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IONI
pubblicità elettorale omm. resp. il candidato
Gallo
EZ E EL L A I S P EC
Un voto per contare
Anno XXIII, numero 5 (632) - SPECIALE ELEZIONI - 3/16 marzo 2018 - www.ilgallo.it - info@ilgallo.it
Elezioni politiche del 4 marzo TRICASE, ACAIT
FESTA DELLA DONNA
L’ingegnere comunale Vito Ferramosca: “Nulla lasciava presagire quei crolli”
pubblicità elettorale omm. resp. il candidato
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MARZO
Nel 1946 Rita Montagnana, Teresa Noce e Teresa Mattei, proposero la mimosa come simbolo in quanto fiorisce proprio nei primi di marzo
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Favori, scambi, voti comprati, una campagna elettorale che sempre meno è declinata sulle idee, quanto piuttosto su un generico rinnovamento a cui il Paese non crede. E allora monta la rabbia: non voto, tutti a casa, tanto siete tutti uguali. Tante storture che ci spingono a rinunciare ad un nostro diritto/dovere (e privilegio). Ma non deve, non può essere così. Come scrive Roberto Saviano l’espressione “sono tutti uguali” è “un’ arma micidiale contro gli onesti e l’alibi più efficace per i disonesti”. Bisogna solo saper scegliere bene alle urne perché “la politica non è solo uno scambio di favori, una strada furba per ottenere qualcosa che senza pagare il potere sarebbe impossibile raggiungere. Che restare in Italia, vivere e partecipare è necessario. Che la felicità non è un sogno da bambini ma un orizzonte di diritto”. E poi, pensateci bene: è più facile prendere per i fondelli la quasi totalità degli italiani che utilizza l’arma del voto o il 30% che è la somma tra quelli che sono schierati a prescindere e gli eroici resistenti che non si arrendono alla mediocrità?
Istruzioni per l’uso
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Si vota dalle 7 alle 23 di domenica 4. Ad ogni elettore nel seggio saranno consegnate due schede, una per la Camera e una per il Senato. Lo spoglio avrà inizio dopo le 23. Occhio al bollino antifrode...
La mia prima volta 10/11
Sceglieremo tra loro
Tutti i candidati a Camera e Senato nei collegi uninominali e proporzionali che ci interessano da vicino
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I programmi
20 18 Voterai? Cosa speri di cambiare con il tuo voto? Le risposte di alcuni neomaggiorenni salentini
Le proposte riguardanti alcune delle tematiche fondamentali per il futuro del nostro Paese
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pubblicitĂ elettorale
3/16 marzo 2018
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vademecum
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Domenica 4 marzo, istruzioni per l’uso come si vota
Il
grande giorno è arrivato: domenica 4 marzo saremo chiamati alle urne per eleggere chi siederà nei prossimi anni sugli scranni di Camera e Senato. Si vota dalle 7 alle 23 e lo spoglio inizierà subito alla chiusura delle urne. Ad ogni elettore nel seggio saranno consegnate due schede, una per la Camera e una per il Senato. Con la scheda rosa l’elettore darà il suo voto sia per il candidato uninominale che per le liste che concorrono nella parte plurinominale per la Camera, così come la scheda gialla servirà per dare sia il voto uninominale che plurinominale del Senato. In entrambi i casi, la scheda è divisa in rettangoli: nella parte superiore di ogni rettangolo è riportato nome e cognome del candidato uninominale; nella parte inferiore la lista o le liste che lo supportano. L’elettore può votare in diversi modi: tracciando un segno su una delle liste ed in questo caso il voto si trasferisce al candidato uninominale a cui la lista è collegata; tracciando un segno sia sul nome del candidato uninominale che su una delle liste a lui collegate; tracciando un segno solo sul nome del candidato uninominale. In quest’ultimo caso, se il candidato è sostenuto da una sola lista (è il caso del Movimento 5 Stelle), il voto si trasferisce anche alla lista; se, invece, il candidato è sostenuto da più liste (è il caso delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra): tutti i voti dati al singolo candidato uninominale vengono distribuiti tra le liste che lo sostengono, proporzionalmente ai voti presi in quel collegio elettorale. Non è consentito il voto disgiunto: non si può votare per una lista e per un candidato uninominale non collegato a quella lista. In questo caso il voto viene annullato.
Come si viene eletti?
Rosatellum bis: come funziona?
Il Rosatellum bis ha istituito un sistema misto che prevede l’elezione del 37% dei seggi con il metodo maggioritario e del 61% con quello proporzionale (il restante 2% è riservato alla sezione Estero). I seggi assegnati mediante metodo maggioritario andranno a coloro che avranno ricevuto più voti (ne basta anche uno solo in più), diversamente dal metodo proporzionale, che assegnerà a ogni lista un numero di parlamentari in relazione ai voti ottenuti nei collegi seguendo l’ordine in cui compaiono i nomi nella scheda. PER LA CAMERA. La Camera dei deputati è composta da 630 seggi; di questi, 232 saranno assegnati con collegi uninominali maggioritari: in pratica, vince il candidato che prende più voti. Gli altri 386 seggi saranno assegnati ai collegi plurinominali composti da piccole liste bloccate. A questo proposito va detto che la Corte Costituzionale aveva dichiarato l’illegittimità delle liste bloccate nei grandi collegi.
Questo perché le liste bloccate impediscono un’effettiva scelta dei candidati da parte degli elettori, i quali possono scegliere solamente tra i diversi nominativi indicati dai partiti. Il Rosatellum bis aggira l’ostacolo, in quanto si è ritenuto che i collegi siano abbastanza piccoli da garantire la riconoscibilità del candidato: i cosiddetti listini, infatti, sono composti da un minimo di due ad un massimo di quattro candidati. A ciò si aggiunga che i nomi sono tutti scritti sulla scheda elettorale. Per quanto riguarda la circoscrizione Estero, sono 12 gli eletti con il proporzionale. AL SEnATo. Su 315 seggi disponibili, ne saranno assegnati 116 con i collegi uninominali (metodo maggioritario) e 193 nei collegi plurinominali (proporzionale). Anche in questo caso, i 116 candidati più votati in ogni collegio uninominale otterranno direttamente il proprio seggio, anche se vincitori per un solo voto. Sono 6, invece, i seggi destinati alla circoscrizione Estero.
nei collegi uninominali il seggio è assegnato al candidato che consegue il maggior numero dei voti. Per i seggi da assegnare alle liste nei collegi plurinominali, il riparto avviene a livello nazionale, con metodo proporzionale, tra le coalizioni di liste e le liste che abbiano superato le soglie di sbarramento. Il deputato eletto in più collegi plurinominali è proclamato nel collegio nel quale la lista cui appartiene ha ottenuto la minore percentuale di voti validi rispetto al totale dei voti validi del collegio. Il deputato eletto in un collegio uninominale e in uno o più collegi plurinominali si intende eletto nel collegio uninominale.
Soglie di sbarramento
Il Rosatellum bis prevede diverse soglie di sbarramento. La soglia di sbarramento è quella percentuale di voti che, se non raggiunta, impedisce al partito di ottenere seggi e quindi di esprimere propri candidati in Parlamento. nello specifico, nella quota proporzionale è prevista una soglia del 3% su base nazionale, sia per la Camera che per il Senato, con la sola eccezione dei partiti che rappresentano le minoranze linguistiche per le quali, nella regione di riferimento, la soglia è fissata al 20%. Per le coalizioni, invece, è prevista una soglia minima del 10%, ma all’interno dell’alleanza almeno un partito deve prendere il 3%. I voti delle liste coalizzate che non raggiungono il 3%, ma superano l’1%, confluiscono nella coalizione.
