È FACILE DIMENTICARE... Quando questo foglio arriverà nelle case sarà la fine di
novembre, forse già dicembre e non è possibile prevedere gli scenari a un mese di distanza, ma alcuni punti fermi rimangono. Il primo è che siamo precipitati nell’era dell’imprevisto, attaccati come tanti alla televisione che ci manda
a letto ancora più confusi. Perché puoi anche dare ragione a questo o a quell’opinionista, ma alla fine tu come ti trovi? Ora, io dico che l’importante è non farsi mai trovare soli, che è l’anticamera segue a pag. 2
novembre
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2020 anno XXV
periodico dell’Associazione Club di Papillon diretto da Paolo Massobrio > Registrazione Tribunale Alessandria n. 443 del 3.7.93 > Poste Italiane S.p.a. in a.p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB Alessandria > > Aut. Dir. Prov. PP.TT Alessandria > Progetto grafico: Studio Due S.r.l, www.studio-due.it > Impaginazione: Studio Due S.r.l > Stampa: Litografia Viscardi,
spedizione euro 0,50 Alessandria Alessandria
Golosaria Fiera Online fino al 20 dicembre
il libro
Un nuovo libro dedicato agli sguardi sulla vita
È uscita anche quest’anno
la guida
ISSN 2532-5973
l’editoriale di Paolo Massobrio
segue da pag. 1
della paura. E quando uno ha paura di solito sta fermo, immobilizzato. Allora vogliamo partire da alcuni fatti che abbiamo messo in atto subito, ancora prima che arrivasse quello che è ormai acclarato come il secondo lockdown.
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l primo è stato rendere visibile la community che da tanti anni ruota intorno al mondo del gusto e che conosciamo come Golosaria. L’abbiamo realizzata con una piattaforma interamente online, che è stata visitata, già nei primi giorni, da quelle migliaia di persone che incontravamo a Golosaria. E questo è un fatto che ha voluto dire che ci siamo, pronti a vivere la stessa relazione anche se in modalità diverse. Saremo online fino alla fine dell’anno, per favorire un esercizio di comunicazione che poi diventi relazione. Relazione è infatti la molla che è scattata in questa seconda fase dove subito i ristoranti sono ripartiti col delivery, ma anche i bar e i produttori. Li abbiamo intercettati per riproporre, sul nostro portale online, IlGolosario.it, la Guida al Delivery, in modo che i nostri lettori possano trovare, nella propria città, dei punti di riferimento. In primavera fu fatto uno sforzo raccontando l’attività di 700 locali; in autunno lo riproponiamo, mettendoci al servizio di questa resilienza alla quale anche noi vogliamo partecipare.
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er tutti abbiamo scritto un manuale sulle buone pratiche di comunicazione, perché gli esempi virtuosi possano diventare un paragone. Ma sia-
mo usciti, oltreché con le nostre guide (IlGolosario prodotti e IlGolosario Ristoranti) anche con un libro scritto in prima persona, che ha un titolo esplicito, Del bicchiere mezzo pieno, dove sono andato a cercare più di 50 persone che mi hanno dimostrato come nella vita conti avere uno sguardo diverso sulle cose e sugli eventi.
2 novembre, dove si paventava il blocco di tante attività. È stata un’ondata di amicizia collettiva, che ha messo in risalto un valore e che un po’ mi ha fatto pensare a quella decina di risposte di chi invece ha voluto abbandonare la nave, dopo aver condiviso tanto. C’è chi ha scritto che il commercialista gli aveva consigliato... (ma cosa c'entra il commercialista?), chi, legittimamente, ha invece deciso di tagliare tutto, e in questo tutto immagino ci sia il superfluo; ma anche qui, pensiamoci, perché non può essere superfluo un modo di stare insieme, ancora più in questo periodo difficile.
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ueste persone di umanità varia hanno cambiato anche me, per cui se oggi sono qui, in qualche modo a combattere per far vivere le relazioni, lo devo a loro, alla simpatia umana che hanno messo in atto, ma anche all’insegnamento che mi hanno trasmesso, andando oltre la mia misura, per cui tutto finirebbe nel già conosciuto. Mi farà piacere conoscere, dalla lettura che potrete fare, le impressioni degli amici di Papillon, sapendo che comunque questo libro apre orizzonti nuovi e non lo dico per una questione di pubblicità, ma per come, ritrovando queste persone, io stesso ho compreso il valore delle relazioni che in questo periodo sembrano esserci negate.
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nche lo Stato nei suoi Dpcm ha messo nero su bianco cos’è il superfluo, per cui le pasticcerie e le gelaterie vanno chiuse. Hanno forse più possibilità di contagio, questi esercizi, di una panetteria, di una macelleria o di un supermercato? Certo che no, ma così facendo si è messo sulla bilancia del superfluo una microeconomia, fatta di gente che ha rischiato in proprio, di dipendenti, di persone che lavorano e che a un tratto hanno scoperto che la loro attività non solo era per il superfluo, ma diventavano essi stessi dei soggetti superflui. Che pena questo modo di pensare che riduce tutto a un calcolo affrettato. Lo è quello di chi decide di tagliare tutto, lo è lo Stato che ammazza certi settori, perché il Natale deve essere senza dolci, senza festa, senza ciò che invece mette sale alla vita.
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’altro fatto che davvero mi ha sorpreso, e come me Marco Gatti e i miei collaboratori, è stata l’adesione alla campagna soci per il Club di Papillon 2021 che ha superato, numericamente, quella dello stesso periodo dei due anni precedenti. E questo dice quanto sia vero il bisogno di un confronto, che scacci lo sconforto. Anche durante la presentazione online della nostra guida ai ristoranti, vedere che 1.500 persone si sono collegate è stata una sorpresa. Ed era un lunedì, quello del
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oncludo questo editoriale, con una considerazio-
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ne dedicata al diario che leggerete, dove mese dopo mese, lo noterete, sono aumentati i viaggi, gli incontri, tutti verso una normalità che poi non lo era affatto, visto che da mesi si parlava della seconda ondata, che forse sarebbe stata da vivere non più come un’emergenza, ma con una certa attenzione alla prevenzione. Ma noi siamo i campioni dell’emergenza, mentre la pianificazione, il progetto, non appartengono alla politica, ancor più quando questa è culturalmente instabile. Tuttavia i mesi che andiamo a raccontare, praticamente tutti quelli fuori dal lockdown, hanno fatto venire a galla il dono degli istanti, lo stupore per essere in un luogo, la ricchezza di un incontro con l’altro. Insomma la relazione, di cui dobbiamo riappropriarci, senza se e senza ma. E questo ora, adesso, usando tutti i mezzi che abbiamo per uscire da un isolamento psicologico che non fa bene a noi e neppure a chi ci sta vicino.
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uona lettura, dunque, continuiamo a restare connessi: su IlGolosario.it, sulla piattaforma di Golosariafieraonline.it.
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apeste quanto mi ha fatto bene ricevere la telefonata di Anna Dente, da un hospice romano solo per sentire una voce amica. Oppure dialogare con Luigi Vico, un commercialista produttore delle Langhe, che anziché tirare i remi in barca ha deciso di creare un luogo per tutti i suoi colleghi produttori del paese. Si chiama Colleganza, tutto questo, ricordate? È la parola con cui abbiamo iniziato l’anno. È il nostro manifesto.
A L C L U B D I PA P I L L O N P E R I L 2 0 2 1 la Circolare
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COME ANDARE AVANTI Intanto ti ringrazio per la tua adesione al Club di Papillon per il 2021, sia che tu l’abbia già perfezionata sia che tu la voglia fare ora (tutte le modalità nelle pagine centrali) In assenza del numero di Papillon di fine anno (che invece riproporremo nel 2021), a tutti gli iscritti che provvederanno entro il 2020, arriverà il libro Del bicchiere mezzo pieno (200 pagine di incontri eccezionali). Golosaria Monferrato nel 2021, verrà celebrata nel weekend del 15 e 16 maggio. Segnatevelo! Mentre per la Pasqua attiveremo una nuova iniziativa online con gli amici produttori Golosaria a Milano 2021 sarà il 6-7-8 novembre I due lockdown hanno impedito di realizzare le nostre Cene in ComPagnia, a favore di due realtà che attendono il nostro aiuto. Si tratta dell’Associazione “Trabajo y Persona” in Venezuela, paese che nel frattempo è precipitato in una crisi ancora più terribile e delle Monache Trappiste di Vitorchiano che, a metà novembre, in 10 hanno raggiunto il Portogallo per costruire il loro nuovo monastero. A oggi abbiamo raccolto 5.000 euro, ma poiché difficilmente sarà possibile fare le cene, chiediamo a tutti di offrire i 20 euro (l’offerta minima che abbiamo indicato) per rispondere a questi bisogni che vanno ad aiutare il mondo che ci è diventato prossimo. Basta fare un bonifico a parte (non insieme all’eventuale iscrizione) con la causale “Cene in ComPagnia 2020” sul conto corrente IBAN IT 41 X 03069 09606 100000062272. Detto questo ti ringrazio per la generosa attenzione, pronti a vivere sempre insieme un nuovo anno
STAI CONNESSO FINO A FINE ANNO 230 PRODUTTORI DI CUI 94 DEL VINO, 130 DEL FOOD, 6 NEL PADIGLIONE DEL SOSTENISARIO Naviga nella nostra piattaforma in 3D e conosci i 106 produttori che si presentano con un proprio stand, mentre nel padiglione 1 troverai un elenco di “Altri produttori” del vino e nei padiglioni 2 e 3 quello di “Altri produttori” del food. Su www.golosaria.it avrai una panoramica di tutti con una prima descrizione essenziale. Cerca l’area Il Sostenisario, perché i suoi protagonisti che sono Comieco, Evolvere, Neorurale Hub, B-Grow, Elite to Be e Università Cattolica del Sacro Cuore, hanno qualcosa di importante da dirti. Nell’area Webinar, schiacciando la I una volta entrato, ci sono 80 appuntamenti da seguire, fra ricette dal vivo, chiacchierate con personaggi famosi e degustazioni. E infine utilizza il resoconto che abbiano preparato (lo trovi sia su IlGolosario.it sia su Golosaria.it) con tutti gli shop online dei produttori presenti, per fare acquisti direttamente a casa loro.
Natale con il mondo di Golosaria sarà speciale. Parola di Papillon!
spettacolare accanto ad altre specialità come la pappa al pomodoro. Si mangia nella piazza, osservando il paese che si sta rianimando, con la ripresa dei mercati all’aperto, i primi turisti, la sensazione che qualcosa sia cambiato rispetto ai mesi precedenti. Quando Aldo mi riconosce, mi mostra le fotografie con Gianfranco Vissani, che si fornisce anche da lui per le carni. Poi facciamo qualche foto insieme, prima di ripartire, felici di esserci incontrati.
il diario di viaggio
L’ultima Circolare è arrivata nelle case prima dell’estate, essendoci fermati a raccontare il periodo del post lockdown fino al 6 luglio. Ripartiamo da lì per raggiungervi nelle vostre case alla vigilia di questo fine anno tanto atteso, condizionato, per molti, da un nuovo lockdown.
Le immagini di questi paesi, di questa gente che ha riaperto il proprio negozio, resteranno nella mente, come una perla rara. E dire che una volta il girovagare era vorticoso e c’era poco tempo, mentre oggi ogni sosta appare come una conquista. E anche il tono dell’incontro, con chi si va a trovare assume una diversa intensità. Come quei pomodori rossi, pesanti e sugosi acquistati al mercato in piazza, che mangerò a cena, pensando che l’Italia è la conquista anche di gusti semplici come questi. (Con mia figlia Irene, a cena ci siamo pappati tutto con la porchetta di Aldo che quasi quasi mi farò mandare per Natale).
7 luglio Ad Arezzo i capolavori vanno a tavola Ricominciano i viaggi e quello di oggi è ad Arezzo per incontrare gli amici di Advepa, che è la società che sta realizzando la nostra piattaforma di Golosaria Fiera on Line. Partiamo da Alessandria con il nostro architetto Paolo Beleù, per arrivare verso l’ora di cena, quando mi aspettano in un locale polivalente a Ponte d’Arno, all’aperto, per partecipare alla manifestazione Capolavori a Tavola, organizzata da Simone Fracassi, sommo macellaio di Rassina. Una manifestazione in totale sicurezza, dove partecipano circa 200 persone: aperitivo all’ingresso con alcuni magnifici produttori di salumi, fra cui il “nostro” Opificio di Verona; quindi le postazioni di almeno venti cuochi, ciascuno con le proprie specialità. Ma ci saranno anche i vini, fra cui quelli della cantina Morami, umbra, che mi colpiranno oltremodo. Notevole il momento dedicato al dolce, dove spiccano i gelati di almeno tre campioni toscani del nostro Golosario, ma soprattutto i cioccolati di Vestri, che sono uno spettacolo, un prodotto dolciario di architettura precisa. Credo sia stato per tanti un momento liberatorio questo incontro informale ma di altissima qualità, che ha visto arrivare gente anche da molto lontano, per vivere un evento di solidarietà. E sono stato felice di esserci, dopo tante volte che lo avevo promesso a Simone. Questa volta sono riuscito a incastrare un impegno di lavoro, per onorare la sua iniziativa, che nasce da un cuore generoso come il suo.
Paolo Massobrio con Aldo Iacomoni davanti alla sua bottega di Monte San Savino
Oggi su Avvenire metto in rilievo l’ennesima contraddizione che ho rilevato parlando con gli amici di Cascina Madonnina a Pregnana, alle porte di Milano. RIPARTIRE? MA AI PICCOLI MANCA LA BENZINA... Che succede nell’Italia delle incertezze? Che la burocrazia si avvale della facoltà, o meglio dell’arroganza, di non rispondere. Moyra Fusè, titolare della Cascina Madonnina di Pregnana Milanese, aveva tirato un sospiro di sollievo leggendo il decreto del 5 giugno 2020 dedicato alle «misure urgenti di accesso al credito... e proroghe di termini amministrativi». Ma a quanto pare l’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) sembra non recepire la legge in oggetto, che grazie al fondo di garanzia statale permetterebbe la ristrutturazione dei debiti in un lasso di tempo congruo. In sostanza l’azienda avrebbe diritto di diluire le passività oltre i 10 anni, ma l’Ismea sembra ferma sui 6 anni, disattendendo di fatto il decreto e mettendo le aziende agricole in grave pericolo. Moyra ha inviato una serie di Pec a tutte le autorità competenti, con tanto di decreto allegato, ma ad oggi non ha ricevuto risposta. Ma come è possibile far ripartire l’economia se vige l’incertezza? Nel frattempo è in atto un sommovimento strano: grandi aziende con liquidità hanno potuto ottenere finanziamenti a tassi speciali, che ora si permettono di comprare i pesci più piccoli della concorrenza che boccheggiano e perlopiù hanno avuto prestiti a tassi ben superiori. Così i giornali economici titolano l’epitaffio che «Piccolo
Paolo Massobrio e Simone Fracassi, organizzatore dell’evento
8 luglio Da Aldo il macellaio di Vissani Il giorno dopo, riunione per tutta la mattina e poi un pranzo in un paese cartolina, San Savino, dove c’è un negozio del nostro Golosario, la macelleria da Aldo, che a mezzogiorno offre la sua porchetta la Circolare
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diario di viaggio
non è più bello», senza dire che l’equità di trattamento è relativa e che, nella media dei tassi di interesse applicati dalle banche, sono i più piccoli a pagare di più. Sabato scorso l’Accademia italiana della Cucina di Aosta ha invitato i suoi delegati in un ambiente bucolico, lo Grand Baou di Avise, in località Jovençan, nei luoghi che erano tanto cari a papa Giovanni Paolo II. Si dibatteva sull’eroica cucina di montagna, in un luogo dove la famiglia Marcoz da 50 anni permette di vivere quell’esperienza. Ma davanti ai sapori e alla bellezza della montagna, il grido d’allarme di Nicola Rosset, presidente della Camera di Commercio della Vallée, non è passato inosservato: se non si investe su banda larga e servizi, il turismo stanziale rischia un duro colpo. È proprio così: l’Italia sembra ripartita, ma è come se fosse su un’auto senza benzina. La riscoperta provincia si ritrova senza servizi, in balia di un tentato turismo che fa girar poco l’economia. L’appello della settimana è dunque questo: dopo la pioggia di contributi diffusi, dalle bici ai caffè (metafora di compensazioni che non incidono su nulla), ora si aspetta il sole di un piano strategico. Perché la benzina è finita e i distributori son chiusi.
scettico e chi dice che è stato fermo per cui non spende nulla. E qui davvero penso che mi spiace, perché in questo momento c’è bisogno di fidarsi e di investire in un rilancio. Chi sta fermo rischia di affondare, chi si muove può invece instaurare nuove relazioni. La risposta più deprimente è quando ti dicono: “Ho chiesto al mio commercialista e mi ha detto di non spendere neanche un euro”. Ma chi è dei due l’imprenditore: il commercialista o tu? 10 luglio Il Gaf si ritrova alla Fioraia con bottiglie mitiche Questa sera mi concedo anche un appuntamento di quelli da ricordare, ovvero un convivio del Gaf (che sta per Gruppo Alcolisti Felici), officiato da Franco Maria Martinetti (detto Martino) al ristorante la Fioraia di Castello d’Annone. Un tavolo quadrato con 9 persone con un menu numerato con caratteri Garamond su carta a mano della cartiera Canson di Annonay. E già questo particolare dice il livello della serata, dove alle fine ci si conoscerà tutti dopo avere assaggiato 12 specialità di Ornella, la cuoca, che ha seguito le indicazioni culinarie di Martino. Tanto per capirci ecco alcuni piatti: piccola insalata di ovoli con salsa al rosso d’uovo; chips con fegato grasso d’oca, acciughe ripiene e le loro lische fritte, abbinate a due Champagne (Alexandre Bonnet e Bouchet Père & Fils) e al brut Quarantatrè di Martinetti. Quindi code di scampi in pasta kataifi con salsa di mandorle e di nocciole con Pouilly Fumè, Chassagne Montrachet e Rioja bianco. Superba l’insalata tiepida di fagiano con noci, fegato grasso d'anatra e chips al tartufo nero con un Tinto Vulcanico, Chateauneuf du Pape e Timorasso Martin. Quindi il fagottino ai tre formaggi con burro di nocciola con Pomerol, Hermitage rouge e Subric 1990 di Martinetti. E ancora il carré di cervo con scalogni caramellati abbinati a tre Barolo (di Azelia, Clerico e Parroco di Neive 1974) per chiudere con il gorgonzola al cucchiaio e bleu d’Aubergne con mostarda di marroni e violette candite, abbinate a un Sauterners.
9 luglio Da Teo Musso nella sua oasi di Piozzo Fra le cose belle di questa estate che si sta aprendo c’è anche l’arrivo di nostro figlio Marco da Barcellona, che non vedevamo da tanto tempo. Anche là la situazione Covid è stata dura e la distanza un poco ha pesato a tutti. Ma finalmente ci possiamo incontrare di nuovo con tutta la famiglia. Stasera, con lui, andremo a Piozzo, a cena nell’oasi di Teo Musso, dove la gente occupa i tavoli all’aperto, e consuma birra e hamburger di livello altissimo. Finiti i nostri assaggi arriva Teo a scambiare quattro chiacchiere, per commentare questo periodo. E lui ci dice che per quanto concerne le vendite online, ha dovuto impacchettare anche di notte, ma la debacle dei locali non ha certo compensato questa piccola soddisfazione. I costi fissi restano la grande incognita per il presente e il futuro. Ci sono gli affitti, il personale, e poi zone dove è andata meglio (qui a Piozzo la location è perfetta) e altre dove l’unica soluzione resta forse chiudere (a Milano ad esempio). Certo l’intuizione che abbiamo avuto di realizzare una fiera interamente online comincia a prendere corpo e anche consensi. Dai nostri uffici arrivano le prime adesioni eccellenti, come Perbellini, Mancini, Benedetto Cavalieri, Spigaroli, insomma i protagonisti del Golosario che hanno un racconto certo da spendere e che sono pronti ad aprirsi al mondo. C’è invece chi è
Se mi dicessero com’è il Pranzo di Babette contemporaneo, potrei recitare un menu come questo, che è stato davvero un’esperienza difficilmente replicabile in un ristorante ordinario. Martino ha questa passione, che è il modo per condividere e fissare nel tempo qualcosa di grandioso, buono e bello, nella mente degli amici che gli sono cari. Me ne vado via con il sorriso soddisfatto dei suoi ospiti che alla fine di una cena come quella sono diventati amici. È mancato il canto, ma in compenso al mio fianco c’era un prestigiatore, che ci ha intrattenuto con una serie di giochi da tavolo da lasciarci con la bocca aperta come dei bambini. Erano anni che non partecipavo a una serata del Gaf, e l’ultima, sempre alla Fioraia, fu col conte Riccardi. Ma ricordo anche una serata con le pernici al Sorriso di Soriso e un’altra, molto
A Piozzo, con Teo Musso nel giardino del suo Baladin Open Garden
la Circolare
Franco Maria Martinetti al ritrovo del Gaf (Gruppo Alcolisti Felici)
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diario di viaggio
tempo indietro, da Guido a Costigliole dove i figli di Martino erano ancora giovanissimi e il barone Bjino cantava le litanie del Brofferio dell’antico Piemonte. E che dire di quella merenda sinoira in tre: io, Martino e il conte Riccardi con tre bottiglie di Barolo Gromis, una a testa. È così: la vita è piena anche di ricordi come questi, dove il vino ha fissato le nostre umanità, aprendole.
