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A casa con papà

Progetto di tesi/Thesis project con/with Regione Lazio

Relatore/Advisor: Eliana Saracino Correlatore/Co-advisor: Alessandra Glorialanza Model Making: Marco Galofaro Tecnologia/Technology: Giulio Aleandri Comunicazione/Communication: Alessio Tommasetti

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Il progetto di tesi ha affrontato il tema del disagio abitativo e sociale che molti padri si trovano a dover fronteggiare a causa della separazione dal nucleo familiare. Le spese di mantenimento e l’uscita dall’abitazione di famiglia comportano grande difficoltà sia economica che psicologica. Si tratta quindi di offrire ai padri in questa condizione un alloggio temporaneo in attesa di una nuova soluzione abitativa definitiva: un luogo dove possano vivere dignitosamente, incontrare e ospitare in modo adeguato i propri figli, essere sostenuti nell’elaborare la nuova condizione personale dopo la separazione. Il progetto, sviluppato in collaborazione con la Regione Lazio, si inserisce in una più ampia strategia di valorizzazione dell’ex-complesso psichiatrico di Santa Maria della Pietà con il fine di trasformarlo in un parco del benessere e della salute. I progetti di trasformazione proposti dal laboratorio per il Padiglione XVIII, oltre agli spazi destinati più propriamente al co-housing, hanno proposto anche l’inserimento di funzioni e attività aperte al pubblico (ad esempio, fablab, palestra, co-working, ludoteca, spazio per eventi, caffetteria, ecc.), offrendo così servizi compatibili con il contesto, sostenibili economicamente e che potranno avere una ricaduta diretta anche sugli abitanti della struttura, stimolando la costruzione di una comunità e garantendo una mixité di fruitori capace di innescare processi virtuosi di integrazione. Il programma funzionale si è poi dovuto necessariamente confrontare con la morfologia dell’edificio esistente (struttura di inizio novecento, in muratura portante e dalla trasformabilità limitata), trovando il giusto bilanciamento tra conservazione, trasformazione e innovazione.

M. Lucatelli, V. Pantanella, Inside Outside modello/model Foto/Photo A. Cama

At home with Daddy

The thesis workshop addressed the condition of housing and social hardship that some fathers face following separation from their families. Sustaining maintenance expenses and exiting the family home, make them face both huge expenses and the personal consequences of a traumatic event. It therefore consists of providing temporary accommodation, with space for meetings and activities, while they wait for a new definitive housing solution. A place where they can both live in dignity and appropriately welcome their visiting children, supported and accompanied in the elaboration of this new condition of solitude after the separation. The project, developed in collaboration with the Regione Lazio, is part of a wider strategy to regenerate the former psychiatric complex of Santa Maria della Pietà with the aim of transforming it into a Wellness and Health Park. The transformation projects for Pavilion XVIII, in addition to the spaces more properly intended for cohousing, have therefore also proposed the inclusion of functions and activities open to the public (for example, fablab, gym, co-working, playroom, event space, cafeteria, etc.). Hence, offering services compatible with the context, economically sustainable and that can have a direct impact on the building inhabitants, stimulating the creation of a community and ensuring a mix of users capable of triggering virtuous processes of integration. The functional program then necessarily had to be tailored with the morphology of the existing building (an early XX century masonry structure with limited adaptability), finding the right balance between conservation, transformation and innovation.

G. Biagini, E. Labanca Diorama modello/model Foto/Photo A. Cama

ABITARE DA SOLI CON GLI ALTRI

Eliana Saracino

I progetti prodotti dal laboratorio, seppur molto diversi tra loro, hanno avuto tutti la capacità di interpretare in modo delicato e sensibile lo status e le condizioni di vita del possibile abitante di questi spazi, rileggendo i suoi bisogni e le sue necessità come delle potenzialità e risorse. Alcuni lavori hanno focalizzato l’attenzione in particolare sul tema dei figli e sulla progettazione di spazi capaci di supportare la ricostruzione di un nuovo tipo di relazione con i padri, necessariamente differente da quella messa inatto tra le mura della casa di famiglia. Ad esempio, individuando aree tematiche differenti, organizzate in base alle fasce di età (prescolari, bambini, adolescenti); oppure riuscendo a ricavare all’interno degli alloggi stessi degli ambiti da allestire temporaneamente per garantire qualità e privacy anche ai figli ospiti o, ancora, definendo spazi in cui poter svolgere attività insieme (gioco, cucina, giardinaggio, ecc.) al fine di ridefinire nuove e sane modalità di relazione. Altri, invece, hanno interpretato il progetto stesso come lo strumento che accompagna il percorso di crescita del padre separato, che si evolve progressivamente durante il periodo di permanenza all’interno della struttura.

