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Doppia intervista su Roncigliano.................pp
Roncigliano, attesa per il pronunciamento del TAR
I Giudici sono chiamati ad esprimersi sui ricorsi presentati dai Comuni di Ardea e Albano
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e parliamo con il Sindaco di Ardea Mario Savarese e il Vicesindaco di Albano Luca Andreassi. Sindaco Savarese, il 7 settembre è atteso il pronunciamento del Tar sul ricorso presentato contro la riapertura della discarica di Roncigliano. Quali sono le ragioni che avete avanzato e quali sono le sensazioni a pochi giorni dalla sentenza? «Anche se nel nostro ricorso ci sono motivi specifici aggiunti, purtroppo mi aspetto un rigetto della richiesta come è già avvenuto per quella di Albano. Spero tuttavia che questa volta il giudice entri nel merito della questione e ne valuti attentamente gli effetti. Anche una sua nota a latere della sentenza potrebbe essere utile alla causa» Se il ricorso sarà respinto come proseguirà la battaglia contro la discarica? «Sia io che il sindaco di Albano abbiamo presentato una denuncia contro ignoti perché la magistratura indaghi su ipotesi concrete di reati ambientali che con la riapertura della discarica di Roncigliano si stanno perpetrando. Spostando l’attenzione dalle procedure al danno ambientale contiamo di portare i giudici a ragionare su danni alla popolazione che si stanno creando». Tra i temi caldi attorno a Roncigliano c'è la questione di cosa effettivamente si stia buttando nel sito – alcuni camion sono stati respinti ad esempio – e le analisi Arpa che procedono a rilento: che idea si è fatto su tali aspetti? «Inaspettatamente ARPA ritarda a dare risultati e anche i prelievi che sono stati fatti non ritengo siano sufficienti ad una valutazione reale di quanto la discarica sta procurando al territorio. Poco importa di ciò che sta arrivando in questi giorni rispetto al danno che è già evidente. L’invaso VII progettato per mezzo milione di tonnellate di rifiuti, solo sulla carta definiti non pericolosi perché nessuno sa come questi si trasformano ad anni di distanza dal loro deposito, è ormai prossimo al 90% della sua capienza quindi non risolverà i problemi di Roma, ma di certo aggraverà quelli del nostro territorio. Per questo deve restare chiuso». Se fosse stato al posto del Sindaco di Albano, avrebbe tentato comunque la strada dell'ordinanza di chiusura anche a costo di vedersela impugnare (e magari revocare)? «Il problema di un’ordinanza sindacale non è quella di vedersela respingere. Se fosse così semplice le ordinanze fioccherebbero. Purtroppo i fatti spesso ci dimostrano che l’ordinanza non è risolutiva e che, se respinta, ha ripercussioni gravi su chi la emette. Mi comporterei come il collega: senza un’evidenza documentata che testimoni il danno e il rischio per la salute, non firmerei. Purtroppo è proprio questa evidenza che gridiamo a gran voce venga perseguita che tarda ad arrivare. Il tempo scorre e ogni giorno arrivano inesorabili i camion.. e i dati non arrivano».
Lei ha presentato un esposto-denuncia contro la Raggi: vuole aggiungere qualcosa? «L'ho fatto perché si indaghi nell’individuazione delle responsabilità. Non era possibile farne a meno».
Più volte lei ha lamentato l'esclusione di Ardea dai tavoli Istituzionali quando si è trattato di parlare di Roncigliano. Si è dato una spiegazione? «No. Capisco la prefettura e perfino la Regione perché ragionano in termini territoriali e quindi escludono Ardea in quanto la discarica si trova nel comune di Albano, ma Virginia Raggi non poteva non sapere».
