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IL PERSONAGGIO DEL MESE

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LUCIGNANO

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«Non esiste alcuna fuga di cervelli» Gabriele Goretti a 40 anni ha preso un aereo ed è volato in Cina per insegnare design in alcune università. Apprensione per il Coronavirus «Noi italiani all’estero siamo un ponte per la nostra identità»

«Non esistono cervelli in fuga, esistono cervelli italiani che lavorano altrove, ma restano una risorsa per il nostro Paese». Gabriele Goretti, 44 anni di Foiano, lavora da due anni come professore associato per università in Cina come la Nanjing e più di recente la Jiangnan, una delle più importanti nel suo settore. Stiamo parlando del disegno industriale, un profilo professionale che ha combinato con l’eccellenza Toscana della moda. Goretti ha frequentato le scuole dell’obbligo a Foiano, maturità conseguita al Liceo Petrarca di Arezzo e quindi una laurea in Architettura a Firenze, dopodiché un percorso in giro per l’Italia per coltivare un profilo che poi a quarant’anni suonati ha «esportato» lungo la Via della Seta. È stato per sette anni, dal 2010, professore a contratto in ‘product design’ e ‘fashion design’ al corso di laurea in Disegno industriale dell’Università degli Studi di Firenze. Coordinatore Moda dal 2014 per quattro anni presso Ied (istituto europeo del design) Firenze. Dal 2007 è stato assegnista di ricerca al Dipartimento Dida dell’Università degli Studi di Firenze, quindi ha conseguito un master in Business Design alla Domus Academy di Milano e un dottorato in Industrial design, ambiente e storia all’Università Luigi Vanvitelli di Napoli. Dal 2012 al 2018 ha operato in qualità di assegnista di ricerca nell’ambito dei laboratori congiunti Accademia-Impresa sul prodotto moda e complemento d’arredo di alta gamma. Una miscela avvenuta a Firenze dove Goretti ha realizzato per la Provincia il progetto per la mappatura del distretto della moda. Lo incontriamo nella sua Foiano, durante il periodo del Capodanno cinese, invitato all’Università dell’Età libera per un incontro a tutto campo sul design. Qui è stato invitato dal presidente Danilo Meiattini (foto in basso) particolarmente abile nel ricercare, anche a distanza, alcuni dei professionisti più brillanti che hanno un legame con il territorio. A causa del Coronavirus, anche Goretti è in appren

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sione, come tutti coloro che hanno un legame con la Cina. Dopo la dichiarazione di emergenza globale dell’Oms il suo volo di ritorno è stato cancellato e le lezioni non riprenderanno prima di marzo. Gabriele Goretti da architetto in Italia si è occupato del design degli autogrill, recentemente ha curato una sezione della 12esima Biennale di Firenze alla Fortezza Da Basso. «Ho vissuto per venti anni ed ho una casa a Firenze, ma non mi sento fiorentino – racconta – ora che da alcuni anni vivo in Cina l’Italia non mi manca perché continuo ad avere un legame forte con il territorio, a luglio torno in Italia con i miei studenti cinesi, ad agosto faccio qui le vacanze, sono in continuo contatto con la mia famiglia, con amici e colleghi. Foiano è un luogo che mi ha dato tanto, sono stato un cantierista dei Rustici, ho iniziato da piccolo e ho passato diversi anni a fare i carri, almeno fino al 2003, poi gli impegni mi hanno portato lontano, ma credo che quella modalità dove ci si trova a fare i carri tutti insieme, dal medico all’operaio, dall’anziano al giovane, sia molto importante. Alla fine e lì che ognuno riparte daccapo e si mette a disposizione del progetto finale, quello spirito credo mi sia stato molto utile nel lavoro». A fine 2014 il suo primo viaggio in Cina, nel frattempo Goretti era diventato «Ied Ambassador». «Questa prima avventura non fu particolarmente proficua – racconta l’architetto – ma capì subito che oltre all’Italia

avrei potuto solo andare lì, perché la Cina sta investendo molto sul riposizionamento della propria immagina manifatturiera, il governo sta puntando sul progetto ‘Made in China’, ma dimenticatevi qualsiasi stereotipo di produzioni di bassa lega, perché il programma è davvero ambizioso e questa grande potenza mondiale ha molte assonanze con il nostro Paese. Noi italiani siamo gli unici in Europa che ancora produciamo moda di altissimo livello, abbiamo delle caratteristiche di scuola e di estetica uniche nel mondo, inoltre Italia e

Cina sono gli unici paesi che investono nella moda di alta gamma». Goretti vive nel campus universitario di Jiangnan a Wuxi, una città che in Cina è classificabile fra quelle medio piccole, come potrebbe essere Arezzo in Italia: «Fatte le debite proporzioni è così – spiega l’architetto – stiamo parlando di 7 milioni di abitanti, non certo fra i più grandi centri urbani del Paese, la sensazione è comunque quella di vivere in un luogo con tantissime persone, c’è grande densità e questo detta i tempi, la vita quotidiana è molto

cadenzata, poi dipende dalla propensione di ciascuno, a me piace una realtà così dinamica, in cui si produce molto e si lavora assiduamente». Quando sente parlare di ‘cervelli in fuga’ Goretti scuote la testa: «E’ un modo di raccontare un fenomeno che è assolutamente avvilente, in primo luogo tutti i paesi esportano alcuni dei propri ricercatori, le persone si formano e imparano moltissimo andando all’estero. È un’espressione profondamente sbagliata perché è legata ad un sentimento di paura della globalizzazione. Io faccio parte di un’associazione che raggruppa decine di professionisti di ogni disciplina che si trovano al lavoro in Cina. Si tratta di un network dove ci sono studiosi che hanno le carte in regola per giungere ai vertici della loro disciplina, se le istituzioni locali o il governo del nostro Paese volessero investire su questi network italiani all’estero potrebbero continuare a coltivare l’identità italiana ovunque». Gli studiosi italiani all’estero non sono ‘persi’ ma rappresentano un «ponte», tutto sta nella capacità di tessere un dialogo, di creare opportunità e scambi. Quello che ad esempio è accaduto alcuni mesi fa, proprio grazie a Gabriele Goretti e al sindaco Roberta Casini, a Lucignano. Grazie ai rapporti di amicizia è stato stabilito uno scambio fra la piccola comunità della Valdichiana e la Cina, alcune settimane fa alcuni amministratori comunali sono stati ospiti di Jiangsu, creando nuove opportunità per le attività produttive e per scambi fra gli studenti, oltre che promuovere il turismo. Goretti è stato al lavoro nelle università italiane e attualmente lo è in quelle cinesi conosce le differenze di questi due ambienti, da una parte il settore dell’insegnamento pubblico nostrano, dall’altra quello orientale: «Mondi e culture completamente differenti, si lavora sempre a fianco con una struttura amministrativa, se in Italia devi stare quasi addosso ai collaboratori per accelerare, qui invece ottieni il risultato opposto».

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