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E D I T O R I A L E L’INFORMAFREEMAGAZINE nº 52 – anno IX numero 5 settembre-ottobre 2014 ISSN 1828-0722 Editore

GOLIARDICA EDITRICE srl a socio unico sede operativa: I – 33050 Bagnaria Arsa, Italy via Aquileia 64/a tel +39 0432 996122 fax +39 040 566186 info@imagazine.it Direttore responsabile Andrea Zuttion Condirettore responsabile Claudio Cojutti Responsabile di redazione Andrea Doncovio Redazione Giuliana Dalla Fior, Vanni Veronesi Area commerciale Michela De Bernardi, Francesca Scarmignan, Fabrizio Dottori, Caterina Ratzenbeck, Federico Forcieri Responsabile area legale Massimiliano Sinacori Supervisione prepress e stampa Stefano Cargnelutti Hanno collaborato Germano De March, Stefano Caso, Mario Corbatto, Daniel Blasina, Laura Dotti, Paolo Marizza, Giovanni Baldacci, Margherita Reguitti, Andrea Fiore, Adelchi Scarano, Annalisa Casarin, Giovanni Santoro, Livio Nonis, Cristian Vecchiet, Alfio Scarpa, Michele D’Urso, Claudio Pizzin, Michele Tomaselli, Alberto Locatelli, Samanta Mosco, Manuel Millo, Andrea Coppola Registrazione Tribunale di Udine n. 53/05 del 07/12/2005 Stampato in proprio Tiratura 70.000 copie Credits copertina www.orsone.com (Joe Bastianich con la madre Lidia all’interno del ristorante Orsone a Cividale) Credits sommario :: Vanni Veronesi :: :: Azienda Livio Felluga :: :: Provincia di Gorizia :: :: Laura Dotti :: :: FuoriRegata :: © goliardica editrice srl a socio unico. Tutti i diritti sono riservati. L’invio di fotografie o altri materiali alla redazione ne autorizza la pubblicazione gratuita sulle testate e sui siti del gruppo l’informa srl. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, fotografie, disegni o altro non verranno restituiti, anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo, incluso qualsiasi tipo di sistema meccanico, elettronico, di memorizzazione delle informazioni ecc. senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’Editore. Gli Autori e l’Editore non potranno in alcun caso essere considerati responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati, direttamente od indirettamente, dall’uso improprio delle informazioni ivi contenute. Tutti i marchi citati appartengono ai rispettivi proprietari, che ne detengono i diritti. L’Editore, nell’assoluzione degli obblighi sul copyright, resta a disposizione degli aventi diritto che non sia stato possibile rintracciare al momento della stampa della pubblicazione.

Cari lettrici e lettori, quella che sta per concludersi – secondo i dati degli esperti – è stata per la nostra regione l’estate più piovosa degli ultimi decenni. Un’anomalia climatica a cui molti operatori del settore hanno attribuito la causa di altri numeri negativi: quelli delle presenze di turisti nel nostro territorio. Premesso che le condizioni di maltempo non rappresentano un incentivo allettante per godersi pienamente la propria vacanza, è indubbio che la mancanza di alternative all’offerta “sotto il sole”, nel mondo globalizzato dei viaggi aerei a basso costo e delle promozioni dell’ultimo minuto su internet è destinata a divenire un handicap sempre più arduo cui sopperire. Con o senza pioggia. Eppure uno dei più grandi scrittori italiani, Ippolito Nievo, quasi due secoli fa aveva definito questa terra “un piccolo compendio dell’universo”. Una descrizione poetica in grado di riassumere la specialità di un territorio dove mare, montagna, pianura, collina, laguna e altre meraviglie naturali si alternano nello spazio di pochi chilometri. Un patrimonio unico al mondo, che integrato all’ambito culturale (musei, monumenti, reperti storico/archeologici) e a quello enogastronomico dovrebbe costituire un biglietto da visita senza eguali. Ma allora perché i turisti non affollano in massa il Friuli Venezia Giulia? Perché piove? Probabilmente non esiste una risposta univoca, ma per poter individuare le soluzioni diventa imprescindibile affrontare il problema evitando di far finta che non esista. Solo in questo modo si potrà valutare seriamente il rapporto qualità/prezzo dei servizi proposti, l’efficienza e la puntualità dei trasporti pubblici, la scorrevolezza e la sicurezza delle autostrade, la chiarezza e la trasparenza delle informazioni rivolte al turista, l’innovazione tecnologica e digitale delle strutture alberghiere… Una lista che potrebbe continuare. Eppure basterebbe solo sviluppare e migliorare questi aspetti, per ridare competitività e forza di attrazione alla macchina turistica regionale. E, aggiungo, nazionale. Perché le carenze sopraelencate non rappresentano un’esclusiva del Friuli Venezia Giulia. A parte rare eccezioni, infatti, lo scenario muta di poco in giro per l’Italia. Si tratta quindi di una sfida che riguarda l’intero Sistema Paese. Una sfida a cui da troppi anni stiamo sfuggendo. Senza accorgerci che il tempo dei rinvii è ormai agli sgoccioli. Forse, è già scaduto. Nel frattempo, anche su questo numero di iMagazine, potrete scoprire storie di luoghi e persone in grado di rendere unico e speciale il nostro territorio. Esempi concreti e reali da cui trarre insegnamenti preziosi. Non mi resta che augurarvi … buona lettura!! Andrea Zuttion



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Da Lavasecco Express sono cliente abituale per la cortesia e la puntualità del servizio: impeccabile! Marco Pizzignacco, Ronchi dei Legionari Il personale de Il Grande Carro aiuta il cliente con preziosi consigli. Maria Lucia Calvosa, Monfalcone Rinnovo i miei complimenti per gli interessanti argomenti del vostro periodico iMagazine, dove arte, storia, musica, viaggi, conoscenza di sé e molto altro si incontrano intersecandosi l’un l’altro e contribuendo a tenere aperte diverse finestre sul mondo in cui viviamo. Grazie del vostro bel lavoro! Emanuela Paulin, Fiumicello

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Intervista a Lorena Nocent, titolare de La rosa di seta di Fiumicello. Come nasce questo negozio? «Fino al 2011, qui, c’era lo storico negozio Fausta Tessuti, un punto di riferimento non solo per Fiumicello. Vederlo chiuso, in seguito, mi ha provocato una particolare sensazione: da tempo ‘macinavo’ l’idea di aprire un laboratorio di sartoria... Quando è nato il mio secondo figlio, mio marito lavorava a turno e io ero assunta in un grande centro commerciale: il mio part-time, però, era di pomeriggio e questo mi impediva di stare con i miei figli, che al mattino erano già impegnati con l’asilo o la scuola. Avevo bisogno di cambiare vita». Quando è scattata la ‘molla’ giusta? «Il tutto è nato da un’esigenza precisa: non riuscivo a trovare abiti che fossero adatti a me e alla mia taglia, diciamo, ‘particolare’ scherza - e così ho deciso di frequentare un corso di taglio e cucito. Ho sostenuto l’esame, è andato bene e da allora ho il patentino di insegnante di sartoria. Da lì al negozio il passo è stato naturale: volevo inseguire un sogno... e ora eccomi qua!» È vero che la sua passione per la sartoria ha radici lontane? «Sì, perché già mia madre lavorava in un laboratorio di forniture militari: cuciva zaini e abiti pesanti, anche se non ha mai fatto taglio. Ho imparato molto da lei: in casa ho sempre visto cucire. Io comunque già da anni ricamavo... e pure mia nonna faceva piccoli lavori di sartoria: anche se non l’ho conosciuta, i cromosomi evidentemente sono gli stessi!» Chi entra ne La rosa di seta cosa trova? «Non trova abiti già pronti, tutti uguali fra loro secondo le mode e i dettami del mercato: trova invece un luogo in cui dare libero sfogo alle proprie idee, per un vestito davvero personale. Mi chiedono continuamente di creare vestiti completi: è un’arte difficile e non si finisce mai di imparare. Quasi ogni anno seguo dei corsi con la mia maestra di sartoria: se ci sono aggiornamenti, è bene esserne al corrente. Sono conoscenze oggi sempre più rare e per questo ho in cantiere dei corsi di sartoria qui in laboratorio, sia a livello base sia a livello avanzato». Perché ha scelto di comunicare attraverso iMagazine? «Avevo bisogno di pubblicizzare il mio negozio: proprio in quel momento è arrivato il consulente di iMagazine, che mi ha proposto un’offerta molto buona, sia nella modalità sia nel costo. Per quanto riguarda la rivista in senso stretto, c’è sempre qualcosa di interessante da leggere: la varietà degli argomenti soddisfa la curiosità di lettori diversi. Ed è bello scoprire le storie di personaggi locali, altrimenti ignoti, che fanno o hanno fatto cose importanti». E per quanto riguarda gli iMoney? «L’idea mi ha convinto da subito e i risultati mi hanno confermato la bontà della scelta: ho avuto un ottimo rientro di buoni valore, segno che la promozione ha funzionato. Gli iMoney contribuiscono a creare una buona impressione nella clientela e a mettere in moto il passaparola, che è fondamentale».


: lettere alla redazione Colgo l’occasione per congratularmi con il mio ex alunno Federico Scarpin per i suoi traguardi! Sono fiera di te Federico, e i tuoi successi mi commuovono felicemente. Continua ascoltando sempre ciò che sta nel tuo profondo e nel tuo cuore, e realizza tutti i tuoi sogni! Con affetto, maestra Manuela

Ÿ Ruda – Periodo ricco di soddisfazioni per la società di pattinaggio artistico Roll Club il Castello Saciletto di Ruda. Le atlete Anna Bramuzzo, Valentina Calderone e Beatrice Mazzotta hanno partecipato ai campionati italiani di Roccaraso (AQ). Grosse soddisfazioni sono arrivate anche dal quartetto The Castel girls – Gelsomina (Sofia Bramuzzo, Caterina Scarel, Asia Ronch, Eleonora Segato) e dal gruppo The Slounge Way – Gipsy con le atlete Beatrice Mazzotta, Francesca Raffa, Andrea Iacumin, Anna e Sofia Bramuzzo, Valentina Calderone, Asia Ronch, Caterina Scarel, Eleonora Segato, in collaborazione con il Pattinaggio Ronchi e con le atlete Jessica Digioia, Sara e Giulia Renda, Teresa Bulfone, Caterina Pezzicar. Ottimi piazzamenti anche per gli atleti più giovani: Aurora Caissutti, Gaia Kopcic, Alexandra Livaja, Alyssa Sandrin, Asja Ronch, Aaron Trevisan e Andres Cocever in coppia con Sofia Liolias (Jolly Ts), tutti saliti sul podio della Coppa Italia ACSI a Jesolo. Soddisfatti la presidente del sodalizio Elena Battistutta e gli allenatori Martina Sandrigo, Michela Bandiera e Alberto Burba per i successi raccolti, resi ancora più preziosi dalle enormi difficoltà affrontate dalla società per la mancanza di una struttura coperta dove poter effettuare allenamenti regolari. A questo proposito la presidente ringrazia l’ASD pattinaggio Fiumicello per l’ospitalità che, compatibilmente con le sue esigenze, è riuscita a dare.