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elezioni politiche
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la scelta
COLLEGI SALENTINI
3/16 marzo 2018
PUGLIA 07 - LeCCe. Arnesano, Campi Salentina, Carmiano, Cavallino, Guagnano,
Lecce, Lequile, Lizzanello, Monteroni, Novoli, Salice, San Cesario,San Donato, San Pietro in Lama, Squinzano, Surbo, Trepuzzi, Veglie
PUGLIA 08 - nARdò. Aradeo, Calimera, Caprarica, Carpignano, Castrì,Castrignano de’
Greci, Collepasso, Copertino, Corigliano, Cursi, Cutrofiano, Galatina, Galatone, Gallipoli, Leverano, Maglie, Martano, Martignano, Melendugno, Melpignano, Nardò, Neviano, Porto Cesareo, Sannicola, Seclì, Sogliano, Soleto, Sternatia, Vernole, Zollino
PUGLIA 09 - CAsARAnO. Acquarica, Alessano, Alezio, Alliste, Andrano, Bagnolo,
Botrugno, Cannole, Casarano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano, Giuggianello, Giurdignano, Matino, Melissano, Miggiano, Minervino, Montesano, Morciano, Muro, Nociglia, Ortelle, Otranto, Palmariggi, Parabita, Patù, Poggiardo, Presicce, Racale, Ruffano, Salve, San Cassiano, Sanarica, S. Cesarea, Scorrano, Specchia, Spongano, Supersano, Surano, Taurisano, Taviano, Tiggiano, Tricase, Tuglie, Ugento, Uggiano
Camera: i canditati ai collegi uninominali PUGLIA 07
PUGLIA 08
PUGLIA 09
Centrosinistra salvatore Capone
Centrosinistra sergio Blasi
Centrosinistra ada fiore
Centrodestra saverio Congedo
Centrodestra andrea Caroppo
Centrodestra roCCo palese
Movimento 5 stelle MiChele nitti
Movimento 5 stelle Maria s. aleManno
Movimento 5 stelle nadia aprile
liberi e Uguali alBerto ColUCCi
liberi e Uguali MarCello risi
liberi e Uguali salvatore piConese
Casapound serena grasso
Casapound pierpaolo giUri
Casapound andrea pizzileo
3/16 marzo 2018
4 marzo 2018
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Puglia 02: tutti i canditati alla Camera nel nostro collegio proporzionale
7 seggi. Per le mini-liste nel collegio più a sud dello Stivale
partito deMoCratiCo
Francesco Boccia Paola Povero Raffaele Pappadà Lavinia Puzzovio
insieMe
Donato Pellegrino Giorgia Libardo Gianfranco Ruggeri Anna Mariggiò
forza italia
Elvira Savino Elio Vito Michaela Di Donna Stefano Gallo
noi Con l’italia
Raffaele Fitto Gabriella Carlucci Francesco Bruni Stefania Oltremarini
+ eUropa
Andrea Salvati Eleonora Stomeo Emanuele Paglialunga Rossella Mastrototaro
CiviCa popolare
Luca Russo Alessia Ruggeri Francesco D’Agostino Lara Carrozzo
fratelli d’italia
Marcello Gemmato Maria Rosaria Tucci Perpaolo Signore Ivana Vallone
CasapoUnd
Simone Di Stefano Emanuela Florino Matteo Umberto Centonze Serena Grasso
liBeri e UgUali
Rossella Muroni Gabriele Abaterusso Daniela Sindaco Giuliano Benincasa
potere al popolo
Virginia Amorosi Andrea Cataldo Fabio De Nardis Maria SImmini
lega
Rossano Sasso Anna Rita Tateo Salvatore Di Mattina Rosa Testino
MoviMento 5 stelle
Diego De Lorenzis Veronica Giannone Leonardo Donno Annalisa Urso
Bisogna sapere che... I minori possono accedere nella cabina elettorale con i genitori? No. L’elettore deve recarsi da solo nella cabina elettorale, fatti salvi i casi tassativamente previsti dalla legge di voto assistito, con la presenza di accompagnatori per gli elettori materialmente impediti nell’espressione autonoma del voto. Che cos’è il “tagliando antifrode”? Le nuove schede elettorali sono dotate di un’appendice cartacea munita di un “tagliando antifrode” con un codice progressivo alfanumerico generato in serie; dopo che l’elettore ha votato ed ha restituito la scheda al presidente del seggio debitamente piegata, tale appendice con il tagliando è staccata dalla scheda e conservata dai componenti dei seggi elettorali, che controllano se il numero del tagliando sia lo stesso di quello annotato prima della consegna della scheda all’elettore; solo dopo tale controllo il presidente del seggio inserisce la scheda stessa nell’urna. Si può accedere nella cabina elettorale con il telefono cellulare? No. Il telefono cellulare dev’essere consegnato ai componenti del seggio prima di entrare nella cabina elettorale. Sono previste sanzioni per coloro i quali non si attengono a tale disposizione. Nel caso in cui l’elettore si renda conto di avere sbagliato, può sostituire la scheda e ripetere la votazione? Sì, secondo la più recente giurisprudenza, l’elettore che si rende conto di aver sbagliato nel votare può chiedere al presidente del seggio di sostituire la scheda stessa, potendo esprimere nuovamente il proprio voto. A tal fine, il presidente gli consegnerà una nuova scheda, inserendo quella sostituita tra le “schede deteriorate”. Quali sono le modalità di espressione del voto? Il seggio consegna all’elettore due schede, una per la Camera ed una per il Senato (sempreché l’elettore abbia compiuto 25 anni, altrimenti gli viene consegnata la sola scheda per la Camera). I modelli delle due schede sono identici. Le schede recano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste ad esso collegate. I contrassegni delle liste hanno riportati a fianco i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto è espresso tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto così espresso vale ai fini dell’elezione del candidato nel collegio uninominale ed a favore della lista nel collegio plurinominale. Qualora il segno sia tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata. In presenza di più liste collegate in coalizione, il voto è ripartito tra le liste della coalizione, in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale. Dove e come si rinnova la tessera elettorale che ha esaurito i diciotto spazi per la certificazione del voto? La tessera elettorale si rinnova presso l’ufficio elettorale del comune di residenza; è opportuno che gli elettori che hanno necessità di rinnovare la tessera elettorale si rechino per tempo presso l’ufficio elettorale del comune di residenza, al fine di evitare una concentrazione delle domande di rinnovo nei giorni immediatamente antecedenti ed in quello della votazione; tale ufficio resterà comunque aperto dalle ore 9 alle ore 18 nei due giorni antecedenti la data della consultazione e, nel giorno della votazione, per tutta la durata delle operazioni di votazione, e quindi dalle ore 7 alle ore 23.
