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I MIGLIORI DIECI FILM DEL 2019
I MIGLIORI DIECI
FILM DEL 2019
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di Maddalena Grillo
Il 2019 è stato un anno davvero interessante per il mondo del cinema, infatti diversi esponenti di questo mondo meraviglioso lo hanno scelto per dar luce alle proprie opere. Stilare una lista di dieci film non è stato facile, sono state numerose le correzioni e gli spostamenti di classifica che ho effettuato nello scrivere questo articolo. Ovviamente questa è una classifica amatoriale dettata in buona parte dal gusto personale e, come sempre quando si parla di arte, il tutto contiene molta soggettività. Detto ciò iniziamo subito a vedere le posizioni otto e sette.
Siamo davanti ad un film molto autobiografico. Almodóvar infatti si lascia completamente andare alle emozioni sotto le mentite spoglie del protagonista, Salvador Mallo, che ci parla di sé, del proprio malessere e della difficoltà di continuare a vivere in una città come Madrid, madre di gioie passate, ma che adesso reca solo sofferenza. In questa pellicola abbiamo un Antonio Banderas estremamente delicato, fragile. Almódovar, come Fellini aveva trovato in Mastroianni l’unica persona in grado di poter raccontare il proprio io cinematografico, fa la stessa cosa con Banderas, affidandogli un bagaglio emotivo che quest’ultimo non tradisce mai, neanche col cambio di una virgola. Uno sceneggiato davvero emozionante, che porta con sé la redenzione del regista, sublimato dalla presenza della donna più importante della sua vita: la madre, interpretata da un’amorevole e mai troppo severa Penelope Cruz. Insomma, un girato nel quale l’autore si mette a nudo, mostrando debolezze e punti di forza, momenti in cui si cade e altri in cui ci si rialza, dolore e gloria.
7. Suspiria, Luca Guadagnino
Una volta usciti dalla sala non si può fare a meno che chiedersi se quello che si è appena visto sia un remake oppure no. Infatti questo Suspiria, seppur la trama sia uguale nei due casi, si avvicina a quello originale quanto se ne allontana. Stiamo parlando del rifacimento di uno dei film horror più famosi di sempre, una pietra miliare del nostro cinema, scaturito da una mente geniale come quella di Dario Argento. Anche coloro che non sono dei grandi appassionati delle settima arte capiranno quanto la cosa sia rischiosa, quanto sia difficile approcciarsi ad una pellicola di tale portata. Luca Guadagnino è riuscito egregiamente nell’impresa. Al contrario del girato di Argento, in questo l’elemento esoterico è un po’ meno presente, come se la storia volesse essere raccontata in modo più razionale. Il regista decide di proporci la vicenda con eleganza e leggerezza, complice una fotografia a dir poco espressiva, con colori vividi, specialmente il rosso, e una luce chiara, limpida, in contrasto con la magia nera presente fin dalle prime scene. La danza, da semplice passione, a mano a mano si fa sempre più viscerale, in un crescendo di inquietudine diventerà proprio il mezzo delle streghe per compiere rituali e magie, facendo anche indagare a fondo lo spettatore sull’universo femminile e su tutti i tipi di legami esistenti tra donna e donna. In questo sono state fondamentali delle coreografie ben studiate, che una volta messe in atto non possono far altro che lasciare lo spettatore in bilico tra trasporto e inquietudine. Tra le numerose performance che questo film ci offre, una menzione particolare va a Tilda Swinton, capace non solo di interpretare magistralmente il personaggio austero di Madame Blanc, ma anche quello maschile e fragile del Dr. Klemperer ed infine nella mostruosa Markos, un’attrice poliedrica, capace di immedesimarsi perfettamente in più personaggi su uno stesso set, tanto vita così alle diverse realtà di un’unica storia. Brava anche Dakota Johnson, nei panni della protagonista, sebbene a volte leggermente inespressiva. Infine, le musiche composte da Thom Yorke sono un ulteriore tocco di eleganza e delicatezza, capaci di cullarci e sublimare il tutto, come fossero canti ancestrali già insiti dentro di noi.