Il Mensile della Valdichiana / n. 14 Un fiume grande così

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Il gelato secondo Ezio Biribicchi

Un fiume grande così Contro il rischio alluvioni servono 10 milioni per le opere più urgenti Il passato e il presente di una ex palude periodico di informazione in distribuzione gratuita - n. 14 marzo 2019

Scuole superiori: i dati delle iscrizioni

Carnevale di Foiano Chi vincerà?


Editoriale Questo mese affrontiamo un tema antico, complicato e non molto visibile. No, non vogliamo scoraggiarvi alla lettura, è semplicemente un avvertimento rispetto a quanto troverete nelle prossime pagine. L’inchiesta del mese è dedicata alla sicurezza idraulica e a tutte quelle dinamiche volte a contrastare il pericolo di danni da alluvioni. Abbiamo dedicato molto spazio all’aspetto storico che resta centrale per comprendere la peculiarità della Bonifica della Valdichiana che sta compiendo mezzo millennio dall’ultimo grande passaggio. Risale al 1500 l’inversione del Canale Maestro, chiave di volta di questo lungo processo realizzato grazie anche alle intuizioni di Leonardo da Vinci del quale nel 2019 si festeggia il 500esimo anno dalla morte. Hanno dato il loro contributo per questa importante causa i migliori scienziati del Rinascimento e dell’Illuminismo, oltre all’autore della Gioconda, ci hanno messo del loro Galileo Galilei e l’aretino Vittorio Fossombroni. Tutte le grandi civiltà dagli Etruschi, passando dai Romani, fino allo splen-

Indice dore del secolo dei Lumi, hanno dato il loro contributo alla realizzazione e alla manutenzione della grande bonifica che ci ha restituito terra fertile al posto della palude. Un processo che senza l’intervento costante dell’uomo è destinato a fare marcia indietro. Il pericolo alluvione non è certamente ed esclusivamente connesso con la storia di questa valle, ma anche con gli errori compiuti nell’epoca dell’urbanizzazione se lva g gi a . Purtroppo questo aspetto ha caratteri zzato anche i nostri centri urbani nel Dopoguerra rendendoli vulnerabili e oggi questa criticità è resa ancor più pesante a causa dei cambiamenti climatici che rendono sempre più estremi i fenomeni meteo. Non solo idraulica questo mese, spazio anche gli eventi del momento, sta per terminare il Carnevale di Foiano che decreterà il nuovo vincitore ed è in partenza la nuova grande mostra del Maec dedicata a Ercolano. Qui a fianco vi offriamo un antipasto dell’inchiesta che ci accompagnerà nel prossimo mese, sempre di acqua parleremo, ma di quella da bere o che dovrebbe essere tale.

Buona lettura Massimo Pucci

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4 IL PERSONAGGIO DEL MESE Ezio Biribicchi

6 SCUOLA

Iscrizioni: ecco le scelte per il futuro

7 CASTIGLION FIORENTINO

Al lavoro per la promozione della città

8 FOIANO

Con Montedoglio acqua di qualità e sicura

9 CORTONA

«Sportivo dell’anno»: ecco Giaccherini

10 MARCIANO

La Primavera in Torre è ricca di eventi

12 L’INCHIESTA DEL MESE

Al lavoro per non finire sott’acqua

16 L’EVENTO

Al Maec le meraviglie di Ercolano

17 A TAVOLA

Osti, vini e posti: un tour di cose buone

18 CARNEVALE DI FOIANO

Tutte le curiosità sui carri

20 CICLISMO

Esordienti e allievi di corsa

22 FISCO

Reddito di cittadinanza, via alle domande


Opinioni

Costo dell’acqua, la polemica infinita

Cittadini, commercianti e imprenditori alle prese con i servizi pubblici Buona qualità per tutti, ma sul livello della tariffa non mancano i delusi

La bolletta è bollente, ma i servizi erogati sono all’altezza? L’impressione raccolta ascoltando le risposte degli utenti è stata particolarmente variegata: c’è chi etichetta l’acqua dei nostri rubinetti quale non bevibile, viceversa, c’è chi la qualifica di buon sapore o, ancora, c’è chi addirittura la contrassegna quale poco clorata; c’è chi valuta l’assistenza tecnica sufficiente e particolarmente attiva e invece c’è chi è poco soddisfatto e la ritiene scomoda e quindi insufficiente. Insomma il tema dell’acqua e degli acquedotti continua a dividere: c’è chi definisce il rapporto qualità prezzo accessibile mentre c’è chi lo stigmatizza e lo ritiene esoso. di Luca Amodio Premettendo che siamo entrati da poco a far parte degli utenti, abbiamo notato che i prezzi sono un po’ sopra la media. Il servizio invece è okay

Il servizio è buono, anche in caso di guasti il personale risolve la problematica velocemente. Tuttavia costo effettivamente alto

Reputo nuove acque un ottimo gestore: l’acqua ha un buon gusto anche se poco clorata. Unica pecca il distributore di acqua potabile in zona Coop

Personalmente mi trovo bene, reputo che si tratti di un servizio all’altezza della situazione, anche che il prezzo praticato credo sia equilibrato rispetto alla qualità

Sulla bolletta dell’acqua ho questa opinione: non è tanto il servizio a non esser valido bensì il costo, troppo alto soprattutto per un’attività

Mi trovo bene ormai da sempre, la bolletta che arriva non è mai alta, il prezzo non varia mai di parecchio, all’incirca si paga sempre la stessa cifra

Non mi trovo molto bene: L’acqua che scorre al mio rubinetto non è buona; e gli sportelli sono scomodi perché bisogna andare o a Camucia o ad Arezzo.

Credo che il prezzo dell’acqua non sia molto più esoso rispetto alle altre tasse e alle tariffe dei servizi che colpiscono le famiglie e le imprese, siamo nella media

Trovo che il servizio sia nella norma, senza infamia e senza lode tuttavia i prezzi mi sono sembrati un po’ sopra le righe e non giustificano quanto riceviamo

Rispetto ad altre bollette quella dell’acqua non è fra le peggiori, se confrontata con quella dell’energia è di sicuro migliore e non contiene altri tipi di costi

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Il personaggio

«La mia ricetta per il gelato vintage»

Ezio Biribicchi: tempo, ingredienti e macchine anni ‘50. Ecco la combinazione per ritrovare i sapori veri: come si diventa l’artigiano più apprezzato del web

Lavora a Lucignano il gelatiere che spopola su TripAdvisor

Un mondo di gusto, un mondo di passione. Entrare nel laboratorio di Ezio Biribicchi enfatizza l’olfatto e la vista, dall’altra parte del bancone il piacere tocca il palato, mentre nel dietro le quinte sono le maniere e i gesti del lavoro quotidiano a raccontare come nasce un prodotto di eccellenza. Il gelato di Ezio spadroneggia su TripAdvisor, è suo il punto vendita che da anni si posiziona in testa in un raggio di decine di chilometri e a spingere verso l’alto le quotazione della gelateria «C’era una volta» sono le valutazioni dei clienti, i consensi sono ormai un fatto costante da tre anni a questa parte, segno dell’impegno di questo giovane artigiano. Il laboratorio e il negozio si trovano nel centro storico di Lucigna-

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no, prima negli stessi locali si trovava una storica gelateria, lo Snoopy, ma Biribicchi una volta subentrato, ha creato il suo nuovo marchio e ristrutturato gli ambienti, qualche tempo dopo

ha aperto anche una seconda gelateria a Foiano, che viene approvvigionata quotidianamente da Lucignano. Stiamo per rientrare nella stagione del gelato, le temperature massime si stanno alzando e già a febbraio il meteo ci ha concesso dei pomeriggi con 15 gradi al

sole, le giornate si allungano e torna la voglia del cono o della coppa. Le attività come quelle di Ezio sono ormai uscite dal breve letargo invernale e sono pronte a riprendere la produzione a regime. Già da qualche giorno anche lui ricomincia lavorare gli ingredienti nel suo laboratorio di gelatiere, ci dedica molto tempo Ezio, si prende cura dei particolari, ma senza estremismi, sa che i gusti devono essere di qualità e che per questo obiettivo non bastano ingredienti di eccellenza, ma occorre anche un metodo orientato in questo senso. Ci vuole più tempo, ci vogliono più ore di lavoro nel backstage del banco frigo dove poi vanno a finire i gusti. L’autoproduzione delle basi, la crema fatta usando tuorli


