È FACILE DIMENTICARE... ”Speriamo che non torni tutto come prima” - conclude
la sua lettera Alberto da Belluno. Uno dei tanti messaggi che ci sono giunti in pieno lockdown, durante il quale abbiamo voluto reagire immediatamente a quel bisogno di dialogo di tanti di voi, pubblicando una circolare
online ogni martedì per sette settimane, più la Circolare di inizio marzo che abbiamo evitato di stampare (per ovvie ragioni) e che subito abbiamo inviato anch’essa online. Nel Diario che leggerete, finalsegue a pag. 2
luglio
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2020 anno XXV
periodico dell’Associazione Club di Papillon diretto da Paolo Massobrio > Registrazione Tribunale Alessandria n. 443 del 3.7.93 > Poste Italiane S.p.a. in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB Alessandria > > Aut. Dir. Prov. PP.TT Alessandria > Progetto grafico: Studio Due S.r.l, www.studio-due.it > Impaginazione: Studio Due S.r.l > Stampa: Litografia Viscardi,
spedizione euro 0,50 Alessandria Alessandria
Golosaria tra i castelli del Monferrato in due week end
12-13 settembre – Casale Monferrato 19-20 settembre – Rosignano Monferrato
la guida
novità per l'autunno
ilGolosario Ristoranti diventa anche guida al delivery e al take away
28 ottobre - 2 novembre Golosaria fiera online
ISSN 2532-5973
l’editoriale di Paolo Massobrio
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mente nella versione cartacea, troverete la copertina della Circolare precedente e anche quella dei 7 aggiornamenti che mi sono riguardato più volte, appena si è allentata un poco l’emergenza. E ho riletto le oltre 50 lettere che sono giunte, che avevano dentro la preoccupazione per un congiunto in terapia intensiva, la tristezza per qualche caro che non ce l’aveva fatta, ma anche la sorpresa di ritrovarsi dentro a una famiglia, come ci ha scritto Ilvano Prostrati da Zocca. Una famiglia, la nostra, dove ci sono negozianti, ristoratori, produttori di cose buone e vignaioli, oltreché consumatori attenti, padri e madri. Li abbiamo ascoltati tutti e, appena è stato possibile, abbiamo preso l'iniziativa. Un’iniziativa pubblica – lo ha sottolineato Arnaldo Cartotto che ci ha fatto eco sul bisettimanale Il Biellese – ovvero prese di posizione, inchieste, denunce, ma anche fatti concreti come la creazione della prima guida al Delivery. E poi abbiamo cercato gente viva che potesse dirci una parola, regalarci una canzone, farci guardare oltre quella che poteva essere una disperazione. Fra i colleghi giornalisti, o gastronomi che dir si voglia, abbiamo trovato sulla nostra strada Angelo Frigerio
del gruppo Tespi, col quale abbiamo realizzato iniziative congiunte per mettere in evidenza le difficoltà del mondo della ristorazione, mentre con Carlin Petrini abbiamo condiviso l’iniziativa del 25 aprile di aiutare i più poveri. E ci siamo “messaggiati”, felici di ritrovarci ancora una volta in sintonia. Alejandro dal Venezuela ci ha scritto varie volte, lieto in una situazione drammatica al limite della sostenibilità umana (e mi si stringeva il cuore pensando che non potevamo svolgere le nostre Cene in ComPagnia). Il Club di Papillon non è mai stato così vivo: è diventato aggregatore, in poco tempo, persino di professionisti che si sono raccolti nel Sostenisario (sezione del portale ilgolosario.it) per dare le prime indicazioni su come affrontare un periodo perlomeno nebuloso. E allora torno a quella lettera di Alberto. “È un periodo paradossale: da un lato il dramma della morte, la sofferenza e la paura; dall’altro un’intensità nelle giornate e nei rapporti”. Su Avvenire, il quotidiano dove ogni mercoledì svolgo le mie riflessioni nella rubrica “Appelli di gusto”, il 24 marzo Paolo Pileri scrive: “Non torneremo alla normalità, perché la normalità era un problema... Tornare da dove siamo partiti? Ai virus culturali che avevamo?...
Certo, il Paese in ginocchio che troveremo non sarà quello di prima. E bisognerà rimboccarci le maniche. Ma per andare verso quale direzione? La stessa di prima? Questa è una domanda che abbiamo il dovere di farci oggi, pur tra le lacrime. È ora il sacrosanto momento nel quale elaborare il lutto di un passato politico ed economico che ci ha consegnato a una normalità che normalità non era affatto. Tutto quel che la normalità respingeva, dagli accordi sul clima, agli investimenti in sanità pubblica, allo stop al consumo di suolo e al traffico, alla tutela della biodiversità, agli investimenti in ricerca, cultura e manutenzione del Paese, a incentivare la buona agricoltura (e non l’altra), al dare dignità al lavoro sconfiggendo la mentalità che “fare il nero è necessario”, all’economia circolare e fondamentale al posto della tradizionale, al perseguire corruzione e furbizia “senza se e senza ma” e così via, deve ora essere messo in cima all’agenda pubblica di una normalità che va costruita proprio ora, nelle macerie in cui siamo”.
E
cco questo credo possa rappresentare una sorta di manifesto per la ripartenza morale del nostro Paese. Ma c’è anche un’altra faccenda che riguarda questo periodo, ovvero il valore della relazione. L’hanno riscoperta in tan-
ti, vivaddìo, fino a riconoscere il ruolo di quella che si chiama “comunicazione”. Su questo abbiamo costruito un progetto vero e proprio, perché la scelta di realizzare una Golosaria tutta virtuale, in autunno, per due mesi, con una data certa dal 28 ottobre al 2 novembre, va nella direzione di realizzare una grande esperienza di relazioni insieme. Una fiera in 3D, divertente, focalizzata tutta sulla relazione e sulla reputazione che negli anni ha conquistato ilGolosario e con esso Golosaria. Una fiera con stand veri e propri, anche se virtuali, dove mettersi in gioco scoprendo cosa significa andare in vetrina a testa alta. Su questo progetto abbiamo trovato le ovvie resistenze di chi è fermo al già conosciuto e obietta l’impossibilità di un contatto fisico, ma anche l’entusiastica adesione di chi vuol finalmente mettere in mostra il valore del proprio lavoro e raccontarlo. Da questo punto di vista non tutto tornerà come prima, e quindi vogliamo cogliere l’occasione di creare un bagaglio utile a comunicare al mondo quel valore del lavoro che non va disperso. La relazione è alla base stessa del Club di Papillon, per cui non possiamo fare altro, ora, che potenziarla. Naturalmente insieme. Sempre insieme.
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ORDINARIA ANNUALE SABATO 12 SETTEMBRE a Casale Monferrato (AL) presso Ristorante Accademia Via Goffredo Mameli, 29 alle ore 8 in prima convocazione e alle ore 20 in seconda convocazione ORDINE DEL GIORNO: comunicazioni del Presidente - approvazione bilancio consuntivo 2019 - preventivo anno sociale 2020 - varie ed eventuali Il Presidente Paolo Massobrio
la Circolare
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A TUTTI GLI AMICI DI PAPILLON
Carissimi tutti, questa lettera è per ringraziare ciascuno di voi che, nonostante le difficoltà, ha voluto rinnovare nell’anno 2020 l’adesione al Club di Papillon, permettendoci di proseguire nelle attività, compresa l’uscita di questa Circolare. Come tradizione, da fine agosto parte la nuova campagna soci di cui sarete informati, mentre per Golosaria Fiera Online, ogni associato conoscerà le opportunità relative alla sua partecipazione. Ora siamo a chiedervi di aiutarci a dare una risposta, con i vostri amici, agli obbiettivi delle Cene in ComPagnia che avevamo fissato poco prima del Covid 19. Quest'anno la somma complessiva che verrà raccolta sarà distribuita in egual parte alla Monache Trappiste di Vitorchiano, per l’avvio del loro laboratorio di pasticceria in Portogallo dove sorgerà il nuovo monastero e all’Associazione “Travajo y Persona” che fa capo, in Italia, al progetto di Alejandro, che ha come scopo promuovere il valore del lavoro, specialmente manuale, e la dignità dell’essere umano. “Questo progetto – come ci ha spiegato lo stesso Alejandro – punta a lavorare con le mamme dei bambini in rischio di malnutrizione, formandole affinché possano diventare cuoche. Grazie a una rete di chef attiva in Venezuela, viene insegnato loro a recuperare le ricette tradizionali delle rispettive regioni sfruttando gli alimenti disponibili, che dipendono non solo dalla stagione, ma anche dalla ricchezza dei raccolti, e ad avere una consapevolezza maggiore sul valore nutrizionale dei cibi e sull’importanza del gusto. L’obiettivo è fare in modo che i figli di queste donne, dopo un anno, possano mangiare a casa insieme alle mamme messe nelle condizioni di poter guadagnare e sostenere la propria famiglia”.
GRAZIE PER LA VOSTRA AMICIZIA! la Circolare
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LE NUOVE DATE
12|13 settembre 2020 CASALE MONFERRATO CASTELLO DEL MONFERRATO
Per restare aggiornato su eventi e location visita
golosaria.it
19|20 settembre 2020 ROSIGNANO MONFERRATO CASTELLO DI UVIGLIE la Circolare
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La XIV edizione di Golosaria tra i castelli del Monferrato subisce un cambiamento di data, sdoppiandosi in due weekend: 12-13 settembre a Casale Monferrato nel Castello del Monferrato e 19-20 settembre a Rosignano Monferrato nel Castello di Uviglie. Questi i due “cuoriâ€? dell'evento in cui saranno protagonisti i produttori de ilGolosaÂrio, le cucine di strada, i birrifici artigianali (a Casale) e i vignaioli di Barbera&Champagne (a Rosignano). In quelle date saranno coinvolti altri Comuni delle colline monferrine con assaggi, incontri, degustazioni, momenti di festa.
la Circolare
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ufficialmente, era già inibito per cui ho fatto un salto dal parrucchiere; quindi una cena a Sommacampagna con l’architetto Beleù e poi, una volta arrivato ad Alessandria, è iniziato il lockdown.
il diario di viaggio
L’ultima Circolare arrivava alla data del 12 marzo e per ovvi motivi è stata inviata solamente online. In quella data annunciavamo lo slittamento di Golosaria Monferrato: dalla data di fine marzo a quella del 9 e 10 maggio, che poi si rivelerà impossibile da realizzare per via del perdurare dell’emergenza Covid 19. E quindi ecco la nuova data, in due weekend di settembre. In pieno lockdown, tuttavia, abbiamo realizzato un aggiornamento settimanale della Circolare (per sette settimane), con una speciale edizione online che è arrivata fino alla fine di aprile. Ripartiamo dunque da lì, dopo una doverosa sintesi dei mesi del lockdown, per riallacciare il racconto di un periodo che ricorderemo a lungo. Un periodo che tuttavia non ha fatto cessare la vita, anzi. L’ultima pizza prima del lockdown SIAMO ANGELI CON UNA SOLA ALA Non ricordo dove e chi l’ha scritto, ma questo mese di
forzato isolamento ci riporta a quell’immagine del film di Guareschi, dove Peppone e don Camillo sono alle prese con l’alluvione della Bassa e il prete recita la messa in chiesa, da solo, facendo fare l’eco alla sua voce dove dice che “Verrà
il giorno in cui le acque torneranno nel loro alveo e tornerà a splendere il sole. E se alla fine voi avrete perso ogni cosa, sarete ricchi se non avrete perso la fede in Dio”. La gente semplice del Mon-
Sono stato in ufficio ancora una settimana e poi è stato inevitabile chiudere tutto e allestire l’ufficio nella cameretta di uno dei nostri figli che era rimasto a Milano e organizzarsi. Nel frattempo l’agenda, che fino a ieri consultavo più volte al giorno per segnarmi gli appuntamenti, sembrava diventata uno strumento inutile, che aprivo solo per tirare una riga sui vari eventi e incontri, disdetti uno a uno, giorno per giorno, con un danno dal punto di vista economico e lavorativo che mai mi sarei aspettato.
ISSN 2532-5973
l’editoriale di Paolo Massobrio
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marzo
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2020 anno XXV
periodico dell’Associazione Club di Papillon diretto da Paolo Massobrio > Registrazione Tribunale Alessandria n. 443 del 3.7.93 > Poste Italiane S.p.a. - spedizione in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB Alessandria > euro 0,50 > Aut. Dir. Prov. PP.TT Alessandria > Progetto grafico: Studio Due S.r.l, Alessandria www.studio-due.it > Impaginazione: Studio Due S.r.l > Stampa: Litografia Viscardi, Alessandria
Nuova data per Golosaria tra i Castelli del Monferrato 9 e 10 Maggio 2020
l'iniziativa
l'appuntamento
Prorogate fino al 5 luglio le cene in ComPagnia per Venezuela e Portogallo
4 luglio La Giornata di Resistenza Umana
L’annullamento degli impegni segnati in agenda
Da cosa ripartire? Resti interdetto per un attimo, mentre i tg diventano dei bollettini di guerra con gli aggiornamenti dei contagi e dei morti. Julian Carron, un prete amico, esce con un articolo su il Corriere della Sera dove dice: “Più di qualunque discorso rassicurante o ricetta morale, quello di cui abbiamo bisogno è di intercettare persone in cui possiamo vedere incarnata l’esperienza di questa vittoria: l’esistenza di un significato proporzionato alle sfide del vivere. Non c’è niente di più facile: in momenti come quello attuale, quando lo spavento domina, tali persone sono così rare che le si nota immediatamente. Il resto non serve.”
Note e fatti del mese di marzo La data del 5 marzo ha un significato particolare per me: avrei fatto, inconsapevolmente, l’ultimo pranzo fuori casa. Ero a Verona, per una riunione dedicata a Vinitaly and the city che già si sarebbe dovuta ricondizionare alla luce degli eventi sanitari incalzanti. Cena quindi con Sara Benedetti alla Torretta di Verona (un ottimo ristorante che mi ha sorpreso parecchio per la scelta dei vini, con moltissime etichette del genere “naturale”); il giorno dopo, una pizza da Guglielmo Vuolo a Verona, che mi sono goduto profondamente. L’accesso agli uffici della Fiera, anche se non la Circolare
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diario di viaggio
partecipato agli inizi della storia di Papillon (a fondo pagina la copertina di un numero con una sua intervista). RISCOPRIRE IN CUCINA IL TEMPO DEL DONO Le edizioni locali dei giornali mostrano i portoni chiusi dei ristoranti più famosi: “Per ferie” c’è scritto, e la riapertura coincide per tutti con il 3 aprile. Che succederà da qui a quella data non ci è dato di sapere e, purtroppo, neanche di immaginare; ma certo è che dentro a queste ferie forzate c’è un limite di resistenza oltre il quale molte attività, soprattutto di giovani che avevano un futuro, rischiano di saltare. In crisi sono finiti anche i rider, perché la gente non apre più la porta di casa e men che meno si fida di ciò che arriva da fuori. Però si fida dei pacchi a domicilio della grande distribuzione, che avrebbe triplicato le consegne, mentre i ristoranti che non vogliono gettar la spugna hanno inventato la vendita dei piatti take away entro le 18. Sarà un caso, ma l’inizio di queste restrizioni cui tutti siamo sottoposti coincide con la Quaresima... e l’attesa della Pasqua assume un significato di purificazione generale. In ogni caso, per credenti e non, l’evidenza di una situazione dove è impossibile dominare gli eventi è palese. Tuttavia questo tempo ha dalla sua tanti aspetti di purificazione, per esempio nei rapporti quotidiani coi propri famigliari. E si è insieme a vivere l’avvicendarsi degli eventi, scoprendo che la solidarietà non viaggia su smartphone e social, ma chiede gesti, per esempio di prevenzione per se stessi e gli altri oppure di attenzione ai più deboli, come accade in alcuni condomini di città dove i più giovani si mettono a disposizione per fare la spesa agli anziani. Ma c’è un altro aspetto che stiamo riscoprendo: la tavola, il ritorno al rispetto degli orari, la non scontatezza di un piatto cucinato o di un prodotto di stagione. Ed era tanto tempo, nella frenesia della nostra vita, che non ci si accorgeva di questo. Sabato scorso è salita in cielo Martina Consolaro, meglio conosciuta come suor Germana, autrice di best seller dedicati al cibo che diventa legante familiare e modo per comunicare. La intervistai nel 1994 e le sue parole appaiono quanto mai attuali oggi: “La casa deve diventare un luogo dove si torna volentieri. In cucina occorre starci con gioia, partendo da piatti semplici, poi per amore si impara a essere creativi. In più ci si regala del tempo per stare insieme. Per questo consiglio l’utilizzo dei prodotti tipici “locali” e “stagionali”: fanno capire meglio il progetto di Dio sul mondo”. (Avvenire, 11/03/2020)
Il primo aggiornamento settimanale della Circolare online, dal 12 al 18 marzo
Ora, questa frase è diventata subito per me una scintilla in mezzo al buio, o meglio, quello che si definisce un punto da cui ripartire, e quindi la ricerca di relazioni che producessero positività. Realizzo subito un brevissimo filmato rivolto a tutti i ristoratori e ai citati delle nostre guide dove li invito ad avere la forza di non abbattersi. E a sorpresa scopro che il video avrà circa 800 visualizzazioni e tanti commenti che mi arrivano via mail, poi riproposti sotto forma di lettere. Dopodiché, insieme con Marco Gatti e i superstiti dell’ufficio che sono rimasti collegati in smart working, decidiamo un’azione eccezionale sul nostro portale del gusto ilgolosario.it, coinvolgendo tutti i Delegati dei Club di Papillon. Ogni giorno posteremo una videoricetta, interpellando i cuochi della nostra guida, ma anche i semplici appassionati, mentre ogni sera alle 18 manderemo in onda un pensiero, che sarà una poesia, una canzone, una riflessione. Si apre così una fase di creatività eccezionale, che permette di tenerci in contatto, di relazionarci, di guardare insieme i bisogni nostri e di tutta la gente. La risposta alla nostra iniziativa sarà altrettanto importante, con il raddoppio delle visite al sito e un pubblico ancora più ampio di quello che avevamo prima. Ma bisogna lavorare parecchio per tenere vivo tutto questo, per cui a fine giornata, di solito verso la mezzanotte, mi trovo ad aver lavorato oltre 14 ore, ma tanta soddisfazione. Nelle pause di lavoro dopo cena, talvolta vado in giardino a prendere un po’ di aria e a telefonare, magari a qualcuno che non sentivo da tempo. I delegati dei Club di Papillon e gli amici iniziano a partecipare attivamente al popolamento del sito, ma nulla può essere scontato: bisogna sollecitare, scrivere, talvolta rischiando d’essere troppo insistenti. E a un certo punto desisto e interrompo i messaggi sulla chat di Papillon, che invece proseguirà Marco Gatti. La verità è che sono convinto che questo momento sia davvero una grande occasione, che permette di mettere a fuoco i valori che sottendono alla vita di ciascuno, e quindi anche le attività: se erano un gioco lo si capisce subito, se la paura domina capisci anche questo. Ma entrambe le posizioni, umanamente, sono sbagliate, perché non permettono di vivere l’adesso, che è il vero segreto della vita, sempre. Non ci si toglie dalle relazioni quando qualcosa non va, ma si risponde a un invito. Ancor più se arriva da chi vuole attizzare la vita, per sé e per tutti. In questo modo allora si va avanti spediti, anche lieti nonostante le preoccupazioni che ogni giorno si fanno più incalzanti. Su Avvenire, nella mia rubrica settimanale, esce la prima riflessione sul periodo dominato dal Covid 19 e ricordo un’amica, Suor Germana Consolaro, che è salita a cucinar per gli Angeli e che ha
la Circolare
La copertina del numero di Papillon con l’intervista a Suor Germana
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diario di viaggio
di tanti amici. Tre miei amici carissimi, Dario Odifreddi e Andrea Antonuccio vengono ricoverati a Torino e Alessandria, mentre Franco Telesca lotta per la vita dall’ospedale di Novara. Nell’editoriale della terza Circolare settimanale mi chiedo “Quale normalità se #andratuttobene”? La risposta, ovviamente, sarà nelle pagine più avanti e ognuno può tirare le somme che crede. Ma ritroveremo ancora il gusto del silenzio, la tenerezza dei nostri affetti che abbiamo riscoperto? Oppure, le piccole cose, come la sorpresa del campanello che suona e qualcuno che ti vuole raggiungere con una bottiglia di vino (Elda Felluga, Martin Foradori, Karl Bernardi, Casadei, Braida...)? Scendo in cantina ogni fine settimana, a fare ordine e ad aprire bottiglie lontane, per sentire il racconto del vino che matura nel tempo. Una bottiglia di Barbera di Augusto Massa del 1981 mi sorprende per la sua integrità, e così tante altre. Questo periodo sta diventando una purificazione, anche dell’uso delle parole: stai davanti alla vita e alla morte e non per modo di dire. Ma non puoi restare inebetito, non te lo puoi permettere. Bisogna andare avanti, cercando dove è nascosto il dono, ogni giorno.
