8 minute read

Miseria...e povertà

Dal tempo dell’uomo della pietra l’intelligenza (quando raggiunse il suo apice, da una pietra vennero create le fondamenta per la costruzione del mondo) non ha mai raggiunto livelli così bassi come oggi dove la possibilità di accedere a tutta la conoscenza con un semplice click, l’ha relegata dal rango di principale funzione cognitiva dell’Uomo ad ancella servitore del Dio Google. Esso è uno strumento di conoscenza solo in apparenza facilitante, che vanta anche una gran memoria – meglio dire archivio - che non tiene conto che i tempi della memoria umana non sono comprimibili, né serviranno Big Data concentrati di intere biblioteche ad amplificarli. Senza fatica, ricerca, conquista non si apprende e non si memorizza niente, la certezza di trovare risposte a tutto in ogni momento come in un rinnovato paradiso terrestre o in una nuova mitica Mecone, sta spegnendo la mente che al contrario è attivata dal non sapere, dal desiderio di conoscere non dalle risposte, in particolare è sollecitata dalle situazioni che appaiono senza via d’uscita. L’intelligenza è, detto molto in breve, la capacità di trovare soluzioni nuove a problemi nuovi, non serve imparare a fare una cosa ma apprendere il metodo per riuscirci, metodo che poi potrà essere applicato ad altri problemi, è il concetto del “ Learning set”, imparare ad apprendere. A ciò è indispensabile lo studio delle materie umanistiche, filosofia, letteratura, lingue antiche che ormai vedono aule sempre più deserte, lo studio della filosofia è stato abolito da tutte le scuole d’Europa, della storia, delle lingue antiche. Anche in Italia le aule sono sempre di meno, se gli allievi delle cattedre di latino, greco, aramaico, sumero sono pochi, esse vengono chiuse perché sono antieconomiche, i computer hanno invaso le scuole con l’arricchimento solo del fatturato delle aziende informatiche che, abbagliate da tale business hanno dato fondo a tutte le loro scorte di magazzino, anche di pc non funzionanti, come nell’occasione della Dad. Google ha la sua utilità ma come un tascabile da consultare per chi già sa e semmai non ricorda qualche nozione, un medico che legge un articolo di medicina rispetto al profano, ne coglie il falso, il superficiale (spesso spacciato per fondamentale), il vero senso di qualche concetto nuovo, così come altre professionalità. L’esperienza, la competenza consente di comprendere da una parola, da un accento, di cogliere, come in una metonimia, il tutto da un frammento e tali capacità si acquisiscono col tempo, sacrifici e anche tante umiliazioni. Senza una base solida la psiche

I rischi del “Dio Google” che minaccia di cancellare la nostra memoria: senza fatica infatti, ricerca, conquista non si apprende e non si memorizza niente viene inondata inerte da miliardi di informazioni che progressivamente la anestetizzano rendendola dipendente, apatica, essa è rapita da un gigantismo sconfinato di produzioni di tutto dove anche la cultura è diventata un prodotto, una merce da fornire in grande scala, tutto è cultura anche la più spicciola, moda, canzonette, etc, anche volgarità, ignoranza, arroganza se fanno audience. Purtroppo anche l’educazione scolastica viene orientata alla costruzione di futuri consumatori e imprenditori, non di adulti colti, dirigendosi quasi senza essere vista verso la miseria culturale, gli apprendistati al lavoro durante la formazione scolastica, che dovrebbe essere sacra almeno fino alla maggiore età, lo dimostrano. I test INVALSI ( Industria valutazione sistemi educativi), dal 2012 obbligatori, compilati da banchieri, da Agenzie transnazionali, dalla Banca Mondiale, dall’OCSE (Org.ne Coop. Svil. Economico) e dall’OMC, l’ Organizzazione Mondiale del Commercio, sono un altro esempio, essi sono del tipo: “Riuscirò a guadagnare abbastanza soldi da grande” o “Riuscirò coi soldi che guadagno ad acquistare tutto ciò che voglio” etc.., dei veri crimini autorizzati laddove dovrebbero monitorare e indurre valori negli studenti, tradizioni, ideali, educare ai sentimenti (che vanno insegnati, non si ereditano come le emozioni alla nascita). Il pensiero in un momento delicato dello sviluppo si lega a processi effimeri, impara che conta solo la filosofia dell’utile, l’imbecille Google - uno