Il personaggio d’uova fresche, il pan di Spagna fatto in casa, la scelta dei prodotti che va fatta conoscendo chi produce quelle materie prime. Ezio Biribicchi, 47 anni, vive a Camucia, ha iniziato a lavorare come rappresentante orafo, un mestiere molto diffuso nel territorio aretino. Dopo alcuni anni di attività è arrivata la decisione di passare al settore della dolciaria industriale. Ezio conosce le tecniche e i fabbricatori di macchinari utilizzati nella produzione in larga scala, fra questi anche gli ideatori del popolare Magnum Algida, uno dei gelati più venuti in Italia. Successivamente l’artigiano aretino inizia a frequentare corsi di formazione di settore e mette a fuoco la differenza fra imparare a produrre con gli ingredienti e gli strumenti forniti da un marchio e imparare a fare il gelato in modo indipendente accettando i necessari compromessi per realizzare un prodotto popolare. Siamo in una piccola cittadina turistica della Valdichiana e il cliente deve potersi orientare, per questo da Ezio si trova la menta di colore verde, anche se la menta artigianale viene bianca. Si trova il gusto crema, quello che non si mangiava da anni e che infatti abbiamo

smesso di scegliere, preferendo alternative modaiole. A proposito dei gusti alla moda, da Ezio è difficile trovarli, al «C’era una volta» va di moda il classico con qualche proposta speciale limitata. Oltre alla crema, grande revival nella vaschetta dell’amarena, dove da Ezio non troverete mai ciliege candite, ma le amarene originali. Altri test che possono essere suggeriti vanno fatti sul fiordilatte, sulla nocciola e sul pistacchio. Questi ultimi due, essendo fra i più costosi e richiesti ingredienti, permettono di valutare il «braccino» del gelatiere, è anche con il loro dosaggio che si gestisce il rendimento dell’impresa. I risultati del lavoro si ascoltano nei racconti dei clienti che aumentano in modo significativo nel periodo estivo. La gelateria è la più recensita su TripAdvisor, con circa 400 valutazioni fa meglio di tutte le realtà ubicate anche in luoghi con maggiori frequentazioni. Il cinque, valutazione massima nel ranking del popolare sito web, è lì impresso da ormai quattro anni con la stragrande maggioranza di valutazioni dal «molto buono» all’«eccellente». Il segreto, di cui peraltro Ezio

non fa mistero, sta là dietro. Nel laboratorio ci sono macchinari che risalgono agli anni ‘50, si tratta di strumenti ricondizionati che mantengono le caratteristiche operative di un tempo. Non stiamo parlando dei frigoriferi e degli strumenti di conservazione degli ingredienti che sono ovviamente ad alta efficienza energetica, ma della gelatiera usata per impastare che ha un ritmo che poi si è perso nei modelli più moderni, orientati alla massimizzazione delle quantità. Il combinato disposto fra strumenti di lavorazione «vintage» e cura nella realizzazione delle basi del con materie prime scelte, permette di ottenere il gelato «come una volta» che non ha l’ambizione di rappresentare il «buono assoluto» perché chi è affezionato ed è abituato a mangiare gelati fatti con prodotti pre lavorati, potrebbe restare perplesso. Una segnalazione la meritano le granite, anche quelle prodotte con ingredienti di qualità, inoltre c’è poi tutto un mondo dedicato alle torte ed ai semifreddi artigianali per i quali servirebbe una pagina dedicata.

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Scuola

Iscrizioni: ecco le scelte per il futuro

Crescono i licei, tengono i professionali, in flessione gli agrari

di Luca Amodio Il dado è tratto. Gli studenti hanno scelto. Da settembre inizieranno un altro percorso, forse il più bello della loro adolescenza: l’epopea alle scuole superiori. Dopo avervi presentato l’offerta formativa degli istituti della nostra amata Valdichiana, adesso è tempo di un primo bilenacio sul numero di iscritti per ciascun istituto e per ciascun indirizzo. Teniamo tuttavia a premettere che quanto riportato di seguito non dovrà essere considerato quale una relazione definitiva: infatti, durante l’estate, sono frequenti le cosiddette «passerelle» ovvero migrazioni degli studenti tra istituti. Dunque, per un’analisi completa sarà necessario tenere a mente anche questa prospettiva in divenire. La prima riflessione che scaturisce dall’andamrento delle scelte degli studenti è l’importanza del trasporto scolastico. Si tratta di una variabile molto pesante nella scelta dei giovani. Decidere di iscriversi in un istituto piuttosto che in un altro, dipende anche dall’accessibilità. Foiano e Capezzine risentono dell’assenza di mezzi di trasporto che sono spalmati soltanto nella mattinata: se si vuole rimanere a fare i compiti dall’amico bisogna scomodare il babbo o la mamma. Rispettando l’ordine del numero precedente, iniziamo dall’Istituto Luca Signorelli. Beatrice Capecchi, presi-

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de della scuola cortonese, si ritiene pienamente soddisfatta: i risultati delle iscrizioni rispecchiano in pieno la media nazionale (55% ai licei; 23% ai tecnici; 13; ai professionali); rispetto l’anno scorso un notevole incremento è stato registrato sia al liceo classico che artistico nonché all’Ite «F. Laparelli»; infine, un piccolo calo (fisiologico in ordine a quanto premesso sopra) si è rilevato nei professionali dove l’utenza si muove più lentamente. In termini numerici il discorso corrisponde ad un incremento di 16 iscritti rispetto l’anno precedente: saranno 116, rispetto ai 100 scorsi, a formare le classi della nuove prime. Angiolo Maccarini, preside dell’Istituto «Giovanni da Castiglione» commenta con toni positivi. Il numero degli iscritti è rimasto praticamente inalterato (da 169 a 167) e, di conseguenza, tutti gli indirizzi sono stati attivati. Inoltre, per quanto riguarda le classi, si ipotizza che venga attivata almeno una classe extra. Sottolineiamo, ancora, che è stata prestata particolare attenzione, in termini di iscrizioni, verso il Professionale ed il Liceo Economico Sociale. Ciò, afferma il dirigente scolastico, non può che far piacere: nel primo caso perché i neodiplomati andranno a soddisfare la richiesta di lavoro in crescita continua in ambito locale; nel secondo, viceversa, in quanto il liceo nacque dall’ultima riforma per soddisfare le nuove esigenze formative. A Foiano della Chiana, l’Istituto «Guido Marcelli» vede confermati i

numeri e le tendenze già evidenziati l’anno scorso seppur con un leggero calo: da 54 a 45 matricole. Specificatamente gli iscritti all’Ipsia, nei due corsi Manutenzione e Assistenza Tecnica, affermano la loro stabilizzazione consacrando quindi la scelta di investire nello studio della meccatronica, della robotica e della domotica e, al contempo, l’attivazione di percorsi sperimentali. Ma non solo: anche la domanda proiettata verso l’industria 4.0 trova una risposta, anzi una conferma, positiva con l’attivazione di una nuova classe all’Istituto Tecnico Economico. Per ultimo, beninteso non per importanza, veniamo all’Istituto «Angelo Vegni», alias Istituto della Capezzine. Probabilmente quest’ultimo rappresenta la scuola superiore più soggetta alle anzidette «passerelle». Per gli istituti di questo tipo è prassi che il numero degli iscritti non coincida con quello effettivo ad inizio anno scolastico, gerelamente più consistente. Venendo ai dati dei tre indirizzi (Tecnico Agrario; Professionale per servizi agricoltura e sviluppo rurale; Professionale dei servizi per l’enogastronomia), si evince un calo degli iscritti rispetto l’anno precedente che, al momento, si andrebbe a tradurre nella formazione di un’unica classe per l’anno scolastico avvenire all’Agrario. Complessivamente al Vegni si sono iscritti 14 alunni in meno, da 65 a 51. Infine sottolineiamo anche un esodo sopratutto verso la zona aretina.


Castiglion F.no

Al lavoro per la promozione della città Il 2019 nella programmazione del Comune: ogni weekend un evento

Arte, cultura, spettacoli, musica, teatro e sport. Sono questi gli ingredienti del cartellone eventi 2019. Sarà l’anno dei festival: Flash Festival nel mese di maggio, la novità assoluta che ha avuto il suo lancio a Londra, Castiglioni Live Festival, nel mese di luglio il cinema 2.0, un gradito ritorno nel mese di agosto del Vintage Festival e per chiudere poi con il festival degli artisti di strada di Circù, a settembre. Ma sarà l’anno anche dello sport declinato in tutte le sue sfaccettature a partire da questo mese con la «Gibostorica», la ciclostorica itinerante ideata da Gilberto Simoni (vincitore di due Giri d’Italia nel 2001 e nel 2003) che fa tappa nei luoghi più suggestivi d’Italia e che sarà ospitata, come detto, il 2 e 3 marzo nel territorio di Castiglion Fiorentino. Sempre a marzo si terrà la nona edizione del rally storico delle Vallate Aretine, ad aprile il «Raduno Toyota Ibride» dove ambiente e tecnologia si sposano in un unico evento, il Trail Valli Etrusche, il 13 e 14 aprile l’Ultramarathon Granduca e dopo 15 giorni a tutto gas con il raduno dedicato al compianto Fabrizio Meoni.