13 luglio La patente Dieci anni fa mi accorsi che m’era scaduta la patente quando mi presentai allo sportello di un autonoleggio a Palermo. Questa volta, per non trovarmi impreparato, ho anticipato il rinnovo di un mese, prima della scadenza. Ma la patente non arriverà. Telefono alla motorizzazione di Alessandria e mi dicono di tornare dal medico che ha fatto la visita. Ci vado e mi dicono di andare alla motorizzazione. Alla fine spunta un numero verde, che chiamo per sentirmi dire che la mia zona non è abilitata. Richiamo la motorizzazione, perché fisicamente non ci si può recare agli sportelli, per via del Covid. Mi danno un altro numero verde. Chiamo, battono i miei dati sul computer e la persona dall’altro capo del telefono mi dice: “Dove dobbiamo spedire la patente?”. Due giorni dopo mi arriverà a casa (in data 10 ottobre 2020).
11-12 luglio Continuano le degustazioni Continuano le degustazioni dei vini e mai come quest’anno i Top Hundred saranno una sorpresa, ma anche la “cantine memorabili”, che emergeranno da quegli assaggi sorpresa di tanti vini d’antan. Sono riprese anche le prove nei ristoranti, e saranno molte le novità presenti nella nostra guida che uscirà regolarmente in pieno autunno, celebrata come sempre la domenica di Golosaria, anche nella versione on line che stiamo preparando.
È tutto così in Italia? Tutto uno scaricabarile, un intoppo dietro l’altro, senza la certezza che chi lavora abbia un minimo di passione per risolvere i problemi. Ma perché siamo finiti così?
Alla fine, nonostante i mesi di forzato isolamento, siamo riusciti egregiamente a svolgere il nostro lavoro e questa è una gran bella soddisfazione. Il vino ha accompagnato i momenti difficili e anche quelli belli, ispirandoci quell'evento di comunicazione che confluirà nella piattaforma che abbiamo realizzato e che durerà fino al 20 dicembre.
14 luglio Con i Gaja a Fontanafredda Questa sera siamo a cena a Fontanafredda, alla cucina di Ugo Alciati, invitati dalla famiglia Gaja al completo, come pure la nostra. Tre figli a testa, e l’ultimo di entrambe le nostre coppie che si chiama Giovanni. Appena arriviamo, Angelo distribuisce a tutti la fotocopia di un articolo, dell’11 ottobre 1991, che scrissi sulla Stampa “La Gaja scienza del vino”. Un articolo che non ricordavo più di avere scritto, all’inizio della mia collaborazione al quotidiano torinese, dopo aver lasciato Il Giornale. Era l’anno in cui eravamo stati in California, con Angelo Gaja, esattamente un mese prima, e in quel viaggio avevo avuto modo di conoscerlo meglio, ma anche di capire il suo genio di uomo di marketing, soprattutto in quel gioco di alleanze coi migliori produttori di vino del mondo, che gli permisero di entrare nelle cantine dalla porta d’ingresso. Quanto tempo è passato... quasi 30 anni: il mio secondo, Marco Giacomo, non aveva neanche un anno. E oggi siamo qua, a chiacchierare, a conoscerci da padri diventati adulti, coi figli che hanno preso la propria strada e hanno come orizzonte il mondo.
Al lavoro a degustare i Top Hundred 2020. Con Marco Gatti, Stefano Tucci e Roberto Formica
A Fontanafredda, alla tavola di Ugo Alciati, con la famiglia Gaja al completo la Circolare
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diario di viaggio
Gaia, la primogenita di Angelo e Lucia, ci racconta che si è iscritta a un corso per imparare il dialetto piemontese e iniziamo a giocare con le parole, che provocano il sorriso. Il sorriso della vita.
di Cesare Battisti, che sta lavorando, complice anche il verde intorno al suo locale che offre un senso di maggiore libertà. E poi la sera sui Navigli, da Maida Mercuri, al Pont de Ferr, che ha messo ai fornelli un cuoco giovane e decisamente bravo, Luca Natalini. Milano si rianima, e nella passeggiata più romantica, quella dei Navigli, passano anche coppie di stranieri. Inizia l’estate italiana.
La cena è stata fantastica, ma ancor di più il clima che si è creato a tavola, con il sogno di Angelo Gaja di fare qualcosa di suo in Alta Langa, là dove è arrivato tante volte in bicicletta. Mi ha insegnato molto stare con lui e Lucia questa sera, perché la ricchezza vera è avere attorno a sé i propri figli, che magari hanno scelto strade e percorsi che non erano quelli che pensavamo noi, ma restano comunque qualcosa che ci riguarda, perché il seme dà i frutti che decide il corso della vita. Nulla è progettabile a tavolino, ma questo è l’aspetto fantastico e affascinante della vita.
17 luglio Da Palzola e poi al Pinocchio di Borgomanero Da Milano eccomi in viaggio a Cavallirio, in visita all’azienda Palzola, che produce un gorgonzola straordinario. Sergio Poletti, nel suo ufficio, tiene appese con orgoglio le fotografie della Crociera del Gusto che organizzammo nel 2006, con un gruppo di umanità varia, diretti nella Sicilia Occidentale. Mi porta a vedere il suo nuovo spaccio, e anche le aree intorno dove ha in mente di attivare nuovi progetti. Alla sera sono al Pinocchio di Borgomanero, per fare una cena che ininterrottamente officiamo da 18 anni, con il nostro professore ai tempi dell’Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, che poi divenne anche Rettore e Ministro nel governo Monti. Ma mai è saltata questa cena a metà luglio, sempre con le stesse 10 persone, fra compagni di studi e colleghi della Cattolica, più giovani di noi. E come sempre Piero Bertinotti riesce a superarsi, con una cucina straordinaria che ci lascia leggeri, la mattina dopo. Ma siamo già a sabato ed eccomi a Orio al Serio ad accompagnare il nostro Marco che ritorna a Barcellona; poi in Valsassina, a Crandola, a provare la cucina di Gigi insieme agli amici che hanno casa da quelle parti. Dormiremo nell’accogliente azienda agrituristi-
Su Avvenire riprendo ciò che mi ha suggerito la festa con Simone Fracassi la settimana prima. BENE COMUNE, LA PROSSIMA SFIDA Simone Fracassi è un macellaio del Casentino, esattamente di Rassina, in provincia di Arezzo. La sua specialità è la carne di Chianina, quella autentica, da cui trae non solo tagli ma anche una serie di prodotti, fra cui sughi saporosi. Ce ne sono tanti di macellai in Italia, ma Simone è speciale, non solo perché è molto conosciuto. Lui ha una capacità di aggregare i suoi consimili, che sono artigiani e cuochi dediti alla qualità assoluta. E, a ogni inizio estate, da 19 anni, raduna questi amici intorno a un evento dal nome evocativo: "Capolavori a tavola". È riuscito a farlo anche quest'anno, chiamando a raccolta centinaia di persone, che hanno seguito le regole del distanziamento e, pagando 100 euro a testa, hanno contribuito all'opera dell'Ospedale del Casentino e della Protezione civile. Ed era uno spettacolo vedere i venti cuochi giunti da ogni dove, gli artigiani, i magnifici gelatieri toscani, ognuno con una specialità, dediti a imbastire una serata dall'aperitivo al dolce. Ma quello che mi ha colpito non era tanto lo sfoggio di leccornie, quanto lo scopo, mediato dal richiamo dell'amicizia: aiutare il bene comune. L'amico Dino Martelli, a capo di una famiglia di pastai a Lari, per esempio, ha partecipato per 38 anni come volontario alle Misericordie della Toscana (nate a Firenze nel 1200) che sono una specie di Protezione Civile diffusa sul territorio. Lo ha fatto perché non avrebbe potuto concepire diversamente il suo lavoro, così come Simone Fracassi: si chiama restituzione e fa parte di una cultura antica dell'Europa cristiana, per cui gli uomini adulti, dopo i 40 anni, si dedicavano a costruire le cattedrali, che sarebbero restate un segno di unità visibile per tutti, da cui sempre ripartire. Leggiamo oggi che l'Italia ha confezionato un nuovo record negativo di nascite: mai così pochi bambini dal 1861. E subito vien da pensare che qualcosa si stia rompendo, come una catena di trasmissione, non solo di riproduzione umana, ma anche culturale. E se un tempo una nascita era un dono e una risorsa, oggi sembra prima di tutto un problema, che rischia di non essere affrontata con lo slancio verso un orizzonte più ampio del proprio nucleo, ma con l'ansia della paura. Soprattutto la paura del futuro. Nella visione di un Paese, occorre invece ripartire dal senso di comunità, che cresce solo se si percepisce come valore ciò che viene individuato come bene comune.
Lorenzo Ornaghi con Piero Bertinotti al Pinocchio di Borgomanero
16 luglio A Milano al Ratanà e al Pont de Ferr Si torna a cena nei ristoranti di Milano: a mezzogiorno al Ratanà la Circolare
Massimo Folador alla presentazione del suo ultimo libro
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diario di viaggio
ca Cascina Cornella dove il giorno dopo pranzeremo, prima di ripartire alla volta di Fagnano Olona, a casa di Massimo Folador che presenta in anteprima il suo nuovo libro Verso un’economia integrale abbinato alle birre monastiche.
le previsioni parlano di altre avversità. Se poi sommiamo il Covid, rispetto al quale si registra un rallentamento, tutto ci porta a navigare a vista. 22 luglio Sopralluoghi per la prossima Golosaria totalmente online Sopralluogo alla cascina Vittoria di Rognano, dalla famiglia Ricciardella, per programmare il set dei nostri eventi per Golosaria Fiera Online e poi a Neorurale Hub a Giussago, dove invece, a ottobre, lavoreremo per tre giorni, col nostro regista Eugenio Bollani e i suoi magnifici collaboratori. Dopodiché ci fermeremo a Milano, per una breve sosta di Silvana in clinica. La sera andrò a cena al ristorante dei Bravi di Cormano, rinfrancato dai vini siciliani della famiglia Fina e domenica sera la finale dei Top Hundred, nei nostri uffici di Alessandria, con il magnifico catering del Gipsy Bar.
Non ero più abituato a questa girandola di appuntamenti e a incontrare così tanta gente in poco tempo. Ma ogni incontro è stata una boccata d’ossigeno, un momento dove abbiamo ritrovato gli amici, e ci siamo riposati nel loro abbraccio. Domani, che è domenica, saremo finalmente a casa. Non avrei mai immaginato di desiderare questo dopo il periodo del lockdown. La mia amica della Colleganza Sono riuscito anche a visitare la maestosa gelateria di Sabrina e Claudio a Lainate, -16° Artigiani del Gelato, e a prendere il gelato per tutta la famiglia di Silvana. Quante cose ci ha insegnato Sabrina quest’anno, dopo quella lettera di inizio anno, quella della colleganza che ha dettato il passo di tutto il Club di Papillon, verso la possibilità di mettersi insieme, che è stato un faro con cui abbiamo guardato tante situazioni.
Se Milano durante il lockdown era il deserto, a fine luglio il panorama è lo stesso. Davanti alla clinica dove vado e vengo, solo a giugno era una chimera trovare un posteggio, oggi è tutto libero: la città si è svuotata. Ma anche il clima nei dehors dei ristoranti è molto vacanziero. C’è un senso di liberazione in giro, che qualcuno teme si trasformi in deresponsabilizzazione.
Non mi era mai successo di voler incontrare tutti, o almeno più persone possibili, ora che si può girare liberamente. L’incontro con questi due amici, che sono riusciti a continuare la loro attività, mi ha rincuorato, ma nello stesso tempo mi è cresciuta la rabbia quando, mesi dopo, ho letto che nei provvedimenti del Dpcm c’è proprio la chiusura delle gelaterie e delle pasticcerie. E perché mai?
Alla Cascina Vittoria di Rognano con la famiglia Ricciardella
27 luglio Ed è ora di pensare anche a Golosaria Monferrato A fine luglio eccoci a fare il sopralluogo anche per Golosaria tra i castelli del Monferrato che è stato riposizionato in due weekend a settembre. Facciamo il giro dei Comuni, delle location principali, dove prendiamo le misure precauzionali per rendere l’evento in totale sicurezza. E intanto proseguiamo a provare i ristoranti, secondo la nostra tabella di marcia che ha qualche sosta anche nel Monferrato, ad esempio a Terruggia, alla tavola del Melograno, sempre ottima con un bell’entusiasmo che sa trasmettere la signora che ci serve. Nei giorni a seguire saremo a Milano a provare il nuovo locale e la cucina sempre grande di Tano Simonato (Tano Passami l’Olio) vicino alla stazione Cadorna e così via in altri luoghi, che si stanno riprendendo.
Sabrina Menozzi e Claudio Gorla della gelateria -16° Artigiani del Gelato
20 luglio Finalmente un evento con 30 produttori nel Biellese Viaggio lampo nel Biellese, prima per incontrare una trentina di produttori a Villa Guelpa a Lessona, fra cui l’amico Enrico Druetto con la nuova annata di Baratuciat e poi vecchie e nuove conoscenze come Sandro Boido di Cà D’Gal o la nuova generazione dell’azienda Montevetrano fondata da Silvia Imparato. Dopodiché una bella cena all’enoteca Panta Rei di Cossato con il nostro Delegato Arnaldo Cartotto, per fare il punto della situazione sulle attività nel Biellese, dove avevamo programmato anche la nostra “Giornata di Resistenza Umana”, inserita nel contesto della Passione di Sordevolo, che è stata rimandata al 2021.
Nell’incertezza c’è però una certezza che sempre ti commuove, ed è il territorio che più ami, il Monferrato appunto, che è sempre lì con le sue colline dolcemente pettinate, gli orizzonti al calar della sera, il tepore delle sere estive. Sembra di apprezzare tutto cento volte di più e non è per dire. Anche i vini di Giorgio Arditi, di cui
Ormai è chiaro che bisogna vivere nell’incertezza, se penso che il giorno dopo a Cossato, una tromba d’aria ha creato dei disastri inimmaginabili. Ma il brutto tempo estivo non finisce qui, perché la Circolare
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avevo aperto durante il lockdown il rosso Mistero di oltre vent’anni, parlano di queste colline e li riassaggio con Marco Gatti (stupendo il Grignolino!) insieme alle pesche del Ponente Ligure che mi ha voluto recapitare il mio amico Nando, che aveva iniziato un’avventura di gusto e solidarietà qui a San Giorgio Monferrato, prima di approdare ad Andora. Anche questo è il gusto dell’amicizia.
Paolo Massobrio in visita alla cantina di Giorgio Arditi
delle spese sostenute al bar o al ristorante. Ma non è finita, perché anche il ministro Bellanova avrebbe messo sul piatto un miliardo di euro per garantire un bonus a fondo perduto di cinquemila euro agli esercizi che acquistano prodotti italiani. Una proposta che – è agli atti – lanciai nel 2001, allorché fui invitato in qualità di esperto al Forum nazionale sull'Agroalimentare italiano. Sono passati quasi vent'anni per accorgersi, grazie al Covid, delle necessità di un patto fra ristorazione e agricoltura, per garantire non solo la possibilità di rinsaldare la filiera ma anche quella di produrre una cucina italiana autentica che si alimenta dei prodotti territoriali e stagionali. Culturalmente la proposta del ministro Bellanova è nobile, anche se tardiva, ma nel pratico rischia d'essere una delle tante gocce tampone distillate da un governo che dovrebbe mostrare una strategia ben più ampia. Quali sono i punti di forza di un Paese che vuole rilanciarsi? Se il turismo è uno di questi e l'enogastronomia viaggia a braccetto, bisogna pensare ben oltre la fine del 2020, sennò si ritorna al via. Del resto non possiamo nascondere che, se lo smartworking diventerà sistematico, l'asse di domanda e offerta cambierà e allora davvero non ci saranno più palliativi: qualcuno sarà costretto a cambiare mestiere. In tal senso c'è da chiedersi che analisi si stia facendo, a partire dalle grandi aziende, sulle intenzioni di smartworking nel breve e medio periodo. 2 agosto Bomba d’acqua ad Alessandria Anche ad Alessandria arriva la temuta bomba d’acqua che scoperchia i tetti delle case perché è un misto con una tromba d’aria. Ne parleranno anche i Tg nazionali, mentre il giro per la città il giorno dopo sarà da clima di guerra. La notte del 2 agosto la passiamo a dragare l’acqua che sta riempiendo le cantine e i garage, coi vicini di casa, coi quali scatta una solidarietà mai vista prima. Dopo qualche ora di pioggia battente, possiamo dire che il pericolo è stato scongiurato. Ma che paura.
Tano Simonato nel suo nuovo locale di Milano
Su Avvenire del 29 luglio mi sono dovuto occupare anche delle battute improprie di una viceministra sul mestiere dei ristoratori che se non ce la fanno è meglio che cambino mestiere. Ma poi ha chiesto scusa, per fortuna, perché Tano era assai arrabbiato. MA AL RISTORANTE IL BONUS COVID NON PUÒ BASTARE Il segreto della buone pratiche è parlarsi. Viene da pensarlo dopo l'incontro di lunedì fra la viceministra dell'Economia Laura Castelli e il vicepresidente della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Aldo Cursano. Due ore di colloquio che hanno seppellito le battute infelici, divenute virali, circa la necessità dei ristoratori in crisi di cambiare mestiere. Nel frattempo il mugugno fra gli addetti ai lavori aveva prodotto la protesta dello chef Gianfranco Vissani sul fatto che i politici non pagano i conti, fino al cuoco romano Valerio Laino che nel suo locale aveva appeso il cartello: «Non è gradita la presenza di politici». Segni di evidente tensione che come contropartita hanno prodotto una cesta di belle promesse, tutte attese per il "decreto di agosto". Una è il bonus ristoranti, ossia la possibilità per le famiglie di detrarre il 20% la Circolare
La mia amica vignaiola Antonella Manuli mi parla spesso della potenza dell’imprevisto, che in agricoltura è una costante con cui si devono sempre fare i conti. Ma ora il cambiamento del clima si fa presente nella vita quotidiana di ciascuno e questo imprevisto proprio non era stato messo in conto. Come il Covid del resto. Si naviga sempre a vista. Commento su Avvenire del 5 agosto su questo periodo di accanimento climatico. NELLE CRISI L'UNIONE FA LA FORZA, ANZI LA «ENERGY» Sono bastati dieci minuti e Alessandria, la città dove vivo e lavoro da oltre trent'anni, ha visto compiersi un disastro, tra fulmini, pioggia e vento fortissimo che ha sradicato alberi, tetti, oltre ad allagare le cantine. Così la notte di domenica l'abbiamo passata ad asciugare, monitorando il livello dell'acqua, fra vicini di casa. È stato un momento tragico ma anche speciale, perché in quelle ore ci siamo dati una mano, abbiamo dialogato come non era mai accaduto, scoprendo il valore di quella che si chiama solidarietà. Qualcosa che forse il Covid aveva sopito, lasciando ogni nucleo famigliare isolato e attento a non avere contatti con alcuno. I fatti tragici producono sempre qualcosa di inaspettato, ho pensato mentre leggevo un articolo delle amiche giapponesi della rivista Ryoritsushin dedicato a questo tema. Si tratta di una grande in-
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chiesta fra i produttori che durante il Covid non hanno potuto vendere i loro prodotti, per sapere che cosa hanno imparato da quella situazione. La prima risposta, giunta dalla cooperativa Muchachaen che opera in un villaggio dove si producono agrumi, ha riguardato la necessità di essere radicati nel territorio e di proteggere la vita quotidiana con le proprie mani. Da qui la scoperta che la simpatia fra produttori e consumatori aveva creato un legame forte, per cui le vendite sono rimaste stabili. Fondata nel 1974, oggi la cooperativa è costituita da 80 produttori associati che, proprio in forza di questo legame diretto col consumatore, hanno scelto di usare meno sostanze chimiche per i loro mandaranci. Dall'inchiesta emerge pure il tema della normalità, che spesso viene intesa come la delega all'organizzazione pubblica del sistema sociale e tuttavia lascia nel panico la gente quando scoppiano eventi come un terremoto o una pandemia. Invece l'esperienza di questi agricoltori è andata nella direzione di valorizzare la vita rurale rendendola il più possibile autonoma e autosufficiente, secondo tre parole: Food, Energy, Care (cibo, energia, cura), ovvero "l'autonomia Fec". Ultima riflessione del responsabile della cooperativa: «Il Coronavirus è da considerare come un'allerta della natura, che ci dice di cambiare radicalmente il modo d'essere della nostra società». Ecco dunque la domanda che va posta all'oggi, mentre ancora non si vuole analizzare il cambiamento che ha provocato il Covid e tante iniziative di sinergia locale stanno prendendo forma. Sono esperienze di una ritrovata comunità, quasi l'applicazione della frase di Goethe: «Quello che erediti dai tuoi padri riguadagnatelo, per possederlo». Dal punto di vista politico significa tendere alla sussidiarietà, che invece resta l'anello debole di una politica che sembra avere scarsi riferimenti ideali. 5 agosto Nel sogno della famiglia Spigaroli Finalmente si parte per il viaggio in centro-sud Italia, a tappe. Un viaggio non scontato perché a Pasqua si era già messo in conto che l’estate si sarebbe passata a casa. E invece i contagi da Covid hanno terminato d’essere la notizia dominante, almeno qui in Italia, e lentamente si riprende una certa normalità. Alla sera siamo all'Antica Corte Pallavicina dei fratelli Spigaroli, Massimo e Luciano, entrambi concentrati in questo luogo dove hanno aperto un’osteria più informale, una bottega e naturalmente il ristorante gourmet pieno di gente, con i tavoli posizionati fin sull’argine del fiume.
piatto su tutti mi rimarrà impresso e sono i tortelli cotti nella vescica del maiale. Beviamo divinamente, ma quando ci si trova in una situazione come questa si vorrebbe fissare il tempo, stare lì a guardare come questa antica corte si è animata di una nuova vita. Massimo, in divisa da cuoco, passa per i tavoli, saluta, come un signore della Bassa che gode della soddisfazione altrui. Ci aspetta una notte nella stanza del Cardinale, con la colazione preparata in un ricco sacchetto da viaggio dove non mancano il culatello e il parmigiano. Ma poteva iniziare in un modo migliore questo viaggio? 6 agosto Dove sono le Terre Sacre? In Molise Dall’Emilia, anticipando di un giorno il traffico da bollino nero, ci dirigiamo in Molise, una regione che ho visitato pochissimo e che mi incuriosisce oltremodo. Ed è comodo, appena dopo il confine con l’Abruzzo, uscire a Montenero di Bisaccia e poi, dalla costa, salire nelle campagne sconfinate dell’interno, in collina, per raggiungere l'agriturismo Il Quadrifoglio, che appartiene alla famiglia Palladino, titolare dell’azienda vitivinicola Terre Sacre. Praticamente un villaggio, con diverse camere per l’ospitalità messe su due piani, un ampio giardino interno, una piscina riposante e poi il ristorante coi tavoli all’aperto e quelli all’interno posizionati in totale sicurezza. Ad accoglierci Alfredo, titolare di quella cantina, bellissima, che è alle spalle del villaggio, dove nasce un Tintilia straordinario. Con lui ci portiamo subito avanti con una degustazione, verso le sei del pomeriggio, che ci conferma la grandiosità dei vini che nascono in queste terre, soprattutto quando apre millesimi come il 2008 o il mitico 2011. Alla sera siamo a Termoli, alla cucina del ristorante Sveva, passeggiando per questa bella cittadina che conosco molto bene. Qualcuno continua a dire che il Molise è la regione che non c’è, ma a forza di ripetere questo luogo comune che alla gente del posto proprio non va, si è creata una certa curiosità intorno ai paesi del Molise, tanto che non siamo i soli ad essere qui. Lorenzo Biagiarelli, food blogger fidanzato con Selvaggia Lucarelli, è anche lui in giro per queste terre e i nostri report sui social si incrociano in un confronto curioso.
