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Traumi della spalla
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Traumi della spalla, come intervenire
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NON SEMPRE SI PROCEDE CON L’INTERVENTO CHIRURGICO, BISOGNA DISTINGUERE LE FRATTURE DALLE LUSSAZIONI. PER FARE CHIAREZZA, NE PARLIAMO CON GLI SPECIALISTI DELLA CASA DI CURA CITTÀ DI PARMA
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La spalla è un’articolazione molto complessa e molto mobile. Consente all’arto superiore di ruotare fino a 180° gradi in tre piani diversi, permettendo al braccio di muoversi nello spazio ed eseguire le diverse attività quotidiane e sportive. Proprio questa mobilità espone la spalla a possibilità di traumi, come ci spiegano i dottori Carlo Felice De Biase e Giovanni Ziveri, Specialisti in Ortopedia e Traumatologia della Casa di cura Città di Parma.
A livello della spalla si possono verificare fratture o lussazioni: nel primo caso si tratta della rottura delle ossa, nel secondo della perdita permanente dei normali rapporti tra due capi ossei di un’articolazione. Per le lussazioni della spalla, quando è necessario l’intervento chirurgico? «Le lussazioni non richiedono sempre l’intervento chirurgico. Quando vi sono le indicazioni per la chirurgia, le lussazioni di spalla possono essere trattate sia con tecniche artroscopiche che con tecniche a “cielo aperto” -sottolinea il dottor De Biase-. Nel primo caso, utilizzando micro viti composte da materiale bioriassorbibile. La tecnica chirurgica a “cielo aperto”, ovviamente più invasiva, viene riservata ai pazienti che praticano uno sport di contatto come il rugby o nei casi in cui si possa verificare una recidiva del precedente intervento.» Quali sono le fratture più frequenti a carico della spalla? «Le fratture dell’omero prossimale rappresentano circa il 5% di tutte le fratture, ma sono per incidenza la seconda frattura più frequente dell’arto superiore e la terza nei paziente over 60 - spiega il dottor Ziveri-. Il mecca
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Piazza Athos Maestri, 43123 Parma • Tel. 0521 249611 - Fax 0521 493474 web: www.clinicacdp.it • mail: info@clinicacdp.it nismo traumatico più frequente è la caduta sulla mano con braccio disteso dalla posizione eretta. Nei pazienti più giovani il trauma in genere è ad alta energia (ad esempio cadendo in ambito sportivo) e le fratture di solito sono complesse. Nel paziente anziano anche cadute banali e traumi più lievi possono determinare una frattura dell’omero prossimale.» Come si tratta la frattura dell’omero prossimale? «L’80 % di queste fratture è composta o lievemente scomposta e il trattamento di scelta è il trattamento incruento con tutore o con fasciatura - continua il dottor Ziveri-. Le fratture scomposte necessitano del trattamento chirurgico di sintesi poiché, se non trattate, hanno un elevato rischio di lasciare deficit funzionali importanti. Fondamentale è classificare correttamente queste fratture per individuare il trattamento più indicato. Gli interventi per frattura dell’omero sono complessi e devono essere svolti da chirurghi esperti in materia.» Recupero post-operatorio, quali i tempi e le modalità? «Diversi sono i trattamenti chirurgici possibili in rapporto alle diverse configurazioni delle fratture- risponde il dottor De Biase-. In seguito all’intervento chirurgico il paziente dovrà portare un tutore per un periodo che varia in base al tipo di frattura e inizierà un percorso riabilitativo che verrà discusso con il chirurgo, che lo condurrà al recupero funzionale della spalla. Le fratture del terzo prossimale di omero possono avere bisogno anche di 1 anno per portare al recupero funzionale desiderato quindi, oltre alla corretta indicazione chirurgica, è fondamentale la motivazione del paziente che dovrà attenersi anche ad un corretto post-operatorio.»
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