Di grande rilievo, infine, la «Transitalia Marathon» che ha scelto Castiglion Fiorentino per l’ultima tappa, iniziativa a sostegno della Fondazione Fabrizio Meoni. Ma sarà l’anno anche del Fair Play con la vittoria del bando europeo che prevede una tavola rotonda sui temi del Fair Play la fine del mese di marzo e l’evento Premio Fair Play Menarini in programma a luglio. Il 2019 sarà caratterizzato anche da eventi che esaltano i prodotti enogastronomici. Il primo appuntamento è in calendario la fine di marzo quando Castiglion Fiorentino ospiterà la prima

tappa italiana del «Giro Olio», si prosegue con «Castiglioni in Tavola», il 14 maggio, quando i ristoratori castiglionesi, nel suggestivo Chiostro di San Francesco, daranno prova del loro sapere preparando piatti della tradizione. Tanti eventi, quindi, previsti quasi ogni fine settimana «proprio per rendere la città di Castiglion Fiorentino attrattiva durante tutto l’anno» dichiara l’assessore alla Promozione Turistica Devis Milighetti che punta sulla «destagionalizzazione per promuo-

vere il territorio e dare la possibilità al tessuto ricettivo-turistico d’incentivare la propria attività. L’idea è quella di spalmare il flusso turistico ogni settimana rendendo così la nostra cittadina sempre vitale» precisa l’assessore Milighetti. Tante, dunque, le conferme, molte le novità e tra queste anche dei piccoli ritorni al passato. Come il taglio del nastro del Maggio Castiglionese che quest’anno è previsto, come agli esordi, il primo maggio. Tra le conferme anche tutti gli eventi organizzati in collaborazione con i Rioni, con le associazioni ed attività produttive che caratterizzano da sempre le attività di Castiglion Fiorentino. Quindi: Palio dei Rioni con tutti gli appuntamenti storico-folkloristici che caratterizzano i mesi di maggio e giugno che quest’anno saranno anticipati da un evento in programma il mese di marzo al quale sono invitati tutti i referenti dei Palii d’Italia per discutere di sicurezza e promozione. Un posto di rilievo anche le celebrazioni per il Santo Patrono San Michele, 8 maggio. «Quello che abbiamo presentato è frutto di un lungo e certosino lavoro da sempre considerato fondamentale per condividere, pianificare e promuovere il nostro territorio. Tutto questo è a disposizione di chi sceglie Castiglion Fiorentino per promuovere il proprio evento senza dannose sovrapposizioni. Gli eventi avranno come location non solo il centro storico proprio per legare ancor di più le caratteristiche territoriali al patrimonio storico-artistico che ci circonda» conclude il sindaco Agnelli.

Una nuova sala per il cinema aperta a tutti È considerata la settimana arte, nome scelto semplicemente perché fu l’ultima ad essere inventata tra le forme artistiche e di spettacolo, quella che, forse, ha affascinato più persone ed ha permesso ad un vasto pubblico anche di sognare ad occhi aperti. Il cinema, la cinematografia entra a palazzo Pretorio con il «Cantiere 7 – CineSpazio», uno spazio nuovo, che diventerà uno spazio autogestito, dove verranno proiettate delle pellicole «con l’intento, oltre che di divertirsi, anche di agevolare approfondimenti e favorire riflessioni sui disparati temi anche di stretta attua-

lità» dichiara l’assessore alla Cultura, Massimiliano Lachi. Continua, così, il percorso iniziato un paio di anni fa nel mondo della celluloide. La cinematografia è uno dei più grandi fenomeni sociali, mediatici e culturali di fine XIX secolo. «Chiamando questo spazio ‘cantiere’ vogliamo rendere questo luogo dinamico, aperto a tutti, a progetti interdisciplinari e percorsi di formazione culturale che potranno interagire con le realtà presenti a Castiglion Fiorentino e non solo. Uno spazio libero, un cantiere aperto alle idee e alla progettualità» conclude l’assessore Lachi. il mensile della valdichiana - n. 14 marzo 2019

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Foiano

Con Montedoglio acqua di qualità e sicura

«Si tratta di una rivoluzione epocale». Cosi ha definito il Sindaco Francesco Sonnati il progetto di Nuove Acque che ha permesso l’approvvigionamento a tutto il territorio di Foiano dell’acqua di Montedoglio. L’adduzione di acqua dall’invaso tiberino che coprirà tutte le utenze,

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domestiche e non domestiche, ha prima raggiunto Pozzo della Chiana nel 2016, poi il capoluogo dall’estate del 2018 e infine, da Gennaio di quest’anno, è attiva in tutto il restante territorio comunale. Insomma, oggi a Foiano della Chiana, dopo la chiusura degli ultimi pozzi liberi,

possiamo affermare che l’acqua proviene al 100% da Montedoglio. I benefici di questa «nuova» acqua sono noti: intanto le caratteristiche organolettiche di altissima qualità e durezza limitata, a cui si aggiungono ulteriori vantaggi per cittadini e imprese come la possibilità di non comprare più acqua da bere utilizzando quella di casa, il risparmio in termini economici, la maggiore tutela dell’ambiente, grazie alla diminuzione degli imballaggi in plastica, e poi elettrodomestici più duraturi e eliminazione dei vari addolcitori per acqua. Senza dimenticare infine la completa soppressione del rischio idrico nei mesi estivi per tutto il territorio foianese. Grazie a questo progetto sarà inoltre possibile eseguire ampliamenti dell’acquedotto verso quelle zone di Foiano dove ancora non arriva la conduttura. Il primo progetto già finanziato anche con fondi comunali e in corso d’opera sarà l’allungamento dell’acquedotto di Via di Arezzo, mentre nel 2020 verranno realizzati altri progetti di questa tipologia.


Lucignano

Viabilità e strade: ecco gli investimenti A fronte dell’assegnazione del contributo per la messa in sicurezza di strade, edifici e scuole del territorio comunale previsto con manovra finanziaria che assegna al Comune di Lucignano uno stanziamento pari ad euro 50 mila si comunica che è intenzione del Comune impiegare tale investimento nella messa in sicurezza delle strade comunali, più precisamente, nelle risoluzione delle criticità interessanti l’assetto viario principale di scorrimento veicolare nelle assi Siena-Arezzo e Siena-Cortona. Si prevede di intervenire nella attuale Via della Repubblica (porzione dell’ex Sp 28 divenuta strada comunale all’interno del centro abitato) punto notevolmente interessato sia dal flusso veicolare locale leggero che da quello pesante che da quello pedonale essendo la zona densamente abitata ed in prossimità del centro storico e nel nodo Arezzo-Siena (nell’intersezione già controllata da impianto a lettura red semaforico) fra la ex SP 19 dei Procacci, via fonte Lari, via Prato e via Mazzini punto di maggior afflusso veicolare del territorio interessato da notevoli deformazioni dovute al

traffico pesante. La tratta interessante via della Repubblica (dalla Torre del Picconi, Porta San Giovanni, fino al Convento dei Cappuccini) è attualmente sprovvista di marciapiede pedonale, interessata da numerosi attraversamenti pedonali. Il manto di usura è notevolmente compromesso in molte aree in quanto di vecchia

posa ed alla fine delle prestazioni meccaniche. Su di essa negli anni sono state fatte numerose alterazioni e ripristini dovute alla posa di nuovi allacciamenti, riparazioni e formazioni di buche. Gli interventi di manutenzione ordinaria non risultano più

efficaci nella risoluzione delle criticità. L’intervento prevede la messa in sicurezza della tratta mediante la creazione di una striscia pedonale sul lato illuminato dalla pubblica illuminazione, la formazione di una serie di dossi provvisti di attraversamento pedonale a gestione del flusso veicolare ed il ripristino del manto stradale ormai troppo compromesso per essere risolto con interventi ordinari o puntuali. Gli interventi previsti nel nodo Arezzo-Siena (fra la ex Sp 19 dei Procacci, via fonte Lari, via Prato e via Mazzini) prevede di risolvere le deformazioni del manto stradale sia in banchina che in mezzeria riportando la dimensione della sede stradale alle corrette misure mediante rimozione delle deformazioni causate da radici e dalla deformazione dovuta ai mezzi pesanti. Contestualmente al ripristino del rilevato stradale verrà effettuata la posa del nuovo tappeto di usura. A corredo dell’intervento è previsto il ripristino e l’implemento della segnaletica orizzontale e verticale ai fini dell’incremento delle condizioni di sicurezza per gli utenti della strada.

