![](https://assets.isu.pub/document-structure/230612100142-f4c7deae4d471ca2ae7af9c69ad13bd9/v1/582f08e440c5caf491e8dcaf4603ea78.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
3 minute read
FARNESE FESTIVAL
Poco più di un anno fa, al Caffè del Teatro Regio, Antonio Bodria, sospirava disegnando nell’aria, con le dita, l’ampiezza del palazzo farnesiano che chiudeva la corte all’altezza del palazzo delle poste: “E’ incredibile che l’Ottocento di Verdi abbia potuto mettere in ombra il Seicento e il Settecento della cultura a Parma, ti rendi conto che Voltaire chiedeva, nelle sue lettere, cosa accadeva in questa piccola corte circondata dai campi? Tutta l’Europa guardava alla musica che si faceva qui”. Quando, alcuni mesi fa, in città cominciò a circolare la notizia di un festival dedicato alla musica barocca, un momento istituzionalizzato che andava ad affiancare il festival autunnale dedicato a Verdi si stentava a crederci: è vero che Europa Galante, l’ensemble di eccellenza mondiale diretto da Fabio Biondi a Parma è nato ed è da sempre in residenza al Teatro Due, è anche vero che dal fondo musicale della Biblioteca Pala- tina il maestro ha estratto perle rare e che Biondi ha sempre intrecciato la sua carriera mondiale con un’attenzione costante alla città in cui si è formato musicalmente come quando, lo ricordiamo tutti, ha riaperto dopo il confinamento pandemico la vita culturale cittadina con il magnifico “Trionfo del Tempo” in San Giovanni. Nessuno poteva immaginare però che il primo festival di musica barocca a Parma si sarebbe inaugurato con un cartellone tanto importante: da Claudio Monteverdi a Dario Castello, da Giovanni Legrenzi a Girolamo Frescobaldi, Isabella Leonarda, Luigi Boccherini a Carlo Frugoni e la presenza di soggetti artistici quali Concerto italiano di Rinaldo Alessandrini, Labarocca, Quartetto Vanvitelli oltre alla Filarmonica Toscanini che ha inaugurato il cartellone sotto la guida di Enrico Onofri. L’invenzione, la polifonia, la composizione di armonie policrome sembrano da tempo caratterizzare la direzione di Verde al complesso museale più importante di Parma sostenuto, nella costruzione del Festival, anche dal Comune di Parma, dal Ministero della Cultura e dalla Fondazione Banca Monte: il biglietto di ingresso a prezzi davvero popolari è in sé una rivoluzione di intenti. Culturalmente Parma sembra acquisire, con questo festival, un tessuto musicale più solido, capace di attrarre il pubblico mondiale in modo più continuo, e sarà forse l’occasione per mettere a sistema le molte realtà del territorio senza antagonismi provinciali, con la lungimiranza necessaria per guardare all’eccellenza, includendo ad esempio chi opera sul fronte della formazione, chi sul fronte della valorizzazione della tradizione di
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230612100142-f4c7deae4d471ca2ae7af9c69ad13bd9/v1/062f92f47e0282151e500e10c1359e2b.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Advertisement
Dal 6 al 19 giugno, biglietti prenotabili a www. biglietterialatoscanini. it; per il programma dettagliato www. complessopilotta.it liuteria, della ricerca filologica, chi su quello della sperimentazione contemporanea sotto un unico cielo in cui sarà utile coinvolgere tutta la comunità locale, a partire dai più giovani. Dal punto di vista musicale, si tratta forse di proporre, con questo festival, un diverso rapporto tra musica e canto. Biondi parlava, in un suo intervento al Due di qualche anno fa, di “stile misto”: “lo stile di coloro che, come Bach e Telemann hanno cercato di uscire fuori dalle limitazioni ‘razziste’ di generi e linguaggi”, l’idea di far convivere diverse espressioni interessandosi sempre a linguaggio degli altri. Restituire Parma al suo tessuto paritario di rapporti con Cremona, Venezia, Brescia, Parigi significa forse allora ripensarne la centralità futura. “Con il Farnese Festival all’interno di uno dei più straordinari teatri al mondo – afferma il direttore artistico Fabio Biondi – si rende giustizia a un repertorio legato alla ricca vita musicale della città di Parma che, fra il 600 e 700, ospitò tra i più insigni Maestri dell’epoca: figure come Monteverdi, Farinelli, Carestini, Giacomelli, Mozart”. “Un’iniziativa che testimonia la vivacità del progetto sviluppato dal Complesso Monumentale della Pilotta”, afferma il direttore Simone Verde – finalizzato al rinnovamento della struttura, al riallestimento delle sue collezioni e alla creazione di un centro culturale di respiro internazionale, che è stato premiato da un largo consenso di pubblico”. Sarà proprio Biondi con Europa Galante, ad aprire martedì 6 giugno alle 20.30 al Teatro Farnese, un programma che, partendo da uno dei protagonisti della vita musicale italiana della prima metà del ‘600, qual è Girola - mo Frescobaldi, si conclude con uno dei capolavori di Claudio Monteverdi, musicista che nel 1619 inaugurò proprio il teatro. Andrà quindi in scena Il Combattimento di Tancredi e Clorinda accompagnato da Dario Castello e Giovanni Legrenzi sempre esponenti della scuola musicale veneziana. L’orchestra Europa Galante ritorna mercoledì 7, interpretando brani di Luigi Boccherini e ancora giovedì 8, con Invenzioni e Stravaganze, il 600 musicale italiano all’epoca del Teatro Farnese. Sabato 10, in scena l’orchestra LaBarocca di Milano, diretta da Ruben Jais, che presenta Scipione in Cartagine, opera seria in tre atti del compositore parmigiano Geminiano Giacomelli, su libretto di Carlo Innocenzo Frugoni. Il 17 “Come veggiamo usarsi ne’ madrigali moderni”, un repertorio di madrigali di Claudio Monteverdi, Giovanni Battista Fontana, Marco Uccellini, interpretati da Concerto italiano, diretto da Rinaldo Alessandrini. Il Farnese Festival si chiuderà il 19, con un concerto promosso dalla Toscanini, con la presenza del mezzosoprano Giuseppina Bridelli e l’esibizione del Quartetto Vanvitelli.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230612100142-f4c7deae4d471ca2ae7af9c69ad13bd9/v1/f8327095e02c8bd95b196b939e11d4f9.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230612100142-f4c7deae4d471ca2ae7af9c69ad13bd9/v1/365ff23d8b6601d488e9d41556be935c.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230612100142-f4c7deae4d471ca2ae7af9c69ad13bd9/v1/f7fb5ee42da8b3b929248112c2ecb9bc.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230612100142-f4c7deae4d471ca2ae7af9c69ad13bd9/v1/1a77c7b28365b1723dcdeb337e516ec1.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230612100142-f4c7deae4d471ca2ae7af9c69ad13bd9/v1/76ed8e30bf52389920c52e313625eb2f.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Di Isotta Violanti
Quando ci si affaccia in Conservatorio si varca un luogo speciale, e lo si sa già prima di entrare, perché, salendo da Strada del Conservatorio, le note dei cantanti e degli strumentisti raggiungono limpide le orecchie dei passanti. Ma è attraversando i due storici chiostri, che il linguaggio universale della musica fa spazio a quello delle parole e delle voci degli studenti di diversa nazionalità. Infatti già da parecchi anni giovani di tutto il mondo vengono affascinati dalla storia e dal prestigio del Conservatorio di Parma e partono, percorrendo migliaia di chilometri da casa, scegliendo di studiare nel cuore della nostra città, in quel
![](https://assets.isu.pub/document-structure/230612100142-f4c7deae4d471ca2ae7af9c69ad13bd9/v1/a9363edeab0b5af146b3a862b3129707.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Sotto: particolare dell’ingresso al Conservatorio Arrigo Boito. A destra un concerto nel cortile interno