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CHIARA VERNIZZI: RIGENERARE, PER CREARE UNA NUOVA CITTÀ
Tanta voglia di fare, cambiare, modificare, in meglio. Chiara Vernizzi dirige un assessorato che si muove tra la difficoltà di gestire un commercio in crisi e l’entusiasmo di riprogettare luoghi da far rinascere, per essere trasformati in ambienti che abbiano un ruolo da protagonisti per il nostro futuro. In altre parole, ridisegnare la città. E sicuramente, quello che si potrà fare, lei, lo farà, senza lasciare indietro nessuna opportunita. Almeno a giudicare da come le si illumina lo sguardo, quando inziamo a parlare di quali potrebbero essere gli interventi più importanti e urgenti sul territorio: un argomento che ha studiato approfonditamente e che insegna tutt’ora all’università.
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Ma, però, partiamo dal commercio. Che situazione ha trovato?
“La situazione del commercio è complessa, non solo a Parma, in realtà, ma anche a livello nazionale. Il piccolo
CARTA D’IDENTITÀ
Chiara Vernizzi
Competenze: Assessora alla Rigenerazione Urbana
Deleghe
Rigenerazione Urbana, Urbanistica, Attività economiche e pianificazione per il commercio, Edilizia privata, TSO
Bio commercio è in crisi da molti anni per dinamiche di varia natura: prima di tutto l’apertura delle grandi strutture dei centri commerciali che hanno un po’ penalizzato i negozi di vicinatoe e il post pandemia che ha dato un imput molto forte al commercio online.”
Dopo il diploma al Liceo Classico G.D. Romagnosi (1986), si laurea in Architettura. E’ Professore Ordinario di Disegno presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma. Ricopre anche la carica di delegata del Rettore per l’Orientamento.
Aumentano anche i negozi sfitti?
“Si, i negozi sfitti sono l’aspetto tangibile di questa crisi. Ci impegneremo per avere un’interlocuzione con i proprietari, per capire come riuscire ad agevolarli e incentivare in qualche modo la riapertura delle attività, magari anche in maniera temporanea, con delle iniziative legate a delle esposizioni.”
Quali soluzioni avete individuato?
“Stiamo cercando ovviamente di intervenire su questo fronte con modalità diverse: da un lato ripartire con degli incentivi per le nuove aperture, erano iniziative che erano state svolte anche nel mandato precedente. Adesso abbiamo riassestato un po’ i nostri bilanci, abbiamo recuperato delle risorse di cui avevamo bisogno per ripartire. Attiveremo dei nuovi bandi, che mantengano le garanzie necessarie, perché impegnamo soldi pubblici, ma che alleggeriscano e allevino alcuni aspetti, per non mettere in difficoltà i giovani imprenditori.”
Un altro tema importante è quello della rigenerazione urbana
“La rigenerazione urbana e la valorizzazione degli spazi pubblici, in particolare quelli del commercio, o quelli su cui il commercio insiste maggiormente, sono temi che mi stanno particolarmente a cuore. Questo è un tema del centro storico, dove si manifesta con certe caratteristiche, ma riguarda anche altre parti della città, e quindi adesso stiamo ragionando su un piano che possa valorizzare gli assi commerciali,coinvolgendo anche le vie e le strade più periferiche, magari rendendole protagoniste con iniziative ed eventi.”
Una delle idee della scorsa amministrazione era quella di eleminare il rapporto con le associazioni i di categoria e arrivare a un contatto diretto con i commercianti “Noi cerchiamo di fare un’altra cosa, per noi le associazioni di categoria sono degli interlocutori e con loro stiamo facendo tantissimi ragionamenti, non solo per quanto riguarda la parte di rigenerazione urbana o del commercio in senso stretto, ma anche in generale per tutto quello che può impattare sul centro storico, come il lavoro dell’assessore Borghi, ovvero la viabilità, la pedonalizzazione, la restituzione degli spazi ai pedoni.
Sul tema della pedonalizzazione i tempi sono molto cambiati?
”Molto, non c’è più la chiusura che c’era una volta. Abbiamo lavorato con le associazioni di categoria, fin dalla prima sperimentazione avvenuta nel periodo natalizio, quindi anche propizio in un qualche modo, c’è stata apertura anche da parte dei singoli commercianti. Addirittura, alla fine di questa sperimentazione, i commercianti delle vie che non erano state interessate ci chiedevano di essere inclusi anche loro, cosa non semplice perché c’è il tema, poi, di come riorganizzare la viabilità, gli accessi legittimi dei residenti. E’ molto complicato nel nostro centro storico.”
Si parlava anche di una pedonalizzazione più ampia, è possibile?
“Va studiata in maniera mirata, stiamo ragionando sempre sul fine settimana, in modo da non mandare in crisi tutto il sistema degli accessi e di vita. Stiamo facendo uno sforzo molto grande, ma equilibrato per portare avanti questa visione, che va nella direzione non solo del raggiungimento della neutralità carbonica del 2030, ma anche di quella che è la logica della sostenibilità, dell’utilizzo di una mobilità diversa.”
Una delle idee era quella di mettere il tram su rotaia…
“Questo mi fa un po’ rimpiangere quello che c’era e quello a cui abbiamo rinunciato, perché Parma aveva già una rete tramviaria che la collegava con i principali centri, ma è stata smantellata. Il piano urbanistico generale mette insieme tutte queste visioni di città.”