L'immagine del secondo aggiornamento della Circolare online, dal 19 al 25 marzo
Che succede a marzo 2020? Succede che la mia amica Francesca Settimi che è chiusa a Colazza, un paesino cartolina sul lago Maggiore, è capace di farmi sognare, quando mi invia la videoricetta della sua focaccia ligure, visualizzata da tantissimi. Poi chiamo Giorgio Lazzari, il nostro delegato di Bergamo e sento vibrare la preoccupazione per una situazione surreale, che resterà immortalata nella storia dalle immagini di quei camion dell’esercito che portano vie le bare. Il 18 marzo arriva la notizia che Gianni Bolzoni, il sommo patron del Fulmine di Trescore Cremasco, non ce l’ha fatta e lascia la moglie Clemy con cui ha condiviso una vita in cucina. Un giovane appena diciottenne, Luca Odifreddi, figlio di miei amici, mi sorprende quando mi invia un messaggio dicendo che ha postato su Instagram per i suoi amici il mio editoriale della scorsa Circolare dal titolo “Siamo angeli con una sola ala”. Intanto arrivano a frotte lettere e messaggi che pubblichiamo sulla nostra Circolare settimanale online. Fra i “pensieri della sera” il più toccante sarà quello del compositore Franco Fasano che esegue per noi “Mi manchi”, mentre Giorgio Conte ci manda un brano struggente che dice “Stringimi forte, abbracciami prima che scada il tempo”. Il 20 marzo sono due i lutti che ci colpiscono: Giacomo Bersanetti, il genero di Luigi Veronelli, geniale designer (sue le etichette del Bricco dell’Uccellone, di Ai Suma o del Passum di Mariuccia Borio) e Gianni Mura, il giornalista sportivo, ma anche gastronomo che in qualche modo ereditò il mito di Giuan Brera. Nel frattempo saltano ufficialmente Vinitaly e tante altre manifestazioni. E pure la nostra Giornata di Resistenza Umana a Sordevolo viene rimandata al 2021, perché la rappresentazione della Passione (che accade ogni 5 anni) è stata spostata al prossimo anno. Apro Il Monferrato, il bisettimanale dei nostri territori, e rimango sgomento a leggere la notizia che Giorgio Cantamessa, 72 anni, vignaiolo a Casorzo, titolare di un agriturismo, padre di due figli, si è tolto la vita.
Mauro Berretta, già sindaco di Cremolino e socio di Papillon
Bisogna cercare il dono in ogni giornata, perché questa situazione sembra simile a una nave colpita da un’improvvisa tempesta che non dà cenni di quiete. Le notizie si rincorrono e sconvolgono e ogni giorno ci si collega coi figli, a Milano e a Barcellona. Il mio amico Riccardo Bandera perde in pochi giorni i due genitori, anziani, che vivevano sopra di lui, e non sa nemmeno dove siano stati portati. Il nostro socio di Papillon, già sindaco di Cremolino, l‘amabile Mauro Berretta, perde la vita per il coronavirus e lascia i figli e la moglie Orietta, che chiamo al telefono pochi giorni dopo aver appreso la notizia. E così pure don Bruno Castricini a Torino che è stato padre la Circolare
La Barbera del 1981 dell’azienda agricola F.lli Massa
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diario di viaggio
Le settimane volano, e su Avvenire riprendo le mie riflessioni su questo periodo.
micilio molto interessante, tanto che lo intervistiamo per indicare a tutti i suoi colleghi bottegai come si affronta un’emergenza. È la Colleganza, ricordate? Nel frattempo, si aggregano intorno a noi alcuni professionisti: avvocati, social media trainer, architetti, per creare il Sostenisario, una sezione del nostro sito dedicata proprio alla ripartenza e frutto di confronti quotidiani via Skype, Zoom e Facebook.
IL CORAGGIO DEI PADRI E LO STRESS DELLE “STELLE” È il tempo degli psicologi, si legge sui giornali, per cui la mancanza di fisicità sta provocando angosce che non s’erano mai viste. Il Covid 19 ha modificato le giornate: si sta attaccati alla tivù per i telegiornali e gli “speciali”, ma si seguono molto di più le messe, a cominciare da quella delle 7 del mattino celebrata dal Santo Padre. Volenti o nolenti questa Quaresima non fa sconti: ognuno davanti alle proprie fragilità, ma anche alle verità mai dette, soprattutto nei rapporti famigliari. La Quarantena forzata stravolge la vita in famiglia – si legge – e la convivenza coatta sarebbe causa di possibili separazioni e addirittura suicidi. Ed è l’allarme fra gli psicologi che si stanno attrezzando con chat dedicate, telefoni verdi e mail. Tuttavia sarebbe ingiusto che il quadretto mettesse in luce solo l’aspetto negativo del cosiddetto isolamento famigliare, considerato alla stregua di una prigione. Anche perché l’altra faccia della medaglia è invece un rafforzamento dei legami e una maggior consapevolezza del valore d’essere insieme, per vivere gli eventi, anche quelli meno belli, che erano in conto nella stessa promessa matrimoniale. In ogni caso gli psicologi che pure noi abbiamo interpellato per misurare il fenomeno, soprattutto fra chi sta perdendo il lavoro, parlano di casi critici in aumento che trascinerebbero, con lo stress, altre patologie. Da una ricerca del Cnr pare che il 47% degli chef abbia subito danni alla salute dovuti a problemi di stress professionale. Lo studio, promosso dalla Federazione cuochi, è stato svolto su 710 cuochi e il dato è più che mai allarmante se pensiamo che ogni giorno arrivano segnalazioni di locali che non riapriranno più. Il modello economico della ristorazione che inseguiva il mito dello chef stellato si presenta oggi come una piramide di carta, dove troppi hanno voluto posizionarsi in alto (come prezzi per domanda e costi per l’offerta), senza tenere conto di possibili congiunture negative. Certo, chi poteva mettere in conto una faccenda che sta portando morte e miseria? Sempre nel dialogo con psicologi e psichiatri è venuto naturale fare un parallelo generazionale: nel Dopoguerra non esisteva questa figura, ma in compenso c’era un popolo. E a quei tempi il massimo dell’esortazione che si scambiavano i nostri vecchi davanti a un dramma era “Fatti coraggio!” (che oggi suona come un invito a ripiombare nella solitudine). Ora si chiama lo psicologo, ma non c’è nulla di male: offre un aiuto per accogliere la sofferenza del paziente, incoraggiandolo ad attenersi a fatti reali e non a notizie spesso false e allarmistiche che girano sui social. Nella società di oggi c’è bisogno di diminuire il contagio emotivo del panico. E anche di riscoprire, con la Grazia, la presenza incessante della Misericordia. (Avvenire, 18/03/2020)
Sono giornate piene di attività e ho la sensazione che le persone che cercano il dono dentro la vita di ogni giorno, anziché lo sconforto, creino inevitabilmente relazioni. Non restano inebetite ma emergono, in mezzo ai tanti che rimangono affannati nel mare del lamento. In questi giorni che sembrano tutti uguali c’è una novità: scoppia la vita, come una primavera. E tutto diventa un setaccio: amici che immaginavi tali si sottraggono, spariscono; altri che invece erano timidi, ti sono vicini e ti aiutano a creare quella rete che serve al mondo, la dico così, ma per capirci. Gli occhi diventano umidi quando Alejandro dal Venezuela mi scrive raccontando la situazione ancor più drammatica che sta vivendo là. Ma lo fa per dirmi che non è la morte la cosa che si manifesta di più, bensì il miracolo della vita. E mi racconta dei fatti che gli sono successi che documentano il lavoro imperterrito della Provvidenza.
L’articolo di Italia Oggi che rilancia il Sostenisario
Lanciamo la Guida al Delivery, ma anche il Sostenisario Con Marco Gatti ci organizziamo per realizzare la prima guida al Delivery, che pubblichiamo con aggiornamenti quotidiani sul nostro portale online. Arriveremo fino a 700 locali citati, un record, e in tempo reale ricondizioneremo la nostra app ai ristoranti, perché diventa necessario che queste piccole imprese non restino isolate e sentano vicini i propri clienti. Striscia La Notizia annuncia l’iniziativa e in poco tempo il sito va in crash, dato l’alto numero di visualizzazioni: sono oltre 10 mila le persone che la consulteranno. Ma ci sono anche gli esempi virtuosi come quello di Guido Porrati, che mette in piedi un sistema di consegne a dola Circolare
La nostra guida al Delivery su Striscia la Notizia
Eccoci alla terza settimana di marzo, dove su Avvenire commento la novità dei negozi di prossimità e dei borghi. BOTTEGHE E BORGHI, LA SFIDA È ADESSO Mi scrive Alessandro dall'Ossola: “Il sindaco di Borgomezzavalle (Valle Antrona) sta facendo un grande lavoro per mantenere aper-
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diario di viaggio
ta la bottega di paese, che oggi si dimostra un punto fondamentale di accesso ai generi di prima necessità per una valle intera. Questo evita di far convergere molte persone nei supermercati”. Ma al pc mi passa davanti un dato di Confesercenti: il 44% dei titolari di attività non esclude l'eventualità di non riaprire più. Se il ritornello di questi giorni è che nulla sarà più come prima, questi dati parlano fin troppo chiaro. Ma non sono gli scenari pessimistici che vogliamo evidenziare, piuttosto quanto lo stravolgimento da coronavirus condurrà a un cambiamento nella considerazione delle priorità da parte della politica. Partendo appunto dai piccoli centri urbani, che in questi anni sono stati impoveriti fino all'osso, privati dei servizi essenziali, costringendo le botteghe a chiudere. Dunque è questo il Paese che ci immaginiamo? Ridotto a concentrarsi solo nei grandi agglomerati? E così per le botteghe: devono sparire in nome di una supremazia della grande distribuzione organizzata? Ovviamente non ci sarà nessun Grande Fratello che deciderà la vita o la morte di uno o dell'altro, ma se la politica non considera essenziale il ripopolamento dei piccoli centri urbani è chiaro che una decisione è già presa. La bottega di prossimità è stata un presidio efficace nell'emergenza per i più anziani, impossibilitati a muoversi (e per fortuna, a leggere i dati del mio piccolo paese con zero contagiati). In molti casi la bottega ha attuato la consegna a domicilio, svolta in maniera ordinata e puntuale. Ma lo stesso fanno i ristoranti con un servizio di delivery. Negli Usa il fenomeno è in fase già avanzata, con l'affidamento a terzi della consegna a domicilio. Si chiama Dark Kitchen ed entro il 2030 potrebbe raggiungere un potenziale di business di 365 miliardi di dollari. Ristoranti digitali: non fantascienza, ma ciò che sta maturando nella mente di tanti piccoli imprenditori alla vigilia di un collasso. E che ne sarà delle pasticcerie chiuse, dei fioristi? Alcuni hanno iniziato ad attuare ciò che due mesi fa lanciammo qui: la colleganza. La pasticceria è stata adottata dalla panetteria, mentre i fiori un giorno li prenderemo al ristorante... Uniti e collegati, in qualche modo si riparte. (Avvenire, 25/03/2020)
L'immagine del terzo aggiornamento della Circolare online, dal 26 marzo al 1° aprile
E che cosa accade nel mese di aprile? Il mio amico Mario Sala posta un racconto leggero, “la vera storia del signor Giuseppe” e la cosa mi invoglia a rispolverare un mio vecchio racconto che metto in e-book col titolo “Letizia dei Mogliotti, una faccenda di resistenza umana”. Monica e Beppe di Studio Due mi aiutano con tempestività a creare copertine e a impaginare, mentre per la Pasqua chiedo gli auguri a una serie di amici Vip. E mi rispondono Antonella Clerici, Giacomo Poretti, la Circolare
Il quarto aggiornamento, dal 2 all'8 aprile
Tessa Gelisio, Massimo Bernardini, Luca Doninelli, Evelina Flachi, Mario Calabresi, Antonio Ricci. E poi il regalo, nel giorno di Pasqua, delle Monache Trappiste di Vitorchiano che filmano il loro triduo pasquale per noi. Anche il nostro don Lucio Guizzo ci manda una serie di riflessioni, che a sorpresa saranno le più seguite, quasi a dimostrare che c’è anche un grande bisogno di spiritualità. O di bellezza, a vedere le canzoni che ci invia la famiglia Dondi di Fidenza per “il pensiero della sera”. Il 5 aprile Mario Calabresi, che si è inventato una serie di iniziative in streaming e sul proprio sito web, mi invita a un dialogo nel suo spazio “Casabresi”, per chiedermi come vedo il mondo del gusto in questo momento: 17.000 visualizzazioni. Nel frattempo accogliamo l’appello del Consorzio della Robiola di Roccaverano che non riesce più a vendere le mitiche formaggette. Ci attrezziamo e con la rete dei nostri negozi, e grazie a Maresa dell’enoteca Re di Dolceacqua riusciamo a far arrivare la robiola anche in Francia. È una Pasqua in casa, con il barbecue del lunedì in giardino e i vicini che ti porgono la carbonella. Una Pasqua che ricorderemo a lungo per le immagini di Papa Francesco in una piazza San Pietro deserta. Sulla mia Circolare settimanale, commento una lettera struggente di Andrea James Amici della Gastronomia Contini 2.0 di Cremona che racconta tutta la sua fatica di questi giorni. ”Non sono un vero uomo come voi. Io ho paura di questo virus. Io non sono un duro come voi. Durante il mio lavoro la paura mi fa piangere, capita. Non sono invincibile come voi. Ogni attimo mi sento la febbre, sento se ho sintomi. Non sono un figo come voi. Io quando non lavoro sto a casa. Non sono un imprenditore come voi. Io vivo il momento per aiutare e servire il prossimo. Non sono come voi. Faccio solo il mio dovere come uomo e cittadino. Non fate gli irresponsabili. Fate solo male alla comunità”. (Andrea) E mi trovo a scrivere questo: ”Certo non immaginavo di arrivare alla quarta settimana di aggiornamento della Circolare con il quadro ancor più fosco rispetto a quando iniziava questa storia. È passato oltre un mese e ora si cominciano ad avvertire i segni della pesantezza. Alle mail collettive rispondono sempre di meno e così nelle chat comuni. E
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biamo esordito con quella frase di Romano Levi: 'Siamo angeli con una sola ala'. La cruda realtà di oggi è anche questa: per non precipitare abbiamo bisogno dell’altra metà, che significa, come ha ben sintetizzato Andrea, un’assunzione di responsabilità, senza essere per forza eroi. È tuttavia qualcosa di nuovo ai nostri occhi, che si può tentare di percorrere. Anche piangendo, ma aggrappati all’ala di un altro che forse un Dio ci ha messo accanto”.