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Cortona

«Sportivo dell’anno»: ecco Giaccherini Bernardini: «Così valorizziamo le nostre associazioni locali»

convinto che, anche quest’anno, il Premio ci farà amare tanti atleti giovani e meno giovani tutti animati da passione sportiva e senso di appartenenza alla comunità solidale quale è Cortona. Come ogni anno ci sarà anche un campione dello sport a fare da

E’ tra gli appuntamenti più attesi per il mondo dell’associazionismo sportivo cortonese. Domenica 24 marzo è in programma la V edizione del Premio Sportivo dell’anno di Cortona. Nato nel 2015 il premio ha l’obiettivo, come ricorda anche lo stesso ideatore dell’iniziativa l’assessore allo sport cortonese Andrea Bernardini, quello di valorizzare i talenti e il bel tessuto di società sportive del

territorio senza dimenticare i risvolti sociali che lo sport riesce a portare con sé. Il Comune di Cortona, prosegue Bernardini, ha un patrimonio incredibile di associazioni sportive che raggiungono spesso risultati straordinari. La nostra volontà è quella di dare visibilità e riconoscimento a questo lavoro, spesso oscuro. Negli anni passati abbiamo scoperto tanti nuovi campioni che oggi sono beniamini di tutti. Sono

padrino dell’iniziativa. Quest’anno toccherà per la prima volta ad un calciatore: Emanuele Giaccherini, attualmente in forza al Chievo Verona, ma con alle spalle esperienze di altissimo livello in Italia con la Juventus, il Napoli, il Bologna con la stessa Nazionale ed in Inghilterra con il Sunderland. La macchina delle votazioni partirà a breve. In questi giorni si stanno definendo le candidature delle due sezioni, quella di sportivo dell’anno e per il premio sport e solidarietà.

Qui da tutto il mondo per matrimoni da sogno La Toscana è la regina del mercato del destination wedding in Italia con una quota pari al 30,9% e Cortona è seconda solo a Firenze. Solo negli ultimi quattro anni gli arrivi legati a questo fenomeno sono cresciuti del +42,2% mentre le presenze del +34,8%, una spesa media ad evento di quasi 60 mila euro e un fatturato totale di oltre 160 milioni. Gli arrivi stimati nella regione sono stati 134 mila e 546 mila le presenze. «A Cortona, dichiara il Sindaco Francesca Basanieri, negli ultimi tre anni sono stati celebrati 550 matrimoni, di questi 310 di stranieri. I nostri mercati di riferimento sono la Gran Bretagna, gli USA e la Norvegia con una crescita della Polonia e dei paesi Baltici. Come Amministrazione abbiamo fin dal 2015 un regolamento, le location individuate sono due la Sala del Consiglio Comuna-

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le, che come abbiamo visto dall’indagine del Centro Studi Turistici è ricercatissima, e la Fortezza del Girifalco. Il nostro regolamento definisce anche i costi (800 euro per i non residenti) e le opportunità (gratuito quando i due sposi sono entrambi cortonesi). Abbiamo anche un ufficio preposto ubicato in via Roma all’interno dell’Ufficio Anagrafe (tel 0575 637289).

Per il 2019 la tendenza indica un’ulteriore crescita dei matrimoni di stranieri a Cortona, con valori intorno al 4/5%, in particolare ci attendiamo una crescita dei mercati extraeuropei, Inoltre il matrimonio non si limita più solo alla cerimonia ma prosegue per più giorni in quello che diventa un vero e proprio viaggio alla scoperta del territorio toscano.


Marciano

La primavera in Torre è ricca di eventi Dopo il grande successo ottenuto dalla rassegna organizzata nel periodo natalizio dall’Amministrazione Comunale, proseguono anche in primavera le attività e gli eventi all’interno della Torre di Marciano. Scopo principale del Comune è quello di tenere viva, pressoché tutto l’anno, una struttura polifunzionale dalle grandi potenzialità attrattive. Una delle prime attività previste all’interno della sala Leonardo da Vinci della rocca è il corso base di fotografia organizzato e curato dal fotoclub «Il Fanfulla», dal 7 marzo al 4 aprile (ogni giovedì alle 21.15) con lezioni teoriche e uscite pratiche. A fine corso sarà allestita una piccola mostra per esporre i lavori fatti dagli aspiranti fotografi, sempre all’interno della Torre. L’Amministrazione Comunale ha anche in programma l’organizzazione di un ciclo di incontri con gli autori e presentazioni di libri. Il primo di questi incontri, già programmato per domenica 3 marzo alle ore 17, in occasione della Giornata Internazio-

nale delle Donne, vede la presentazione del libro «Madri di cristallo» di Daniela Faragli: oltre alla presenza dell’autrice, l’evento prevede la partecipazione del Professor Claudio Santori e della compagnia teatrale «I Pronipoti di Fanfulla», con l’interpretazione di alcune poesie tratta dal suddetto libro. Oltre a questo primo incontro

con l’autore, ne sono previsti altri per tutto il mese di marzo, ogni domenica pomeriggio. Nel fine settimana del 9 e 10 marzo, sempre presso la Torre, si svolgerà il primo corso del «Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile», a cura della Pubblica Assistenza Regiona-

le (Anpas), organizzato dal Comune insieme alla collaborazione dell’Avis di Marciano e della Pubblica Assistenza di Foiano. Domenica 14 aprile, verrà inaugurata la mostra itinerante a cura dell’Associazione Culturale Scannagallo, in collaborazione con la Regione Toscana e l’Archivio di Stato di Siena, che proporrà un percorso tra abiti d’epoca, armi, documenti storici originali e biccherne. Un’esposizione per celebrare una doppia ricorrenza per la storia della Toscana: i 500 anni dalla nascita di Cosimo I dei Medici, Granduca di Toscana, e i 460 anni dalla Pace di Cateau Cambrésis. Per quanto riguarda la musica e il teatro, sono previsti prossimamente spettacoli teatrali a cura delle Compagnie di Marciano e di Cesa e un concerto tributo a Fabrizio De André, a venti anni dalla scomparsa. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti sugli eventi e le attività in programma, vi invitiamo a visitare il sito del Comune di Marciano e la pagina Facebook.

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Inchiesta

Al lavoro per non finire sott’acqua Secoli di dibattiti su come orientare il Canale Maestro della Chiana La manutenzione costante è l’unica ricetta per scongiurare il pericolo

Ecco gli interventi fatti e quelli ancora da realizzare Siamo al sicuro contro le alluvioni? Siamo in grado di fronteggiare un meteo sempre più estremo? La risposta è no, perché il nostro sistema urbano è cresciuto in modo incontrollato e i sistemi idraulici sono in larga parte dimensionati per il periodo in cui «c’erano le mezze stagioni». Non resta che correre ai ripari e cercare soluzioni che possano arginare quanto più possibile i problemi. Inoltre dobbiamo fare i conti con il nostro passato, perché una volta la Valdichiana era una palude. Serve mettere in primo piano la manutenzione e il rispetto del territorio, con una particolare attenzione per la questione agricola. Inoltre serve imparare a difendersi in caso di emergenza e ad evitare di commettere errori che possono costare la vita.

È la cronaca recente a raccontarci quali sono le aree dove si verificano i danni maggiori per la popolazione e per l’agricoltura. Fortunatamente dalle nostre parti non si registrano episodi drammatici come accaduto in altre zone della Toscana, fra queste la tragedia di Livorno nella notte fra il 9 e il 10 settembre del 2017, costata la vita a nove persone. No, per fortuna in Valdichiana non si sono verificate situazioni come quella della città labronica, il nostro territorio paga un conto meno salato, ma un conto ricorrente costituito da danni alle cose e da innumerevoli disagi. Basta menzionare Castiglion Fiorentino, dove il Boscatello è finito sott’acqua nel giugno del 2016 e un altro grave

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episodio due anni dopo a Terontola, con la cittadina cortonese colpita da una bomba d’acqua, ma poi ci sono le ricorrenti criticità della aree urbane di Camucia nei pressi della ferrovia e de La Nave di Castiglion Fiorentino, dove il reticolo idraulico è fragile e spesso ha comportato problemi alle abitazioni. Ecco i «nemici» da tenere d’occhio: in primo luogo c’è il meteo con fenomeni sempre più intensi, le serie storiche non indicano una crescita dei millimetri di pioggia annuali, ma una loro concentrazione temporale: piove molto forte in brevi periodi. L’altro aspetto, molto più tecnico, è la diminuzione dei tempi di corrivazione. In altre parole, l’alterazione

del reticolo superficiale comporta un aumento della velocità con cui ciascuna goccia d’acqua finisce nelle fognature, nei fossi e quindi nei torrenti. La presenza di un numero inferiore di fossati, l’uso di sostanze in agricoltura che rendono meno permeabile il suolo, generano ondate di piena più forti. A rendere questa circostanza un problema attuale sono i processi di urbanizzazione, più cemento e meno terreni in grado di assorbire e anche il tipo di lavorazione agricola. Con i mezzi meccanici infatti si lavora non solo in modo orizzontale (modalità girapoggio), ma in verticale (modalità aritocchino) il che comporta maggiore erosione e produce deflussi più consistenti.