Advertisement

L’Italia è diventata l’ultimo paese in Europa per la comprensione di un testo e non aiutano nemmeno i testi virtuali: è solo con la carta stampata che la mente resta “sveglia” che ha tutte le risposte non può che essere definito tale - è salito in cattedra. L’Italia è diventata l’ultimo paese in Europa per la comprensione di un testo, e certo non aiutano i libri virtuali, recenti studi hanno verificato che la scrittura liscia, uniforme dei caratteri virtuali spegne l’attenzione, l’addormenta, al contrario dei caratteri sempre un po’ difformi della carta stampata che la tengono sveglia. Letture che non sostituiscono i libri di carta tenuti sul comodino che ingiallendo acquisiscono vita, storia e oltretutto tengono compagnia. Un altro fenomeno dilagante è quello che i ragazzi non sanno più scrivere in corsivo e preferiscono il freddo, uguale, omologato stampatello, un po’ come loro. Il corsivo modalità espressiva morbida ed elegante alla quale una volta era dedicato uno specifico insegnamento, è un comportamento personale di scrivere, dà informazioni sul carattere, le inclinazioni di chi scrive. L’imperativo è consumare e pertanto serve rendere tutti uguali, passivi, omologati, si comanda meglio un popolo passivo, e la pubblicità contribuisce a tale progetto creando bisogni falsi che poi induce a soddisfare urgentemente generando infelicità, chi è felice non consuma (v. lo shopping compulsivo). Illudono che il segreto della felicità è dietro ad uno yogurt (tanti personaggi famosi disposti ad informare il mondo che digeriscono bene, cosa non si fa per il dio denaro) o all’acquisto di una rete telefonica più veloce di Batman che corrompe le menti di tanti giovani sempre più frenetica come morsi da una tarantola in attesa del nuovo Messia telefonico che porterà splendore nella loro vita per scoprirsi più infelici e pure squattrinati. Non è colpa dei giovani se non rispettano più gli insegnanti, se li insultano e li trattano da pari, se non conoscono più la differenza tra un corteggiamento e uno stupro (dopo un atto di bullismo, una violenza vanno al bar a bere una birra), non è colpa dei giovani se vengono privati della nobile povertà per saltare nella miseria.