Nelle foto:
(dall’alto) il Sindaco di Ardea Mario
Savarese
(sotto) Virginia Raggi, Sindaco di Roma
(continua)
La lettera
SAVARESE SCRIVE ALLA REGIONE «Di concerto e in concomitanza con i sindaci dei comuni limitrofi, ho inviato al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e al Sindaco Metropolitano Virginia Raggi, una nota con la quale è stato chiesto un procedimento di caratterizzazione dell’area della discarica, soprattutto per fare chiarezza sulla contaminazione dell’acqua e del suolo, già evidenziata in passato dalle analisi di Arpa Lazio. In caso di conferma della presenza di sostanze contaminanti superiore ai valori di concentrazione della soglia di rischio, chiediamo che si proceda a un progetto operativo per la bonifica o la messa in sicurezza dell’area. In più, siamo pronti a partecipare alle Conferenze dei Servizi che dovranno essere indette proprio nel procedimento di verifica e bonifica dell’area contaminata per difendere le ragioni e gli interessi della comunità di Ardea, come abbiamo già fatto con il ricorso al Tar avverso la riapertura della discarica e con la presentazione dell’esposto alla Procura della Repubblica per ottenere accertamenti e indagini su tutta la vicenda riguardante la riapertura del VII invaso». «Sensazioni? Temo che il Tar rigetti la nostra richiesta. Cosa sta arrivando effettivamente in discarica? Poco importa, il danno era già evidente prima, per questo il sito deve restare chiuso. Ordinanza? Avrei fatto come il mio collega di Albano»
(segue)
Vicesindaco, ci risentiamo a distanza di un mese: qual è la situazione ad oggi a Roncigliano? “Non molto diversa da quella che abbiamo raccontato un mese fa. Dal 3 agosto, al netto di alcune sospensioni legate a disposizioni della ASL in merito alla sicurezza del lavoro, si verificano conferimenti continui da parte degli impianti, sia di trattamento meccanico che di trattamento meccanico e biologico, a cui la Raggi ha ordinato di trattare il rifiuto di Roma e di abbancare gli scarti a Roncigliano. Conferimenti che sono comunque largamente inferiori rispetto ai quantitativi ordinati (300 tonnellate al giorno circa contro le 1100 previste). Insomma, oltre il danno anche la beffa visto. Era evidente sin da subito che la riapertura di Albano non avrebbe risolto alcun problema di Roma. In queste condizioni diventa è di una plastica evidenza. Nel frattempo, il Sindaco di Albano ha proceduto a depositare un esposto per raccontare a chi di competenza l’intera vicenda per valutazione di eventuale esistenza di reati. Mi pare un atto passato un po’ in sordina ma estremamente importante”. In questi giorni sono stati rispediti indietro diversi Tir carichi di rifiuti: è possibile sapere con certezza cosa sia entrato e cosa si stia effettivamente conferendo in discarica? “Nel momento in cui le rispondo ARPA Lazio non ha ancora comunicato l’esito dei controlli effettuati sul materiale in ingresso. Controlli, tra l’altro, fortemente richiesti dal Comune di Albano Laziale, preoccupato, in particolare, del fatto che gli impianti di tipo TM non sono in grado, per loro stessa natura, di produrre uno scarto stabilizzato e coerente con l’autorizzazione della discarica. A meno che il rifiuto in ingresso agli impianti medesimi non provenga da raccolta differenziata spinta. Non mi pare sia il caso di Roma”. Si è dato una spiegazione su questi ritardi da parte di Arpa nel fornire dati aggiornati in tempi stretti? “No. Raggi e Zingaretti, fingendo di battibeccare, hanno sottoscritto un cospicuo numero di ordinanze che sembrano incastrarsi perfettamente l’una con l’altra. Come in un grande puzzle. Mi spiego. L’ordinanza della Raggi su Albano trasforma, di fatto, la discarica di Roncigliano nella discarica di Roma, liberando contestualmente