Il quinto aggiornamento, dal 9 al 15 aprile
proprio quando avresti bisogno degli amici, cominci a sentire il freddo nelle ossa della notte buia. Dove siete amici? Gli amici al bar che sono andati tutti via, perché quella non era la vita vera, era lo sfogo, il passatempo, e forse oggi non ce lo si può permettere. Quando qualcosa non gira come deve andare ci si ritira dalla scena, si va sottocoperta, stando a vedere come andrà a finire. E come andrà a finire se tu non ci sei più? Non so chi me l’ha detto, che non si può fare così, come se il giro sulla giostra potesse avere un termine a comando. Sei padre, amico, uomo di questo mondo che ha davanti il prossimo: ci sei senza possibilità di dimissioni e deroghe. Questa è la lezione che ci ha impartito Andrea, perché uno può anche piangere, ed è un atteggiamento nobile rispetto a chi cerca di rimanere indifferente a tutto e a tutti e chi s’è visto s’è visto... Penso al nostro amico Alejandro, in Venezuela, dove la situazione si è aggravata; ai ristoratori che non sanno più che strada prendere e devono resistere chissà fino a quando… e l’elenco potrebbe andare avanti, perché chi più ne ha più ne potrebbe aggiungere di storie che stanno segnando un dramma. Ora è il momento in cui ci siamo tutti risvegliati di fronte a una realtà che presenta il conto nella sua crudezza. Però ci siamo. E questo esserci non può trovarci soli: sarebbe da vigliacchi. Quando abbiamo iniziato questo viaggio dentro l’imprevisto, ab-
Ginetto e la sua resistenza umana ”Sono tornati i clienti stanziali e tutto sommato ce la caviamo bene” – mi dice al telefono Gino Gasperini titolare di una bottega sulla Apuane, a Barbarasco di Tresana. Ma appena il giorno dopo la sua zona che sta nell’areale di Aulla è in prima pagina per via del ponte crollato ad Albiano Magra, appena 12 km da lui. E bisognerà ricondizionare tutto, forse, vivendo un isolamento nell’isolamento. Gino, 80 anni, l’ho chiamato in questi giorni non solo perché gli sono affezionato, ma perché la sua bottega eroica è un modello di distinzione. Qui trovi alcune chicche fra paste, salumi, formaggi e dolci, e sempre i Testaroli della tradizione. Per le botteghe, durante il Covid, abbiamo assistito a una rinascita, soprattutto per quelle di prossimità o delle zone periferiche, come il negozio di Ginetto, che hanno rappresentato un’àncora di salvezza per gli abitanti, soprattutto anziani, che fino a ieri si facevano dare un passaggio al discount in valle. Tuttavia, se per loro il Delivery non è ancora la soluzione, ciò che hanno bisogno per continuare a sopravvivere è affiliarsi a qualcuno che organizzi gli acquisti all’origine, favorendo le economie di scala necessarie a queste piccole realtà. In passato ne erano sorte di imprese simili, ma poi la crisi e il proliferare dei discount li ha falcidiati. Ma sono più che mai attuali, necessarie e meriterebbero un sostegno.
Gino Gasperini nella sua bottega di Barbaresco di Tresana
Ma chi pensa a queste necessità? Me lo sono chiesto in questi mesi, pensando anche alla mia amica Francesca a Colazza che un giorno mi ha telefonato e dopo essere andata per l’ennesima volta nel negozio del paese mi ha detto: “Mi sono vergognata. In questi anni non ero mai entrata e adesso che non avevo soluzioni diverse ho scoperto una professionalità che non immaginavo. Non lo mollerò più quel negozio”.
Andrea James Amici della Gastronomia Contini 2.0 di Cremona
la Circolare
Dalla “C” di concorrenza alla “C” di Colleganza Sul tema dei negozi di prossimità, intervengo con un articolo su ilsussidiario.net. Eccolo nella pagina seguente.
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Piero Bertinotti gli 80 anni li ha superati già e ne ha viste tante. Faceva il camionista (e gli è rimasta la passione del camper) e poi ha aperto una trattoria per camionisti, il 2 novembre del 1963. Ma era talmente curioso che non gli bastava la routine, così ha chiesto di stare una settimana nella cucina del sommo Gualtiero Marchesi, che poi si è prolungata oltre il mese. E lì ha capito che il suo Pinocchio di Borgomanero poteva fare un salto. Nel 1974 ricevette la stella Michelin che mantenne per tanti anni, fino al 2010 quando fu revocata all’apice della sua notorietà, dopo aver cucinato per gli Agnelli e per Napolitano (già la punizione giunse proprio nel 2010, qualche mese dopo quel pranzo memorabile. Che abbia peccato di troppa italianità?). Quella sera andai a trovarlo, con Marco Gatti, e lui ci disse che la stella ce l’aveva per sempre, ed era sua moglie Luisa. Questo davvero gli bastava. Ma non per dire: lui ha continuato ad andare avanti, forte della verità dei piatti (sublime il tapulone) che raccontava e cucinava ai suoi clienti. Dieci anni fa, appunto, quando il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano venne in visita a Vinitaly (fatto eccezionale), lui preparò il pranzo per 200 invitati. Aveva solo 20 minuti di tempo, ma ad un certo punto Re Giorgio schiacciò l’occhiolino a Clio e volle il bis dei suoi agnolotti chiedendo pure un vino rosso come abbinamento. E fui io a suggerire il vino di un altro presidente (Einaudi): un Dolcetto di Dogliani. Perché racconto questa storia in questi giorni? Perché Piero non ha mai smesso di stare nella sua cucina, col nipote Francesco e la solare figlia Paola. Hanno subito organizzato il servizio di delivery e per Pasqua è full: 70 pranzi. Come se avesse il ristorante aperto. “Domenica dovremo iniziare le consegne alle 9,30 e finiremo verso le 13,30, perché siamo solo in due con la patente” – dice Piero al telefono, senza lamentarsi, ma cosciente che questo momento servirà e già gli sta servendo. Sul sito ilgolosario.it abbiamo pubblicato un video e il testo della ricetta dei suoi agnolotti, battezzati con il nome “Gli agnolotti del Presidente” e la cosa lo ha reso felice come un bambino. Ma anche se non ci fosse stata questa idea lui nell’animo sapeva già che ogni giorno è un regalo, perché chi ha ricevuto tanto dalla vita può solo restituire. In serenità, come sta facendo ora con suo nipote, ma anche con i suoi clienti che non lo hanno abbandonato. E così Alessandra e Carlo della Grangia di Settala: dicono che sono pieni di ordini per Pasqua (e mi immagino la sua trippa), mentre il bottegaio d’Italia, Guido Porrati di Rapallo, ha codificato un sistema di consegne delle sue specialità che sta funzionando oltremisura. Dove ha trovato la spinta creativa? Dalla sua storia, quando ancora ragazzino vide fallire il negozio di famiglia. E quando intuì che la strada era la distinzione, quindi la cura del rapporto col cliente, la strada fu in discesa. Il suo segreto? Provare a chiudere IlGolosario e cercare intorno a lui quello che non c’è. “Sarebbe troppo facile seguire le tue scoperte – mi ha detto un giorno, mentre mi raccontava di quel pane e di quel formaggio che si producevano nell’entroterra ligure. Con questi incipit lui ha fatto vivere l’agricoltura di prossimità, quella che oggi riesce ancora a raccogliere la frutta e la verdura senza che marcisca, mentre a Roma sono a discutere se è giusto o meno reintrodurre i voucher. Stiamo riscoprendo i negozi di prossimità e quella che abbiamo battezzato la Colleganza, alleanza fra colleghi, sta diventando una realtà che dilaga. In Valle Antrona il sindaco di Borgomezzavalle ha aperto il vecchio alimentari di paese e così gli anziani non devono andare nel discount in fondo valle, col rischio dietro l’angolo. Ce ne ricorderemo o lo schematismo dirigista li spazzerà via la Circolare
nuovamente in nome di una logica commerciale che non risponde a tutte, dico a tutte, le esigenze di chi abita questo Paese? Ma lo sanno a Roma che intorno a quel negozio di montagna, come a quello di Rapallo, sopravvive la speranza di tanti piccoli coltivatori di prossimità (potrei fare nomi e cognomi: Alessandro, Jodi, Edoardo) che si stanno mettendo insieme? E se ce la faranno, i paesi torneranno ad essere abitati, anche dai turisti. Nello l’altro giorno mi ha raccontato del mercato comunale del suo quartiere in zona Lorenteggio, a Milano. Se telefoni puoi ordinare la carne o la robiola di Roccaverano, ma anche ciò che serve in casa non di generi alimentari. I negozianti hanno realizzato la Colleganza: a turno fanno le consegne degli ordini raccogliendo da tutti e, se qualcosa manca, lo vanno ad acquistare al market più vicino, pur di assecondare il bisogno di chi non vuole uscire di casa. È dunque confortante davanti a questi esempi dire che siamo passati dalla C di concorrenza alla C di Colleganza. E se questa diventa esponenziale, avremo qualche motivo di sperare nella ripartenza: più umani, più coscienti, più intelligentemente interdipendenti.
Piero Bertinotti nella sua cucina con la figlia Paola e il nipote Francesco
Gli amici diventano un quadro Beppe e Monica mi fanno un collage con i volti di chi si è implicato con “il pensiero della sera”. C’è anche Giovanni Storti che dal suo buen retiro di Vignale Monferrato mi manda un messaggio pieno di gioia per la natura che esplode e chiude con una frase di Leonardo da Vinci: “Chi non può ciò che vuol, voglia quel che può”. Non immaginavo di provare così tanta gioia nel riproporre questi pensieri. Raccogliamo anche tutte le ricette della sera, che saranno più di 70, dove la più gettonata sarà la focaccia di Recco di Manuelina con oltre 2.000 visualizzazioni. Nel frattempo il nostro amico Dario Odifreddi esce dall’ospedale, ma anche Michelangelo Pistoletto, socio onorario del Club di Papillon di Biella, ce la fa. Facciamo un’inchiesta fra i cuochi del Golosario insieme agli amici del gruppo Tespi, e scopriamo che il 55% dei ristoratori prevedono di ridurre il personale, il 50% di ridurre i piatti in carta, il 36% di diminuire i prezzi e il 31% di cambiare filosofia del menu. Dati che ci permettono di lanciare un grido di allarme, per cui i giornali ci chiedono pareri. La nostra inchiesta raggiunge in poco tempo 4.000 visualizzazioni. Quando riapriranno i ristoranti? Noi siamo della scuola di pensiero per cui sarebbe necessario che potessero prendere le misure il più presto possibile. E facciamo pressione su questo aspetto, con articoli, comunicati, partecipazione a webinar. Vogliamo essere vicini a un
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Il collage di tutti gli amici che ci hanno dedicato i loro “Pensieri della Sera”
I fiori di primavera del sesto aggiornamento settimanale, dal 16 al 22 aprile
Le fragole del settimo aggiornamento settimanale, dal 23 al 29 aprile
mondo che sembra esser stato lasciato solo. Mi chiedo sommessamente che fine abbiano fatto i colleghi gastronomi: possibile che non abbiamo niente da dire? A parte Carlin Petrini, il silenzio è assordante e la discussione sui social è su come saranno le guide nel dopo Covid. Vabbè. Ultimo aggiornamento di aprile C’è un motivo per alzarsi la mattina? È la riflessione con cui apro il settimo aggiornamento della Circolare citando la giornalista Mariolina Ceriotti Migliarese su Avvenire che dice: “Sta capitando una cosa apparentemente strana: se da un lato tutti abbiamo il desiderio che la vita riprenda il suo corso, dall’altro qualcosa dentro di noi non vuole che tutto riprenda “come prima”. E poi prosegue: “Dentro a quella 'normalità' non avevamo bisogno di domandarci cosa ci faceva alzare la mattina, ma forse si trattava solo di una domanda rinviata, sepolta dalla fretta e dal rumore”. “Ma per alzarci la mattina – dice – abbiamo bisogno di avere la percezione di un compito da svolgere: un compito che ci riguardi personalmente e che abbia un significato. Questo è ciò che può farci alzare ogni mattina a qualunque condizione ed età: sentire di essere necessari perché abbiamo un compito, qualcosa che riguarda in modo specifico proprio noi e che si colloca sempre in direzione dell’altro. E il compito è quella famiglia, quel lavoro, quella storia, quella nostra personalità: lì si trovano il senso e il compito per noi”. “Questo – conclude – è ciò che abbiamo a riscoprire: perché alla ripresa, il fare non torni ad esser affannarsi e lo stare insieme sia vera relazione”. La Circolare di questa ultima settimana di aprile è piena di doni. C’è quello di Andrea Antonuccio che esce dall’ospedale fra gli applausi e io mi precipito a casa sua a portargli una bottiglia di la Circolare
Ai Suma, ma c’è anche il racconto di un’amica di Silvana, Franca Zambon, infermiera al Cottolengo che racconta come ha potuto sperimentare direttamente che la Provvidenza esiste. Nella sede del Cottolengo in cui presta servizio, avevano a disposizione solo 10 tamponi per 110 pazienti ricoverati, e quindi non avrebbero potuto tamponarli tutti, dopo che negli ultimi giorni già 10 pazienti erano morti a causa del virus. E mentre lei e i suoi colleghi discutevano per cercare una soluzione, una sua amica di Milano le ha comunicato di poterle fornire proprio 100 provette per fare i tamponi. E questa – dice lei, rimarcando che il fatto è accaduto nel giorno in cui avevano iniziato la novena al santo Giuseppe Cottolengo – è la Provvidenza, che risponde dando esattamente il necessario, né più né meno. Ma Franca racconta anche come la possibilità di stare accanto ai malati terminali, in un momento in cui neanche i parenti possono accompagnarli, stia cambiando anche il modo di lavorare suo e dei suoi colleghi. In particolare l’accudire suor Elisa, una suora anziana che, pur essendo ormai prossima alla morte, vive con letizia gli ultimi istanti, desiderando di essere pronta e bella per l’incontro con il Suo Sposo. E questo è stato per Franca un’occasione per comprendere che non è di fronte al nulla che la vita riprende e si trova il coraggio di lavorare bene, ma solo di fronte a una presenza, che ti viene incontro attraverso volti come quello di suor Elisa. Il video con la lettura che farà Silvana della lettera di Franca raggiungerà le 1.600 visualizzazioni, un record. La mia amica Silvia Colombo ci posta un bel video sulle mele di Cézanne, mentre con gli amici facciamo un collegamento via Zoom per stare davanti alla storia del Duomo di Milano. Paola Bertinotti del Pinocchio di Borgomanero mi racconta la storia bellissima della Colleganza con il ristorante Bricai di Rassa, isolato in Val Sesia, che andrà a cucinare nel suo locale.
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Ci si rimbocca le maniche perché maggio segnerà la partenza della fase 2. Ci stiamo attrezzando con i nostri collaboratori, ma nel frattempo Umberto Dallaglio ci scrive dicendo che alla fine di questi due mesi ci siamo trovati tutti con un bel tesoretto. Ora si apre una fase in cui il ritorno alla normalità sarà decisivo, se non ci si dimenticherà quello che abbiamo vissuto. Nel frattempo voglio ringraziare uno a uno quelli che ci hanno scritto e che si sono coinvolti per rendere vivo il nostro portale del gusto.