Dott.ssa F. Tomasino Psicologa-Psicoterapeuta

La felcità non è correr dietro alla fibra più veloce della luce che corrompe la mente dei giovani, rendendola più frenetica in attesa del nuovo Messia telefonico che porterà splendore nella loro vita per scoprirsi più infelici e pure squattrinati orse vi sarà capitato di sentir parlare di Lotus Birth, ma che cos’è realmente? Di cosa stiamo parlando? Si tratta di una corrente di pensiero che prevede di non separare il neonato dalla placenta subito dopo il parto e neanche quando il cordone abbia smesso di pulsare, ma di attendere che fisiologicamente avvenga la sua mummificazione ed il distacco dall’ ombelico, cosa che in genere avviene tra 3 e 10 giorni dopo la nascita, questo dipende da quanto è spesso il cordone. Il Lotus birth si può praticare sia dopo parto spontaneo che dopo un taglio cesareo, l’importante è che non ci siano patologie né a carico della placenta, né a carico del neonato. Immaginate che in questo modo non sarà solo il moncone del cordone a cadere, ma quello con attaccata ancora tutta la placenta. Questa, dopo il secondamento, cioè l’espulsione dal corpo materno, deve essere controllata e se integra, viene tamponata e separata il più in fretta possibile dall’ambiente esterno, posta in un contenitore e dopo 24h cosparsa di sale grosso, per velocizzarne il processo di essiccamento, e di oli essenziali, per coprirne il cattivo odore, avvolta poi in panno di cotone rimane in un sacchetto vicina al neonato. Il bimbo, per ovvie motivazioni, dovrà essere vestito con abiti aperti sul davanti per la presenza del cordone facendo attenzione a non esercitare alcuna trazione sullo stesso, in quanto non bisogna forzarne il distacco. Giornalmente andrà poi controllata e cosparsa ancora di sale. La filosofia del Lotus birth nasce negli anni ’70 portata alla ribalta da un’infermiera californiana, Clair Lotus Day, la quale sosteneva di poter vedere un’aurea di luce intorno alle persone e che questa, in qualche modo fosse espressione dello stato di benessere psico fisico. Durante la sua professione ebbe modo di frequentare anche la sala parto e notò che l’aurea intorno ad un neonato era molto più vibrante e lucente quando ancora non era stato reciso il cordone; pertanto, decise di lasciare la placenta attaccata a suo figlio dopo la nascita dando il via ed il nome a questa procedura. I sostenitori del Lotus birth lo definiscono come un processo di graduale e dolce separazione del neonato dal corpo materno, che nel contatto prolungato con la placenta può assorbire tutto il prezioso sangue in essa contenuto; tuttavia, va’ detto che a tutt’oggi non esistono studi scientifici validati che possano confermare o rigettare tale teoria.In particolar modo la preoccupazione più grande è rivolta al rischio infettivo che può derivare dal lasciare un tessuto “morente” collegato ad un neonato. Ne consegue che i genitori che in- traprendono questa strada devono essere opportunamente formati per riconoscere precocemente eventuali segni di malessere neonatale, non si tratta solo di una filosofia o una moda come si potrebbe pensare…La placenta durante la gravidanza ha funzioni fondamentali per il corretto sviluppo dell’embrione e del feto: gestisce gli scambi gassosi e quelli nutritivi, offre riparo e protezione e produce ormoni essenziali per tutta la durata della gestazione. Durante la vita intrauterina il bimbo non ha bisogno di respirare e quindi i suoi polmoni sono, diciamo così, in attesa del primo respiro, l’ossigeno pertanto, non viene recuperato nel passaggio in questo distretto, ma attraverso gli scambi con il sangue materno, esistono quindi una serie di scorciatoie nella circolazione fetale che escludono i polmoni. Al momento della nascita però le cose cambiano, entra aria per la prima volta, cambia la pressione interna al corpo del bimbo e questa esclude tutte le vie secondarie di circolazione del sangue comportando una cessazione degli scambi placentari…non sono più necessari, il bimbo respira da solo, i vasi del cordone ombelicale smettono di pulsare e collabiscono, cioè si chiudono. In genere, in una nascita rispettosa, questo sarebbe il momento di recidere il cordone ombelicale in quanto la placenta ha concluso le sue funzioni, tuttavia, i sostenitori del Lotus Birth, ritengono, invece, che lo scambio sia realmente concluso solo nel momento in cui spontaneamente placenta e bambino si separano. Lo chiamano periodo di transizione in cui mamma e bambino dolcemente si separano, mentre allo stesso tempo il bimbo completa il suo copro eterico, cioè quella parte invisibile all’occhio, ma che consente ad ognuno di noi di percepire le sensazioni. Nel periodo di transizione si stabilizzano il sistema respiratorio autonomo e gli altri organi. Tuttavia se pensiamo anche al mondo animale, nessun mammifero ragiona in questi termini, anzi molto spesso le mamme a quattro zampe tendono mangiare la loro stessa placenta dopo il parto proprio perché estremamente ricca di nutrienti utili per affrontare l’impegnativo inizio e proseguimento dell’allattamento. Inoltre, il cordone ombelicale non contiene terminazioni nervose, quindi il distacco dal bambino non produce alcun dolore, cosa che potrebbe far preferire un distacco più dolce ad uno semplicemente ritardato. Ciò non toglie che oggi questa pratica può essere richiesta, non solo nel parto a domicilio, ma anche in alcuni ospedali, dove tuttavia, è necessario inoltrare alla Direzione Sanitaria, una formale richiesta in quanto la placenta costituisce un rifiuto speciale che andrebbe smaltita come tale. Tuttavia, va sottolineato che le linee guida ministeriali non contemplano “ufficialmente” questa pratica, per cui in caso di complicazioni possono sussistere sequele giudiziarie per coloro che la praticano o la autorizzano. Negli ultimi tempi stanno aumentando le coppie che fanno richiesta di questa tecnica e il mio consiglio rimane sempre lo stesso: informatevi quanto più possibile, appoggiatevi ad un’ostetrica che sia in grado di accompagnarvi per questa strada e se decidete per un parto non a domicilio, cercate una struttura che vi permetta una Lotus birth con sufficiente anticipo per poterne fare richiesta e senza rimanere delusi alla fine. La nascita di un figlio è qualcosa di unico, merita rispetto e consapevolezza, il primo grande impegno che dovete prendere con vostro figlio è di arrivare “preparati” a quel primo incontro!

Dott.Ost Catiuscia De Renzis Papera.cd@gmail.it

This article is from: