documentario ZeLIG di Bolzano e ha iniziato la sua carriera come operatrice e fonica, ricoprendo anche altri ruoli sul set. Tra i membri fondatori della Film Association South Tyrol (FAS), si è impegnata con successo per la nascita della Film Commission locale. Nel 2017, per Lageder si è aperto un nuovo capitolo professionale. Il regista altoatesino Ronny Trocker e la sorella, la regista Carmen Trocker, cercavano rinforzi per la loro casa di produzione, la BAGARRE Film. Insieme a loro, Eva Lageder ha prodotto Human Factors, secondo lungometraggio di Ronny Trocker. Dopo alcuni contrattempi dovuti alla pandemia, il film ha debuttato online a Sundance e “dal vivo” durante l’edizione all’aperto della Berlinale, a giugno. “Le emozioni che dà il grande schermo sono davvero speciali”, sostiene con entusiasmo Lageder.

TA K E #1 3

EVA LAGEDER ,

www.bagarrefilm.com

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T I TO L I D I CO D A

QUESTIONARIO

PREVIEW

Christine Dollhofer

TAKE sarà… digital!

QUESTIONARIO

Christine Dollhofer risponde alle domande di TAKE QUAL È L’ULTIMO FILM CHE HA VISTO?

Sono appena tornata da Cannes. L’ultimo film che ho visto al festival è stato France di Bruno Dumont. Ho visto anche Titane di Julia Ducournau, la seconda donna a vincere la

Violetta Wakolbinger

Palma d’oro nella storia del festival: wow!

QUALE SERIE L’HA COLPITA MAGGIORMENTE?

È difficile sceglierne una, ma tra le ultime che ho visto mi ha colpito soprattutto We Are Who We Are di Luca Guadagnino.

UN FILM CHE DOVREBBE ASSOLUTAMENTE ESSERE GIRATO?

Preferisco farmi sorprendere dai cineasti!

PER CHE COSA NON SPENDEREBBE PIÙ NEANCHE UN CENTESIMO?

Per acquistare un’automobile. Preferisco muovermi con i mezzi pubblici.

CHRISTINE DOLLHOFER, originaria di Wels in Alta Austria, è attiva dal 1990 nel settore cinematografico, in particolare nella direzione artistica e organizzazione di retrospettive e festival, ma anche in qualità di consulente, docente e membro di giuria. Dal 1992 al 1997 ha diretto il cinema Filmcasino di Vienna, dal 1997 al 2003 è stata co-direttrice del festival Diagonale di Graz. Dal 2003 è direttrice artistica del festival Crossing Europe di Linz, dal 2011 collabora in qualità di selezionatrice alla programmazione del festival di San Sebastián. Il 1° novembre 2021 Christine Dollhofer assumerà la guida del Filmfonds di Vienna.

PREVIEW

TAKE sarà… digital!

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L’ULTIMA FOTO CHE HA SCATTATO?

L’ultimissima è della password di un Wi-Fi, ma la penultima l’ho scattata il 14 luglio a Cannes durante i fuochi d’artificio in occasione della festa nazionale francese.

Reportage avvincenti, interviste approfondite, le notizie più importanti del settore e le ultime novità del territorio cinematografico… insomma il magazine che conoscete dal 2022 sarà in formato digitale! TAKE si trasforma in un magazine online. Tutti i contenuti saranno disponibili sul sito web di IDM Film Fund & Commission: film.idm-suedtirol.com


05.–10.04.2022 filmfestival.bz.it

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