Planeta Sessions: Moon

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S o u n d s

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A r t

b e t w e e n

H e a v e n

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E a r t h


PLANETA SESSIONS: MOON Sounds and Art between Heaven and Earth PLANETA: CULTURA E TERRITORIO

PLANETA: CULTURE AND TERRITORY

Nel plenilunio del 24 luglio 2021, nella cantina di Buonivini, a Noto, ricuciamo un filo che si era interrotto nel 2020. L’occasione è un progetto completamente nuovo, Planeta Sessions: Moon, musica e arte contemporanea in un contesto inusuale come la Cantina Invisibile, il palmento storico, i vigneti e le colline della Val di Noto. Continuiamo a investire risorse ed energie sulla bellezza e sull’arte, per generare un’altra voce importante nel nostro bilancio sociale: cultura per il territorio, sempre nel segno della sostenibilità.

On the Full Moon of 24 July 2021, in the Buonivini cellar, in Noto, we mend a thread that was interrupted in 2020. The occasion is a completely new project, Planeta Sessions: Moon, music and contemporary art in unusual contexts like the Invisible Cellar, the historic millstone, the vineyards and hills of the Val di Noto. We continue to invest resources and energies in beauty and art, to generate another important item in our social report: culture for the territory, always in the name of sustainability.

PLANETA SESSIONS

PLANETA SESSIONS

In un momento storico in cui i confini artistici si sono assottigliati fino a quasi scomparire del tutto, abbiamo voluto costruire un percorso slegato dai generi: dalla ricerca ancestrale e fuori dal tempo di Alfio Antico - che fa della natura il suo stesso strumento musicale - alla sintesi tra analogico e digitale di Marta De Pascalis, Lucy, Palazzi D’Oriente e Donato fino alla sperimentazione tra performance, video e soundscape di Rebecca Salvadori e Ali Demirel. Planeta Sessions è l’occasione per unire - sotto il tema della luna - gli elementi della terra dell’uomo e dello spazio, senza dimenticare di vivere il proprio tempo attraverso una ricerca attenta e consapevole.

In a time where artistic boundaries came to be so thin that they almost disappeared, we wanted to create a journey that is untied from the notion of genre: from the ancestral search of Alfio Antico, who shapes nature to be his instrument, to Marta de Pascalis, Lucy, Palazzi D’Oriente and Donato’s synthesis between analog and digital and Rebecca Salvadori and Ali Demirel’s experimentation between performance, video and soundscape. Planeta Sessions wants to blend under the theme of the moon elements from the earth, from human experience and from space, without neglecting the importance of experiencing our own time through a sharp-eyed and conscious research.

JULY 10TH PREVIEW

ALFIO ANTICO (Live) ANDREA MONTALTO (Djset)

JULY 24TH MAIN EVENT

MARTA DE PASCALIS (Live) LUCY: Moonolog y PALAZZI D’ORIENTE REBECCA SALVADORI (Screening “Empathy”) ALI DEMIREL (Screening) DONATO (Djset)

ELISABETTA MARINO Bubble Bubble, 2020 2x3 cm Rubber


LONTANISSIMA LUNA FARAWAY MOON RADICETERNA CON PLANETA

RADICETERNA WITH PLANETA

Radiceterna è un’organizzazione no-profit che collabora con Planeta allo sviluppo della creatività in tutte le sue forme, incoraggiando il grande pubblico a confrontarsi con le diverse pratiche artistiche contemporanee e con la musica sperimentale, in modo ecosostenibile. Con questo progetto Radiceterna amplia il concetto curatoriale dei suoi progetti espositivi, che idealmente derivano dalla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio (77-79 dC). Nel secondo libro della sua monumentale opera, Plinio descrive la Luna oscillando tra poesia e osservazione scientifica, affascinato da questo satellite in continuo mutamento. Dedicata alla Luna - elemento ancestrale di connessione tra Uomo e Natura, Terra e Cielo - la prima edizione di Planeta Sessions ha l’obiettivo di connettere musica, arte e natura in un’unica esperienza.