Una Bonifica millenaria: passato e presente di un’opera in evoluzione

Duemila anni fa c’era una palude con un fiume che scorreva verso Roma. La Chiana un tempo si immetteva ad Orvieto nel Paglia che è uno degli affluenti del Tevere. Oggi invece il Canale maestro sfocia nell’Arno e tutto intorno c’è una valle che fa dell’agricoltura il proprio motore. Prima i romani, prima ancora a dire il vero anche gli etruschi, ma soprattutto i geni dell’ingegneria del Rinascimento e dell’Illuminismo, si sono dedicati alla bonifica della Valdichiana. Tutto quello che vediamo oggi è un paesaggio artificiale, profondamente modificato dall’uomo attraverso interventi straordinari e ripetute manutenzioni in assenza delle quali è destinato a ritornare progressivamente una palude. Nel corso dei secoli l’importanza di bonificare e ottenere terra fertile è stata una prerogativa delle civiltà più evolute, ci sono state anche parentesi di abbandono, corrispondenti al periodo del medioevo e all’epoca dei longobardi, ma poi le istituzioni toscane dei Medici, dei Lorena e pure le autorità napoleoniche durante il loro dominio, hanno sempre cercato di renderla una terra coltivabile. Sulla storia di questa millenaria bonifica si potrebbero scrivere libri e attualmente l’idea sta ronzando in testa all’ingegner Remo Chiarini. È suo uno dei più importanti studi associati che si occupano di questioni idrauliche complesse, l’ingegnere aretino è anche un grande appassionato di storia ed ha già realizzato mostre ed eventi pubblici dedicati ad illustrare l’affascinante questione della bonifica. La narrazione di questa opera in evoluzione parte dalla relazione di Tacito al Senato romano dopo una drammatica alluvione che colpì Roma. In questo documento, insieme a tutta una serie di misure atte a scongiurare altri episodi simili, già si evidenziava l’opportunità di invertire la rotta della Chiana. La relazione di Tacito ebbe una fronda oppositrice composta anche dai fiorentini che non volevano altra acqua rispetto a quella che già comportava gravi alluvioni nel bacino dell’Arno. In questa sede dobbiamo compiere delle semplificazioni che lo storico difficilmente ci perdonerà, ma quello che importa per il nocciolo della questione è che la morfologia

del territorio e degli affluenti della Chiana è in prima battuta ancora quella del fiume che scorreva verso Roma. Solo gli interventi di fondovalle, la costituzione degli allaccianti e le canalizzazioni successivamente realizzate sono orientate verso l’Arno. Su quale potesse essere il metodo giusto per bonificare la vallata si sono impegnati illustri geni, alcuni molto scettici come Galileo Galilei, altri tremendamente pragmatici come Leonardo da Vinci, che di fatto è l’inventore della tecnica di bonifica per colmata che poi venne adottata dai Lorena. La tecnica consisteva nell’innalzare la pendenza derivando corsi d’acqua in appezzamenti di terreno chiusi, facendo sedimentare la terra trasportata durante i fenomeni piovosi al suolo, per poi liberare l’acqua contenuta. Un grande tributo al successo di questa opera si deve a Vittorio Fossombroni che grazie all’ingegno di Alessandro Manetti accelerò l’opera di bonifica utilizzando anche il metodo per essiccamento con la realizzazioni di canali di scolo. Sono i Lorena a ideare uno dei primi contratti con gli «enti locali» del tempo, il patto prevedeva per loro il diritto reale di proprietà delle aree bonificate e l’invito a coltivarle per poi trattenere una parte del grano raccolto. La politica fiorentina infatti non si impegnò alla bonifica per spirito di solidarietà, ma perché dalla Valdichiana arrivava il pane che gli era necessario. Tuttavia, la promessa fatta da Ferdinando III, di cui ci resta una statua a piaggia del Murello ad Arezzo, non venne mai mantenuta e il grano continuavano a prenderselo tutto i fiorentini alla faccia dei nostri Comuni. Insomma, la storia del primo «Consorzio di Bonifica» ai tempi del Granduca è partita assai male. In buona sostanza, il dibattito su chi si dovrebbe prendere l’acqua della Valdichiana fra Roma e Firenze, è stato per lunghi secoli motivo di tensioni e anche l’alluvione del 1966 ha rappresentato un momento di critica sulla scelta di deviare a nord. Fra le peculiarità di questo nostro territorio c’è quella morfologica, è un’area aperta su due fronti, non c’è una «testa» della valle e quindi quanto accaduto fra il 1300, periodo di inizio dello scavo del canale e 1500 circa, sua inversione, è stata una decisione tecnica ma anche profondamente politica.

Una mappa della valle risalente al 1500

Santa Croce, Firenze Tomba Fossombroni

Uno dei sistemi idraulici alla colmata di Brolio

L’ingegnere idraulico Remo Chiarini il mensile della valdichiana - n. 14 marzo 2019

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Inchiesta Argini puliti e tirati a lucido Ecco la lista delle cose da fare

È sotto gli occhi di tutti come l’opera di pulitura dei canali e dei torrenti sia stata molto visibile, i lavori condotti dal Consorzio di bonifica sono stati efficaci ed hanno anche il loro lato estetico. L’ente presieduto da Paolo Tamburini fa un elenco degli interventi prioritari da eseguire per i quali occorrono almeno 10 milioni di euro. Si tratta del consolidamento e ringrosso dell’argine destro dei torrenti Vingone e Cilone nel comune di Castiglion Fiorentino, 350 mila euro, che è già al livello di progettazione esecutiva. Le richieste sono già state incluse nel Dods (Documento operativo difesa del suolo). Qui compare anche la sistemazione del fosso di Collesecco sempre nel comune di Castiglion Fiorentino, 300 mila euro, la sistemazione del Rio di Cozzano e del Rio di Vitiano nei comuni di Arezzo e Castiglion Fiorentino, la sistemazione del Rio di Policiano ad Arezzo, valutata un milione e mezzo di euro e l’intervento sul Rio Cese sull’abitato di Terontola, un milione di euro. Mezzo milione di euro invece sarebbe necessario per realizzare il ripristino delle sezioni d’alveo e il recupero delle funzioni di deflusso del canale di bonifica Reglia dei Mulini a Camucia. Un ulteriore intervento ipotizzato riguarda il ripristino della sezione idraulica del fosso di Reggiaio nel comune di Lucignano. Questa prima parte delle priorità ammonta a oltre 6,2 milioni, ma non finisce qui perché c’è anche l’elenco di interventi rimasti in attesa di risorse: si tratta di poco meno di 2,7 milioni di lavori già in agenda nel 2015. Le principali criticità del rischio idrau-

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lico recentemente sono avvenute in piccoli corsi d’acqua che si trasformano in fiumi in piena con rottura degli argini o con esondazioni, come per l’appunto avvenuto a Livorno dove ad allagare la città sono stati due rii. Quei corsi d’acqua si sono rapidamente gonfiati proprio per il problema della velocità di corrivazione. I torrenti quindi devono essere dotati di argini forti e puliti, la vegetazione deve essere rimossa perché può comportare difficoltà al deflusso delle acque, ma poi occorre verificare anche la robustezza delle sponde di torrenti e canali. Spesso infatti ci sono specie animali che realizzano cavità dove rifugiarsi e riprodursi,

sono questi elementi che finiscono per indebolire le strutture e comportare possibili strappi e quindi inondazioni dei terreni e degli abitati circostanti. Le nutrie sono una delle specie animali che realizza la propria «casa» direttamente negli argini, questo animale scava dei tunnel e compie un processo di erosione interna dell’argine finendo per comprometterlo. Per reggere alle piene sempre più anomale c’è bisogno di realizzare delle vasche di compensazione che possano rallentare il deflusso delle acque che altrimenti scenderebbero a valle in modo impetuoso finendo per creare un fronte di piena impossibile da gestire. Ma non è finita qui perché per rallentare la corrivazione occorre anche che i piccoli fossi dei campi vengano manutenuti. Se lasciati in stato di abbandono possono indebolire la difesa del suolo, il compito di monitorare questo compito, che spetta ai singoli proprietari terrieri, è delle amministrazioni comunali che in qualche caso sono state costrette a rispolverare ordinanze ormai datate per elevare sanzioni a chi trascurava questo lavoro. Nella gestione delle criticità è fondamentale attenersi alle pratiche dettate dalla protezione civile, la consulta provinciale del volontariato, i gruppi comunali, le associazioni di volonta-


riato sono parti attive del movimento civile che nasce per difesa dalle emergenze causate dalle calamità naturali. Ciascun Comune del territorio ha un piano dedicato alla gestione delle situazioni di crisi, i cittadini sono tenuti a conoscere le regole di base e come ci si deve comportare in caso di allerta meteo e durante le emergenze. I sistemi di messaggistica istantanea su telefoni cellulare e smartphone rappresentano uno strumento importante per l’informazione alla popolazione. Periodicamente i gruppi di protezione civile organizzano delle assemblee per presentare i piani di sicurezza.

