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Si svela la nuova Pilotta

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Torna Mus-e Parma

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IL DIRETTORE SIMONE VERDE: “ABBIAMO RIORGANIZZATO LE COLLEZIONI E RIPENSATO IL MUSEO EGIZIO E IL MUSEO BODONIANO. AD APRILE LA PERMANENTE SUI FARNESE”

Il provvedimento del Mibact del 2016, ha permesso riunire idealmente le tante istituzioni presenti all’interno del Palazzo della Pilotta, in un unico complesso monumentale di oltre 40mila. A lui, al direttore Simone Verde, arrivato nell’aprile del 2017, è spettato invece il compito di trasformare in realtà l’immenso e ambiziosi progetto di riorganizzazione di “uno dei più grandi spazi museali al mondo”. Progettare, smontare, riallestire, spostare collezioni e opere, per fare diventare un unicum artistico le cinque meraviglie: lo spettacolare Teatro Farnese del 1618; la Galleria Nazionale che ospita la prestigiosa collezione d’arte dei Farnese creata a partire dal Rinascimento (tra i capolavori anche la Scapiliata di Leonardo da Vinci), il Museo Archeologico Nazionale, istituito nel 1760; la Biblioteca Palatina, realizzata nel 1761, il Museo Bodoniano, il più antico museo della stampa in Italia, inaugurato nel 1963. Riordinare questi spazi è stato ed è un lavoro immane, che solo dopo quattro anni inizia a mostrare i primi risultati. “Ho trovato quest’istituto in condizioni di estremo degrado – afferma Verde -. Il lavoro è impegnativo e complesso. C’erano grossi problemi sia per la conservazione che per la gestione, anche delle parti architettoniche. Le collezioni erano in condizioni non buone e c’era un grande caos

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“L’idea che i musei servono ai turisti è un’idea sbagliata, come se le opere debbano servire a fare cassa. La cultura è un servizio pubblico e serve ad una comunità per capire se stessa e la propria storia e forse anche per tradirla. La cultura serve a rendere i cittadini autonomi, consapevoli e creativi. Il turismo arriva dopo, attratto da una comunità e società creativa”.

scientifico. Abbiamo intrapreso un’opera di risanamento e riqualificazione, che ha significato anche riconcepire l’istituzione dal punto di vista museologico. Valorizzazione e tutela del resto devono andare assieme, stiamo realizzando un progetto di rigenerazione scientifica e intellettuale“.

Direttore Verde, come stanno procedendo i lavori?

«Ad aprile dovremmo riuscire ad inaugurare la prima parte di quello che sarà il nuovo Complesso Monumentale della Pilotta, apriremo la permanente dei farnese e stiamo portando a termine la nuova struttura del Museo Bodoniano trasferita al primo piano e resa più accessibile e stiamo ultimando quello Egizio con la riorganizazzione dello spazio espositivo“. La Galleria Nazionale è un cantiere artistico aperto, “si lavora incessantemente a pensare ai dettagli del percorso museografico e al collocamento delle collezioni”. Prende così forma il Complesso Monumentale della Pilotta, dove il Teatro Farnese, la Galleria Nazionale di Parma, il Museo Archeologico Nazionale e la Biblioteca Palatina, dopo anni di separazione, “ritrovano oggi l’unità in un centro culturale e scientifico aperto al dialogo coi cittadini».

Un primo bilancio del lavoro fatto dal 2017 ad oggi?

“Non è stato facile, oggettivamente. È stato un lavoro complesso e faticoso, “Ciò che ha permesso di continuare ad esistere alle nostre opere vecchie di millenni è stato proprio il fatto che queste opere hanno acquisito ogni volta un significato diverso e sono state rinnovate all’interno delle culture che le hanno ospitate e tutelate e continuato a conservarle. La museologia dovrebbe essere un elemento sull’aperturta della molteplicità culturale”

si è trattato di coinvolgere anche il personale in modo differente, calare il Complesso Monumentale all’interno di un tessuto culturale in modo diverso rispetto al passato. E talvolta sono emersi antichi personalismi dannosi, quando uno degli obbiettivi più importanti è quello di fare squadra».

Quali saranno i prossimo interventi in programma?

“L’ultima parte dei lavori riguarderà il recupero e la valorizzazione del Cortile del Guazzatoio, il restauro delle facciate e la sistemazione dell’illuminazione, fondamentale per valorizzare le opera d’arte. Perchè è inutile avere dei capolavori, se poi non si possono apprezzare in modo adeguato”.

I tempi?

«Spero per la fine dell’estate, l’autunno del 2022».

Avete creato l’associazione “Amici della Pilotta”, con quali obbiettivi?

“Si tratta di un’associazione che sostiene il Complesso Monumentale della Pilotta in varie forme, anche attraverso l’elargizione di fondi. Al di la dell’aspetto conviviale, fa parte di un’idea di incentivare processi partecipativi. Creare un ponte tra il museo e la comunità”.

I lavori sono stati imponenti?

I” lavori sono ancora in corso e non si sono mai fermati. Noi siamo il museo in Italia che probabilmente ha aperto più cantieri, ne avevamo e ne abbiamo aperti 13 in parallelo e ne seguiranno altri. Abbiamo rigenerato degli ambienti, restaurato opere e soprattutto aperto nuove sezioni, con nuovi allestimenti che sono frutto di un lavoro di ricerca che hanno portato a proporre mostre permanenti, come quella dei Farnese”.

Come deve diventare la Nuova Pilotta?

«Il museo deve essere in continua evoluzione. Purtroppo i musei che fanno ricerca sono pochi. Ancora siamo troppo legati alla dimora storica, e facciamo allestimenti che restituiscono un’idea di monumentalità e decoratività degli spazi”.

Quale deve essere il ruolo dei musei?

“Il museo deve essere centro di ricerca vivo, partecipativo, presente sulla sfera pubblica e politica per creare cortocircuiti culturali. In Italia molti musei si sono lanciati verso questo rinnovamento grazie alla riforma Franceschini”. di Simone Simonazzi

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