Radiceterna is a non-profit organization which collaborates with Planeta in the development of dynamic creativity in all its forms, encouraging the wider public to engage with the broader views opened by contemporary artistic practice and experimental music, in an environmentally sustainable way. With this project, Radiceterna broadens the curatorial exhibition concept, which ideally stems from Pliny the Elder’s Naturalis Historia (77-79 AD). In the second book of his monumental work, Pliny writes about the Moon oscillating between poetry and scientific observation, fascinated by this satellite that changes continuously. Dedicated to the Moon - an ancestral element of connection between Man and Nature, Earth and Sky - the first edition of Planeta Sessions aims at connecting music, art and nature into a single experience.

1 0 L u g l i o - 1 0 Settem bre 2021 Ju l y 1 0 th - Se ptem ber 10 th 2021 Pl a n eta B u on ivini N o to - Ita l y Mostra a cura di Exhibition curated by

Va l en ti n a B rusch i I gn a z i o Mo rtel l aro With

G IU SE PPE A DA M O STE FA N IA ARTUSI OL I B O L ZA NI GO G IU SE PPE BUZZOTTA M A RC O C ASS A R À E D OA R DO DI ONEA C I C CONI I R E N E C O PPOL A M A R A FA B BRO J O SE F LO R ENTI NO G U M MY G UE A D R IA N O LA L I C ATA E LISA B E T TA M A R I NO I G NA Z IO MORTEL L A RO B E N K . VOSS & M I DGE WATTLES Special Moon Projects by

DE SA D OR NA M A R IE L L A I ENNA I L A R IU SSS RO B E RTO INTOR R E STA Z IO N E LOM A X K U B O R AU M BEN K. VOSS & MIDGE WATTLES Imprints, 2018 - ongoing Series of silver gelatin photographs


LONTANISSIMA LUNA testo di Valentina Bruschi

Lontanissima Luna è l’ultimo verso di una poesia inedita1 del barone Lucio Piccolo di Calanovella, poeta “lunare”2 siciliano che ha raccontato anche “L’esequie della luna”3 (1967), sulla scia di Giacomo Leopardi: una favola poetica in bilico tra prosa e teatro che intreccia storia, sogni e visioni intorno ad una fantastica caduta della luna dal cielo, un’opera che si interroga sulla “deflagrazione del mito lunare e sulla posizione dell’arte nel rapporto fra umano ed extraumano”4. Nell’epoca delle nuove esplorazioni nello spazio, seguendo questa traccia, le opere degli artisti in mostra ci offrono una pluralità di sguardi che attestano del fascino perenne che esercita l’unico satellite naturale della Terra, un’entità che rappresenta da sempre “l’altro” nella storia dell’arte e ci offre la possibilità di uno sguardo rovesciato, la terra vista dalla luna. La Luna è simbolo femminile, metafora della fertilità nel mondo contadino, definisce l’idea temporale del mese con le ventotto fasi lunari. Quindi anche il tempo, con il suo evolversi ciclico può essere considerato un soggetto lunare. La Luna ha da sempre ispirato leggende, poesie, arte e musica. Si è creduto che potesse influenzare il nostro umore, i comportamenti e forse anche i destini. Questi valori sono stati interpretati dai racconti mitologici, dove, “La Luna è anche la Dea Bianca originaria del Mediterraneo matrilineare e dell’Europa settentrionale, madre di tutte le cose, come anche di tutti gli dèi, ispiratrice dei poeti, signora della vita e della morte, immagine primordiale della Musa”5. Una delle più antiche rappresentazioni della Luna risale all’età del Bronzo, sul Disco di Nebra, rinvenuto nel 1999 sul monte Mittelberg, in Germania. Con un diametro di 32 cm (circa le dimensioni di un vinile), la lastra in metallo è patinata di un blu-verde e decorata con simboli