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4 marzo 2018
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la scelta
COLLEGI SALENTINI
3/16 marzo 2018
PUGLIA 05 - LeCCe. (Comuni leccesi) Arnesano, Campi Salentina, Carmiano, Cavallino,
Guagnano, Lecce, Lequile, Lizzanello, Monteroni, Novoli, Salice, San Cesario,San Donato, San Pietro in Lama, Squinzano, Surbo, Trepuzzi, Veglie
PUGLIA 06 - nARdò. Acquarica, Alessano, Alezio, Alliste, Andrano, Aradeo, Bagnolo,
Botrugno, Calimera, Cannole, Caprarica, Carpignano, Casarano, Castrignano de’ Greci, Castrignano del Capo, Castrì, Castro, Collepasso, Copertino, Corigliano, Corsano, Cursi, Cutrofiano, Diso, Gagliano, Galatina, Galatone, Gallipoli, Giuggianello, Giurdignano, Leverano, Maglie, Martano, Martignano, Matino, Melendugno, Melissano, Melpignano, Miggiano, Minervino, Montesano, Morciano, Muro, Nardò, Neviano, Nociglia, Ortelle, Otranto, Palmariggi, Parabita, Patù, Poggiardo, Porto Cesareo, Presicce, Racale, Ruffano, Salve, San Cassiano, Sanarica, Sannicola, S. Cesarea, Scorrano, Seclì, Sogliano, Soleto, Specchia, Spongano, Sternatia, Supersano, Surano, Taurisano, Taviano, Tiggiano, Tricase, Tuglie, Ugento, Uggiano, Vernole, Zollino
Senato: i canditati ai collegi uninominali PUGLIA 05
PUGLIA 06
Centrosinistra dario stefàno
Centrosinistra teresa Bellanova
Centrodestra lUigi vitali
Centrodestra lUCiano Cariddi
Movimento 5 stelle iUnio valerio roMano
Movimento 5 stelle BarBara lezzi
liberi e Uguali irene strazzeri
liberi e Uguali MassiMo d’aleMa
Casapound pierlUigi anniChiariCo
Casapound feliCe leCCiso
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Puglia 02: tutti i canditati al Senato nel nostro collegio proporzionale
6 seggi. Per le mini liste nel collegio del sud pugliese
partito deMoCratiCo
Dario Stefàno Alessandra Antonica Giuseppe De Silvio Rosy Barretta
insieMe
Mimmo Lomelo Valentino Lovecchio Donato Dell’Aquila Alba Chiara Scarpa
forza italia
Luigi Vitali Licia Ronzulli Michele Boccardi Giuseppina Resta
noi Con l’italia
Antonio Raone Simona Manca Carmelo M. Romano Federica Nuzzaci
+ eUropa
Giordano Masini Mina Welby Giancarlo Ragone Ilaria Donatio
CiviCa popolare
Gregorio Dell’Anna Silvana Priore Antonio Russo Paola Maddalò
fratelli d’italia
Daniela Santanchè Paolo Perrone Antonietta Manghisi Christian Continelli
CasapoUnd
Felice Lecciso Nunzia Dambra Marco Canepa Maria Teresa Colucci
liBeri e UgUali
Massimo D’Alema Annalisa Pannarale Antonio De Donno Rosanna Cavallo
potere al popolo
Ada Donno Caludio Martenucci Rita Nini Ivano Valente
lega
Roberto Marti Antonella Lella Antonio Scianaro Isabella Di Bari
MoviMento 5 stelle
Barbara Lezzi Maurizio Buccarella Daniela Donno Cataldo Mininno
Il Bollino antifrode
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er le prossime elezioni oltre alle nuove modalità di votazione salta agli occhi la novità del “Bollino antifrode“. Il bollino removibile servirà ad evitare la frode della, ormai famosa, “scheda ballerina” tanto utilizzata dalla malavita e, anche, dai compratori di voti. Nelle passate elezioni, con la compiacenza di alcuni membri dei seggi elettorali, il malavitoso si impossessava di una scheda bianca (completa di timbri e firme di scrutatori e presidente di seggio), la compilava con il voto a favore del candidato predestinato per consegnarla ad un elettore “amico” che la infilava nell’urna. L’elettore “amico” metteva in tasca la scheda ricevuta nel seggio e non votata e, all’uscita, la consegnava al delinquente che provvedeva a compilarla, votando il candidato favorito dal clan e a consegnarla ad un altro elettore amico che ripeteva l’operazione. La legge n. 165 del 3 novembre 2017 , ha modificato, non solo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali, ma integrato alcuni articoli del sistema elettorale riguardanti proprio la frode elettorale.
Di seguito le integrazioni agli articoli riguardanti il Bollino antifrode: 6. Ogni scheda è dotata di un apposito tagliando rimovibile, dotato di codice progressivo alfanumerico generato in serie, denominato “tagliando antifrode”, che e’ rimosso e conservato dagli uffici elettorali prima dell’inserimento della scheda nell’urna».… 19. All’articolo 58 del decreto del Presidente della Repubblica, n. 361, del 1957, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al primo comma, dopo le parole: «scheda e» sono inserite le seguenti: «annotato il codice progressivo alfanumerico del tagliando antifrode»; d) al terzo comma, le parole: «e pone la scheda stessa nell’urna» sono sostituite dalle seguenti: «stacca il tagliando antifrode dalla scheda, controlla che il numero progressivo sia lo stesso annotato prima della consegna e, successivamente, pone la scheda senza tagliando nell’urna». «Art. 58. – Riconosciuta l’identità personale dell’elettore, il presidente estrae dalla cassetta o scatola una scheda e, annotato il codice progressivo alfanumerico del tagliando antifrode, la consegna all’elettore opportunamente piegata insieme alla matita copiativa. 3. Compiuta l’operazione di voto, l’elettore consegna al presidente la scheda chiusa e la matita. Il presidente constata la chiusura della scheda e, ove questa non sia chiusa, invita l’elettore a chiuderla, facendolo rientrare in cabina; ne verifica l’identità esaminando la firma e il bollo, e confrontando il numero scritto sull’appendice con quello scritto sulla lista; ne distacca l’appendice seguendo la linea tratteggiata, stacca il tagliando antifrode dalla scheda, controlla che il numero progressivo sia lo stesso annotato prima della consegna e, successivamente, pone la scheda senza tagliando nell’urna.
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Aspettando le elezioni: i costi della casta conti in tasca
Quanto guadagnano? Facciamo le pulci a deputati e senatori tra indennità, rimborsi, ecc. Ed in pensione...
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uanto guadagnano deputati e senatori? Ce lo siamo chiesto alla vigilia delle lezioni ricordanco anche dei tanti tentativi falliti per la riduzione della spesa legata alle remunerazioni dei frequentatori dei palazzi romani. Si, lo sappiamo è un processo populistico e anche retribuzioni o privilegi così distanti dalla vita di ogni giorno di ognuno di noi potrebbero al limite essere tollerati nel caso davvero facessero bene il loro dovere, migliorando i servizi, trovando soluzioni ai problemi, e facendo in modo insomma che tutti si viva meglio nel nostro Paese. La storia (non solo) recente, però, dice il contrario e questo è inconfutabile. Quindi proprio alla vigilia delle elezioni a fare i conti in tasca ai frequentatori dei palazzi romani e metterli in piazza ci proviamo un certo gusto perchè è giusto che aumenti lo sdegno. Un parlamentare ha diritto ad un’indennità lorda mensile di 11.703 euro, pari a 5.346,54 euro netti. Poco? Certo ma bisogna aggiungere diaria, i rimborsi spese, rimborsi telefonici ed i rimborsi di trasporto. Senza dimenticare assegno di fine mandato e pensione. ogni deputato percepisce 3.503,11 euro di diaria; 3.690 euro di rimborso spese di mandato; 1.200 euro all’anno di spese telefoniche (100 euro al mese!); 3.995,10 euro ogni tre mesi per le spese di trasporto. Facendo quattro conti ogni parlamentare percepisce 13.971,35 euro. Le spese telefoniche e di trasporto sono comprese nel prezzo, quindi non dovranno spendere un euro per telefonare o viaggiare in aereo. E, se abitano a Roma o vicino, il rimborso per il trasporto lo prendono lo stesso! Un senatore prende un’indennità mensile lorda leggermente più bassa di quella del deputato, 10.385,31 euro, cioè 5.304,89 euro netti (circa 200 euro in meno per i senatori che hanno un’attività lavorativa). Inoltre incassa: 3.500 euro di diaria; 4.180 euro di rimborso spese di mandato; 1.650 euro al mese di rimborso forfettario telefonico e di trasporto. In totale raggiunge i 14.634,89 euro al mese.