Be' la cena sarà fantastica, romantica, memorabile, buona. Un
Alfredo Palladino, titolare della cantina Terre Sacre
7 agosto Agnone val bene una campana Questo venerdì 7 agosto, giorno di san Gaetano, sarà ricchissimo di incontri. Partiamo al mattino presto per Agnone, il paese delle campane e anche dei dolci. E subito andiamo a visitare il caseifi-
I fratelli Massimo e Luciano Spigaroli
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cio della famiglia Di Nucci, che vede impegnati tutti i membri: chi nel caseificio, chi nella visita al museo (bellissimo), chi nel negozio in centro paese. Franco, il padre, ci viene a salutare dopo la visita e ci racconta i tanti motivi della sua vicinanza a noi. Un momento commovente dove si intrecciano anche storie di personaggi, libri, e poi quell’incontro con San Giovanni Paolo II che lo ha segnato per tutta la vita. Ma commovente sarà anche l’incontro che avverrà nella pasticceria Dolciaria Carosella, che fa dei confetti ricci straordinari. Il volto di Roberta Sabelli, la titolare, mi ha davvero sorpreso, e
Paolo Massobrio davanti al museo con Franco e la figlia Antonia
sembra un tutt’uno con questa bottega storica che lei continua a mantenere in vita con indomito entusiasmo. Nella stessa via, ma dalla parte opposta, troviamo invece altre due soste del Golosario: Gerri, che mi fa assaggiare un lievitato estivo spettacolare, e Labbate Mazziotta, che visitiamo in uno dei quattro punti vendita di cui tre ad Agnone. Chi ci accoglie nel negozio avverte subito il patron che viene a prenderci per portarci a visitare la valle del cioccolato, un luogo in mezzo al verde, con bottega e laboratori dove nascono le mitiche campane (dolci) di Agnone, ma anche i confetti. Poi andiamo nell’altro luogo di produzione dove ci sono i suoi due figli, che hanno ottenuto riconoscimenti importanti. Il quarto punto sarà ad Isernia, in una caffetteria-pasticceria all'avanguardia gestita dalla figlia. Alle 13 ci aspetta Alfredo alla tavola di Stefania Di Pasquo, una cuoca giovane e determinata, che esce dalla scuola di Niko Romito e che in un’oasi appena fuori paese ha ambientato la sua Locanda Mammì. E la sosta sarà di quelle che si ricordano, tanto da diventare il pranzo memorabile dell’anno, che interesserà 23 tavole della nostra guida. Ripartiamo nei primo pomeriggio per Montenero, ma mentre Silvana si va a riposare io riprendo l’auto in direzione Acquaviva della Croce per incontrare Vincenzo Cianfagna che premiammo fra i Top Hundred tanti anni fa. Le strade per raggiungerlo talvolta subiscono interruzioni e arrivare all’ora stabilita è sinceramente un’impresa. Ma alla fine ce la faccio e mi siedo con lui nella sua cantina provvisoria, perché entro l’anno dovrebbe aprire uno showroom in paese. La mamma mi porta dei salumi e dei formaggi straordinari, mentre assaggio tutti i vini della sua produzione fino alla Tintilia
L’interno del caseificio Di Nucci col figlio Francesco
La titolare della Dolciaria Carosella Roberta Sabelli con Anna Parisi
Nel negozio del caseificio Di Nucci nel centro del paese, con Serena Di Nucci
Paolo Massobrio con il titolare della Dolciaria Labbate Mazziotta
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curiosità, quante cose buone. E questo è il Molise che ho sempre amato, visto attraverso l’assaggio dei prodotti, a distanza fino ad oggi. Mi colpiscono Vincenzo Cianfagna e Franco Di Nucci che ricordano i momenti vissuti reciprocamente a Golosaria, le parole che ho detto loro, il piacere di preferirli. Ci sono delle cose, delle immagini della vita che uno conserva per sempre. E oggi anch’io ho ricevuto molto in questo senso, anche dagli occhi di Alfredo, preoccupato per la malattia del padre. Vorrebbe essere accanto a lui in qualsiasi momento e invece ha cercato di essere con me il più possibile. Me lo ricorderò per sempre. Ma soprattutto tornerò in Molise, perché da oggi questa terra la sento un po’ anche mia. 8 agosto Bernalda arrivoooo! Partiamo al mattino abbastanza presto, essendo un sabato quando in teoria tutti partono, e in tre ore raggiungiamo la Basilicata, esattamente Bernalda, il paese di Francis Ford Coppola, e quello che ha ispirato la canzone “Che sarà?”. Nel resort Giamperduto troveremo tanti amici, coi quali condividere una decina di giorni insieme. Ma c'è anche il via vai di chi prenota una camera e di gente che arriva dal Nord e ci si incrocia a pranzo, a mangiare un piatto insieme. Quest’anno sarà abbastanza rada la frequentazione della spiaggia, ma compensa molto bene la piscina che sta al centro del villaggio. A pranzo, ci facciamo tentare dalla gastronomia il Mastello, un luogo del Golosario, che produce formaggi freschi, ma anche piatti della tradizione raffinati. Cena al ristorante la Mangiatoia di Bernalda, che ha una teoria di carni veramente buone; quindi all’agriturismo della Masseria Cardillo, cantina e cucina sempre grandi. Ritrovo anche un produttore di vino che fa un Greco molto buono, Giuseppe Mastrangelo, che mi permette di svolgere una verticale delle sue prime tre annate. Ma anche l’amico Giuseppe Malvasi è riuscito a fare il vino, ed il suo Primitivo è veramente buono. La cena dell’anno la faremo a Matera alla Dimora Ulmo, uno dei luoghi più belli visitati quest’anno. Poi una gita a Taranto, a visitare la città vecchia, per poi cenare al porto, al ristorante Abbasce, con un'abbufata di crudi che resterà memorabile.
Stefania Di Pasquo, chef di Locanda Mammì
Il vignaiolo Vincenzo Cianfagna
A cena con Enrico Di Giulio di Terre Sacre e lo staff del Quadrifoglio
che porta il nome di Sator Gran Maestri ed è l’apice. Davvero bravo, sono stato felice di averlo ritrovato. Ma non è finita perché la sera, prima della cena al Quadrifoglio (cena eccezionale, con gli arrosticini e la ventricina prodotta in loco, e altri piatti del bravissimo Fabio Sparvieri, cuoco della maison) mi aspetta una degustazione altrettanto interessante della cantina Borgo di Colloredo con Enrico Di Giulio, che insieme al fratello Pasquale ha fondato l’azienda. Posso dire solo una parola: che bello! Quanti incontri, quanta la Circolare
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Il produttore di vino Giuseppe Mastrangelo
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tuna conosciamo Susco, che gestisce una rivendita di pecorino, al dettaglio e all’ingrosso, dopo aver selezionato le migliori forme da piccolissimi produttori locali. Acquistiamo il nostro pecorino e ci dirigiamo tranquilli ai laghi. Ma una pattuglia di guardie del parco ci dice che non si può accedere da quell’ingresso, bisogna fare il giro del monticello. Giunti dalla parte opposta altri loro colleghi ci informano che non si può entrare nel parco con l’auto. A meno che non siamo diretti in un ristorante. Ora, visto che sono già le 13, diciamo che effettivamente siamo intenzionati ad andare a mangiare e la guardia ci chiede. “In quale ristorante?”. “Dobbiamo ancora prenotare, non sappiamo”. E a quel punto spunta un ragazzo che sembra un loro collega e ci consegna un volantino: se andate qui avrete anche il parcheggio. Partiamo e infatti c’è il parcheggio, ma il bello è che quando attendiamo i piatti della comanda, spunta lo stesso ragazzino del volantino che fa da cameriere. I laghi di Monticchio sono bellissimi, ma questa situazione degradante, di presa in giro del turista, per vendergli un menu turistico a 12 euro fa veramente pena. Di guardie con la medesima divisa ce ne sono parecchie in giro per il parco e nessuna sembra chiedersi perché e percome ci siano tante auto posteggiate all’interno dove in teoria era vietato. Spettacolare sarà poi l’incontro con un personaggio, che rivende frutta secca e cipolle e che racconta storie al limite della follia e della simpatia. Ripartiamo in direzione Barile perché ci attende il titolare dell’azienda vitivinicola Le Querce che voglio visitare per decretarne il valore di cantina memorabile dopo che nel 2002 la premiammo coi Top Hundred. Leonardo Pietrafesa con sua moglie ci viene a prendere e dopo la visita nella sua cantina interrata, con composizioni artistiche di un certo gusto, ci porta in una conca completamente vitata, fin nella casa dove viveva lo scrittore Giustino Fortunato, autore della "Questione Meridionale". E qui facciamo la prima degustazione di vini bianchi e bollicine. Quella dei vini rossi la faremo in un'altra costruzione, che funge da showroom. Notevolissimi gli Aglianico, con il vertice del Vigna della Corona 2010. E qui davvero va dato merito al sommo enologo Leonardo Valente, di aver tirato fuori l’anima di questo vino. Si riparte, non senza essere passati da Rionero, dove
La coppia del ristorante Abbasce di Taranto
All’enoteca Vino e Dintorni di Matera
Anche in queste soste ho ritrovato dei riferimenti del Golosario, come l’enoteca Vino e Dintorni di Matera, sempre più dinamica, ma pure un buco che prepara una focaccia eccezionale: il Panificio Paoluccio. Le giornate scorrono serene, e ci voleva. Io ne approfitto per iniziare a scrivere il mio libro, Del bicchiere mezzo pieno, che uscirà in autunno. Un libro dove ripercorro gli incontri nel corso di una vita, con quei personaggi che mi hanno mostrato di avere uno sguardo diverso e originale sulla realtà. 14 agosto Gita ai laghi di Monticchio, fra luci e ombre E oggi si apre una giornata impegnativa, con fuga in avanti di una comitiva di quattro persone alla ricerca del Pecorino di Filiano e dell’Aglianico del Vulture. Partiamo in 4: io, Silvana, Daniele e Matilde, destinazione laghi di Monticchio. Ma in realtà ci interessa portare a casa qualche forma di pecorino di Filiano per cui inizia la ricerca fra i produttori del Golosario che in questo venerdì di agosto, vigilia di Ferragosto, sembrano indisponibili. Per forla Circolare
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Paolo Massobrio con Leonardo Pietrafresa, di Tenuta Le Querce, e sua moglie
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c’è la pasticceria Libutti che ti prepara un cannolo gigante dentro cui poi trovi una dozzina di cannoncini più piccoli. È la sorpresa che vogliamo portare a casa ai nostri amici, che avevamo visto a colazione. Quando arriviamo, alle 22,30, loro hanno già finito di mangiare: a noi spettano gli avanzi e il dolce da dividere. Che bellissima giornata, decisamente intensa e divertente, ricca anche questa volta di incontri, di lavoro, di miseria e nobiltà, verrebbe da dire pensando ai guardiani dei laghi di Monticchio e a Leonardo con la sua tenuta impeccabile dove sperimenta e crede anche in un vitigno raro come il Tamurro nero. Daniele, amico di una vita, che conosco da quando avevo 16 anni, a un certo punto mi dice: “Che bello riscoprire che siamo sempre qui”.
gliori e ci è riuscito e anche lui è un tipo speciale, avvocato e scrittore (ha già diversi titoli nel suo curriculum e l’ultimo è Le zelanti lettere dell’arciprete), ma soprattutto un amico che non ti molla mai, come ha fatto per l’intera estate. Che bello conoscere persone così. 17 agosto Fine viaggio con coda a Vitorchiano Ci si saluta al lunedì mattina e ognuno parte per la propria destinazione. La nostra è Viterbo, in un b&b ambientato in una villa nobile, appena fuori città, con dei prati bellissimi, le camere ordinate e alla sera una cucina d’altri tempi, deliziosa. Lo abbiamo trovato consultando la rete, perché non è stato facile avere la camera per una notte, che non fosse un albergo di passaggio, ma alla fine il Relais di Villa Rossi Danielli ci ha accolti. Siamo venuti qui un po’ per spezzare il tragitto fino a casa e un po’ per rispettare un rito di fine viaggio, che è la visita alle nostre amiche monache trappiste di Vitorchiano, in procinto di andare in Portogallo dove apriranno un nuovo monastero. Le andiamo a trovare alle cinque del pomeriggio, e loro ci aspettano con dei doni, fra cui una buonissima bottiglia di Porto. Poi mi fanno assaggiare i prototipi di dolci e confetture che vorrebbero produrre laggiù e il packaging. Discutiamo insieme per una buona mezz’ora e come sempre il loro entusiasmo e la loro letizia sono contagiose. Usciti dal monastero, dopo aver partecipato al vespero, facciamo un giro per Vitorchiano, che è un paese medievale bellissimo, uno dei borghi più belli d’Italia con una storia straordinaria. Il giorno dopo ripartiremo alla volta di Alessandria, felici di tutti gli incontri di questa bella estate. Che ne sarà del mio viaggio, si chiede Montale in una poesia struggente, dove dice che l’imprevisto è la sola speranza. Quante immagini ci si porta a casa, con la voglia, almeno da parte mia, di valorizzare sempre di più questo mondo di artigiani, bottegai che in autunno dovranno fare i conti con una nuova emergenza Covid. Questo penso quando sono a casa ad Alessandria, davanti al vino che bevo a ogni ritorno, la Barbera del Monferrato La Monella di Braida, mentre mi appresto per cenare, sentendomi decisamente un po’ più ricco.
Daniele Sacco, amico di una vita
15 agosto Grigliata! La moglie di Daniele, Imma, diminutivo di Immacolata, è originaria di Bernalda e col fratello condivide l’avventura di questo Giamperduto, la casa dove la mamma aveva costruito un laboratorio per produrre la rara ricotta forte, che non ho più ritrovato così buona. E lei, come tutti quelli di Bernalda, ha forte il senso dell'ospitalità. Lei come Leo, ex sindaco del paese che ci ha coccolati per tutto il tempo mettendoci a disposizione i transfer e invitandoci a un aperitivo memorabile sulla sua terrazza. Ebbene questa sera Imma ha fatto apparecchiare a bordo piscina i tavoli, per la grigliata di Ferragosto. Ma lo ha fatto con un gusto, con un’attenzione ai particolari, luci comprese, che dicevano: “Vi voglio bene”, “Sono felice che siate qui”. Quella sera le nubi minacciavano pioggia, ma la forza di quella bellezza ci ha fatto sfidare il tempo e vincere, perché le poche gocce che sono scese non hanno inficiato il gusto di quella serata d’agosto.
E questa è la mia riflessione del mercoledì su Avvenire del 19 agosto.
Eh sì Imma, sembrano particolari insignificanti, ma di queste cose si è veramente grati, perché ti restano dentro. E se penso all’immagine di quella sera, penso a qualcosa che riguarda il paradiso in terra. Francesco avrà girato tutta la mattina a cercare le carni mi-
VACANZE “AUTOCTONE” PER UN'ITALIA PIÙ UNITA Dalle radio alle tivù, ogni giorno, va in onda la cronaca di “un'Italia che scopre l'Italia”, ossia le vacanze autoctone che ci hanno
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Le monache Trappiste di Vitorchiano della delegazione portoghese
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condotti alla scoperta di borghi, paesi, città, ognuna con le sue tracce di storia. Vitorchiano, a dieci chilometri da Viterbo, è uno dei borghi più belli d'Italia e la sua origine porta la data dell'XI secolo a.C.. Se entri sotto l'arco si apre un borgo raccolto con diverse chiese nel raggio di pochi metri, ma anche negozi (persino un laboratorio di ceramiche) e un'ottima gelateria. La gente gira con la mascherina e nei negozi sembrano tutti più gentili, benché rigorosi nel chiedere il rispetto delle regole. A pochi chilometri dal centro sorge il monastero delle trappiste: 70 monache che seguono la regola di san Benedetto dell'ora et labora. E fra i vari lavori che svolgono c'è la produzione di confetture, che le hanno rese famose nei negozi di cose buone di tutta Italia. Le conosco da 40 anni e l'incontro con loro è un regalo, non solo perché vogliono sempre condividere una nuova idea produttiva, ancora più alla vigilia di aprire un monastero in Portogallo, ma per come appaiono: solari, stupite di ogni cosa, premurose ed esigenti nella perizia dei prodotti. Alle 18 il dialogo si interrompe per la recita del vespero, ma quelle preghiere che sembrano fatte con una voce sola, non paiono affatto un'interruzione, piuttosto la continuazione di ciò che avevamo vissuto poco prima: la vita, il lavoro, le cose belle e le preoccupazioni. Mi ha colpito, ascoltando le invocazioni del vespero, quel loro appello all'unità, come se il paradigma della vita dovesse essere quella voce sola frutto della personalità di ciascuna. Hanno pregato per l'unità della Chiesa, del loro monastero e per il nostro Paese. Mentre vivevo quei momenti di “vacanza”, pensavo che l'unità è un valore scarsamente evocato, mentre prevale sempre qualcosa che divide. Nel suo saluto al Meeting di Rimini il presidente Mattarella ha puntato sul punto più alto di unità, quello dell'Unione Europea, parlando di un cambiamento di rotta scaturito dalla capacità di rispondere alla pandemia e di progettare la ripartenza. Un segnale interessante, perché in questo saluto si è parlato sia della necessità di un progetto sia dell'unità di intenti, condizione per metterci al riparo da un fallimento. Al che ho pensato alle monache di Vitorchiano, che offrono il loro lavoro per queste preghiere; mentre noi possiamo solo desiderare di tendere, come modo di pensare, a quell'unità.
marito Giovanni. Che poi ritroveremo il giorno dopo a Colazza, a casa loro, dopo aver fatto una colazione straordinaria in questo luogo dove non mi aspettavo di trovare i vini di Enrico Druetto e di bere il mio Baratuciat. Francesca la voglio incontrare perché la pagina del mio libro che la riguarda è una delle più significative di tutto il racconto, tanto che la vorrò con me, a Golosaria Fiera Online, per la presentazione ufficiale. Dopodiché, da Colazza, scendiamo a Nebbiuno, sempre sul lago, ma questa volta a casa di Piergiorgio e Attilia, dove pranzeremo tutti insieme, anche con Francesca e Giovanni. Il grande prato e la piscina che danno sul lago, gli alberi di fichi dolcissimi, la serenità che apre i cuori, tanto che nel tepore di questo pomeriggio di agosto ci si racconta la vita che, a sentire Attilia e Piergiorgio, che si sono ritrovati e risposati, è fatta di tantissimi imprevisti, proprio come la poesia del Viaggio di Montale.
