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Belenofobia, come si affronta la paura degli aghi Il teatro come spazio di benessere

Belenofobia: come si fa a superare la paura degli aghi?

ANSIA, TACHICARDIA, SVENIMENTI SONO SOLO ALCUNI DEI SINTOMI DI UNA FOBIA MOLTO COMUNE. LA TESTIMONIANZA DI MARCO, CHE NE SOFFRE DALL’ADOLESCENZA

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«M i sento debolissimo, come se perdessi completamente le forze e i sensi. Ho paura di svenire, di sentirmi male. Inizio ad essere in apprensione già la sera prima dell’appuntamento con il centro prelievi. E vorrei che non arrivasse mai il momento». Questo è il racconto di Marco, 32 anni, che ha la fobia degli aghi da quando era adolescente. Detta anche “Belenofobia”, si tratta di un disturbo piuttosto comune, poiché si stima che circa il 10% della popolazione mondiale ne soffra. I sintomi sono ansia, palpitazioni, sudorazione aumentata, capogiri, pallore, vertigini, svenimenti: «Vedere o anche solo sentir parlare di flebo, trasfusioni, punture

mi agita. Se è in corso una discussione sull’argomento devo allontanarmi immediatamente – prosegue Marco –. Il mio timore dinanzi alle

iniezioni è quello di avere in seguito reazioni forti, mentre con il prelievo ho paura di perdere troppo sangue. Devo rimanere coricato prima e dopo, altrimenti svengo. Se non avessi questa fobia mi piacerebbe essere donatore». Dunque per il terrore di avere conseguenze particolari, ci si sottrae

Quando il TEATRO diventa uno SPAZIO DI BENESSERE PSICOLOGICO

Un focus sul teatro di prosa nella nostra città e non solo, anche in provincia e nelle città vicine. Stiamo parlando di Teatropoli, il portale che fornisce informazioni sugli eventi teatrali, recen sioni relative agli spettacoli, ma anche approfondimenti e interviste. Una full immersion che vuole trasportare il lettore in un mondo magico, per riscoprire una dimensione intima e profonda, più legata al benessere della persona e meno incentrata sul virtuale. Dietro le quinte di questo coraggioso progetto, attivo dal 2016 e diventato un punto di riferimento cittadino, c’è la giornali sta Francesca Ferrari, da sempre appassionata di teatro, che ha deciso di investire tempo, competenze ed energie in questa idea, «in qualità di spettatore esperto – ci racconta – perché nel maturare l’esperienza sul campo, mi sono accorta di quanto fosse necessario creare un ulteriore spazio di scrittura sul teatro».

Cosa rappresenta il Teatro per una città? «In un tempo già ammalato di disimpegno, il teatro rappresenta un avamposto di grazia, poesia e pensiero. Un luogo in cui ristabi lire ascolto e dialogo con l’altro, riconnettersi alla dimensione più umana. Uno spazio di benessere psicologico che può donare anche tanta profonda salute interiore a chi lo frequenta per brevi o lunghi periodi.» Pensi che Parma meriti una particolare attenzione dal punto di vista teatrale? «Parma è una città dalla lunga e consolidata tradizione teatrale, dunque molto preparata da questo punto di vista, come dimostra la presenza di tante realtà importanti. Tuttavia, è sempre bene par larne, informare su ciò che avviene, su quello che si muove in città sul fronte teatrale. Non è mai abbastanza lo spazio che si dedica a

alle analisi cliniche: «L’evitamento è la modalità comune di fronteggiamento – chiarisce la psicoterapeuta Amalia Prunotto, consulente Lidap Odv (Lega Italiana contro i Disturbi d’ansia,

d’Agorafobia e da attacchi di Panico) sez. di Parma –, che si rivela inopportuno soprattutto quando è in pericolo la salute». Che fare dunque per superare questa difficoltà? «Ci vengono in aiuto alcuni passaggi della psicologia cognitivo-comportamentale, che in casi meno gravi possiamo adottare autonomamente. Innanzitutto tener presente che i sanitari sono disponibili e sanno mettere in atto strategie di aiuto. Dichiararlo, a priori, aiuta infatti a far scendere l’ansia verso un limite sopportabile. Ci si deve poi, piano piano, desensibilizzare allo stimolo, come per altre fobie. Si può compilare ad esempio una lista delle proprie paure più grandi da 10 a 1 (da quella insormontabile a quella meno intensa) e ci si sottopone ogni giorno alla scena fobica, fino a quando si è sicuri di affrontare senza problemi la situazione». Possono pertanto servire fotografie o filmati per desen

Con Parma 2020, l’Ateneo, l’Azienda Usl di Parma e l’Azienda Ospeda liero-Universitaria promuovono la rassegna “La memoria del futuro”, una raccolta di eventi scientifici, storici, divulgativi e due rassegne collaterali, tutti aperti alla città, con l’obiettivo di presentare il patrimonio culturale generato con la produzione della cura. La rassegna, che ha il patrocinio del Comune di Parma, si è aperta a feb braio con il racconto di grandi chirurghi di Parma di ieri e di oggi e proseguirà per tutto il 2020 con un ricco calenda rio di eventi, molto diversi tra di loro: Storia delle neuroscienze del 14 marzo, Storia delle malattie infettive del 23 aprile, quelli di carattere storico; #confinicomuni dal 14 al 17 ottobre sulla montagna come terapia, solo per citarne alcuni. I diciannove eventi sono ideati grazie alla collaborazione con l’Ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri, la De putazione di Storia patria, la Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, l’Archivio di Stato e la Festa internazionale della storia. I dettagli dei programmi dei singoli eventi sono disponibili su: www.unipr.it; www.ao.pr.it; www.ausl.pr.it Una rassegna dedicata alla CULTURA DELLA CURA

sibilizzarsi piano piano. Ma nei casi di maggiore gravità, nei quali diventa trascuratezza per la propria condizione fisica? «Occorre affrontare un percorso psicoterapico strutturato: psicoterapie immaginative, ipnosi o EMDR possono venire in aiuto. Per porre fine in breve tempo a situazioni dolorose», conclude Prunotto.

di Arianna Torelli

questa straordinaria forma d’arte.» Veniamo all’attualità. Il 2020 è l’anno di Parma Ca pitale Italiana della Cultura, come si prepara Teatropoli? «Con grande impegno e determinazione! Teatropoli ha da poco ottenuto il Patrocinio del Comune di Parma per la realizzazione di un ciclo di interviste e la creazione di un piccolo focus su quelli che saranno i principali eventi teatrali inseriti nel programma di Parma 2020. Per il futuro di Teatropoli spero di poter arrivare a sviluppare collaborazioni con altre realtà ed enti del territorio che si dimostrino sensibili e attenti al tema culturale e teatrale.» Cosa ti aspetti da questo 2020 a livello teatrale? «Più sperimentazioni, più voglia di rischiare e di investire con sguar do lungimirante, ben oltre il 2020. Mi aspetto quindi tanto buon teatro, ma non in termini numerici, di quantità di eventi. Confido in una programmazione che punti sulla qualità.»

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