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Rimborsi per esercizio del mandato
T
ra le voci che stabiliscono quanto guadagna un parlamentare c’è quella del rimborso spese per l’esercizio del mandato (3.690 euro per i deputati e 4.280 euro per i senatori). Il 50% viene erogato a titolo forfettario, mentre il restante 50% viene corrisposto con una distinta in cui si dimostra di aver speso i soldi per: collaboratori (tra cui il famoso portaborse); consulenze; ricerche; gestione dell’ufficio; uso di banche dati pubbliche; convegni; sostegno dell’attività politica.
Le spese dei trasporti
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parlamentare ha diritto fuori dal rimborso per le spese di trasporto alle tessere Viacard o Telepass per le autostrade ed a quelle per viaggiare con l’aereo, con il treno o con la nave. Inoltre, ogni deputato percepisce ogni trimestre 3.323,70 euro per andare da Montecitorio a Fiumicino o viceversa e per recarsi dal suo luogo di residenza all’aeroporto più vicino se deve percorrere fino a 100 km. Se la distanza tra casa ed aeroporto sale la cifra è di 3.995,10 euro. Ciò che stona, possiamo dirlo apertamente, è che chi abita a 5 minuti a piedi dalla Camera dei Deputati questi soldi li prende lo stesso.
Assegno di fine mandato
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deputati versano ogni mese ad un fondo creato appositamente per loro una quota dell’indennità lorda, pari a 784,14 euro. Quando abbandonano Montecitorio perché non più eletti o perché non si presentano più alle elezioni, ricevono un assegno di fine mandato equivalente all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità per ogni legislatura o frazione di mandato non inferiore a 6 mesi.L’importo versato dai senatori è del 4,5% dell’indennità lorda.
I
Che pensione!
parlamentari eletti dopo il 1 gennaio 2012 hanno un trattamento pensionistico basato sul sistema contributivo simile a quello dei dipendenti pubblici (in teoria lo sarebbero). A quelli eletti prima di quella data (ce ne sono eccome) ed a quelli cessati ma poi rieletti viene applicato un sistema pro rata basato sulla somma della quota assegno vitalizio maturata al 31 dicembre 2011 e una quota relativa all’incremento contributivo che riguarda gli ultimi anni di mandato. I parlamentari hanno diritto alla pensione dopo aver compiuto i 65 anni ed avere avuto un mandato di almeno 5 anni. Per ogni anno di mandato in più si scala un anno anagrafico: 6 anni in Parlamento, pensione a 64 anni; 7 anni in Parlamento, pensione a 63 anni e così via fino al minimo di 60 anni di età. Chi viene eletto a 50 anni, insomma, può smettere dopo un paio di legislature.
Pianisti eccezionali: che orchestra al Senato!
E se non vanno in aula?
Se
un lavoratore non si presenta in ufficio senza valido motivo può essere licenziato. Un parlamentare, però, può permettersi di non presentarsi in aula (anche se, così facendo, fa saltare l’approvazione di una legge) rinunciando appena a qualche soldo. non è che deve rinunciare alla sua carica... ci mancherebbe! In caso di assenza non giustificata ai lavori dell’Assemblea, la diaria può essere ridotta di 206,58 euro al giorno quando il parlamentare non risponde ad almeno il 30% delle chiamate al voto. Se l’assenza interessa le sedute delle Giunte, delle Commissioni permanenti o speciali, del Comitato per la legislazione o di altre commissioni o organismi interni al Parlamento, la decurtazione è di 500 euro al mese sulla diaria in base alla percentuale di assenze. Attenzione: sulla diaria. Significa che lo stipendio base, cioè l’indennità, arriva comunque intatto.
La riforma dei vitalizi
luglio la Camera ha approvato la legge taglia vitalizi firmata Matteo Richetti, deputato del Partito Democratico, che ha potuto contare anche sul sostegno del Movimento 5 Stelle. Diverse le novità presenti nel testo. Per prima cosa verrebbero cancellati i vitalizi, con la pensione dei parlamentari che sarebbe notevolmente decurtata passando infatti dal sistema di calcolo retributivo a quello contributivo. Una riforma che secondo l’Inps porterebbe lo Stato a risparmiare 760 milioni di euro nei prossimo dieci anni. Cifre da capogiro che fanno aumentare la curiosità su quanto guadagnano i nostri parlamentari. Per diventare legge però la riforma Richetti doveva essere anche approvata in maniera definitiva al Senato. Lo scioglimento anticipato delle Camere ha però di fatto affossato la legge. La riforma degli stipendi dei parlamentari quindi è rimasta chiusa in un cassetto del Senato, con tutti i discorsi a riguardo che di conseguenza devono essere rimandati alla prossima legislatura (fonte money.it).
25mila euro di rimborsi sanitari
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er ogni parlamentare è prevista l’assistenza sanitaria integrativa e quindi un rimborso che può raggiungere i 25 mila euro nell’arco di un quinquennio. Un plafond, come ha denunciato l’Espresso, che comprende anche “lo sbiancamento di denti non vitali (250 euro per dente!)” e “corone in oro e porcellana” a 1.150 euro l’una. Ad ogni senatore della Repubblica spetta un plafond supplementare da 1.500 euro l’anno per “una depressoterapia intermittente”. Una somma che può essere spesa anche per “un’idrochinesiterapia” (piscine termali) e pure, se si tiene alla linea, per “drenaggio linfatico manuale”.Il tariffario di Palazzo Madama prevede anche “sedute individuali di training per dislessici”, e che prevede risarcimenti di quasi mille euro al mese per pagare un infermiere in caso di bisogno (il servizio si può estendere anche ai genitori del senatore). Il senatore può presentare anche fattura per un paio di scarpe ortopediche da 600 euro e, se colto da attacchi d’ansia, può spendere 5 mila euro l’anno per sedute dallo strizza-cervelli.
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18 anni
ilgallo.it
Il primo voto non si scorda mai
3/16 marzo 2018
a scuola
Il futuro. Il raggiungimento della maggiore età: il diritto e la responsabilità di contribuire all’elezione di chi ci amministrerà nei prossimi anni Cristiano
di Cannole
vB liceo “Capece” di Maglie
Andrai a votare il 4 marzo? “L’astensionismo come forma di protesta credo sia oggigiorno un pericolo. Le votazioni saranno per me un appuntamento improrogabile”. Cosa speri di cambiare con il tuo voto? “Innanzitutto fermare questa pericolosissima deriva fascista e xenofoba visibile in questi ultimi periodi e contribuire ad un cambiamento volto alla legalità e all’uguaglianza”.
federico
di Carpignano salentino
francesca
di san Cassiano
vC liceo “Capece” di Maglie Andrai a votare? “Si, perché posso finalmente esprimere il mio parere su scala nazionale”. Cosa speri di cambiare con il tuo voto? “Spero di dare il mio apporto per cambiare la politica attuale che, sotto false proposte utopistiche, nasconde interessi privati e utilitaristici. Solo così si potrà raggiungere l’equilibrio sociale e i diritti di ogni italiano.
emanuela va liceo “Capece” di Maglie
Andrai a votare il 4 marzo? “Certo che sì, non posso perdere l’occasione di dire la mia in un evento così importante”. Cosa speri di cambiare con il tuo voto? “Spero vivamente in un’Italia più accogliente e meno chiusa e, soprattutto, più vicina ai bisogni degli ultimi. Odio e violenza non potranno mai risolvere nulla”.
di san dana
(Gagliano del Capo)
va - i.i.s.s. “don tonino Bello” di tricase ed alessano
Andrai a votare il 4 marzo? “Sì, certamente andrò a votare. Voglio sentirmi partecipe della vita politica del mio Paese”. Cosa speri di cambiare con il tuo voto? “Spero di contribuire al cambiamento economico-sociale dell’Italia: la situazione di troppe famiglie e troppi lavoratori è critica e vorrei vedere dei veri miglioramenti”.