«Fognature a metà» il connubio fra i Comuni e il gestore idrico

Sono quattro gli enti a cui compete la responsabilità del rischio idraulico, c’è il Consorzio di bonifica, c’è la Regione attraverso il Genio civile e ci sono i Comuni a cui spetta la gestione delle fognature per la parte delle acque meteoriche, mentre tutta la parte delle acque nere spetta ai gestori, come nel caso della Valdichiana aretina a Nuove Acque. Relativamente alle fognature c’è da osservare un fatto che possiamo considerare consolidato. È difficile ottenere visibilità per interventi di questo tipo. In foto rende molto meglio l’inaugurazione di un ponte, piuttosto che quella dell’ampliamento di un collettore fognario. La «spendibilità pubblica» dei lavori fatti nel sottosuolo è davvero bassa. Si tratta di una caratteristica che incidere sulle scelte politiche e sulle priorità degli investimenti. Asfaltature, nuove strade, illuminazione pubblica e tutti gli interventi visibili hanno un maggiore appeal degli interventi sugli scarichi. Come spiegano gli ingegneri di Nuove Acque, Omar Milighetti e Mirco Bernardini, nei 1700 km di rete fognaria solo il 20% è stato realizzato prevedendo la separazione fra acque nere, quelle che sono di competenza dei gestori e acque meteoriche che riguardano i Comuni. La realizzazione di un sistema fognario in parallelo non è semplicemente un fatto che serve a rispecchiare i livelli di competenza, ma serve a prevenire i problemi. Mentre la parte delle acque nere, gli scarichi delle civili abitazioni, è costante, l’altra parte invece risente dei problemi dei torrenti e dei

corsi d’acqua di cui vi parlavamo nel paragrafo precedente. Una «bomba d’acqua» dovrebbe essere gestita con un sistema fognario dedicato solo alla raccolta delle acque meteoriche, in modo da salvaguardare gli abitati e le funzionalità dei depuratori. Se solo il 20% delle fognature è separato, allora si capisce come ci sia ancora molto da fare su questo fronte. Il gestore idrico ha realizzato 60 chilometri di nuove reti fognarie, fra gli interventi su questo fronte c’è da annoverare quello che ha interessato la zona del Boscatello di Castiglion Fiorentino. Qui a seguito di un’intensa precipitazione si sono verificati danni a causa della elevata pressione dell’acqua nelle condutture di scolo. Una forza talmente elevata che anche la rotonda di fresca realizzazione ha riportato dei danni, come altri problemi ci sono stati per le abitazioni e le attività della zona. Dopo quella «bomba d’acqua», giugno 2016, fortunatamente ancora non si è verificato un altro evento che possa testare il sistema. Questo lavoro è stato uno dei primi che ha visto la collaborazione di due enti, come prevedono le linee guida dell’Autorità idrica toscana, quando i Comuni e i gestori idrici intervengono nelle fognature miste, i lavori devono essere sostenuti in maggior quota (circa il 70%) dagli enti locali. Altro intervento da segnalare è stata la realizzazione della nuova tubazione per la raccolta delle acque reflue, in questo caso oltre che le acque meteoriche, gli scarichi civili, anche quelli industriali, che da Foiano zona La Pace si innesta al depuratore di Bettolle. Altro lavoro impegnativo è quello che riguarda il sistema fognario di Camucia. È stato il Comune di Cortona a commissionare lo studio dei lavori da eseguire, come spiega l’ingegner Remo Chiarini, il cui studio è risultato incaricato di svolgere queso lavoro, l’attività vedrà l’uso di tecniche di idrometria per la rilevazione delle piene possibili. Una volta stabilito questo parametro si passerà a indicare il nuovo dimensionamento di fognature e canali anche se appare scontato che un intervento dovrà riguardare la reglia dei Mulini, il canale che raccoglie tutti questi scarichi, che va messo in condizione di gestire portate maggiori, con opere di laminazione delle piene o casse di espansione.

Cantiere ampliamento rete fognaria Boscatello

Gli interventi sugli argini eseguiti dal Consorzio

Gli allagamenti del giugno 2018 a Terontola

Le alluvioni comportano danni all’agricoltura il mensile della valdichiana - n. 14 marzo 2019

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L’evento

Al Maec le meraviglie di Ercolano Dopo le presentazioni a Firenze e Bruxelles, parte il grande evento «1738. La scoperta di Ercolano. Marcello Venuti: politica e cultura fra Napoli e Cortona» è il titolo del progetto espositivo che rientra in un più ampio disegno scientifico che ha come protagonisti l’Accademia Etrusca di Cortona, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli-Mann, la Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca di Cortona, il Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona-MAEC e il Comune di Cortona, con il sostegno della Banca Popolare di Cortona ed il patrocinio della Regione Toscana. La mostra si snoda all’interno delle sale espositive del MAEC dal 1 marzo al 2 giugno 2019. Cortona conferma così la sua dimensione internazionale mettendo a segno una straordinaria mostra con un altro Museo d’eccellenza europeo quale il Mann di Napoli diretto con successo da Paolo Giulierini le cui doti professionali sono state apprezzate in passato anche nel ruolo di direttore del MAEC. Si tratta della quinta grande mostra internazionale realizzata in soli 10 anni in città: nel 2008 con il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, nel 2011 con il Louvre e nel 2014 con il British Museum di Londra e nel 2016 ancora con il Louvre. La scelta di onorare la figura di Venuti rappresenta un trait d’union importante tra i due Musei. Duecentoottanta anni fa Marcello Venuti fu incaricato dal Re di Napoli (1738) di curare le collezioni farnesiane e di sovrintendere agli scavi di Ercolano. A Cortona Venuti è stato un uno dei fondatori dell’Accademia Etrusca e attento esponente e divulgatore. La sua vicenda biografica tra Cortona e Napoli, tra scavi e pubblicazioni, tra Granducato di Toscana e la corte borbonica sarà raccontata da una scelta

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di materiali e documenti nella maggior parte dei casi presentati a Cortona per la prima volta. La mostra-evento apre le manifestazioni in programma da qui a pochi anni per celebrare i tre secoli di vita dell’Accademia cortonese, sorta nel 1727, e di fatto chiude le manifestazioni previste per il 2018, anno europeo del Patrimonio culturale.

La mostra propone un percorso espositivo sui primi anni delle ricerche ercolanesi, basata sulla diretta esperienza dell’archeologo che per primo ebbe l’intuizione che i ruderi rinvenuti fossero quelli della città sepolta nella terribile eruzione pliniana. Attraverso varie sezioni, la mostra intende dar conto di una serie di eventi accaduti nella prima metà del Settecento che hanno visto protagonista uno dei fondatori dell’Accademia Etrusca, e quello che più di ogni altro ha segnato la fortuna e il prestigio europeo di una delle più antiche istituzioni culturali italiane: proprio Marcel-

lo Venuti, appartenente ad una delle famiglie più note della nobiltà cortonese, vera e propria anima ispiratrice della cultura cittadina. Lo scopo ultimo dell’esposizione è quello di ripercorrere una fase degli studi di antichistica e di antiquaria, di cui le città di Cortona e di Napoli sono state protagoniste nella prima metà del XVIII secolo. In una prima sezione, dedicata alla famiglia e alla formazione di Marcello, saranno presenti documenti relativi alle vicende familiari e all’influsso che esse hanno avuto sulla formazione del giovane Venuti; quindi le testimonianze del ruolo che l’antiquaria e più in generale la cultura toscana ebbero in un difficile momento della storia del Granducato, fino all’arrivo di don Carlos di Borbone e alla successione ad opera della dinastia lorenese; in tale contesto sarà analizzata la nascita dell’Accademia e la sua funzione politico-culturale che supera ampiamente i limiti di una cittadina di provincia, proiettandosi ben presto in una prospettiva internazionale. La sezione più ampia è quella dedicata alla presenza di Marcello a Napoli, prima come responsabile e diretto ordinatore delle raccolte farnesiane, che lo stesso Carlos aveva deciso di trasferire a Napoli, e quindi come scopritore, di fatto, della città di Ercolano, distrutta dall’eruzione del Vesuvio; infine attraverso documenti e pezzi d’archivio è ricordato il ritorno a Cortona, dopo l’avventura napoletana, e la totale dedizione all’Accademia e alla città, che ne trassero un prestigio ed una fama internazionali grazie alle pubblicazioni, al continuo arricchimento del Museo e della Biblioteca e alla presenza delle massime personalità della cultura europea del tempo.