Ÿ Gradisca d’Isonzo – L’assessore comunale David Cernic (a sinistra) e il presidente di Nuovi Universi Etnici, Lucio Vittor, premiano l’udinese Martina Selfi, vincitrice della prima edizione di “Gradisca in Cosplay”, nell’ambito del Festival del Sorriso.

Ÿ Trieste – Il sindaco Roberto Cosolini premia note personalità giuliane di successo nel mondo, che hanno onorato la terra d’origine con il proprio lavoro all’estero. Si tratta di Lidia Bastianich, nata a Pola, famoso chef e ristoratrice; Dario Nelli, direttore a Melbourne del gruppo editoriale Il Globo - La Fiamma, insignito Commendatore dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; Konrad Eisenbichler, originario di Lussino e residente in Canada, docente ordinario di italiano e studi rinascimentali alla prima università di Toronto; Nicolò Claudio Giuricich, di Lussino, imprenditore nel settore dell’edilizia industriale in Sudafrica; Claudio Ferranda, fiumano, imprenditore nel settore della chimica farmaceutica e proprietario di aziende a San Paolo del Brasile; Ruggero Melan, triestino, dirigente presso la Comunità Europea a Bruxelles. Rosanna Ferfoglia

Ÿ Cividale del Friuli – Foto di gruppo all’incontro degli ex convittori e semiconvittori che nell’anno 1974 hanno concluso il triennale ciclo di studio con il diploma di Licenza Media presso il Convitto Nazionale “Paolo Diacono”, e che dopo 40 anni si sono ritrovati per festeggiare tutti assieme la ricorrenza. Federica Pettarin

Ÿ Villach (Austria) – Anche quest’anno il gruppo “Chei di Uanis” di Joannis, ha partecipato alla Villacher Kirchtag, nella località carinziana di Villaco. Per l’occasione il gruppo ha confezionato gli abiti “furlans” in base a uno studio sui costumi friulani e soprattutto sulle usanze locali: per le signore mutandoni, sottogonna, gonna a fiorellini, camicia bianca, corpetto nero, fazzolettone a fiori e grembiule bianco della festa, scialle nero in lana cotta; per i signori camicia bianca, corpetto, pantaloni neri e calze bianche o grigie e fazzoletto colorato al collo. Il gruppo “ Chei di Uanis” è composto da circa 30 elementi tra uomini e donne. Livio Nonis

È possibile inviare le proprie lettere e i propri commenti via posta ordinaria (iMagazine – via Aquileia 64/a – 33050 Bagnaria Arsa-UD), oppure via e-mail (redazione@imagazine.it).


S O M M A R I O

settembre - ottobre 20 L’ANALISI di Paolo Marizza

17 Quali politiche di sviluppo? CALLIMACO, CATULLO E MEDEA NORSA di Vanni Veronesi

20 Nella costellazione della poesia 24

LIVIO FELLUGA E IL VIGNE MUSEUM di Margherita Reguitti

TADEI PIVK di Michele D’Urso

48 Il pellegrino volante PROTEZIONE CIVILE

50 La sicurezza? Si impara a scuola POLIZIA DI STATO

52 Minori all’estero. Novità per l’espatrio LEGALE di Massimiliano Sinacori

24 Il patriarca del vino MONTE SAN MICHELE di Stefano Caso

54 Morosità incolpevole

TERZA ETÀ di Manuel Millo e Samanta Mosco

28 Il Monumento della Pace JOE BASTIANICH di Vanni Veronesi

56 Gli anziani? Bisogna trattarli bene! SALUTE di Annalisa Casarin

30 L’ambasciatore del gusto 28

BARCOLANA

58 Malattie prevenibili: la gastroenterite

32 Mare d’Europa SIMONE SCUFFET di Giuliana Dalla Fior

36 Il predestinato

64 Il mestiere di scrivere 67 e segg. Gli eventi di settembre e ottobre

FRIULI SCONOSCIUTO di Claudio Pizzin

38 La ‘Madonna da Sesule’ a Porzûs 30

CORRADO ALBICOCCO di Margherita Reguitti

40 L’artista della stampa ZAHRE BEER di Michele Tomaselli

42 Il gusto della natura ELLIO MARTINA di Vanni Veronesi

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46 Ci vuole swing!

84 e segg. Sezione locale





L’ANALISI

PMI E TERRITORI Servizio di Paolo Marizza

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Quali politiche www.bassairpinia.it

di sviluppo?

Affinché le nostre imprese possano competere nel mercato del futuro non è più sufficiente trovare risorse da investire: diventa fondamentale sapere cosa fare e come farlo. Ricordandosi che ogni regione ha contesti diversi.

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Ignorare o sottovalutare le differenze nelle caratteristiche strutturali delle economie territoriali può condurre a politiche industriali che, basandosi su assunzioni non appropriate, falliscono nell’abilitare percorsi di sviluppo 'isegnare politiche industriali ef¿caci q un esercizio particolarmente complesso in contesti, come quello italiano, in cui le differenze territoriali sono importanti anche all’interno delle singole regioni, in presenza di un tessuto economico frammentato. In un recente articolo sostenevo che forse q maturo il tempo di introdurre delle “politiche industriali soft”, ovvero dal “basso”, basate su approcci cooperativi in cui governi locali, industria, ¿nanza e organizzazioni private e pubbliche ai vari livelli possano collaborare per intervenire direttamente sulle criticità di natura industriale e ¿nanziaria che mantengono una bassa produttività nei settori maturi o una bassa crescita in quelli innovativi. In tal modo si potrebbero costruire programmi e ¿nanziamenti per i cluster (raggruppamenti) territoriali, migliorando l’allocazione delle risorse pubbliche, aumentando l’offerta di lavoratori quali¿cati, incoraggiando l’adozione di tecnologie e migliorando regolamentazione e infrastrutture.

)ar funzionare le “politiche industriali soft” q compito pi dif¿cile rispetto agli approcci tradizionali. Il loro successo dipende dalla qualità del “software sociale” che può fare la differenza nel rinnovare le capacità locali di rispondere ai cambiamenti e quindi la capacità innovativa e la Àessibilità strategica dei sistemi territoriali. Ma su quali basi si possono riorientare le politiche economiche regionali e territoriali? E quali sono i soggetti che possono essere i catalizzatori protagonisti di tale cambiamento di prospettiva?

Cicli di vita e gap tecnologico

Anche le economie territoriali hanno un loro ciclo di vita. Le politiche di sviluppo regionale dovrebbero riconoscere, come si fa per le singole imprese, lo stadio del ciclo di vita prevalente delle ¿liere produttive e dei cluster industriali territoriali, onde coglierne le caratteristiche e i bisogni speci¿ci. Infatti q cogliendo tali caratteristiche che si possono meglio tarare pacchetti di stimolo e rilancio. I cicli di vita delle economie territoriali si sviluppano secondo modalità circolari: da una prima fase imprenditiva a una seconda fase di consolidamento e specializzazione, per poi passare a una terza fase imprenditiva e quindi di maturità. Queste quattro fasi si differenziano in particolare per le modalità di diffusione |

settembre-ottobre 2014

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dell’esperienza e di generazione e condivisione della conoscenza. La prima fase q tipicamente caratterizzata dalla presenza di diversi cluster territoriali la cui varietà e dinamica generano esternalità e ricadute positive in termini di diffusione dell’innovazione tra i diversi settori (inter industry spillovers). In sostanza l’innovazione di prodotto e di processo si diffonde attraverso l’ibridazione di idee e progettualità che danno luogo a start up e spin off (di fatto nuove aziende).

La fase successiva vede emergere alcune imprese di riferimento o dominanti in cui la ricerca e l’innovazione diventano più focalizzate, dando luogo ad agglomerati e ¿liere verticali specializzate. Le imprese più grandi internalizzano le attività innovative per appropriarsi del valore incorporato. In questo stadio si possono creare le condizioni per una nuova fase imprenditiva caratterizzata dal formarsi di produttori specializzati in mercati di nicchia, tipicamente lungo le catene di fornitura e subfornitura. Sono nuove imprese che nascono all’interno di rispettivi raggruppamenti per fornire prodotti e servizi so¿sticati e personalizzati. La quarta fase q un momento di consolidamento del modello di business per sfruttare appieno l’esperienza e le economie di scala e di processo accumulate. Ê una fase in cui l’innovazione q di tipo incrementale ed q orientata all’aumento della produttività. 8sualmente non q in grado di gettare le fondamenta per nuove piattaforme di business competitive e sostenibili. L’esperienza e il know how accumulati devono essere integrati e rivitalizzati con l’innesto di nuove tecnologie (di prodotto / processo / organizzative) per iniziare a “saltare” su un nuovo ciclo di vita. L’opinione di chi scrive, supportata da un’estesa letteratura al riguardo, q che la maggior parte delle nostre Piccole Medie Imprese (PMI) e quindi dei relativi ter-


ritori si collochino tra il terzo e quarto stadio del ciclo di vita sopra indicato. Su scala locale sono presenti numerose strozzature che possono impedire lo sviluppo o la rivitalizzazione di circoli virtuosi di crescita. Molte imprese e agglomerati industriali sono posizionati nello stadio di maturità e necessitano di accesso a nuove tecnologie per fertilizzare il know how esistente (ad esempio nel tessile nuove tecnologie per produrre tessuti per l’industria aerospaziale). Questo posizionamento q imputabile principalmente alla crescente incapacità di sviluppare e incorporare all’interno dei sistemi produttivi nazionali e territoriali le innovazioni tecnologiche necessarie a mantenere una posizione di rilievo sul mercato domestico e internazionale. Nel corso degli ultimi due decenni l’incremento degli investimenti privati si è tradotto, in larga prevalenza, in un incremento delle importazioni. In altri termini queste condizioni di ritardo tecnologico, laddove si potessero realizzare politiche espansive sul lato della domanda, rappresenterebbero dei vincoli e non si tradurrebbero automaticamente in opportunità di crescita. Un generico aumento degli investimenti potrebbe risultare controproducente. Al contrario q l’evoluzione qualitativa dei beni di investimento che q diventata sempre più importante. Ogni cambiamento nella composizione dei beni strumentali, indotto ad esempio dall’evoluzione tecnologica, ha conseguenze sui processi produttivi in cui essi sono impiegati. Tali innovazioni, peraltro sempre più frequenti nella vita dell’impresa, possono essere incorporate nei nuovi beni di investimento dai fornitori di macchinari oppure, ed q il caso dei settori manifatturieri che utilizzano tecnologie diverse e complesse, q la stessa impresa utilizzatrice che ha le competenze per integrare e combinare varie tecniche acquisite da fornitori specializzati. Sempre più spesso sono queste capacità a generare vantaggi competitivi, piuttosto che quelle di adottare tout court nuove tecnologie. Lo sviluppo di nuove aree di vantaggio comparato o semplicemente la rivitalizzazione degli agglomerati esistenti possono essere perseguiti incentivando integrazioni orizzontali, la condivisione di asset lungo la catena logistica, produttiva e commerciale e il superamento di modalità di coordinamento interaziendale che ne limitano lo sviluppo e la crescita. Ma politiche industriali che non tengono in debito conto le speci¿che caratteristiche dei cluster territoriali nei rispettivi cicli di vita e che inÀuenzano la recettività e condizionano l’ef¿cacia degli interventi (politiche per promuovere l’innovazione, la concorrenza, l’attrazione di investimenti, il commercio internazionale) risultano essere armi spuntate, in quanto non ef-

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¿caci a sviluppare i settori e le ¿liere dove c’q ancora un vantaggio comparato e le relative ricadute in termini di esternalità positive per il territorio.