francesca di Tricase
va liceo scientifico “stampacchia” di tricase Andrai a votare il 4 marzo? “Si, anche se sono molto combattuta” Cosa speri di cambiare con il tuo voto? “A sentire tutto quello che si dice e che si legge che sarà sempre tutto uguale, che non cambierà mai nulla, non mi conforta. Ma, d’altro canto, non votare è peggio, spero vivamente che anche il mio voto possa contribuire a cambiare qualcosa”.
iacopo di Tricase
vC liceo scientifico “stampacchia” di tricase Andrai a votare? “Si, perché è l’unica arma a disposizione per esprimere il nostro giudizio”. Cosa speri di cambiare con il tuo voto? “Spero di modificare non il sistema in sé, ma la mentalità di ogni individuo che ha come scopo l’utile personale. Il fine è quello di creare una società che badi più al senso comune”
la prima volta
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emanuele
di Castrignano del Capo
va - i.i.s.s. “don tonino Bello” di tricase ed alessano
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Andrai a votare il 4 marzo? “Si, decisamente”. Cosa speri di cambiare con il tuo voto? “Il mio voto come unica voce, credo valga poco, ma se inserita in un coro di voci credo che possa fare la differenza. Bisogna andare a votare, sfatare il sentimento comune che votare non serve a cambiare le cose, se disertiamo le urne davvero non cambierà nulla”.
alessandro di Tricase
luca di Casarano
va liceo Classico “stampacchia” di tricase
neodiplomato perito meccanico al “Meucci” di Casarano
Andrai a votare? “Si, quest’anno sarà la prima volta che voterò”. Cosa speri di cambiare con il tuo voto? “Credo e spero in un cambiamento, indeterminatamente dal partito politico che andrò a votare; spero che le cose possano cambiare in meglio e favorire non solo le grandi aziende Nazionali, ma anche le piccole aziende locali”.
Al voto per la prima volta, Luca è già inserito nel mondo del lavoro. Andrai a votare? “È un’opportunità da non perdere anche se si ha l’impressione siano tutti inadatti”. Cosa speri di cambiare con il tuo voto? “La campagna elettorale non ha certo aiutato nella decisione È proprio questo il motivo che mi fa essere disincantato e pensare che, in fondo, difficilmente qualcosa cambierà”.
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salvatore di Casarano liceo artistico “giannelli” di parabita
Andrai a votare? “Andrò sicuramente a votare”. Cosa speri di cambiare con il tuo voto? “Non so se realmente potrò cambiare qualcosa ma so che è l’unica occasione che ho per esprimere il mio senso di democrazia, di sentirmi parte attiva nella vita del mio Paese”.
William di Racale
liceo Classico “r.l. Montalcini” di Casarano Andrai a votare? : “Certo, votare per la prima volta è una grande emozione, un traguardo importante che ti dà la consapevolezza di essere cresciuto”. Cosa speri di cambiare con il tuo voto? “onestamente non so se le cose, dopo questo voto, realmente cambieranno ma alla mia età non posso che sperarlo”.
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ilgallo.it
se mi voti....
verso le elezioni
Proposte e programmi: 3/16 marzo 2018
I 10 punti del Centrodestra: dalla flat tax all’aumento delle pensioni minime
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P
ubblichiamo a fianco i programmi dei partiti in corsa alle prossime elezioni politiche. Per offrire un po’ di chiarezza e di sintesi, sono state prese in considerazione le proposte riguardanti le tematiche fondamentali per il futuro del Paese contenute nei programmi delle forze politiche maggiormente diffuse e rappresentative a livello nazionale. Le maggiori coalizioni in sfida per contendersi la guida del paese e per portare i propri rappresentanti al Parlamento sono: la coalizione di Centrodestra, il Centrosinistra guidato dal PD, il Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali e +Europa.
lle prossime elezioni politiche, i quattro principali partiti di centrodestra (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia che mette insieme i centristi fedeli a Berlusconi. nella formazione convergono l’Ala Destra di Ap, Direzione Italia di Raffaele Fitto, l’Udc di Lorenzo Cesa, il Cantiere Popolare di Saverio Romano, Far’ di Flavio Tosi, Scelta Civica, l’ex Ap Enrico Costa e Idea Gaetano Quagliariello), si presenteranno come parte di un’unica coalizione senza nome. I leader dei partiti hanno firmato un programma comune in 10 punti da sottoporre all’attenzione dei cittadini e hanno preannunciato che per la scelta del capo di un eventuale e futuro Governo di centrodestra si guarderà a chi ha preso più voti dentro la coalizione. I temi fondamentali su cui si assesta l’attenzione della coalizione riguardano l’abbassamento delle tasse, una minore
dipendenza dall’Europa, famiglia, immigrazione e una maggiore attenzione alla sicurezza. Il Centrodestra propone, infatti, di riformare il sistema tributario introducendo un’unica aliquota fiscale (Flat tax) per famiglie e imprese, una “no tax area” e meno imposte. Ad esempio si prevede l’addio a quella sulle donazioni, all’imposta di successione, alla tassa sulla prima casa, al bollo sulla prima auto. La lotta alla povertà, per la coalizione, passa anche attraverso l’aumento delle pensioni minime, delle pensioni alle mamme, del raddoppio dell’assegno minimo per le pensioni di invalidità e sostegno alla disabilità, dell’azzeramento della legge Fornero e dell’introduzione di una nuova riforma previdenziale. Altro punto fondamentale della coalizione rimane quello di svincolarsi dall’Europa, abbandonando le politiche di austerità e le regolamentazioni
eccessive, e revisionando i trattati europei, in generale assicurare un recupero di sovranità, sul modello tedesco, con prevalenza della nostra Costituzione sul diritto comunitario. In ambito di sicurezza il programma del centrodestra appare orientato alla lotta al terrorismo e disciplinare l’immigrazione: si punta, tra le altre cose, a introdurre il principio che la difesa è sempre legittima, a valorizzare le Forze dell’ordine, a riprendere il controllo dei confini, a bloccare gli sbarchi con respingimenti assistiti e attraverso la stipula di trattati e accordi con i Paesi di origine dei migranti economici, a rimpatriare tutti i clandestini, a sviluppare un “Piano Marshall per l’Africa”. Ancora, si legge nel programma, si promette l’efficientamento della “macchina dello Stato” e anche un Piano per il Sud, per assicurare lo sviluppo infrastrutturale e industriale del Mezzogiorno e uso
più efficiente dei fondi europei, e un piano straordinario per le zone terremotate. Alla famiglia, “primo e fondamentale nucleo della società”, si pensa tramite un piano straordinario per la natalità con asili nido gratuiti e assegni familiari proporzionali al numero dei figli, tutelando il lavoro delle giovani madri e difendendo le pari opportunità, nonché garantendo la piena occupazione per i giovani attraverso stage, lavoro e formazione. Infine, particolare attenzione anche agli animali domestici e di affezione (con l’introduzione di un Codice che ne tuteli i diritti), alla riforma della giustizia per assicurare il diritto a un giusto processo, agli investimenti nell’istruzione e nella sanità pubblica, all’azzeramento della povertà assoluta con un grande Piano di sostegno ai cittadini italiani in condizione di estrema indigenza, allo scopo di ridare loro dignità economica.
Movimento 5 Stelle: via 400 leggi “inutili”, fondi per nuove tecnologie, reddito di cittadinanza...