1 L. Piccolo, “Plumelia, la seta, il raggio verde e altre poesie”, edizioni Libri Scheiwiller, Milano, 2001, p.67 2 “Questa mia predilezione per l’oscurità, per la penombra, non è, come potrebbe sembrare, un atteggiamento esteriore, risponde ad un’esigenza interna comune a noi siciliani, credo, quasi a contrasto della troppa luce che ci circonda: rifugiarci nell’oscurità di noi stessi è ritrovare quanto abbiamo perduto, esorcizzare il tempo, la morte”: citazione di L. Piccolo al minuto 38’53’’ del documentario di V. Ronsisvalle, “Il favoloso quotidiano” (1967), disponibile online sulle Teche Rai e sul canale YouTube della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella: https://www. youtube.com/watch?v=eaf2fDj7RNQ 3 “L’esequie della luna” è stato pubblicato, la prima volta, su “Nuovi Argomenti”, n.7/8, 1967, e poi riproposto in, L. Piccolo, “L’esequie della luna e altre prose

GUMMY GUE Notturno, 2017 70x50 cm Spray paint on paper

in foglia d’oro che sembrano rappresentare una falce di Luna, il Sole (o forse una luna piena), stelle e altri elementi. Gli studiosi pensano si possa trattare di un orologio astronomico che testimonia come gli uomini abbiano da sempre guardato al cielo per dare un senso alla vita dell’uomo sulla terra. Nel corso del tempo, con il progresso tecnologico, anche la relazione tra gli uomini e la Luna si è modificata. Una rivoluzione avvenuta con Galileo Galilei e la sua invenzione del telescopio, accompagnata dalla pubblicazione dei suoi acquerelli, disegnati e colorati direttamente negli spazi liberi di alcune pagine della prima copia del «Sidereus Nuncius», pubblicato nel 1610: “Mostrano la Luna, e le velature ocra e marroncino spalmate sui crateri rendono viva l’immagine del satellite naturale della Terra. Galileo con il suo cannocchiale aveva, per primo, violato i mari vuoti e polverosi. E il fascino che lo aveva colto scrutando nelle notti padovane lo voleva imprimere sulla carta andando oltre il segno, chiedendo aiuto al colore”6. La complessità della Luna era stata scoperta! La tensione immaginativa che accomuna gli artisti in mostra è legata da un narrare lirico, con cui allacciare e sospendere la singolarità nelle differenze, il mutevole nella durata, di cui è simbolo l’astro lunare. Come per il poeta Lucio Piccolo, anche nelle opere esposte gli elementi naturali, gli oggetti quotidiani, i dettagli minimi, diventano dispositivi dalla forte intensità che generano cariche di sensi e possono suggere stati di attesa del non visibile in un eterno tentativo di dare forme fluttuanti alle essenze segrete dell’universo.

inedite”, a c. di G. Musolino, All’insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller, Milano 1996, pp. 19-49. Sull’opera dello scrittore siciliano, si veda, G. Amoroso, “Lucio Piccolo. Figura d’enigma”, All’insegna del pesce d’oro, Scheiwiller, Milano 1988; Aa.Vv., “Lucio Piccolo. La figura e l’opera”, a c. di N. Tedesco, Pungitopo, Marina di Patti 1990 4 M. Barbaro, “La luna di Lucio Piccolo e i suoi funerali”, in Rivista di Letteratura Italiana, 2012, XXX – 1, Fabrizio Serra editore, Pisa-Roma, p. 109 5 A. Cardamone, “In traccia di luna. Mitologie lunari tra oralità e scrittura”, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2006, p. 33 6 G. Caprara, “Galileo dipinse il volto della Luna”, Corriere della Sera, 27 marzo 2007