Implicazioni

L’esigenza di politiche industriali differenziate su base regionale/territoriale suggerisce che gli interventi di polic\ siano disegnati in base alle speci¿cità e al posizionamento degli agglomerati industriali lungo il ciclo di vita. Ciò implicherebbe che tali politiche vengano disegnate con e da chi opera e conosce approfonditamente i sistemi locali piuttosto che da entità sovraordinate. D’altra parte considerata la natura particolare della crisi italiana e regionale, una richiesta di sostegno indiscriminato agli investimenti risulterebbe controproducente anche alla luce del ciclo di vita e di sviluppo in cui si collocano in prevalenza i diversi cluster industriali. Si tratta invece di comprendere la dinamica strutturale del sistema e di riprogrammare la struttura produttiva. Occorre entrare nel merito di cosa produrre, di come farlo e per chi, sollecitando una modi¿ca della specializzazione produttiva verso settori a più alta intensità di ricerca e sviluppo. Solo la produzione di beni innovativi in grado di indirizzare un cambiaPHQWR WHFQRORJLFR FKH YDGD ROWUH L FRQ¿ QL QD]LRQD li può contribuire al rilancio delle economie territoriali. Questo q ciò che si dovrebbe intendere per politica industriale. La s¿da tuttavia non concerne soltanto gli ambiti del “che cosa fare”, ma anche e forse soprattutto il “come fare” per realizzare una nuova politica industriale. La rinnovata centralità delle PMI ha sì bisogno di nuove visioni e di politiche di sviluppo industriale e territoriale, ma nella fase di attuazione necessita soprattutto di meccanismi organizzativi dotati di Àessibilità ed elevata capacità di mobilitazione, in grado di svolgere un ruolo di interfaccia tra sistemi e imprese locali da un lato e centri di competenza e ambienti esterni, sia pubblici che privati, dall’altro. È questo un aspetto rilevante che richiede di far evolvere il modo di interagire tra gli operatori, le politiche e gli strumenti di intervento nel territorio.

Paolo Marizza Paolo Marizza è Partner di Financial Innovations SIM |

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ALLA SCOPERTA DI...

CALLIMACO, CATULLO E MEDEA NORSA Servizio e immagini di Vanni Veronesi

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Nella costellazione

della poesia

Due poeti legati da un filo lungo due secoli. Una sorte comune, fatta di gloria e oblio. E una studiosa triestina che nel deserto egiziano ha riannodato quel vincolo spezzato da tempi immemorabili. Questa è una storia di parole alate, capaci di superare i millenni e planare sulle pagine dei nostri libri con la stessa freschezza di quando furono concepite: iMagazine l’ha ricostruita per voi.

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Un ritorno alla luce

Verona, anno 966. Sulla cattedra vescovile della città siede Raterio, uomo di fede e di lettere. In uno dei suoi discorsi confessa le proprie passioni: «Cosa dovrei dire, cosa dovrei pensare di me […], se medito giorno e notte sulla legge di Dio per sapere di non esserne in futuro debitore? E se invece leggo il Catullo mai letto prima, e ogni tanto il dimenticato Plauto? E quando, spesso interrogato sulla materia, espongo la musica sebbene non abbia cognizione dei primi rudimenti matematici?» (Sermo de Maria et Martha, IV 9-13). Poche righe che ci testimoniano come nel X secolo la letteratura

classica avesse subito una netta selezione: pressoché scomparso il greco in Occidente, a essere copiati nei monasteri, oltre ai Padri della Chiesa, sono soprattutto Cicerone, grammatici, retori, e alcuni ¿loso¿ come Seneca. Plauto, grande commediografo del III-II sec. a.C., per Raterio è «dimenticato»; ma ciò che c’interessa è l’affermazione «mai letto prima» riguardo a Catullo, celebre poeta del I sec. a.C.. E, cosa fondamentale, originario proprio di Verona, là dove Raterio vive e può leggere, evidentemente, un manoscritto con le poesie dell’illustre concittadino del passato: lui solo, forse, in tutta Europa. Dopo Raterio, su Catullo e sul fantomatico manoscritto veronese scende nuovamente l’oblio. Ma all’inizio del Trecento accade qualcosa; Benvenuto Campesani, vicentino, scrive un epigramma latino intitolato Sulla resurrezione di Catullo poeta veronese. Il contenuto è chiaro: un certo Francesco ha riportato in Italia un antico manoscritto di Catullo. Forse – ma è solo una suggestione – lo stesso che quasi quattro secoli prima leggeva Raterio e che lo stesso si era portato in Francia Foto in alto: La costellazione della Chioma di Berenice. 4ui a ¿anco: Monaco di Baviera, Bayerische StaatsBibliothek: manoscritto BSB Clm 6340, risalente al X-XI secolo e contenente le opere di Raterio di Verona. Nella foto, la pagina 43 r. con evidenziato il famoso brano in cui Raterio parla di Catullo «mai letto prima» (numquam antea lectum) e di Plauto «dimenticato» (neglectum).

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una volta chiuso l’apostolato veronese. Anche di questo codice, però, si perdono le tracce: tuttavia, da lui discendono sicuramente le prime copie giunte ¿no ai giorni nostri. Ed è con lui che l’Occidente si riappropria di una ¿gura fondamentale della poesia latina. L’opera di Catullo, nel I sec. a.C., era infatti stata qualcosa di dirompente: per la prima volta, il pubblico dei lettori si era trovato di fronte a un libro di poesie concepito come una raccolta moderna, strutturata con ordine logico e coerenza interna. Fin dalla prima poesia, rivolta allo storico Cornelio Nepote, dove troviamo l’immagine della confezione µ¿sica’ del volume, appena uscito dalla bottega del rilegatore: A chi dono questo nuovo, grazioso libretto appena levigato dall’arida pomice? A te, Cornelio! Tu, infatti, eri solito pensare che valessero qualcosa le mie bagatelle; già quando, solo fra gli Itali, hai osato spiegare la storia universale in tre libri dotti e – per Giove! – densi di fatica. Perciò prendi per te questo libretto, qualunque cosa sia, qualunque cosa valga: che possa vivere nel tempo, o vergine protettrice, più di un secolo! L’autore editore di se stesso: una novità assoluta nel mondo romano. E nel mondo greco? Un’invenzione rivoluzionaria Con un salto all’indietro arriviamo ad Alessandria d’Egitto, nel 295 a.C.. Alessandro Magno, fondatore della città, è morto da ventotto anni e il suo sterminato impero si sta disgregando in vari regni autonomi perennemente in conÀitto. Ma se l’impero si sfalda, la cultura ellenica si diffonde in tutti i territori conquistati, dalla Macedonia alla valle dell’Indo: ed è così che il greco diventa la lingua della cultura di buona parte del mondo conosciuto all’epoca, con inevitabili inÀussi anche sulla civiltà romana che, negli stessi anni, sta conquistando la penisola italiana. In Egitto sta regnando Tolomeo I, capostipite di una dinastia che arriverà ¿no a Cleopatra. *rande amante della cultuPartendo dall’alto: - Ricostruzione ideale della Biblioteca di Alessandria d’Egitto. - Parigi, Biblioteca Nazionale: pagina 36 r. del manoscritto Parisinus latinus 14137, realizzato a Verona e terminato il 19 ottobre 1375 (la data si legge al centro della foto). In alto è riportato, con il capolettera rosso, l’epigramma di Benvenuto Campesani dedicato alla «resurrezione del poeta veronese Catullo». - Oxford, Bodleian Library: manoscritto Bodleianus Canon Class. Lat. 30, compilato a Verona nel XIV secolo e contenente le poesie di Catullo. La freccia indica l’inizio della versione latina della Chioma di Berenice.

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ra, ha un’idea: raccogliere tutto il sapere dei *reci in un unico luogo. Per questa impresa, mai tentata prima, chiama a corte un allievo della scuola ÂżlosoÂżca fondata decenni prima da Aristotele: Demetrio di Falereo. Di lĂŹ a pochi anni nasce la piĂš grande Biblioteca della storia, a cui presto si afÂżanca un collegio scientiÂżco e letterario: il Museo, la ‘casa delle Muse’. Alla Âżne del III secolo a.C., alcune fonti ci parlano di . volumi raccolti in loco, altre addirittura di 9 . . A caratterizzare l’attivitĂ dei bibliotecari è, soprattutto, il loro essere Âż ORORJL. L’etimologia del termine ne svela la veritĂ : Âżlologo è, prima di tutto, chi ama il ORJRV, la parola. E, per esteso, chi trasforma questo amore in un mestiere, occupandosi di ricostruire la versione originale (o almeno quanto di piĂš vicino possibile) dei testi scritti da autori precedenti: operazione necessaria per un’epoca in cui l’unico modo di confezionare un libro era la copia manuale, con l’inevitabile corredo di errori. Due poeti legati a distanza Fra i Âżlologi di Alessandria c’è anche il poeta Callimaco, nato nella libica Cirene poco prima del 3 a.C.. Per uno come lui, la poesia è diretta conseguenza del mestiere di studioso. E da questo osservatorio privilegiato arriva al risultato piĂš alto: assorbire l’intera letteratura greca del passato e restituire al pubblico colto qualcosa di completamente nuovo. Dalla frequentazione con le poesie dei lirici arcaici riprende generi letterari e forme ritmiche, ma li rielabora con originalitĂ : è il caso degli Aitia, letteralmente ‘le cause’, vasta raccolta - purtroppo quasi interamente perduta - di elegie dedicate alla ricostruzione dell’origine di culti, usanze, nomi e altre curiositĂ . Nel IV libro, in particolare, trovava posto una poesia destinata a entrare nel mito, nata per un’occasione speciale. Nel 246 a.C., Tolomeo III entra in guerra contro il regno di Siria: Berenice, sua sposa da pochi mesi, offre allora in voto nel tempio di Afrodite una ciocca di capelli della propria chioma, pregando la dea di riportarle il marito sano e salvo. Un anno dopo, Tolomeo torna in patria vittorioso: è giunto il momento di sciogliere il voto. Berenice, dunque, si recide una treccia e la deposita nel tempio, ma il giorno successivo non ve n’è piĂš traccia: brutto segno per il re. Ecco allora che l’astronomo di corte, Conone, ha una trovata geniale: indagando il cielo, scorge un reticolo di stelle ancora non classiÂżcato, per quanto giĂ noto da millenni e via via deÂżnito secondo forme diverse (fuso, triangolo, foglia d’edera). La treccia, dunque, è lassÚ‌ Risolto l’arcano, a Callimaco spetta l’onore di sublimare questa vicenda in una poesia: ed è cosĂŹ che nasce la Chioma di Berenice. Che proprio Catullo, ideale discepolo del Âżlologo alessandrino, da cui riprende la stessa concezione ‘editoriale’ del libro di poesia, tradurrĂ in latino con 94 versi di rafÂżnatezza straordinaria. Come questi ( 9-94), dove a parlare è la stessa treccia recisa Âżnita in cielo, desiderosa di tornare fra i capelli della principessa:

La papirologa triestina Medea Norsa.