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Movimento 5 Stelle, capeggiato dal deputato Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera nell’ultima legislatura, ha proposto un lungo programma elettorale elaborato attraverso la piattaforma online Rousseau e pubblicato sul sito internet del partito. nel dettaglio: sviluppo economico, esteri, fisco, scuola, università e ricerca, banche, beni culturali, telecomunicazioni, turismo, ambiente, giustizia, affari costituzionali, salute, immigrazione, trasporti, energia, lavoro, difesa. Molti sono i richiami a storici obiettivi del M5S, tra cui il reddito di cittadinanza e il drastico taglio dei costi della politica. In uno schema di 20 punti “per la qualità della vita degli italiani”, il Movimento punta da subito a eliminare 400 leggi inutili, a garantire meno burocrazia per imprese e cittadini, a creare nuove opportunità di lavoro, nuove professioni e figure professionali aumentando gli investimenti nelle nuove tecnologie, compresi internet delle cose, auto elettriche e sistemi di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Il Movimento punta a garantire un reddito di cittadinanza e a destinare oltre 2 miliardi di euro per la riforma dei centri per l’Impiego (garantendo formazione continua per chi perde l’occupa-
zione e rendendo le imprese più competitive), ma anche a introdurre una pensione minima di 780 euro netti al mese a tutti i pensionati (1.170 euro netti mensili per una coppia di pensionati). Cavallo di battaglia del M5S, è il taglio dei costi della politica, quindi stop a pensioni d’oro, vitalizi, privilegi e altri sprechi della politica. Ancora, meno tasse, addirittura nessuna per i redditi fino a 10mila euro, e riduzione delle aliquote Irpef, del cuneo fiscale e dell’Irap. Inoltre, il Movimento punta al totale superamento della Legge Fornero, a estendere a tutti la Quota 100 e la Quota 41, a far tornare l’opzione donna e a garantire una staffetta generazionale. Maggiore sicurezza e legalità ai cittadini verrebbe garantita attraverso 10mila nuove assunzioni nelle forze dell’ordine e due nuove carceri. In relazione all’immigrazione, il Movimento propone di incenti-
vare la cooperazione internazionale, anche per stipulare trattati per i rimpatri e di assumere, nelle commissioni territoriali, personale destinato a valutare, in un mese, se un migrante ha diritto a stare in Italia o no. Quanto alle famiglie, è espresso il riferimento al modello francese, per assicurare rimborsi per asili nido, pannolini e baby sitter. Ancora, il M5S spinge per introdurre l’IVA agevolata per prodotti neonatali, per l’infanzia e per la terza età e a innalzare l’importo detraibile per l’assunzione di colf e badanti. Una particolare attenzione è ri-
volta anche al mondo della finanzia e ai risparmi dei cittadini: si prospettano anche risarcimenti ai risparmiatori truffati, la creazione di una Procura nazionale per i reati bancari e di una Banca Pubblica Italiana per gli investimenti per piccole imprese, agricoltori e famiglie. Recependo le indicazioni degli attivisti, il M5S punta sulla green economy, sul riciclo dei rifiuti, sulle energie rinnovabili e sull’efficienza energetica, sulla diffusione delle auto elettrice e sull’abbandono del petrolio entro il 2050 e a investimenti produttivi in settori strategici (compresi manutenzione del ter-
ritorio, banda Ultra Larga, contrasto al dissesto idrogeologico, adeguamento sismico). Spazio anche alla lotta a corruzione, mafie e conflitti d’interesse, a una giustizia più rapida, equa ed efficiente, alla sanità, con aumenti delle risorse stanziate e la riduzione sostanziale delle liste di attesa per gli esami medici, a una riduzione del rapporto debito pubblico/PIL di 40 punti in dieci anni, al superamento della c.d. “Buona Scuola”, alla valorizzazione e alla tutela del Made in Italy e dei beni culturali, con la creazione di un Ministero del Turismo separato da quello dei Beni Culturali.
4 marzo 2018
guida alla scelta 3/16 marzo 2018
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Il Centrosinistra: quattro punti e... “Piccoli Passi”
Il
Partito Democratico, guidato da Matteo Renzi, ha elaborato un programma di “piccoli passi” focalizzato su quattro punti fondamentali, che costituiscono altrettanti titoli delle sezioni in cui il programma è diviso, ovverosia: “Lavoro”, “Europa”, “Prendersi cura delle Persone” e “Cultura”. Spicca la proposta di introdurre un salario minimo universale garantito per tutti, nonché una “pensione contributiva di garanzia” per i giovani con carriere discontinue e redditi bassi e, ancora, la volontà di raddoppiare i fondi per il reddito d’inclusione. Il Centrosinistra punta a tutelare i lavoratori dall’abuso dei contratti di laa tempo, a voro incentivare la formazione, a creare una maggiore sinergia tra scuola e lavoro attraverso programmi di orientamento, a introdurre un “bonus affitto” per i giovani lavoratori under30, a estendere gli 80 euro mensili anche alle partite IVA, a sbloccare il turn over
nella Pubblica Amministrazione e all’assunzione di oltre 10mila ricercatori. Il progetto enfatizza, altresì, la spinta verso l’integrazione europea e gli “Stati Uniti d’Europa” poiché, con l’aiuto dell’Europa si potrà anche gestire il fenomeno migratorio, il controllo delle frontiere l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati combattendo i trafficanti di persone, attuando rigorosamente le leggi che reingresso e golano soggiorno e aumentando i corridoi umanitari. In materia fiscale, oltre a proseguire nella lotta all’evasione, si prospetta la riduzione di prelievi e tasse ove eccessivi, secondo il principio “pagare meno, pagare tutti”, e l’introduzione di una “patente fiscale” a punti per avvantaggiare i contribuenti virtuosi, nonché ridurre la pressione fiscale sulle imprese, grandi e piccole. Per le famiglie, il programma propone l’introduzione di un assegno, una misura fiscale unica che preveda 240 euro di
detrazione Irpef mensile per i figli a carico fino a 18 anni e 80 euro per i figli fino a 26 anni, l’estensione sempre a 10 giorni del congedo obbligatorio per i padri, una tessera gratuita per i trasporti pubblici destinata a chi cerca lavoro. Altri obiettivi spingono a continuare sulla strada intrapresa per quanto riguarda l’Ape Social e l’Ape Volontaria, a migliorare la “Buona Scuola” eliminando le criticità, a valorizzare il Terzo Settore (introducendo anche un mese di Servizio Civile obbligatorio), a fornire più sostegno alle persone con disabilità, a combattere l’inquinamento e a tutelare l’ambiente (con potenziamento degli attuali Ecobonus), a investire in conoscenza, cultura, ricerca e innovazione, a valorizzare i trasporti pendolari e i progetti legati alla crescita del Mezzogiorno, a potenziare e riorganizzare la medicina territoriale e ad attuare definitivamente il nuovo piano nazionale di prevenzione vaccinale.
