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Anno XX, numero 23 (575) - 21 nov./4 dic. 2015 - www.ilgallo.it - info@ilgallo.it
W l’amore, sempre! 8/9
CoppIe dI faTTo nel SalenTo. L’amore è un miracolo uguale per tutti: Gaia e Giovanna, compagne da 3 anni, vivono la loro storia alla luce del sole...
#foToreporTerperilgallo
Invia su WhatsApp e vinci un telefonino Il fotoreporter che si aggiudica lo smartphone è Antonio Pirrone di Casamassella (Uggiano La Chiesa)
Integrazione: e se gli uomini provassero a prendere esempio dagli animali? Scopri anche tu come vincere a pagina 15 391/3532279
“Terrorismo offende Islam” in reDaZione.
alì, naeem, ruftiaz e Jehan musulmani del Pakistan, “Rifugiati”nel Salento, non hanno dubbi: “Gli attentati di Parigi sono tutt’altro che una guerra tra diversi Credo. La nostra religione dice: se due Paesi sono in guerra, non si devono uccidere bambini, donne ed anziani e non si devono colpire luoghi di culto, che siano moschee o chiese”. Dopo aver vissuto 20 anni a Tricase, ora lavora a Parigi; la testimonianza di Yassine: “L’aria che si respirava era davvero pesante e la polizia continuava ad invitarci a non lasciare le abitazioni...”.
Taurisano, la buona noTiZia
Scarlino (ri)assume L’imprenditore: “Grazie solo alle nostre forze e agli investimenti per lo stabilimento in Polonia e la nuova gamma di prodotti”
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soleTo chiama asTronave
Evento spaziale Martedì 24 dall’aula magna della scuola media “Marconi”, collegamento di 10 minuti con la stazione orbitale
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anDrano, polemica sui muri
Lite... repubblicana 4/5
Impegno Comune: “Sindaco Console, fa e disfa come gli pare” Mario Accoto: “Aggressione inspiegabile ed ingiustificabile” 13
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21 nov./4 dic. 2015
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ora parlo io
Mesci e mescie d’una volta
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Ricordi sbiaditi. Una serie di personaggi del paesello natio d’un tempo, i cui nomi di battesimo
erano immancabilmente preceduti, quasi da formare un tutt’uno, dal titolo o qualifica di “mesciu”...
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on so se succeda anche a voi, a me capita, talora, di essere interpellato da qualche sconosciuto, magari un automobilista che s’accosta lentamente col suo mezzo a finestrino dischiuso, con la frase: “Maestro, sa dirmi a che numero civico si trova...?”. Oppure: “Maestro, è da queste parti la Direzione Provinciale...?”. Ora, il semplice risuonare dell’accezione “maestro”, è più forte di me, mi fa restare sistematicamente impietrito e la prima puntuale reazione che ho è di fiondare intensamente lo sguardo sulle sembianze dell’interlocutore, come a volerle dissolvere, replicando secco con parole che sono sempre le stesse: “Guardi, non mi dica maestro, giacché non so neppure avvitare una lampadina”. Segue, naturalmente, un piccolo ma percettibile sussulto sul volto dell’altro/altra, anche se, poi, l’informazione, almeno quando è nota, è fornita senza problemi e la scena, diciamo così, si ricompone. Queste, invero non frequenti, circostanze, mi danno, di riflesso, l’estro per richiamare alla mente, con emozione e un po’ di nostalgia, una serie di persone/personaggi del paesello natio d’un tempo, i cui nomi di battesimo erano immancabilmente preceduti, quasi da formare un tutt’uno, dal titolo o qualifica, giustappunto, di maestro (nell’idioma dialettale, mesciu o mescia a seconda del sesso), titolo che, a loro, sì che competeva davvero. Lunga, la rassegna di tali protagonisti in una comunità, quella di Marittima di Diso, di circa duemila anime, soggetti tanto bravi quanto umili e, perciò, apprezzati e stimati. Dai calzolai o ciabattini o scarpari, mesciu Tore, mesciu Roccu, mesciu Leriu e mesciu Narducciu, l’ultimo, per la precisione, subentrato allo zio Rocco, dopo esserne stato “discepolo” e aver appreso il mestiere. Pochi i ricordi inerenti al primo artigiano, già vecchissimo all’epoca della mia infanzia, relativamente a lui, rivedo, più che altro, una figura femminile, sorella o moglie non so più bene, affetta da sonnambulismo, vagante, anche fuori dall’uscio di casa, avvolta in una lunga camicia da notte bianca, alla stregua di fantasma, un fantasma, però, dall’animo buono, secondo la suggestione del giovanissimo testimone. Quanto a mesciu Roccu, invece, a distanza di ben oltre mezzo secolo, sono tuttora nitidi due tristi eventi che l’uomo ebbe a dovere affrontare e patire: la tragica morte del figlioletto Antonio, non
ancora scolaro, perito sotto le ruote di un camion militare, per la precisione del drappello di soldati polacchi che, in quel periodo, si trovava di stanza a Marittima, e, poco tempo dopo, anche la prematura dipartita della moglie. Il terzo calzolaio, mesciu Leriu, da parte sua, si distingueva, oltre che per la maestria nel lavoro, per la circostanza d’intrattenere e gestire, in seno alla propria bottega, intorno al desco, sia all’interno che, durante la bella stagione, fuori dal locale, una sorta di salotto o agorà: su sgabelli e vecchie sedie impagliate, intorno al tavolo, s’accomodavano, ogni giorno, tre quattro compaesani, di varie età. E s’inanellavano discorsi, commenti, confidenze, notizie, informazioni, una semplice e sana formula di comunione civica. Passando ad una differente categoria artigianale, ecco mesciu Primaldu, sarto, originario di Castro. è, poi, la volta dei muratori: mesciu Vitali, mesciu Adolfu, mesciu Carlucciu e mescio Pippinu. Della lista, il primo, vero e proprio capomastro, figura minuta ed esile, aveva per moglie una cugina di mio padre con la quale aveva procreato ben nove figli. Un paio dei maschi più grandi, per qualche tempo, gli diedero una mano, affiancando altre unità di compaesani collaboratori, alcuni addetti alla squadra-
tura dei tufi o conci, i restanti, denominati manipoli, adibiti al carico, sulle spalle, dei materiali e al relativo trasporto, con l’uso, al caso, di scale, sino alla sommità dei muri perimetrali e delle volte, man mano che le costruzioni avanzavano. Di mesciu Carlucciu piace ricordare che era un autentico artista, più che artigiano, nel lavoro di cesellatura dei particolari degli edifici, specie delle cornici e dei decori in pietra leccese. Si arriva, a questo punto, ai falegnami mesciu ‘Mmbertu e mesciu Pippi, operatori dotati, anch’essi, di elevata professionalità, giacché, secondo le abitudini paesane della metà del secolo scorso, erano chiamati a realizzare non soltanto infissi esterni e interni, bensì pure arredamenti completi, sia per ambienti giorno, sia per cucine, sia per i vani notte. Ultima figura d’artigiano, sfocata per via della vetustà, quella di mesciu Biasi,che, rammento, aveva una piccola bottega nell’androne del palazzotto Spagnolo, adiacente al Largo Campurra; di lui, tuttavia, sembrerà strano, non ricordo più quale fosse esattamente il lavoro, la specializzazione.In omaggio alla parità di sesso, sebbene, allora, approssimativa, resta da dire che la comunità marittimese di ieri con includeva unicamente figure di mesci, ma alcuni casi omologhi di sesso femminile, ossia di mescie. Tra esse, mescia Nina e mescia Clementina, le quali attendevano a lavori di cucito e di maglieria.E, ultime ma, di certo, non meno speciali, le quattro mescie degli altrettanti magazzini (o manifatture) per la lavorazione del tabacco, che, una volta, operavano nella minuscola località: Valeria, Anna, Margherita e Teresina. Personaggi utili, quasi preziosi, sia nel ruolo di fiduciarie dei proprietari degli opifici, sia per il loro compito di coordinare, guidare e seguire l’attività, ciascheduna, di cinquanta/sessanta lavoratrici e, soprattutto, essendo loro chiamate a insegnare il mestiere alle ragazze e giovani ammesse per la prima volta nei magazzini. Piccolo dettaglio, che, ad ogni modo, non sminuisce le figure delle citate quattro donne, Valeria, Anna, Margherita e Teresina si chiamavano semplicemente con i rispettivi nomi di battesimo, nomi, quindi, non anticipati, come si verificava riguardo agli altri artigiani/mesci, dal prefisso mescia. Ma anche se non definite verbalmente, erano mescie (e come!) nella realtà concreta. Rocco Boccadamo
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21 nov./4 dic. 2015
L’integrazione che vorremmo
La testimonianza. Dal Marocco alla Francia dopo quasi 20 anni vissuti a Tricase Yassine ci racconta Parigi dopo gli attentati della notte tra il 13 e il 14 novembre