Andrea Antonuccio con il personale medico che lo ha curato durante il ricovero in ospedale
Per i PENSIERI DELLA SERA Luigi Galluppi / Alberto Mina / Marco Gatti / Franco Maria Martinetti / Claudio Gallina / Maurizio Lega / Franco Fasano / Federico Menetto / Gabriella Ferrara / Patti Dallaglio / Andrea Carabelli / Gianni Mercatali / Gianandrea Sala / Monica Gatti / Adolfo Leoni / Giorgio Conte / Enrico Santini / Alcide Gazzoli / Giovanni Tagliavini / Massimo Folador / Don Lucio Guizzo / Giovanni Panzeri / Elena Marelli / Carlo Guglielmi / Ettore Lia / Enrico Cavalli / Fulvio Tonello / Fra Alessandro / Mario Sala / Leonardo Romanelli / Famiglia Dondi / Vince Tempera / Francesco Seghezzi / Giovanni Storti / Silvana Rossi / Gianni Rigoni Stern / Paolo Rossi / Silvia Colombo / Francesca Trevisi / Filomena Pasquali / Nicola Prudente / Annalena Valenti / Maddalena Lusso / Fabio Cavallari / Mariella Carlotti / Antonio Meli / Federica Borasio / Ketty Magni / Elena Lega / Laura Falcetti / Marco Ponzano / Martino Chieffo / Paolo Frola. Per le RICETTE DELLA SERA Giovanna Martire / Matteo Scibilia / Silvia Moro / Savino Poffa / Don Sandro Luparia / Genny Busetto / Francesca Settimi / Cristian Magri / Simone Circella / Irina Steccanella / Massimiliano Masuelli / Stefano e Mattia Manias / Famiglia Pascoli / Maurizio Vitali / Andrea Mantelli / Motoko Iwasaki / Mariateresa Biotti / Dora e Marco Magi / Salvo e Gianfranco Di Mauro / Sergio Barzetti / Davide Oldani / Roberto Astuni / Francesca Traversi / Mariano Massara / Piero Bertinotti / Franco Aliberti / Francesco Dote / Giovanna Inguanti / Matteo Florean / Lisa Casali / Beppe Zullo / Giusi da Ferla / Domenico Grisafi / Natale Giunta / Alessio Algherini / Salvatore Sipala / Beppe Sardi / Federica Negro / Daniel Canzian / Tano Simonato / Michele Cobuzzi / Manuelina di Recco / Samuele Silvestri / Stefano Scarpa / Emiliano Rossi / Danilo Romano / Bianca Rosa Gremmo Zumaglini / Isabella Cera / Paolo Gatta / Andrea Bozzato / Casa Anna / Donato Turba / Roberto Pirelli / Antonio Chemello / La Grangia di Settala / Andrea All / Ezio Santin. la Circolare
Per gli AUGURI di PASQUA Antonella Clerici / Mario Calabresi / Massimo Bernardini / Tessa Gelisio / Luca Doninelli / Antonio Ricci / Giacomo Poretti / Monache Trappiste di Vitorchiano / Evelina Flachi Per le LETTERE della CIRCOLARE Andrea Amici - gastronomia Contini (Cremona) / Silvia Bettinetti - Donnalia (Biella) / Silvia Fissore - Osteria La Pimpinella (Bra CN) / Luca Odifreddi (Torino) / Zeno - Monte dei Ragni (Fumane - VR) / Vincenzo Vasta (Catania) / Roberto Lechiancole - Prime Alture (Casteggio - PV) / Valentina Attanasio - az. vitivinicola Francesco Candido (San Donaci - BR) / Alessandro Dettori (Sennori - SS) / Ubertalli Ape Gianluigi (Portula - BI) / Giorgio Tagliabue (Milano) / Maurizio Lega (Bordighera - IM) / Carlo De Sanctis L’Angolino da Filippo (San Vito Chietino - CH) / Matteo Ferraris / Enzo Gola - Cà Mentin (Revigliasco - TO) / Michele Ventura - Michele Ventura Vino (Sorano - GR) / Rino Franzese (Milano) / Carlo Accornero (Novara) / Bianca Rosa Gremmo Zumaglini (Biella) / Alessandro Bassa - Pizzeria TU (Villadossola - VB) / Arnaldo Cartotto (Ponderano - BI) / Salvatore Valente (Monza) / Martin Foradori Hofstätter - Tenuta Hofstätter (Termeno - BZ) / Nanda Salsi (Correggio - RE) / Sergio Barzetti - ristorante Cucina Barzetti (Malnate - VA) / Dario Odifreddi (Torino) / Motoko Iwasaki e Claudio Gallina (Sordevolo - BI) / Attilio Seno / Marzia Morganti (Firenze) / Ilvano Prostrati (Zocca - MO) / Famiglia Vajra (Barolo - CN) / Carlo Fiori - Guffanti Formaggi (Arona - NO) / Luigi Camana (Mortara - PV) / Isi Coppola (Rosolina - RO) / Ornella - Osteria La Piccola (Sestri Levante - GE) / Salvatore Vullo (Torino) / Vittorio Beltrami (Cartoceto - PU) / Alessandra - La Grangia (Settala - MI) / Maresa Enoteca Re (Dolceacqua - IM) / Paola Bertinotti (Borgomanero - NO) / Claudia Canobbio, Pasticceria Canobbio (Cortemilia - CN) Da qui in poi ecco il racconto del diario che riprendiamo con la consuetudine di sempre. Per leggere tutti i numeri de La Circolare online andate sul sito ilgolosario.it 1° maggio Esce una mia intervista su La Stampa e parte l’inchiesta sulla ristorazione La Stampa mi intervista sulla fase 2 che stenta a ripartire e io ribadisco che bisogna dare la possibilità di prendere le misure su regole certe. Penso ai ristoranti, a certi negozi che senza una logica sono stati discriminati (perché le panetterie sì e le pasticcerie no, per esempio?). E poi immagino che ci sarà comunque un veloce riadattamento perché la gente sente il bisogno di uscire, di ritrovarsi. Nel frattempo provo anch’io il delivery: la gelateria Ivan di Alessandria, che non conoscevo, mi porta il suo gelato a casa; poi c’è la Presidenta, che alleva bovini di razza Garronese e ha una carne buonissima. Andrea Voltolini scrive di un paio di ragazzi dell’Orto di Qualità che ad Alessandria coltivano frutta e verdura e la rivendono. E i prodotti che mi inviano sono eccezionali. Si è mosso qualcosa, la gente non è stata con le mani in mano. Chi ha sposato l’idea del Delivery ha cominciato a percepire cosa significa lavorare e fidelizzare i propri clienti. E lo ha fatto con la professionalità di sempre. Anche Marco Gatti mi dà conferma, dopo aver provato la cucina di Cristian Magri e di Matteo Scibilia. Anche i nostri collaboratori ci mandano segnali in questo senso. Per questo non condivido il commento di Francesco Federico Ferrero su La Stampa che parla dell’inopportunità
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di mangiare gli agnolotti posti in una confezione di alluminio. Io posso capire tutto, ma qui stiamo parlando di poter esistere, lavorando, non di essere snob a tutti i costi per cui al ristorante telefono solo quando sono sicuro. Mi chiamano gli amici dell’Accademia della Cucina di Aosta per collegarmi a una loro cena virtuale, via Zoom, e ribadisco il concetto che bisogna stare vicino a questo mondo. Lo dico perché ci sta sorprendendo, anche nella forma provvisoria del Delivery, la capacità di essere professionisti fino in fondo. Altro che agnolotti nella vaschetta.
in smart working. Gran parte della nostra attività è rimasta ferma e il tempo per recuperare non è molto. Ma si combatte. Nel frattempo, dopo settimane di contatti con vari fornitori, siamo giunti alla decisione di promuovere la nostra Golosaria Fiera Online, una piattaforma fantastica, realizzata da Advepa di Arezzo, che già si è distinta nel campo delle fiere online nel mondo. Una decisione convinta, che va a sostituire la consueta edizione di Golosaria in fiera a Milano. Perché lo abbiamo fatto? Al primo posto della motivazione c’è proprio la necessità di imparare a comunicare: le aziende che durante il lockdown hanno provato a farlo, hanno raccolto risultati; quelle che erano impreparate e hanno temporeggiato hanno perso occasioni. E non deve più succedere. I segnali che ci arrivano da diversi espositori storici di Golosaria vanno esattamente in questa direzione. Al secondo posto c’è il fatto che non si può pensare a un grande evento come Golosaria, che significa assembramenti importanti, in una situazione di incertezza come questa. Che succederà a ottobre? Ma soprattutto, come sarà un’edizione con le restrizioni? Un di meno, non ci sono dubbi. E noi invece vogliano sempre di più. Per esempio, e questa è la terza motivazione, vogliamo coinvolgere almeno 10 volte di più il pubblico che solitamente viene a Golosaria.
L’intervista a Paolo Massobrio pubblicata il 1° maggio su La Stampa
Il visual che rilancia Golosaria Online
E poi vogliamo divertirci raccontando le eccellenze che abbiamo scoperto, una a una fino alla vendita diretta online dei prodotti. L’entusiasmo di tutti i collaboratori nel costruire questa sfida è il miglior viatico, come è sempre stato, per fare una cosa che sarà un successo. Abbiamo scelto una data certa, di sei giorni anziché tre, durante i quali ci sarà un palinsesto di eventi con tanti personaggi, ma la piattaforma resterà in vita fino al 20 dicembre, sfruttando il passaparola di chi ha vissuto i sei giorni. La data del primo giorno ha poi un doppio significato: il 28 ottobre. Era l’ultimo giorno della grande Golosaria a Milano dello scorso anno, ma soprattutto è la festa di san Giuda Taddeo, che è il santo dei miracoli impossibili.
L’ingresso de La Presidenta
I ragazzi dell’Orto di Qualità di Alessandria
2 maggio Golosaria Fiera Online: una decisione convinta Si torna in ufficio a ranghi ridotti: appena in quattro con altrettanti la Circolare
11 maggio Settimana di ripresa con tante nuove idee Altra settimana che ci avvicina alla fase 2. Gli uffici di Alessandria sono stati ricondizionati in base alle norme di sicurezza e pian piano tornano tutti (o quasi) i nostri collaboratori. C’è da riprendere la redazione dei due libri: ilGolosario (che nel frattempo ho finito di scrivere) e ilGolosario Ristoranti che dovrà subire una verifica molto attenta, coi collaboratori che presto torneranno a fare le loro prove. Al martedì è ripreso anche il mercatino agricolo nella piazzetta dove ci sono i nostri uffici ed è venuto addirittura il sindaco a verificare che tutto fosse nella norma. Assoenologi fa un incontro moderato da Bruno Vespa, al quale partecipa il ministro Bellanova. Intervengono il marchese Piero Antinori, Donatella Colombini
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Cinelli e naturalmente Riccardo Cotarella. Nessuno parla dei voucher per favorire la raccolta e il quadro della crisi del settore rimane ancora fosco. L’assessore Fabio Rolfi mi invita a un dialogo con il presidente della Fipe Lino Stoppani e un paio di cuochi per parlare della situazione della ristorazione. E io intervengo reclamando l’apertura per il 18 maggio perché a inizio giugno sarebbe troppo tardi. Lamento poi la considerazione del settore, che sembra relegato a qualcosa di folkloristico. Ci sono poi i webinar dedicati al vino, che mi vedono coinvolto: con il Consorzio dei vini dell’Etna, con l’azienda Borgo Conventi, con La Scolca, con Biondi Santi. Altrettanto fa Marco Gatti. È una modalità nuova questa: ti arriva il vino a casa e poi ci si collega con Zoom. E si interviene nella chat o direttamente, secondo il desiderata del moderatore di turno. Tuttavia c’è ancora molta impreparazione, ad esempio sulla durata di un evento del genere. Oltre l’ora diventa insopportabile e certamente non si può dire tutto: la sintesi è quanto mai richiesta. Lo ribadisco in diversi casi, rischiando di fare l’antipatico, ma in realtà offro un contributo di ordine per lo svolgimento di questi appuntamenti. 18 maggio Con Lauretana riaggiorniamo l’App dedicata al Delivery Il 18 maggio è il giorno della ripartenza dei ristoranti e questa la considero un po’ anche una vittoria a seguito di tutte le pressioni fatte perché la data non fosse a giugno. Nel frattempo, grazie a Lauretana, da sempre vicina al mondo della ristorazione e alla nostra guida, aggiorniamo in tempo reale l’app, indicando i ristoranti che fanno servizio di delivery e take away. Saranno praticamente un terzo dei ristoranti citati e il servizio sembra funzionare, visti i download che registriamo.
Inizia un periodo nuovo, da casa si trasloca ormai in ufficio, e anche le nostre iniziative sul portale ilgolosario.it tornano a regime normale. Si ricomincia a parlare dei ristoranti, di quelli che fanno il delivery e dei primi che riaprono. Fra gli ultimi “Pensieri della sera”, ecco il regalo di Martino Chieffo, figlio del cantautore Claudio, che accetta di eseguire una canzone che il padre mi dedicò anni fa: era l’estate del 1999 a Rimini: “Quando verrai a casa mia”. Una canzone che parla del ritorno di una relazione, della persona importante che tu accogli mettendo la tovaglia bella e aprendo il vino buono. E poi postiamo un video di Uno Mattina, andato in onda il 22 maggio del 1993, che racconta il nostro primo treno enogastronomico del Monferrato, da cui è partito tutto. Fu un’iniziativa clamorosa, idealmente dedicata a Giacomo Bologna. Quanta strada da quel 15 maggio di 27 anni fa. 19 maggio Con Jerry Scotti e altre 70mila persone Stamane sono invece protagonista di un divertente incontro su Facebook fra Gerry Scotti, Fabiano Giorgi e Francesco Cerea. Degustiamo insieme i vini di Gerry, che produce nella cantina Giorgi e scopro in diretta un passo nuovo nella fattura di questi vini. Merito del nuovo enologo, ma anche della dedizione sincera di Gerry per un progetto che lo ha riportato alla terra. Avrà 70mila visualizzazioni la nostra chiacchierata che, nonostante le complicanze audio, ha permesso a Gerry di raccontare le sue radici. Lui è di Miradolo Terme, un paesino non lontano da San Colombano al Lambro, e la cultura contadina lo ha coinvolto fin da bambino. Insieme scopriamo che facevamo tutti le vacanze a Rota Imagna, nella bergamasca, in tempi diversi, in un mondo che non c’è più, ma che sembra essere tornato, visto che si parla delle vacanze in Italia e nei paesi. Il giorno dopo mi chiamerà al telefono Gerry, felice della chiacchierata e anche dell’apprezzamento ai vini che, vi assicuro, non erano per nulla scontati.
Un momento della diretta Facebook sulla pagina delle Cantine Giorgi con i vini di Gerry Scotti
20 maggio Come fidelizzare i clienti Siamo al 20 maggio e la mia riflessione su Avvenire racconta di uno chef di La Morra che ha scelto di cucinare e di andare a consegnare di persona i suoi piatti, fino a Torino. Massimo Camia, 60 anni, è uno che ci ha sempre messo la faccia. Il suo ristorante a La Morra, paese del Barolo, ha gestione famigliare pur essendo “importante”, con una cucina riconosciuta eccezionale. In queste settimane di lockdown non ha avuto dubbi: darsi da fare. Così ha organizzato un servizio di delivery che arriva fino a Torino.
Il primo treno di Papillon, il 15 maggio del 1993, con Romano Dogliotti e Gioachino Palestro
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E le consegne le fa lui: suona il campanello e dietro la mascherina Camia ci mette la faccia: 50 euro per un menu che bisogna perfezionare a casa secondo le sue istruzioni. Mi ha colpito questo cuoco che ha scelto di andare a prendersi ad uno ad uno i clienti, che si ricorderanno per sempre di quell’attenzione che probabilmente non gli porterà denari, ma certamente affetto. Si chiama fidelizzazione, nel gergo del marketing. Mi è venuto in mente Angelo Zola, re dello shaker, che a Natale mandava a sue spese i biglietti d’auguri ai clienti del Principe&Savoia di tutto il mondo... E così, mentre ancora si discute sul pranzo al ristorante che è convivialità, c’è chi lascia da parte l’ovvio filosofare e accetta di piazzare i plexiglass, che da ieri sono diventati un’immagine consuetudinaria nonostante l’atteggiamento recalcitrante dei tanti (sempre di meno). C’è ancora resistenza ad aprire i locali, ma le motivazioni sono diverse: c’è chi non ha avuto tempo, in soli due giorni, di adeguarsi alle norme (e come dargli torto?) e chi attende che tutto torni come prima. Quando? Come? Persino i gondolieri di Venezia hanno scelto di trasformarsi in taxi agili per residenti, racimolando pochi euro ma evitando di stare fermi del tutto. Il virus ha perso forza (ma non bisogna dirlo), però pesa l’incognita autunno e c’è chi insinua anche il pericolo zanzare: quasi un’onda anti–normalità farcita di notizie contraddittorie che si rincorrono. Tutti vorremmo piuttosto capire quando le banche, loro sì, torneranno alla normalità, perché è una barzelletta il funzionario in cassa integrazione che lavora solo un paio di giorni ed evade con lentezza le richieste di finanziamento di chi non ha risorse per pagare gli stipendi; c’è gente che ogni giorno rischia mettendoci la faccia, mentre chi deve rispondere a un’emergenza vuol salvaguardare la sua isola felice. (Avvenire, 20/05/2020) 22 maggio Si riparte da santa Rita La prima uscita per la santa messa, con i dovuti distanziamenti, per me è stamattina alle 7 nella chiesa di Santa Rita della mia città. Tutti gli anni, il 22 di maggio, vado a messa nel giorno della santa dei miracoli impossibili, e scopro che la messa, pur essendo in orario mattutino, è frequentatissima, con gente devota che in
qualche modo torna alla normalità. Usciti dalla chiesa andiamo poi al mercatino della Coldiretti in piazza Duomo, dove vendono il pane fatto col grano San Pastore, irresistibile. Acquistiamo anche le more di gelso e qualche verdura. Si rientra in ufficio, si ricomincia a riallacciare i rapporti con la gente. Le novità di questa settimana saranno tante: mi chiama Elisa Isoardi per partecipare a una puntata della Prova del Cuoco, collegato da casa, visto che anche la tivù ha ripreso le trasmissioni consuete. E andrò in onda, insieme a Claudio Lippi, il 27 maggio, con una gag divertente dedicata al peperone di Carmagnola, che nel frattempo – arriva la conferma – verrà celebrato a fine agosto con la consueta Fiera – la 71^ – dedicata a questa specialità. Anche la banca finalmente si dà una mossa e risponde alle richieste che pure noi abbiamo dovuto fare per avere l’ossigeno necessario per far ripartire tutto, compresi i pagamenti sospesi di alcuni fornitori. Che dire? Oggi abbiamo respirato proprio l’aria della ripartenza. Sarà dura, ma l’importante è ripartire. 24 maggio Arriva Camia con il Delivery ad Alessandria Massimo Camia ha insistito, nonostante le mie resistenze, e, con la scusa di essere vicino ad Alessandria, ha voluto consegnarmi il suo menu delivery. È arrivato con la sua auto alle 11, con due scatole che contenevano i piatti e le relativi istruzioni per metterli in tavola. Un menu speciale, che io, Silvana e Irene ricorderemo per sempre: leggero carpione langarolo, l’uovo barzotto con asparagi e robiola di Roccaverano, la zuppa di pesce, i plin ai tre arrosti al fondo bruno mantecato (superbi come sempre), il guanciale di vitella stracotto al Barolo e crema di patate che si tagliava con un grissino e poi le pesche all’amaretto e il tortino di nocciole con la crema inglese. Tutto eccezionale. Abbiamo preso un caffè insieme e abbiamo chiacchierato una mezz’ora. Mi ha colpito la sua visione positiva sul momento giacché questa iniziativa del Delivery lo ha confortato. “Se tornassi indietro partirei subito, senza titubanze” mi ha detto. Ha avuto le sue soddisfazioni, anche economiche, ma soprattutto ha potuto impiegare i suoi collabora-
Il servizio di delivery di Massimo Camia, che consegna personalmente i suoi piatti
tori senza farsi sfiorare dal pensiero di dover lasciare a casa qualcuno. Ed è convinto che la ripartenza, quando il locale aprirà, sarà una bella occasione, dopo questa esperienza. Certo che la vita premia chi non sta fermo, questo è assodato. “Chi dorme non piglia pesci”, recita il famoso detto. Massimo Camia li ha presi e ci ha pure fatto una zuppa perfetta.
L’intervento di Paolo Massobrio alla Prova del Cuoco
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Golosaria Fiera Online è la grande occasione per conoscere i migliori produttori del Golosario: quelli maggiormente proattivi che, certi della propria qualità, hanno scelto di comunicarla in questo divertente contenitore.
Entreremo così in una vera e propria fiera in 3D, con tanto di stand: quelli del cibo e quelli del vino, dove ognuno si presenterà con le immagini più rappresentative o con un filmato; davanti allo stand attraverso il movimento di un avatar, ogni visitatore potrà dialogare in chat o lasciare messaggi, ma anche scaricare il materiale, soprattutto le ricette proposte per meglio utilizzare i prodotti.