Firenze, Biblioteca Laurenziana: papiro PSI IX 1092 r, risalente alla prima metĂ del I sec. a.C., trovato da Medea Norsa a Il Cairo nel 1929. Il testo riporta alcuni versi della Chioma di Berenice di Callimaco.

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E tu regina, quando, abbracciando con lo sguardo le stelle, placherai Venere nei giorni a lei consacrati, non lasciare me, che sono tua, priva del sangue sacriÂżcale, ma sii prodiga di ricchi doni, afÂżnchp io


(perchp raddoppiano le stelle?) ritorni chioma regale: e sia Orione a splendere vicino all’Acquario! Ed è proprio questa la versione che, dopo la riscoperta catulliana di Benvenuto Campesani nel Trecento, sarà nota al pubblico colto per oltre cinque secoli, a sua volta rielaborata da generazioni di letterati. Una fortuna che alimenterà il mito dell’originale greco scomparso: la caccia al testo di Callimaco era iniziata. Dal buio delle sabbie Il Cairo, anno 1929. Una studiosa triestina, Medea Norsa, si aggira fra le botteghe antiquarie di Sharia El-Madabegh. Di famiglia ebrea, ha studiato latino e greco, materie assenti nel liceo femminile, per accedere alla Facoltà di Lettere all’Università di Vienna; passata quindi a Firenze, si laurea nel 19 per poi specializzarsi in paleogra¿a, sempre a pieni voti con lode. È in missione per conto del Reale Istituto di Studi Superiori di Firenze e del suo maestro *irolamo Vitelli, fondatore in Italia della papirologia. L’obiettivo è quello di reperire il maggior numero possibile di papiri letterari, sopravvissuti per millenni grazie all’aridità delle sabbie desertiche: un compito perfetto per la tostissima Norsa. Che di fronte all’astuto mercante Maurice Nahman s’impone con la sua autorevolezza: davanti a lei, l’antiquario sfodera dei brandelli papiracei da poco emersi in qualche scavo. La scrittura è continua, come sempre: nessuno spazio fra le varie parole. Ma l’occhio della triestina è clinico e la distinzione dei termini rivela l’impensabile: quei versi, che ricalcano ‘al contrario’ Catullo, appartengono alla Chioma di Berenice di Callimaco. Dopo duemiladuecento anni, l’umanità ritrova così, con i suoi colti riferimenti mitologici, la voce del ¿lologo di Alessandria, sebbene mutilata in un frammento poverissimo che copre solo i vv. 44 – 4: …la progenie di Tia varca lucente, / grande obelisco della tua madre Arsione, e le navi / dei Medi, cariche di lutti, passarono in mezzo all’Atos. / Che faremo noi trecce, se tali monti / si arrendono alle armi di ferro? / Cada in rovina la genia dei Càlibi, / che primi le portarono

La Biblioteca Laurenziana di Firenze, progettata da Michelangelo nella prima metà del Cinquecento. Nella foto è immortalata la sala di lettura, tuttora caratterizzata dai tavoli di legno su cui studiavano gli umanisti. All’interno della Biblioteca è conservato il papiro PSI IX 1092, frammento della Chioma di Berenice di Callimaco.

alla luce - malapianta / germogliante dalla terra! - / e insegnarono il lavoro dei metalli! / Una volta recisa, le sorelline trecce mi piangevano, / e già veniva il consanguineo dell’etiope Mèmnone / ruotando le ali variopinte; lui, aurea femminea, / destriero locrese di Arsinoe cinta di viole, / mi spinse con un sof¿o e sollevandomi nell’umido cielo / mi pose subito nel casto grembo della dea di Cipro. / Lò inviò per questo =e¿rite / … che abita presso la riva di Canopo, / af¿nchp sui mortali non soltanto / la corona d’oro della sposa cretese (brillasse) / onorabile fra le molte luci, ma risplendessi / anch’io, bella chioma di Berenice. / Mentre bagnata dalle acque salivo agli dei immortali, / Cipride mise me, costellazione nuova, fra quelle antiche… Pochi anni dopo, una spedizione inglese recupera altri frammenti riferibili al testo di Callimaco: la Chioma di Berenice acquista così ulteriori trenta versi, sparsi qua e là. La speranza è che il sentiero tracciato da Medea Norsa porti a nuove scoperte: di certo, molti tesori giacciono ancora sotto le sabbie del deserto egiziano.

Vanni Veronesi

Oxford, Sackler Library: papiro di Ossirinco 2258 C, risalente al VI secolo d.C. Molto frammentato, riporta alcuni versi della Chioma di Berenice di Callimaco.

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LIVIO FELLUGA E IL VIGNE MUSEUM Servizio di Margherita Reguitti

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Il patriarca

del vino Per festeggiare il centesimo compleanno del pater familias Livio, l’Azienda Felluga organizza un evento internazionale senza precedenti. Come l’avveniristico “Museo della vite” – unico nel suo genere in Italia – che sarà inaugurato sui colli di Rosazzo.

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Livio Felluga compie 100 anni: uomo moderno e lungimirante, sapiente interprete con i suoi vini dell’amore per la terra e artefice della valorizzazione di un territorio che ha contribuito a far conoscere nel mondo. Per festeggiare questo traguardo, la famiglia e l’azienda Livio Felluga organizzano il 20 settembre un evento internazionale che unisce enologia e arte, scienza e architettura. Diversi i momenti in cui si articolerà la giornata nell’Abbazia di Rosazzo e sulle colline circostanti. 24

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Un evento che vedrà l’inaugurazione del Vigne Museum, il primo esempio in Italia di ‘museo della vite’. Di questo e altro abbiamo parlato con Elda Felluga, figlia di Livio, che gestisce l’azienda di famiglia assieme ai fratelli. Vigne Museum, un progetto inedito, per festeggiare una ricorrenza tanto speciale per la famiglia e l’azienda? «Non è stato facile scegliere cosa regalare a nostro padre avendo chiara l’idea che doveva essere un’opera destinata a durare nel tempo, inserita nel contesto delle sue colline e dei suoi vigneti. L’iconostasi di Yona Friedman e Jean-Baptiste Decavèle è la sintesi perfetta di questo desiderio di omaggio a papà. Il “Museo della vite”, dedicato ai 100 anni del “patriarca”, è un labirinto di forme geometriche sempre in “movimento” che interagisce con la natura stessa, al mutare delle stagioni e al trascorrere del tempo. La vite è la grande protagonista all’interno dell’opera».


Come avete scelto il luogo? «Abbiamo ritenuto da subito Rosazzo il luogo ideale. Qui nostro padre acquistò i suoi primi ettari di vigneto. Sorgerà su una piccola altura dove abitualmente si fermava a riflettere e a osservare i vigneti, le colline, il paesaggio, la millenaria Abbazia». Perché avete affidato il progetto a Yona Friedmann, un filosofo-architetto del pensiero utopico che ha lavorato nel mondo? «Yona Friedman ha saputo vedere oltre; è un visionario e un anticipatore di idee architettoniche e artistiche. Per certi aspetti, pur se in ambiti diversi, anche papà è stato un visionario, un pioniere, un architetto delle colline. Un uomo e un imprenditore che dagli anni ’50 ha anticipato molto di quanto oggi nel mondo è sinonimo di qualità». Enologia e scienza, arte e architettura: quali sono i legami che intrecciano questi ambiti in apparenza diversi? «Il legame è proprio Vigne Museum, un progetto che per sua natura mette insieme

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“Cossa go fato de grande?” Livio Felluga (nella foto) nasce il 1 settembre del 1914 a Isola d’Istria, cittadino dell’Impero austro-ungarico. Fondatore dell’omonima cantina di Brazzano di Cormòns è considerato il patriarca dell’enologia del Friuli Venezia Giulia. Uomo legato alla terra, di poche ma significative parole, ha fatto della semplicità e serietà i tratti principali della sua vita di uomo e di imprenditore. Ironico, cordiale e diretto, amante delle battute essenziali, dell’arte e della musica jazz, si schernisce davanti a elogi e manifestazioni di giusta ammirazione con una frase in dialetto istro-veneto: “Cossa go fato de grande?” (cosa ho fatto di grande?). La sua azienda è nel mondo sinonimo di qualità e fedeltà ai profumi e sapori della terra. La Livio Felluga, impresa familiare oggi guidata dai figli Maurizio, Andrea, Filippo ed Elda, riassume il connubio fra memoria e futuro, salvaguardia dei valori tramandati da 5 generazioni di produttori e idee innovative e dinamiche richieste dalla globalizzazione dei mercati. Il tutto legato dalla passione e impegno in vigna e in cantina. Dalla natia Isola d’Istria alle terre del Collio e dei Colli orientali. Alla fine degli anni ‘50 Livio Felluga, controcorren-

Foto in alto: il conferimento della laurea honoris causa a Livio Felluga presso l’Università di Udine nel 2009. Pagina accanto: In alto, Livio Felluga tra i suoi vigneti. In basso: Livio tra le sorelle Rita e Elda. te, inizia il suo percorso per la rinascita della collina e la valorizzazione del vino di qualità da far apprezzare fuori dai confini regionali. I primi 23 ettari furono acquistati nel 1956 a Rosazzo, lungo i pendii dell’Abbazia medievale. Sua fu l’intuizione delle potenzialità di un territorio, fra il mare e le montagne, dal microclima particolare, e dalla peculiare composizione del terreno ai fini di ottenere prodotti d’eccellenza per gusto e profumo. Sugli oltre 155 ettari vitati vengono prodotti i prestigiosi uvaggi come “Terre Alte”, “Abbazia di Rosazzo” e “Sossò”, accanto ai Friulano, Sauvignon, Pinot grigio e alle selezioni di uve di Merlot, Pignolo e Refosco dal peduncolo rosso. Vini rappresentati dalla famosa e unica etichetta della carta geografica, simbolo del legame con il territorio. Nel 2009 l’università di Udine gli ha conferito la laurea honoris causa in viticoltura. |

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In alto: Livio Felluga insieme ai suoi quattro ¿gli (da sinistra Elda, Andrea, Maurizio e Filippo). In basso: la carta geogra¿ca - simbolo del territorio inconfondibile etichetta del 1956 dei vini dell’azienda Livio Felluga. Pagina accanto, in alto: l’architetto Yona Friedman (primo seduto da destra) e -ean-Baptiste 'ecavèle (alle sue spalle) durante un incontro preparativo del progetto Vigne Museum.

