Patrizia La Fonte: «Maturina fantesca, erede di Leonardo da Vinci», edizioni ikonaLíber

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collana il teatro del mondo



patrizia la fonte maturina fantesca, erede di Leonardo da Vinci

ikonaLĂ­ber


© Edizioni ikonaLíber, 2014 viale Alcyone, 228 • 66023 Francavilla al mare via Lago di Lesina, 15 • 00199 Roma tel. 06 • 86.32.96.53 ikonaliber@ikona.net ikonaliber.com Tutti i diritti riservati. Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore. È vietata ogni duplicazione, anche parziale, se non autorizzata. ISBN: 978-88-97778-21-9 Collana Il teatro del mondo. Progetto grafico e impaginazione: studio Ikona [www.ikona.it] L’immagine di copertina e il “frullatore” a p. 62 sono di Paolo Basile. Le fotografie alle pp. 59-61 sono di Francesco Marioni (Teatro Stanze Segrete, novembre 2012). Testo pubblicato sulla rivista “Ridotto”, febbraio/marzo 2013.




maturina fantesca, erede di leonardo da vinci monologo con intrusioni



Amboise, novembre 15191. In un disimpegno accanto alla cucina, nel maniero di Clos-Lucé, gli scritti e alcuni ritratti su tavola, velati da panni bianchi, attendono di essere consegnati agli eredi di Leonardo, morto il 2 maggio. Maturina, che ha vissuto accanto a lui negli ultimi anni, si è fatta una sua idea delle cose e delle persone, e non manca di dirne ai visitatori, che se pure non son quelli che lei attende, hanno la bontà di non darlo troppo a vedere. Maturina [entra e si ferma] Ecco, i’ lo sapeva, che nessuno mi avrebbe dato l’avviso. O signori, vo’ siete già qui, ed io il tempo e ‘l modo non ebbi nemmen di rassettar la stanza, o di pormi addosso un vestimento adatto… di meglio accomodare gli scritti di messer Lionardo, il mio padrone… [accenna a un baule] Gli scritti per messer Melzi, acciocché li possiate pigliare, acconciarli per il viaggio… Sarà lungo il viaggio, e messer Melzi… Francesco Melzi, il padrone vostro! Ei certo in terra di Milano li vorrà seco portare. Voi siete i mandati a pigliare tutti i fogli per il padrone vostro, il discepolo giovane di… O come 1 VASARI Giorgio, Vite de’ piú eccellenti pittori, scultori e architettori italiani [http://www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_5/t129.pdf ]; PEDRETTI Carlo, Leonardo & io, Mondadori, Milano, 2008; NARDINI Bruno, Vita di Leonardo, Giunti, Firenze, 2004 [http://it.wikipedia.org/wiki/ Leonardo_da_Vinci].


ha da essere in terra di Francia? [cerca le parole] Il vostro padrone… vôtre seigneur, est un disciple de monsieur Lionardo. Vous êtes les envoyés, les facteurs, de monsieur Melzi. Si je parle la langue de Florence, vous me comprenez, moi? Si je parle la langue de Florence… [in fiorentino] Vo’ mi capite, me? Et bien! Et alors! Per tutto si intende la lingua di Fiorenza, ché l’universo oggidí, si sa, di cinque elementi è fatto: aria, acqua, terra, foco e fiorentini. E’ lo dicea papa Bonifacio2 piú di cent’anni fa. Et alors! O non siete voi i mandati da messer Melzi a pigliare li scritti che Lionardo in testamento ne assegnò tutti a lui? No, non le dipinture, no. Che le dipinture ei volle fusser date a messer Caprotti, anco la dama che… [accenna a un quadro velato ma si blocca subito] Vo’ non siete i mandati del Melzi! Allora sarete e’ mandati da messere Jacomo Caprotti, l’altro discepolo, quello piú grande, il pittore… e siete qui per le dipinture. Per tutte, tutte quelle che son qui a Clos-Lucé, e anco quella che… [accenna di nuovo al quadro] ch’io ebbi a tenere da conto, acciocché nessuno avesse a farne spregio, la

2 A Bonifacio VIII è attribuita la frase. Pare la esclamasse il giorno della sua incoronazione, nel 1295, vedendo che gli ambasciatori di parecchi stati erano comunque fiorentini.