21 agosto A Villa Pizzini per conoscere Marcella E come in una favola, perché così appariva solo tre mesi fa, c’è pure un weekend, sebbene di lavoro, ma pur sempre una due giorni in luoghi bellissimi. Sabato ad esempio raggiungiamo Villa Pizzini, che è in un paradiso, sul Mottarone, proprio all’apice. Si sale da Stresa e la strada in mezzo al bosco sembra non terminare mai. A un tratto c’è persino un casello con pedaggio, perché il mantenimento di questo luogo deve avere dei costi importanti. E così, fra occasioni di passeggiate, ma anche di attività sportive (c’è il Mottarone Adventure Park a metà strada, con 4 percorsi e diversi livelli di difficoltà), arriviamo all’apice, dove giunge anche una funivia e poi questa villa, gestita da un’equipe di giovani che coltivano l’orto e allevano galline (le loro uova che rivendono saranno eccezionali). Nel pomeriggio incontriamo Marcella Orlando, una bellissima persona, che ha disegnato i nostri avatar che ci accompagneranno a Golosaria Fiera Online. Ci viene a trovare con il suo neo sposo Elio Mussi, che gestisce una libreria sul lago e insieme concepiamo anche la copertina del mio libro, Del bicchiere mezzo pieno che riporta il simbolo di una carpa stilizzata, che in Giappone ha un significato importante, perché riguarda l’adattamento di fronte a qualsiasi situazione. A cena, ci saranno con noi Francesca Settimi e sua la Circolare
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Ivan Fiorilla e Sabina Villaraggia, titolari di Villa Pizzini
Paolo Massobrio con la designer Marcella Orlando e il marito Elio Mussi
Francesca Settimi nel suo orto sinergico
diario di viaggio
26 agosto Ad Astino, nella Bergamo desiderata Dopo tanti mesi finalmente ci ritroviamo con Giuliano Mattavelli e i suoi collaboratori. Per chi viveva nella Bergamasca il periodo non è stato dei più facili e Giuliano mi racconta che alcuni suoi collaboratori, addirittura, non ci sono più, portati via dal Covid. Ma lui non si è perso d’animo e i cantieri aperti in questo antico convento non si sono mai fermati. Così ci ritroviamo nel chiostro, dove c’è uno spazio lounge gestito dai Cerea di Brusaporto, ma anche un ristorante eccezionale che vede ai fornelli il grande Daniel Facen, già alla A-Anteprima di Chiuduno. Se non fosse per la “toccata e fuga”, avrei voluto che ci fosse anche Silvana questa sera ad Astino, perché ogni angolo parla di bellezza. Giuliano mi fa vedere anche gli altri spazi che nel 2021 completeranno la ristrutturazione, per arrivare a un centro di formazione permanente dedicato all’agricoltura sostenibile ma anche alla cucina italiana da insegnare al mondo. Qui confluiranno tutte le esperienze maturate già al Mate di Treviglio, con gli artigiani di Terre della Ghiaia. Un luogo che avrà tanti significati, se penso che nella parte alta di Bergamo, che guarda quella valle, c’era il buen retiro di Gino Veronelli.
duttori in platea, si terrà un seminario sul Vermentino, ripreso da una diretta Facebook, dove diremo le nostre impressioni sui vini assaggiati. Ad esempio che il Vermentino non ha bisogno di sovrastrutture (barrique e quant’altro), ma vince per la sua lineare schiettezza e fragranza. Il risultato finale sarà che il primo posto è del Vermentino “Massetano” 2019 prodotto dall’azienda L’Aurora di Francesco di Piero Mosti a Massa. Al secondo posto il Vermentino 2019 prodotto da Maria Donata Bianchi a Diano Arentino; al terzo posto il Vermentino di Sardegna “Su’Orma” della cantina Su’Entu di Salnuri. Quindi due menzioni speciali che vanno al Vermentino di Cherchi, il mitico Vigna Tuvaoes e al Vermentino “Oro d’Ise’e” della Cantina Federici di Luni (Sp). Il giorno dopo avverrà la premiazione, in presenza, dove purtroppo non ci potrò essere, perché inizia la Fiera del Peperone a Carmagnola. In questa pausa ligure, sono riuscito anche ad andare a cena con Luigino e Gianna, al ristorante Le Macine del Confluente di Badalucco (ottima esperienza) e da Manuelina a Recco, con gli amici della Gallia, con cui siamo riusciti a ritagliarci un pranzo eccezionale nonostante la pioggia battente del sabato. Nel complesso, tuttavia, mi ha colpito questo paese, Diano Castello, che è uno dei borghi più belli
Ad Astino, alla tavola di Daniel Facen
La giuria del Premio Vermentino 2020
27 agosto A Diano si premiano i Vermentino d’Italia Due giorni e due notti a Diano Castello, in questo fine settimana, per la 27^ edizione del premio dedicato al Vermentino. Quest’anno il sindaco ha voluto fare un passo importante, mettendomi a presiedere la commissione di degustazione dove sono giunti ben 78 campioni di Vermentino, da 59 aziende. È la prima volta che viene raggiunto un numero così elevato, con la partecipazione di ben 7 regioni. Ora, dopo essermi accasato nel bellissimo b&b “Casa di Giò” che è proprio sulla strada che conduce a Diano Castello, eccomi, nel pomeriggio, alla prima sessione, con 4 membri dell’Ais e 4 della Fisar. Iniziamo a degustare una cinquantina di campioni e la sorpresa sarà l’affiatamento fra di noi, arrivando a centrare insieme i giudizi. Alla sera, cena con le autorità, nell’ottimo ristorante Candidollo di Diano Arentino, fra cui Enrico Lupi, neo presidente della Camera di Commercio di Imperia, e i sindaci dei vari paesi che portano il suffisso di Diano. Il giorno dopo saremo ancora in pista per concludere gli assaggi e poi la sessione della finale che terminerà con il riassaggio di una ventina di campioni. Alle 17,30, con i prola Circolare
Le tre etichette vincitrici del Premio Vermentino 2020
d’Italia che man mano si è popolato di visitatori saliti sui transfer che partivano da Diano Marina. Un segno evidente che c’è voglia di evadere, di incontrarsi, di partecipare. Fra i banchetti allestiti c’era anche quello del Comune di Neive, che proponeva i Barbaresco di
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una decina di produttori niente male. E tutto, dalla gente, sembrava essere vissuto con una curiosità e un’accoglienza diversa dal passato. Anche questo è il segno di un cambiamento, così come il concorso dedicato ai Vermentino che grazie a Carlo Ferraro, che ha organizzato l’evento, è diventato un’occasione di comunicazione, ma anche un coinvolgimento ad ampio raggio, forse grazie pure alla mia presenza (ma comunque di qualsiasi altro giornalista riconosciuto che avessero pensato) che ha permesso di fare questo scatto. 30 agosto A Carmagnola con Cesare Ponti Anche la Fiera del Peperone di Carmagnola c’è, in presenza. Non è stato facile prendere questa decisione, da parte dell’amministrazione, perché i numeri sono sempre stati importanti, ma alla fine, grazie al sindaco Ivana Gaveglio, è prevalso il buon senso che partiva da un mio ragionamento fatto ad aprile. Primo dato: il prodotto, oggetto della Fiera, comunque ci sarà e andrà venduto. Cosa si potrà fare attorno a questo dato di fatto? Fabio Bongiorni di Totem, che gestisce la fiera, ha coinvolto qualche espositore, non certo i numeri degli anni passati, mentre tutti gli eventi li abbiamo fatti sul posto, ma registrati, in totale sicurezza, con un pubblico di massimo 20 persone. Quindi le registrazioni con gli interventi miei (le “Confessioni Laiche”), di Tinto, di Rossana Turina e di Simona Riccio. E tutto, dalla chiesetta di San Filippo, è stato proiettato sul grande schermo della piazza principale. Cesare Ponti, dunque, quella domenica è arrivato puntuale, perché la strada che da Ghemme porta a Carmagnola la conosce benissimo, avendola fatta ogni giorno quando intuì che la Peperlizia creata con quel corno di bue sarebbe stata un successo. E con lui abbiamo percorso proprio una storia italiana, con un imprenditore che, insieme a suo fratello, aveva capito che i margini si facevano su altri prodotti che non fosse il solo aceto. Ma quella era la sfida nei riguardi del loro padre e non potevano sbagliare. Ora, la sfida fu vinta, ma alla fine Cesare ha dovuto ammettere che, pur avendo girato l’Italia intera, l’unico peperone che dava il massimo risultato del prodotto era il peperone di Carmagnola. Il sindaco che ha seguito in diretta il nostro dialogo sentiva per la prima volta questa confessione e ne è rimasta ammirata. Ma il dialogo con Cesare, che poi mi ha dato diversi spunti per costruire la pagina su di lui nel mio libro, è stato interessante anche per molti altri aspetti. Ad esempio quello riguardante il terzo settore in Italia, realtà alla quale lui si sta dedicando ora a tempo pieno. “Non c’è
A Carmagnola dopo l’incontro con Cesare Ponti
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nessun paese al mondo – ha detto – dove la risposta della gente in termini di solidarietà è così efficace”. Orgoglio italiano, no? 31 agosto Capodanno alessandrino con la sorpresa di Marco Molaro Al 31 agosto si celebra nella mia città il Capodanno, che coincide appunto con la ripresa delle attività, anche se quest’anno la movida nei locali è stata limitata e non più alla sera, per evitare assembramenti. Così io ne ho approfittato per fare la prova al ristorante i Due Buoi della mia città giacché il bravo cuoco giapponese, Jumpei Kuroda, se n’è andato da qualche mese. E francamente ero dubbioso che I Due Buoi riuscisse a mantenere la corona radiosa, ma in verità il giovane chef Marco Molaro che già era il secondo e che s’è fatto le ossa Agli Amici di Udine, ha dimostrato non solo di essere molto bravo, ma di avere una sua originalità. Al che mi sono precipitato a scrivere un articolo su ilGolosario.it e ad aggiornare in tempo reale l’app IlGolosario Ristoranti, anticipando che i Due Buoi mantiene ben salda la corona. Che soddisfazione si prova quando un cuoco merita. Anche il suo predecessore meritava, ma il fatto che gli abbiano tolto la stella Michelin, lo scorso anno, lo deve aver mortificato. Marco parte invece senza la zavorra dell’ansia da prestazione e con la sua calma potrà dimostrare a tutti di avere dei numeri. Peccato, tuttavia, che nessuno ne parli, come se il giudizio di una guida fosse una condanna all’oblio. E questa è la differenza fra la nostra guida nera e quella rossa: stare alla realtà dei fatti.
Marco Molaro, chef del ristorante I Due Buoi
1 settembre In visita da Le Corne Una delle cose più curiose della prossima edizione di Golosaria saranno i Top Hundred di quest’anno, ovvero i vini che io e Marco Gatti, insieme ai nostri altri quattro ispettori (Fabio, Alessandro, Stefano e Roberto) abbiamo selezionato per annunciarli puntualmente, come ogni anno, al 15 settembre. E come ogni anno, c’è anche il gioco degli assoluti, ossia dei vini che, nelle rispettive categorie, sono risultati Top dei Top. Ed ecco la sorpresa del Brut “Basura” di Durin di Ortovero per la categoria spumanti; del Rosato “Ramatico” 2018 di Pacchiarotti di Grotte di Castro per i vini rosati; del Terre Siciliane Zibibbo Passito “Zhabib” 2018 della cantina Hibiscus di Ustica; del Bianco Sardegna Superiore Semidano 2016 “Costa J Vacca” dell’azienda Muxurida di Samatzai. E infine del rosso Bergamasca Cabernet Franc Biologico “Vento Fermo” 2018 dell’azienda Le Corne di Grumello del Monte (Bg),
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che è spiccato fra 61 altri campioni. Così questo pomeriggio vado di persona ad annunciare il riconoscimento al team, composto dal proprietario Osvaldo Paris, dall’enologo Massimo Gigola, dal suo aiuto in cantina Carlo Pederzoli e dalla direttrice commerciale Cinzia Cortinovis. Gli farò un video, per cogliere in diretta la loro soddisfazione, ma soprattutto assaggerò uno straordinario Pinot nero che non mi aspettavo a questi livelli. E a questo punto, penso che l’enologo sia un mostro di bravura, se già lo scorso anno ci aveva sorpresi con un Cortese prodotto a Vignale Monferrato dalla cantina Hic et Nunc sempre di proprietà di una famiglia bergamasca. E qui mi chiedo: come mai si celebrano sempre i soliti enologi (i nomi sono come quelli delle dita di una mano), mentre c’è chi come Massimo Gigola fa un lavoro straordinario? Lo dico pensando ancora a quella piccola verticale di Pinot nero svolta nella loro cantina, che mai mi sarei aspettato a quel livello. Ma siamo alle solite: come nei ristoranti, anche nelle cantine, se si va a fondo, non si può che parlare e far emergere le novità, togliendoci dalla sclerotizzazione del già saputo.
Massimo Gigola (enologo), Cinzia Cortinovis (direttrice) e Carlo Pederzoli (aiuto-enologo) dell’azienda Le Corne
sta, anche se il mio arrivo con qualche minuto di ritardo mi è stato fatto notare. Mi fermo a dormire a Milano e il giorno dopo sono pronto per raggiungere Faenza, dove nell’accogliente osteria Manueli, in località Santa Lucia, mi attende Ruenza Santandrea, presidente del Consorzio Vini di Romagna, per una chiacchierata dopo l’interruzione dei mesi scorsi quando stavamo progettando ViVite. Mangiamo molto bene e come si fa a rinunciare alla torta fritta con lo squacquerone? Ovviamente non manca l’assaggio di un paio di Sangiovese di Romagna. Ma appena dopo il commiato con Ruenza, mentre sto scaricando la posta sul mio cellulare prima di mettermi in viaggio, mi prende un dolore mai provato nel basso ventre. Salgo in auto e non passa, per cui comincio a pensare che forse è meglio andare in un pronto soccorso. Ma proseguo. Faccio disdire il ristorante di stasera dalla mia segretaria che mi riferisce che il titolare si è parecchio arrabbiato (ma quanto sono nervosi? In entrambi i casi non sapevano chi ero, perché prenoto sempre sotto falso nome, ma se uno ha l’educazione di avvertire, per un contrattempo, perché arrabbiarsi tanto?). Intanto chiamo l’amico Angelo Frigerio di Tespi che mi aspetta alla Fiera di Parma per la premiazione dei Food Awards che devo officiare per dirgli che sono per strada ma non mi sento bene. Ma Angelo insiste e faccio lo sforzo di arrivare in fiera, puntuale. Peccato che si debba aspettare una mezz’ora prima di iniziare. Il dolore un po’ si attenua. Salgo sul palco, faccio la premiazione e Angelo presenta anche la mia iniziativa di Golosaria Fiera Online. Quando riparto per arrivare a casa il dolore è passato, ma poi ritorna appena dopo cena. Al che chiamo Paolo Frola, il mio medico di fiducia, che mi consiglia qualche antidolorifico. Passerò comunque la notte in bianco finché il giorno dopo andrò dalla mia dottoressa che mi farà una diagnosi precisa: “Calcoli, deve fare subito un’ecografia”. Mi reco alla clinica privata, perché altrimenti ci sarebbe troppo da aspettare e mi dicono che c’è posto fra 15 giorni. Ma capite come siamo messi? Poi facendo una ricerca si libera un posto per il giorno successivo. Faccio l’ecografia e la diagnosi era precisa: si tratta di una sabbietta fastidiosa ai reni che va via, seguendo una dieta apposita e prendendo medicine ad hoc. E così succede, dopo sei giorni. Ci si deve fermare e l’aspetto positivo è quello di aver perso peso. Poi gradualmente potrò riprendere ad assaggiare il vino e tutto il resto. Però quando è raro registrare dei problemi di salute si va subito nel panico, ancor più quando fai fatica a sapere come stanno le cose. C’è una canzone del mio amico Claudio Chieffo, che mi è venuta in mente in quei giorni, che dice: “Poi conoscesti il dolore, che toglie il gusto alle cose”. È proprio così, il primo aspetto che ti manca è il gusto delle cose minime, come svegliarsi al mattino, andare a lavorare, dormire, mangiare. Quanti doni si hanno senza accorgersi che sono tali.
Il proprietario dell’azienda Le Corne Osvaldo Paris
2 settembre Quando il troppo stroppia Finita la degustazione alle Corne, dove non sono mancati assaggi di pane e salame e formaggi, che hanno accompagnato quei vini, eccomi sulla strada di Bergamo per provare un ristorante che avevo in elenco, il Gigianca, ottimo sotto tutti i punti di vila Circolare
5 settembre A Carmagnola con le case history della ripartenza e il dibattito sul Covid con Meluzzi Weekend a Carmagnola, sempre dolorante, ma in costante miglioramento. Nel weekend le Confessioni Laiche sono con le case history della ripartenza: Flavio Boraso, che è stato a capo dell’unità di crisi piemontese durante l’esplosione del Covid in primavera, e Alessandro Meluzzi. Due dibattiti diversi, ma pur sempre interessanti. Nel primo caso avverti quel principio di adattamento della carpa, che sta sulla copertina del mio libro, e mi colpisce l’iniziativa di Campagna Amica che è arrivata nelle case delle gente; nel secondo caso assisti a due punti di vista diversi: da una
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parte chi è stato in prima linea, come Flavio Boraso, dall’altro chi giudica secondo una teoria, rispettabile, ma pur sempre teorica. Meluzzi non è un negazionista del Covid, ma in certi casi ci va vicino quando dice che la mascherina ha il medesimo effetto di una scorreggia che trapassa le mutande. E poi chiude dicendo che comunque la storia di ogni virus è quella di sparire a un certo punto. Sì ma quando? Non è stato facile moderare il secondo incontro, anche se gli ascolti sono schizzati verso l’alto, durante il battibecco con Meluzzi. Sono le leggi dell’audience, ma quello che ci interessa è invece altro: essere sicuri di poter fare tutto ciò che è necessario per evitare un pericolo che può trasformarsi in dramma. 8 settembre Ed eccoci alla conferenza Stampa di Golosaria Monferrato È tutto pronto per Golosaria tra i castelli del Monferrato e non ci sembra vero che dopo due rinvii si possa vivere questo appuntamento tanto desiderato. Ma ormai ci siamo. Abbiamo diviso l’appuntamento in due weekend, per favorire un flusso più ordinato, mettendo in atto tutte le misure di sicurezza necessarie, sia al castello di Casale Monferrato, sia a quello di Uviglie. Ed oggi è il giorno della conferenza stampa, con il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Luciano Mariano, che ci accoglie nella sala conferenze di Palatium Vetus. Arriva anche l’assessore regionale al Turismo, Vittoria Poggio, e poi i rappresentanti delle province di Asti e Alessandria, il rappresentante della Fondazione Crt di Torino, Massimo Bianchi, e tanti colleghi giornalisti. Ma la novità sarà il collegamento via Facebook in diretta live che alla fine sommerà oltre 2.000 visualizzazioni. Siamo entrati nell’era degli eventi accompagnati dalle dirette online e tutto diventa più incisivo, diffuso e performante. Le previsioni del tempo sembrano clementi e mentre è in corso la vendemmia nei vigneti del Monferrato, eccoci a vivere, per la prima volta, la nostra Golosaria più divertente alle soglie dell’autunno. Che gran bel regalo.
organizzato una giornata ancora più ricca di quella dello scorso anno, quando mi fece conoscere i suoi amici giovani produttori. Lei è un vulcano, perché durante il lockdown ha inventato una serie di dirette Facebook dedicate alle passeggiate nella sua azienda agrituristica #aspassoconme. E da li è nata la Colleganza, ad esempio con Guido Calleri di Sala e con tanti altri. L’appuntamento pubblico sarà dunque alle 18 nella spettacolare Villa Calleri di Sala, che appartiene alla famiglia omonima, che annovera fra gli avi uno dei fondatori della Fiat: Emanuele Cacherano di Bricherasio. Con Rossana Turina e Guido Calleri di Sala, in rappresentanza della famiglia, faremo un dibattito dal titolo “L’apericena non esiste, ma solo la merenda sinoira”, cui partecipa Federico Francesco Ferrero con gli intermezzi culturali dell’attrice Daniela Cavalini. Ma il bello è la preview dell’incontro, con la visita nelle varie aziende protagoniste: da Luca Bonansea, ad esempio, che ha puntato tutto sulle nocciole e sulla frutta, riadattando la cascina di famiglia, che ospita anche un museo di contadinerie. E lì, mentre ammiro la crescita dell’attività e mentre assaggio quella clamorosa torta di nocciola che lui sforna, incontro suo papà, Claudio Bonansea, che fu un politico di spicco. Ora si dedica a questa attività e sembra entusiasta. La seconda tappa sarà invece alla’azienda Roncaglia della famiglia Bianciotto che produce un varietà infinita di mele, dopo aver vissuto l’epopea dei kiwi. Pensate che tutta la sua produzione la rivende ai gruppi di acquisto di Milano, Genova e Torino ed è conosciutissimo attraverso il marchio e-commerce PortaNatura. C’è la mela con la polpa rossa, c’è la grigia, insomma una varietà che mi omaggia (saranno almeno 20 su 60) in una cassetta dove inserisce il paw paw che è un frutto esotico simile all'anona calabrese, dal gusto di banana. Infatti lo chiamano il banano di montagna. A pranzo un’altra scoperta entusiasmante, una sosta radiosa da due giovani, nella piazza di Fenile, che era comune a sé prima di unirsi a Campiglione. E qui mangiamo davvero molto bene, in questo ristorante, pizzeria su due piani, ambientato nella scuola del paese. Si chiama Le Arcate e merita davvero. L’ultima visita sarà nella cantina Autin di Barge che affina i suoi vini nelle grotte
Paolo Massobrio e il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria Luciano Mariano alla conferenza di Golosaria
Luca Bonansea, titolare dell’omonima azienda agricola
11 settembre A Bricherasio a incontrare un sistema Oggi è una giornata riposante che inizia al mattino con la lettura dei giornali, mentre tutti i miei collaboratori sono a Casale Monferrato per i preparativi di Golosaria che si inaugura domani. Alle 9 parto per Bricherasio, dove mi aspetta Rossana Turina, che ha la Circolare
di talco. E sono vini davvero interessanti, a iniziare dai bianchi per finire con gli spumanti affinati in quella maniera e poi con il passito da uve malvasia moscata che sarà un sogno. Sono davvero grato a Rossana, perché mi ha riempito una giornata di incontri davvero interessanti, tant’è che appena sono rientrato
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Calleri, moglie di Edoardo che fu il primo presidente della Regione Piemonte. Mi ha colpito il suo senso di accoglienza, il suo sorriso, la sua felicità nel vedere tanta gente. Non è da tutti. A qualcuno magari può non far piacere che gli invadano la casa, mentre la signora ha dimostrato un’accoglienza e un’apertura che sono il presagio di cose molto interessanti da queste parti. 12 settembre Ed è Golosaria Monferrato Verrà la gente, non verrà? La domanda ce la siamo posta, poi quan-
I Bianciotto dell’azienda Roncaglia
L'inaugurazione di Golosaria Monferrato con il sindaco di Casale Federico Riboldi
L’incontro a Villa Calleri con Rossana Turina, Federico Francesco Ferrero e Guido Calleri di Sala
Con il sindaco di Rosignano Cesare Chiesa, Fulvio Tonello, Luca Ligabue e sua moglie
I giovani titolari del ristorante Arcate di Fenile
in ufficio ne ho scritto per IlGolosario.it: sia del ristorante di Fenile, sia dei vari incontri coi produttori. Della precedente visita mi ricordo la scoperta della macelleria Caffarati di Bricherasio e dei vini de La Rivà, che riassaggerò dopo il dibattito, trovando notevole quel bianco da uve blanchet che premiammo come Fuori di Top fra i Top Hundred lo scorso anno a Golosaria. Ad assistere alla nostra chiacchierata c’erano almeno 60 persone, che poi hanno assaggiato le specialità dei produttori, che i ragazzi del ristorante di mezzogiorno hanno messo insieme facendo un piatto di finger food. La casa della famiglia è poi un museo a sé e mi ha molto colpito conoscere la mamma dei fratelli la Circolare
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I partecipanti alla camminata organizzata dalla Pro Loco di Terruggia
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Iscriviti al Club di Papillon per il 2021 CARO LETTORE E SOCIO Con l'inizio dell'anno sociale (agosto) si apre la campagna associativa al Club di Papillon, che va verso i suoi 29 anni di vita. Appartenere al Club di Papillon significa sostenere un mondo e conoscerlo insieme. Ăˆ il mondo del gusto, dei piccoli artigiani alimentari, dei negozi eroici, dei produttori di vino che portiamo ogni anno alla ribalta, insieme a quella che consideriamo l'autentica ristorazione italiana.