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tutte queste discipline. La Livio Felluga è da sempre sensibile sostenitrice del mecenatismo artistico». Lo Stato cosa potrebbe fare per favorire il sostegno dei privati al patrimonio storico e artistico italiano? «Per salvaguardare l’enorme patrimonio artistico italiano e favorire la crescita di nuovi talenti nel mondo dell’arte sarà sempre più necessario l’intervento delle imprese private. Questo sarà possibile solo se gli investimenti in tal senso potranno essere detassati favorendo così un nuovo mecenatismo. Anche i finanziamenti europei sono uno strumento determinante ma è necessaria maggior attenzione e determinazione nel portare a termine i progetti». Da figlia qual è l’immagine che riassume visivamente e intimamente suo padre? «Molti degli scatti più belli lo ritraggono fra le sue vigne. Questo è mio padre; uomo della terra, osservatore della natura che insegna ai suoi figli i valori della vita, il senso della famiglia, l’importanza della cultura, la passione come propulsore per realizzare i propri sogni». Voi siete un team familiare nella conduzione dell’azienda; questo è un progetto


di natura diversa: come vi siete suddivisi i compiti? «Tutti noi, ognuno nel proprio ambito, abbiamo contribuito affinché questa giornata importante sia orchestrata al meglio. Certamente il lavoro più impegnativo è stato quello di mio fratello Filippo che ha gestito tutta la parte logistica riguardante la costruzione dell’opera, un intreccio fra cielo e terra di oltre 200 forme geometriche. Senza dimenticare che molto lavoro è stato e deve essere ancora fatto per la produzione di 100, il vino dedicato al compleanno di papà con il quale faremo un brindisi “ideale” ma che potremo degustare nel 2015». Quali sono i progetti futuri di Vigne Museum? «Diventerà un luogo d’incontro per tutti, tra l’arte e la natura, attraverso momenti dedicati alla musica, alla letteratura, alla poesia.

Vigne Museum: il programma del 20 settembre I festeggiamenti inizieranno alle 10 con il convegno dal titolo “Arte e impresa a tutela del paesaggio rurale”. Aprirà i lavori, spiegandone la filosofia, Maurizio Felluga che, in veste di padrone di casa, avrà anche il ruolo di introdurre gli ospiti internazionali. Prenderà quindi la parola Lorenzo Benedetti, esperto d’arte molto quotato in Olanda, dove è, tra l’altro, direttore del De Appel Centre di Amsterdam. A seguire interverranno Sylvie Boulanger, direttrice del CNEAI - Centre national de l’édition et de l’art imprimé - di Parigi e JeanBaptiste Decavèle, video artista ideatore e autore, assieme all’architetto Yona Friedman, di Vigne Museum (foto a destra di Luigi Vitale), primo esempio in Italia di progetto artistico realizzato fra le vigne, iconostasi d’arte, architettura, pensiero e natura in divenire. I lavori proseguiranno con Stefano Mancuso, fondatore della neurobiologia vegetale e professore all’università di Firenze e Fellow Professor presso le università di Paris Sorbonne, Bonn e Kitakyushu in Giappone. Quindi la parola passerà a Mauro Pascolini, geografo, docente e direttore del dipartimento di Scienze umane dell’ateneo friulano, da tempo impegnato nello studio delle trasformazioni del paesaggio con particolare attenzione ai processi di sviluppo locale.

Un palcoscenico affacciato sull’anfiteatro naturale delle colline e oltre, un punto dal quale lo sguardo spazia libero verso le montagne e il mare». Margherita Reguitti Concluderanno il convegno Mario e Dora Pieroni, direttori di RAM - Radioartemobile, piattaforma per l’arte contemporanea con sede a Roma dedicata alla ricerca sonora e all’attività espositiva finalizzata alla creazione di un network internazionale della quale fa parte D/A/C - Denominazione Artistica Condivisa - che ha collaborato alla realizzazione di Vigne Museum e della giornata di lavori. Gli ospiti accompagneranno poi Livio Felluga all’inaugurazione del Vigne Museum realizzato su una splendida collina vis à vis all’Abbazia di Rosazzo, luogo simbolo dal quale lo sguardo spazia verso le Dolomiti, Cividale del Friuli e Aquileia. I festeggiamenti saranno anche l’occasione per presentare 100, il vino in edizione limitata appositamente creato per il centenario.

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MONTE SAN MICHELE Servizio di Stefano Caso Immagini: Ufficio stampa della Provincia di Gorizia

« Il Monumento

della Pace

Durante la Grande Guerra sul suo terreno persero la vita migliaia di soldati di entrambi gli schieramenti. Ancora oggi quest’area viene ritenuta una zona sacra alla memoria. Nuovamente visitabile grazie all’intervento della Provincia di Gorizia.

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Il Monte San Michele è uno dei punti cardine di “Carso 2014+”, il progetto ideato dalla Provincia di Gorizia per valorizzare, o rivalorizzare, a cent’anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale, le persone, il paesaggio e la storia del Carso. Pur essendo un monte relativamente basso, vista la sua altezza massima di 275 metri sopra il livello del mare, il San Michele – nel cuore del Carso isontino – consente di spaziare con la vista su un’ampia fetta di Alto Adriatico, che da Monfalcone ruota a 180 ¿no a *orizia. Una posizione estremamente suggestiva per il turista che vi arriva, ma che divenne strategica e dominante nel corso della *rande *uerra, poiché la più elevata dell’altipiano carsico. Una peculiarità che scatenò una feroce contesa tra esercito italiano e esercito austroungarico, entrambi consapevoli del vantaggio che poteva trarre chi lì avesse insediato le proprie truppe armate. Le caratteristiche del terreno carsico, brullo e pietroso, non consentivano alcun riparo ai soldati durante i ripetuti attacchi nemici. A questo proposito l’esercito austroungarico, che conosceva bene il territorio, utilizzò grotte e caverne naturali per attrezzarle e sistemarle quali ricoveri per i soldati, sia nelle linee avanzate che nelle retrovie. E fu soprattutto a seguito della 1ª Battaglia dell’Isonzo, che il Monte subì un’incisiva opera di forti¿cazione da parte degli austroungarici, che qui riuscirono a ricavare un am-

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pio sistema di ricoveri, alcuni dei quali muniti di cannoni di grande calibro. L’esercito italiano provò a lungo a conquistare il San Michele, attraverso un intenso sforzo bellico e la conseguente perdita, da entrambe le parti, di migliaia di vite umane. Una delle Battaglie dell’Isonzo, la seconda, combattuta dal 18 luglio al 3 agosto 1915, fu addirittura chiamata la “Battaglia del San Michele” e vide rapidissimi capovolgimenti di fronte tra i due eserciti. Come scrisse il generale Cadorna in una lettera al ¿glio: «...occupammo per una notte il San Michele, ma è più facile prenderlo che restarci perché, appena conquistate le creste, ci coprirono di proiettili e poi un contrattacco ce lo portò via». La conquista del Monte San Michele da parte degli italiani arrivò con la 6ª Battaglia dell’Isonzo, combattuta dal 4 al 17 agosto 1916. Uno scontro sanguinoso e cruento, ricordato anche perché fu il primo con l’ausilio di gas effettuato sul fronte italiano. All’alba del 29 giugno 1916, infatti, l’esercito austroungarico aprì 6.000 bombole che contenevano una miscela letale di fosgene e cloro, gas che invasero le trincee della prima linea dell’XI Corpo d’Armata, occupate da battaglioni della 21ª e 22ª Divisione, sorprendendo i soldati italiani e uccidendone parecchie migliaia. Le vicende belliche che fecero del San Michele un tragico teatro di guerra, spinsero le autorità a eleggerlo nel 1922 “Zona Monumentale”. Una zona sacra che ancora oggi mostra molte testimonianze della Prima guerra mondiale, come la Caverna del Generale Lukachich, lo Schönburg Tunnel


e la Galleria Cannoniera della Terza Armata (nella foto in basso a destra), che a ottobre sarà di nuovo visitabile dopo i lavori di restauro voluti dalla Provincia di *orizia. Il Museo all’aperto del Monte San Michele propone un suggestivo itinerario tra storia e natura. *razie a un percorso facile e adatto a tutti, si possono scoprire le strutture e i monumenti costruiti tra le quattro cime di questo rilievo carsico e risalenti, appunto, alla *rande *uerra. Delle cannoniere del Carso, la *alleria della III Armata è quella più conosciuta e nota turisticamente. È posizionata sotto la cima 3 del San Michele, con l’ingresso accanto al museo storico che ricorda le prime battaglie del Primo conÀitto mondiale. È disponibile anche un percorso didattico, che parte dalla località denominata Case Neri; in questa zona è presente una dolina con una grotta, utilizzata dall’esercito austroungarico nel periodo 1915-1916 come ricovero delle milizie Honved, che combattevano sul fronte del San Michele. L’itinerario prosegue con la visita di altre cavità utilizzate allo stesso scopo e si conclude alle Cannoniere della III Armata. Stefano Caso

Un po’ di storia Il 28 luglio 1914 l’Impero austroungarico dichiarò guerra alla Serbia in seguito all’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo, e si concluse oltre quattro anni dopo, l’11 novembre 1918. L’Italia, il 23 maggio 1915, dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. L’Europa diventò così un grande campo di battaglia. Gorizia e il Carso erano territorio della provincia di Gorizia e Gradisca, ricompresa nella duplice monarchia austroungarica e in cui convivevano italiani e sloveni. Nel 1914, nella contea di Gorizia e Gradisca furono arruolati in gran numero gli uomini del 97° Imperiale e Regio Reggimento di fanteria, che furono mandati sul fronte russo. Il X battaglione, invece, fu inviato sul Carso nel 1915, quando l’Italia entrò in guerra. Gorizia è entrata nel conflitto come città meridionale dell’Impero e ne è uscita inserita in una nuova entità statale, quella dell’Italia, che l’ha assurta a simbolo stesso della guerra. Doberdò–Doberdob diventerà, nella letteratura storica slovena e in quella ungherese, il simbolo della sofferenza della popolazione e dei soldati sul Carso. Durante le prime sei Battaglie dell’Isonzo (giugno 1915 – agosto 1916) la 20a e la 17a Divisione ungherese avevano il compito di difendere l’altopiano di Doberdò dalla incessante offensiva italiana. Il fronte a ferro di cavallo si estendeva tra la confluenza del Vipacco e il Lisert di Monfalcone, passando per il Monte San Michele, il paese di San Martino del Carso, le Alture di Polazzo e il ciglione carsico sopra Redipuglia, Ver-

Come arrivare: Sagrado, via Zona Sacra Logistica: parcheggio per automobili e corriere nel piazzale antistante il Museo Sentieri: sentiero CAI 73/76 Difficoltà: turistica Durata dell’escursione: da 1 a 4 ore (a seconda del percorso scelto). È consigliabile essere muniti della cartina Tabacco 047 Attrezzatura: calzature robuste, pantaloni lunghi, scorta d’acqua, pila per visitare le caverne Periodo consigliato: tutto l’anno Info: I.A.T. Ufficio di Informazioni e Accoglienza Turistica di Fogliano Redipuglia Via III Armata, 54 – 34070 Fogliano Redipuglia (GO) Tel. 0481 489139 – 346 1761913 info@prolocofoglianoredipuglia.it www.prolocofoglianoredipuglia.it megliano e Monfalcone. A seguito della 6a Battaglia il comandante del VII Corpo d’Armata AustroUngarico, l’Arciduca Joseph August, diede ordine di ritirarsi dal territorio di Doberdò e di prendere posizione oltre il Vallone. Rimanevano a guardia dell’altopiano i cimiteri ungheresi straripanti di caduti, diecimila dei quali riposano ancora oggi nel Cimitero austroungarico di Fogliano-Redipuglia Il tratto di 90 chilometri dal monte Rombon, in Slovenia nelle Alpi Giulie, al golfo di Trieste nell’Adriatico costituiva il fronte dell’Isonzo. Nei 29 mesi di combattimenti, dal maggio 1915 all’ottobre 1917, su questo territorio avvennero 11 offensive italiane e una austroungarica. L’ultimo atto dei combattimenti lungo il fronte avvenne con la 12ª Battaglia dell’Isonzo, che iniziò il 24 ottobre 1917. Nella letteratura storica, rispetto ai vari contendenti, è stata chiamata la disfatta o il miracolo di Caporetto.