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assine è nato in Marocco, 32 anni fa. È musulmano, vive e lavora a Parigi, ma se gli chiedete da dove viene, risponde dall’Italia. Quando gli domandiamo quanti anni ha vissuto da noi, la sua voce trasmette tutto l’orgoglio di un italiano lontano dalla sua terra. E con la gioia di un ragazzino che conta i giorni che lo separano dal suo compleanno, nasconde (a stenti) la nostalgia e ci racconta che “il 3 marzo 2016, la mia famiglia festeggia i 20 anni in Salento”. Una vita: “A Tricase ho ancora la residenza, ma ho soprattutto i miei parenti: la mia casa”. Oggi Yassine abita alla periferia di Parigi, a pochi chilometri dal centro della città, dove si reca tutti i giorni per lavoro. Ha vissuto lo sgomento degli attentati terroristici da vicino e convive tuttora con le turbolenze di questi giorni. “La sera degli attentati”, ricorda, “di fretta come ogni giorno, nella routine della città, ho raggiunto i mezzi pubblici dopo il lavoro, ma sono stato bloccato assieme alle altre persone dalla polizia. Non ci hanno spiegato cosa era successo, per non creare panico. All’inizio ho pensato ad uno sciopero: ci ho messo due ore ad arrivare a casa. Ma avevo notato qualcosa di strano, infatti, rincasato, ho appreso dalla tv cosa stava accadendo. Man mano ho realizzato che tutto quello che vedevo sarebbe potuto accadere nel quartiere dove lavoro. Come me, penso che abbiano immaginato la stessa cosa in tanti, e il giorno dopo è calata una incredi-
Yassine, dopo aver vissuto 20 anni a Tricase, ora lavora a parigi
bile tristezza sulla città”. Yassine è in Francia da due anni, ma non aveva mai visto una Parigi così: “Privata del suo sorriso, la gente ha provato a reagire subito. I parigini sono gente forte, si sono fatti coraggio l’un l’altro, non volevano rassegnarsi a restare in casa. Ci siamo detti che saremmo dovuti uscire, tornare alla nostra vita. Ma l’aria che si respirava era davvero pesante e la polizia continuava ad invitarci a non lasciare le nostre abitazioni. Così, tra controlli in ogni angolo e negozi chiusi, il giorno dopo gli attentati, la città è rimasta deserta. Dalle 18 non c’era più nessuno in giro. Sembrava il coprifuoco: è stato un sabato as-
surdo. Nei giorni seguenti qualcuno non si è presentato al lavoro, anche tra i miei colleghi”. Il senso di sconforto dal quale la città prova a riprendersi, è quello che lo pervade se prova a trovare una spiegazione a tutto ciò: “Questa situazione mi rattrista, ancor più se penso che chi dà vita a queste barbarie lo fa in nome di un testo sacro come il Corano che parla di come vivere una vita esemplare, nel rispetto della famiglia, delle amicizie e della vita altrui. Io sono un musulmano molto moderno e mi sono sempre sentito in linea con l’essenza della cultura araba e dell’Islam stesso, che nella storia sono stati l’avanguardia dello sviluppo dell’umanità e non hanno mai avuto a che fare con odio e terrorismo”. Odio e terrore che sono invece il pane quotidiano di chi condanna un mondo come il nostro, come quello di Yassine, che sotto la minaccia di questi tristi giorni, non nasconde di aver vacillato in alcuni momenti, pensando di muovere verso un posto più sicuro. “Ci sono stati degli attimi in cui ho considerato l’ipotesi di andare via. In fin dei conti questa in Francia per me è stata una seconda emigrazione, legata a motivi economici. Qui però mi trovo bene perché il lavoro viene apprezzato, la gente volenterosa viene valorizzata e si riesce a costruire una vita dai propri piccoli sforzi. È qualcosa che purtroppo in Salento non ho trovato e che mi ha portato lontano”. Ed è proprio a proposito della nostra realtà locale che, dai problemi internazionali, stringiamo
il campo al nostro piccolo, alle nostre comunità di paese ed alle forme di discriminazione che, velate o meno, viviamo tutt’oggi. E Yassine ne ha un’idea chiara, non sminuisce il razzismo, anzi ce ne da una sua precisa lettura: “Soprattutto nei nostri piccoli paesi di provincia, il razzismo non nasce sempre per colpa delle persone. È la cattiva informazione a seminare odio ed a spingere a denigrare il diverso. La gente, presa dalla crisi e da problemi come quelli del mondo del lavoro, finisce per farsi convincere che chi viene da lontano è la causa di tutti i suoi mali: non si accetta che uno straniero possa avere un buon lavoro e vivere una vita dignitosa. Queste credenze spingono il razzismo oltre ogni confine: anche nel mio Paese d’origine molti marocchini sono razzisti nei confronti di altri popoli “svantaggiati”. Un cambiamento lo possiamo portare noi giovani. È in noi la speranza per un domani diverso. Io, ad esempio, sogno un futuro che vada oltre la pace: il mio desiderio più grande è di vedere un giorno i popoli del mare, come venivano chiamati quelli del Mediterraneo, scambiarsi conoscenze e culture, vivere al meglio l’opportunità di integrazione che oggi ci è concessa”. Vivere una vita un po’ come di quella di Yassine, in cui il senso di appartenenza brucia nel petto ma i confini, fuori dalle mappe, non hanno alcun peso. Le differenze sono occasioni di crescita e principi d’incontro. Lorenzo Zito
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“Come può questo essere Islam?”
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In Redazione. Alì, Naeem, Ruftiaz e Jehan musulmani del Pakistan, oggi “Rifugiati” nel Salento: “Quello che sta accadendo non ha nulla a che vedere con la religione”
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on sempre, per fortuna, l’odio genera odio. In Alì, Naeem, Ruftiaz e Jehan, ad esempio, gli attentati di Parigi hanno accresciuto la voglia di integrazione . Dietro ai loro nomi, per le nostre orecchie un po’ enigmatici, c’è prima di tutto un sorriso, pronto ad abbattere qualsiasi distanza. E ci sono quattro storie che partono dal Pakistan e si intrecciano in Italia. Alì, Naeem, Ruftiaz e Jehan sono rifugiati che oggi vivono in case d’accoglienza del Salento. L’intervista attorno al tavolo della nostra Redazione, per loro è un’occasione imperdibile, l’opportunità di raccontare a noi, come se la urlassero al mondo intero, la loro rabbia per gli attentati terroristici di Parigi. È Alì a prendere la parola per primo. Mastica qualche parola di italiano e senza remore risponde alle nostre domande. Come hai raggiunto l’Europa e perché non vivi più in Francia? “Sono partito dal mio Paese per inseguire un sogno: Parigi. È una città che amo sin da bambino, prima ancora di averla vista di persona. L’ho raggiunta attraversando l’Italia, dopo essere sbarcato sulle coste salentine. Arrivavo dalla Grecia, ma non avevo intenzione di fermarmi, volevo raggiungere la Francia. Purtroppo, per que-
Credo. La nostra religione dice: se due Paesi sono in guerra, non si devono uccidere bambini, donne ed anziani e non si devono colpire luoghi di culto, che siano moschee o chiese. Come può quindi questo essere Islam? Basti pensare che questa gente è piena di tatuaggi sul corpo, vietatissimi dalla nostra fede”. Cosa vive chi è rimasto nel vostro Paese? Voi, da cosa fuggite? “Il allah non c’enTra! Pakistan è una terra che da 20 anni lotta Basti pensare che stioni burocratiche, lì non ho per la pace, senza potuto rinnovare il mio peri terroristi sono successo. I talebani messo ed ho dovuto lasciare Arpieni di tatuaggi, continuano ad uccigenteuil, il paese dove vivevo, a vietatissimi dalla dere connazionali e pochi chilometri da Parigi. Ma nostra fede musulmani. Lo scorso oggi sono molto arrabbiato per quello anno, ad esempio, hanno ucche è successo alla “mia” città, soprattutto perché quello che sta accadendo non ciso 60 bambini in una scuola”. Come vedi il domani, in Europa e in Pakiha nulla a che vedere con l’Islam”. Smanioso di intervenire, prende la parola stan? “In Pakistan la situazione va peggioNaeem. E sottolinea che “in Pakistan, vi- rando. Per questo credo che l’Europa viamo da anni quello che la Francia sta vi- debba stoppare immediatamente questi atvendo oggi. Lì, a casa nostra, i talebani, che tentati, non lasciargli spazio. Noi siamo si professano musulmani, stanno ucci- fuggiti dal terrorismo, non in cerca della fedendo altri musulmani. Questo fa capire licità ma della tranquillità: la nostra felicità come il terrorismo non abbia nulla a che sono le nostre famiglie, che abbiamo dovedere con l’islam: gli attentati di Parigi vuto lasciare per poter vivere una vita misono tutt’altro che una guerra tra diversi gliore”.
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Naeem, nel suo Paese, si è laureato. E come lui Ruftiaz, l’unico ad aver raggiunto l’Italia dalla Libia. Ci spiega che “in una nazione senza pace, nessun aspetto della vita può evolversi liberamente. Per noi il Kashmir (la regione da cui provengono) è il paradiso terrestre. L’economia funziona, l’istruzione è buona, non manca nulla, tranne la pace. Il nostro è un popolo tranquillo, sotto scacco dei talebani: da noi, accanto alle moschee ci sono le chiese. Si prega a pochi metri di distanza, ci si incontra, ci si confronta, in un clima però tutt’altro che sereno”. Per Alì, Naeem, Ruftiaz e Jehan l’Europa è un’oasi da preservare. Quasi in coro, ripetono che la maggior parte della gente, non solo in Italia, è solidale con loro. Jehan, il più introverso, ci racconta di avere due figli e tanta voglia di lavorare. Quella necessità di sentirsi utile, di inserirsi nella società che Ruftiaz, quando gli chiediamo come vengono ospitati in Italia , ci descrive con una risposta che racchiude il senso della nostra chiacchierata: “Qui noi siamo felici, viviamo bene. Ma, per favore, non chiamateci ospiti: noi vogliamo far parte del Paese, crescere assieme a lui”. l.z.