In questi sei giorni interverranno tantissimi amici, personaggi del mondo dello spettacolo, cuochi, produttori di vino, che proporranno a loro volta iniziative personalizzate e in taluni casi sconti speciali sugli acquisti.
L’opportunità sarà quella di fare acquisti sullo shop online di ogni azienda, sapendo che la piattaforma resterà viva per due mesi, benché nelle date dal 28 ottobre al 2 novembre si attiverà un vero e proprio palinsesto di eventi (show cooking, talk show, premiazioni, degustazioni di vino) che si potranno seguire interagendo.
Ma il visitatore di Golosaria sarà anche nelle condizioni di fare gli acquisti misti, come nell’edizione fisica in fiera: grazie al portale e-commerce Lorenzo Vinci, in un supermercato virtuale delle eccellenze di Golosaria, si potrà fare la spesa; dopodiché il 2 novembre si raccoglieranno gli ordini, che verranno recapitati nel giro di 10 giorni.
Insomma, una manifestazione che guarda al futuro, che ha già avuto adesioni importanti, soprattutto dei piccoli, bravi produttori artigianali italiani che come sempre attendono Golosaria per debuttare con i loro prodotti.
Ecco di seguito il mio articolo pubblicato su Avvenire a fine maggio, dedicato alle municipalità. LO STATO NON PUÒ DIRE COME TOTÒ: ARRANGIATEVI Un Comune su 10 rischia il default: è il grido di allarme dell’Anci, che teme il dissesto delle municipalità. E secondo i dati del Banco Alimentare i poveri sono al raddoppio. Così, in questo clima di incertezza, il timore di molti amministratori pubblici è quello di sentirsi ripetere la battuta di Totò recentemente evocata dal governatore campano De Luca in una delle sue colorite esternazioni: “Arrangiatevi!”. Ho preso dunque il telefono per ascoltare i sindaci di qualche piccolo Comune e il quadro è apparso sconfortante. Soprattutto quando si scopre che la collaborazione fra località contigue non è scattata come ci si aspettava; proprio nel segno del suddetto “Arrangiatevi!”... Se alcuni primi cittadini si sono trovati inermi davanti all’emergenza, altri hanno cercato di arginare una realtà finora sconosciuta: gente povera e in difficoltà che all’imbrunire chiede pacchi di pasta, qualcosa da mangiare, in assenza ormai dei lavoretti con cui sbarcava il lunario e addirittura della cassa integrazione che l’azienda non è in grado di anticipare. Il lockdown ha spezzato non solo le filiere, ma anche le relazioni. Tina Corona è sindaco a Vignale Monferrato, il paese della danza e del Grignolino, dove il campione del calcio Roberto Bettega e l’attore comico Giovanni Storti hanno trovato il loro buen retiro in questi mesi. Era battezzata la Capalbio del Monferrato, ma il turismo ora è al palo e le case in vendita o sfitte stanno lì a rappresentare una triste congiuntura, forse un’opportunità per ripopolare questa località da cartolina con le case in tufo. “Si fa il possibile e l’impossibile perché il paese viva – dice la sindaca – se semini qualcosa nascerà, ma se stai fermo non cresce nulla”. Intanto coi tre negozi del paesino ha avviato la “spesa sospesa”, cercando di distribuire nella maniera più proficua i 5.217 euro che lo Stato ha assegnato a questo ente di 980 abitanti. Ha chiesto alimentari alle aziende del circondario: chi ha donato la farina, chi i sughi, chi ancora le zuppe pronte e qualcuno anche denaro per rimpinguare gli aiuti ai poveri. Hanno riaperto il mercato in piazza, mentre purtroppo non si sa ancora come far ripartire l’asilo comunale. Al sabato i membri di giunta vanno a pulire i fossi, perché manca il personale e il paese, pur piccolo, ha tante frazioni da curare: le strade, l’illuminazione, la raccolta dei rifiuti... Si può davvero dire “Arrangiatevi!” davanti a questa situazione che sembra essere sfuggita di mano, ancor più nei paesi agricoli che devono fare i conti pure con il personale necessario per la raccolta nei campi? Ora, se l’emergenza generale nelle città sembra quella di contenere la movida serale dei giovani, l’altra faccia della medaglia nella “fase 2” è la nuova povertà. Che ha bisogno di una solidarietà generalizzata, affinché non si abbia il ricordo amaro di un Paese che di fatto a chi chiedeva aiuto seppe soltanto rispondere: “Arrangiatevi!”. (Avvenire, 27/05/2020) 28 maggio Con Tinto e gli amici delle Cooperative Ennesimo webinar, oggi, con Tinto, al secolo Nicola Prudente, che modera ogni giovedì sera una chiacchierata sul blog Quidanoi. Oggi è fra me, Irene Bongiovanni, presidente di Confcooperative Cultura Turismo e Sport, e, a sorpresa, il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini. Parliamo una buona ora, scoprendo anche il mondo della cooperazione a tutti i livelli: nello spettacolo e nei settori che vanno anche oltre l’alimentare. la Circolare
Io intervengo e ringrazio per il coinvolgimento, perché l’idea della cooperazione è quanto di più attuale ci possa essere oggi. E inevitabilmente, sia il sottoscritto sia Maurizio Gardini, ci troviamo a parlare dell’appuntamento di Assisi del 30 marzo col Papa (che è stato solo rimandato) dove a tema c’è appunto il disegno di una nuova economia ispirata dalle parole dell’enciclica Laudato sì. Anche questo webinar è stato seguito da tantissima gente: un giovedì sera, dopo cena, a scoprire mondi che resistono in un momento difficile, dove tuttavia la creatività viene messa alla prova. E quando si è insieme, sembra che l’intelligenza del singolo possa avere una certa esponenzialità. Anche per noi è stato così, giacché in questi mesi abbiamo provato a confrontarci ogni giorno sui problemi, creando il Sostenisario, che sta diventando un luogo di particolare interesse. Mi scrive Angelo Gaja ”Caro Paolo, come stai? E i tuoi famigliari? Noi tutti bene”. È un messaggio che segue quello del 7 marzo, quando lui ha compiuto 70 anni e io ho scritto un articolo sia su La Stampa online sia su ilgolosario.it. riprendendo alcune sue riflessioni auree sul cambiamento che è necessario in una famiglia. Nei suoi messaggi mi ha poi detto della difficoltà a seguire tutto online dopo la scelta del quotidiano La Stampa di pubblicare le nostre rubriche solo nella sezione dedicata (Tuttigusti). E questo penalizza un pubblico abituato a leggere il quotidiano cartaceo. Nella precedente Circolare (inviata solo online) in data 7 marzo ho sviluppato un pensiero su Angelo Gaja, in attesa di rivederlo presto, con le nostre famiglie, come abbiamo sempre fatto in questi anni (che entusiasmo dimostra sempre Angelo). Qui invece mi soffermo sulla questione dell’online che non può essere a senso unico nella sua proposta come se fosse un’altra cosa, scollegata dal giornale. Ma se la scelta di trasportare le cosiddette “firme” sul digitale è funzionale a incrementare gli abbonamenti (a un euro a semestre), perché sul giornale cartaceo non appare un sommario ogni giovedì, che dice quali articoli si trovano su Tuttigusti? In questo modo i lettori tradizionali non perderebbero i loro riferimenti. E invece non c’è nulla da fare. Il giornale serio è solo quello che riporta fedelmente le manfrine della politica, con tutti i mal di pancia del caso. Ma siamo così sicuri? Io non lo sarei, visto il continuo calo delle vendite. Per questo sono a difendere l’idea di una maggiore sinergia fra digitale e cartaceo e non due cose a compartimenti stagni. 2 giugno Coi delegati di Papillon su Zoom Ultimo giorno di lockdown, giacché domani, 3 giugno, si aprono i confini e si potrà finalmente transitare da una regione all’altra. E questa sera ci colleghiamo con tutti i Delegati dei Club di Papillon d’Italia, nella modalità del collegamento multiplo attraverso la piattaforma Zoom. Saremo più di 30 ed è un bel piacere rivederci in faccia e dialogare, soprattutto sulle prospettive. Ad esempio sull’idea di riprendere quanto prima le Cene in ComPagnia, ancora più attuali oggi dopo i messaggi che abbiamo ricevuto dai nostri amici del Venezuela. Da parte di tutti c’è stato un apprezzamento generale delle iniziative che abbiamo messo in atto nel periodo di isolamento, che di fatto hanno allargato la comunicazione facendosi presente anche a chi non sentivamo da tanto tempo. C’è poi la novità della prossima edizione di Golosaria interamente online, alla quale dedicheremo un
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collegamento apposito, mentre le Delegazioni si stanno organizzando per le iniziative locali. Dal Vicentino Gabriele Crescioli ci dà l’annuncio che è mancato Giovanni Olivetto, uno dei grandi del nostro Golosario, che si meritò a Golosaria, nel 2008, il premio per la civiltà contadina. Ci porteremo nel cuore anche lui, grati per averlo conosciuto. Ma c’è anche una gratitudine generale, nel rivederci tutti, cosa che non era per nulla scontata, vista la tragedia che ha colpito tanti nostri conoscenti. Anche questo lo dovremo ricordare.
L’incontro su Zoom con i delegati del Club di Papillon
3 giugno Si ricomincia... Domani è il giorno destinato al primo viaggio fuori dal Piemonte, mentre oggi è la giornata in cui finalmente ci ritroviamo tutti, in ufficio, pronti a ripartire, con tante settimane di lavoro da recuperare, tanti interrogativi, ma anche la soddisfazione di trovare una certa disponibilità a proseguire il cammino. Oggi su Avvenire, mi occupo delle Camere di Commercio, che sono in stand by, perché ancora non ci sono decisioni sul loro futuro (saranno accorpate? Sì o no?) PROVINCE, CERCASI UN RUOLO (MA COME?) La Camera di Commercio di Alessandria ha messo a disposizione 4 milioni di euro a fondo perduto per sostenere le imprese a seguito dell'emergenza Covid-19. Non è una notizia da prima pagina, ma dice della vicinanza dei corpi intermedi alle imprese piccole e medie della propria area. Probabilmente altri enti hanno preso iniziative analoghe, quasi ad alleviare quell'economia di prossimità che s'è trovata a vivere nell'incertezza dei provvedimenti governativi. Riguardo alle Province, altro corpo intermedio mutilato, s'è saputo poco in questi mesi, mentre i Comuni si sono distinti fra atteggiamenti virtuosi e altri dettati da provvedimenti urgenti e forse improvvidi. In Val Masino (Sondrio) l'amministrazione ha deciso, in vista del 2 giugno, di trasformare campi di fieno ancora da sfalciare, in parcheggi, al costo di 7 euro ad auto. Ma l'ultimo allevatore della valle, Stefano Villani, s'è visto falcidiare il primo taglio (che era di fieno di qualità, essendo in alta montagna), mentre il campetto da calcio semi abbandonato, proprio di fianco al suo podere, era inibito dalle reti, quasi a rappresentare una beffa. È dunque urgente riempire i parcheggi (ma gli assembramenti non erano pericolosi?), mentre la riforma delle Camere di Commercio può aspettare. Fu il governo Renzi, nel 2015, a proporre una modifica radicale di questi enti per ridurne il numero: da 105 a 60. Sono passati cinque anni e nonostante le prove generali per la Circolare
definire alleanze e strategie, la riforma non è ancora andata in porto. Eppure servono questi corpi intermedi, integratori di una politica centralista che non arriva ovunque. Ma qui l'urgenza, a quanto pare, non c'è: si disfano Camere di Commercio e Province, salvo tenerle in piedi azzoppate, sperando che possano apparire inefficienti e quindi costare altri denari ai contribuenti. Allora sì, secondo la legge dello sfinimento, si potrà dire che sono costi. Ma quante perdite, in termini di sviluppo economico, ha comportato questo indecisionismo impastato di burocrazia e instabilità politica? Ora sembra imminente (si parla di metà giugno) il pronunciamento della Corte Costituzionale, che dovrebbe dire se quel progetto di accorpamento ormai avanzato sia legittimo oppure no. Nel primo caso si rimetterebbe in modo una macchina e gli organi delle nuove Camere di Commercio (che stranamente sfuggono all'influenza dei partiti) verrebbero rinnovati; nel secondo caso sarebbe tutto da rifare. E se ieri, 2 giugno, la Costituzione è stata centro delle celebrazioni, oggi, il giorno dopo, vorremmo poter stimare la capacità di saper decidere. E di andare avanti. (Avvenire, 03/06/2020) 4 giugno Webinar su psicologia e accoglienza e poi visita al comprensorio Neorurale di Giussago La giornata si apre con un webinar, promosso dagli architetti Giovanni Biondani e Giovanni Salvati del gruppo Sostenisario che mi colpisce molto per la partecipazione (2.600 visualizzazioni sono proprio tante). In dialogo con me, la dottoressa Donatella Caprioglio che è una psicologa dell’abitare. E il suo affondo parte dal presupposto che la prima accoglienza sta nello sguardo. Questo vale per il bambino, ma anche per il cliente che si avvicina ed entra in un ristorante. Inizia così una disanima sul ruolo dell’oste – anche lui è un po’ psicologo – mentre fra i 60 commenti in diretta appare quello di qualche titolare di locale, che dice: “Anche il cliente deve avere uno sguardo nei nostri confronti”. Certo l’argomento che abbiamo scelto è stato centrato sotto tanti punti di vista, perché il fatto che migliaia di persone si siano interrogate su questo tema fa pensare che qualcosa stia cambiando, nella concezione stessa dell’accoglienza.
Il nostro webinar sul futuro della ristorazione con la psicologa Donatella Caprioglio e l’architetto Giovanni Biondani
Si passa il confine, oggi pomeriggio: visita all’oasi Neorurale di Giussago voluta dalla famiglia Natta (Giulio Natta fu l’inventore della plastica e per questo ricevette il premio Nobel). Qui, nel giro di vent’anni, è stata creata un’oasi naturalistica mai vista, dopo aver piantumato 1.800.000 piante. Si gira fra cascine e ambienti che sono stati ricreati apposta per accogliere specie di animali che
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non c’erano più, come alcuni tipi di aironi. Durante il percorso in auto si incontrano lepri, caprioli, cavalli selvatici e ogni specie possibile e immaginabile di uccelli. Vincenzo, che ci accompagna, ci fa vedere anche le ampie sale dedicate alle start up che verranno ospitate qui, mentre alla sera, con l’amministratore delegato Piero Manzoni, cenando con il riso che producono in azienda, nasce un feeling e un’idea: perché non ambientare qui la cabina di regia di Golosaria online?
è difficile, in questi giorni di giugno, dove lo smart working tiene lontano tanta gente dai luoghi dove solitamente si pranzava. Saremo solo noi tre quel mezzogiorno di un venerdì, mentre non è così appena vai in periferia, come è successo a me la sera, alla Cascina Madonnina di Pregnana Milanese. È stata una giornata piena di sorprese quella di oggi, persino il matrimonio della figlia dei nostri amici Fabrizia e Massimiliano nella Certosa di Garegnano, tutti con la mascherina. Poi gli amici di sempre (eravamo in sei) incontrati dopo tanto tempo alla Cascina Madonnina, storica presenza di Golosaria, dove si produce un prosciutto d’oca speciale. Ci ha accolti Augusta, la mamma dinamica che ha dovuto ritornare a servizio attivo in questo periodo d’emergenza. Tutto della giornata di oggi ha avuto il respiro della ripartenza e questo è un segnale che difficilmente ci dimenticheremo. Motivazione per la nomina a Sommelier Onorario di Aspi Paolo Massobrio e Marco Gatti giornalisti e autori, pubblicano da decenni IlGolosario, una guida unica nel suo genere, per difendere e promuovere la cultura della qualità enogastronomica della tradizione italiana, nonché numerose manifestazioni ed eventi dedicati che hanno conquistato la meritata fama nel nostro Paese e anche fuori dai confini nazionali.
Il comprensorio Neorurale di Giussago
Quella di oggi sarà una giornata memorabile, che riempie gli occhi e il cuore. Chi cerca nei fatti un esempio di sostenibilità non potrebbe incappare in una situazione migliore. La natura che parla, che vive, che accoglie, che crea convivenza con la stessa agricoltura è proprio ciò di cui abbiamo bisogno, ancor più dopo questi mesi di riflessione forzata e donata. Ci risentiremo presto. 5 giugno A Milano pranzo da Daniel con Giuseppe Vaccarini Si torna a Milano al mattino presto, per registrare con gli amici di Rushnet una serie di spot dedicati a Golosaria. E nel bar di fronte alla Certosa di Garegnano, dopo tanto tempo, mi rivedo con Marco Gatti. Alle 13 siamo a pranzo con il presidente dell’Aspi, il sommelier Giuseppe Vaccarini che vuole consegnarci ufficialmente il riconoscimento di soci onorari della sua associazione. E la sede sarà il ristorante Daniel a Milano, con un Daniel Canzian deciso a mettere in campo tutta la sua voglia di ripartire, anche se a Milano
Paolo Massobrio e Marco Gatti ritirano da Giuseppe Vaccarini la nomina a "Sommelier Onorario" di Aspi
7 giugno I Top Hundred Riprendono anche le nostre degustazioni plenarie dedicate ai Top Hundred, i 100 migliori vini d’Italia 2020. Arriva Marco Gatti, insieme agli altri ispettori e insieme passiamo in rassegna le 70 bottiglie da analizzare. Anche il mondo del vino non si è fermato e il dialogo con le cantine è stato intenso e serrato nel periodo del lockdown che a distanza, a me e Marco, ha permesso di approfondire e di portare alla cosiddetta semifinale i campioni meritevoli di un riconoscimento, che come sempre verrà annunciato il 15 di settembre. Non sembra vero di riuscire a individuare ogni anno, dopo 18 anni, 100 cantine meritevoli di salire sul podio dell’eccellenza. Ma anche quest’anno sarà così, con tantissime sorprese. Il nostro riconoscimento ha un valore notevole, perché afferma la dinamica della produzione vitivinicola italiana, in continuo movimento e miglioramento
La signora Augusta, patronne della Cascina Madonnina di Pregnana Milanese la Circolare
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con tantissimi giovani protagonisti. La proclamazione che faremo sarà davvero una grandissima sorpresa. Muoiono Rita Cordero e Gianfranco Giani, due fari del nostro Golosario Due lutti in questi giorni, due scomparse che lasciano un vuoto dentro al nostro mondo. È morto Gianfranco Giani, l’autore di quel salame nobile del Giarolo che abbiamo conosciuto negli anni a Golosaria Monferrato. Un produttore straordinario, stroncato da un brutto male, che lascia la simpatica moglie Mariangela, compagna anche nella sua avventura imprenditoriale che ha nobilitato un prodotto di queste terre. E poi muore, all’età di 95 anni, Rita Cordero, la regina del fritto misto, che per anni ha condotto la trattoria del Centro di Priocca. Me lo annuncia con una telefonata il figlio Enrico, sconfortato perché la mamma era in una casa di riposo e non è più riuscito a vederla. Rimane l’amarezza di non aver avuto tutte le assicurazioni del caso, per esempio sull’effettiva esecuzione dei tamponi, a quanto pare fermi al mese di aprile. Il dramma più triste del Covid 19 è questa trascuratezza nella quale sembra si siano trovati molti anziani, psicologicamente indeboliti dall’impossibilità fisica di vedere i propri cari. Il Covid ha colto tutti all’improvviso e il personale medico e ospedaliero in generale ha fatto più di quanto si potesse immaginare. Ma qualcosa, nella macchina organizzativa, deve aver fatto cilecca, forse frutto di sottovalutazioni. Questo amaro in bocca ci rimarrà per sempre, purtroppo.