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PERSONAGGI JOE BASTIANICH Intervista di Vanni Veronesi

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L’ambasciatore

del gusto

ÂŤSono un ristoratore, un autore, un personaggio televisivo, un rocker, un corridore, un marito e un padreÂť. Potrebbe bastare, ma noi abbiamo voluto saperne di piĂš: Joe Bastianich si confessa a iMagazine.

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Incontro Joe Bastianich a Gagliano di Cividale, in uno dei pochi giorni veramente caldi di questa bizzarra estate. Al ristorante Orsone, immerso fra i vigneti dell’azienda, siamo in molti ad attenderlo: con la sua band, i The Ramps, lo stesso Bastianich si esibirĂ in serata assieme ad altri musicisti per festeggiare il primo compleanno del locale. Fra un servizio fotograÂżco, un selÂże con dei ragazzi e un esercito di strumentisti da sfamare, l’immagine del ‘cattivo’ giudice di Masterchef – ÂŤsono solo severo, vista la posta in giocoÂť, replica ogni volta –, è lontanissima dalla simpatia e dalla cordialitĂ che tutti riscontriamo. Terminato il giro delle foto e dei saluti, rimango l’unico in attesa. Ed è cosĂŹ che Joe Bastianich mi indica una sedia e mi invita a sedermi vicino a lui: in un attimo mi trovo accanto a uno dei restaurant man – come recita il titolo della sua autobiograÂża – piĂš famosi del mondo, di fronte a una tavolata di musicisti intenti a divorare il pranzo. Ăˆ vero che lei, da piccolo, quasi si vergognava di dire che i suoi genitori erano ristoratori? ÂŤSĂŹ, perchĂŠ negli anni Settanta, a New York, la ristorazione era un lavoro di immigrati, dunque molto pove30

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ro. La mia famiglia se n’è andata dall’Istria dopo la Seconda Guerra Mondiale e mio padre ha iniziato a lavorare in America come cameriere; era un’epoca molto diversa da oggi, dove questo genere di business è spinto dalla televisione e dal giornalismo. Quello dei miei genitori, invece, era prima di tutto un lavoro di servizio: il ristoratore serviva i clienti. Ora è cambiato completamenteÂť. E come potrĂ cambiare ancora? ÂŤQualcosa di ancora piĂš mediatico rispetto a oggi, sinceramente, credo non possa esistere. Rientrare di piĂš nell’ottica ‘antica’, a mio parere, sarĂ la tendenza dei prossimi anni: credo che siamo andati un po’ troppo oltre l’estremo e che il ristoratore debba tornare, semplicemente, a servire i clienti, com’è sempre stato. Anche nelle cose piĂš elementari: del resto, ‘ristorante’ deriva dal ‘ristoro’ che il locale dovrebbe garantire alle persone. Un concetto sano, che deve vivere nuovamenteÂť. /HL KD WUH Âż JOL q OD WHU]D JHQHUD]LRQH GL LWDOR DPHULFDQL 4XDQWR q YLYR DQFRUD LQ ORUR LO VHQVR dell’italianitĂ ? ÂŤHanno vissuto una realtĂ diversa dalla mia. Io sono cresciuto con i miei nonni in casa, che parlavano solamente dialetto triestino, mentre mia moglie è pretta-


mente americana, anche se pure lei di origine italiana, e in casa nostra si parla inglese. Tuttavia hanno vissuto la realtĂ friulana con le mie aziende vinicole, crescendo molto in Italia. Sicuramente il suono della lingua, la cultura, le persone ci entrano nell’anima e nel cuore; Âżnora non hanno ancora fatto il salto del ‘diventare italiani’, ma credo che in futuro questo desiderio arriverĂ . Il dato culturale d’origine, alla Âżne, ritorna sempre: cosĂŹ è stato anche per meÂť. PerchĂŠ molti ristoratori se ne vanno dall’Italia? ÂŤIn questo momento di crisi l’Italia sta perdendo moltissime risorse umane, con il loro talento quasi naturale: i cuochi si spostano nel mondo e approdano dove ci sono maggiori opportunitĂ . Questo Paese dovrebbe trovare una soluzione per gestire meglio l’economia, alleggerendo la burocrazia, riducendo le tasse sul lavoro, lasciando che i ristoranti guadagnino un po’ di piĂš. Naturalmente la situazione economica non la risolviamo noi due, ma dovrĂ essere risolta in tempo: tornerĂ il sereno, non sarĂ tutto cosĂŹ difÂżcile per sempre, ma perdere queste persone è un gran peccato. Speriamo che ritorninoÂť. &RVD VLJQLILFD SHUGHUH XQ VLPLOH FDSLWDOH X mano? ÂŤSigniÂżca impoverire un’intera nazione, perchĂŠ il grande tesoro dell’Italia sono i contadini e gli artigiani: sono due categorie che da sempre rappresentano il meglio nel mondo, con i loro cibi e i loro prodotti. E in qualche maniera i cuochi sono degli artigianiÂť. $ SURSRVLWR GL TXDOLWj H SURGX]LRQL ORFDOL OHL FUH GH FKH VDUHPR LQ JUDGR GL UHJJHUH OÂśXUWR GHOOD JOR EDOL]]D]LRQH" ÂŤSĂŹ, se gli Italiani torneranno a girare il mondo come veri ‘ambasciatori’ del loro Paese e della loro cultura, trasmettendola in una maniera intelligente. Spero davvero che l’Italia non perda il grande tesoro della ristorazione: penso che non accadrĂ mai, ma bisogna essere consapevoli del suo reale valoreÂť. Come mai ha scelto proprio Cividale per aprire il suo primo ristorante in Italia? ÂŤVengo da una famiglia di origini istriane, quindi non propriamente friulana, però ho fatto mia questa terra. Ho iniziato a frequentare il Friuli giĂ da bambino, con i miei genitori. Quando poi ci sono tornato, molti anni dopo, per impiantare un’azienda vinicola, ho ritrovato il calore di quei tempi. I friulani mi hanno adottato come un Âżglio: sono molto felice di essere quiÂť. &RVÂśq SHU OHL LO YLQR" ÂŤHo capito che volevo dedicarmi al vino quand’ero in Piemonte, ma sono venuto a produrlo proprio qui in Friuli, nel 1997. Per me è molto piĂš che una bevanda: è la storia stessa della mia famiglia. Ma è anche una delle massime espressioni dell’identitĂ di una terra. Qui in Friuli, in particolare, il legame fra vino, persone e territorio è strettissimoÂť.

Joe Bastianich (Astoria, New York 17 settembre 1968) all’interno del ristorante Orsone. ,Q ,WDOLD FRPÂśq QRWR FL VRQR VHVVDQWD PLOLRQL GL allenatori di calcio e sessanta milioni di esperti in cucina‌ ‌sĂŹ, e non si sa bene se siano di piĂš gli allenatori o gli chef!Âť $SSXQWR 4XLQGL TXDQWR q GLIÂż FLOH OD ULVWRUD]LR ne in Italia rispetto agli USA, per esempio, o ad altri Paesi nel mondo? ÂŤĂˆ piĂš difÂżcile soprattutto per i soliti motivi legati alla burocrazia e alle tasse, anche se pure in America la situazione non è sempre buona: vent’anni fa, negli USA, era tutto piĂš semplice. Certo, è vero che il cliente italiano ha una maggiore cultura gastronomica: gli chef sono sotto esame continuoÂť. Lei gestisce una trentina di ristoranti in tutto il PRQGR FRPH ULHVFH D VHJXLUH WXWWR" ÂŤNon da solo: ho molti collaboratori al mio Âżanco. In America è normale afÂżdare ad altre persone questo tipo di responsabilitĂ : c’è una cultura molto diversa del business. Io posso essere qui, ora, oppure a Masterchef in televisione, oppure a suonare con la mia band, perchĂŠ so che ci sono ragazzi che s’impegnano a gestire il ristorante come se fosse di loro proprietĂ : il coinvolgimento è autentico, vero. Ăˆ un meccanismo molto americano, che funzionaÂť. 4XDQWH SURSRVWH GL ODYRUR OH DUULYDQR PHGLD mente? ÂŤDipende dal periodo e dalla situazione, ma sono molte. Attualmente ho circa 3.000 dipendenti e gli spazi di lavoro sono ancora apertiÂť. Come sceglie le persone giuste? ÂŤAbbiamo la fortuna di lavorare nella cultura italiana del cibo: per gli stranieri è ormai un cult. Le persone giuste sono quelle che si appassionano per davvero a questo mondoÂť. Dovesse dare un consiglio a un giovane che voglia intraprendere questa strada? ÂŤLascia perdere la ricerca del denaro: avvicinati alle persone piĂš brave che puoi trovare e lavora con loro. I soldi arrivano dopoÂť. Vanni Veronesi |

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Barcolana, mare d’Europa Dal 3 al 12 ottobre Trieste sarà la capitale continentale della vela in occasione della regata piÚ affollata del Mediterraneo. Che dopo 45 anni di storia ha deciso di rilanciarsi verso un nuovo futuro. Con idee e progetti d’avanguardia.

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Venticinquemila velisti che regatano di fronte a un pubblico di 300 mila persone provenienti da tutta Europa. In una sola parola: Barcolana. Potrebbero essere sufÂżcienti questi dati per descrivere la regata piĂš affollata del Mediterraneo, in programma a Trieste – per la 46esima volta – domenica 12 ottobre. Ma la principale kermesse del Friuli Venezia Giulia è anche molto altro.