A tavola

Osti, vini e posti: un tour di cose buone A cena con produttori e vignaioli alla Taverna Pane e Vino

Quando il locale diventa vetrina per la promozione, è in arrivo a Cortona «Osti vini e posti», la rassegna di eventi ideata da Arnaldo Rossi. «Palcoscenico» di questa manifestazione è la «Taverna Pane e Vino» di piazza Signorelli che ha fissato alcune serate per fare spazio ad alcuni «ambasciatori» e ai loro prodotti. L’opportunità è doppia, perché da una parte l’«oste viandante» viene a Cortona per promuovere il proprio territorio, ma dall’altra crea uno scambio e genera visibilità per la città etrusca e le proprie eccellenze. Arnaldo e i suoi ospiti vi permetteranno di viaggiare, di affrontare un’esperienza di conoscenza di terre e luoghi diversi: «Crediamo che nel mondo della enogastronomia ci sia un interesse crescente verso il territorio che dà origine a grandi vini ma anche a tante altre eccellenze gastronomiche – spiega Arnaldo Rossi – L’idea è quella di invitare Vignaioli e Osti a parlare durante la cena della loro cucina, dei loro vini e di tutto il contesto che gira attorno». Il primo appuntamento, venerdì primo marzo, sarà con Nino Barraco e la sua idea del vino «non perfetto», ma piuttosto di un vino riconoscibile per la sua personalità, in cui le note dissonanti partecipano prepotentemente alla caratterizzazione dello stesso. Per raggiungere tale obiettivo Nino evita accuratamente l’omologazione appor-

tata dall’intervento di tecnici, affidandosi alla complessità e variabilità della natura. Il calendario degli incontri è in continua evoluzione e prevede altre tre serate fino al 24 maggio. Dopo i vini di Barraco, venerdì 15 maggio la Taverna ospiterà le delizie e i racconti della «Bassa parmense», sottotitolo «terra goduriosa» con ospite Diego Sorba, oste che proporrà una splendida degustazione di lambruschi e non solo, accompagnati da alcune deliziose specialità della zona nota per il celebre Parmigiano ma anche per il mitico Culatello di Zibello. Ad aprile la bussola di «Osti vini e posti» punta di nuovo a sud alla scoperta del Cirò e della Costa ionica. Alla Taverna Pane e Vino sarà di scena «La Calabria che non t’aspetti» una serata che reca uno slogan che spiega già tutto, «Vino: a ‘vita e i prodotti del territorio». Venerdì 24 maggio si tiene l’ultimo degli appuntamenti attualmente in calendario e ci saranno due ospiti speciali, Mauro e Andrea Lorenzon che con «i ciccheti de Bacari» porteranno a Cortona i vini naturali della Marca Trevigiana.

Come è stato possibile realizzare un calendario di eventi così gustoso e coinvolgente? Si tratta del frutto di anni di conoscenze e viaggi di Arnaldo Rossi alla scoperta dei produttori delle specialità più autentiche e interessanti d’Italia. Organizzare un piccolo tour di vignaioli ed osti che si prendono un paio di giorni di pausa dal lavoro quotidiano e dedicano il loro tempo agli ospiti della Taverna Pane e Vino non è stato facile e per questo non si escludono ulteriori novità in corso d’opera. L’intento di Arnaldo Rossi è quello di condividere le conoscenze e le esperienze dei vignaioli e degli osti insieme ai propri clienti. È un classico che le chiacchierate con Arnaldo a tavola ci abbiano dato qualche anticipazione di alcuni di loro, l’oste della Taverna Pane e Vino ama raccontare anche il «back stage» di ogni bottiglia e la storia delle persone che sono legate a quella esperienza, adesso la sua intenzione è quella di far conoscere direttamente i volti e i prodotti, direttamente dalla viva voce chi li realizza. Per prenotazioni 0575 631010 Email taverna@pane-vino.it

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Carnevale

cantiere

BOMBOLO follemente

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cantiere

NOTTAMBULI nuda veritas

Un carro ricchissimo di personaggi, figure e colori per il cantiere del cuore rosso, una mascherata struggente con una coreagografia curata nei minimi dettagli. Nella relazione che segue, non mancano le citazioni.

Il carro allegorico presentato dal Cantiere Nottambuli vuole essere uno spunto di riflessione su uno dei più comuni stati d’animo nella società contemporanea. Ecco la sintesi della relazione.

L’uomo del XXI secolo è pazzo, nessuno escluso. Ci sono però uomini divorati da una pazzia cupa: un demone oscuro che si insinua silente nella loro mente, li spinge oltre i limiti della ragione e li porta a compiere gesti inconcepibili. Uomini «imperfetti», alienati e imprigionati in schemi mentali percepiti come perfetti, come solo una figura geometrica può essere. Ma non esiste solo una pazzia oscura, «mostruosa», esiste anche la follia, quella positiva, quella dei visionari, degli artisti e dei geni. Come quella di un moderno Don Chisciotte che, insoddisfatto di fronte all’enigma della vita, si spinge oltre, con il cuore e con la mente, inventandosi ideali utopistici per riempire il nulla che sente dentro e seguire i propri sogni. Un folle insolito, che vede nei mulini a vento farfalle anziché mostri da combattere, sulle ali delle quali fuggire la realtà, che troppo spesso annulla immaginazione, fantasia e aspettative. Un elogio della pazzia forse? Non proprio. Abbiamo solo voluto rappresentare allegoricamente la realtà dei nostri giorni.

L’uomo occidentale, immerso in una vita dai ritmi sempre più pressanti, suddivisi tra doveri ed obblighi; gli spazi sempre più compressi e da condividere con esseri estranei ed indifferenti; i luoghi che mano a mano diventano impersonali e poco riconoscibili, perché tutti uguali ed omologati. Per simboleggiare i ruoli ed i soggetti del nostro moderno malessere sono stati scelti un personaggio del celebre film «Il labirinto del Fauno» ed il soggetto del dipinto surrealista «L’angelo caduto». L’allegoria si apre con delle mandragole che simboleggiano quei pochi individui che, con il loro operato e buon senso, cercano di sostenere e mantenere il ruolo e la funzione delle istituzioni. Dalle radici delle mandragole si erge una figura dalle membra fiacche e con la pelle caduca, di chi non ha mai vissuto una vita vigorosa ma si è sempre rifugiato nella cupa ombra per approfittarsi dell’incertezza delle tenebre. La scintilla della ragione potrà liberare finalmente l’uomo dalle manipolazioni, o il tutto verrà ridotto ad una mera illusione?

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Carnevale

cantiere

AZZURRI

primavera silenziosa

cantiere

RUSTICI

racconto d’autunno

Un carro ispirato ai temi dell’ambientalismo e della sostenibilità del pianeta, un’opera carica di colori forti e una mascherata altrettanto spettacolare. Il cantiere con la spada punta al bis, la sintesi della relazione.

Con un carro suggestivo i cantieristi dell’elefante celebrano un malinconico passato. I plurivincitori del Carnevale di Foiano hanno presentato un tema molto intimo e personale, ecco la relazione sintetica.

Risale agli anni ‘60 l’esito degli studi della biologa marina Rachel Carson da cui è tratto il nome del carro, per la prima volta negli Stati Uniti la politica dovette rispondere dei danni provocati all’ambiente dall’uomo. Dalla pubblicazione di questo trattato è passato mezzo secolo ma le cose sono andate peggiorando anziché migliorare. Il carro presentato dagli Azzurri cerca di analizzare la relazione con la natura, spingendo chi la osserva a riflettere sull’atteggiamento adottato dall’uomo nei confronti dell’ambiente in cui vive. Questo rapporto impari, nel quale l’uomo si muove da padrone disponendo delle risorse ambientali per soddisfare i propri bisogni, è di fatto un approccio irresponsabile che genera un impoverimento irreparabile ai danni del pianeta. Il carro è un invito a mettersi dalla parte della natura cercando un’armonia ormai perduta con il pianeta che lo accoglie. Il carro è dominato centralmente da una figura con tratti da rapace e sembianze umane che tiene in ma no un mondo con cui sembra giocare.