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attualità
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21 nov./4 dic. 2015
Indiavolato Mozart... per Taurisano
La musica classica si fonde magicamente alla pizzica. Su tutti gli store digitali, finanzierà progetti di musica a Taurisano. La genesi del brano direttamente dalla penna dell’autore Vittorio Ciurlia
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remetto che non ho un genere musicale preferito. Amo tutta la musica che mi trasmette delle emozioni forti; sentirne fluire ogni singola nota sotto i polpastrelli delle dita mi procura un piacere incommensurabile. Esattamente un anno fa, ero intento nella preparazione di due brani che scatenavano in me proprio questo turbinio emozionale, al punto da risuonarmi, una notte, martellanti nella testa, singolarmente e sovrapposti. Il “Rondò alla Turca” (di W.A. Mozart) e la “Pizzica Indiavolata” (di Luigi Stifani) sembravano essersi impossessati della mia mente. La cosa mi sembrò incredibile. In passato mi era successo qualcosa di simile ma con un solo pezzo. Questa volta era completamente diverso. Era come se i due musicisti, di epoche differenti, cercassero quel contatto che non fu mai possibile in vita e chiedessero il mio aiuto. Mi addormentai a fatica e mi ritrovai, in sogno, in un periodo storico indefinito: Mozart era nel Salento, vittima, anch’egli, del “morso” della taranta ed estasiato dalle bellezze locali (paesaggi, donne, gastronomia...). Al ritmo sfrenato della pizzica cercava
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tion “La Notte della Tarantola”; tale raccolta é in vendita, dal 26 giugno, in tutte le edicole del Salento; il mio singolo, inoltre, è presente in tutti gli Intendo utilizzare store digitali (iTuil 50% dell’incasso nes, Amazon, per proporre a tutte le Google Play, scuole di Taurisano un Youtube...). laboratorio musicale Ogni musica che pomeridiano dove i nasce, per me, è ragazzi possano un dono divino; avere la possibilità se poi ha anche
di liberarsi, con l’aiuto di Gigi Stifani (il violinista delle “tarantate”), dal veleno iniettatogli dal ragno, suonando e danzando senza sosta, fino a cadere a terra esausto, ma... lasciandoci in eredità un brano straordinario: “Indiavolato Mozart”. In esso la musica classica si fonde magicamente alla pizzica e due musicisti, in apparenza così lontani, scoprono di avere uno straordinario punto di contatto: le loro composizioni possiedono un inspiegabile potere curativo. Fu così che, l’indomani, sentii forte il bisogno di trasporre in partitura la musica sognata, arricchendola “di me”, naturalmente. Contattai poi i
di conoscere miei amici le proprie Marco Preite e Andrea Micaletto radici che, rispettivamente al tamburello e alla chitarra, mi hanno supportato preziosamente nell’incisione (effettuata presso “Essenza Studio” di Spongano dove Alessandro Rizzello, bravissimo tecnico del suono, diede un tocco speciale alla finalizzazione del brano). Ne proposi poi l’ascolto al produttore discografico Antonio Licchetta e ai suoi soci Lelio D’Aprile e Matteo Tateo (della Swithmuse) e ne furono subito entusiasti, al punto da volerlo inserire nella nota compila- v. ciurlia
degli effetti terapeutici non può che essere divina essa stessa. E ciò che è divino non puoi tenerlo per te: va condiviso. É questo il motivo per cui intendo utilizzare il 50% dell’incasso per proporre a tutte le scuole di Taurisano un laboratorio musicale pomeridiano, dove i ragazzi possano avere la possibilità di interrogare la “banca dati” umana del nostro territorio (nonni, artisti e studiosi della tradizione popolare salentina) per conoscere le proprie radici, al fine di comprendere il “presente” e proiettarsi serenamente al “futuro”. Vorrei avessero inoltre la possibilità di imparare a suonare lo strumento principe della nostra “pizzica pizzica” (il tamburello), le nostre canzoni e la nostra tipica danza. Ho già curato, a tal proposito, un analogo progetto presso l’Istituto Comprensivo Polo 3 di Casarano ed il risultato é stato eccezionale. Come dicevano qualche anno fa i Sud Sound System: “Se nu te scierri mai delle radici ca tieni/Rispetti puru quiddre te li paisi lontani/ Se nu te scierri mai de du ete ca ieni/Dai chiu valore alla cultura ca tieni…”. Vittorio Ciurlia
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economia
Scarlino rilancia
E riassume a Taurisano. Lanciata nuova linea di prosciutti cotti. L’imprenditore: “Parola mantenuta”
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ttilio Scarlino lo aveva promesso ed ha mantenuto la sua parola. “Non appena le condizioni lo permetteranno”, aveva dichiarato dalle nostre colonne nel luglio scorso, “i nostri operai torneranno a lavorare nello stabilimento di Taurisano”. È iniziato infatti un processo graduale di riassunzione delle forze lavoro, dopo il piano industriale presentato dall’imprenditore salentino e l’accordo coi sindacati siglato in Prefettura. Il “miracolo” non è dovuto alla attesa riapertura dell’impianto principale (ancora sotto sequestro dal tragico incidente del 30 agosto 2013 quando Mario Orlando, operaio 53enne di Taurisano, perse la vita, finendo stritolato in una delle impastatrici dove stava lavorando, NdA), ma ad un investimento del salumificio che ha affiancato al noto wurstel una nuova linea di prodotti legati al prosciutto cotto. Scarlino è felice di potersi togliere qualche sassolino dalle scarpe: “Nonostante gli allarmi ingiustificati di alcuni, come ho sempre detto, l’azienda resta salentina e continuerà a produrre a Taurisano. Avevo promesso ai miei dipendenti che avremmo ripreso l’attività non appena possibile. Speravo di poterlo fare non appena la Procura avesse dissequestrato l’impianto principale, cosa che, dopo 26 mesi, non è ancora avvenuta. Nonostante ciò, ho mantenuto l’impegno con i
miei dipendenti investendo 3,5 milioni di Euro per produrre attilio scarlino una linea di prosciutti cotti, una gamma totalmente nuova rispetto ai wurstel”. La riassunzione avverrà “gradualmente, rientrerà subito un certo numero di dipendenti; se la Procura ci facesse il miracolo di riaprire l’impianto sequestrato probabilmente il numero di assunti sarebbe maggiore. Oggi l’azienda ha presentato un nuovo piano industriale di sviluppo grazie agli investimenti fatti in Polonia. Le preoccupazioni dei dipendenti e dei sindacati si sono rivelate infondate: in tempi di crisi generalizzata, la Scarlino rilancia. E questo grazie alla competitività dei costi raggiunta con lo stabilimento polacco e alla qualità che offriamo, aggredendo tutti i mercati del nord Europa (Scandinavia, Inghilterra) ed i Paesi dei Balcani”. Scarlino gongola: “Siamo più forti di prima, il marchio è stato rilanciato con un piano di comunicazione e di valorizzazione. Abbiamo fatto tutto con le nostre forze e la Procura non ci ha certo favorito con lo sblocco dell’impianto sequestrato per fasrci riassumere. Abbiamo dovuto fare investimenti in Polonia per circa 6 milioni di euro, un altro di 3,5 per la linea dei prosciutti cotti, senza considerare gli oltre 5 mln persi per il blocco dell’attività in questi mesi”. g.c.
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Nasce il Distretto Turistico del Salento
È
stato sottoscritto presso la Prefettura il protocollo d’intesa che lega tutti i Comuni della provincia di Lecce, gli altri Enti istituzionali del territorio, le amministrazioni , le associazioni di categoria, le organizzazioni sindacali e le forze dell’ordine nell’istituzione del Distretto Turistico del Salento. “Uno strumento certamente utile per un territorio come il nostro che ha dimostrato buon dinamismo in questi anni riuscendo a raggiungere ottimi livelli di crescita nel settore turistico in controtendenza col resto del Paese”, asserisce il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi. “Lo scopo è quello di riqualificare la nostra offerta turistica e migliorare l’efficienza nell’organizzazione e nella produzione dei servizi, assicurando procedure certe e tempi ridotti alle imprese che decidono di avviare investimenti. Potremmo così aumentare la competitività anche sui mercati esteri valorizzando al meglio le professionalità e le notevoli risorse di cui dispone il nostro territorio. L’opportunità offerta dal distretto”, secondo Cariddi, “sarà indubbiamente quella di poter beneficiare di sconti fiscali e agevolazioni finanziarie quando il governo centrale, riconoscendo il nostro strumento aggregativo, indicherà anche le risorse economiche da mettere a disposizione. In ogni caso, già il fatto di riuscire a far dialogare in maniera sinergica gli operatori privati e questi con i vari enti che incidono nelle dinamiche dei processi di crescita, rappresenterebbe un risultato positivo che ci aiuterebbe a superare il deficit di una nostra cultura ancora troppo incentrata sull’individualismo e sul particolarismo. Fare gioco di squadra aiuterà tutti ad andare oltre ai propri limiti e a ragionare su obiettivi comuni per l’intero Salento: un territorio cresce se tutte le realtà si sviluppano ed evolvono in un’unica rete collegata”. Altro obiettivo importante che accompagna l’istituzione del Distretto Turistico del Salento è “l’accelerazione dei processi burocratici legati alla realizzazione di strutture e infrastrutture. Verranno stabiliti tempi e modi entro i quali potranno attenersi le necessarie autorizzazioni per poter realizzare investimenti pubblici e privati nell’ambito di un piano strategico unitario che dovrà guardare innanzitutto alla rigenerazione del sistema turistico e ricettivo e all’integrazione dei collegamenti, mettendo a sistema le infrastrutture dei trasporti (ferrovie, aeroporti, porti e strade)”. Il primo cittadino idruntino, però, si sarebbe auspicato “una dimensione geografica di riferimento del distretto più ampia rispetto alla provincia di Lecce perché convinto che in ambito turistico, per ragioni legate sia alla promozione che alle infrastrutture di collegamento, è utile per noi, quanto meno, relazionarci anche con le realtà territoriali di Brindisi e Taranto. Mi rendo conto, tuttavia, che questo può avvenire anche in un secondo momento e che il lavoro svolto sin qui sotto la regia del Prefetto di Lecce sia encomiabile perché non certo facile. Mi auguro che, soprattutto gli operatori privati”, conclude Cariddi, “sappiano sfruttare al meglio questa occasione che li aiuterà a esprimere ancor più tutte le capacità professionali che sino ad oggi hanno saputo dimostrare”.