FARAWAY MOON text by Valentina Bruschi

Lontanissima Luna is the last verse of an unpublished1 poem by Baron Lucio Piccolo di Calanovella, Sicilian “lunar”2 poet who also wrote “L’esequie della luna”3 (1967), in the wake of Giacomo Leopardi: a poetic fable poised between prose and theatre that intertwines history, dreams and visions around an imaginary fall of the Moon from the sky. A text that questions the “explosion of the lunar myth and the position of art in the relationship between human and extra-human”4. Following this track, in the era of new explorations in space, the works of the artists on show offer us a plurality of visions that attest to the persistent fascination exercised by the only natural satellite of the Earth, an entity that has always represented “the other” in the history of art and offers us the possibility of an inverted gaze, the Earth seen from the Moon. The Moon is a female symbol, a metaphor for fertility in the agricultural realm, it defines the temporal idea of the month with its twentyeight phases. Therefore, also Time, with its cyclical evolution, can be considered a lunar subject. The Moon has always inspired legends, poems, art and music. It was believed that it could affect our moods, behaviours and, perhaps, even fates. These values have been interpreted by mythological tales, where, “The Moon is also the White Goddess native to the matrilineal Mediterranean and Northern Europe, mother of all things, as well as of all gods, inspirer of poets, mistress of life and of death, primordial image of the Muse”5. One of the oldest representations of the Moon dates back to the Bronze Age, on the Disk of Nebra, found in 1999 on Mount Mittelberg, in Germany. With a diameter of 32cm (about the size of a vinyl), the metal plate has blue-green patina and is decorated with gold leaf symbols that appear to represent a crescent Moon, the Sun (or perhaps a full Moon), stars and other elements. Scholars think it may be an astronomical clock

that testifies how men have always looked to the sky to give meaning to human life on Earth. Over time, with technological progress, the relationship between humans and the Moon has also changed. A revolution that took place with Galileo Galilei and his invention of the telescope, accompanied by the publication of his watercolours, drawn and coloured directly on the blank spaces of some pages of the first copy of the “Sidereus Nuncius”, published in 1610: ochre and brownish veils spread on the Moon’s craters bringing the image to life. With his telescope Galileo has been the first one to violate the empty and dusty seas of the Moon. He wanted to record on paper the fascination that had caught him whilst investigating Padua’s sky with the help of colours in order to go beyond drawing”6. The complexity of the Moon had been discovered! The imaginative tension that unites the artists invited for the exhibition links the works through a lyrical narrative thread that ties and suspends singularity in the differences, the ever-changing in duration, of which the Moon is symbol. As for the poet Lucio Piccolo, also in the works on show, the natural elements, the everyday objects, the smallest details, become devices charged with strong intensity that generate different meanings and can suggest a state of expectation of the invisible in an eternal attempt to give fluctuating forms to the secret essence of the universe.

L. Piccolo, “Plumelia, la seta, il raggio verde e altre poesie”, Libri Scheiwiller editions, Milan, 2001, p.67 2 “Questa mia predilezione per l’oscurità, per la penombra, non è, come potrebbe sembrare, un atteggiamento esteriore, risponde ad un’esigenza interna comune a noi siciliani, credo, quasi a contrasto della troppa luce che ci circonda: rifugiarci nell’oscurità di noi stessi è ritrovare quanto abbiamo perduto, esorcizzare il tempo, la morte”: quote from L. Piccolo at minute 38’53’’ of the documentary by V. Ronsisvalle, “Il favoloso quotidiano” (1967), visible on Teche Rai of the YouTube of the Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella: https://www.youtube.com/ watch?v=eaf2fDj7RNQ 3 “L’esequie della luna” was published for the first time in “Nuovi Argomenti”, n. 7/8, 1967, and later in, L. Piccolo, “L’esequie della luna e altre prose inedite”,

edited by G. Musolino, All’insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller, Milan 1996, pp. 19-49. On the works by the sicilian author: G. Amoroso, “Lucio Piccolo. Figura d’enigma”, All’insegna del pesce d’oro, Scheiwiller, Milan 1988; Aa.Vv., “Lucio Piccolo. La figura e l’opera”, a c. di N. Tedesco, Pungitopo, Marina di Patti, 1990 4 M. Barbaro, “La luna di Lucio Piccolo e i suoi funerali”, in Rivista di Letteratura Italiana, 2012, XXX – 1, Fabrizio Serra editore, Pisa-Rome, p. 109 5 A. Cardamone, “In traccia di luna. Mitologie lunari tra oralità e scrittura”, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2006, p. 33 6 G. Caprara, “Galileo dipinse il volto della Luna”, Corriere della Sera, 27 March 2007

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GUMMY GUE Temporale estivo, 2017 70x50 cm Spray paint on paper


Alla Luna

di Lucio Piccolo di Calanovella

Quando così ti sbianchi quasi disfatta incerte parvenze hai d’antichissimi sfocati volti. Forse sgomenti spettri sorpresi all’alba in fuga. Quando t’arrossi torbida sanguigne voglie fermenti e forse hai mari in collera furia di venti cinerini nei cieli gonfi. Fra bianchi abeti senti d’ululato fai specchio il lago e sgorghi nebbia azzurra nel silenzio destandoci fantasmi di memorie e infiniti abbandoni lontanissima luna.