Istruzione, lavoro e ambiente per essere Liberi e Uguali
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movimento Liberi e Uguali, la lista di sinistra guidata da Pietro Grasso, riunisce diversi partiti (Sinistra Italiana, MDP, Possibile), ma non si presenta come una coalizione. Un progetto che punta sulla democrazia, sul contrasto alle diseguaglianze, a riportare l’istruzione, il lavoro e l’ambiente al centro della vita sociale dei cittadini. Liberi e Uguali punta a cancellare la logica della “Buona Scuola”, a rendere la scuola realmente gratuita, a moltiplicare l’offerta pubblica di nidi, a stabilizzare gli insegnanti precari, fornire un piano per l’edilizia scolastica ad abolire le tasse universitarie. Per quanto riguarda il lavoro, si punta a eliminare le diseguaglianze sui redditi, a garantire la piena occupazione tramite investimenti straordinari, a sbloccare il turnover nella P.A. (sanità, scuola, università, servizi sociali e sicurezza), superare la precarietà, il divario salariale tra uomini e donne e il sistema del Jobs Act, ripristinando l’art. 18 e abbandonando la giungla di forme contrattuali introdotte nell’ultimo ventennio. Anche in questo programma si suggerisce di rimaneggiare la riforma Fornero, riarticolando il sistema delle uscite anticipate o ritardate per tipologie di attività, in base al carico di gravosità del lavoro svolto; inoltre, si propone di riconoscere anche la maternità come fattore di possibile anticipo dell’età di pensionamento, di stabilizzare “opzione Donna”, di separare la previdenza dall’assistenza e risolvere definitivamente il problema degli esodati. Ancora, Liberi e Uguali auspica un “Green New Deal”, un grande piano verde per giungere a una totale decarbonizzazione del paese, alla messa in sicurezza del territorio, all’efficientamento di casa, mobilità e trasporti, a ridurre e convertire i consumi (soprattutto energetici), raggiungendo il 100% rinnovabile entro il 2050, preferendo le energie
alternative. Altre proposte mirano a combattere l’evasione fiscale, a introdurre una “Tobin Tax” sulle transazioni finanziarie e una web tax sui beni e servizi commercializzati via web, a rendere più equa la distribuzione del carico fiscale, concentrando gli sgravi sui redditi bassi e medi e ritornando ai sistemi di progressività effettiva. Si pensa, inoltre, di unificare le detrazioni per carichi familiari con gli assegni familiari, creando uno strumento unico da estendere anche ai lavoratori autonomi e a estendere il REI (reddito di inclusione). In ambito sanitario, precedenza alla prevenzione delle malattie, all’abbandono dell’attuale sistema dei ticket e dei superticket, all’adozione di un piano sociosanitario nazionale per i non autosufficienti, incentrato sulla domiciliarità e articolato in funzione del grado di bisogno, alla definizione di interventi a favore delle persone con disabilità. Spazio alle “famiglie”, anche quelle di fatto, alla parità di diritti anche sul piano della genitorialità, alla riforma dell’istituto dell’adozione ordinaria, al matrimonio istituto unico attraverso il riconoscimento di tutti i legami affettivi, compresi quelli delle coppie LGBT. Sensibilità anche nei confronti delle persone transessuali e verso la depatologizzarzione della condizione trans. Sull’immigrazione, LeU spinge verso l’abolizione della Bossi-Fini, a promuovere l’asilo europea un sistema di accoglienza rigoroso, diffuso e integrato e a riconoscere la cittadinanza italiana a chi nasce in Italia da genitori stranieri, o è arrivato in Italia da piccolo e ha completato almeno un ciclo di studi. nel programma spazio anche per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne, giustizia uguale per tutti, mondo digitale e protezione dei dati personali, agricoltura (biologica ed eco-sostenibile), alimentazione, cultura e Made in Italy, turismo sostenibile, pace e disarmo.
Per un’Italia più europea
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ono otto le sezioni tematiche (più efficienza, lavoro, unione, equità, crescita, diritti, sapere e sostenibilità) di cui è composto il programma di +Europa, la lista alleata del Partito Democratico guidata da Emma Bonino che esprime gli ideali dei Radicali Italiani, Forza Europa e Centro Democratico. Come si legge sul sito dedicato, +Europa promuove un’Italia più europea in un’Europa unita e democratica, per il benessere, contro la povertà, per le libertà fondamentali e contro ogni forma di discriminazione, per l’accoglienza e l’integrazione con regole certe e contro l’indifferenza, per la sicurezza e contro il terrorismo. Un’Europa anche votata all’innovazione tecnologica e alla ricerca scientifica, alla valorizzazione del patrimonio storico e ambientale, alla tutela della concorrenza in un mercato aperto e alla creazione di opportunità e lavoro. Sostenibilità, secondo il programma, è la “stella polare di tutte le decisioni”, da seguire non solo nelle politiche ambientali, ma anche in quelle di bilancio al fine di garantire una crescita nel lungo periodo, abbassando il debito pubblico, favorendo lavoro e imprese affinché le generazioni future non siano penalizzate. Per risolvere il problema di debito e spesa pubblica +Europa propone il congelamento della spesa pubblica in termini nominali per la durata della prossima legislatura insieme a una rimodulazione delle tasse con taglio delle aliquote sui redditi di persone e imprese e riduzione della spesa fiscale. Inoltre, dopo aver messo i conti in sicurezza e riportato il debito pubblico su un sentiero di discesa mediante la proposta di congelamento della spesa, si propone da metà legislatura un consistente taglio delle imposte sui redditi, nonché una semplificazione complessiva del sistema di imposizione tributaria. Ancora, si sottolinea la necessità di un sistema tributario più equo e favorevole alla crescita economica e si ritiene di “salvare” la riforma Fornero, di introdurre a favore dei giovani neoassunti fino a 35 anni forme strutturali di decontribuzione di parte degli oneri sociali che consentano di destinare parte delle disponibilità aggiuntive così ottenute alla previdenza integrativa. Quanto alla lotta alla povertà, soprattutto giovanile, l’idea sarebbe quella di introdurre uno strumento di sostegno al reddito universale, variabile in base al numero e all’età dei componenti della famiglia e al comune di residenza. Particolare attenzione è posta alla materia ambientale, quindi a tematiche quali la riduzione dell’inquinamento e delle emissioni nocive, cambiamenti climatici, disincentivo di veicoli con motori a combustione, investimenti per potenziare il trasporto pubblico urbano e ferroviario, a diffondere veicoli elettrici e gli strumenti del car e bike sharing. Molte anche le disposizioni in materia di giustizia, che il programma aspira a rendere più rapida, giusta ed efficiente, prevedendo altresì la figura di un dirigente amministrativo che affianchi (o, in alcuni casi, sostituisca) il magistrato responsabile dell’ufficio; ancora, si pensa a rafforzare la responsabilità disciplinare dei magistrati, a separare le carriere tra magistratura inquirente e giudicante, a superare il primato della detenzione, ad abolire l’ergastolo e a evitare l’abuso di provvedimenti emergenziali e di stampo securitario.