I soci di Papillon durante l'anno ricevono:
L'INVITO a partecipare alle nostri iniziative (locali e nazionali) con l'ingresso gratuito in tutte le aree
I NOSTRI LIBRI in omaggio LA NOTIZIA DEL GIORNO ovvero la preziosa rassegna stampa quotidiana online E poi tutte le convenzioni in essere riservate ai soci
Iscriviti subito al Club di Papillon RICEVERAI I NOSTRI LIBRI E LA TESSERA ASSOCIATIVA ModalitĂ di iscrizione: - con versamento su bollettino di conto corrente postale c/c 10211159 intestato a: Associazione Club di Papillon - con bonifico bancario (richiedi le coordinate tramite il modulo associativo o scrivendo a info@clibpapillon.it) - in contrassegno inviando via fax al numero 0131261678 il modulo associativo qui accanto - con carta di credito
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do abbiamo visto la fila di gente ordinata, che passava dal gazebo coi carabinieri volontari che prendevano la temperatura, mentre i visitatori lasciavano traccia di reperibilità, ci siamo tranquillizzati. Quest’anno Golosaria nel castello di Casale ha potuto contare su un bel numero di espositori (pochissime le disdette) dislocati su spazi più ampi e nuovi per non creare assembramenti. E così le cucine di strada. Un’immagine davvero bella, che per due giorni porterà al successo di 8 mila ingressi, con tanta gente arrivata dalla Lombardia. Poi c’è stato il divertente tour fra le panchine giganti, le Big Bench collocate nei punti panoramici del Monferrato. E
Sosta a Scurzolengo con i prodotti del panificio Verrua e della macelleria Lucariello
anche noi, dopo l'inaugurazione con il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi e con l’assessore alle attività produttive Emanuele Capra, ci siamo messi in viaggio. Ma prima è venuto a farci visita Riccardo Molinari, esponente di spicco della Lega, che ha sempre partecipato a Golosaria, anche quando era meno famoso. Tanti segnali di affetto e di attenzione. Come quello dei sindaci dei vari paesi che hanno realizzato camminate e iniziative. Vado a Terruggia, a salutare il gruppo di cammino al termine del loro giro, quindi a Rosignano Monferrato con il sindaco che ha convocato i produttori di vino. Il giorno dopo si gira per Portacomaro, alla partenza delle 500 che si sono radunate (saranno più di 50) e che ritroveremo a Montiglio dove Cinzia Montagna ha organizzato un pranzo-confronto fra la schita dell’Oltrepò e la schiciola del posto. Bellissima la sosta a Scurzolengo, ad assaggiare il pane strepitoso del Panificio Verrua (finalmente una “monferrina” come si deve) e poi i salumi notevoli della macelleria Paolo Lucariello proprio di fianco. Due luoghi del gusto che non mollerò più. Ci aspettano anche alla Tenuta Montemagno, che parteciperà nei due weekend. E poi le panchine giganti di Rosignano Monferrato, di Grazzano Badoglio e di Vignale Monferrato, per finire nella cantina di Ermanno Accornero, verso sera. La sera di sabato abbiamo festeggiato il Club di Papillon, celebrando poi la nostra assemblea annuale, con una cena al ristorante Accademia di Nicola Mecca. Era anche l’anniversario di matrimonio mio e di Silvana e di Elena e Maurizio Lega. Tanti amici quella sera: da Tina Corona sindaco di Vignale Monferrato insieme a Loredana Furno, che fondò Vignale Danza, a Domenico Arecco con sua moglie e poi i “gallici” Nicoletta e Gianni Bertolone, insieme ai Delegati di Papillon giunti da ogni parte. Alla fine di questa due giorni, con Silvana e Marco Gatti e tutti i nostri collaboratori, ma anche i tanti delegati dei Club di Papillon, siamo rimasti decisamente sorpresi. Sorpresi dall’educazione responsabile della gente che ha partecipato; sorpresi dal flusso come se questo fosse uno degli appuntamenti più attesi: da Torino, Genova, Milano; sorpresi da come abbiamo vissuto pure noi Golosaria, girando e divertendoci, fra una cantina e una Big Bench, dentro alla bellezza del Monferrato a settembre, che raggiunge una sorta di apice. E il prossimo weekend si replica!!! 15 settembre L’annuncio dei Top Hundred 2020 con la diretta Facebook e Cronache di Gusto Nella settimana di preparativi per il secondo weekend di Golosaria, con un occhio alla adesioni che stanno crescendo anche per Golosaria Fiera Online, eccoci con un altro appuntamento che porta la data del 15 settembre. Da sempre è il giorno in cui con Marco Gatti annunciamo la nostra fatica più gratificante, ovvero i 100 migliori vini d’Italia. A cui si aggiungono 28 “fuori di top”, ovvero i vini assaggiati singolarmente o da Marco o dal sottoscritto, senza passare dalla degustazione plenaria che ha già chiuso (questo a fine luglio) il quadro dei 100. Quest’anno il partner che ha accettato di lanciare i Top Hundred è il sito Cronache di Gusto e il suo direttore e fondatore, Fabrizio Carrera, ha accettato di fare da moderatore fra me e Marco Gatti. Poi due contributi video, rispettivamente dell’azienda Le Corne di Grumello del Monte, Top dei Top dei rossi e dell’azienda Muxurida di Samatzai, come Top dei Top dei bianchi.
Cinzia Montagna con i piatti del “confronto”: la schita dell’Oltrepò e la schiciola del Monferrato
Sulla Big Bench di Grazzano Badoglio
Mi ha colpito, dalle domande e dalle considerazioni, ciò che ha la Circolare
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detto Fabrizio Carrera, un collega che ha colto perfettamente lo spirito del nostro riconoscimento che è uno sforzo enorme, ossia di non premiare mai la cantina delle 18 edizioni precedenti. In questo modo emergono le novità e penso ai tanti giovani che hanno avuto questo trampolino di lancio oppure alle cantine che sono passate per la prima volta da questo riconoscimento e poi non le senti più. (salvo inviarti il post di Merano, dei Tre Bicchieri o di qualche altra cosa). I colleghi ci guardano? Certo, è normale. Alcuni lo fanno sistematicamente, tanto il lavoro sporco (eufemismo) lo abbiamo fatto noi. Una produttrice mi ha raccontato che è si è vista premiata da un giornalista famoso, uno di quelli che parlano l’inglese fluido, senza che questi avesse mai assaggiato il suo vino. Siamo a questo punto. La cosa ci fa sorridere, ma a volte anche deprimere, sapendo quanto poco rispetto ci sia da parte di certi... Certi? Giornalosti, li chiamava l’indimenticato direttore di A Tavola Germano Pellizzoni.
a parte, questo messaggio è per Claudio: quando ci troveremo a casa vostra con Gerry Scotti, io porto il Barbacarlo e tu ci metti la muletta. Alla sera siamo a cena a Vignale Monferrato in quella che un tempo era la Trattoria Da Serenella e oggi è diventata Le Tre Lasagne, con una fornitissima enoteca a fianco e due giovani davvero intraprendenti. Mangeremo molto bene, nel dehors che dà sulla piazza, insieme al sindaco, Tina Corona, con cui concluderemo la serata, andando poi a vedere casa sua. Io e Silvana ci ritiriamo nella Casa di Babette che è quasi mezzanotte e a entrambi è chiaro che oggi ci siamo innamorati nuovamente del Monferrato, avendo visto angoli fantastici, che sono la scommessa del domani. Con Golosaria abbiamo valorizzato, in 15 anni, questi luoghi, ma c’è ancora moltissimo da fare. E noi siamo pronti.
Un momento della presentazione dei Top Hundred in collegamento con Fabrizio Carrera
18 settembre Altro Giro per il Monferrato: a tutto vino Ed eccoci alla vigilia del secondo weekend, questa volta dedicato interamente al vino, con il punto di attrattiva nel castello di Uviglie di Rosignano Monferrato. E qui già da venerdì sera ci accasiamo alla Locanda di Babette, che è un posto davvero da sogno, con delle camere accoglienti e una teoria di sale dove si mangia decisamente bene. A Uviglie, riusciamo a terminare i preparativi entro le 18 per cui con Silvana facciamo un salto a Cella Monte, che è uno dei borghi più belli d’Italia con il museo della pietra del cantone in tufo. Passiamo davanti alla vineria Al 365, che è una meta che mi riprometto di provare quanto prima, mentre i balconi panoramici, da qui, si affacciano su Uviglie e Rosignano Monferrato e la bellezza è struggente. Ma la nostra vera meta è la salumeria Francia, che produce dei salumi eccezionali: il cotto del Monferrato, il salame crudo, la filzetta, il crespone che è lo scalino poco prima del principe dei salumi monferrini: la muletta. Entriamo nel negozio ed è un alimentari essenziale, anche se ci sono i grissini di Penna di Mongardino e qualche chicca degna di nota. Ma quello che balza più all’occhio sono gli adesivi di tutte le nostre pubblicazioni, e anche le collezioni ordinate, segno che questo posto lo conosciamo bene da almeno 30 anni. Poi quando ci porta a visitare il caveau delle Mulette, scopriamo che per Natale c’è già il sold out: sono lì tutte in fila a stagionare con il cartellino che riporta il nome. E c’è anche quello di Claudio Gallina, marito di Motoko per cui sotto Natale sarei tentato di fare un blitz e dire al signor Francia: “Mi ha detto Claudio di ritirarla io...” (ma per rispetto a Motoko non lo farei mai). Scherzi la Circolare
I titolari della salumeria Francia
19 settembre Il primo giorno non si scorda mai Anche la mattina di Uviglie ha le sue apprensioni, circa l’adesione della gente, che in verità comincia ad arrivare verso le 11 del mattino. Ma noi siamo già stati a Vignale Monferrato, ad attrezzare la mostra dei lavori dei giovani designer per dare un’anima ai cartoni di vino del Monferace, il Grignolino invecchiato. Hanno partecipato in 56 e la nostra commissione di valutazione presieduta dall'architetto Michele De Lucchi ha designato i tre vincitori. A Uviglie c’è il pubblico delle grandi occasioni e anche qui gli spazi sono raddoppiati rispetto alle edizioni precedenti. La prima sorpresa sarà incontrare Franco Telesca con sua moglie per fare una foto con il suo libro in mano (si intitola Abbracciati nel tunnel. Lettere d’amore ai tempi del Covid) e racconta i duri mesi all’ospedale di Novara, in cura per il Covid. Un libro bellissimo, di amore e di speranza, quasi un diario tenuto dalla moglie con i suoi pensieri e i suoi dialoghi per riportarlo alla vita. E vederlo qui, dove ogni anno ci incontravamo, mi riempie il cuore di felicità, essendo Franco uno dei tre amici che, nella primavera scorsa, sono stati nelle mie preghiere. L’enoteca delle Bollicine ha poi una selezione pazzesca, con 10 dei Top Hundred premiati quest’anno, in anteprima. C’è poi Nicola Mecca con una selezione di Champagne e l’enoteca della Barbera con la presenza di cinque produttori e tante altre etichette in assaggio. Fra i produttori di vino presenti mi ha poi sorpreso trovare il calabrese Barone di Bolaro, che col suo passito è un Top Hundred di quest’anno. Un bel parterre, comprese le cucine di strada (ben quattro), i produttori di salumi (da sempre Bona di Nizza Monferrato e il Salumificio Miglietta, pane e dolci (Fantuzzi) fino
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allo spazio sigar con il Toscano. Conduco una degustazione dedicata ai vini rossi autoctoni del Monferrato cui partecipa anche Marco Maggi, presidente del Buttafuoco Storico, e poi vengo sequestrato da Andrea Musmeci e Luca Cairoli di Rushnet che in una stanza della Locanda di Babette mi fanno registrare 10 spot per lanciare Golosaria Fiera Online. All’ora dell’aperitivo, mentre scende il sole, ci sediamo nel dehors che dà sulle colline del vino e beviamo anche
noi uno Champagne, prima di cenare, verso le 21,30, in attesa che da Milano arrivi Marco Gatti. E lui arriva alle 23,15 e si ricomincia mangiare e a bere perché il bello di stare in compagnia è anche questo, come se non ci fosse un domani, si dice, quasi a voler fissare un istante. È proprio così: tanti istanti che puoi fissare dentro al piacere di una compagnia.
Con Marco Maggi, Filippo Mobrici e Marco Gatti al termine della degustazione dedicata ai rossi del Monferrato I titolari del Salumificio Bona
Con Franco Telesca e sua moglie
Le Cucine di Strada al Castello: La Torre di Casale Monferrato
Assaggi delle bollicine di Golosaria
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20 settembre Gli amici del Grignolino a Vignale (e una parentesi a Fossano) Domenica impegnativa che inizia al mattino presto con le riprese, dal drone, dove io e Marco insieme lanciamo Golosaria Fiera Online. Poi devo correre a Vignale Monferrato per la cerimonia dell’amico e dell’amica del Grignolino che quest’anno verrà conferito al governatore del Piemonte, Alberto Cirio e all’artista Loredana Furno. Ma c’è anche la cerimonia di premiazione di Comieco-Monferace e fra il pubblico presente nel cortile inteno di Palazzo Callori ci sono i tre ragazzi premiati. Al primo posto Gabriele Toselli che arriva da Modena, al secondo Filippo Oppimitti che giunge da Parma, quindi Anna Battistin da Valdagno. Con me, a premiare, il direttore di Comieco Carlo Montalbetti, il presidente dell’Associazione Monferace Guido Carlo Alleva, il sindaco Tina Corona e poi il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che rimane sorpreso dall’evento e non si tira in-
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dietro quando insieme andiamo nello spazio per la degustazione libera di oltre 100 campioni di Grignolino. Il sindaco poi ci invita a pranzo alla trattoria Universo, anche qui con un bel dehors all’aperto che dà su un panorama mozzafiato. Ma alle 14 devo scappare perché a Uviglie c’è la degustazione più bella, con il presidente del Consorzio Barbera D'Asti e Monferrato, Filippo Mobrici, dedicato alla Barbera. Anche questa molto partecipata, con grande soddisfazione per i produttori. Finita la degustazione lascio a Marco Gatti l’incombenza delle prossime degustazioni e mi dirigo a Fossano, grazie al passaggio di Roberto Formica che mi porta direttamente in piazza Castello, dove c’è una cerimonia con 600 persone sedute e distanziate dei Capolavori a Tavola.
La premiazione degli Amici del Grignolino 2020: Alberto Cirio e Loredana Furno
Il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio Paolo Massobrio e Marco Gatti durante la registrazione per lanciare Golosaria Fiera Online
È un’iniziativa di Confartigianato Cuneo, che ha scelto questo evento per presentare il secondo volume dedicato ai dolci con l’Ensemble Symphony Orchestra che eseguirà brani di Ennio Morricone e il sottoscritto a commentare i dolci. Quando cito le Quaquare di Genola si alza un grido di ammirazione, ed è il presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia, in prima fila, che è proprio di quel paese. Dopo qualche giorno, in ufficio, la pasticceria Talpina mi invierà due confezioni di quei biscotti favolosi. Alle 19,30, finita la cerimonia, ripartiamo diretti a Rocchetta Tanaro dove ci aspettano Silvana e Marco Gatti, a cena alla trattoria I Bologna. Con i tre vincitori del concorso “Monferace - tra packaging e territorio”
Anche la giornata di oggi a Uviglie è stata un successo, con qualche problema nel pomeriggio quando la fila di gente è diventata lunga. Ma tutto è stato gestibile facendo girare i flussi della gente su un percorso obbligato. Stasera torneremo a casa stanchi ma felici. E non era per nulla scontato.