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Gaia e Giovanna
21 nov./4 dic. 2015
L’amore è (sempre) una cosa meravigliosa
In
Italia circa un milione di persone (dati Istat) si è dichiarato omosessuale o bisessuale, più tra gli uomini, i giovani e nell’Italia centrale. Altri due milioni circa hanno dichiarato di aver sperimentato nella propria vita l’innamoramento o i rapporti sessuali o l’attrazione sessuale per persone dello stesso sesso. Forti difficoltà emergono per gli omosessuali/bisessuali in famiglia. Circa il 20% dei genitori sa che i loro figli vivono una tale condizione. Il dato è più alto per i fratelli (45,9%), i colleghi (55,7%) e soprattutto gli amici (77,4%). Gli omosessuali/bisessuali dichiarano di aver subito discriminazioni a scuola o all’università, più degli eterosessuali (24% contro 14,2%) e così anche nel lavoro (22,1% contro il 12,7%). Un altro 29,5% si è sentito discriminato nella ricerca di lavoro (31,3% per gli eterosessuali). Considerando tutti e tre questi ambiti, il 40,3% degli omosessuali/bisessuali dichiara di essere stato discriminato, contro il 27,9% degli eterosessuali. Si arriva al 53,7% aggiungendo le discriminazioni subite nella ricerca di una casa (10,2%), nei rapporti con i vicini (14,3%), nell’accesso a servizi sanitari (10,2%) oppure in locali, uffici pubblici o mezzi di trasporto (12,4%). Questi i freddi numeri, che sono importanti ma non raccontano quanto sia triste, ancora oggi, doversi occupare di discriminazione ai danni di chi è ritenuto “diverso”. Nonostante la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea che, all’articolo 21, afferma categoricamente: “È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine
etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la sun ente nazionale”, spiega la presidente Gaia lingua, la religione o le convinzioni personali, Barletta, “ma partita dal basso per plasmare le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, una strategia adattata al contesto di Lecce e del l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il Salento. Un’associazione del territorio e per il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le territorio. Uno dei pregi della nostra associazione è quello di essere totalmente inclusiva e tendenze sessuali”. L’amore è un miracolo ed è uguale per tutti, sia non settorializzata, collaboriamo, infatti, con esso eterosessuale, tra due uomini, o tra due tutte le associazioni del territorio perché la donne, purché consenzienti: nessuno dovrebbe lotta per i diritti deve riguardare tutti ed è una questione di civiltà. La maggior parte sentirsi costretto a nasconderlo. Questo dei nostri associati, giusto per inin teoria, perché ci rendiamo conto tenderci, è eterosessuale”. come nella realtà non sia esattamente così, soprattutto nel Gaia e Giovanna non naMeridione e ancor di più IN PROVINCIA se si vive in piccoli centri In alcuni paesi non se ne parla scondono il loro amore e di provincia. proprio, si è quasi convinti che in sono per molti un esempio. Cosa significa vivere Ecco perché abbiamo quel centro l’omosessualità non apertamente una relavoluto incontrare Gaia esista, che sia una “piaga” ma zione omosessuale nel Barletta e Giovanna che non li ha toccati: in quei Salento? Giovanna non D’Alema, compagne da ha dubbi e già ci porta nei tre anni che vivono il loro Comuni è tutto più difficile meandri di una provincia anamore alla luce del sole e per chi si scopre corata a stereotipi tutt’altro che sono anche rispettivamente omosessuale superati: “Bisogna distinguere, in presidente e segretario dell’Assoalcuni paesi non se ne parla proprio, ciazione di volontariato LeA-Liberasi è quasi convinti che in quel centro l’omosesmente e Apertamente. Lea nasce a Lecce nell’aprile del 2013 con sualità non esista, che sia una “piaga” ma che l’obiettivo di difendere e promuovere i diritti non li ha toccati. In quei Comuni tutto è più della comunità LGBTQI* (lesbiche, gay, bises- difficile, anche perché non ci sono associazioni suali, transgender, queer, intersessuali…) e com- di settore e chi si scopre omosessuale è abbanbattere ogni forma di discriminazione delle donato a se stesso e ai suoi dubbi. Nei paesini, persone omosessuali e transessuali, mediante proprio perché piccoli centri, si è sempre un iniziative di vario tipo, puntando sul coinvolgi- passo indietro su queste tematiche. A Lecce abmento diretto della cittadinanza e prediligendo biamo vissuto sulla nostra pelle la difficoltà di il linguaggio artistico come canale di comuni- comunicare. Fino ad un paio di anni fa, c’era cazione. “Un’associazione non affiliata a nes- solo Agedo, l’associazione di genitori, parenti
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e amici di omosessuali, ecco perché abbiamo sentito l’esigenza di formare un’associazione, di riunirci e far capire a tutti che non c’è niente di male a camminare per strada mano nella mano”. Nella vita di tutti i giorni siete mai state vittime di episodi di intolleranza? “È accaduto qualche volta che ci urlassero dietro, dandoci delle lesbiche(“cosa tra l’altro che non ci offende perché lesbica non è un insulto”), ma nulla di serio. Soprattutto mai episodi di violenza e, a quanto ci risulta mediante l’associazione, neanche ai danni di altre persone. In provincia, invece, abbiamo registrato un paio di casi: a Gallipoli un ragazzo in discoteca ha preso le difese di una ragazza transessuale ed è stato picchiato; un altro episodio, non verificato direttamente, ha riguardato invece due ragazzi, ai quali sarebbe stato vietato di partecipare ad un’attività sportiva perché destinata alle coppie e quindi, secondo loro, ad uomo e donna”. Un altro aneddoto riguarda il Rainbowday, iniziativa contro l’omofobia, organizzato da Lea: “Nel 2014 l’abbiamo organizzato in piazza Sant’Oronzo, quest’anno non avendo a disposizione la piazza”, racconta Gaia, “lo abbiamo pensato, sempre con il patrocinio del Comune, come manifestazione itinerante e, per tutta la giornata, con un furgoncino anni ’70 addobbato con un arcobaleno di cartapesta, abbiamo girato per la città. Durante la seconda delle sei tappe previste, in via Trinchese, sulla vetrina di un chiosco, è apparsa una scritta omofoba che recitava: “Genitori, tenete lontani i vostri figli dai gay”. Episodio poi chiarito con il gestore del chiosco, ma che ha dato molto fasti-
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dio. Ci sono anche aneddoti positivi come a Leverano dove, di recente, il preside di una scuola media, mostrando grande lungimiranza, ha chiesto il nostro intervento sulla famosa e inesistente teoria del gender (teoria definita da una precisa corrente del pensiero cattolico come negazione dell’esistenza delle differenze sessuali, sostenendo che maschio e femmina altro non sono che delle “costruzioni sociali”)”. Gaia e Giovanna nella loro vita di tutti i giorni si sentono perfettamente integrate o in qualche modo soffrono una condizione di isolamento? “Integrate!”, rispondono all’unisono. “Siamo fortunate perché entrambe proveniamo da famiglie che hanno accettato la nostra omosessualità con naturalezza”. Giovanna poi si mette a nudo e racconta la sua esperienza di coming out: “Dissi a mia madre di aver baciato una ragazza e lei mi rispose “Finalmente l’hai capito! A me non interessa, resti la mia “Giovanna disordinata”, quindi… vai ad aggiustare la tua camera!”. Un messaggio di normalità che mi ha rasserenato”. Ed anche un messaggio a chi si nasconde: “Venite allo scoperto, tanto prima o poi le cose si sistemeranno. Comprendo, però, le difficoltà di molti e ammetto l’esistenza di casi estremi con ragazze o ragazzi anche picchiati per la loro omosessualità”.
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9 Il sogno più grande. “Poterci sposare e avere dei figli senza dover andare all’estero”. Le attività di LeA-Liberamente e Apertamente Voi siete state forse le prime a Lecce a venire così allo scoperto. Da allora è cambiato qualcosa? “Dietro al nostro esempio altre coppie di ragazze lo hanno fatto e vivono tranquillamente la loro vita; minore, forse, il fenomeno tra i ragazzi”. Siete una coppia a tutti gli effetti e sembrate vivere serenamente la vostra relazione. Cosa vi manca? “Poterci sposare e avere dei figli”, ammette Giovanna, “a settembre siamo andate a vivere insieme e tagliato un primo piccolo traguardo. Ora pensiamo al matrimonio, abbiamo anche valutato l’opportunità di andare all’estero per realizzare il nostro sogno d’amore. Per il momento aspettiamo, perché vorremmo poterlo fare a casa nostra; dover andare in un altro Paese sarebbe una sconfitta. Vediamo cosa succede”. E il desiderio di maternità? “Vorremmo poter concepire e diventare mamme, è un desiderio che riguarda entrambe”. Cosa rispondete a chi ritiene inadatta una coppia omogenitoriale? “L’essere genitori prescinde dall’orientamento sessuale e su questo esistono studi scientifici comprovati in tutto il mondo, anche in Italia”. I bambini che crescono con genitori dello stesso sesso corrono il rischio di essere discriminati? “Esistono tante famiglie non intese come classiche cioè con papà e mamma; l’importante è amarsi e trasmettere amore. Conosciamo altre coppie omogenitoriali i cui figli sono cresciuti serenamente e non sono certo in analisi come qualcuno vorrebbe far credere. Certo, son dovuti andare all’estero e quando tornano in Italia non sono riconosciuti come famiglia, ma loro non hanno bisogno di alcun riconoscimento, perché una famiglia lo sono già e per davvero!”. Qualcosa, però, pare muoversi ed anche la Chiesa non sembra più così categorica. L’argomento interessa soprattutto Giovanna che si dice “credente, molto credente. Prego molto e riconosco i valori cristiani con i quali sono stata educata. Allo stesso tempo, però, difendo il mio diritto ad amare una persona del mio stesso sesso e non mi sento affatto né sbagliata né un abominio come invece l’istituzione-chiesa vorrebbe farci credere”.
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Cosa consigliate a chi vive di nascosto le sue tendenze sessuali? “Di venire fuori, perché dopo diventa tutto più bello”. Quanto è grande secondo voi il numero di persone che non si dichiara apertamente? “Molto grande. Ci sono moltissime persone, soprattutto adulti, che non verranno mai allo scoperto”. Il vostro desiderio più grande? “Il riconoscimento per tutti, anche per noi. Siamo realizzate come coppia, aldilà di quello che non ci danno: ci amiamo alla follia e abbiamo amici e famiglie che ci sostengono, ma sappiamo cosa significa essere una minoranza ed avere paura di tante cose”. Anche delle più semplici come tornare la sera tardi a casa: “Per quanto Lecce sia una città civilissima e mai abbiamo avuto sentore di episodi del genere”, ammette Giovanna, “non nascondo che quando capita di restare sole per strada, di notte, abbiamo il timore di aggressioni. Non a Lecce, ma da altre parti non è certo la prima volta che vengono registrati casi di violenza contro coppie omosessuali”. Dall’11 al 13 dicembre si svolgerà presso le Manifatture Knos il Salento Rainbow Film Fest, festival di cinema a tematica LGBTQI*: “Non solo film e documentari”, spiega Gaia. “ma anche workshop, presentazioni di libri, incontri con gli autori e laboratori. È una manifestazione autofinanziata che stiamo costruendo con l’aiuto di tante realtà e di tante persone a partire dai nostri soci”. Tra le tante attività di LeA, ci piace sottolineare quella (in collaborazione con Differentemente) dello Spazio Arcobaleno, uno Sportello gratuito di supporto psicologico LGBTQI*, attivo ogni martedì, dalle 17 alle 19, presso il Fondo Verri in via Santa Maria del Paradiso n°8, a Lecce. La prenotazione della consulenza è obbligatoria e avverrà esclusivamente il lunedì dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. Info: spazioarcobalenolecce@gmail.com eil 324/7913534. I contatti di LeA-Liberamente e Apertamente 324/0906528; www.associazionelea.org; lea.lgbtq@libero.it; Fb: LeA-Liberamente e Apertamente. Giuseppe Cerfeda
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Tricase, cimitero vecchio: che caos!