8 giugno Aria di ripresa nella settimana dove si ricomincia a viaggiare Si ricomincia a viaggiare: martedì siamo a cena all’Ape Wine Bar di Santo Stefano Belbo (tutto pieno e tutto ottimo), mercoledì alla trattoria Semino di Busalla (anche qui una frequentazione interessante e una cucina degna del faccino radioso che è stato loro attribuito e dei vini – compresi quelli di Gaja – in abbinamento). Giovedì farò il viaggio più bello e riposante del dopo Covid: da Alessandria a Milano e poi a Riva del Garda, passando sul lungo lago della sponda bresciana, a vedere la bellezza dell’Italia dei borghi. Sarò a cena alle Antiche Mura, con pernottamento nel loro accogliente B&B. Cena ottima, locale pieno e alcuni tedeschi che stanno cominciando a ritornare. Il giorno dopo in Trentino, poi a pranzo a Verona, con il presidente Maurizio Danese. Il Nastro Azzurro in piazza Bra è pieno e si capisce che il patron è uno che ha presente cosa voglia dire lo sguardo dell’oste. Sabato sarò a pranzo a Chiavari, da Felice, nel suo ristorante campione di materie prime (il pesce in primis) con un locale pieno anche qui di aficionados di una certa età. Altre visite saranno all’Osteria Zelata di Bereguardo (pieno in un giorno feriale) e all’Albereta, al Leon Felice con Fabio Abbattista in gran spolvero, pronto a ripartire. Viene a salutarmi anche Vittorio Moretti, che ha passato il periodo di lockdown nella sua tenuta in Toscana e ora è sereno sulla ripartenza. Tutte queste visite mi hanno portato a una conclusione: è vero e palpabile il desiderio della gente di uscire, di trovarsi, di tornare al ristorante. Ma questo vale, per ora, per ciò che riguarda la periferia, mentre la città, Milano in testa, ancora deve aspettare. Tuttavia sembra che di settimana in settimana stia passando la paura, che non vuol dire irresponsabilità. La responsabilità ce la siamo assunta tutti, seguendo le dovute prescrizioni, ed è stato un evidente argine al diffondersi del virus. Ora bisogna mantenere le posizioni. Con responsabilità si può convivere con un virus maledetto che sta perdendo il suo vigore.
Gianfranco Giani con i suoi prodotti a Golosaria Monferrato
Marco Morandi, patron del ristorante Da Felice di Chiavari
17 giugno Oggi su Avvenire la mia riflessione ispirata dall’amico Flavio Boraso, in prima linea a Torino per l’unità di crisi del Covid 19 L’INCUBATORE DEGLI AFFETTI TENGA CALDA LA RIPRESA
Rita Cordero del ristorante Il Centro di Priocca
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”L'unità di crisi è stata un incubatore di affetti” ha dichiarato Flavio Boraso, direttore generale della Asl Torino3, che ora legge con soddisfazione i dati: zero morti e pochissimi contagi. Lo conosco da trent'anni e durante il lockdown ci siamo sentiti, quando il vigore del virus sembrava perdere forza. Mi chiamò a inizio maggio perché vedeva i segnali della ripartenza, anche degli amati ristoranti che ancora non avevano il via. Gli dissi che se fosse proseguito quel trend, piano piano tutto si sarebbe ricomposto. E avendo iniziato a girare in Veneto, in Piemonte, in Lombardia, sembra proprio così, anche se occorre disciplina perché sarebbe un disastro la ricaduta. Sul lago stanno tornando i tedeschi, li ho visti a Riva del Garda, mentre i locali che hanno tenuto un rapporto con i clienti ora li accolgono. Si mangia nel dehors del Nastro Azzurro di Verona, dietro l'Arena. Da Felice a Chiavari, domenica a pranzo, c'era il tutto esaurito, pur coi coperti ridotti e le mascherine dei camerieri. C'è voglia di ritrovarsi, questo è indubbio, ma guai se la rincorsa alla normalità facesse dimenticare il sacrificio. Anche il lavoro è cambiato: lo smart working ti blinda a orari ben definiti per fare una call o seguire un webinar, e un po' rischiano di distoglierti dalla realtà. Basta leggere i giornali: sono spariti gli articoli che fanno riflettere, abbondanti nei mesi centrali, e torna la cronaca spicciola, dalla politica con le tensioni interne ai partiti alle criticità dettate dalle agenzie. E alla ribalta delle cronache tornano le inchieste più spinose, con la delinquenza che rialza la testa: brutto risveglio dopo mesi di sonno obbligato. Leggo la storia di Peppe Lucifora, il cuoco di Modica trovato ucciso a novembre: il caso assomiglia a una puntata del commissario Montalbano. L'ho conosciuto anni fa a Pozzallo: faceva le cene a domicilio ed era bravissimo. L'ultima volta mi portò i dolci di marzapane delle monache di Noto e non mi capacito dell'epilogo. Ora, se è vero che il Covid 19 è stato un incubatore di affetti, l'altra faccia della medaglia è il coperchio di una pentola che fa esplodere la devianza sociale. Per questo non bisogna dimenticare: l'incubatore di affetti deve produrre il bene che tutti vogliamo. Ma dipende da ciascuno di noi. Senza esasperare le situazioni, per tornare sui binari di una socialità prossima alla solidarietà. (Avvenire, 17/06/2020) 18 giugno Con Rossano Tiezzi finalmente vis a vis Visita ad Alessandria di Rossano Tiezzi, il titolare dell’azienda Advepa che sta realizzando per noi la piattaforma di Golosaria online insieme con l’architetto Paolo Beleù. Finora ci siamo parlati attraverso le call a distanza, lui da Arezzo e noi da Alessandria e fa una certa impressione vedersi di persona. Dopo una mattina di lavoro, con riunioni, progetti e altri passi avanti, andiamo a mangiare al Gipsy's bar, che ha ripreso l’attività dopo la batosta dei mesi passati. E anche quel gelato e quel paio di piatti sembrano una conquista, dopo tanto tempo. Siamo nella fase della conquista degli spazi e anche questa situazione era decisamente inimmaginabile. Io credo che nulla possa sostituire il contatto fisico tout court, il rapporto personale, anche se il futuro è fatto di un mix: ci si incontra, ma un po’ di meno, perché le call possono anche ridurre i tempi, per esempio quelli di un viaggio benché uno come il sottoscritto avesse imparato a concentrare le telefonate durante i viaggi in auto, mettendo attorno a un appuntamento una verifica a un ristorante, un negozio, una cantina. Bisogna saper scegliere, con oculatezza. E anche questa è una faccenda positiva, tutto sommato. la Circolare
19 giugno È il compleanno di Papillon: un post di auguri Oggi è il compleanno del Club di Papillon: 28 anni. E per festeggiarlo ho chiesto a tutti i delegati di mandarci un contributo simpatico: un piatto, un vino, un prodotto e una frase mutuata da un personaggio del loro luogo. Aderiscono quasi tutti e la lettura di questo viaggio in Italia è quanto mai curiosa, interessante. Adriano Olivetti: “Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo.” (Club di Ivrea e del Canavese) Federico Fellini: “La vita è una combinazione di pasta e di magia”. (Club di Forlì-Cesena)) Aldo Moro: “Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi” (Club di Bari) Francesco Renga: “Mi piace veramente, ma con te di più” (Club di Brescia) Corita Kent: “La vita è un succedersi di momenti. Vivere ognuno di loro è un successo” (Club della Calabria) Sant'Ambrogio: ”Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi” (Club di Milano) Ippolito Nievo: “L'amore è un'erba spontanea, non una pianta da giardino” (Club di Padova) Claudio Baglioni: ”Il passato è sale, si scioglie per dare sapore al futuro” (Club di San Vito Romano) Piero Chiara: ”Il vivere pareva mi si aprisse davanti come certe mattinate di primavera in campagna, quando ogni fiore, ogni foglia, ogni goccia di rugiada sembra promettere un miracolo, e la giornata che incomincia, piena d'aria e di luce, è proprio quel miracolo, quel comporsi d'ogni cosa” (Club del Varesotto) Umberto Eco: “Lascia parlare il tuo cuore, interroga i volti, non ascoltare le lingue” (Club di Alessandria) Giuseppe Garibaldi: “Nella gioventù lombarda, sempre pronta a lanciarsi nel pericolo per la redenzione della patria e che partecipò alla prima spedizione di Sicilia e Napoli, contano in prima riga i prodi figli di Bergamo. Se la provvidenza ha deciso che io divida le ultime battaglie della patria per l’intiero suo affrancamento, io legherò alla generazione ventura accanto a quelle di Bergamo il nome della città italiana che con più figli avrà gettato più ferro sulla bilancia liberatrice” (Club di Bergamo) Giovanni Vialardi: “In cucina bisogna coltivare l'arte di preparare e condire le vivande per un nutrimento sano e piacevole, senza soverchio scialo di spesa” (Club di Biella) Giuseppe Tomasi di Lampedusa: ”I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria” (Club di Catania) Marino Moretti: “(...) E mentre il vento strepita di fuori, e batte alle finestre con dispetto, noi c'indugiamo presso il caminetto che allegramente scalda i nostri cuori” (Club di Cesenatico-Cervia) Antonio Nebbia: “Mangia bene e caca forte, e non aver paura della morte” (Club Marche Sud) Corto Maltese: ”Non sono un eroe, mi piace viaggiare e non amo le regole, ma ne rispetto una soltanto, quella di non tradire mai gli amici” (Club Martesana) Giacomo Poretti: “A Milano si vive in verticale. Se si abita in ver-
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ticale è più difficile incontrarsi... e se hai voglia di vedere un amico devi prendere l'appuntamento. Non si può passare sotto casa e suonare il citofono: a Milano il galateo non lo prevede”(Club Milano/1) Gianni Gioânn Brera: “Meglio un'ora in più con gli amici che un'ora in meno” (Club di Pavia) Eugenio Montale: “Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo del cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d’oro della solarità” (Club del Ponente Ligure) Giovanni Pascoli: “La piada o, la giro, e le attizzo con le molle il fuoco sotto fin che stride invasa dal calor mite, e si rigonfia in bolle: e l'odore del pane empie la casa” (Club di Rimini e Riccione) Ludovico Ariosto: ”Parva, sed apta mihi” (piccola ma adatta a me) (Club di Reggio Emilia e Modena) Elio Vittorini: “La nostra paura del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio” (Club di Siracusa) Giovanni Bertacchi: “La bresaola va consumata Santa (ovvero senza condimenti ndr) e poi son come petali di rosa che si sciolgono al palato” (Club della Valtellina) Mario Rigoni Stern: “Ci vorrebbe una grande crisi per ridimensionare questa cosa. Però, purtroppo, la grande crisi prende sempre di mezzo la povera gente… Ma piuttosto che una guerra, è meglio una grande crisi per stravolgere un po’ questo mondo, per metterlo sulla strada giusta, per far capire che non è più la borsa che deve governare…” (Club di Vicenza e di Marostica) 22 giugno Verona live Vinitaly 2020 I giornali la chiameranno mini Vinitaly l’iniziativa che oggi viene presentata dai vertici di Fiera Verona con i ministri Di Maio e Bellanova. In realtà si tratta di un’estensione di Wine2Wine, l’appuntamento che si tiene da cinque anni in autunno, con una serie di seminari e incontri. In assenza di Vinitaly ci sarà tuttavia una presenza fisica distribuita su tre padiglioni, con la partecipazione delle aziende e una serie di degustazioni guidate. Ma già stiamo progettando Vinitaly and the city 2021 e la comunicazione sui social è già partita, per raccontare questo momento di cambiamento. L’autunno è pieno di incognite e ogni realtà che promuoveva fiere si ripropone in chiave diversa. Dal canto nostro siamo sempre più convinti della strada intrapresa: una fiera online. Lo siamo perché significa concentrare per tempo tutti gli sforzi in quello di cui siamo capaci, la comunicazione, che premierà da subito le aziende che stanno aderendo. E mi colpisce, per esempio nel mondo del vino, trovare sulla nostra strada quelle che hanno dei grandi valori da comunicare, dalla Sicilia al Piemonte, dalla Toscana fino alla Valtellina. Ci sono le aziende che fanno vini con vitigni rari (come la ribona e il bellone), altre che hanno la propria forza nel rapporto col pubblico (penso alla cantina di Quistello o a Roberto Lechiancole di Prime Alture). E lo stesso con i produttori del food: prima adesione, la nostra pasticceria Gallina di Alessandria, con i suoi baci. È proprio vero che il lockdown ha costretto alcuni a un esercizio mai fatto, che ha dato qualche soddisfazione. Ora bisogna rafforzare questo percorso, che rimarrà un patrimonio per sempre. Golosaria Fiera online è fatta per questo. la Circolare
24 giugno Webinar sul pic nic Stamane va in onda il nostro secondo webinar sulla pagina Facebook di Golosaria, dedicata alle iniziative creative di cantine e ristoranti. E con me, insieme agli architetti Salvati e Biondani del Sostenisario, intervengono Massimo Spigaroli, sindaco di Polesine Parmense-Zibello e produttore di maestosi culatelli, oltreché cuoco dell’Antica Corte Pallavicina, e Antonella Manuli della Maliosa. E durate il dialogo, seguito subito da 600 persone, Antonella racconta del successo delle iniziative all’aperto che ha proposto nella sua cantina: si aspettava 15 persone al primo appuntamento, si sono presentati in 45, segno che “vendere” il territorio è qualcosa che funziona, che è atteso. Massimo Spigaroli ha invece detto che il lockdown è stato provvidenziale per lui, tant’è che ha deciso di scrivere un libro. Ma poi ha incentivato, appena gli è stato possibile, le iniziative di pic nic fino alla creazione di una cassetta agricola da consegnare a chi ne faceva richiesta. “Io ho imparato che non bisogna mai stare fermi e che chi arriva primo di tutti vince”. È proprio così: si corre per arrivare primi.
Un momento del nostro webinar dedicato ai nuovi spazi della ristorazione. Da sinistra: Antonella Manuli de La Maliosa, il produttore Massimo Spigaroli, Paolo Massobrio. In basso l’avvocato Maria Grazia Terlizzi e Giovanni Biondani e Giovanni Salvati di Design E.0.
Riprendo il dialogo nella mia riflessione su Avvenire del giorno dopo, che va nella direzione di dare una scossa a chi ancora resta indeciso sulle iniziative da intraprendere. RIPARTIRE È ANCHE UN PICNIC ALL'APERTO Siamo alla vigilia di una nuova fase se è vero che fra poco non saranno più obbligatorie le mascherine. E tutto tornerà come prima (?), compreso il pericolo del contagio che, se per caso si avvererà, ci riporterà nuovamente in maschera se non chiusi in casa. Nel frattempo, in nome di un principio di sicurezza (ma è proprio così?) lo smartworking continua a subire proroghe in tante aziende, col risultato di svuotare le città sotto tutti i punti di vista. Meno traffico, ma anche meno affari per quei bar e ristoranti che in una sola città come Milano arrivavano a sfornare 5 milioni di pasti al giorno, che oggi restano una chimera. Quella che stiamo vivendo oggi, dal punto di vista commerciale, è una resistenza estrema, prima di fare i conti di chi ce l’ha fatta e chi no. I sindaci invocano il ritorno nei posti di lavoro, adducendo al valore della relazione che non si può sostituire con un webinar o una call, ma alla fine se ne riparlerà in autunno, perché tutti vogliono ben vedere cosa succederà, col pensiero non dichiarato che lo smartworking può anche ricondizionare gli spazi di lavoro e disdire qualche affitto di troppo. Dunque non tutto sembra tornare esattamente
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come prima, perché se da un lato la vita sedentaria in casa a qualcuno non dispiace, dall’altra aumenta la voglia di uscire, di evadere. Il giornalista Mario Calabresi, in questi mesi, ha creato un sito dedicato alle “Altre storie” e nelle ultime settimane si è dedicato alla mobilità dolce, o meglio alla bicicletta, mettendosi su due ruote per fare il tragitto da Milano a Nembro o verso le risaie del Vercellese dove si scopre lo spettacolo degli aironi. Ed ha registrato un cambio di passo, nel senso di un ritorno virtuoso alla bici con l’iniziativa pubblica di creare piste ciclabili. Sarà questo un cambiamento epocale dopo il lockdown? Anche il mondo dell’accoglienza ha riscoperto il pic nic e sono tantissime le iniziative promosse dalle cantine, dalle aziende agrituristiche e dai ristoranti in quella direzione. Anche questo è un modo nuovo di concepire gli spazi, come fa Massimo Spigaroli nella sua Corte Pallavicina di Polesine Parmense o Antonella Manuli della Maliosa di Saturnia, protagonisti con me di una chiacchierata sulla pagina facebook di Golosaria su questa fenomeno che ha messo in luce una nuova relazione. Dove il dettaglio, la capacità di accoglienza creativa diventano un modo per farsi ricordare. Non tutto allora tornerà come prima, anzi, siamo già nel vortice del cambiamento. Chi non se n’è accorto, chi è ancora fermo ad aspettare il ritorno di forme che non rappresenteranno più la norma, rischia di trovarsi fuori dal tempo. (Avvenire, 24/06/2020)
impagabile che ci ha fatto stare fino a mezzanotte a chiacchierare, in un posto bello che diventerà memorabile. Grazie amici. 25 giugno Il pesto in Liguria dei fratelli Bruzzone Altro viaggio impegnativo stasera, perché la destinazione è la Liguria, esattamente Genova Pra’ dove si produce il basilico che poi darà il via alla produzione del pesto. Ci aspettano i fratelli Bruzzone, dell’azienda Ferrari & Bruzzone che hanno sviluppato, oggi che sono alla quinta generazione, le basi iniziali dei loro avi, già produttori di primizie che arrivavano nelle grandi città. L’azienda è molto ampia, fra serre dove si coltiva il basilico e campi aperti. Poi c’è il laboratorio dove nasce il pesto, confezionato in vasetti di vetro mentre una parte di basilico viene proposta come piantine per uso domestico. Stefano Bruzzone ci fa visitare questa impresa italiana, che hanno voluto mantenere sulle alture che guardano il mare (di fronte c’è il porto), nonostante i costi per il trasporto e altre scomodità. Ma il mantra della loro impresa è stato chiaro: partire da una storia per sviluppare una tradizione, secondo le leggi di un’azienda in crescita che non può esimersi dalla parola sviluppo.