Il caso studio dei padri separati ha permesso agli studenti di confrontarsi con un tema più ampio, quello dell’abitare da soli con gli altri, assolutamente attuale per la società e per la città contemporanea.

Il cambiamento, dunque, come centro del progetto, che ad esempio si è tradotto spazialmente con la modulazione di differenti livelli di privacy, che vanno da spazi assolutamente privati che ineriscono la sfera intima dell’abitante, passando a spazi con-

divisi in piccoli gruppi, fino al vero e proprio spazio pubblico e collettivo; spazi diversi che l’abitante, a seconda del suo personale percorso di crescita, sceglierà consapevolmente di frequentare. Altri progetti hanno scelto, invece, di dare un ruolo fondamentale allo spazio condiviso a scapito di quello completamente privato, stimolando sin da subito gli ospiti della struttura a confrontarsi con gli altri. Lo spazio in comune diventa il luogo in cui trascorrere la maggior parte del tempo, ridefinire la propria vita, in cui supportarsi e scambiare esperienze con persone che condividono situazioni analoghe. Lo spazio comune, come luogo anche spazialmente accentratore all’interno del progetto, inteso ad esempio come il vagone di un treno, come il focolare domestico attorno a cui raccogliersi oppure ancora come lo spazio complesso della città, con le sue vie, vicoli, piazze e terrazze.

M. Di Vito, M. V. Florio, Focolare, modello/model, Foto/Photo A. Cama

In generale, il caso studio specifico dei padri separati ha permesso agli studenti del laboratorio di confrontarsi con un tema molto più ampio, quello dell’abitare da soli con gli altri, assolutamente attuale per la società e, di conseguenza, per la città contemporanea. Un tema che inerisce il cambiamento dei modelli familiari e di relazione e che implica un necessario ripensamento degli spazi dell’abitare.

Dunque l’esercizio progettuale ha stimolato la ricerca nella sperimentazione di nuovi modelli abitative che possano al tempo stesso garantire la privacy e la condivisione, lo sharing di spazi e di risorse, materiali ed immateriali, consentendo agli studenti di avvicinarsi alle problematiche più ampie del tema e di fornire risposte interessanti e innovative a questioni che sempre più saranno ricorrenti nella città di domani.

S. Cappa, M.Conte Cromo House Pianta alloggio tipo/ typical dwelling Foto/Photo A. Cama

LIVING ALONE WITH OTHERS

The projects produced by the workshop, although very different from each other, they all had the ability to interpret in a delicate and sensitive way the status and life conditions of the possible inhabitant, rereading his needs and requirements as potential and resources. Some works focused in particular on the theme of children and the design of spaces capable of supporting the reconstruction of a

new type of relationship with fathers, necessarily different from the one previously established within the walls of the family home. For example, by identifying different thematic areas, organized according to age groups (pre-school, children, and adolescents) or by creating temporary areas within the accommodation, guaranteeing quality and privacy to the guest children; or by outlining spaces in which they can carry out activities together (play, cooking, gardening, etc.) in order to redefine new and healthy relationship modes.

In general, the specific case study of separated fathers allowed the workshop students to deal with a much wider theme; that of living on your own along with others, absolutely topical for society and, consequently, for the contemporary city.

Others, on the other hand, have interpreted the project itself as a tool that accompanies the growth path of the separated father, which progressively evolves during the period of his stay within the structure. The change, therefore, as the centre of the project, has been spatially translated; for example by modulating different levels of privacy, ranging from absolutely private spaces related to the intimate sphere of the

inhabitant, to spaces shared by small groups, and finally to the actual public and collective space. Different spaces that the inhabitant, depending on his personal growth path, will consciously choose to attend. Other projects have chosen, instead, to give a predominant role to shared spaces sacrificing private spaces, stimulating from the beginning the guests of the structure to relate themselves with others.

The shared space becomes the place where to spend most of the time, to redefine one’s life, to support one another and to share experiences with people who undergo similar situations. The communal space, a spatially centralized focus within the project, envisioned for example as the train engine car, as the domestic hearth around which to gather or even as an urban space, with its streets, alleys, squares and terraces.

In general, the specific case study of separated fathers allowed the workshop students to deal with a much wider theme; that of living on your own along with others, absolutely topical for society and, consequently, for the contemporary city. It is a theme inherent to family and relationship models changes, that implies an indispensable rethinking of living spaces. Hence, the design exercise has stimulated research in experimenting new housing models that, at the same time, can guarantee privacy and the sharing of spaces and resources, both material and immaterial. This has allowed students to approach the broader issues of the topic and provide interesting and innovative answers to questions that will increasingly recur in the city of tomorrow.

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