La mostra allestita a Palazzo Callori con le opere dei giovani designer
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Il pubblico di Capolavori a Tavola a Fossano
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A Fossano, sul palco di Capolavori a Tavola
21 settembre Le elezioni regionali premiano la persona Nel frattempo, ieri si sono svolte le votazioni in alcuni Comuni italiani ma soprattutto in sette regioni. E la sorpresa è stata la pressoché unanime conferma dei governatori uscenti, sia di destra che di sinistra. Al che ho scritto una breve riflessione di carattere politico, che riporto. “Ma davvero hanno vinto tutti, secondo il classico copione del post elezioni cui siamo abituati oramai da anni? Proviamo allora a dire una cosa un po’ diversa: hanno vinto le persone e hanno perso i partiti, che a quanto pare detengono serbatoi di voti assai fluttuanti e sempre meno fidelizzati, anche perché di partiti in senso classico, dove si formano gli amministratori di domani, ce ne sono sempre meno, dopo che si è appurato che il voto di pancia è più redditizio: basta indovinare l’argomento. Da destra o da sinistra, i presidenti di Regione usciti dalle urne, sembra evidente, hanno portato a casa un successo personale per un fatto molto semplice: sono stati capaci di decidere, ma soprattutto hanno sviluppato quel senso protettivo della politica che si chiama prossimità. Il Covid, volente o nolente, è stata una palestra e gli unici dialoganti col premier Conte, che hanno saputo fare opposizione correggendo anche certi rigidi provvedimenti, sono stati loro. Se il Governo pensava di giocare una partita centralista, paradossalmente, nei mesi scorsi ha fatto gustare il piatto dell’autonomia. E i risultati sono questi, per cui i vincitori si chiamano Zaia, De Luca, Toti, Giani, Emiliano, in ordine di consenso, con l’eccezione di Acquaroli nelle Marche e della candidata leghista in Valle d’Aosta, che rappresentano discontinuità con gli uscenti. E mentre nei salotti si parla di rimpasti e di spunti per attivare la perenne campagna elettorale del Bel Paese (che un po’ stufa), la gente con il voto delle Regionali chiede a gran voce che si decida, mettendosi al lavoro sugli aspetti più urgenti.” Su Avvenire ecco il mio articolo del 23 SETTEMBRE LE PERIFERIE RIPARTONO. CON FANTASIA E CORAGGIO Sembra così lontana quella stagione, esattamente la primavera, quando i paesi sembravano abitati da fantasmi: poche auto, quasi nessuno a piedi, tutti rinchiusi nel lockdown. «Ma noi andavamo nella vigna – mi dice un anziano vignaiolo del Monferrato –, non l'abbiamo mai accudita così bene, si vede, no?». E difatti le collila Circolare
ne che vanno verso l'alto del paese hanno una pettinatura quasi perfetta. Entro nel borgo di Cella Monte e le case sono costruite tutte in tufo con la pietra chiara del cantone. Qui il negozio di "commestibili" sorto a inizio Novecento è la Salumeria di Enrico e Clelia Francia: porte di legno che danno su una piazzetta dove campeggia un'insegna antica con la scritta "Pane, Biscotti e Fantasia". Sorride l'anziano titolare, che continua a stagionare dei salumi inenarrabili (il top qui si chiama Muletta), curati come una vigna proprio nei mesi del lockdown. Poco più avanti dei giovani hanno aperto la vineria "365" dove, sulla lavagnetta, hanno scritto «Non ci si annoia mai». Che dire, m'ha fatto una piacevole impressione, all'inizio dell'autunno, vedere che questi locali hanno riaperto, riattivando la relazione fra la gente che viene apposta. E così a Vignale Monferrato e a Rosignano. Ma chi si cura di queste piccole realtà, che di fatto rimettono in moto il turismo? L'ente più prossimo è il Comune, ma a seguire ci sono le Camere di Commercio. Presenze vitali, che hanno accompagnato la ripartenza. Eppure, si scopre che questi corpi intermedi, che entro il 14 ottobre dovrebbero perfezionare i loro accorpamenti (riducendosi a 60) dopo 4 anni dal decreto legislativo che avviò la riforma Madia, sono ancora in stallo. Pd e Lega hanno presentato emendamenti che di fatto farebbero slittare, o forse saltare, quello che era previsto nel Decreto di agosto e che fra poche settimane dovrebbe compiersi. Perché si vuole lasciare nell'incertezza amministrativa i corpi intermedi, che di fatto attuano la politica di prossimità vicino alle imprese? In questi giorni ad Asti si celebra la Douja d'Or, motore di quell'economia del vino che permette di far vivere un'esperienza turistica sul territorio. L'hanno voluta a gran voce, questa manifestazione, perché settembre ad Asti senza il Palio o il festival delle sagre non era più tale. È stato un segno di ripartenza e la Camera di Commercio ha fatto da capofila, ma così è accaduto un po' ovunque dove sono stati messi su un piedistallo i valori dei territori. Che l'amministrazione centrale sembra non voler vedere; mentre l'amministrazione capillare resta ancora nelle mani di chi ascolta, decide, e continua a tener vive le belle tradizioni. 24 settembre Partenza verso la Toscana alla Tenuta Podernovo I ritmi di lavoro stanno diventando intensi, perché ormai siamo alla chiusura di tutti i nostri libri, compreso il mio di racconti, manca proprio poco. Ma quando Camilla Lunelli mi ha chiamato per dirmi che mi avrebbe voluto alla Tenuta Podernovo a Terricciola (Pisa) per la presentazione del loro Sangiovese in purezza non ho saputo dire di no. Così mi sono organizzato per essere al Podere la sera prima e poter lavorare fra un appuntamento e l’altro, per l’intero giorno di giovedì. Dunque si parte da Alessandria, tre ore di viaggio, con sosta a Carrodano per un appuntamento video-telefonico via Whatsapp. Arrivo al Podere verso sera e quello che vedo è davvero splendido. Accanto alla cantina il ristorante elegante con una cuoca davvero molto brava che subito ci serve un piatto di pasta Martelli con un ragù di cortile. A cena, ci saranno anche un paio di colleghi e poi Camilla, Marcello e Alessandro Lunelli coi loro collaboratori. Non sapevo che oltre a un’azienda vitivinicola questo Podere, che viaggia sotto la direzione di Corrado Dalpiaz, avesse una capacità di ospitalità così raffinata e appagante. Le camere per esempio sono molto belle, situate in una casa ristrutturata di fronte alla cantina, con i giardini curatissimi. C’è anche la piscina, l’orto botanico e,
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naturalmente tante vigne. Ma neppure sapevo che il ristorante fosse aperto al pubblico: io qui ci torno, quanto prima.
I fratelli Lunelli con la bottiglia del nuovo Solenida Serata alla Tenuta Podernovo
25 settembre Si presenta il vino Solenida Se passeggi per le vigne della Tenuta Podernovo puoi trovare un sacco di fossili, in sostanza conchiglie. I Lunelli hanno voluto investire qui e poi in Umbria, dove c’è Il Carapace, per la loro produzione di vini rossi fermi. E qui, in Toscana, hanno dato ai vini i nomi delle conchiglie: quindi Teuto per il taglio bordolese; Auritea per il cabernet franc che fu presentato lo scorso anno a Milano e Solenida per questo sangiovese in purezza che ho trovato decisamente maestoso. Merito anche dell’enologo, Luigi D’Attoma, che arriva alle ore 12 in punto per guidare la degustazione dove si capisce meglio il progetto, avendo assaggiato un Sangiovese della Tenuta già prodotto nel 2005. Seguirà il pranzo, mentre per la sera è prevista una festa particolare, dove il sommo pizzaiolo Giovanni Santarpia metterà in forno una teoria di pizze da abbinare a due brut, un blanc de blanc e uno rosé della linea Maximum. E qui la sorpresa sarà avere con noi anche Stefano Fanticelli, detto il Maledetto Toscano, che suonerà i motivi di Morricone al flauto oppure Danielo Vestri con i suoi cioccolati, da abbinare, a fine cena, al sigaro Toscano Assoluto con una grappa Segnana.
L’esibizione di Stefano Fanticelli, il “Maledetto Toscano”
Alla fine è arrivato anche Matteo Lunelli, e con loro al completo si è come ricreato quel senso di famiglia, che già avevo apprezzato dalla precedente generazione di genitori e zii. Ognuno ha il
Un momento di relax con il sigaro Toscano Assoluto
suo compito, e mi colpisce il rispetto che hanno di ciascuno, quasi a voler liberare la reciproca creatività. Ma questo vale anche per i loro stretti collaboratori, che hanno il medesimo senso di famiglia e di appartenenza. Sono stati due giorni davvero molto belli, umani, dove ovviamente abbiamo bevuto grandi cose, non solo vini rossi, ma anche qualche bollicina rara come il rosé riserva del Fondatore che fu presentato due anni fa a Villa Margon in una serata memorabile, con lo chef Alfio Ghezzi. Ho fatto bene ad accettare questo invito, e soprattutto ho scritto i miei ultimi capitoli più difficili. La Tenuta Podernovo, posso dire, mi ha ispirato.
La presentazione del Solenida con D’Attoma, Alessandro Lunelli e Dalpiaz
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26 settembre Da Martelli a Lari a scoprire la Colleganza Mattinata con colazione deliziosa, lettura dei giornali e saluti a tutti. Prima di partire per Milano, dove raggiungerò Silvana e gli amici della Gallia, vado a trovare un grande amico, Dino Martelli, che a pochi chilometri da qui, a Lari, produce la sua pasta speciale nel pacchetto giallo. Lo trovo nella palazzina di produzione, con sua moglie Lucia, i suoi figli, tutta la famiglia. Lari è un paese affascinante, dominato dal castello, che fa ombra proprio al pastificio. E negli ultimi tempi è diventato un centro turistico, mi racconta Dino, che nel frattempo mi accompagna in due macellerie. La prima è quella di Simone Ceccotti che fa un rigatino spettacolare, la seconda è quella di Davide Balestri, che produce il salame alle
ciliegie, che sono una specialità di questo paese. Poi mi presenta dei ragazzi che hanno aperto un’osteria dove pare si mangi molto bene, mentre ci godiamo un caffè sulla piazza principale. Durante il dialogo Dino mi dice che durante il lockdown è aumentato il consumo di pasta e loro non si sono mai fermati. “Ma è una vita che non mi fermo” mi racconta mentre mi mostra la raccolta dei calendari dei carabinieri, perché lui ha fatto servizio in quel corpo. E lì scopro che esiste una pubblicazione periodica anche dei carabinieri del re, al quale prestò servizio mio papà, classe 1919. Che piacevole incontro quello di stamane, dove ancora una volta ho visto il genio della colleganza, dentro a un piccolo paese, dove uno aiuta l’altro, lo valorizza, perché il racconto di Lari diventi sempre più importante. Dino Martelli è stato ricevuto persino dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si è complimentato per la sua attività. Che è rimasta sempre uguale, coi medesimi ritmi, aumentando la fornitura di grano maremmano perché tutto possa parlare di Toscana. Anche nella scelta di produrre le penne lisce, che ha poi raccontato a Report, in un efficace servizio del collega Iovine che ha valorizzato i migliori pastifici, quelli come i Martelli che non cercano vie brevi e mode, per imporre la propria qualità. Bravo Iovine! Gli ho scritto in un messaggio su whatsapp.
A Lari, davanti al pastificio con tutta la famiglia Martelli
Il salame alle ciliegie di Davide Balestri
27 settembre Sul lago e poi a Chivasso con i nocciolini Una domenica sul lago, ancora a Nibbiuno a casa di Piergiorgio e Attilia, e poi di corsa a Chivasso, per partecipare alla Fiera del Nocciolino, dove sono chiamato a officiare alle premiazioni e a condurre un dibattito sul mondo delle nocciole, che qui vorrebbero veder riconosciute dall’Igp, come in altre parti del Piemonte. Fabio Bongiorni ce l’ha fatta a portare i produttori nelle vie e a ricreare le condizioni perché la Festa si potesse fare. Rispetto a Carmagnola, questa è risultata una situazione più compiuta, e tutti indossavano la mascherina. Ma a vedere questa festa, quasi c’è da pensare che il pericolo ormai sia alle spalle. E invece non sarà così. 28 settembre Si rilanciano le De.Co. Da un paio di mesi grazie all’iniziativa di Vladimiro Riva di Vicenza si è ricreato un gruppo, di 15 persone, che ha ripreso insie-
Il rigatino di Simone Ceccotti
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me il tema delle De.Co, le denominazioni comunali. E insieme abbiamo steso un manifesto per rilanciare quella che fu un’idea di Luigi Veronelli. Ora, il gruppo, che annovera fra gli altri Arturo Rota, che fu agli inizi di questa storia, è molto eterogeneo e talvolta ci si attarda, nelle discussioni in chat, a chiacchiere in libertà. Ma intanto abbiamo provato a mettere nero su bianco alcune parole chiare sulle denominazioni comunali. Eccole: MANIFESTO DE.CO. 1. Le De.Co. sono un agile strumento che consente a ogni Sindaco di dare valore alla forte identità territoriale e storica di specifici prodotti, piatti-ricette o tradizioni del proprio Comune. 2. Le De.Co. sono un censimento di origine con uno specifico valore storico e culturale, in particolare per quei tanti prodotti agroalimentari che non rientrano, per motivi diversi, in altre forme di valorizzazione. 3. Le De.Co. rappresentano identità ed espressione di valori e tradizioni attestati attraverso una semplice delibera comunale del Sindaco, che certifica la provenienza specificatamente territoriale di ogni prodotto, piatto o sapere di quella peculiare terra. 4. Le De.Co. rendono lustro al Comune di appartenenza che le dichiara proprie e specifiche del proprio territorio con effetto immediato dalla delibera del Sindaco e dell’Amministrazione. Esse, in quanto appartenenti al territorio comunale, non sono proprietà di singoli, in quanto sono un bene collettivo. In tal senso le De.Co. contribuiscono a valorizzare specificità a confronto, con preponderante attenzione al genius loci, al fine di suggellare suggestive operazioni di marketing territoriale con evidenti benefici economici, produttivi e turistici. 5. Le De.Co. hanno un carattere eticamente rispettoso sia della natura, sia dei diritti dei lavoratori artigianali e contadini, in quanto annoverano il prodotto alla propria terra, ossia allo specifico Comune, in cui esso viene da sempre generato con quelle peculiarità. Il fattore propulsivo delle De.Co. si pone in grado di smuovere un certo interesse economico-sociale intorno alla considerevole ricchezza e varietà di elementi culturali, di usanze e tradizioni attualmente ancora in vigore negli oltre 8.000 Comuni italiani. 6. È, dunque, chiara e determinata volontà del Comitato creare una fitta rete di sinergie tra territori, al fine di incentivare al meglio l’istituzione delle De.Co. così da ottimizzare un costante scambio d’informazioni, suggerimenti e proposte operative. 7. Il Comitato intende spronare i Comuni a istituire le De.Co., promuovendo leggi regionali in conformità coi principi delle De.Co. e attivandosi per costituire un gruppo trasversale di parlamentari disposti a farsi promotori della validità della prestigiosa intuizione di Luigi Veronelli in quanto a promozione, sostenibilità e sviluppo identitario dei luoghi. 8. Si ritiene utile estendere il progetto De.Co. a tutta la rete di ristoratori e produttori locali che, individualmente o con specifiche associazioni, usano prodotti De.Co. per promuovere una specifica azione di sensibilizzazione e conoscenza rivolta al consumatore finale. la Circolare
9. Il Comitato si fa carico di individuare e promuovere contatti finalizzati col mondo dell'informazione (stampa, web, social e televisioni pubbliche e private), istituendo uno specifico gruppo operativo mirato a tale compito. 10. È inoltre precisa intenzione del Comitato ideare e organizzare esclusive “Giornate De.Co.” con la collaborazione di tutti i Comuni che le hanno designate, coinvolgendo istituzioni, associazioni e vari protagonisti che ne hanno condiviso la promozione e la valorizzazione. 29 settembre Con Gaja al Campamac Siamo a fine settembre e oggi è il giorno che dà il nome a una canzone di Lucio Battisti. E che succede in questa data? Be' intanto abbiamo definito il palinsesto degli eventi che animeranno Golosaria Fiera Online: ben 70 appuntamenti fra showcooking, talk show, chiacchierate, degustazioni e premiazioni. E tutto andrà registrato entro il 15 ottobre, in 4 giornate ambientate a Giussago nell’oasi di Neorurale Hub e a Cascina Vittoria di Rognano. Ma dovrò anche andare in giro a incontrare personaggi da intervistare, o a raccogliere dei contributi video. Come quello di Angelo Gaja, che è protagonista del mio libro, Del bicchiere mezzo pieno, che poi verrà presentato da Mario Calabresi. Così alle 18 ci troviamo dentro a quello che era conosciuto come il Castello di Barbaresco, completamente ristrutturato dalla famiglia Gaja con una teoria di sale da degustazione distribuite su due piani. E qui Angelo risponde alle mie domande, sul cambio generazionale che è un passaggio necessario in ogni azienda. E penso ai Lunelli, ad esempio, che ho appena incontrato e che hanno vissuto il medesimo percorso. Ma Angelo ha delle parole chiave tutte sue, mutuate certamente dall’educazione ricevuta da suo padre. La prima è quella che dice: “Dare l’esempio, sacrificandosi con gioia per primi”. Ma prima ci vuole passione, entusiasmo perché altrimenti non è possibile tramandare l’anima dell’azienda e la sua essenza artigiana che, dice Angelo “Significa fare, saper fare, saper far fare, far sapere”. Poi ci sono altre parole chiave come consapevolezza, senso di appartenenza e di responsabilità, quindi coinvolgimento e condivisione. “È importante coinvolgere i figli fin da giovani nella vita dell’azienda. Ma poi consentire a loro di portare avanti i propri progetti perché i giovani portano rinnovamento, innovazione, nuove idee e nuovi traguardi. Bisogna spronarli a costruire una loro squadra e dargli la possibilità di confrontarsi con consulenti esterni per apprendere e crescere”. C’è un aspetto non secondario che riguarda il rispetto della dignità del vino e fra le altre risorse che poi cita ci sono le donne (e lui ne ha tre impegnate in azienda: la moglie Lucia e le figlie Gaia e Rossana). Secondo Angelo le donne hanno buon senso, equilibrio, concretezza. Alla fine della chiacchierata mi ha poi colpito il suo accenno all’orgoglio di presentarsi come italiani sul palcoscenico internazionale per godere di “un credito di simpatia”. All’ora di cena, con Silvana e Lucia ci spostiamo a piedi al ristorante Campamac che è davvero sorprendente e ad accoglierci troviamo nientemeno che Maurilio Garola, lo chef del Tornavento che gestisce anche questo luogo innovativo, pieno di gente. E qui Lucia e Angelo ci confidano dei loro figli, che non hanno immediatamente scelto la strada che percorrono ora. Ma loro li hanno lasciati liberi di scegliere, forse anche di sbagliare, ma certamente di far diventare
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una scelta una cosa totalmente propria. E hanno messo in campo un segreto di ogni esperienza educativa: la pazienza, che è quella che innaffia il seme, che prima o poi darà il suo frutto.
bello vedere che nonostante la crisi del momento, uno si trovi a vivere un momento nascente, che prende ispirazione dalla concretezza della terra. Poi è la volta di Tessa Gelisio, che arriva col suo cagnolino in Galleria, sempre da Cracco, e si fa intervistare. E anche lei parla in concreto di come si può applicare la sostenibilità nella propria vita. Il suo video sarà uno di quelli più visti in assoluto. Tocca poi a Peppone, al secolo Giuseppe Calabrese, conduttore di Linea Verde con cui si parla del gusto di mangiare, lui che è della provincia di Potenza e conosce tante cose buone. Sempre in Galleria eccoci con Lorenzo Biagiarelli, un food blogger molto seguito, fidanzato di Selvaggia Lucarelli, con cui invece abbiamo
Angelo Gaja durante il dialogo sul cambiamento
Tessa Gelisio
Maurilio Garola al Campamac
30 settembre Da Cracco, con Peppone, Tessa Gelisio e Lorenzo Biagiarelli Oggi siamo a Milano, in Galleria, per registrare una serie di dialoghi per Golosaria che prenderanno il nome di “Un caffè con...” per aprire la mattina di ogni giorno. Eccoci allora a dialogare con Carlo Cracco, che con sorpresa racconta la sua svolta in cucina, animata dall’azienda agricola che con la moglie Rosa ha avviato in Romagna, a Sant’Arcangelo, dove produrrà anche vino, con la consulenza dell’ottimo Luca D’Attoma. Ed è curioso e anche
Giuseppe “Peppone” Calabrese
Lorenzo Biagiarelli
Carlo Cracco
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parlato del viaggio, avendo condiviso questa estate l’esperienza del Molise. La galleria sembra tornata ai livelli pre Covid: la gente passeggia, entra nel bar di Cracco a prendere un caffè, si siede nei dehors. Sarebbe da immortalare questa mattinata milanese, perché fra un mese non sarà più così. Ma intanto mi porto a casa queste belle chiacchierate che popoleranno il palinsesto degli eventi nella nostra Fiera digitale che sta prendendo corpo. In via Bonvesin De La Riva con Primo Franco, di nome e di fatto (sia primo che franco) Che questa sera ci sia una degustazione dei vini di Primo Franco e poi una cena, mi appare come una cosa che definisce il ritorno alla normalità della vita di relazioni milanese. Sara Vitali convoca una trentina di giornalisti, alla Fondazione Gualtiero Marchesi, allestita in via Bonvesin De La Riva dove c’era il suo ristorante storico. E prima di iniziare la degustazione dei vini entro nello studio del Divino (come lo chiamava Veronelli) e intervisto Sara Vitali per i miei caffè di Golosaria, parlando della figura del maestro. Dopodiché la cena con questa famiglia di produttori di Prosecco sarà sorprendente, non solo per il risotto con la foglia d’oro, ma per quei Prosecco di oltre vent’anni che dicono quanto non ci si debba mai far prendere dai luoghi comuni. Una zona vocata al vino ha nel suo Dna la possibilità di reggere nel tempo. Anche nel Prosecco, se è vero come vero che queste bottiglie (Prosecco di Valdobbiadene Primo Franco 1983, Cartizze Superiore 1986, Prosecco di Valdobbiadene Primo Franco 1999, Prosecco di Valdobbiadene “Rive di San Floriano" 2000) che ho raccontato in un articolo sulla Stampa, erano integre e fragranti.
Primo Franco è un personaggio unico e fuori dal coro, perché il suo Prosecco è necessariamente un prototipo. Ricordo quando alcuni anni fa andai a cena da Clemi, un’osteria della zona con il presidente del Consorzio, che pure è un ottimo produttore di vino, e lui per rendermi omaggio fece aprire una magnum di Primo Franco che ricordo ancora adesso. Primo è stato geniale a fare il passaggio di generazione e a coinvolgere i suoi figli nell’azienda, ma si capisce anche che la sua forza sono state le relazioni, tant’è che oggi a Milano, ha potuto chiedere di essere qui con Marchesi, a festeggiare i 100 anni della sua azienda. Ma nel racconto che ha fatto ha citato anche Luigi Gaviglio, il mio maestro al corso per diventare sommelier, Gianni Meregalli, e i personaggi che negli anni Ottanta portarono alla ribalta il vino di qualità italiano. Grazie Primo, di nome e di fatto. 2 ottobre Da Riva a Ponte dell’Olio sfidando la pioggia Stasera le previsioni del tempo non promettono nulla di buono, ma io devo assolutamente andare a provare il ristorante Riva a Ponte dell’Olio, per confermare quello che i miei collaboratori mi hanno chiesto: corona memorabile. E con Andrea partiamo, facendo la nostra ora e mezza di viaggio per trovarci nel calore di questa osteria moderna, con una cuoca, Carla Aradelli, davvero brava. Assaggeremo diversi piatti, berremo vini locali, e alla ripartenza saremo veramente soddisfatti. I nostri collaboratori avevano ragione. Però il bollettino meteo è impietoso e in provincia di Vercelli il maltempo danneggia le risaie e il raccolto. Crollano i ponti, la paura prende il sopravvento, e il giorno dopo le immagini che gireranno saranno apocalittiche. Ancora l’imprevisto.