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“Pur nel solco della tradizione – illustra il neopresidente della SocietĂ velica di Barcola e Grignano, Mitja Gialuz (nella foto in basso a sinistra) – questa edizione della regata è stata profondamente innovata con l’obiettivo di rendere la manifestazione piĂš divertente per i velisti e piĂš spettacolare per il pubblicoâ€?. La principale novitĂ riguarda il percorso: per la prima volta, la regata terminerĂ di fronte a piazza dell’UnitĂ d’Italia, permettendo a tutti gli spettatori di essere protagonisti, vivendo le fasi decisive dell’evento. Ma le novitĂ non si fermano qui. Anche dal punto di vista dell’immagine. Il manifesto della 46esima edizione della regata, infatti, è stato disegnato da Luca 0LVVRQL LO Âż JOLR GL 2WWDYLR 0LV soni, triestino d’adozione, e grande amante dello spirito originario di questa regata. Luca Missoni ha voluto cosĂŹ ricordare le numerose partecipazioni del padre alla Barcolana (l’ultima risale al 2006, a bordo del suo burchio Timoteo):


Il percorso: arrivo di fronte piazza Unità

nel caso in cui il vento non risultasse suf¿ciente a completare il percorso – ma di fronte a piazza dell’Unità d’Italia, al largo della diga del Porto Vecchio. Il pubblico assiepato lungo le Rive per attendere il rientro delle imbarcazioni potrà così godersi l’arrivo in diretta e a occhio nudo. Il miglio e mezzo di navigazione da Barcola a Piazza Unità compensa la riduzione di percorso del primo e del terzo lato, dando alla regata una nuova veste in termini di spettacolarità e la possibilità di vivere l’evento anche stando a terra; da Miramare a piazza Unità, lungo la Napoleonica o la Strada del Friuli e da San Giusto: tutti luoghi in cui il pubblico si assiepava per godere l’immagine unica della partenza e da dove, in questa edizione, potrà godere di tutto il percorso.

un ritorno alle radici e alla città che lo aveva ospitato, dopo l’esodo dalla Dalmazia. La Barcolana del 12 ottobre sarà preceduta da nove giorni di eventi correlati: la grande festa di Trieste inizierà il 3 ottobre, con FuoriRegata (3-12 ottobre), un calendario di appuntamenti nel centro città. In acqua, dal 4 al 12 ottobre, è previsto un calendario di regate dedicate a tutti i velisti, dai bambini della Barcolana Young (4-5 ottobre) ai kitesurfer e windsurfer di Barcolana Fun (4-8 ottobre), agli sca¿ d’epoca (Barcolana Classic, 11 ottobre), agli agguerriti armatori degli Este 24 (Barcolana TriESTE, 11 ottobre), al tradizionale appuntamento con le regate in notturna (Barcolana di Notte, 11 ottobre) e al nuovo evento dedicato ai vincitori di categoria, Barcolana Challenge (10 ottobre). A terra, nuovo layout e prestigiosi espositori al Villaggio Barcolana collocato lungo le Rive (8-12 ot-

tobre) e due serate di concerti (Barcolana in Musica, 10-11 ottobre). Il programma completo e aggiornato è consultabile sul sito internet www.barcolana.it.

Un ritorno alla tradizione e – allo stesso tempo – un’epocale innovazione. Cambia il percorso della Barcolana e, se nella prima parte torna su rotte già sperimentate in passato, nell’ultimo tratto diventa la principale novità di questa edizione. “L’obiettivo – spiega il presidente Gialuz – è una maggiore integrazione tra terra e mare e la possibilità, per chi segue la regata da terra, di viverla in prima persona”. Il percorso della Barcolana è stato, quindi, avvicinato a terra: accostata maggiormente la partenza alla riviera di Barcola, è stata avvicinata la prima boa (accorciando così la navigazione lungo il primo lato), riposizionato il disimpegno della Boa 2, accorciato e riorientato il terzo lato che conduceva nuovamente verso terra, posizionando la Boa 3 nei pressi del Castello di Miramare. “Proprio il posizionamento della Boa 3 – aggiunge Gialuz – risulta strategico per aumentare la visibilità della regata: negli anni questa boa era stata più volte spostata, tenendola lontano da terra. La nostra scelta è quella di valorizzare la riviera di Barcola e l’altipiano come spalti di uno stadio naturale, facendo sì che la regata possa correre il più possibile parallela alla costa”. Da qui la decisione principale: per la prima volta, dopo 45 anni, la regata non terminerà di fronte al terrapieno di Barcola – dove verrà posto un cancello che registrerà i passaggi,

(Foto per cortesia di FuoriRegata)

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Il manifesto: giovanile omaggio a Ottavio Missoni

famiglia dopo l’esilio da Zara, ma è anche il luogo dove ha iniziato la propria attività di maglieria producendo le tute Venjulia, che indossava lui stesso alle Olimpiadi di Londra nel ’48 e che furono portate come divisa dalla Nazionale Italiana di Atletica”.

In Barcolana con iMagazine

La polo celebrativa

Il manifesto celebrativo 2014 della Barcolana è unico nella storia della regata. È un omaggio a 2WWDYLR 0LVVRQL e all’indissolubile legame della famiglia Missoni con Trieste. Non ci sono barche: c’è la presenza del mare e del sommacco del Carso, dell’atmosfera gioviale che la Barcolana ispira nel suo pubblico e nei suoi partecipanti e che accomuna molti marinai che sentono il richiamo della Bora e del mare. “Trieste – racconta Luca Missoni, autore del manifesto – è una città con cui mio padre ha sempre avuto un legame speciale: non solo è la sua città d’adozione, dove ha vissuto in parte la sua adolescenza e che ha accolto la sua Il general manager della Barcolana, Claudio De Martis (a sx), e il direttore di iMagazine, Andrea Zuttion, durante la presentazione uf¿ciale della regata 2014. Edizione che vedrà la presenza, per tutta la durata della manifestazione, dell’iMagazine Video Truck: il maxischermo digitale di nuova generazione.

La tradizionale polo della Barcolana (prodotta dall’azienda genovese Slam) quest’anno è di colore blu navy, sia da uomo che da donna, ed è realizzata in un tessuto tecnico di alta qualità. Sul sito uf¿ciale dell’evento (www.barcolana.it) sono indicati i negozi di abbigliamento della regione dove è possibile acquistarle.

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PERSONAGGI SIMONE SCUFFET Intervista di Giuliana Dalla Fior Immagini per cortesia di Udinese Calcio

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Il predestinato A 17 anni ha esordito in Serie A con la sicurezza del veterano. E da quel giorno non ha più lasciato la porta della sua Udinese. Ora deve affrontare una stagione verso due grandi sfide: la consacrazione calcistica e il diploma di maturità.

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È un pomeriggio degli inizi di giugno e lo incontro casualmente in una via di Udine. Tifosa e giornalista qual sono, non posso lasciarmi sfuggire l’occasione per ottenere un autografo e porgli qualche domanda. Un attimo di perplessità e poi la sua innata educazione lo inducono a decidere di rispondere ai miei quesiti. Da poco è diventato maggiorenne, ma è già famoso, non solo a Udine, per le straordinarie prestazioni regalate nella stagione d’esordio in Serie A. Così, seduti al bar, sorseggiando una bibita rigorosamente non alcolica, posso intervistare Simone Scuffet. Simone, quando è nata la tua passione per il pallone? «La passione per il calcio me l’ha trasmessa mio padre. Poi iniziando a giocare mi sono accorto che non potevo farne più a meno...» 3RUWLHUH ¿ Q GD VXELWR" «Anche in questo caso il ruolo di papà è stato fondamentale. Lui giocava in porta e per me è stato naturale provare a imitarlo. Non ho mai pensato di giocare in un altro ruolo». Altri sport invece li hai praticati? «Ho praticato un po’ di pallavolo ma il calcio ha sempre assorbito tutti i miei interessi sportivi. Ho cominciato a giocare a livello agonistico molto presto e quando 36

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sono arrivato nel settore giovanile dell’Udinese l’impegno è diventato maggiore. Impossibile anche solo pensare ad altri sport». Dal ruolo calcistico a quello familiare: quali sono i suggerimenti e i consigli che ti forniscono i tuoi genitori? «Come tutti i genitori, anche i miei hanno a cuore principalmente la mia crescita in buona salute e gli studi. In questo senso mi hanno sempre seguito e ancora oggi lo fanno con grande attenzione. I consigli sono quelli che ogni genitore darebbe ai propri ¿gli: non ci sono indicazioni particolari, a me basta seguire l’esempio che ogni giorno mi danno nella loro vita quotidiana». Quando nella scorsa primavera sei diventato un uomo da prima pagina - il “fenomeno Scuffet” - conquistando lusinghieri commenti ovunque, hai provato più emozione o ansia? «Per me è stato scoprire all’improvviso un mondo nuovo e all’inizio ho provato un po’ di disorientamento. Per fortuna però i complimenti, gli articoli di giornale e l’interesse in genere che si era creato su di me non mi hanno distratto dal lavoro sul campo. Ed è per questo che, immagino, il mister ha deciso di darmi ¿ducia nelle partite successive all’esordio». Ti hanno paragonato al giovane Buffon per l’analogia precoce dell’esordio e per la sicurezza negli interventi. Tu cosa ne pensi?


ÂŤCredo che i paragoni siano sempre inopportuni. Buffon è il piĂš grande portiere in circolazione, io ho appena iniziato e devo lavorare tantissimoÂť. Il tuo modello di riferimento, tuttavia, è l’ex portiere dell’Udinese Samir Handanovich: come mai? ÂŤHo avuto la fortuna di vederlo in allenamento e ho cercato di carpire piĂš segreti possibile. Di Handanovic mi colpisce la grande capacitĂ di aggredire il pallone e anticipare gli interventi. Ăˆ una qualitĂ che spero di afÂżnare anche io col tempoÂť. Nonostante l’improvvisa, quasi travolgente, notorietĂ , a detta di tutti sei rimasto quello di sempre; in amELWR VFRODVWLFR VHL PROWR EHQYROXWR H FLWDWR FRPH HVHP pio. In che modo concili studio, sport e vita personale? ÂŤNon è facile conciliare gli allenamenti con lo studio. Cerco di fare del mio meglio soprattutto saltando poco la scuola e facendo molta attenzione in classe. I ritmi sono molto veloci, però non è un sacriÂżcio perchĂŠ giocare a calcio è la mia piĂš grande passione. Ma so che devo anche impegnarmi per raggiungere il diploma perchĂŠ è giusto che un ragazzo della mia etĂ completi il percorso di formazione scolastica anche se precocemente impegnato nello sport professionisticoÂť. Dalle fatiche all’amore: Letizia, la tua ragazza, come vive accanto a un giovane “famosoâ€?? ÂŤCome me è contenta delle attenzioni dei tifosi e del fatto che la gente mi riconosca per strada e chieda autograÂż o foto. Anche lei è una sportiva (gioca a pallavolo, ndr) e questo ci permette di essere in sintonia su tante cose. Per esempio non è un problema il fatto di non poter uscire spesso la sera come fanno molti nostri amici. Lei lo capisce perchĂŠ ama lo sport ed è molto impegnata negli allenamenti esattamente come meÂť. Quali sono i ritmi di una tua giornata tipo? ÂŤSono scanditi dagli impegni con la scuola e dagli allenamenti. Gran parte della giornata la trascorro al centro sportivo e allo stadio. Nei ritagli cerco di passare un po’ di tempo con Letizia. La sera mi dedico allo studio per non farmi trovare impreparato dai professori che con me, devo ammetterlo, sono molo comprensiviÂť. Con i compagni di scuola e con gli amici che rapporti hai? ÂŤCon i compagni di scuola vado d’accordo. Non c’è nulla di diverso solo perchĂŠ sono un calciatore. Ovviamente sono curiosi, mi fanno domande, ma questo rientra nella normalitĂ . In genere ho un buon rapporto con la mia classeÂť. Dalle virtĂš ai difetti: ce n’è uno? ÂŤDovrebbero rispondere altri... Scherzi a parte, forse sono un po’ troppo silenzioso e timidoÂť. ,Q XQÂśLQWHUYLVWD KDL GHWWR ÂłOD IRUWXQD QRQ EDVWD conta come ti alleniâ€?. Simone Scuffet come si allena? ÂŤMi alleno mettendoci il massimo dell’impegno. Ăˆ importante seguire i consigli e le indicazioni degli alle-