San Giovanni al Torchio con Lauretana Oggi è la festa di San Giovanni e i festeggiamenti sono con un Giovanni. Nella fattispecie Giovanni Vietti, presidente di Lauretana, che ci invita a cena in un posto molto bello: il ristorante Il Torchio, ambientato dentro al ricetto di Candelo. Saremo in otto, in un bel dehors fra le mura antiche di questa costruzione, a conoscere una cucina soddisfacente, schietta, abbinata ai vini locali, fra cui un eccellente Bramaterra di Filippo Maria Barni di Brusnengo. I Vietti sono una famiglia, con i membri praticamente tutti impegnati in vari modi in questa azienda dove si produce l’acqua più leggera d’Europa. Un’acqua che da sempre è stata la mia acqua, per cui non mi è sembrato vero trovarla a fianco delle iniziative di Golosaria fin dagli inizi. Con loro abbiamo condiviso tanti progetti, fino all’ultimo dedicato alla prima guida al Delivery per sostenere i ristoranti e al prossimo che riguarderà Golosaria online. Il fatto di vederci dopo il lockdown e di rinsaldare la reciproca stima è stato un regalo
L’interno del ristorante Il Torchio, dentro al ricetto di Candelo
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La serre di basilico dei fratelli Bruzzone, a Genova Pra'
Abbiamo cenato sotto le stelle, davanti alle luci del porto, con una ventina di persone che sono venute quassù quasi per fare un applauso a questa famiglia illuminata che mi ha colpito per la lungimiranza. Persino durante il lockdown non sono stati fermi: hanno ristrutturato le serre, pronti per ripartire. Una gran bella lezione di determinazione e di lavoro ben fatto, che li sta premiando. Ripartiamo anche stasera verso la mezzanotte con l’incognita del ritorno. Eh sì, perché se all’andata ci sono le code per via dei lavori in autostrada, al ritorno alcuni caselli restano chiusi. E il turismo che deve ripartire singhiozza. 26 giugno Ricci compie 70 anni Oggi, 26 giugno, l’amico Antonio Ricci compie 70 anni e l’avvenimento viene celebrato con varie interviste, in particolare sul La Stampa e il Corriere della Sera dove alla domanda di Aldo Cazzullo su cosa vorresti essere in un'altra vita la risposta è fulminante: “Una piattola, per continuare a restare sui coglioni”. Ci messag-
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giamo con le solite risate su what’sApp, mentre gli mando una foto di glicine che ho piantato nel mio giardino, dicendogli che ogni 26 giugno gli farò vedere la crescita. Il glicine è l’albero che più ama, per cui ha fatto addirittura un viaggio in Giappone, con sua moglie, per scoprire nuove varietà da piantare nella sua Villa la Pergola ad Alassio, dove è ambientato anche il ristorante del bravo Giorgio Servetto. Antonio è una persona davvero speciale e semplice, e questo credo sia il segreto del suo successo, giacché Striscia La Notizia rappresenta un fenomeno di giornalismo e di satira unico e anche incisivo dal punto di vista della denuncia. Per questo ha ricevuto anni fa il Premio Aneri È Giornalismo.
record assoluto di visualizzazioni. Altre visite da Giuseppe a Montemarzino (salame crudo incredibile! come tutto il resto); Matteo Morra a Cherasco, nel suo elegante locale; all’Antico Ricetto di Portacomaro (gnocchi superlativi); al Biancospino di Bossolasco (capretto al forno notevole).
L’ingresso dell’agriturismo La Cascinotta di Oviglio
Antonio Ricci durante il premio È Giornalismo
La giornata prosegue con un webinar con una nuova avventura della Cantina Codice Vino che nasce all’interno della Cooperativa Citra. Hanno scelto Riccardo Cotarella per una selezione importante di montepulciano, pecorino e passerina. Oggi presentano 4 vini, con un parterre di 46 giornalisti. In video il professor Attilio Scienza e Riccardo Cotarella, che è velocissimo nella degustazione e nella presentazione dei vini, per lasciare spazio ai giornalisti, interpellati uno a uno, per cui il collegamento durerà due ore (infinito). E qui si assiste alla barzelletta per cui il gastronomo famoso che notoriamente è astemio, scrive sulla chat che ha dovuto andare via (e quindi non risponde all’appello). Poi c’è quello famoso che di vino non si è mai occupato un granché, che tira fuori i luoghi comuni stantii sui nomi dei vini che hanno un diminutivo (ma che c’entra?). Ma esilarante è quello che dice che stava uscendo per andare a bere Montrachet con un altro critico (come dire, mi sono abbassato al Pecorino, ma adesso passiamo alle cose serie, io che posso). E poi c’è quello che contesta il Rosato (che è troppo bevibile, questo il motivo) e quello che nel Montepulciano vede annate migliori. Ora, io dico, se questo è uno spaccato della critica enologica italiana siamo al vecchiume, oltreché all’incapacità a stare di fronte al vino in quanto tale.
27 giugno Si parte ancora per la Liguria: da Guido Porrati e Carro Stamane si parte al mattino presto per due giorni di incontri in Liguria. Prima destinazione Rapallo, nella bottega di Guido Porrati, per assaggi e aggiornamenti. Ma chi se lo aspettava di fare 3 ore di viaggio? Le interruzioni in autostrada sono tantissime e la pazienza è al limite. Alla fine arriviamo nella bella Rapallo e Guido è dietro a un banchetto allestito davanti al negozio, per smaltire la clientela che può entrare solo a ranghi ridotti. Quando mi vede si emoziona, soprattutto quando gli faccio una foto col padre, anche lui felice di stare qualche istante con noi. La sua bottega è un via vai di gente e ad un tratto entra anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, che ben conosce questo faro del gusto. Assaggiamo un latte straordinario, prodotto a Maleo dall’azien-
Tutti alla Cascinotta Fra le prove per la nostra guida quella alla Cascinotta, agriturismo di Oviglio, ci regalerà i migliori agnolotti dell’anno e anche degli straordinari salumi fatti in casa. Il nostro post avrà poi il la Circolare
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Guido Porrati nella sua bottega di Rapallo
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gnato e i suoi tortelli ripieni di borragine saranno un piatto straordinario che ricorderemo tutti a lungo, insieme alla Bianchetta di Piero Lugano. Al mattino presto una passeggiata di un’ora, a raccogliere le fragoline di bosco. La libertà, il sapore e l’immagine della libertà sono istanti come questi, dove il gusto di stare insieme è fatto di tante piccole cose, del piacere di chiacchierare, di muoversi e di curiosare. I due giovani olandesi, Kirsten e Daan, che hanno preso da poco in gestione questa azienda agrituristica sembrano felici, nel loro primo week end dove è arrivata la gente. Sorridono e ancora devono darsi da fare per imparare l’italiano, ma la loro scelta di cambiare vita, coi loro bambini, sembra coinvolgerli. E, rispetto al passato, c’è molta più partecipazione dei clienti, che chiedono, apprezzano, fanno complimenti. Rimanesse sempre così, sarebbe da farci la firma. Paolo Massobrio con il sindaco di Milano, Beppe Sala
Lo chef Massimo Santamaria con i titolari dell’agriturismo Ca du Chittu di Carro Ligure
Il titolare della pasticceria Canepa consegna i tipici Cubeletti di Rapallo
da Salvaderi Simone con le vacche di razza Guernsey. Quindi la Mollana di Gianni Pittaluga, un formaggio commovente, così come la mortadella di Simona Scapin. Ci salutiamo a mezzogiorno, dopo aver acquistato altri prodotti che assaggerò a pranzo insieme con gli amici che ci aspettano a Carro. Guido è un tessitore di rapporti straordinario e appena arrivo si assenta per avvisare il titolare della pasticceria Canepa che mi porta una scatola di Cubeletti di Rapallo, il dolce tipico della cittadina. Che ventata di ottimismo questa sosta che ti fa dimenticare le tre ore di code. Con Max e Fabrizia, si canta... e poi a cena a Ca du Chittu Max e Fabrizia ci aspettano nella loro casetta nel bosco, a Carro Ligure: ci sono altri amici, c’è don Carlo Casati, il prete della mia gioventù e i bambini che giocano e quasi dimenticano questi mesi senza i compagni di scuola, chiusi in casa. Si mangia all’aperto, bevendo di gran piacere e poi alla fine, si canta, come quando eravamo ragazzi, fino a sera. Poi a cena a Ca du Chittu, dove pernotteremo, davanti ai loro orti e all’agricampeggio. Si affaccia un volto noto, Massimo Santamaria che già era ai fornelli della Taverna dei Golosi di Brula Circolare
28 giugno Si riparte per Grintorto La domenica mattina è per il riposo dicono gli amici e ci si ritrova alle 11: messa nella grotta della casa di accoglienza delle suore Gianelline (ordine fondato da Sant’Antonio Maria Gianelli) e poi una passeggiata nel loro bosco dove hanno allestito la via crucis. Si pranza con loro, prima di salutarci nel borgo fiorito di ortensie di ogni colore possibile, dove c’è la casa natale del santo. E si riparte, destinazione Grintorto, il borgo di Agazzano, dove Paola e Rudy Reni hanno ricondizionato il loro OR, ristorante d’autore, che sarà destinato solamente a eventi e su prenotazione. Tre mesi di chiusura hanno costretto e ripensare ai sogni e all'opportunità di una brigata fissa per la cucina, in un luogo straordinario che abbiamo raccontato su queste pagine fin dagli inizi. Con noi anche Gaia, produttrice di vini straordinari col marchio Santa Giustina e il figlio di Rudi, Oleg, pronto per la gestione di un relais ormai ai nastri di partenza. Si cena a bordo piscina, chiacchierando amabilmente, e il clima sembra rilassato, come quando si è in pace con una decisione presa che apre a nuove avventure. Il bello di questo periodo che possiamo chiamare post Covid è anche questo: si ritrovano subito gli amici più cari, come Rudy e Paola, e ogni incontro ha il sapore del gusto, non solo per ciò che mangiamo e beviamo, ma per l’umanità che sappiamo regalarci. Domattina alle 6,30 si parte, ma questi
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due giorni di scoperte, di incontri, ci hanno permesso di staccare realmente. Ogni week end sarà una sorpresa.
A Grintorto si cena a bordo piscina con Paola del ristorante Or
29 giugno San Pietro e Paolo e Golosaria Online vola Oggi san Pietro e Paolo è una giornata dove si riprende la settimana lavorativa. Arriva un documento del viceprefetto di Alessandria che avevamo incontrato la scorsa settimana, che ci dà le direttive per Golosaria Monferrato. Dalla Toscana ci chiamano per confermare che la manifestazione ITE (Italian Taste Experience) sarà nella pancia di Golosaria Online, mentre arrivano le adesioni di chi vivrà questa avventura. Fra le prime cantine Podere Sabbioni, Prime Alture, Tenuta Montemagno, Marisa Cuomo, Olianas-Casadei, La Maliosa, La Cedraia, Rocca Sicula, Cantina di Quistello, Le Carezze, La Spia, Sanvitis, Edoardo Patrone, Fattorie Toscane. Nel settore del food Contini di Cremona con le sue mostarde, Giotto con il suo panettone, ma anche Fiasconaro; quindi Luca di Piero con le creme di nocciole, la pasticceria Gallina con i mitici baci, Di Ciaccio con i dolci del Centro Italia, Gratifico con i tortellini speciali, Salis con il tonno e la bottarga di Sant’Antioco, Guffanti con i formaggi selezionati, Cucinantica con le spezie i sali e il caffè da tutto il mondo, Ra Nissora con le specialità a base di nocciola, Caseificio Carioni con i suoi prodotti lattiero caseari, Oro della Terra con le specialità al tartufo, Dabon con i biscotti, Amaro San Giuseppe con l'amaro prodotto a Bassano del Grappa, Benedetto Cavalieri con la pasta artigianale, Latteria San Pietro con il Grana Padano e Friultrota con i suoi prodotti a base di pesce d'acqua dolce.
bello di tutto questo è la destinazione, ovvero Lo Grand Baou, la trattoria della famiglia Marcoz che è in un luogo incantato fuori dal mondo. Esci ad Aosta ovest e poi prosegui verso Avise, senza immaginare che questa località antica penetra la valle nel profondo, per chilometri infiniti di strada sterrata, fino ad arrivare ai 1.800 metri. Il nome significa “grande Stalla” perché qui, dove per svariati mesi dell’anno vige l’isolamento dato dalle abbondanti nevicate, l’allevamento è da sempre l’attività principale. Dal 1973 Laurent Marcoz ha preso possesso di questa stalla e ha iniziato a imbastire la sua cucina che è depositaria della memoria della valle. Producono i salumi (a colazione ho assaggiato il loro crudo a coltello), realizzano ogni piatto con l’accortezza di utilizzare le erbe di montagna. Un piatto su tutti è la carne messata, con levistico e olio di noci. Ma con le noci fanno anche lo Troillet, che è il frutto della torchiatura dei gherigli che oggi propongono come aperitivo, magari con un sidro. Chi porta avanti l’attività è Denise Marcoz, la figlia di Laurent, che gestisce quello che alla vista è un vero e proprio villaggio del gusto: cinque deliziose camere, una veranda e un dehors, prati con i giochi per i bimbi e ovviamente due sale all’interno per quando la temperatura lo richiede. Be', io ho avuto il privilegio di arrivare la sera prima per cenare con Denise e suo figlio Paolo, Alessandra e Andrea Nicola e con Stefano, fotografo e giornalista di Spirito Di Vino. E subito mi sono commosso al sapore del Pan I Crap, il pane di segale che veniva fatto una volta l’anno e poi tagliato con il Copapan. Qui mi hanno servito le briciole intinte nel burro. Ma se vengono intinte nel vino e nel miele diventano la seupa freida. Che delizia le frittelle di mele, i boudin (i maiali sono i loro e vengono macellati per ottenere salumi superbi), l’insalata di trippa condita con l’olio sardo di Becciu. Fantastica la seupa i plat che è una sorta di seupa à la vapelenentse con brodo, cavolo e cannella, molto raffinata. E poi i cotechini con le verze (ma ho sognato? Voglio tornare solo per gli ultimi due piatti in abbondanza); quindi l’assaggio delle Fontine di 4 stagionature e infine il maestoso flan con panna, uova, zucchero, amaretto e caffè. Il giorno dopo siamo stati in località Fra’, dove un tempo c’era un insediamento di frati francescani per assistere alla produzione della Fontina, prima di ritrovarci davanti al prato, per il convegno con Oscar Farinetti, Paolo Griffa, chef del Petit Royal del Grand Hotel Royal di Courmayeur, Nicola Rosset, presidente della Camera di Commercio della Valle d'Aosta, Roberto Ruffier, vicepresidente dell'Osservatorio montagna
È una bella soddisfazione vedere i nomi della storia di Golosaria che affollano un’iniziativa in cui crediamo davvero tanto. E più leggo i nomi che man mano arrivano, più aumenta la responsabilità e l’impegno per questi piccoli bravi produttori che meritano l’eccezionale visibilità che gli vorremo dare. 5 luglio A Lo Grand Baou con gli Accademici Quello che ho vissuto in questo due giorni ad Avise - località Jovencan, lo ricorderò a lungo. Andrea Nicola, a capo della delegazione dell’Accademia della Cucina Italiana di Aosta, mi ha invitato a un dibattito sulla cucina eroica d’alta montagna. Ma il la Circolare
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L'intervento di Paolo Massobrio alla tavola rotonda dedicata alla "Cucina eroica di montagna" con Oscar Farinetti
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Foto di gruppo di tutti i partecipanti alla tavola rotonda al Grand Baou con Laurent e Denise Marcoz
di Fondazione Courmayeur, e Ludovico Passerin d’Entrèves, che ha moderato il convegno. C’erano settanta persone, che hanno seguito in silenzio i nostri ragionamenti. Da Farinetti che ha parlato della fiducia come valore da recuperare a Nicola Rosset che ha messo il dito nella piaga: se non si incentiva la rete, la banda larga per intenderci, si perde una grande occasione. Paolo Griffa ha raccontato della necessità, in cucina, di far parlare il territorio, mentre Roberto Ruffier ha posto l’accento sulla necessità di comunicare. Nel mio intervento ho invece fatto notare come il titolo dell’incontro coincideva con l’esperienza che stavamo facendo proprio in questa giornata, perché è impossibile ritrovare un esempio così limpido di cucina eroica di montagna. Ma c’è bisogno ora di riconquistare il racconto attraverso una nuova relazione, perché il lockdown, in fondo, è stato un momento eccezionale, che non va sprecato e che ha insegnato molte cose. È seguito il pranzo dove abbiamo assaggiato il Salignun d’alpeggio e le castagne calde, la polenta con la brossa e quella del Grand Baou con le cipolle (fantastica!) e poi la loro finissima carbonade e il gelato realizzato con il latte appena munto, grazie all’acquisizione dei macchinari della mitica pasticceria Boch.
produttori è diventato la casa di chi vuole rappresentare la qualità e andare verso la massima distinzione. A pranzo abbiamo dialogato amabilmente e non si voleva più andare via. Sono riuscito persino a fare un’ora di sonnellino prima di ripartire, per poi ritrovare ancora tutti gli amici che si godevano la bellezza di questo sabato pomeriggio. Che bella giornata. Che gioia! La Circolare finisce qui, alla vigilia della partenza per il Casentino, per incontrare i Capolavori a Tavola, iniziativa voluta da Simone Fracassi, dell’omonima macelleria. Poi tanti altri appuntamenti, compresa la Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola che si farà nelle consuete date e altri viaggi, che non mancherò di raccontarvi. Ci vediamo nel Monferrato: settembre è dietro l’angolo.