Carla e Maurizio, titolari del ristorante Riva di Ponte dell’Olio
6 ottobre Da Olio alle porte di Milano Questo ristorante clamoroso lo abbiamo trovato quasi per caso, a proposito di comunicazione. Cercavamo un posto dove Silvana aveva mangiato bene ma quando abbiamo chiamato s’è scoperto che quel locale aveva modificato destinazione e il cuoco è andato a Origgio, a condurre la brigata del ristorante Olio. Che non è soltanto un ristorante: è un mondo fatto di orti in serra e all’aperto, di un museo delle auto d’epoca fra i più belli e ricchi che abbia mai visto. E poi di una cucina davvero convincente accompagnata da una selezione colta di vini.
Primo Franco
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Una sosta radiosa, condivisa con Angelo Ponzo, che abbiamo fatto in tempo a inserire sulla nostra guida, ripromettendoci di ritornare, appena sarà possibile. Siamo sempre sul pezzo, no? Questa la mia riflessione su Avvenire, del 7 ottobre
loro piatto. Poi ci raggiunge Giuseppe Vaccarini per presentare le cantine memorabili dell’anno. Piero Manzoni e Vincenzo Dellamonica di Neorurale Hub ci hanno messo a disposizione la cucina per registrare tutto, acquistata appositamente, mentre Carlo De Re ci fatto avere i bellissimi arredamenti che realizza per locali con
PROTEGGERE IL BELPAESE? DIAMO RETTA AI SINDACI Gianni ha appena fatto in tempo a tagliare il suo riso varietà Sant'Andrea che, due ore dopo, la furia dell'acqua s'è abbattuta sulle risaie vercellesi, ma anche del Novarese e della Lomellina. La conta dei danni dei giorni a seguire è impressionante: ponti crollati, mezzi agricoli rovinati, campi da ripristinare e un raccolto distrutto, con la minaccia di lesioni persino al Ponte-Canale costruito nel 1853 da Cavour per favorire l'irrigazione a est del Sesia. Ha fatto dunque discutere la dichiarazione del ministro Sergio Costa, secondo cui i Comuni avrebbero la colpa di non saper spendere i denari. Ferruccio Fazio, ex ministro della Salute e sindaco di Garessio (cittadina del Cuneese messa in ginocchio nei giorni scorsi), ha risposto piccato che se è vero che ci sarebbero 7 miliardi a disposizione dei Comuni, «perché non è stato favorito il meccanismo di spesa?». I sindaci sono le sentinelle che in questi casi sanno dove intervenire con priorità, conoscendo le fragilità del territorio; ma se quei ventilati fondi non sono davvero fruibili, diventa arduo agire in tempo reale. Il personale degli enti locali, che conosce palmo a palmo il territorio, è una realtà e una risorsa dell'intero Paese e un ministro non può pensare di mortificarla; semmai deve servirla. Proprio in questi giorni un comitato di esperti ha varato il manifesto per le Denominazioni Comunali (De.Co.), intuizione di Luigi Veronelli che aveva individuato la possibilità di una comunità di costruire la propria identità intorno a segni evidenti, come i propri prodotti tipici; e questo anche grazie ai sindaci, che possono individuare i valori da salvare. Illuminante, e per quanto mi riguarda commovente, è dunque un passaggio dell'enciclica di Papa Francesco a proposito di identità e comunità locali: «Non mi incontro con l'altro se non possiedo un substrato nel quale sto saldo e radicato, perché su quella base posso accogliere il dono dell'altro e offrirgli qualcosa di autentico. È possibile accogliere chi è diverso e riconoscere il suo apporto originale solo se sono saldamente attaccato al mio popolo e alla sua cultura. Il bene del mondo richiede che ognuno ami e protegga la propria terra». È quello che con sacrificio fanno tanti sindaci, sotto pressione da mesi per il Covid e le intemperie che troppo spesso provocano disastri. È possibile aprire un dialogo diverso fra istituzioni, che non figuri come un inconcludente scaricabarile? 7 ottobre Iniziano le registrazioni nell’oasi di Giussago Le giornate di sole a ottobre hanno una bellezza tutta loro ed essere qui, nell’oasi di Neorurale Hub a Giussago è un privilegio. Iniziamo quindi le nostre registrazioni accogliendo i vari ospiti: Davide Rampello e Guido Porrati per il talk show inaugurale, Monica Bianchessi e Piergiorgio Ronchi per gli show cooking. Ma arriva anche Lisa Casali con il marito Franco Aliberti che tiene in braccio il piccolo Filippo. E così via per tre giorni, con l’ultimo dove ci raggiungono Mario Calabresi, Massimo Folador e Francesca Settimi per il talk show dedicato al mio libro Del bicchiere mezzo pieno. Con Marco Gatti registriamo anche i 5 appuntamenti con i ristoranti che hanno ricevuto la corona e il faccino radioso, i quali, in 500, hanno inviato una foto con un la Circolare
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Paolo Massobrio con Massimo Folador, Mario Calabresi e Francesca Settimi alla presentazione del libro Del bicchiere mezzo pieno
L’esperta di eco cucina Lisa Casali
Monica Bianchessi che ha condotto otto show cooking
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il marchio Elite to Be. Eugenio Bollani, il regista che ha ripreso e poi montato tutti gli incontri, è stato eccezionale, e così i suoi collaboratori. Ogni sera ci ritrovavamo stanchi, ma anche soddisfatti per il lavoro svolto. La prima sera siamo stati a cena all'osteria Gras de Rost di Locate di Triulzi, dove c’è una signora simpaticissima ma dai modi bruschi che porta in tavola piatti favolosi che non ritrovavo da tempo, tutti insieme, in un menu di osteria. E c’erano anche i vini di Biletta di Casorzo. La sera dopo eravamo alla Viscontea di Bereguardo, mentre venerdì, finalmente a casa... a guardare il telegiornale, che annuncia 5.000 contagi in Italia. Ci risiamo! 12 ottobre Da Benedetta Parodi a Iginio Massari e poi da Ferdy Altra giornata di registrazioni oggi, fra Milano e Brescia. All’ora di pranzo mi attende nei suoi studi televisivi Benedetta Parodi che ha scritto un libro molto bello, Una poltrona in cucina, dedicato alla sua storia personale (lei è di Alessandria) e alle ricette che l’hanno determinata. E nella nostra chiacchierata ripresa dai ragazzi di Rushnet, ci siamo attardati a parlare delle nostre terre, delle cose buone della provincia, in un parallelo di storie che m’è piaciuto molto raccontare, ancor più con Benedetta che è una persona semplice. Ma non c’è neppure il tempo per un panino, perché alle 14,30 ci aspetta il maestro Iginio Massari nella sua pasticceria Veneto a Brescia. Corriamo e arriviamo proprio quando giunge anche lui, in auto. E nella sua pasticceria, con davanti il Bussolà, registriamo il nostro caffè. A questo punto il lavoro sarebbe terminato, ma appena partiti, si instaura un dialogo con Marco Gatti per addivenire a una decisione. Che prendiamo all’istante: la Corona Radiosa Rossa, unica su 3.300 locali, sarà quest’anno l’agriturismo Ferdy di Lenna, in Val Brembana. E così dico ai ragazzi che, anziché fermarci per un panino, mangeremo in auto il panettone che ci ha regalato Iginio mentre il navigatore ci porterà fin lassù: voglio comunicare in diretta la sorpresa. Arriviamo alle 17 e con nostro stupore il posteggio auto di fronte all’ingresso è pieno. Ora, siamo in un posto abbastanza fuori dal mondo, eppure c’è un via vai di gente che si reca nello spaccio per acquistare quei prodotti fantastici. A un tratto arrivano Nicolò, il figlio di Ferdy (il quale vive a 2.000 metri in Val d’Inferno), e la moglie Nicole. E con un pezzo di legno che funge da scettro gli consegno la Corona. Dopodiché visitiamo questo luogo bellissimo, conosciamo il cuoco Marco che ha sposato Alice, sorella di Nicolò, e i ragazzi (21 anni l'età media) che conducono con entusiasmo questa impresa dedicata alla sostenibilità e alla colleganza.
Piergiorgio Ronchi
Guido Porrati al talk show inaugurale
Davide Rampello conduce Il Cibo come nuova relazione
Giuseppe Vaccarini presenta le cantine memorabili
Benedetta Parodi
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Non c’era realtà più azzeccata, quest’anno, di questa. Un luogo dove si respira la freschezza del futuro, dove il rispetto per la tradizione diventa anche la ricerca di altri come loro che producono secondo i medesimi principi. Se tutto l’agire fosse come questi ragazzi, il mondo sarebbe davvero diverso, penso mentre alle 19,30 salgo in auto con Andrea e Luca di Rushnet, e con una forma di formaggio coperto di fieno di alta montagna, che è l’ultima invenzione di Ferdy. E mentre usciamo, arrivano le coppie per la cena della sera. Quando la comunicazione funziona, e non solo quello.
La giovane brigata dell’agriturismo Ferdy
13 ottobre In Tivù per Golosaria E per Golosaria arrivano anche le interviste in tivù. Una bellissima è quella che mi fa Gabriella Ricotta per TeleOne, da Palermo, dove ci colleghiamo col maestro Nicola Fiasconaro per parlare di questa avventura. Ma poi ci sarà Striscia la Notizia che lancerà nei prossimi giorni la manifestazione e altri servizi su giornali e radio, fra cui la nostra Radio Bruno che è anche media partner. Ma Golosaria Fiera Online impazza anche nelle metropolitane milanesi, coi manifesti sulle principali linee, quindi su Trenord e infine nel quotidiano Mi-Tomorrow.
Il maestro Iginio Massari
Sta partendo il fuoco di fila della comunicazione, come ogni anno, con un investimento importante sui social che ogni giorno pubblica post di Facebook e Instagram. Il mondo si sta rendendo conto di Golosaria Fiera Online. Ed è una bella sensazione.
Paolo Massobrio consegna il premio a Nicolò, titolare dell’agriturismo Ferdy
Golosaria Fiera Online arriva in metropolitana
L’intervista di Paolo Massobrio su Tele One
Nicolò e la moglie Nicole
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14 ottobre Mario Sala e le botteghe felici E rieccoci a Milano, quest’oggi, per un’intervista con Mario Sala, titolare di Praxis Management, col quale discutiamo di Botteghe, della loro attualità e del processo di fidelizzazione del cliente. Un webinar utilissimo per chiunque abbia un’attività che coinvolge il pubblico, o meglio il cliente. Mario fa un esempio illuminante, parlando di una lettera che ha ricevuto da Casa Milan, essendo lui un tifoso di quella squadra. E analizza il processo di comunicazione che è stato attuato e i suoi punti di forza e di sviluppo. Geniale. Lo conosco da tanti anni Mario ed è una persona solare, curiosa, attenta, sensibile. Una ventina di anni fa ci fece una lezione sui livelli di attività delle sedi locali di un’associazione, che mi fu utile per i Club di Papillon; nel 2017 venne a Padova, in un’edizione di Golosaria a fare un incontro con i produttori. E anche lì fu illuminante, come in questo webinar che vorrei fosse visto da chiunque ruota intorno al nostro mondo. Lo pubblicheremo subito sul sito.
L’incontro con Mario Sala di Praxis Management
Su Avvenire di mercoledì 14 ottobre non posso non parlare della folgorazione di Ferdy. CON I GIOVANI «RESISTENTI» LA MONTAGNA NON SI FERMA Ogni mattina Nicolò pubblica un post su Facebook per annunciare come si prospetta la giornata: ieri ad esempio c'era il sole fra le montagne orobiche e Ferdy, il papà che vive in una grotta a 2.000 metri, sta raccogliendo le mele selvatiche. Ferdy ha in testa il suo cappello spiovente di forte stoffa, segno di appartenenza alla gente di montagna. E chissà quante volte glielo ha messo in testa a Nicolò e Alice, i suoi figli che a Lenna, in Val Brembana, conducono l'agriturismo con 11 camere, un ristoro dove servono a bicchiere 40 vini di "produttori estremi". Il loro team è tutto di giovani intorno ai 21 anni. Nicole, moglie di Nicolò, sta nello spaccio dove rivendono i formaggi realizzati con il latte crudo delle capre orobiche e delle vacche di razza Bruna Alpina originale, ma anche i salumi della tradizione, tratti dalle carni di animali ormai arrivati "a fine carriera". C'è un formaggio dalla forma quadra, coperto interamente dal fieno tagliato ad alta quota che ha un profumo inebriante. Un altro giovane, Alberto, munge a mano due volte al giorno: una forza della natura. «Tutto ciò che ci circonda ha un racconto», mi dicono in questo villaggio che raggiungi appena dopo San Pellegrino, dove si arriva provando un senso di pace che un po' attenua l'apprensione di quelle due ambulanze con le luci accese che incrociamo a valle. Siamo infatti nella Bergamasca la Circolare
e ogni indizio ci riporta alle immagini terribili dei mesi passati. Ma intanto questi giovani non sono stati fermi nemmeno durante il lockdown: con l'aiuto dei social hanno intensificato i rapporti con altri come loro, creando una rete di amicizia e di solidarietà nel nome della sostenibilità, secondo il motto che «rispettare la terra e onorare la tradizione deve essere fatto senza compromessi». Ci sediamo sui gradini di pietra e Nicolò dice: «Fausto deve essere tranquillo di poter produrre i suoi vini, al resto ci pensiamo noi». Il “resto” è appunto la commercializzazione dei vini autentici di quest'altro personaggio, Fausto Andi, che a Montù Beccaria nell'Oltrepò Pavese conduce anche lui un agriturismo facendo lavorare ragazzi con la sindrome di down, altrimenti destinati a un'illogica reclusione in casa. Vivere tutto questo nei giorni in cui è uscita l'enciclica del papa sulla fraternità, permette di osservare un futuro che prende forma. Ed ha le sembianze della bellezza, non solo della natura intorno. Sono belle le case in pietra e legno, sono belli i volti di questi ragazzi sorridenti, che la mascherina la fanno scendere (pur malvolentieri) perché in loro è molto forte, in tutti i modi, il senso di responsabilità. Bisognerebbe scrivere un manuale sulle buone pratiche che stanno applicando, perché al di là di tante parole è necessario che si possa ripartire da un impeto così. 15 ottobre Con Gerry Scotti a dialogare di vino Ieri sera abbiamo cenato alla Cascina Vittoria con tutto lo staff di regia, che ha montato gli strumenti per le riprese di domani, dedicate alle degustazioni dei vini. Ben sette appuntamenti, condivisi con Marco Gatti, oppure con i vari ospiti, fra cui Filippo Mobrici presidente del Consorzio Barbera d’Asti e del Monferrato, Lucio Tessari di Villa Bogdano, e poi Gerry Scotti e Fabiano Giorgi, che insieme producono i vini con il marchio del noto presentatore. Il quale arriva e porta subito un’aria di gioia, che manda via la stanchezza. La chiacchierata di 40 minuti, assaggiando i suoi vini e quelli di Fabiano, sarà davvero interessante, così come la conversazione a tavola, con sua moglie, e quindi la moglie e la sorella di Fabiano che con noi ha festeggiato i suoi primi 40 anni. Non è facile rendere interessante una degustazione online, per cui un po’ si deve scendere sulla didattica e un po’ sulla strategia di Peppone, che è quella di far venire voglia di... Verso le 11 di sera, ci salutiamo, dopo una cena eccezionale, felici di esserci conosciuti meglio, scoprendo anche una predilezione piemontese di Gerry Scotti, in un paesino del Biellese.
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Il wine tasting con Gerry Scotti e Fabiano Giorgi
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punto ho avuto una sensazione di accerchiamento, anche se quel venerdì a Masio non ci sono andato. È del 21 ottobre il mio articolo su Avvenire che torna ad affrontare i tema del Covid.
Il wine tasting con Filippo Mobrici del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato
17 ottobre L’ultima gita nel Monferrato in serenità I contagi continuano a salire e questo, a spanne, mi sembra proprio l’ultimo weekend di quiete dove potremo stare con gli amici. Che vengono nel Monferrato, per farsi guidare da me e Silvana nei paesi più belli: Vignale Monferrato, Cella Monte (con sosta alla salumeria Francia), Montemagno (con cena alla Tenuta Montemagno). Nei locali c’è ancora gente, ma si respira aria di timore, tant’è che il pranzo del giorno dopo a Cartosio, al mitico Cacciatori, dove era pronta una lepre da condividere con Claudio, Motoko ed Emanuela Rosa Clot, direttore di Bell’Italia, è stata rimandata. A quel punto siamo costretti a disdire anche la nostra conferenza stampa di Golosaria Fiera Online prevista a Giussago, per riconvertirla con un collegamento online, che tuttavia produrrà ben 12.500 visualizzazioni. Ogni sera i bollettini sono preoccupanti e gli sviluppi di quello che si prospetta come un nuovo lockdown, li conosceremo quando La Circolare sarà chiusa e viaggerà verso le destinazioni di ciascuno che ci legge. Nel frattempo leggiamo che anche Antonio Ricci e Gerry Scotti hanno preso il Covid. Ma Gerry ci rassicura perché quella sera che veniva dagli studi aveva fatto il tampone ed era come sempre negativo; il contagio sarebbe invece avvenuto nel weekend per contatti con parenti. Poi prende il Covid Urbano Cairo, che pochi giorni prima era ad Abazia di Masio, davanti a casa sua, mentre passava il Giro d’Italia e per il nostro paese è stato un fatto epocale. A questo
Urbano Cairo ad Abazia di Masio segue la tappa del Giro d’Italia
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BUON SENSO, ECCO CIÒ CHE SERVE ADESSO Non siamo più quattro amici al bar, perché la prospettiva, dopo le prime avvisaglie dettate dai provvedimenti regionali, ci prepara a restrizioni sempre più stringenti. La Lombardia da domani e fino al 13 novembre (per ora) ha lanciato il divieto di mobilità dalle 23 alle 5 del mattino, e la Campania, il Piemonte sembrano pronte a seguire a ruota l’esempio, spinti dalla crescita paurosa dei contagi e dei ricoveri. È allo studio pure la chiusura dei centri commerciali nei weekend, ad eccezione degli esercizi alimentari, ma nel frattempo già non si possono più acquistare vino e alcolici dopo le 18, mentre in metropolitana e sui tram si viaggia tranquillamente. È più sicura una carrozza di pendolari di umanità varia rispetto a un bar? Nessuno ancora ne ha parlato, ma le visite ai cimiteri a inizio novembre, le adunate natalizie familiari e di Capodanno come verranno regolate, se non vietate? Chi si trova a lavorare con il commercio sta ripiombando in quel limbo che si chiama incertezza, mentre le fiere ad una ad una vengono forzatamente disdette, perché purtroppo l’allarme contagi è sotto gli occhi di tutti. Il Censis lunedì al Senato ha presentato il rapporto Auditel rilevando che i nuclei famigliari che hanno una connessione a internet sono saliti all’88,4% e 42,2 milioni di italiani si connettono ogni giorno alla Rete, con un 4,4% in più rispetto a inizio anno. E gli analisti già parlano di “autosegregazione delle coscienze”. Il buio che ci riporterà l’ora legale a fine settimana appare come una metafora di questo periodo, che vedrà crescere lo smartworking e altre situazioni già viste. E questa volta cosa si dovranno aspettare le pasticcerie che vennero discriminate rispetto alle panetterie, quasi che lo Stato debba stilarci la lista della spesa, mettendo in atto provvedimenti che forse non sono prioritari? Dietro a ogni disposizione ci sono strascichi occupazionali che vanno a intaccare quella microeconomia fatta di tanti piccoli esercizi, che sembrano diventare subito il capro espiatorio. Durante il lockdown leggemmo di multe inferte a chi acquistava vino, perché non era un bene necessario, ma alla medesima stregua anche una crema di bellezza o un rossetto sarebbero passibili di sanzione. Dunque di cosa abbiamo bisogno, se non di buon senso, facendo tesoro di quanto è stato messo in atto in termini di responsabilità per convivere con un virus che ha ripreso la sua diffusione? Nessuno si vuole ammalare, men che meno creare disagio al prossimo, ma le scelte che si devono fare siano dettate più dalla certezza di ottenere così situazioni in sicurezza che dal panico. Atteggiamento quest’ultimo che un’amministrazione di qualsiasi grado non si può permettere, quando invece tutto ciò che ha portato l’Italia a essere un modello deve diventare tesoro per avanzare con raziocinio in un Paese che vuole sì salvare vite, ma anche posti di lavoro. 28 ottobre La vigilia di Golosaria ma questa volta è tutta Online Ed eccoci al debutto di Golosaria Fiera Online, che parte subito con un assalto di visitatori tanto da creare problemi alla piattaforma, che poi man mano si perfeziona, riuscendo a ospitare migliaia di persone che prendono confidenza con la navigazione in 3D attraverso gli avatar e ci scrivono divertiti. Mi fa piacere soprattutto il commento di Simone Roveda, wine influencer, che giudica po-
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sitivamente l’esperienza della navigazione in 3D. Da parte nostra passeremo quattro notti a monitorare tutto, in ufficio, facendoci portare la cena dal nostro Gipsy bar, mentre su Whatsapp leggeremo con soddisfazione che gli amici stanno facendo la spesa nel Temporary Shop di Lorenzo Vinci, creato apposta per la nostra piattaforma. La lezione sull’imprevisto che ci siamo raccontati spesso, vale dunque anche per noi, ma per ogni cosa c’è una soluzione. Per cui aggiungiamo altri due giorni di apertura della Fiera come la si è vista oggi, con un palinsesto di eventi anche per la giornata di martedì 3 novembre, mentre lo shop online chiuderà la prima tranche domenica 8 novembre, in pieno lockdown. Giusto per essere sul pezzo sul fronte della comunicazione, che è il nostro pane quotidiano.
L'interno di Golosaria Fiera Online
31 ottobre Ciao Milano! Ultimo viaggio a Milano, per registrare una conversazione con Antonio Intiglietta, patron di Artigiano in Fiera, che da pochi giorni ha deciso anche lui per un’edizione totalmente online. E ci confrontiamo, pubblicamente sui punti di forza di questa scelta, mentre nel pomeriggio siamo a registrate una degustazione dedicata al mondo dell’Asti e altri appuntamenti che usciranno martedì, comprese le ricette autunnali di Lisa Fontana. Il giorno dopo la premiazione dei Top Hundred e delle cantine memorabili verrà seguita da tante persone, mentre lunedì è la volta della nostra guida presentata in 5 tranche. E a leggere i like e i post su Instagram e Facebook sembra che si sia collegato il medesimo mondo,
anche dal punto di vista numerico, dei ristoratori che venivano a Milano: ben 1.500 ristoratori che si sono connessi, praticamente 500 in più della presenza fisica. Il giorno dopo le voci delle corone e dei radiosi si rincorrono e la notizia della Corona Rossa a Ferdy raccoglie 900 visualizzazioni. C’è una certa soddisfazione quando qualcosa riesce, e lunedì 2 novembre saranno diverse le richieste di altri produttori di salire sulla Fiera. Ora dobbiamo occuparci della comunicazione e delle iniziative fino al 20 dicembre, fra cui la promozione degli shop online aziendali di ogni partecipante. La voglia di partecipare cresce ed è quello che ci aspettavamo. 6 novembre La Circolare finisce qui, in un’Italia divisa in tre, con le regioni nelle zone rosse dove ci finiscono subito Piemonte, Lombardia e Valle D’Aosta, i luoghi dove lavoriamo, dove già c’erano appuntamenti di lavoro che immagino verranno disdetti, se la situazione dei contagi non rientra. Torniamo in ufficio con il certificato per gli spostamenti e quasi la metà dei colleghi in smartworking, soprattutto quelli che abitano in Comuni differenti da Alessandria dove c’è la nostra sede. Eppure qui in ufficio abbiamo ancora molte cose da ultimare: questa settimana il visto si stampi dei nostri tre libri, poi la realizzazione di un libro dedicato ai cockail con i liquori dell’azienda Toso e infine i tre volumi del Golosario da allegare a Bell’Italia nel 2021, che ripete l’esperienza positiva di tre anni fa. Ma c’è anche da spingere tutta la comunicazione per Golosaria Fiera Online perché i risultati sono stati interessanti: oltre 21.000 persone si sono collegate alla landing page per entrare nella Fiera e gli accessi a ieri erano 19.610 con un totale di azioni svolte da questi utenti di 261.501. Pazzesco il dato relativo alla copertura sui social, che è stato l’investimento più importante che abbiamo realizzato: 1.204.006 persone raggiunte e 1.900.000 interazioni.
Annalisa Tozzi Fontana durante uno degli showcooking per le video ricette degli Amici del Golosario
Le copertine dei nostri libri in uscita
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Ma il nostro piano editoriale prevede un rilancio ogni settimana dei 75 appuntamenti inseriti nel palinsesto e altre iniziative, che a maggior ragione metteremo in atto in questo periodo, attenzionando proprio gli shop online dei vari produttori che hanno aderito alla piattaforma. A tutti gli operatori abbiamo poi inviato un ebook, dedicato alle buone pratiche di comunicazione, che credo sia davvero utile, in questo periodo, per meditare su come ripartire subito. Ringrazio a questo riguardo chi con me e Fabio Molinari ha collaborato alla stesura delle 60 pagine che si possono scaricare sul sito di www.golosaria.it: Alessandro Ricci, Roberta Ricci, Umberto Valvassore e gli architetti Giovanni Biondani e Giovanni Salvati.
tante è mantenere lo spirito per accettare anche questa sfida, confortati dai tanti, davvero tanti che in questi giorni stanno rinnovando l’iscrizione al Club di Papillon, che vogliamo prendere come un segno di fiducia, grazie a tutto il lavoro che in questo 2020 abbiamo messo in atto. Grazie! Pubblichiamo infine il mio articolo pubblicato su ilGolosario.it dedicato alla discriminazione subìta da gelaterie e pasticcerie con l’ultimo DPCM. CARI CERVELLI DEL LOCKDOWN: VOGLIAMO PANE E ROSE Nel nuovo Dpcm a chiudere saranno nuovamente gelaterie e pasticcerie. Ma perché? Ci siamo: ancora una volta, come se la realtà non esistesse, a chiudere saranno le gelaterie e le pasticcerie mentre le panetterie, che pur rivenderanno dolci, resteranno aperte, solo per esemplificare il fatto che i Dpcm procedono a schemi fissati e chi ha una pizzeria al taglio deve farsene una ragione: era stato dimenticato. Ora, interdire nelle "regioni rosse" l’attività di queste imprese, che si stanno preparando alle festività di fine anno, è come ucciderle in nome di un Stato che decide cosa è utile e cosa non lo è, cosa è superfluo e cosa è superficiale. Con le dovute differenze sembra di tornare al 1912 quando in Massachusetts fu indetto il clamoroso sciopero del pane e delle rose (bread and roses in inglese) da parte dei lavoratori dell'industria tessile di Lawrence. Uno sciopero che già nel nome evoca un bisogno, ancor più importante in un momento di depressione. Pane e rose sembrano in antitesi, ma cosa ne può sapere il Governo di cosa ha bisogno la gente che viene privata delle relazioni? Detto questo, che ci offende come consumatori, la contraddizione sta poi nel fatto che i dolci (non artigianali) invece li puoi comprare in un supermercato qualsiasi. E perché allora privarmi della pasticceria preferita della mia città? Che differenza ci può essere fra una panetteria, una macelleria, un negozio di alimentari e un pasticceria, nel senso di assembramento e misure di sicurezza che le stesse pasticcerie avevano messo in atto?
La copertina del libro sulle buone pratiche di comunicazione
Abbiamo più di un motivo per non arrenderci allo sconforto, e per questo, subito, abbiamo riattivato la nostra guida al Delivery on line, che verrà aggiornata ora per ora, per sostenere il mondo della ristorazione che si sta reinventando. È tutto più difficile, ma l’impor-
Iginio Massari, che abbiamo intervistato in una video chiacchierata trasmessa a Golosaria Fiera Online il secondo giorno, è andato giù duro su questa faccenda e non ha tutti i torti. Per uno schematismo che vige in qualche stanza romana, dove i "cervelli" scrivono provvedimenti necessari, ma non si accorgono dell'inutilità e del danno che hanno alcune decisioni. Come questa, che rasenta l'assurdo, perché è come dire che il Covid si diffonde attraverso gli zuccheri e il cioccolato, la crema chantilly e la pasta frolla. Ma vi sembra?
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A L C L U B D I PA P I L L O N P E R I L 2 0 2 1 se lo fai entro il 2020 avrai in omaggio il libro DEL BICCHIERE MEZZO PIENO la Circolare
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diario di viaggio
LE GUIDE 2021
in tutte le librerie e su comunicaedizioni.it oppure scarica
ILGOLOSARIO NEGOZI e
ILGOLOSARIO RISTORANTI
disponibili per iOS e Android la Circolare
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lettere al direttore
tante O (omertà, omissioni...). Si chiama Potere che si autoalimenta da sé. Tuttavia c’è una strada, che è quella che avete segnato voi, che riguarda le relazioni vere che poi danno le soddisfazioni che avete registrato. Per incentivarle, anche in questo anno difficile, abbiamo voluto correre il rischio di uscire con la guida, e quindi con l’app e con l’aggiornamento sul nostro portale, che nel complesso hanno un seguito molto significativo di consumatori consapevoli. Noi non ci fermiamo, e come noi voi, certi che la verità poi venga sempre a galla.
lettere al direttore
E POI C’È TRIPADVISOR
Marina e Alessandra Fiorani ristorante BocconDivino (Montalcino)
HO VISITATO GOLOSARIA!
Gentile Redazione, con molto rispetto per il vostro lavoro serio e accurato che vi ha da sempre distinto in questi anni, vi inoltro la e-mail che abbiamo ricevuto oggi al Boccon DiVino di Montalcino, che trovate in calce a questa nostra e-mail. In questi anni in cui Tripadvisor ha avuto il suo incredibile boom, avevamo già ricevuto proposte di acquisto di recensioni positive e le avevamo girate allo stesso Tripadvisor, ma erano tutte iniziative private e ci teniamo ad assicurare che noi non abbiamo mai aderito a nessuna proposta ricevuta. La redazione di Tripadvisor non ci ha MAI risposto a riguardo e questo a nostro avviso la dice lunga… Questa proposta che vi inoltriamo invece è ben diversa ed è proprio un progetto di vendita di recensioni positive, tra l’altro a costi oltre tutto altissimi. Ora, noi viviamo in un piccolo borgo molto famoso nel mondo ed è 28 anni che lavoriamo a testa bassa e devo dire che anche in questo anno 2020 così difficile, stiamo andando bene e la nostra clientela affezionata ci ha molto aiutato almeno nel periodo pre secondo lockdown. Ma pensiamo alla tonnellata di colleghi, magari nelle grandi città, strozzati da questa grande crisi Covid e da una concorrenza al ribasso sempre più accanita che secondo noi sarà fagocitata da questo mondo di recensioni fittizie e a pagamento, pur di poter lavorare! Non ci sembra giusto che si possa attuare un progetto del genere e tra l’altro non abbiamo capito bene se Michelin ha comprato Tripadvisor o viceversa e questo particolare già ci inquieta… Noi andremo a informarci da un avvocato se sia possibile denunciare a livello legale una cosa così assurda ma nel frattempo, se già non ne eravate al corrente, ci premeva informarvi di quanto sta accadendo, lentamente e inesorabilmente. Forse potete indagare e anche voi aiutarci a fermare questo fenomeno che è destinato a distruggere quanto con tanta fatica fino ad ora tutti noi, voi compresi, abbiamo costruito, sempre nel rispetto delle regole e della nostra professione! Siamo molto preoccupate del futuro della ristorazione di qualità e di conseguenza di tutto l’indotto che questa muove. Certi di un vostro gentile interessamento restiamo in attesa di un vostro riscontro. Un caro saluto dal Boccon DiVino di Montalcino, Care Marina e Alessandra, vi ringrazio per questa vostra lettera, che mette il dito nella piaga di una faccenda proprio brutta, dove si cerca di cancellare i confini di quella che è la critica con quella che è pubblicità. Certamente approfondiremo, cosa che è stata fatta in questi anni, e non solo da noi, trovandoci sempre davanti al muro di la Circolare
Paolo Teverini ristorante Paolo Teverini di Bagno di Romagna Ho visto Golosaria, quanto mi manca quella vera in cui stringi la mano agli amici, li abbracci e ti specchi nei loro occhi. Dovrò aspettare un anno e lo aspetterò con trepidazione perché per me e mia moglie è un momento di grande piacere. Grazie per quello che fate per noi ristoratori, continuate a farlo con l'entusiasmo di sempre. Un forte abbraccio Grazie a te Paolo, come avrai letto nell’editoriale di questa Circolare, nonostante tutto abbiamo voluto mettere in atto una macchina pazzesca per ricontattare tutti e comunque esserci, anche nella modalità online. Lo abbiamo fatto, arrivando al risultato, con l’aiuto dei nostri partner (Lauretana, Petra Molino Quaglia, Grana Padano, Comieco, Garda Doc) perché non vogliamo permettere che si spezzi la catena delle relazioni, nonostante tutto. Grazie per la tua partecipazione, questa lettera mi ha riacceso il ricordo di quella sera di pochi anni fa quando abbiamo festeggiato una tappa importante della vostra storia, con tutta la famiglia, i collaboratori e gli amici. Speriamo di ritrovarci presto!!!
APPENA DOPO QUEL RICONOSCIMENTO INASPETTATO HO DETTO AI MIEI...
Nicolò - Agriturismo Ferdy (Lenna)
Ci sono pochi momenti per dirsi bravi e tanti per capire dove migliorare. Dedicarsi agli ospiti è una passione che deve coinvolgere tutti, da chi asciuga una posata a chi aprirà la bottiglia più importante della sua vita, il team Wild viene prima di ogni altra persona... è una magia che si respira nell’aria, anche se siamo umani e possiamo avere una giornata no, quella sensazione di trasporto di una squadra di lavoro che si diverte a lavorare, che è motivata da ogni nuovo servizio, perché gode e deve godere dal far stare bene un ospite. Ebbene quella magia è sincerità e non si costruisce a sorrisi finti, devi godere anche tu quando un ospite sta bene, perché se puoi fare un passo in più per una coccola e un sorriso sarà per la tua soddisfazione personale. Pian piano quella magia come in una fiaba si espande nell’aria facendo sì che la si percepisca entrando dalla porta. La voglia di mangiarsi la tovaglia, l’umiltà di aver fame di apprendere dai nostri ospiti che hanno il piacere di dare un consiglio. La voglia d’essere d’esempio per chi è un collega che si siede alla nostra tavola e apprezza l’impegno di ogni giorno.
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lettere al direttore
Spero che nel tempo il team Wild sia così come in una fiaba, di quelle montane intorno a un fuoco, dove tutto incomincia con un "c’era una volta..." Grazie Nicolò per questa tua riflessione che voglio pubblicare perché entra proprio nel cuore di un mestiere. La corona radiosa rossa unica per noi ha un significato generale: è un valore per tutti. Io e Marco decidiamo di assegnarla ogni anno per indicare un insieme di valori che vengono rappresentati, oltre alla tavola ai massimi livelli. E voi ci siete riusciti. In poche parole siete un modello per tutti: di lavoro, di umiltà, di dedizione e, come abbiamo scritto nell’articolo che annunciava la cosa, di Colleganza. Ci ha sorpresi registrare che il video dove in diretta vi ho consegnato lo scettro della corona rossa, sia stato visualizzato subito da 1.000 persone. Questo la dice lunga anche sulla freschezza della comunicazione e sulla forza che essa ha. Andate avanti così. A prestissimo!
ASSURDO CHIUDERE LE PASTICCERIE
Monica Quirico
Buonasera, le mie considerazioni immediate sono che condivido pienamente i vostri argomenti: perché posso comprare dolci scadenti al supermercato e non mangiare quelli di eccellenti artigiani? Me lo chiedevo già durante il primo lockdown, ma a maggior ragione lo trovo ingiusto ora, dopo aver visto con quanto scrupolo i pasticceri di Torino hanno adottato tutte le precauzioni possibili. Capisco chiudere il servizio caffetteria, ma impedire di vendere i dolci è semplicemente imbecille. Mesti saluti da un'incurabile golosa. Grazie Monica, hai interpretato efficacemente anche il mio e il nostro pensiero. Non è possibile prendere provvedimenti su ipotesi vaghe che non rispettano il lavoro di una categoria. Questa delle pasticcerie e gelaterie è dannosa proprio perché inutile.
VINCERE IN VENEZUELA
Alejandro Marius, Venezuela
Carissimo Paolo, in tutto il caos che stiamo vivendo, questo premio (l’Associazione ha vinto il premio Pepsi Music nella categoria Musica Traditional. ndr) che è molto significativo ma non è la cosa più importante nella vita (come avere salute, mangiare, e la vita stessa), è un vero segno del lavoro di molte persone. È il riconoscimento di un team di persone che ha iniziato a lavorare l'anno scorso nel bel mezzo di un blackout nazionale e che ha perseverato nel prendere provvedimenti. Un lavoro di squadra, con uno scopo chiaro: mostrare che una persona fa la differenza, il suo lavoro può ispirare molte altre persone e generare l'inizio di un cambiamento. Un abbraccio Quante cose ci fai imparare, Alejandro, anche da queste poche righe dove parli dell'irriducibilità della persona. So che in Venezuela state vivendo una situazione mai vista, per cui non vengono neppure esposti i prezzi della merce, perché in ogni momento si fa il calcolo in tempo reale del valore della moneta. Spero davvero, con gli amici di Papillon, di poter darvi la mano che vi avevamo promesso. A maggior ragione dopo quello che ci scrivi. Un abbraccio forte.
la Circolare
SIAMO ARRIVATE IN PORTOGALLO! Abbiamo dovuto interrompere le Cene in ComPagnia, ma le nostre monache trappiste di Vitorchiano sono partite comunque per il Portogallo, con la benedizione del Papa. E subito una di loro ha scritto una lettera tenerissima ai suoi genitori, che pubblico a chiusura di questa Circolare, come invito a non perdere mai la voglia di sperare. “Boa festa de todos os santos! Ho un momento libero e vi scrivo per dirvi che stiamo bene! Oggi, giorno di tutti i santi, abbiamo fatto un pranzo di festa perché oltre a essere solennità, Deborah festeggia il suo onomastico (non c'è santa Deborah...), per cui: tortellini, cotolette, torta e fragole! I nostri giorni passano girando molto per i paesi vicini, perché dobbiamo fare documenti come il cambio di residenza, la spesa, andare a Messa (qui c'è una unità pastorale di 15 parrocchie, ma sono piccoli villaggetti di 100 persone o poco più) e dobbiamo inseguire padre Antonio che puntualmente ci dice dove sarà la Messa. Normalmente è alla sera, ma non c'è molta partecipazione e in pochi si comunicano. Così siamo state a Palaçoulo, Sendim, Miranda, Braganza, Prado Gatão e ovviamente a Picote dove viviamo in questi giorni. Sembrano paesi della Sicilia degli anni '60... La foresteria è bella e spaziosa, ma ancora non è finita. Sembra che entreremo l'11 di novembre. Domani Deborah, Margherita e Md Giusi andranno al cantiere per sistemare un po' di cose, perché arriveranno alcuni mobili. Noi siamo andate ieri per fare ordine e spazio, perché al sabato non ci sono gli operai. Io e Lucia di solito facciamo le donne di casa: cuciniamo, laviamo, stiriamo... ma nei prossimi giorni andremo anche noi a pulire e dare una mano alla foresteria. Il 13 di novembre arriveranno anche le altre cinque: Md Augusta, Annunziata, M. Luce, Sara e Irene e dovremo preparare le stanze per loro. Ancora non sappiamo se riusciremo a stare subito tutte e 10 nella foresteria (dipende se i lavori saranno finiti), ma può essere che ci divideremo tra foresteria e casa di Picote che dista 20 minuti dalla foresteria a Palaçoulo. Le persone del posto sembrano buone e accoglienti e troviamo tanta disponibilità e aiuto a partire dalla marmellata che ci regalano, ai buoni spesa del supermercato, all'ingegnere che ci chiede se abbiamo bisogno di prendere qualcosa a Porto dove lui abita, a Padre Antonio che ci ha regalato un wi-fi per prendere la linea, al vescovo che ci regala dei cestini di vimini del suo scantinato per poter fare cesti per vendere i nostri prodotti. Qui le persone sono semplici, ma ci stiamo rendendo conto che un portoghese, qualsiasi cosa tu gli dirai, non ti dirà mai di no direttamente se non è d'accordo, piuttosto evita il problema o cerca di farti intendere il suo disaccordo. Anche tra noi cinque i rapporti sono buoni. Ancora non riesco a realizzare che ho lasciato Vitorchiano e l'Italia per sempre: sembra di essere in vacanza... Ma verrà col tempo, anche se la nostalgia si fa sentire.... Vi abbraccio forte e ditemi di voi!Alice E noi siamo con voi. E ci faremo sentire, anche se quell’idea maturata a Vitorchiano questa estate, di passare in Natale con voi, purtroppo non si potrà realizzare. Ma siete sempre nei nostri cuori!
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lettere al direttore
Giacomo Bologna
Alessandro Bassa
PAOLO FROLA
LAURENT MARCOZ
Luigi Veronelli GIACOMO PERLETTI
Motoko Iwasaki
ALEJANDRO MARIUS
Serge Hochar
FRANCO PICCINELLI
Massimo Spigaroli
Angelo Zola
Riccardo Riccardi di Santa Maria di Mongrando Dario Odifreddi Giorgio Vittadini MASSIMO
Gualtiero Marchesi Maurizio Pasquali
ALBERTENGO
TONY HENDRA
Jean Valenti
Marco Gatti FRANCO FASANO
Luigi Giussani
Bruno Lauzi
Dino Martelli
RINALDO BERTOLIN
Gianni Frasi GLORIA RIVA
Nicola Fiasconaro
Maga Lino
Pasquale Forte EMIDIO PEPE
CESARE PONTI
Vera D’Agostino Stefano Casadei
JOSKO GRAVNER
Angelo Gaja
Giacomo Poretti
CHRISTINE FERBER
MarioGIAMPIERO Calabresi BEA
PIERO BERTINOTTI SABRINA MENOZZI
Simone Padoan
Gianfranco Soldera MASSIMO FOLADOR Francesca Settimi Francesco Saliceti MARCO RANOCCHIA
Gianni Rigoni Stern GUIDO PORRATI
Anna Maria Canopi
Luca Doninelli
Antonio Ricci
TULLIO VALCANOVER
Antonella Manuli