La rigenerazione urbana
“Questo è un tema molto difficile. Le zone da rigenerare sono evidenti. Dalle grandi aree che riguardano siti che sono dismessi dal punto di vista industriale, come l’area dell’ex Bormioli (ma in questo caso è un pò più complicato, perché l’area è privata), alle aree pubbliche, in tutto o in parte o attraverso delle partecipate, come quella dell’ex Tep, un’area strategica che si colloca a ridosso del centro storico. Poi ci sono anche aree importanti come quella della stazione, incompleta, con lo stralcio a nord della parte già realizzata. Ma sono tutte zone con complessità enormi legate a configurazioni di tipo urbanistico che non sono più attuali per quelle che possono essere le esigenze del mercato e della società di oggi.”
Poi ci sono altre aree, tra cui lo scalo merci.
“Sono temi annosi, sono aree sulle quali si sono già espresse tante progettualità, perché sono strategiche: sia per la loro collocazione a ridosso del centro; sia perché sono aree non risolte, da bonificare. E poi c’è anche l’area Spip e quella a fianco all’Ikea, che non hanno mai conosciuto una conclusione e sono già fortemente degradate. Sono aree sulle quali stiamo ragionando, si cerca di valutare attraverso il privato se si riesce a trovare un percorso per arrivare a rigenerarle.”
Se si dovesse dare una priorità di intervento?
“Quelle di proprietà dell’amministrazione, quindi dove possiamo intervenire con maggiore facilità: ex-Tep e lo scalo merci. Queste sono le aree sulle quali spero di poter costruire un percorso, reperire fondi, che poi è il tema fondamentale, perché tutti gli interventi di rigenerazione sono impegnativi dal punto di vista economico.
Ma parlare di rigenerazione urbana, non significa solo grandi interventi?
“Va fatto un cambio di passo culturale anche sulle operazioni di rigenerazione urbana più piccole, perché dobbiamo abituarci a considerare normale sostituire edifici che non sono più performanti dal punto di vista sismico ed energetico, ma anche distributivo e funzionale. Questo non riguarda il patrimonio storico, è ovvio, ma ci possono essere anche ai margini del centro o nelle prime periferie storicizzate, palazzine degli anni cinquanta poco performanti. La città che non può espansiondersi, deve crescere in modo diverso, deve ‘crescere costruendo sul costruito’”
Cosa cambierà in futuro?
“Cambierà molto, perché ci saranno due modi diversi di lavorare sul territorio urbanizzato, che viene perimetrato e calcolato a quella che era la sua fotografia il primo gennaio 2018. E’ un territorio che la Regione verificherà, e su questo si lavorerà sul costruito, non utilizzando le stesse categorie di una volta. Ragioneremo sulla tipologia di tessuto che sarà diverso nel centro storico, nel capoluogo, nelle frazioni, piuttosto che un insediamento in tessuto di tipo produttivo, che potrà essere un produttivo di tipo industriale, oppure artigianale, misto, più leggero, direzionale o commerciale. E poi c’è tutto il tessuto che è al di fuori e sono i ragionamenti che consentiranno l’espansione della città entro il 3% secondo delle strategie che riguardano vari aspetti: la sostenibilità, il verde, la creazione di poli funzionali che possano costruire la famosa città dei 15 minuti. Tutto questo da da qui al 2050, che è l’orizzonte temporale del piano che la legge ci pone come limite per intervenire.”
Tornando al commercio, i quartieri su cui vorreste intervenire prima?
“I quartieri su cui intervenire sono quelli di cui ha parlato il sindaco già in campagna elettorale, come il San Leonardo, l’Oltretorrente, ma anche il centro storico, perché sappiamo che si sta verificando un certo svuotamento di negozi, come nella parte finale di via Garibaldi o alcune zone di via della Repubblica. Colpisce sempre vedere un negozio vuoto da tempo dove c’era il Libraccio, che è proprio davanti al Comune. Poi c’è la Ghiaia, che ha una serie di problematiche tutte sue, che presto affronteremo.”
Ci parli di San Leonardo e Oltretorrente?
”Abbiamo incontrato i commercianti del San Leonardo e quelli dell’Oltretorrente, per ragionare con loro sul tema specifico del commercio, della sicurezza, del decoro, che è una delle deleghe dell’assessore Borghi. Stiamo cercando di vedere come poter intervenire in questi comparti, quindi con incentivi da una parte, ma anche progetti diversi che possano valorizzare gli spazi e riqualificarli. Occorre tornare ad investirci, nel rispetto delle peculiarità delle diverse vocazioni, da un San Leo - nardo alla zona del centro storico sulla destra del torrente Parma.”
Il Montanara rimane un esempio?
“Montanara ha questa grande ricchezza, il rapporto tra associazioni e commercianti ha giocato un ruolo incredibile e strategico. Abbiamo visto che nessuno ha le forze di fare le cose da solo, occorre “fare sistema, fare rete”, perché l’amministrazione da sola non arriva dappertutto.
Come è arrivata dall’università all’assessorato? Con quali obbiettivi?
“Conoscevo il sindaco, perché era un docente universitario, eravamo insieme nel gruppo di lavoro “Parma città universitaria”. Un giorno è arrivata la chiamata, pensando a figure tecniche che potessero portare delle competenze e una visione diversa, di chi la città la conosce perché l’ha studiata, analizzata. Io non avevo mai pensato a un ruolo di questo genere, ma è molto stimolante e interessante. Soprattutto credo di aver mantenuto, nell’affrontare i problemi, uno sguardo ancora molto vicino a quello dei cittadini.”
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