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In comunicazione con il futuro

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Tutto è design

Tutto è design

Progetto di tesi/Thesis project con/with Fondazione Proposta

Relatore/Advisor: Daniele Mancini Correlatore/Co-Advisor: Mattia Darò Model Making: Marco Galofaro Lighting Design: Adriano Caputo Tecnologia/Technology: Patrizia Polimeni Comunicazione/Communication: Claudio Castaldo, Claudio Esposito

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A. Alessandrini, F. Cocozza, G. Gili, Museo delle Relazioni, modello/model

Foto/Photo A. Cama

Il progetto di tesi ha esplorato strategie di progettazione multidisciplinare per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale contenuto all’interno del Museo Storico della Comunicazione di Roma. Il museo comprende oggetti, documenti, curiosità e testimonianze utili a ripercorrere “antiche tappe” della storia postale, della telefonia e della telegrafia fino ai “nuovi linguaggi” della comunicazione. La raccolta di oggetti è costituita da oltre 3.000 cimeli di vario genere: telefoni, telegrafi, radio, televisioni, bollatori, stemmi, cassette di impostazione. Il Museo storico della comunicazione si sviluppa attualmente su 3.500 mq nei piani interrati del Palazzo del Poste all’EUR, in sale contigue ed in sequenza cronologica. La tesi ha coinvolto le scuole di Design, Arti Visive e Comunicazione. Il tema comune è stato la trasmissione della storia della tecnologia e della comunicazione attraverso lo sviluppo di strategie di coinvolgimento del pubblico. La collezione degli oggetti, e delle storie che raccontano, fa di questo Museo un luogo unico nel panorama culturale della Capitale. La sua valorizzazione in termini di spazi, di capacità narrativa e di comunicazione alla città è un’opportunità eccezionale di rilanciare un museo dimenticato all’interno dell’offerta culturale romana, ma dal potenziale culturale inestimabile.

IN COMMUNICATION WITH THE FUTURE The thesis project explored multidisciplinary design strategies to enhance and improve the public’s awareness of the historical and cultural heritage of the Historical Museum of Communication in Rome. The museum includes objects, documents, curiosities and testimonies useful to retrace “ancient stages” of postal history, telephony and telegraphy to the “new languages” of communication. The collection of objects consists of over 3,000 relics of various kinds: telephones, telegraphs, radios, televisions, stamp machines, emblems, setting boxes. The Historical Museum of Communication is currently in the basement floors of the Palazzo del Poste at EUR, in adjoining rooms and in chronological sequence, spreading over 3,500 square metres. The thesis involved the schools of Design, Visual Arts and Communication. The common theme was to reveal the history of technology and communication, through the development of strategies to involve the public. The collection of objects and the stories they tell make this Museum a unique place in the cultural panorama of the Capital. Its valorisation in terms of space, narrative capacity and communication to the city is an exceptional opportunity to promote a museum forgotten within the Roman cultural offer, but with inestimable cultural potential.

WILD POEM

Mattia Darò e Daniele Mancini

Come si allestisce un museo capace di esaltare l’immaginario sconfinato sprigionato dalla incredibile collezione del Museo Storico della Comunicazione dell’EUR? È possibile entusiasmarsi dei segreti cifrati della macchina Enigma, oppure soffrire per gli amori interrotti da una cartolina postale mai consegnata? E come appassionarsi della vicenda umana di Meucci o godere avidamente delle sorti di Marconi? Siamo inoltre in grado di attualizzare, per esempio, le pionieristiche sperimentazioni di Olivetti sulle interfacce dei computer, quando i computer erano ancora grandi come stanze, e proiettarle verso un futuro innovativo? La storia della comunicazione è la storia dell’uomo, delle guerre e delle passioni che l’hanno cagionate, dei segreti e delle bugie che hanno mosso i più profondi e intimi universi interiori, ma anche delle strategie per superare ostacoli e distanze e facilitare relazioni e condividere valori e progresso.

Be Wild! Attraverso un processo di accumulazione selvaggia ma anche di selezione raffinata, abbiamo dapprima costruito un arcipelago di riferimenti visuali e narrativi desunti dal mondo dell’arte, della comunicazione e dell’architettura per dare forma ad un punto di vista progettuale critico e originale come fosse una sorta di manifesto poetico ed espressivo. Imparare a progettare significa imparare a raccontare. Per imparare a raccontare bisogna imparare ad avere una poetica. Wild quindi è stato il libro-collezione che ciascun gruppo di studenti ha presentato nella prima parte del percorso di tesi: un vero e proprio manufatto creativo, rigorosamente materico, abitato non solo da schemi, diagrammi e dozzine di immagini scelte, ma anche di volumi e cavità che indisciplinatamente prefigurano spunti per evoluzioni spaziali successive.

Be Poetic! Il progettista quindi prefigura selvaggiamente e oltre il realismo 1 i rituali museali con narrazioni visuali, metafore spaziali, collage illusori, connotazioni grafiche e disegni rigorosi, geometrici, ma pur sempre evanescenti, definendo lo spazio dentro cui il visitatore si immagina possa agire poeticamente 2 . E l’allestimento diviene dunque il dispositivo che mette in scena l’immaginario, interpreta le possibili relazioni tra le cose, i visitatori, la città, e offre una chiave di lettura dei molteplici contenuti tematici. Le proposte di tesi hanno assunto inoltre le fattezze di scenografie urbane, ovvero di palinsesti comunicativi in grado di far dialogare il contenuto, con il contesto dell’EUR, macchine sceniche al contempo architettura e dispositivi allestitivi.

V. Meaglia, L. Mucci, G. Migliaccio, MAC, sala dei francobolli/display of stamps

V. Meaglia, L. Mucci, G. Migliaccio, MAC, sala della telecomunicazione/telecommunication room

WILD POEM

How is it possible to set up a museum capable of exalting the endless imagination released by the incredible collection of the EUR Historical Museum of Communication? Is it possible to get excited about the encrypted secrets of the Enigma machine, or to suffer for loves interrupted by a never delivered postcard? And how can one become passionate about Meucci’s human story or greedily enjoy Marconi’s fate? Are we also able to update, for example, Olivetti’s pioneering experiments on computer interfaces, when computers were still as big as rooms, and project them towards an innovative future? The history of communication is the history of man. That of wars and passions that caused it, of secrets and lies that moved the deepest and most intimate inner universes. It is also about strategies to overcome obstacles and distances and facilitate relationships and share values and progress.

Be Wild! Through a process of wild accumulation but also of refined selection, we first built an archipelago of visual and narrative references taken from the world of art, communication and architecture, to shape a critical and original design point of view as a sort of poetic and expressive manifesto. Learning to design means learning to tell. To tell a story you have to learn to have poetics. Wild was therefore the book-collection that each group of students presented in the first part of their thesis. A strictly material creative piece, composed by schemes, diagrams and dozens of chosen images, but also by volumes and cavities that disorderly prefigure cues for subsequent spatial evolutions.

Be Poetic! The designer therefore wildly prefigures museum rituals beyond realism 1 with visual narratives, spatial metaphors, illusory collages, graphic connotations and rigorous, geometric yet evanescent designs, defining the space in which the visitor imagines himself to be able to act poetically 2 . The installation becomes the device that stages the imaginary, interprets the possible relationships between things, visitors, the city, and offers a key to interpret the many thematic contents. The thesis proposals have also embodies the features of urban scenography, hence become communicative palimpsests able to connect content with EUR’s context; scenic machines but at the same time architecture and exhibition devices.

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