È scontro! Dopo l’annuncio del progetto di estumulazione delle salme sepolte nel vecchio cimitero
Dall’annuncio di Coppola, alla mozione dell’opposizione; dall’inciso del circolo Pd, al Consiglio saltato...
T
utto ha inizio il 20 ottobre scorso quando il Comune di Tricase annuncia che, il 9 novembre, avrebbe proceduto, tramite la cooperativa Apulia, alla estumulazione di tutte le salme sepolte nel vecchio cimitero di Tricase, in piazza Cappuccini, ed alla tumulazione dei resti mortali negli ossari comunali del cimitero nuovo. Nella comunicazione si legge che, nei limiti del possibile, nella traslazione si proverà a mantenere l’attuale dislocazione delle salme, collocando i loculi nelle stesse colonne o in colonne adiacenti i resti provenienti dalla stessa cappella. Il progetto però si porta dietro una scia di polemiche, scattata nel giorno stesso dell’ufficializzazione del calendario previsto per il “trasloco”. La Società di Storia Patria per la Puglia istituisce un Comitato presieduto dal prof. Hervè Cavallera per ascoltare la cittadinanza e porre degli interrogativi all’amministrazione, come quelli sulla reale necessità di “sfrattare i nostri morti”, come si legge nel manifesto pubblicato in paese. Superata la scadenza, fissata per la richiesta dei privati di “avvicinamento” dei propri cari, la giornata dell’8 novembre era attesa come quella dell’inizio dei lavori. Invece nulla, progetto bloccato? “Assolutamente no”, dichiara sul nostro sito il sindaco Antonio Coppola, “non ci abbiamo ripensato. Andiamo avanti con la decisione di ordinare il vecchio cimitero, quindi procederemo alle estumulazioni di tutte le tombe a rischio. Bisogna però avere prudenza e cautela: è un intervento delicato e richiede determinati tempi. Non aspettiamoci le ruspe in cimitero dall’oggi al domani (…). Per ogni intervento, a partire dalle estumulazioni fino a ciò che seguirà, è necessario il nullaosta della Soprintendenza. Il Comune di Tricase non può, dall’oggi al domani, decidere in totale autonomia se e quali tombe rimuovere, non potrà da solo decidere cosa fare un domani di un luogo sacro. Abbiamo comunque un progetto che vede, una volta concluso il trasferimento delle salme, il cimitero come luogo aperto alla cittadinanza, magari come giardino pubblico”. Il sindaco ha anche rimarcato come “non vi sarà alcuna spesa pubblica ulteriore rispetto a quelle già sostenute dal Comune: i lavori sono già previsti dal bando assegnato alla Cooperativa Apulia per la gestione dei cimiteri di Tricase. Tra l’altro, il bando prevede anche un addebito per inadempienze, quindi né il Comune né la Cooperativa hanno interesse a non portarlo a termine”. Mentre il sindaco dichiara senza lasciare dubbi che “andiamo avanti”, arriva la mozione presentata dai Consiglieri Nunzio Dell’Abate, Guerino Alfarano, Pasquale Scarascia,Gianluigi Forte e Vito Zocco, da discutere nel Consiglio Comunale del 17 novembre . Sull’argomento arriva anche una nota del circolo PD (15 novembre). “Riguardo al tema dell’estumulazione delle salme dal vecchio
Cimitero comunale”, scrivono, “il circolo PD di Tricase ritiene necessario avviare un percorso di maggiore approfondimento e riflessione in considerazione della delicatezza di un argomento che tocca la sensibilità di molte famiglie. La questione non può essere ricondotta ad un semplice scontro politico né ad una semplice incombenza amministrativa, ma va approfondita sotto tutti i profili per garantire ai cittadini una piena consapevolezza e consentire una dovuta libertà di scelta riguardo alla destinazione delle salme dei propri cari, non condizionata da scadenze perentorie ed insindacabili. Il manifesto con cui ne sono stati messi a conoscenza i cittadini è stato fuorviante ed insufficiente (…). Aggiungere al ritardo già accumulato qualche altra settimana per aprire un percorso chiaro e condiviso con i cittadini non aggraverà la situazione e consentirà a tutti di affrontare con maggiore serenità un tema così complesso che ha implicazioni storiche, giuridiche, economiche e soprattutto personali. Rimangono inoltre da chiarire alcuni interrogativi riguardo ai costi reali dell’operazione e se la cooperativa sia realmente in grado di sostenerli, come verranno poi smaltiti e con quali fondi, i rifiuti speciali derivanti dall’estumulazione. (…). Il Pd si sta muovendo, tramite i suoi rappresentanti nelle Istituzioni, affinché questo tema venga trattato con la dovuta trasparenza e delica-
Le precarie condizioni di una Cappella del cimitero vecchio
il
Gallo
PeRiodico
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tezza a vantaggio di tutti”. La mozione dell’opposizione e (soprattutto) la nota del Pd, partito di maggioranza, creano dunque una certa attesa per il Consiglio comunale del 16 novembre. Seduta consiliare che, però, salta per mancanza del numero legale aumentando i decibel dello scontro. I consiglieri di opposizione, capitanati dal capogruppo Nunzio Dell’Abate, in una nota esprimono il loro rammarico: “Il sindaco e parte della maggioranza hanno fanno saltare il Consiglio (…). Sarebbe bastato un altro consigliere per raggiungere il numero legale. Ebbene il sindaco era nella sua stanza e ben tre consiglieri di maggioranza (Carmine Zocco, Enzo Fornaro e Fernando Chiuri), pur presenti nella sede comunale, hanno preferito restare fuori dall’aula”. Dall’opposizone poi informano come “anche il PD cittadino” fosse “presente tra il pubblico con il suo segretario e parte del direttivo”. All’indomani del trambusto per il consiglio comunale saltato l’intervento del capogruppo consigliare del PD Carmine Zocco che definisce “chiassate” le uscite dei consiglieri di minoranza: “Nel tardo pomeriggio di giorno 16, al Presidente del Consiglio è stato comunicato, da due consiglieri di maggioranza, la propria impossibilità a essere presenti alla seduta perché degli imprevisti non permettevano loro di assentarsi dal posto di lavoro. Il sindaco, inoltre, attendeva i funzionari della Sovrintendenza per un sopralluogo al vecchio cimitero e non poteva garantire la presenza costante nella seduta consiliare. Da un facile calcolo aritmetico, si è evinta la certezza che la maggioranza non potesse assicurare il numero legale per la seduta, come è sempre necessario che accada per logica politica e senso di responsabilità. È sempre increscioso che questo avvenga, ma è fisiologico. (…). Lo stesso Presidente aveva opportunamente telefonato in serata a tutti i consiglieri, anche a quelli di minoranza, per informarli che il Consiglio non si sarebbe svolto e che sarebbe stata fissata una nuova seduta in settimana. Anche se all’ultimo momento, il suo gesto era apprezzabile perché permetteva ai consiglieri di poter gestire i propri impegni. Così è stato per me e per altri colleghi che erano temporaneamente in municipio a svolgere altre funzioni legate al proprio ruolo. I consiglieri di minoranza hanno fatto un’altra scelta. Hanno preferito rispondere “presente” all’appello ed andare via, felici di scatenarsi con sentenze su improbabili scenari di “paura”, “timore”, “incapacità” , “fratture” e via fantasticando, che attraverserebbero la maggioranza. Sono rappresentazioni indicative dei loro desideri, ma poco aderenti alla realtà, come pure è un desiderio, frutto di una forzatura strumentale, l’affermazione che la posizione del PD sia affine alla loro. L’illusione durerà poco”, conclude, “tutte queste rappresentazioni troveranno smentite nette e puntuali nel prossimo Consiglio comunale”.
Tricase
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Il Tar dà ragione a Coppola
Si
chiude a Tricase il caso sorto attorno al bilancio consuntivo del 2013. Secondo l’opposizione, la Giunta non aveva concesso alla minoranza le dovute garanzie in fase d’analisi e di approvazione del rendiconto stesso. In quell’occasione, l’opposizione lasciò l’aula ancor prima che si procedesse alla votazione. Alla forte protesta in Comune, seguirono le vie legali. Nei giorni scorsi, però, il Tar di Lecce si è pronunciato in merito, affermando che la minoranza ebbe tempo congruo per approvare la proposta e respingendo, quindi, il suo ricorso. Tale decisione scongiura pesanti conseguenze per l’amministrazione Coppola: se il tribunale avesse dato ragione ai ricorrenti, si sarebbe proceduto allo scioglimento della Giunta ed al commissariamento del Comune di Tricase.
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La festa di Sant’Andrea a Caprarica
A
Tricase, come ogni anno, il rione di Caprarica del Capo attende fine novembre per celebrare il suo santo: Sant’Andrea. Dopo l’appuntamento con i festeggiamenti estivi, in autunno arriva il momento della fiera e della focareddha, precedute dal programma religioso. Nella restaurata chiesa di Sant’Andrea, si tiene infatti la novena, con inizio fissato per sabato 21. Fino al 29 novembre, l’appuntamento è per ogni pomeriggio alle 17,30 con il Rosario, seguito dalla Santa Messa delle 18. Come da tradizione, nell’ultima domenica del mese le vie
di Caprarica accolgono la fiera mercato, fissata quindi quest’anno per domenica 29. Il giorno di Sant’Andrea, lunedì 30, si apre invece sulle note del concerto bandistico “Città di Specchia”. Alle Messe del mattino, alle 9,30 ed alle 11, fa seguito quella del pomeriggio, il cui inizio coincide con il rientro della Processione. Il corteo, che porterà il santo, tra le altre, in via Leuca, piazza Crocefisso, via Apulia e via Vittorio Emanuele, partirà alle ore 18. Al calare della notte, poi, tutti a scaldarsi attorno alla focareddha, in piazza Sant’Andrea, con pittule, vino e spettacolo musicale dalle ore 20.
