4 minute read

“Saper delegare...fortuna di pochi”

i permetto di affrontare questo argomento in punta di piedi e con molte cautele, poiché riguarda principalmente il mio lavoro ed essendone quindi molto coinvolto, cercherò di essere il più obiettivo possibile nell’esprimere concetti che vanno oltre la mia esperienza professionale. Premetto che uno dei punti cruciali, per una gestione efficace del tempo, è la capacità di delegare lavoro agli altri, in quanto la delega del lavoro procura notevoli vantaggi al responsabile, ai suoi collaboratori e all’azienda nel suo complesso. Ma purtroppo spesso delegare costituisce un problema sia per i nuovi manager e sia per i professionisti di grande esperienza, poiché rappresenta una delle più grandi sfide che bisogna affrontare nei rapporti con i collaboratori. Ma delegare è una delle tecniche più valide per avere successo nel lavoro. La delega può aiutare moltissimo nel raggiungere alcuni obiettivi sia personali che professionali. Eppure molti trovano difficile delegare il lavoro ad altre persone per diversi motivi. Proviamo ad analizzarne alcuni: in primis perché dopo aver svolto un’attività per molto tempo, la maggior parte del vostro senso di sicurezza e di conseguenza del vostro potere, proviene dalla conoscenza acquisita del lavoro. Se altre persone fanno il vostro lavoro vi sentite mancare qualcosa di veramente importante. Inoltre in alcuni prevale la paura di perdere il controllo , poiché altri faranno il vostro vecchio lavoro e potrebbero anche farlo meglio!! Teniamo bene in mente però che ognuno di noi ha bisogno del diritto a staccare la spina, a porre un limite chiaro tra tempo di lavoro e tempo per se stessi, per la famiglia, per il riposo. Altrimenti il rischio che si corre è che le continue pressioni e lo stress rendono malati. Per ogni essere umano è importante avere tempo garantito per la famiglia, gli amici e per se stessi, anche per non cadere nella tentazione di pensare che la propria vita quotidiana sia solo quella trascorsa nel proprio ambiente di lavoro. Perché se vivi sempre e solo in contatto con le persone che frequenti al lavoro, scambi la tua vita professionale per la realtà, invece la vita è anche altrove! Non solo: è stato dimostrato che la gente si ammala quando vive sotto la pressione costante del lavoro, quindi si assenta più frequentemente arrecando un

Teniamo bene in mente però che ognuno di noi ha bisogno del diritto a staccare la spina, a porre un limite chiaro tra tempo di lavoro e tempo per se stessi, per la famiglia, per il riposo. Altrimenti il rischio che si corre è che le continue pressioni e lo stress rendono malati

Advertisement

Di fronte alla prospettiva che la nostra vita possa interrompersi di colpo, ci fa pensare in maniera più convincente che “il combattere fino alla morte” è fatica inutile danno maggiore alle aziende stesse. Avere sempre la sensazione che il lavoro non sia finito ti toglie la dimensione del riposo e della tranquillità. Siamo sempre di corsa, rincorriamo il tempo che non si ferma, ossessionati delle cose che non facciamo piuttosto da quelle che siamo riusciti a concludere. Purtroppo però, sempre più spesso, decidiamo di fermarci solo nel momento in cui ci troviamo davanti ad un problema di salute. In quel momento e, solo allora, ci rendiamo conto che “DARSI UNA CALMATA” è fondamentale per noi e per le persone che ci vogliono bene. Di fronte alla prospettiva che la nostra vita possa interrompersi di colpo, ci fa pensare in maniera più convincente che “il combattere fino alla morte” è fatica inutile. Il mangiare bene, coltivare interessi, frequentare persone piacevoli, concedersi del sano e meritato riposo ci aiuta ad essere persone positive, serene e più produttive anche professionalmente. E’ sempre più dimostrato che la salute dei bilanci di un’azienda e quella dei suoi impiegati sono strettamente correlate e che, quando le si considera due entità separate, il prezzo da pagare è consistente, sia sul piano personale, sia su quello collettivo. Come individui, mettiamo a repentaglio la nostra salute e la nostra felicità. Per le imprese, avere dei dipendenti stressati ed infelici, si traduce in mancanza di stimoli e quindi poca produttività e minor competitività. Ma è vero anche il contrario: ciò che fa bene a noi come persone, ovvero prendersi cura del corpo della mente e dello spirito, fa bene anche alle aziende con cui collaboriamo.

Il mangiare bene, coltivare interessi, frequentare persone piacevoli, concedersi del sano e meritato riposo ci aiuta ad essere persone positive, serene e più produttive anche professionalmente

Dobbiamo convincerci che la nostra vita deve essere come un’opera d’arte, va salvaguardata come un capolavoro. Sono un capolavoro quando riesco a valorizzare tutto quello che c’è in me e intorno a me. Lo spazio che vivo, la casa che abito. Il capolavoro lo realizzo tutti i giorni quando evito una litigata con i figli, con il partner, coi colleghi; quando scelgo una bella musica che accompagna un momento di tristezza o di malinconia. Quando, anche se piove, ho voglia di sole! L’arte delle piccole cose, la trasformazione di ciò che è brutto in ciò che è bello … Questo è il vero capolavoro! Essere più ottimisti..cominciando a vedere le cose da un altro punto di vista. Scegli sempre ciò che ti piace e ti fa star bene, non sottovalutare i dettagli perché sono importanti, possono essere oggetto di piccole felicità che non potevi immaginare. Quando si sbaglia strada purtroppo è come se avessimo la vista annebbiata a tal punto da non riuscire ad avere una vita felice. Assomigliamo a quell’ubriaco che ha perduto le chiavi di casa e si ostina a cercarle nei pochi centimetri di asfalto illuminati da un lampione. A chi gli chiede se è proprio sicuro di averle perse lì, lui risponde sicuro: “niente affatto le ho perse là dietro, solo che là è troppo buio e non mi va di cercare”. Ecco, appunto, è quello che a noi spesso succede. Ovvero ci incaponiamo a cercare formule semplicistiche e improbabili toccasana per il nostro benessere e per la nostra felicità proprio là dove batte la luce rassicurante del lampione, confortati dal fatto che, se ancora non siamo abbastanza felici, è solo perché non abbiamo cercato a fondo o a sufficienza. Il resto della strada, d’altra parte, è così buio! Se in un momento qualsiasi della tua vita: pessimismo, bruttezza o svogliatezza prendessero il sopravvento, ricordati sempre che puoi decidere di essere un capolavoro. Non affogare nel fango quotidiano: lotta, indignati, sbaglia, urla se necessario, ma fa della tua unica vita un’OPERA D’ARTE

Dobbiamo convincerci che la nostra vita deve essere come un’opera d’arte, va salvaguardata come un capolavoro

Antonio Guido (dirguido@libero.it)

Non affogare nel fango quotidiano: lotta, indignati, sbaglia, urla se necessario, ma fa della tua unica vita un’OPERA D’ARTE

This article is from: