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CONSERVATORIO: STORIE DI MUSICA E STUDENTI DAL MONDO

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FARNESE FESTIVAL

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luogo che fu lo stesso Giuseppe Verdi a impegnarsi, per destinarlo ad essere un Conservatorio di musica, istituzione autonoma dello Stato italiano. Lo fece aiutando l’allora sindaco di Parma Giuseppe Mariotti a ottenere un apposito Regio decreto nel 1888, che nel 1919 viene intitolato ad Arrigo Boito. Ma la storia del Conservatorio non si intreccia solo con il celebre compositore e parte ancora più da lontano, da Napoleone e Maria Luigia. Infatti quando nel 1808 l’edificio era un ancora un Ospizio delle Arti, la duchessa volle che diventasse un posto dove impartire lezioni di canto ai giovani orfani, gettando le fondamenta per farlo divenire quello che è oggi. Un Conservatorio che ha allievi che arrivano dal Sud America, Corea, Cina, Turchia, Moldavia... ragazzi e ragazze che vengono a Parma non senza sacrifici, spesso senza conoscere a fondo la lingua italiana (elemento importantissimo per la comprensione dei testi operistici), ma anche per sopravvivere in una nazione straniera. Ma il Conservatorio, per gli studenti, non è un viaggio di sola andata, Per dare la possibilità anche agli allievi italiani di avere contatti con altre realtà musicali, sono stati istituiti nel tempo anche numerosi progetti di Erasmus e gemel-

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Amato da Maria Luigia e voluto da Verdi, è oggi una delle istituzioni più prestigiose della città. Ma anche una delle meno conosciute

laggi con altre istituzioni musicali europee ed internazionali. Si è così creata negli anni una grande e solida rete di rapporti, costellata da masterclass con musicisti di fama internazionale, periodi di gemellaggio con paesi quali Stati Uniti, Georgia, Germania e numerosi concerti di alto livello. Ma non solo il canto lirico attira studenti da tutto il mondo: sono molte le classi strumentali del Boito che contano iscrizioni di allievi stranieri e sono molti i ragazzi che dopo aver concluso il percorso di studi (spesso anche durante), ottengono risultati eccezionali. Nicolás Cortés Castillo, ex allievo di tuba, ci racconta come in Sudamerica sia consuetudine andare ad approfondire lo studio in Europa quando si è meritevoli: “sono arrivato in Italia grazie ad un mio amico trombonista con cui studiavo a Santiago del Cile e che è venuto qui a studiare prima di me. Il suo isegnante mi ha consigliato di studiare con il docente di tuba, consiederato molto bravo”. Ora Nicolás collabora con molte orchestre della zone ma abbiamo voluto anche chiedergli quali sono state le maggiori difficoltà incontrate in questo percorso e cosa consiglia a chi viene da fuori a studiare come lui: “Parma, nonostante sia una città con una grande tradizione musicale ed un conservatorio riconosciuto in tutta Europa, è una città piccola e quando si viene da una città molto grande (ndr Santiago del Cile) ci si ritrova con poche attività concer- tistiche. All’inizio può essere di aiuto per avere più tempo da dedicare allo studio ma il consiglio che mi sento di dare è quello di guardare sempre anche al di fuori delle città più piccole per avere più possibilità e crescere come musicisti”.

Un importante cambiamento si verificò verso la fine degli anni ’70, quando prese il via a Parma il primo Liceo artistico a indirizzo musicale all’interno del Conservatorio stesso, finche poi nel 2010, con la riforma Gelmini, diventò ufficialmente Liceo Musicale.

Nei successivi anni si arrivò all’avvio in fase sperimentale, del Triennio superiore e del Biennio specialistico, caratterizzati dall’acquisizione di nuove competenze all’interno della formazione accademica tradizionale, rendendo così il dipoma accademico una vera e propria laurea riconosciuta a livello europeo. Il 24 Novembre 2008 si inaugurò l’Auditorium del Carmine. La chiesa gotica, che era già stata sottoposta a tentativi di rinnovamento, si trasforma in una suggestiva sala da concerto, che diventa poi un punto di riferimento per la vita culturale di Parma.

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