ULALÀ – Le magie di Cosimino
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l’ultimo lavoro-video di Alfredo De Giuseppe che sarà proiettato domenica 22 novembre alle ore 19, nella Sala del Trono di Palazzo Gallone, a Tricase. Cosimino Ciardo, classe 1948, è nato l’11 novembre, il giorno di San Martino, il cavaliere senza macchia e senza paura che divise il suo mantello con un mendicante, facendo tornare per qualche giorno il caldo dell’estate. Cosimino vive a Tricase, Salento, ha molti amici, è mite… Si diverte con piccoli giochi di prestigio, suona l’armonica, vive con poco, tifa Juve, è libero… e ha una storia da raccontare.
Mostra Micologica Città di Tricase
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nche quest’anno a Tricase si svolgerà la Mostra Funghi del Salento promossa dall’Associazione Micologica “G. Bresadola”, con il patrocinio del Comune. L’appuntamento con la XVII edizione della mostra micologica “Città di Tricase” è per sabato 28 e domenica 29 novembre nelle scuderie di Palazzo Gallone in Piazza Pisanelli; orari di apertura: sabato 28 dalle 16 alle 20 e domenica 29 dalle 9 alle 20. Lo scopo è quello di informare gli appassionati e non, sulla utilità dei funghi per tutte le piante verdi. Verranno esposti distintamente i funghi commestibili, non commestibili e velenosi, in modo da consentire a tutti di vederli dal vivo, confrontandoli con i testi eventualmente in possesso. Si metteranno così a confronto i funghi commestibili con quelli velenosi con l’intento di evitare possibili avvelenamenti.
Viva Dio, Casarano è viva!
Segnali di vita! Zompì attacca l’assessore Macchitella, quest’ultima contrattacca; il Pd chiede il
conto dei debiti, il Movimento 5 Stelle attacca sindaco e amministrazione... Che si siano svegliati?
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iva Dio, Casarano è viva! Sarà forse l’avvento del Natale o forse il passato intorpidimento di un’estate particolarmente afosa ma si ha finalmente la sensazione che i vari politici, commentatori, detrattori, opinionisti, insomma tutto il campionario umano che ruota intorno alla politica, si sia finalmente svegliato e, a suon di manifesti, dichiarazioni, controdichiarazioni, tweet e post, stia dando la miglior giustificazione alla propria esistenza. La situazione era divenuta preoccupante. Pur infatti in presenza di fatti oggettivamente “forti”, come le dimissioni del consigliere di maggioranza Massimo Del Genio (per un’applicazione pedissequa ed anche piuttosto discutibile della legge Severino) o come le dimissioni della consigliera Antonella Dorelli (che, andando invece via spontaneamente, lo ha fatto non certo in maniera diplomatica ma alzando la voce contro
sindaco e maggioranza su una serie di fatti che definirli seri sembra un eufemismo), non si era registrata un altrettanto forte “moto di protesta” ma timidi post su facebook, qualche tweet e poco più. Eppure mi ricordo quando sulla poltrona di prima cittadino c’era Ivan De Masi in quella sua breve, controversa, discussa e discutibile esperienza amministrativa quando, ogni santa mattina, bastava che il sindaco starnutisse, per avere fior di commentatori a disquisire e soprattutto
indignarsi sulla natura dello starnuto. Finalmente, però, anche ai giorni nostri qualcosa si muove e finalmente il dibattito sembra innescarsi. Rimpallarsi le accuse è in fondo lo sport nazionale e vedere Paolo Zompì che attacca l’assessora Macchitella imputandola di inattivismo e seguire poi la risposta della stessa Macchitella che invece gli elenca tutti i risultati del proprio ambito di competenza per poi leggere la contro risposta di zompi... Ci fa capire che anche a Casarano c’è di-
battito politico. E poi c’è il Pd che ritorna sulla questione dei debiti del Comune chiedendo insistentemente a quanto ammonti la situazione debitoria. Onestà intellettuale mi porta a fare un passo indietro appunto all’allora neo eletta amministrazione De Masi (che veniva giusto dopo quella Pd), quando non si sapeva nemmeno a quanto ammontassero i debiti di Casarano e ricordo che, durante la stesura del rapporto della società incaricata a capirci qualche cosa, non si riuscisse a trovare un totale del passivo perché di giorno in giorno arrivavano fatture di fornitori o di servizi che spesso non erano nemmeno formalmente previste (ricordate le migliaia di euro per l’acqua per dei bagni pubblici, per giunta chiusi, frutto di eccedenze ripetute perché nessuno nemmeno si poneva il problema di pagare le bollette?). Singolare quindi lo stupore odierno espresso proprio dal Pd che ora chiede ad alta voce conto… di
quei conti! E poi c’è il Movimento 5 Stelle che attacca sindaco e amministrazione per non essersi dimessi dopo l’arrivo dei commissari prefettizi ed il sindaco che, più che rispondere, li rimprovera di ignorare le più elementari regole e procedure amministrative. Ovviamente non si pensi che l’amministrazione in carica sia immune da critiche. Sino ad ora è vero che si è operato realizzando quelle cose “rinfacciate” ai pentastellati, ma è anche vero che molto di più si sarebbe potuto fare soprattutto in materia imprenditoriale, salvaguardando le poche attività esistenti (mentre più di qualcuna è andata via) o magari divenendo un centro di attrazione per le nuove. Sarà come sarà, una cosa è almeno certa: nei casaranesi sembra tornata la voglia di interessarsi della propria città. Magari sarà poco ma... qualcosa è. Antonio Memmi
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attualità
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La festa di Sant’Andrea a Presicce
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ome da tradizione, “lu tambureddhru” annuncia a Presicce l’attesissimo appuntamento con la grande festa patronale in onore di Sant’Andrea Apostolo, il 29 e 30 novembre. Nei nove giorni precedenti, infatti, alle primissime ore del mattino, i musicisti suonano il tamburello per le vie del paese annunciando l’inizio della prima funzione religiosa della giornata: i cittadini contraccambiano aprendo le loro porte di casa ed offrendo loro caffè e latte per riscaldarsi. Caratteristiche che connotano la festa di Presicce sono la focareddha e la Quadriglia. La focareddha è un falò composto da legna raccolta nei campi, viene acceso la sera della vigilia della festa del Patrono Sant’Andrea Apostolo, che si festeggia il 30 novembre. Il fuoco purificatore, nel quale venivano gettati oggetti, cibarie, animali, doveva propiziare una stagione invernale non eccessivamente inclemente, che avrebbe permesso i successivi raccolti. La Quadriglia, è una danza figurata, in costume, molto in voga in Francia dove fece la sua la sua prima apparizione agli inizi del secolo scorso. E’ difficile dire perché questa danza ebbe tanto successo in Presicce, sì da divenire “tradizionale” nel carnevale presiccese, se non che potè attecchire facilmente , data la passione per la musica e per la danza. Il programma di quest’anno prevede per sabato 21 novembre l’inizio della Novena a Sant’Andrea. Dallo stesso giorno suonerà lu tambureddu che allieterà le notti presiccesi fino a domenica 29. Sempre nel giorno di vigilia della festa, dalle 17,30, prima la santa Messa e poi la solenne Processione per le vie del paese. Durante il corteo dei fedeli accensione della focareddha (in via Umbria) accompagnata da uno spettacolo piromusicale della ditta Francesco Mega di Scorrano. Al termine della Processione succulento appuntamento con la Sagra del Pesce; farà da colonna sonora alla serata la pizzica dei Vento del Sud. Lunedì 30, solennità di Sant’Andrea, Sante Messe alle 8, 10, 11,15 e 17,30. In mattinata la tradizionale e rinomata Fiera Mercato. Dalle ore 8 presteranno servizio per le vie del paese gli “Amici della Musica”. Alle 16,30, infine, Gran Concerto Bandistico Città di Squinzano diretto dal M° Dominga Damato.
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Qui Soleto, a voi Spazio Via radio. Sarà contattato l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale in orbita a circa 400km dalla Terra
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sezione di Soleto dell’Associazione Arma Aeronautica, l’Istituto Comprensivo “Falcone e Borsellino” di Soleto, il Comune di Soleto e la Sezione di Lecce dell’Associazione Radioamatori Italiani, hanno organizzato un evento eccezionale per la città di Soleto e per tutto il Salento. Un iter burocratico iniziato i primi mesi del 2013, difficile e impegnativo, ha portato al risultato incredibile di poter contattare via radio, dalla sede delle scuole medie di Soleto, l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale in orbita a circa 400km dalla Terra. Martedì 24 novembre, alle ore 9 UTC (10 locali) dall’aula magna della scuola media “G. Marconi” di Soleto, inizierà “l’inseguimento” della Stazione Spaziale Internazionale, un monitor proietterà in tempo reale la posizione della I.S.S. rispetto alla stazione monitor “VE4ISS” situata in Canada, che facendo da ponte tra la stazione Spaziale Internazionale e la Scuola Media di Soleto, consentirà il collegamento in modalità “telebridge” della durata di circa 10 minuti. Un evento che resterà im-
presso nel ricordo dei ragazzi e di tutti i presenti. Il collegamento avverrà in contemporanea con la Scuola Secondaria di Primo Grado “Benedetto Croce” di Civate (LC). Il momento “clow” del collegamento sarà preceduto dall’intervento di Michele Mallardi IZ7EVR radioamatore esperto in telecomunicazioni con la I.S.S. e Mentor del progetto per il sud Italia, che illustrerà le fasi del collegamento e condurrà lo stesso. La voce degli astronauti sarà diffusa in diretta, oltre che all’interno dell’aula magna, anche all’esterno della scuola, permettendo a chiunque volesse partecipare all’evento, di ascoltare gli astronauti che salute-
ranno i ragazzi e risponderanno alle loro domande. Un evento unico nel suo genere, mai realizzato a sud di Bari che ha richiesto l’impegno costante ed una enorme attività organizzativa. I collegamenti con la I.S.S. di norma, vengono realizzati presso la cittadella della scienza del capoluogo pugliese. L’impegno e la perseveranza degli organizzatori, nonché la disponibilità e competenza tecnica dei responsabili di ARISS Italia e AMSAT Italia, hanno consentito questo eccezionale risultato. Diretta Streaming su: http://topvideowebtv.jimdo.com https://www.youtube.com/channel/UC9KShls3BU8wgJCCibXRvg
PASIAN le stufe di qualità made in Salento Fiore all’occhiello. Le nostre stufe sono in grado di bruciare svariate tipologie di combustibili triti: dal pellet, al nocciolino (d’oliva), ai gusci di mandorla, sino ad arrivare al mais miscelato
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ual è la convenienza oggi di avere in casa delle stufe a pellets o policombustibile e cosa si intende per policombustibile? La nostra azienda produce e commercializza stufe e caldaie a pellet e policombustibili, in grado cioè di bruciare ottimamente svariate tipologie di combustibili triti: dal già citato pellet, al nocciolino (d’oliva), ai gusci di mandorla, sino ad arrivare al mais miscelato. La nostra gamma di stufe e caldaie onnivore copre un vasto ventaglio di esigenze, partendo da potenze di 8 kW fino a 34 kW, con ingombri sempre contenuti e offrendo la possibilità di scegliere tra numerose versioni: aria, semplice o con canalizzazione, o idro, da collegare all’impianto termico della casa. Novità assoluta della gamma attuale è la presenza di particolari versioni combinate aria-acqua, capaci di riscaldare
contemporaneamente i radiatori di casa e l’ambiente in cui sono installate. Per chi ha problemi di spazio sono disponibili i medesimi modelli con scarico verticale o slim salvaspazio per l’installazione nei corridoi. Produciamo anche bruciatori a pellet (compatibili con la maggior parte delle caldaie a bruciatore installate) con un range di potenza che va dai 32 ai 500 kW. Ci sono delle novità nelle vostre produzioni?
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NOVITA’ STUFE
Particolari versioni combinate aria-acqua, capaci di riscaldare contemporaneamente i radiatori di casa e l’ambiente in cui sono installate
L’ultimo nato nelle nostre produzioni è un inserto per camino disponibili nelle versioni a ventilazione forzata da 10 kw e idro da circa 20 kW: caratteristica peculiare e unica di questi inserti sono le dimensioni estremamente compatte, puntando ovviamente alla massima efficacia ed efficienza. I vostri prodotti sono anche pensati per l’arredamento, arricchendo il pregio delle abitazioni che li ospitano… Le stufe con il rivestimento in maiolica rappresentano un’ottima soluzione sia per riscaldare la casa, sia per arredarla. La maiolica infatti è un rivestimento pregiato ed elegante che si adatta a qualsiasi tipo di ambiente. Oltre agli elevati standard qualitativi ci tenete molto anche al totale rispetto dell’ambiente… Pasian rispetta l’ambiente e la natura promuovendo l’utilizzo di combustibili alternativi a
bassa emissione di CO2 pe Da Sogliano Cavour esportate anche all’estero. In quali Paesi e in quali quantità? L’azienda salentina, forte dei successi ottenuti in Italia, accelera il processo di internazionalizzazione e rafforza la sua presenza anche sui mercati esteri. E’ stato firmato di recente un accordo commerciale
con un importante distributore fortemente attivo nel settore del riscaldamento nei paesi di Belgio, Olanda e Germania. Anche la Grecia rappresenta un mercato di sbocco interessante, dove l’azienda conferma la sua forte presenza. Nuovi punti vendita monomarca sono nati a Salonicco e Larissa e altre richieste di collaborazioni commerciali
provengono dall’intero territorio. Le linee di intervento su questi mercati, coerentemente con il posizionamento strategico aziendale, prevedono un’attenta politica commerciale orientata al rivenditore e una politica di prodotto tesa ad offrire soluzioni di qualità. Le stufe e caldaie a pellet e policombustibili a marchio Pasian, completamente realizzate con componentistica e materiali italiani, rappresentano proprio la qualità del made in Italy. Il ciclo produttivo si concentra interamente all’interno della struttura e ciò garantisce un controllo efficace su ogni fase, grazie anche all’avanzato know-how e alla manodopera specializzata. Queste caratteristiche rendono i prodotti Pasian efficaci e in grado di offrire soluzioni pensate per il riscaldamento civile e industriale, in conformità con elevati standard qualitativi e nel totale rispetto dell’ambiente.
botta e risposta
21 nov./4 dic. 2015
ilgallo.it
Andrano, “repubblica” litigiosa
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L’accusa. “Si è autodichiarato Primo Console: Accoto fa e disfa come gli pare. Si dimetta!” Il sindaco Mario Accoto.“Volgari ed aggressivi. La loro uscita inspiegabile ed ingiustificabile”
È
polemica dopo l’apparizione del manifesto a firma del gruppo consiliare “Impegno Comune” e dal titolo provocatorio “È nata la Repubblica di Andrano”. Impegno Comune chiede, come “gesto risolutivo e chiarificatore”, le dimissioni del primo cittadino Mario Accoto. “In questa Repubblica” si legge, “il sindaco (autoproclamatosi Primo Console) fa quello che gli pare. Approva, disapprova e riapprova i Bilanci come in una barzelletta. Umilia in continuazione il Consiglio comunale”, continuano i firmatari, “costringendo i consiglieri ad approvare atti illegittimi in sedute farsa. I diritti dell’opposizione sono continuamente calpestati e tutta l’attività istituzionale risulta compromessa con atti fuori da ogni regola. Nonostante le ripetute proteste di “Impegno Comune” sul rendiconto di gestione 2014, anche sul Bilancio di previsione 2015 si sono ripetuti gli stessi errori. Neanche il ricorso al Tar presentato da “Impegno Comune”, ha fatto rinsavire il Console della Repubblica. A questa pagliacciata i consiglieri di “Impegno Comune” si sono sottratti per difendere la di-
mario accoto
gnità del Consiglio comunale ed il decoro delle istituzioni. Ormai”, rincarano la dose, “la confusione e la sciatteria regnano sovrane e sono condite da un’opera di propaganda pervasiva, alla quale sono costretti a partecipare i subalterni e gli agitatori di ABC. Era questa la competenza amministrativa dei cosiddetti progressisti? È questa la favoletta che si continuano a raccontare il sindaco dormiente e la giunta sognante?”. Accuse pesanti in un attacco frontale concluso con la già citata richiesta di dimissioni di Mario Accoto che, da noi interpellato, non si lascia certo pregare, per una replica altrettanto
decisa. “A nome dell’intera comunità”, esordisce il sindaco, “vorrei, innanzitutto, scusarmi per la bassezza e insipienza del manifesto di Impegno Comune. Al vuoto di con-
A
tenuti si sopperisce inasprendo i toni e le parole. Questo in sintesi quanto accaduto. Il tutto mi appare inspiegabile ed ingiustificabile se penso che l’azione politica della mia amministrazione è stata condivisa da Impegno Comune che su 57 deliberati consiliari solo in 4 occasioni ha votato contro e ben 38 a favore. La volgare ed aggressiva uscita”, continua, “non è poi in linea con quello che è il clima che si vive all’interno della mia Comunità che si muove con vivacità e collaborazione delle varie componenti (mondo delle associazioni e scuola in primis). Né credo che le esternazioni murali di Impegno Comune siano rappresentative del livello
La festa di Salignano
Salignano, frazione di Castrignano del Capo, ritorna il grande appuntamento per la festa in onore del Protettore Sant’Andrea Apostolo. La Chiesta madre a lui dedicata fu iniziata nel 1788 e terminata nel 1854. Nei decenni, di generazione in generazione, la fede nel santo si è tramandata e rinnovata, riunendo la comunità ogni fine novembre in sentiti festeggiamenti. Anche quest’anno la preparazione all’evento parte con i riti religiosi. Alle ore 18 di sabato 21 la prima delle novene che accompagneranno quotidianamente l’avvicinamento al giorno di Sant’Andrea. Giorno in cui, lunedì 30, la prima delle Sante Messe si terrà alle 11 in Chiesa madre. Alle 15,30 la processione porterà il santo per le vie del paese e, al suo rientro, alle 17, sarà seguita da una nuova Messa. Alle 18,30 appuntamento presso la casa parrocchiale per la tradizionale ed attesissima porchettata.
culturale della mia comunità”, affonda il colpo, “dove chiunque sa che nessun console ha mai fondato una repubblica. L’estemporanea uscita credo sia legata a problemi tutti interni ad Impegno Comune, formazione che nascendo (“o meglio rifacendosi il trucco: in essa militano molti ex amministratori della passata Giunta Pantaleo”) ha spaccato il centrodestra locale e visto ulteriormente impoverire la propria rappresentatività dal commissariamento della sezione UDC di cui era responsabile il Capogruppo Balestra. Improvvide scelte”, contrattacca Accoto, “anche nelle candidature con “giovani” leve bocciate all’ultimo momento e inclusione di soggetti politici difficilmente gestibili e che oramai dettano la linea e lo stile. In un contesto del genere per affogare i mal di pancia si urla, si insulta, si scade nella rabbia. Io spero si tratti di una crisi passeggera di Impegno Comune e del Centrodestra locale; auspico un pronto rinsavimento”, conclude, “perché ritengo che l’attuale confusione e spaccatura non sia un bene per la comunità”. g.c.