quella di Viterbo dagli scarti romani. A sua volta, l’ordinanza di Zingaretti su Latina individua proprio Viterbo, liberata dalla Raggi, come discarica della Città pontina. In questo modo la Città di Latina, in crisi per l’assenza di siti di discarica fino a qualche settimana fa, chiude il proprio ciclo dei rifiuti. A dirla tutta, l’incastro è ancora più raffinato. Il ciclo di Latina, infatti, si chiude anche grazie alla disponibilità di AMA di liberare spazi al termovalorizzatore di San Vittore, cosicché possa essere bruciato anche il CDR prodotto da Latina. Quello di AMA chissà dove andrà. E a che prezzi. Nel frattempo, a testimonianza che la riapertura di Albano non risolve un bel niente, come facilmente prevedibile, emerge la carenza di spazio negli impianti di Trattamento Meccanico e Biologico e, dunque, la questua alle altre Regioni, dalla Campania alla Toscana. Insomma, stiamo peggio di un mese fa con molte più domande senza risposta. Però sembra non importare a nessuno. Ma solo di mettere una toppa alla situazione di Latina e Roma. Dove, ad ottobre, come noto, si vota”. In tanti hanno chiesto al Sindaco di firmare l'ordinanza di chiusura tanto che lo stesso Borelli è dovuto intervenire a più riprese per spiegare che, allo stato attuale delle cose, non è possibile procedere in tal senso. Qual è la sua opinione in merito? “Problemi che necessitano di programmazione e progettazione non si risolvono a botte di ordinanze. Tanto che stiamo discutendo di ricorsi fatti contro le ordinanze di Raggi e di Zingaretti”. Il 6 settembre è la data cerchiata in rosso perché arriverà il responso del Tar sul ricorso e il giorno seguente ci sarà il pronunciamento anche sull'istanza avanzata dal Comune di Ardea: che sensazioni ci sono? “In realtà l’attenzione va posta, forse anche di più, su un’altra data. L’8 settembre, infatti, il TAR si pronuncerà sul ricorso della Raggi contro la delibera di Giunta Regionale che prevedeva il suo commissariamento se non avesse presentato un piano impiantistico E la Raggi, anziché presentare un piano impiantistico, ha presentato un ricorso. Che avrebbe dovuto lasciare Zingaretti e la sua Giunta indifferenti. Insomma, quando si emana un atto lo si fa nella certezza della correttezza dello stesso. E dunque mi sarei aspettato che procedesse comunque al commissariamento. Invece, il ricorso ha avuto l’effetto di trasformare tutti in statue di sale. E l’8 settembre cosa accadrà? Il Giudice accoglierà l’istanza della Raggi ritenendo illegittima la delibera regionale? A quel punto, credo, la Sindaca si sentirà autorizzata ad ordinare la riapertura di altri siti di discarica e trattamento in provincia. Anche in quei Comuni che oggi si sentono così sicuri e protetti dagli equilibri politici regionali. Anche perché la riapertura di Albano, come detto, non ha spostato di una virgola la situazione romana. Anzi, se possibile, l’ha peggiorata.Oppure, il Giudice respingerà, il ricorso della Raggi e affermerà la legittimità della delibera Regionale di Zingaretti? A quel punto il Presidente della Regione di quale mostro misterioso avrà ancora paura per evitare ancora di commissariare Virginia Raggi? E anche qui, a quel punto, la partita cambierà radicalmente. Per tutti. Scenari che dimostrano che il problema va ben oltre Albano, che risulta, agli occhi dei vari protagonisti, niente più che un incidente di percorso. Purtroppo. Ma non voglio sottrarmi alla domanda. Onestamente non ho sensazioni specifiche relativamente al nostro ricorso. Temo che il giudice potrà voler ulteriori chiarimenti, stavolta dalla Regione Lazio, vista la risposta della Raggi, circa le autorizzazioni ed il complessivo quadro ambientale. Magari richiedendo una consulenza tecnica d’ufficio. Prendendo, dunque, altro tempo”.