dama che… Che poi è uguale ad altra piú giovine3, e’ ne dicono; e a un’altra, e a un’altra ancora che… O son quelle simili a questa, or’ io no ‘l saprei dire. Ma questa, messere Lionardo, sempre la volle seco tenere, e mi fu detto ch’è nel conto de’ beni ch’ei destinava a messer Jacomo Caprotti. È un ritratto della grandezza del vero, in tavola di pioppo, a mezza figura. Volete che ve‘l mostri. [ fa per togliere il panno, si ferma] No, meglio di no, che… io la velai perché… E specie poi se voi non siete quelli ch’io aspettava. Siccome è l’eredità di messere Caprotti, ei non vorrà che si mostri la sua roba ad alcuno4. 3 È quella nota come la Isleworth Monna Lisa, presentata a Ginevra dalla Mona Lisa Foundation. Alcuni esperti e lo storico dell’arte Stanley Feldman fanno riferimento a una citazione del Vasari per affermare che Leonardo avrebbe dipinto due versioni della Monna Lisa: quella del 1503, commissionata da Francesco del Giocondo e forse incompleta; e quella del 1517 realizzata per Giuliano de Medici, che ritrae la stessa persona a distanza di anni, esposta al Louvre [cfr. http://www.museoleonardo.com/ mona-lisa-isleworth]. 4 In un documento notarile del 1525 con l’inventario dei beni lasciati da Gian Giacomo Caprotti ai suoi eredi, scoperto nel 1990, figura un quadro «de una dona aretrata dicto la honda C°» e corretto con «dicto la Joconda», cfr. SHELL J, SIRONI G, Salai and the inventory of his estate, in “Raccolta Vinciana”, 1992. Per alcuni si tratta della Gioconda conservata al Museo del Prado. Altri osservano che la Gioconda descritta dal Vasari come acquistata dal re di Francia non coincide perfettamente con il ritratto esposto al Louvre: da ciò il sospetto che la Gioconda del Louvre possa essere quella lasciata in eredità a Caprotti e da questi poi venduta in Francia. Cfr. ZAPPERI Roberto, Monna Lisa addio, la vera storia della Gioconda, Feltrinelli, Milano, 2012.



ricette di maturina fantesca



Minestra capra e cavoli1 La minestra di Maturina che faceva interrompere a Leonardo anche gli studi di geometria doveva esser servita ben calda. Gli ingredienti, molto semplici, erano tutti assai usati nelle cucine dell’epoca, e l’immaginazione potrebbe non essere andata lontana dal vero. per 2 o 3 persone: 1 piccolo cavolfiore 1 litro di latte di capra 2 tuorli burro parmigiano grattugiato acqua sale e pepe q.b. Tagliate il cavolo a pezzetti, stufatelo piano nel burro (o olio e burro) a fuoco bassissimo. Non deve prendere colore né friggere. Aggiungete quindi mezzo litro d’acqua calda salata e fate andare piano per una ventina di minuti (a seconda del cavolo usato: la verza vuole piú tempo). Fate quindi bollire il latte e unitelo, bollente, alla minestra. Il latte deve essere circa il doppio dell’acqua. Fate alzare di nuovo il bollore, e intanto in una 1 Piatto creato da Patrizia La Fonte con la complicità di Laura Galli, cuoca.



Teatro Stanze Segrete, Roma, novembre 2012.


Teatro Stanze Segrete, Roma, novembre 2012.


Teatro Stanze Segrete, Roma, novembre 2012.


Machina per tritare verdura, opera di discepolo non contemporaneo di Leonardo da Vinci.



Patrizia La Fonte Nata a Bagno a Ripoli, vive a Roma. Diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica S. D’Amico nel 1978 ha affiancato alla lineare attività di attrice quella di autrice, con frequenti incursioni in mondi paralleli, come il teatro di strada, il cabaret, la regia, la formazione. Ha lavorato in teatro, cinema e televisione (Incantesimo). Negli anni ‘90 crea la Sibilla, statua parlante che risponde in rima alle domande. Tra i testi pubblicati e premiati: Punkenstein, (scritto con V. Ciurlo, Premio S. Giovannini ‘84), Bella dentro (rivista “Ridotto”, 2003). Con Maddalena Fallucchi ha scritto Sex, sax ‘n’ love (volume Donne e teatro 2001). Suoi racconti finalisti di concorsi sono pubblicati online. Nel 2009 scrive con F.R. d’Ettorre Caro Millenovecento, da lei diretto e interpretato col Trio Chitarristico di Roma. Nel 2011 interpreta Ellen Dean - Cime tempestose, da lei scritto con T. Sherman che ne cura la regia. www.patrizialafonte.it



Pubblicato da IkonaLĂ­ber nel mese di gennaio 2014. Composto in Scala e Scala sans.




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