Tra i tanti ricordi che ognuno di noi accumula e si trascina dietro nel corso degli anni, uno in particolare rischia di crescere a dismisura, giorno dopo giorno, offuscando tutti gli altri: il rimpianto. Il pensiero nostalgico e desolante di tutto ciò che poteva essere e non è stato, di tutto ciò che si è perso o mancato durante la nostra vita, ci perseguita e ci costringe a rivivere quei trascorsi dolenti che invece vorremmo dimenticare. Da piccoli uomini quali siamo, non possiamo fare molto contro questo enorme mostro, ma possiamo imparare a conviverci, senza venire sopraffatti, con l’aiuto di rari ricordi felici che ancora sbocciano e fioriscono tra le macerie del nostro passato. Allora non ci resta che tornare indietro nel tempo, alla ricerca di quei preziosi e lieti momenti che vale la pena rivivere, di quegli attimi di felicità indispensabili per affrontare il presente e domare il rimpianto. foto carri Tavanti

Piazza Fra’ Benedetto - Foiano - 0575/648061 il mensile della valdichiana - n. 14 marzo 2019

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Ciclismo

Esordienti e allievi di corsa a Foiano

Bar La Grande Mela in collaborazione con la ASD Scorte Chimera e l’associazione culturale Opera Nuova organizzano domenica 31 marzo a Foiano della Chiana la 5^ edizione della manifestazione «Ciclismo a Foiano». Per il quinto anno consecutivo torna la gara di ciclismo giovanile per le categorie esordienti di primo e secondo anno e per la categoria allievi. Nel bellissimo viale Umberto I sarà collocata la linea di arrivo con il foto finish presente il tutto presso il bar La Grande Mela dell’appassionato Marco

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brini che è anche uno degli organizzatori. La mattina dalle ore 9 30 saranno ai nastri di partenza ragazzi di 13 anni per la prima gara ciclistica della categoria esordienti di primo anno, gara in circuito cittadino per un totale di 27 km. Alle ore 11 circa sarà la volta dei ragazzi della categoria esordienti secondo anno sul solito percorso cittadino di circa 30 km. Nel pomeriggio alle 15 ai nastri di partenza è la categoria allievi di primo e secondo anno ragazzi e ragazze di 15/16 anni.

La gara del pomeriggio è anche la 5 edizione della Piccola Amstel Gold Race denominata così in onore al percorso ondulato tipico del paesaggio collinare toscano e la distanza è di 60 km su di un percorso di 15 km circa effettuato 4 volte. La manifestazione sin dalla prima edizione ha richiamato un gran numero di giovani ciclisti da tutta la penisola tanto da verificarsi per qualche edizione anche il blocco delle iscrizioni che si ricorda al massimo di 200 unità per categoria. Nel 2018 il record degli iscritti totali con oltre 500 partenti per le tre categorie provenienti da diverse regioni italiane dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia. Sul percorso sia cittadino che nelle strade collinari del pomeriggio saranno presenti qualche migliaia di appassionati. Per concludere la 5^ edizione di Ciclismo a Foiano della Chiana è la prima classica del panorama ciclistico giovanile di primavera. Un bellissimo biglietto da visita per il paese di Foiano della Chiana con l’invasione di ragazzini e ragazzine con le loro divise coloratissime.


Un mese raccontato con le foto 1

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1) Manuel Bondi e Antonio Sensitivi, rispettivamente vicesindaco e sindaco junior di Castiglion Fiorentino 2) I partecipanti alla firma dell’atto costitutivo della Fondazione Valdichiana Promozione 3) I rappresentanti dei Comuni che hanno iscritto la Valdichiana al Registro dei paesaggi storici, primo passo per la candidatura Unesco 4) Al pugile Orlando Fiordigiglio la cittadinanza onoraria del Comune di Castiglion Fiorentino (foto Landucci) 5) Il dottor Ferruccio Sereni è il coordinatore dell’unità di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale della Fratta 6) Tutti pazzi per l’idropulitrice di Sei Toscana, lo strumento è stato testato anche dal Comune di Marciano 7) Alcuni volontari e i componenti della Vab di Castiglion Fiorentino che hanno dato vita alla pulizia del torrente Vingone 8) Chef Shady Hasbun e i partecipanti al corso di cucina della Polisportiva Val di Loreto a Cortona. il mensile della valdichiana - n. 14 marzo 2019

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Fisco

Reddito di cittadinanza: via alle richieste a cura di Stefano Capaccioli

Dal 6 marzo partono le richieste per il reddito di cittadinanza, a beneficiarne possono essere italiani e stranieri residenti in Italia da almeno 10 anni, per disabili e over 67 anni è in arrivo la pensione di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza non è altro che uno strumento di sostegno economico rivolto alle famiglie con un reddito inferiore alla soglia di povertà. Il beneficiario deve sottoscrivere un accordo con il centro per l’impiego accettando di frequentare dei corsi di formazione, di partecipare a dei lavori socialmente utili e di accettare almeno una delle tre offerte di lavoro che gli verranno presentate; in caso di mancato rispetto di questi obblighi si perde il diritto al reddito di cittadinanza. Per poterne beneficiare occorre avere un Isee inferiore a 9.360 euro, un

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il mensile della valdichiana - n. 14 marzo 2019

patrimonio immobiliare (nel quale non è compresa la casa d’abitazione) inferiore a 30 mila, un patrimonio mobiliare inferiore a 6 mila e un reddito familiare non superiore a 6 mila euro. Le soglie variano in funzione del numero dei componenti e di eventuale casa in affitto. Il RdC è compatibile con l’indennità di disoccupazione Naspi. Il beneficio economico si compone di due differenti elementi: integrazione fino a 6 mila euro del reddito familiare e integrazione pari all’ammontare del canone annuo di locazione (fino ad un massimo di 3.360 euro annui) per le famiglie che sono in affitto. È prevista poi un integrazione (ma fino ad un massimo di 1.800 euro annui) per i nuclei familiari che risiedono in un’abitazione di proprietà ma per la quale è stato contratto un mutuo. Il Rdc non può superare i 9.360 euro annui, ossia i famosi 780 euro mensili e non può avere una durata superiore ai 18 mesi. Ci sono tre diverse modalità per presentare la domanda: agli uffici postali utilizzando il modello di domanda cartaceo predisposto dall’Inps; dal sito internet dedicato o al Caf. Una volta ricevuta la domanda l’Inps ha tempo 5 giorni per valutare il possesso dei requisiti richiesti utilizzando le banche dati a disposizione; in caso di accettazione della richiesta,

il beneficio economico sarà erogato attraverso la carta RdC. Si tratta di una carta prepagata del circuito Mastercard con un limite al prelievo in contanti a 100 euro. Ogni beneficiario del Rdc deve dichiarare immediata disponibilità al lavoro e aderire ad un percorso per l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale che prevede: attività al servizio della comunità, riqualificazione professionale, completamento degli studi. Questi obblighi valgono per tutti i componenti del nucleo familiare che al momento della domanda non risultano occupati o che non frequentano un regolare corso di studi. Il patto per il lavoro va sottoscritto entro 30 giorni e comporta l’accettazione di almeno una delle tre offerte di lavoro «congrue». I beneficiari del RdC dopo oltre 12 mesi devono accettare la prima offerta utile di lavoro congrua; in ogni caso rendersi disponibili per progetti a titolarità del Comune utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, formativo, ambientale e di tutela dei beni. Sono previste sanzioni in caso di inadempienze che possono arrivare fino alla sospensione o alla richiesta di restituzione delle somme, in caso di gravi irregolarità è prevista la reclusione da uno a sei anni.


A tavola per il Meyer Sempre più a fianco dell’ospedale pediatrico di riferimento della Toscana. Le associazioni e il mondo del volontariato della Valdichiana sono sempre più attente al futuro del Meyer di Firenze e partecipano insieme alla Fondazione che si occupa di raccogliere fondi da destinare a questa realtà così importante per la salute dei nostri figli. Il rapporto fra Foiano e l’ospedale Meyer passa per il Carnevale con cui è stata stabilito un legame, ma non solo attraverso questa manifestazione perché è già segnata sul calendario la data di un appuntamento

per la solidarietà. «Valdichiana per il Meyer» organizza per sabato 30 marzo un appuntamento per la beneficenza dedicato proprio alla Fondazione dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. L’appuntamento è al salone parrocchiale de La Pace, frazione di Foiano della Chiana alle ore 20. Per organizzare al meglio la serata, lo staff chiede di prenotare entro il 20 marzo, tutti i fondi saranno destinati all’ospedale pediatrico fiorentino. Per prenotarsi è possibile telefonare a Salvatore 333 2964744, Giorgio 339 2381586 o Mario 347 8329597.

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Arrivederci ad aprile Sarà sempre il tema dell’acqua al centro del prossimo numero, ma parleremo del servizio idrico e della risorsa e non dei problemi causati dalle alluvioni. Sarà il lavoro del gestore e saranno gli investimenti messi in campo per migliorare il servizio gli elementi su cui focalizzeremo la nostra attenzione. Errata corrige del precedente numero del Mensile. Nell’articolo realtivo al futuro del dottor Patrizio Caldora, l’istituto sanitario privato in cui dovrebbe andare a lavorare è il San Giuseppino. A pagina 13 c’è stato un problema grafico che ha reso non leggibili le didascalie delle foto di cui purtroppo non siamo responsabili noi della redazione. Infine, ci scusiamo per un refuso nel titolo di 6 dove è rimasta una «a» vagante che potrebbe aver tratto inganno il lettore.

Periodico dell’associazione culturale

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