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dai Comuni
ilgallo.it
3/16 marzo 2018
due crolli in una settimana
Tricase, Acait: “Crolli non preventivabili” Vito Ferramosca. Il responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale : “Un collasso così repentino resta inspiegabile. A mio avviso non ce n’erano i presupposti”
D
opo il crollo del 21 febbraio scorso ne è seguito un altro nella serata di lunedì 26 febbraio. Erano passate da poco le 23 quando un altro tonfo ha accompagnato la caduta di altri pezzi di quello storico edificio già così malamente sfigurato all’ora di pranzo di quel mercoledì nero per Tricase. Va segnalato che qualche giorno prima del secondo collasso erano stati effettuati i lavori di puntellamento. A crollare è stata proprio quella porzione di edificio interessata dai lavori di messa in sicurezza completati giustappunto nel tardo pomeriggio di sabato 24. Probabilmente, ancora una volta, la pioggia avrà avuto il suo ruolo, resta però da capire cosa sia accaduto a livello strutturale ed il perché di questi cedimenti, per molti versi inaspettati anche per le condizioni non certo critiche secondo cui, a parere dei tecnici, versa lo stabile. Abbiamo chiesto lumi al responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale di Tricase Vito Ferramosca che, tra l’altro, proprio
il giorno antecedente il primo cedimento del solaio, era stato in quei locali insieme al personale del demanio per un sopralluogo propedeutico ad eventuali interventi atti a restituire alla città un bene storico come l’ex tabacchificio. L’ingegnere del Comune reduce dall’ennesimo sopralluogo ha spiegato: “Sbilanciarsi al momento è prematuro, potremmo fare solo delle ipotesi su cosa possa aver scatenato questo crollo così importante ma è ancora tutto da verificare. Quello che posso dire è che siamo a stretto contatto con la Sovrintendenza ai Beni Culturali, la quale aveva avallato i lavori di puntellamento effettuali dopo il primo crollo. Dopo il secondo collasso lo scenario è cambiato nuovamente e per la prossima settimana abbiamo in programma un nuovo sopralluogo congiunto con responsabili della Sovrintendenza”. Quindi per capire come intervenire bisognerà attendere il nuovo sopralluogo… “Anche per salvaguardare l’incolumità di chi dovrà effettuare i lavori. Gli interventi di messa in sicurezza dopo il primo cedimento li abbiamo effettuati con il persi-
stere delle cattive condizioni climatiche che per tutto il fine settimana sono state impietose. Se non ci fossero state condizioni così avverse, chi lo sa, magari il secondo crollo non ci sarebbe stato”. Riguardo ai danni Ferramosca fa notare che “si tratta di volte tradizionali facilmente riproducibili e non sarà difficile realizzarle ex novo”. Quel che è difficile per chi si sente tricasino è accettare quanto sia successo. Tutti in qualche modo hanno legami con l’ex tabacchificio, anche l’ingegnere Ferramosca che, mal celando l’emozione, confida: “Vedere quel che è accaduto mi ha procurato grande sofferenza. Anche dal punto di vista personale, perché pure mia madre ha lavorato in quel tabacchificio che è stato fonte di sostentamento anche per la mia famiglia. E poi per Tricase l’Acait è un vero e proprio monumento”. Ferramosca pare riflettere a voce alta: “Importanti interventi di recupero sono stati effettuati solo sul vecchio capannone (interessato in passato da un crollo con l’implosione su sé stessa della tet-
toia quando ancora l’Acait non era di proprietà comunale) per consentirne l’utilizzo. Ed il fatto che quella parte, anche minima, venisse utilizzata era già motivo di orgoglio. Solo un primo passo ma importante, è come se avesse ridato vita all’intero complesso”. non c’è il timore che i crolli possano ripetersi ancora? “La domanda è legittima. Dovremo verificare con attenzione perché le lesioni sono diffuse. Anche nei locali adiacenti a quelli crollati. Si tratta di quelle stanze dove all’epoca si produceva il ghiaccio ed anch’esse sono interessate da profonde lesioni. Occorre un’attenta valutazione, ma…” Ma…? “Negli edifici storici la presenza di lesioni come quelle dell’Acait è all’ordine del giorno ma di solito non è sintomo di cedimenti. Un collasso così repentino resta inspiegabile: a mio avviso, e non solo il mio, non ce n’erano i presupposti. Ecco perché bisognerà indagare con attenzione e capire cosa sia accaduto per poi intervenire in maniera definitiva”. Giuseppe Cerfeda
8 marzo
3/16 marzo 2018
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Non solo 8 marzo, è sempre festa della donna la storia
Le origini. Nacque il 3 maggio 1908 negli Stati Uniti come Woman’s Day, il giorno della donna...
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utti la conoscono comunemente come “la Festa della donna”, ma in pochi sanno perché la Giornata internazionale della donna (questo il nome ufficiale della ricorrenza) si festeggi l’8 marzo di ogni anno. La celebrazione è nata per ricordare sia le conquiste sociali e politiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze che il gentil sesso ha subìto e subisce tuttora nel mondo. Le sue origini, tuttavia, sono lontane e risalgono ai primi anni del ‘900, quando iniziò ad essere festeggiata per la prima volta negli Stati Uniti. Tante le leggende circolate negli anni sull’origine della ricorrenza. Tra le più gettonate quella secondo la quale l’8 marzo si ricorda la morte di centinaia di operaie, uccise nel rogo di una fabbrica di Cottons divampato a new York nel 1908, o ancora la repressione poliziesca di una manifestazione sindacali di operaie tessili di new York. niente di più falso: la festa della donna nacque negli Stati Uniti come il ‘Woman’s Day’, il giorno della donna, il 3 maggio 1908, quando durante una conferenza del Partito socialista di Chicago, la socialista Corinne Brown prese la parola, causa l’assenza dell’oratore ufficiale designato, discutendo dello sfruttamento operato dai datori di lavoro nei confronti delle operaie e delle discriminazioni sessuali subite in termini salariali e di orario di lavoro. Quell’iniziativa non cambiò la situazione delle donne nell’immediato,
ma alla fine dell’anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile. negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909 e verso la fine dell’anno, a new York, scioperarono ventimila camiciaie. Un segnale decisivo per la popolazione femminile. Il successivo 27 febbraio alla Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman’s Day. Ma sarà solo nel 1910 che le socialiste americane, durante la Conferenza internazionale della donna a Copenaghen, proposero di istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. Mentre negli Usa la festa continuò a essere celebrata a fine febbraio, alcuni paesi europei come Germania, Austria e Svizzera, iniziarono a festeggiare la giornata della donna il 19 marzo. Durante gli anni della guerra, le celebrazioni furono interrotte, fin quando l’8 marzo 1917, a
San Pietroburgo, le donne guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra. Manifestazioni e proteste esplosero in tutto il paese, portando al crollo dello zarismo. L’8 marzo 1917 rimase nella storia a indicare l’inizio della Rivoluzione russa di febbraio, una data scelta anche dalle donne durante la seconda conferenza internazionale delle donne comuniste nel 1921, fiche fissarono all’8 marzo la ‘Giornata internazionale dell’operaia’. In Italia la Giornata internazionale della donna si tenne per la prima volta nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d’Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all’8 marzo. Il 16 dicembre 1977, l’Assemblea generale delle nazioni Unite propose a ogni Paese di dichiarare un giorno all’anno la “Giornata delle nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale” e di comunicare la decisione presa al Segretario generale. L’Assemblea riconobbe l’8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi Paesi, come la data ufficiale. Quanto alla scelta della mimosa come fiore simbolo della celebrazione, questa risale all’8 marzo 1946, quando, con la fine della guerra, l’8 marzo venne festeggiato in tutta Italia. Tre donne iscritte all’Unione donne italiane Rita Montagnana, Teresa Noce e Teresa Mattei, proposero di usare questo fiore come simbolo in quanto la mimosa fiorisce proprio nei primi giorni di marzo.
Partenze d’Aeroplani da Acquarica del Capo
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Compagnia TerramMare Teatro presenta il progetto Partenze d’Aeroplani, rassegna itinerante di teatro per ragazzi e famiglie, giunta alla XII edizione, in collaborazione con la Regione Puglia e con il contributo delle Amministrazioni comunali aderenti al progetto. L’ultimo spettacolo in programma, domenica 4 marzo, realizzato grazie al contributo e l’impegno dell’Amministrazione comunale di Acquarica del Capo, sarà presso il Castello Medievale, in via Galileo Galilei. A chiudere la rassegna la stessa compagnia TerramMare con la sua ultima produzione “L’Arca”. Lo spettacolo, ultimo appuntamento della rassegna Partenze D’Aeroplani, particolarmente indicato per i bambini che hanno un’età che va dai 3 agli 8 anni, racconta di due fratellini che si ritrovano coinvolti in un’avventura straordinaria: una farfalla, entrata nella loro stanza, gli chiede di salvare quanti più animali è possibile dal grande temporale che sta per riempire d’acqua la Terra, trasformando per una notte la loro cameretta in un’Arca!Uno spettacolo sospeso tra sogno e realtà, sulla preziosità dell’acqua, elemento fondamentale per ogni essere vivente. La durata dello spettacolo è di 50 minuti, il costo del biglietto è di 5 Euro.
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ultima
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