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attualità
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Castrignano de’ Greci accoglie Telethon
Solo spendendo se stessi per gli altri si diventa ricchi. Susanna Agnelli: “Telethon esisterà
fino a quando non verrà scritta la parola cura accanto al nome di ogni malattia genetica”
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volte capita e stavolta è capitato a noi. La malattia invisibile è entrata a far parte della nostra vita così per caso, in punta di piedi, e una volta entrata ti rendi conto fin da subito che diventerà, che tu lo voglia o no, la tua miglior compagna di viaggio”. Sono le parole di Michela, mamma di Giada, una bimba di 11 anni che ogni giorno combatte contro un mostro chiamato fibrosi cistica. Una testimonianza di quanto il coraggio, l’amore e la fiducia nella ricerca possano tenere in vita la speranza. “Dal mio dolore ho tratto oggi la forza per andare avanti nonostante il peso della malattia. La guardo negli occhi e ogni giorno quello sguardo è li a chiedermi se i ricercatori riusciranno mai a trovare la cura anche per la sua malattia”. Al suo grido d’aiuto e a quelli di molti altri pazienti affetti da malattie rare, la Fondazione Telethon risponde, organizzata per dare loro ascolto ogni giorno dell’anno. Il percorso della ricerca scientifica verso la cura è molto lungo, impegnativo e costoso: inizia dalla ricerca di base, quella che si fa in laboratorio, per proseguire con le sperimentazioni. L’ultima fase, quella clinica, sperimenta le terapie individuate sui pazienti. Molti ricercatori Telethon impiegano anni del proprio lavoro per
assicurarsi che una terapia sia efficace e sicura. La vita spesso tradisce la sua natura e quindi molti bambini vengono privati di tale dono troppo presto. Solo di fronte alla malattia, l’essere umano capisce la bellezza della vita nella sua semplicità. Come ogni anno, anche nel suo piccolo, il Comune di Castrignano dei Greci, grazie a un’iniziativa nata dall’Associazione Onlus Donne In Cammino e grazie alla collaborazione di Paolo Ruberti, coordinatore provinciale di Telethon, sempre in prima linea come il padre, Sergio Ruberti, volontario Telethon deceduto un anno fa, organizza un incontro per giovedì 3 dicembre, alle ore 17 presso l’aula consiliare comunale. Lo scopo dell’incontro è far capire l’importanza del volontariato all’interno
dell’associazione e divulgare la volontà, negli altri, di entrare all’interno di questa grande famiglia. Saranno presenti Stefania Merico e Annamaria Accoto, in prima linea nello staff di Telethon, un’unione utile soprattutto per trovare la modalità migliore per far avanzare la ricerca sulle malattie genetiche e fare un passo in avanti verso la cura: “Possa essere, il grido d’aiuto di Giada, d’esempio per chi ogni giorno combatte una qualsiasi malattia genetica e la forza di chi oggi lotta per restare aggrappato a questa vita”. Giorno dopo giorno, in oltre 25 anni, grazie al sostegno di milioni di italiani, si sono raggiunti molti traguardi: malattie sconosciute che adesso hanno un nome, famiglie non più sole davanti agli ostacoli della malattia, disabili che possono vivere sempre meglio la quotidianità, bambini che hanno di nuovo un futuro grazie a terapie innovative messe a punto dai ricercatori. Questo dovrebbe essere solo l’inizio. Per dirla con le parole di Susanna Agnelli, la fondatrice: “Telethon esisterà fino a quando non verrà scritta la parola cura accanto al nome di ogni malattia genetica”. Chiunque fosse interessato a diventare volontario Telethon può contattare Paolo Ruberti al 3409306231 o tramite email a pruberti@rt.telethon.it Ludovica Luceri
La missione di Telethon Fare avanzare la ricerca verso la cura delle malattie genetiche rare
Il
percorso della ricerca scientifica verso la cura è molto lungo, impegnativo e costoso: inizia dalla ricerca di base, quella che si fa in laboratorio, per proseguire con le sperimentazioni. L’ultima fase della ricerca, quello clinica, sperimenta le terapie individuate sui pazienti. Molti ricercatori Telethon impiegano anni del proprio lavoro per assicurarsi che una terapia sia efficace e sicura. Ogni vita è importante. A volte trascurate dai grandi investimenti pubblici e industriali, orfane di ricerca e farmaci: le malattie genetiche rare prese singolarmente non sono statisticamente rilevanti. Ma possiamo dire che la vita di una persona non lo sia? Una grande scoperta scientifica deve essere per tutti. Telethon punta a trasformare i risultati della ricerca scientifica di eccellenza, selezionata e sostenuta nel tempo, in farmaci e terapie disponibili per tutti i pazienti del mondo. Una visione che da qualche anno sta diventando realtà, grazie a terapie innovative che attirano l’attenzione di sempre più gruppi farmaceutici. L’impegno è quello di sviluppare collaborazioni con istituzioni sanitarie pubbliche e private affinché il lavoro non si fermi al risultato scientifico di successo, ma diventi realmente accessibile per ogni paziente. I pazienti. Il lavoro di ogni giorno di Telethon è per loro. Oltre a sostenere la ricerca, fornisce loro un’informazione aggiornata e corretta sulle malattie; li indirizza ai diversi centri di riferimento e agli specialisti; favorisce il contatto e lo scambio tra le associazioni dei malati. La ricerca. Telethon sostiene costantemente i suoi istituti di Milano e Pozzuoli; finanzia ricerca eccellente in Italia selezionando su base meritocratica i progetti più promettenti. Crea alleanze strategiche per aumentare l’attenzione intorno alle patologie rare. La società civile. Insieme alla Fondazione Telethon, cittadini, imprese, media e istituzioni ogni anno investono tempo e risorse in questa grande impresa collettiva.
tempo libero
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Premiere lecce - mulTisala massimo TEL. 0832/307433 Sala 1
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one in programmazi dal 19 novembre UN SORRISO ON LINE vignette dal web
loro chi? Sala 2
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20,30 - 22,20
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gallipoli - cinema schipa TEL. 0833/568653
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surbo - The space cinema TEL. 0832/812111 bre dal 21 novem e br m ce di 4 al
di eugenio musarò (www.eugeniomusaro.it)
Ariete Plutone continuano a frenare molti dei vostri progetti. A parte la seconda decade, stimolata da Urano, gli altri devono armarsi di pazienza.
Toro Molti transiti sono favorevoli: è il momento giusto per prendere iniziative importanti. Solo la seconda decade dovrebbe essere più prudente!
Gemelli Prima decade ancora bloccata da Nettuno. La seconda, può sfruttare il sestile di Urano, il pianeta dei cambiamenti. La terza, per ora, pedali da sola.
16 - 19,05 - 22,05
hunger games, il canto... (II) Sala 2
16,45 - 19,30
matrimonio al sud Sala 3
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loro chi? Sala 4
15,30 - 18,45 - 22
007 spectre Sala 5
Nettuno continua a favorire la prima decade. Momento di stallo, invece, per la seconda a causa di Urano e Plutone. La terza, è più libera di muoversi.
Bilancia
Leone I transiti sono abbastanza buoni: il trigono di Urano abbinato al trigono di Saturno, vi danno la possibilità di cambiare in meglio molte cose.
Scorpione
Orima e terza decade libere di prendere iniziative senza eccessivi ostacoli. La seconda, invece, deve fare sempre i conti con Urano e Plutone.
I transiti per voi continuano ad essere ottimi, non ci sono per il momento passaggi negativi. Portate avanti i vostri progetti con fiducia.
Capricorno
Acquario
Nettuno e Plutone sono sempre favorevoli. Attenti però ad Urano negativo e ponderate bene le vostre scelte.
I transiti per voi sono ancora molto belli: i sestili di Saturno e di Urano vi aiuteranno a concretizzare molte cose!
Vergine La prima decade è ancora bloccata da Nettuno e Saturno. Gli altri possono sfruttare sempre l’ottimo transito di Plutone.
17 - 19,40 - 22,25
Sala 6
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Sala 7
15,30 - 18,30 - 21,25
Pan, viaggio sull’isola...
hunger games, il canto... (II)
Sagittario Per voi i transiti sono un po’ contraddittori: molti sono favoriti dallo splendido trigono di Urano ma altri sono bloccati da Nettuno!
Pesci Giove in opposizione persiste ancora: prestate attenzione alle vostre finanze e limitatevi solo alle spese essenziali!
21,05
007 spectre Sala 9
loro chi?
galaTina - cinema TarTaro TEL. 0836/568653 17 (sab e dom) - 19,15 - 21,30
Pan, viaggio sull’isola...
calimera - cinema elio TEL. 0832/875283 19 (sab e dom.) - 21 (chiuso lun.)
gli ultimi saranno ultimi
Sala 8
Cancro
17,30 - 20 - 22,30
Sala 2 16,30 (dom)-18,30-20,30-22,30
matrimonio al sud
lo dicono le stelle
Sala 1
gli utlimi saranno ultimi
gli ultimi saranno gli ultimi
Sala 1
gallipoli - cinema iTalia TEL. 0833/568653
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hunger games, il canto... (II) Sala 3
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17,30 - 20 - 22,30
gli ultimi saranno ultimi maglie - mulTisala moDerno TEL. 0836/484100 Sala 1
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loro chi? Sala 2 22: gli
17,30 - 19,30: Pan ultimi saranno ultimi
Sala 3
18,30 - 21,30
hunger games, il canto... (II)
casarano - cinema manZoni TEL. 0833/505270 17 (sab. e dom.) - 19 - 20,30
matrimonio al sud Tricase - cinema moDerno TEL. 0833/545855 16,45 (sab e dom) - 19,15 - 21,45
hunger games, il canto... (II) Tricase - cinema aurora TEL. 0833/545855 17,30 (sab e dom) - 19,30 - 21,30
gli ultimi saranno ultimi
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Pan, viaggio sull’isola...
Trova i Galletti, telefona martedì 24 novembre Cerca tra le pubblicità e individua i 3 galletti “mimetizzati” e telefona martedì 24 novembre dalle 9,30 allo 0833/545777. In palio: i BIGLIETTI per i CINEMA; 1/2 kg di MIGNON offerti dalla pasticceria DOLCEMENTE di Tricase; CORNETTO e CAPPUCCINO offerto dal CAFFè PISANELLI DI TRICASE; CORNETTO e CAPPUCCINO offerto dal BAR LEVANTE di TRICASE; DUE APERITIVI al MENAMè di TRICASE PORTO; DUE APERITIVI al BAR MAL GLEF a MIGGIANO; DUE APERITIVI presso DOLCI FANTASIE di SAN CASSIANO; BUONO SCONTO di EURO 50 da applicare sull’acquisto di occhiali da sole o da vista presso OTTICA MORCIANO di TRICASE, ANDRANO, TIGGIANO e CASTRO; una bottiglia di VINO da DELIzIE SALENTINE TRICASE.
NoN soNo ammessi gli stessi viNcitori per almeNo 3 coNcorsi coNsecutivi. NoN si accettaNo NomiNativi della stessa famiglia
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