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Le capriole nella pancia

Può succedere che a volte i bimbi nella pancia si sentano più comodi a sedersi piuttosto che mettersi a testa in giù fin da subito aspettando il via libera per attraversare il canale del parto. In questi casi si parla di presentazione podalica del feto, condizione non necessariamente permanente e per lo più casuale che però presenta fattori predisponenti come un eventuale parto pretermine o una precedente gravidanza podalica. Come detto si tratta spesso di una condizione transitoria soprattutto nei primi mesi, quando lo spazio è abbastanza comodo per permettere ai nani di fare grandi capriole. Nelle prime 28 settimane il 25% delle gravidanze è podalica, ma solo poco più del 3 % rimane tale fino al momento del parto. Ascoltando le sensazioni della mamma quando il bimbo si muove, possiamo sospettarla, spesso le future mamme dicono di sentir scalciare verso il basso o di sentire i bimbi “passeggiare” sulla vescica, non proprio realistico, ma comunque un’immagine che rende bene l’idea. La palpazione addominale può aiutare a capire la posizione del bimbo anche se ci possono essere delle difficoltà (per esempio un eccesso di peso materno, troppo liquido amniotico o una placenta posizionata anteriormente), tuttavia, in ogni caso, l’ecografia fa diagnosi del 100% dei podalici, anche se, come già detto, le cose possono cambiare in qualunque momento fino a cinque minuti prima del cesareo programmato. Sì, avete letto bene Cesareo, perché, se tutte le tecniche messe in atto per far girare i bimbi falliscono, in genere si evita di assistere un parto podalico per via vaginale per i rischi più elevati ad esso associati. Niente panico! Possiamo fare qualcosa prima di arrivare a questa scelta. Per tentare di far cambiare posizione ai bimbi ci sono diverse carte da giocare, alcune più scientifiche, altre meno… altre ancora… fantasiose. Ricordo una vecchia ostetrica che consigliava alle mamme di stirare mettendo uno stereo con della musica sul pavimento: i bimbi per avvicinarsi ad ascoltarla si giravano diventando cefalici. Sorridevo ogni volta che la sentivo raccontare e mi sono sempre chiesta se qualche mamma l’abbia messa in atto e se con successo! Chissà…Tra le altre tecniche non scientificamente comprovate, ma comunque utilizzabili anche in associazione tra loro e senza rischi per mamma e bambino, ci sono le tecniche posturali, la moxibustione e l’agopuntura, ma andiamo con ordine. Le tecniche posturali prevedono che la mamma assuma durante il giorno delle posizioni in cui il bacino si trovi più in alto rispetto al tronco e alla testa… no, non dovete mettervi a testa in giù, basta assumere la posizione genupettorale… meglio spiegare… bisogna mettersi a carponi poggiando il peso del corpo non sulle mani, ma sui gomiti, in questo modo il bacino si troverà più in alto rispetto alla testa e la pancia troverà spazio tra le cosce e le ginocchia divaricate. Se il pancione fosse troppo ingombrante, anche solo restare a carponi dovrebbe fornire al bimbo sufficiente spazio per girarsi, magari può essere utile anche fare l’esercizio del gatto, inarcando la schiena come a fare la gobba prendendo aria nei polmoni avvicinando il mento allo sterno e poi rilassare tutta la colonna cercando di fare una curva inversa, buttando fuori l’aria lentamente con la bocca e alzando la testa verso l’alto (se i bimbi non si girano almeno però la schiena ringrazierà!)

Se siete delle future mamme poco ginniche, potete anche stare semplicemente sedute e poggiarvi con i gomiti sulle ginocchia, protese in avanti con la pancia che sporge nel vuoto, anche questo concederà ai bimbi più spazio per girarsi. La moxibustione invece è una tecnica che deriva dalla medicina cinese e che prevede di avvicinare un particolare sigaro di artemisia acceso al margine esterno dell’unghia del dito mignolo del piede. Il calore generato stimola i movimenti fetali e il fondo dell’utero. Si pratica intorno alle 33 settimane di gestazione, deve essere eseguita più volte e spesso la mamma viene istruita per continuare a praticarla da sola a casa associandola agli esercizi posturali. La conferma del rivolgimento avviene per via ecografica. Alla moxibustione si associa spesso anche l’agopuntura che sfrutta gli stessi punti energetici nel piede. Se tutto ciò non dovesse funzionare si potrebbero adottare le manovre per rivolgimento esterno. Si tratta di una tecnica non priva di rischi e controindicazioni motivo per il quale si esegue solo in regime ospedaliero e sotto controllo continuo del battito cardiaco fetale e non prima della 37 settimana, a questa epoca, infatti, si presuppone che la presentazione sia quasi sicuramente definitiva e quindi se dovesse funzionare sarebbe alquanto difficile che il bimbo torni podalico. Non si può tentare il rivolgimento se ci sono problemi associati alla placenta o al liquido amniotico, se il feto non cresce regolarmente o se si manifestano alterazioni della frequenza cardiaca fetale, o ancora se l’utero risulta essere miomatoso o con pregresse cicatrici anche per taglio cesareo. La mamma viene ricoverata e mantenuta a digiuno, da almeno 6 ore prima deve essere somministrato in vena un farmaco che blocchi le contrazioni che potrebbero scaturire durante la manipolazione della pancia.La mamma dovrà firmare un consenso e prima di iniziare bisognerà eseguire una ecografia per confermare la presentazione e l’accrescimento fetale ed un tracciato cardiotocografico che accerti il benessere del bambino. Quando tutto è pronto, sotto guida ecografica il medico spinge il bimbo per indurlo a fare la capriola. La procedura ha successo nel 60-75 % dei casi ed è seguita dagli stessi controlli eseguiti nel pre per accertare il benessere del bimbo che potrebbe avere un periodo limitato di bradicardia subito dopo la procedura. Rispettando tutte queste attenzioni non ci sono effetti collaterali associati alla procedura a parte un suo eventuale fallimento. Visto? Di rimedi ne abbiamo per insegnare precocemente ai nani a fare le capriole prima di ricorrere ad un parto cesareo; quindi, calma e cominciamo con il gattonare per casa.

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