Biblioteca
Definizione
da Wikipedia: Una biblioteca è una collezione ordinata di libri. Il termine può riguardare una collezione privata personale, ma più spesso viene utilizzato per una estesa collezione fondata e mantenuta da un ente locale (municipio, regioni, università) o da una istituzione e che viene condivisa da molte persone che singolarmente non sono in grado di affrontare l’acquisizione di tanti libri. Tuttavia con lo sviluppo di nuovi mezzi per la registrazione delle informazioni diversi dai libri e con le raccolte di questi oggetti, molte biblioteche ora sono anche dei depositi e/o dei punti di accesso di mappe, stampe o altri artefatti, microfilm, microfiche, nastri audio, CD, LP, video tape e DVD, e provvedono postazioni per il pubblico per l’accesso a CD-ROM, a basi-dati e a Internet.
da Devoto Oli: 1. Raccolta di libri per lettura o studio, e anche il luogo (sala o edificio) dove si conservano, si consultano o si leggono: b. privata, pubblica, comunale, nazionale; b. circolante, quella che dà in prestito libri, spec. ameni o di cultura generale, dietro pagamento di piccole quote; fig. (scherz.): b. ambulante o vivente, di persona eruditissima. 2. Mobile a scaffale destinato a contenere libri. 3. Titolo di collezioni di opere di argomento affine o di opere varie di cultura generale, edite da una stessa casa editrice. 4. Nell’antichità, nome di varie opere storiche o antiquarie di compilazione.
Etimologia La parola è composta di due parole greche: βιβλίον (biblíon, “libro”, “opera”) e θήκη (théke, “scrigno”, “ripostiglio”). Il termine βιβλίον (biblìon) differisce da βίβλος (bíblos). Βίβλος era il nome dato alla corteccia interna del papiro (βύβλος, biúblos), e visto che questo materiale era usato come supporto per la scrittura, in epoca attica la parola βίβλος divenne, per estensione, sinonimo di “libro”. Anche βιβλίον nasce come identificativo della “carta” o della “lettera” su cui si scrive, ma presto tende a diventare sinonimo non solo di “libro scritto”, bensì di “opera letteraria”, di vero e proprio contenuto di cui il libro è mero contenitore. Mentre nel greco moderno esiste la parola βιβλιοθήκη (vivliothikì, nella pronuncia itacista), non ve n’è traccia nel greco classico. È attestata però la voce βιβλιοφυλάκιον (bibliofiulákion) con il significato di “deposito di libri”, “archivio di libri”. Dione Crisostomo, nel I secolo d.C., dà alla stessa parola βιβλίον il valore di “biblioteca”. La parola viene usata in forme vicine in lingue come tedesco (Bibliothek), francese (bibliothèque), norvegese (bibliotek), spagnolo (biblioteca), svedese (bibliotek), danese (bibliotek), polacca (biblioteka), portoghese (biblioteca), rumena (bibliotecã), russa (Библиотèка), olandese (bibliotheek), e naturalmente nel greco moderno (βιβλιοθήκη). In inglese si usa la parola library derivata dal latino liber, libro. Altre lingue come l’islandese, finlandese, estone, l’arabo e persiano, usano parole derivate da altre radici che nelle rispettive lingue significano comunque libro: (Bokasafn, Kirjasto, e Raamatukogu, maktaba” e Ketabkhaneh, rispettivamente).
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Casa dello studente
Definizione
da Wikipedia: Una residenza universitaria è un quartiere o un insieme di edifici dedicato all’accoglienza di studenti universitari. Tali residenze possono trovarsi a volte integrati all’interno di campus universitari, ma più spesso si trovano nelle loro vicinanze; inoltre ogni università può avere anche più residenze universitarie distinte. Le residenze includono spesso servizi accessori, quali bar, mense, lavanderie, sale ricreative, sale Internet e connessioni internet per ogni camera. Gli edifici sono divisi in appartamenti che possono accogliere un diverso numero di occupanti e solitamente includono una cucina, anche se nel caso in cui il contratto prevede il servizio mensa, questa può includere solo gli accessori di base
da Devoto Oli: (Casa) 1. Costruzione eretta dall’uomo per abitarvi, suddivisa in vani ed eventualmente in piani: c. di città, di campagna; c. colonica; c. esposta a mezzogiorno. 2. L’abitazione di una persona sola o di una famiglia: essere, stare in c.; andare, tornare a c.; star di c. in un luogo, abitarvi (anche fig.: quello, l’educazione non sa neppure dove sta di c.!); metter su c., ammobiliarla per abitarvi (fig., sposarsi, metter su famiglia); cambiare c., traslocare; cercar c., un appartamento in affitto o anche in vendita; mandar via di c., sfrattare (anche, escludere dalla convivenza famigliare: suo padre l’ha mandata via di c.); fatto in c., di cibo confezionato alla casalinga; atta a c., di donna che si dedica esclusivamente alle faccende domestiche fig. Riportar la pelle a c., tornar vivo da una guerra; essere a c. propria, esser molto pratico di qualcosa; a c. mia, secondo il mio modo di vedere Nel linguaggio sportivo: giocare in c., nel campo della propria sede (contrapposto a fuori c., cioè sul campo della squadra avversaria); estens.: giocare in c., discutere o parlare di fronte a un uditorio che la pensa allo stesso modo o di cose delle quali si ha una specifica competenza part. C.di Dio (o del Signore), la chiesa; c. del diavolo, l’inferno (fig., luogo di gran frastuono e confusione; mandare uno a c. del diavolo, toglierlo dai piedi senza tanti complimenti; stare, abitare a c. del diavolo, molto lontano, fuori mano). 3. Edificio che ospita, per limitati periodi di tempo o per motivi particolari, determinate categorie di persone; part.: c. di cura, clinica od ospedale privato; c. di ricovero, per vecchi bisognosi di assistenza; c. di pena, reclusorio; c. di correzione, in cui si rieducano i minorenni condannati a pene detentive; c. dello studente, per fornire vitto e alloggio a chi compie gli studî lontano dalla famiglia; c. albergo, residence; c. di tolleranza, denominazione eufemistica dei postriboli un tempo autorizzati o tollerati dalla legge italiana (anche c. chiusa, c. equivoca, c. squillo, c. di piacere); c. da gioco, luogo di convegno destinato al gioco d’azzardo, casinò. 4. Comunità di persone che convivono in uno stesso ambiente: c. religiosa, comunità di religiosi; c. madre, il convento da cui dipendono gli altri dello stesso ordine (estens., la sede originaria o centrale di un’impresa) I membri di una comunità familiarmente definiti attraverso i loro reciproci rapporti: baruffe in c. democristiana part. Il nucleo e l’ambiente famigliare: tanti saluti a c.; pensare a c.; mandare avanti la c., pensare al sostentamento e alle spese necessarie per la famiglia; uomo, donna di c., completamente dediti alla propria famiglia; far gli onori di c., intrattenere cordialmente gli ospiti; essere di c., essere amico intimo, di famiglia estens. Stirpe, discendenza, dinastia, casata: la real c., la famiglia reale e dei principi del sangue. 5. Ditta, impresa, società industriale o commerciale: c. editrice; c.di spedizioni Negozio, magazzino, centro di vendita: la c. del caffè, del formaggio, del disco. 6. Ciascuno dei 64 quadrati in cui è divisa la scacchiera. 7. Ciascuna delle 12 regioni in cui l’astrologia suddivide il cielo stellato. 8. C. base, nel baseball, la base in cui si trova il battitore che risponde al lancio della palla del lanciatore avversario e alla quale deve ritornare dopo aver conquistato le altre basi poste ai vertici del campo per fare il punto.
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