Cosa mi rimarrà di questa giornata? Il sorriso lieto di Denise, che esprime tutta la felicità di chi apre questa finestra sulla storia, anche se solo per tre mesi l’anno. E poi la passione di Laurent, che ha voluto venire su con noi e che conobbi più di 20 anni fa quando venni qui per la prima volta e rimasi stupito, insieme ai miei bambini, di quei sapori e di quei luoghi. Da allora, tutte le prove dei miei collaboratori sono state entusiastiche e di più, fino alla corona radiosa conquistata negli ultimi anni. Guardo la selezione dei vini e c’è tutto il meglio del territorio valdostano, ma anche qualche chicca come il Barolo di Cascina Fontana. Dove lo hai conosciuto – ho chiesto stupito a Denise – “A Golosaria!” mi ha risposto lei. E a quel punto mi sono commosso, perché il nostro piedistallo di la Circolare
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CIAO LAURA! In chiusura è arrivata anche la triste notizia che Laura, donna bellissima, anche con i suoi 82 anni, madre del nostro Sandro Bocchio, giornalista e fondatore del Club di Papillon, è salita in cielo. È accaduto nella notte di sabato 4 luglio, poco prima del suo compleanno, dopo sei mesi di tribolazioni negli ospedali, dove ha contratto persino il Covid. La vogliamo ricordare qui con la sua forza e il suo sorriso, insieme al marito Renato che ora è con lei nel cimitero di Frugarolo, e i suoi figli Sandro e Andrea, cresciuti a Masio, accanto alla loro farmacia. A Masio siamo dunque tornati lunedì sera, per il rosario nella bella chiesa romanica. Ciao Laura, mamma e amica nostra.
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ADESSO È L’ORA DELL’ASCOLTO Carissimo, ”dopo il deserto, è l'ora dell'ascolto”... non ricordo di aver letto un articolo così pacato e così profondo, che analizza una situazione politica tanto ingarbugliata. Grazie e buon lavoro! Aldo Fara – Moncalvo Caro Aldo Fara, ti ringrazio per questa sottolineatura dedicata al mio articolo uscito su Avvenire alcuni mercoledì or sono. Purtroppo la situazione politica resta ingarbugliata perché non si vede una visione per il Paese, ma soprattutto non c’è la prospettiva di una stabilità per tanto tempo, cosa di cui avremmo bisogno. Tu sei stato sindaco di Moncalvo e sai bene cosa voglia dire vivere nell’incertezza, soprattutto quando si guida un Comune. Dove la pratica dell’ascolto diventa fondamentale. Nessuno ha la ricetta, ma tutti possono fare qualcosa per ascoltare e mettere in fila le priorità. Ma chi lo sta facendo realmente?
DALLA CIRCOLARE UNO SPACCATO ANTROPOLOGICO
Ciao Paolo, siccome non penso che tutto quello che scriviamo siano pezzi da “Oscar”, quanto hai scritto sulla Circolare, arrivata oggi, è veramente bello. Lo condivido pienamente. Anche io con altre umili parole, e con meno capacità della tua, ho scritto e relaziono spesso in merito. Mi sembra assurdo ogni volta che scrivi dirti bravo, sarebbe riduttivo per entrambi. Questa volta ti dico che hai scritto uno spaccato antropologico, sociale, psicologico di quanto riguarda l’umano. Un abbraccio Marco Magi – Riccione Caro Marco, lo sforzo di comunicare durante il lockdown spero possa essere ripagato dall’incremento del desiderio di ripartire migliori di qualche mese fa. Migliori vuol dire anche smettere di dare per scontato ogni cosa che ci capita di vivere, perché è proprio nelle piccole cose che si trova il motivo per andare avanti. Nella cifra della quotidianità c’è il gusto di vivere. Che può essere un incontro, una cosa buona, un vino. Per questo facciamo il Club di Papillon, perché tutto questo emerga, non per l’esibizione edonistica, ma per la certezza del dono.
purtroppo dopo quaranta giorni la tensione sta calando e tenere le sicurezze necessarie si fa fatica, i contagi rallentano ma non cessano, per contro i nostri “vecchi” se ne vanno.... come neve al sole e purtroppo non è solo un problema di ospizi: anche per chi è seguito in casa dalla famiglia è un problema; i giovani facciamo fatica a tenerli alle regole (in coop stiamo lavorando ed è un continuo doverli riprendere). Mi rendo conto che per la ristorazione è un dramma, condivido la tua analisi e i passaggi finali, occorre reinventare e credo che come sempre lo zoccolo duro ripartirà dalle aziende familiari che per loro natura sono più capaci di sacrificarsi e da nuovi modelli di cooperazione e flessibilità. I giovani vedrai ci sorprenderanno (ho appena finito di ascoltare il rosario del mese di maggio della mia parrocchia in streaming organizzato da ragazzi che mai più avrei pensato che potessero fare una cosa così bella e che fino a 'ieri' non si erano mai impegnati). E per dirtene un'altra che non mi sarei mai aspettato, oggi è il compleanno di mia zia, ci ha sempre fatto da mangiare il 1° di maggio e noi portavamo la torta di compleanno (a seconda degli anni da 12 a 20 persone). Oggi siamo tutti a casa e lei e mio zio si sono fatti portare a casa il pranzo completo da un ristorante locale. Ci hanno sempre “servito”, figli e nipoti, e oggi si sono fatti servire (spendendo anche poco). Chiudo con preoccupazione ma fiducioso sperando che il nostro Stato sappia assecondare con saggezza le nuove sfide. A presto per mangiare un gelato al bar Centrale di Ospitaletto Fabio Perini Caro Fabio, anch’io sono convinto che i giovani ci sorprenderanno. E mi fa piacere sentire i racconti dalla tua terra mantovana, dove quando eri giovane, con gli amici che ti sono rimasti per sempre, hai sviluppato iniziative di cooperazione che oggi sono una risposta anche economica e occupazionale. Ogni epoca ha le sue riconquiste. E se il seme buono è stato gettato nel posto giusto, i giovani non potranno che reinventare quella mutualità che oggi ti vede protagonista. P.s. Col gelato del bar Centrale mi hai fatto venire nostalgia.
LA ROBIOLA DI ROCCAVERANO E IL GOLOSARIO Buonasera Paolo Ho atteso a risponderle per aggiornarla sull’effetto moltiplicatore della sua attenzione. Ho coinvolto l’Associazione Cuochi di Como per promuovere il progetto e la robiola di Roccaverano. Devo dire che il fatto già di avere avuto la sua attenzione, e il riferimento a Il Golosario, hanno procurato una attenzione che difficilmente avrei avuto. La ringrazio quindi di nuovo e aggiornerò delle evoluzioni Fabio Molinari che ci legge in cc e che, gentilissimo, mi ha già contattato. Ancora grazie per la sua attenzione Francesca Paini
VEDRAI CHE I GIOVANI CI SORPRENDERANNO Ciao Paolo, mi fa piacere sentirti, siamo in un momento critico, qui per nostra fortuna abbiamo sempre lavorato e anche oggi con un tempo infame (5 giorni 4 perturbazioni 6 millimetri di pioggia e tanto vento) ho tentato di irrigare e quindi mi ritengo un fortunato. Ma la Circolare
La Robiola di Roccaverano è stata fra i protagonisti di questo periodo, allorché ci siamo attivati per permettere ai produttori di vendere i loro prodotti. Anch’io sono rimasto sorpreso dalla reazione positiva che alcuni dei nostri appelli hanno avuto. E questo va nella medesima direzione. Grazie a te per il coinvolgimento.
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IL VINO NON SI BEVE DA SOLI Paolo grazie del richiamo, perché uno rischia di dimenticare che comunque abbiamo una strada nella strada più grande che, “bestiali come sempre, carnali, egoisti come sempre, interessati e ottusi come sempre” bene o male “Spesso sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi, tornando” percorriamo insieme. Voglio fare qui una riflessione sui vini bevuti da soli... Provate a ricordarvi quando apposta o per errore avete aperto una grande bottiglia. Ecco, è successo a tutti. Ma non lascia ricordi, il vino da solo. Difficilmente lascia un ricordo, al contrario, dei whisky a gradazione intera bevuti sul pozzetto della barca guardando le stelle o in montagna davanti al focolare acceso. Dite che sia un caso? Io non credo, è proprio nella natura del vino, la compagnia è davvero il settimo gusto! Gabriele Crescioli Si credo anch’io che il vino sia fatto per la compagnia. Per questo è difficile sentire qualcuno che ti descrive a voce il vino che aveva assaggiato da qualche parte. Diventa difficile perchè io non c’ero.
METTIAMOCI INSIEME Ciao Paolo, stai bene? Spero tanto di sì. Qui da noi a Settala, come in buona parte d' Italia, ristoranti, pub, bar (messe da parte rivalità e concorrenza) si sono uniti per chiedere un sostegno concreto alle varie autorità, a partire dal nostro Sindaco. Siamo una voce in un grande coro, speriamo di essere ascoltati altrimenti per noi sarà difficile ripartire. Siamo circa una trentina di attività (non solo ristorazione) e siamo guidati dal Signor Beppe del “Bistrò Qua la mano” (faccino radioso su “Il Golosario”). Speriamo... speriamo davvero che il futuro torni a essere radioso come il faccino con cui ci premiate tu e Marco. Grazie. Alessandra I sindaci non hanno risorse però possono fare grandi cose, come quella di essere i registi di un modo di lavorare insieme. Sono felice che a Settala questo sia stato possibile. Nel frattempo ti faccio i complimenti per il tuo Delivery, che il nostro amico Rino Franzese, con una certa invidia, ha provato per tutti noi. Bravi!
IL MISTERO DI UN GRANDE FOTOGRAFO Avevo conosciuto Bob Krieger attraverso un mio caro amico artista, che me ne parlava spesso e che me lo presentò. Bob era molto celebre per la sua bravura e soprattutto perché si era specializzato nel fotografare i potenti della terra (politici, artisti, imprenditori, stilisti etc.). In uno dei primi incontri con lui, rimasi colpito dalla sua umanità vivissima e dal suo modo di parlare di tutto con entusiasmo
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e sorpresa. Grazie al rapporto del mio amico, una sera lo invitai a cena a casa nostra. Fu un bell’incontro, a cui anche i miei figli, in diverso modo, presero parte. In quell’occasione potei presentargli Grazia Maria, la mia terza figlia, handicappata grave, totalmente non autosufficiente (Grazia Maria non parla, non cammina, si esprime solo con il suo sguardo). Di quel dialogo mi ricordo che lui mi disse che la sua sensibilità per lui era sempre stata anche una ferita: ogni particolare della realtà e perciò dell’altro lo feriva, talvolta in modo insopportabile. Da qui – lui diceva – nasce la possibilità di notare e cogliere i particolari anche più piccoli della realtà. Non so più come, dopo un po’ di tempo mi venne l’idea di chiedergli di fotografare Grazia Maria, la mia figlia handicappata che aveva allora dodici anni: la sua umanità, pensavo, avrebbe potuto cogliere la bellezza incantevole del grande dono che per noi Grazia Maria è sempre stata. Lo dissi al mio amico; a sua volta lui glielo chiese, ma Bob non rispose, rimase in silenzio. E così il mio amico mi riferì e io pensavo di essere stato indiscreto. Dopo qualche giorno però – si avvicinava il Natale del 2011 – il mio amico mi chiamò e mi disse: «Mi ha chiamato Bob: fa la foto», e mi diede appuntamento per un certo giorno nel suo studio. Con un po’ di travaglio organizzativo andai all’appuntamento, portandomi anche Cecilia, la mia quarta figlia, allora bambina. Arrivammo nello studio che lui aveva già preparato con i riflettori e la postazione per la posa; appena la vide, disse a Cecilia: «Voglio anche te nella foto». Ci siamo messi in posizione, seguendo le indicazioni sue e del mio amico; mentre io parlavo e cantavo a Grazia Maria, lui, dopo aver dato un paio di indicazioni a Cecilia, ha iniziato a scattare. In pochi minuti avrà fatto un centinaio di scatti. All’improvviso ha smesso; ha spento i riflettori e mi ha detto. «La foto c’è». Dopo circa un mese mi chiamò, chiedendomi se poteva venire a portarmi la foto. Lavoravo allora al venticinquesimo piano del Palazzo Pirelli e lo aspettai, una sera, quando ormai non c’era più nessuno negli uffici. Arrivò con una bella cartellina di cartone, la aprì e tolse la carta velina, mostrandomi la foto: appena la vidi, mi vennero le lacrime agli occhi e stetti un attimo in silenzio per l’intensità che quell’immagine esprime. Poi gli ho detto: «Grazie Bob: tu nella vita hai fotografato i potenti della terra; oggi però per me hai fotografato il vero potere che salva il mondo». Lui stette in silenzio. Mi salutò con un cenno e se ne andò nel corridoio senza dir nulla. Alberto Mina Grazie Alberto per aver condiviso con noi questa storia che rappresenta il mistero che c’è in ogni uomo. La fotografia è un’arte struggente come la musica, la poesia, la scrittura, che tormenta e ti obbliga a metterti in gioco. Credo fosse così anche per lui. Quella foto è un regalo prezioso e bellissimo, come un mistero nel mistero dove Grazia Maria emerge nella purezza di un’immagine. Un grande abbraccio.
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IL NUOVO ilGolosario.it SEMPRE PIÙ RICCO, PIÙ BELLO E PIÙ GREEN IlGolosario.it si arricchisce di sempre maggiori contenuti, dopo la fase di revisione e di sperimentazione di nuovi format, che ha coinciso in buona parte con il periodo del lockdown. Così, nel momento della ripresa, siamo pronti a raccontarvi come sta cambiando il mondo dell'accoglienza, della ristorazione, delle cantine e dei migliori prodotti dell'artigianato alimentare italiano. E come siamo cambiati anche noi. Ecco la ricetta di un cocktail di successo. @ SEMPRE PIÙ VINO, con le degustazioni condotte settimanalmente da Paolo Massobrio, Marco Gatti e lo staff del Golosario che ci portano alla redazione del Golosario Vini 2021. @ I RISTORANTI IMPERDIBILI che siamo tornati a visitare (e che anche voi volete provare visti i numeri record di alcuni articoli). Tra le prove che più avete amato nelle ultime settimane: La Cascinotta di Oviglio, l'Antica Trattoria Semino di Busalla e il Ristorante Gennaro di Pace di Monforte. In tutto oltre cinquemila visite (ma il più visto dei tre non ve lo diciamo...) @ GLI APPROFONDIMENTI TEMATICI: quali sono i cocktail bar con giardino più cool dell'estate, dove potete fare un picnic in mezzo alle vigne e quali sono gli stili birrai più indicati per questo periodo. E ogni settimana siamo pronti con nuove suggestioni.
@ Ma chi vuole mettere, letteralmente, le mani in pasta deve assolutamente dare un'occhiata al RICETTARIO nato spontaneamente durante il lockdown con i consigli di professionisti e amici che ci hanno rivelato i loro piatti “bomba”. @ Se poi siete operatori del settore food&wine, sempre a marzo, ha preso il via la nuova sezione del sito che abbiamo chiamato “SOSTENISARIO” perché ricca di spunti, consigli, aggiornamenti in tema di normative, comunicazione e organizzazione degli spazi. Una sezione, però, dalla doppia anima, che guarda anche alle tematiche green e alla sostenibilità che sta diventando un nuovo asset per l'impresa.
@ I CONSIGLI PER LA SPESA: come si riconosce una pesca eccellente? Quali sono i trucchi per non farsi fregare in tema melone? Come conservare i frutti di bosco? La stagionalità è protagonista con suggerimenti e buone pratiche. @ LE RICETTE PER TUTTE LE OCCASIONI, dalla quotidianità di un veloce pranzo estivo come i fusilli al profumo di limone e tonno fresco fino ai sapori più ricercati di un'insalata di riso alternativa con cereali differenti, pollo e pecorino o ancora grandi classici come il semifreddo parfait alle pesche. Firmati dalla nostra maestra di cucina Giovanna Ruo Berchera.
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2021 CARO LETTORE E SOCIO Con l'inizio dell'anno sociale (agosto) si apre anche la campagna associativa al Club di Papillon, che va verso i suoi 29 anni di vita. Appartenere al Club di Papillon significa sostenere un mondo e conoscerlo insieme. È il mondo del gusto, dei piccoli artigiani alimentari, dei negozi eroici, dei produttori di vino che portiamo ogni anno alla ribalta, insieme a quella che consideriamo l'autentica ristorazione italiana.
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