Alla Luna

di Giacomo Leopardi

O graziosa luna, io mi rammento che, or volge l’anno, sovra questo colle io venia pien d’angoscia a rimirarti: e tu pendevi allor su quella selva siccome or fai, che tutta la rischiari. Ma nebuloso e tremulo dal pianto che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci il tuo volto apparìa, che travagliosa era mia vita: ed è, né cangia stile o mia diletta luna. E pur mi giova la ricordanza, e il noverar l’etate del mio dolore. Oh come grato occorre nel tempo giovanil, quando ancor lungo la speme e breve ha la memoria il corso il rimembrar delle passate cose, ancor che triste, e che l’affanno duri!

IGNAZIO MORTELLARO Abolito il Cielo, 2015 Dyptic 50x50 cm each hand etching on glass, iron


ABOLITO IL CIELO HEAVEN ABOLISHED testo di text by Ignazio Mortellaro

Non staccare l’occhio dal telescopio, Sagredo. Quello che stai vedendo è che non esiste differenza tra il cielo e la terra. Oggi è il 10 gennaio 1610. L’umanità scrive nel suo diario: abolito il cielo!1

Keep your eye at the telescope, Sagredo. What you see means that there is no difference between Heaven and Earth. Today is the tenth of January, sixteen hundred and ten. Mankind will write in its journal: Heaven abolished!1

Abolito il cielo. Un sovvertimento del senso comune, dell’usuale interpretazione della natura che costringe a guardare con occhi diversi il mondo conosciuto. È forse questo un passaggio necessario per giungere ad una consapevolezza del proprio equilibrio nell’universo, fatto di forze che si contrappongono e si dispongono a creare la realtà per come la attraversiamo nel quotidiano. Se è abolito il cielo, è abolito il pensiero tolemaico, per demolire una consolidata e obsoleta visione dell’universo. L’uomo è dunque soggetto a leggi di dubbia interpretazione, si muove senza ben poter misurare i propri passi e ha bisogno di nuovi sistemi di riferimento che gli consentano di attestare il proprio ruolo in un progetto in divenire.

Heaven abolished. A subversion of common sense, from the usual interpretation of nature that forces us to look with different eyes at the known world. Perhaps this is a necessary step in order to achieve awareness of one’s balance in the universe, made of opposing forces that arrange themselves to create the reality that we go through daily. If the sky is abolished, also the Ptolemaic school of thought is abolished, in order to demolish a consolidated and obsolete view of the universe. Man is thus subject to laws of ambiguous interpretations. He moves without being able to measure his steps and needs new reference systems that enable him to certify his role in an ongoing project.

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Bertolt Brecht, Vita di Galileo, 1938-39

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Bertolt Brecht, Life of Galileo, 1938-39

Prodotto da | Powered by PLANETA

Mostra | Exhibition LONTANISSIMA LUNA

Progetto di | A project by Kadmonia Radiceterna Arte e Ambiente

A cura di | Curated by Valentina Bruschi Ignazio Mortellaro

ELISABETTA MARINO, Efebo Stellina, 2020, 14x21 cm, serigraphy

Direttore artistico | Artistic Director Germano Centorbi Ignazio Mortellaro Comunicazione visiva | Visual design Ignazio Mortellaro Social Media | Social Media Management Loris de Orlando Assistenti di produzione | Production Assistant Martin Bonanno Elisabetta Carrubba Federico Guarnaccia Clara Sistili Simona Spadoni Mara Russo Logistics Rosario Sorbello

Conceived and curated by

Educational Partner

RADICETERNA

Sostuinability Partners

Ticketing Partner

Technical Partner PRODUCTION

sonos PRODUCTION

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