Simone Scuffet circondato dai tifosi, impazienti a ricevere il suo autografo. Pagina accanto: Scuffet fotografato nella sua gara di esordio in Seria A, Bologna-Udinese, lo scorso 1 febbraio. Simone è nato il 31 maggio 1996. natori, sia sotto il proÂżlo tecnico che umano. Cerco sempre di dare tutto me stesso perchĂŠ so che soltanto cosĂŹ potrò continuare la mia crescitaÂť. Quanto è stato importante crescere nelle giovanili dell’Udinese? ÂŤL’Udinese è la squadra per cui tifo da sempre. Entrare a far parte delle giovanili è stato realizzare un sogno. Vestire la maglia bianconera è un stimolo molto forte: Âżn dal primo momento che l’ho indossata ho fantasticato di poterlo fare un giorno anche in Serie A. E quando quel giorno è arrivato, ho ripercorso con la memoria tutti i bei momenti vissuti sui campi del centro sportivo BruseschiÂť. Dal passato al futuro: quale auspicio per l’Udinese nel campionato 2014-2015? ÂŤMigliorare il rendimento della passata stagione ottenendo la salvezza quanto prima per poi togliersi qualche soddisfazione. Gli stimoli non mancanoÂť. 4XDQGR Âż QLUj LO FDPSLRQDWR WX GRYUDL DIIURQWDUH la “Maturaâ€?: piĂš importante il diploma o il campionato? ÂŤĂˆ una sÂżda stimolante... Mi impegnerò al massimo per raggiungere i traguardi sportivi con la mia squadra e appendere alla parete il diploma di ragioneria a cui tengo tantoÂť. Un giovane ha sempre sogni per il suo futuro; tu quali hai? ÂŤPrincipalmente salute per me e per i mie cari. Professionalmente sto giĂ vivendo un sogno, spero di non svegliarmi...Âť Giuliana Dalla Fior

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FRIULI SCONOSCIUTO LA MADONNA ‘DA SESULE’ A PORZÛS Servizio e immagini di Claudio Pizzin

© In un sabato

di settembre

«L’8 settembre 1855, la giovinetta Dush Teresa tornava, come al solito, a casa colla sua mucca. L’ora precisa non si conosce, ma doveva essere circa mezzogiorno. Teresa pensò che la sua mucca non fosse abbastanza sazia, allora prese la gerla con il falcetto per andare a tagliare un po’ di erba da dare da mangiare alla mucca. […] Arrivata sul luogo comincia a tagliare un po’ di erba, quando, tutto ad un tratto, sente una voce a lei rivolta che dice: “Figlia, che cosa fai qui?”». Un diario ritrovato. Una storia misteriosa proveniente da epoche perdute. E una domanda: di chi era quella voce? iMagazine ha voluto saperne di più.

Uno squarcio sul passato

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Marzo 1992. A Porzûs, il sacerdote don Carlo Gamberoni entra per la prima volta nella chiesetta della ‘Madonna de Sesule’, spinto dalla curiosità riguardo a una vecchia storia paesana quasi dimenticata. Subito, il suo sguardo si posa su un quadro dipinto da una mano popolare, raf¿gurante una ragazzina al cospetto della Madonna, quest’ultima con in mano un oggetto curioso: un falcetto. Nella pur amplissima iconogra¿a mariana, quell’immagine è pressoché unica: nulla di simile si è visto altrove. Di certo, quel quadro rappresenta ciò su cui don Carlo sta indagando: un’apparizione 38

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della Vergine avvenuta a Porz s sabato 8 settembre 1855. Un fatto che all’epoca suscitò grande scalpore e che poi, invece, cadde nell’oblio, con l’eccezione di alcuni abitanti del borgo, ¿gli di un’epoca in cui la tradizione orale era ancora il principale strumento di conoscenza. D’improvviso, l’interesse generale si riaccende: inizia un tam tam generale e l’8 settembre 1992, nell’anniversario dell’apparizione, la chiesetta della ‘Madonna de Sesule’ diventa lo scenario di una messa solenne con la partecipazione di moltissimi pellegrini. Il cui Àusso, da allora, non è mai venuto meno, tanto che c’è chi ha ribattezzato Porz s la ‘Lourdes delle montagne friulane’. Il cerchio, però, si chiude appena nel 2009, quando viene alla luce un manoscritto del 1886, compilato da un abitante del luogo: Giovanni Grimaz. Nato nel 1860, ¿n da giovanissimo raccolse informazioni sulla storia dell’apparizione mariana, puntualmente riunite nel manoscritto riemerso oltre 120 anni dopo, che diventa così la voce ritrovata di un tempo perduto.


Il racconto

Protagonista della vicenda è Teresa Dush, una ragazzina di Porz s alle prese con una mucca da sfamare. Arrivata presso un prato, inizia a falciare un po’ di erba, ma viene subito interrotta da una voce che le chiede come mai si trova in quel luogo. Questa la versione di Giovanni Grimaz, nel suo rustico italiano: (La bambina) vede una bellissima e amabilissima Donna con vesti non pompose di gran signora, ma simili a quelle di una Contadina dignitosa. [...] Quando le chiede: “Che cosa fai qui, Figlia?”, lei risponde: “Taglio un poca di erba”. E la Signora subito riprende: “Non sai che oggi è festa e che di festa è proibito da Dio di lavorare, e che per questo si fa peccato? Dammi il falcetto e ti aiuterò un poco”. Quindi toglie il falcetto di mano della giovinetta Teresa e l’aiuta in tutto.

Nella pagina accanto, - in alto: la cappella dell’Apparizione a Porzûs, edificata nel 1885 sul luogo dove, secondo la tradizione, la Madonna sarebbe apparsa a Teresa Dush; - in basso: statua di Teresa Dush nei pressi della Cappella. In questa pagina, - sopra: le malghe di Porzûs, teatro della strage della brigata partigiana Osoppo nel febbraio 1945; - in basso: l’interno della Cappella dell’Apparizione, dedicata alla ‘Madonna de Sesule’.

Seguono richieste e raccomandazioni, ma la bimba santo della Chiesa: fu l’inizio di un percorso spirituale non può fare a meno di chiedere chi sia quella donna mi- che, sostenuto da un’altra apparizione mariana nel 1864, la portò a diventare monaca con il nome di Osanna Masteriosa apparsa all’improvviso: ria, morendo in odore di santità il 16 agosto 1870. Nel 1885, sarà proprio Giovanni Grimaz ad innalzaEd Ella risponde: “Io non ho tempo di racconre la Cappella dell’Apparizione, dedicandola appunto tarti questo ora, […], ma tornerò in breve tempo, alla Madonna de Sesule, ossia ‘del falcetto’, in ricordo un’altra volta, e tu vai a casa a gridare che non ladell’8 settembre 1855. Non poteva sapere, che nella stesvorino la festa e che l’anno corrente ci sono stasa Porz s, quasi un secolo dopo, un altro 8 settembre te grandissime malattie e il colera: mali che toravrebbe portato a uno degli episodi più tragici della Seneranno se il mondo e tutta la gente del mondo conda Guerra Mondiale: l’eccidio di diciasette partigianon si correggerà. La miseria, la carestia e la mani della brigata ‘Osoppo’ da parte di alcuni membri dellattia non cesseranno, ma continueranno sempre. la ‘Garibaldi’, fra il 7 e il 18 febbraio 1945. Una pagiAnche la malattia delle mele e dell’uva, delle pana di storia le cui ferite non si sono ancora rimarginate. tate: qualunque frutto sarà consumato dal male”. Claudio Pizzin Il 1855, in effetti, fu un anno terribile per il Friuli VeLe notizie inserite nell’articolo sono tratte dal volume nezia Giulia, Àagellato dal colera - che proprio a Porz s di Don Carlo E. Gamberoni I fatti di Porz s del 1855. e dintorni provocò un numero altissimo di vittime - e da danni incalcolabili ai raccolti. La comparsa della misteriosa donna, che fu immediatamente indicata dai paesani come la Vergine Maria, apparve dunque provvidenziale: il pochissimo ¿eno da lei raccolto e offerto a Teresa, secondo la tradizione, bastò per tutti gli animali di casa per ben tre giorni, contro tutte le previsioni. Il diario di Giovanni Grimaz continua con il racconto di altre due apparizioni, veri¿catesi giovedì 27 e domenica 30 dello stesso mese: in entrambi i casi, la giovane Teresa si trovava in compagnia di altre persone, che la videro indicare il punto in cui la donna le parlava, manifesta solo ai suoi occhi.

L’epilogo

Le tre apparizioni segnarono per sempre la vita di Teresa Dush, che l’anno seguente fu accolta nella Casa delle Orfanelle di don Luigi Scrosoppi, a Udine, futuro |

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PERSONAGGI CORRADO ALBICOCCO Intervista di Margherita Reguitti

© L’artista

della stampa

Da giovane insegnava al Malignani e giocava a calcio in giro per l’Italia. Poi la decisione di aprire una stamperia a Udine e l’incontro con Giuseppe Zigaina. “Fu il biglietto da visita che aprì le porte degli studi più prestigiosi». Che da quarant’anni si affidano alla sua maestria.

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Il maestro stampatore Corrado Albicocco da oltre 40 anni a Udine realizza gra¿che per i maestri contemporanei italiani e internazionali. La sua è una passione per una forma artistica antica alla quale si sono dedicati i maggiori interpreti della storia dell’arte. Formatosi alla Scuola del libro d’arte di Urbino, da giovane Albicocco è stato anche uno sportivo e per 35 anni docente all’Istituto Malignani del capoluogo friulano Come è arrivato a Udine? «Nel 1972 giocavo nella squadra del Massa Carrara e avevo una cattedra per 6 ore settimanali all’Istituto d’arte di Udine. Alternavo l’attività di calciatore, nel ruolo di stopper, all’insegnamento di gra¿ca pubblicitaria. Una materia che poco aveva a che vedere con la stampa ma in aula ai miei studenti ho portato molto della mia esperienza in stamperia. Ogni domenica partivo dalla città dove si era giocata la partita, a volte viaggiando anche tutta la notte, per arrivare puntale a scuola. Un ritmo di vita impegnativo che si è concluso esattamente 40 anni fa, nel 1974, quando ho militato per l’ultimo anno in serie C nella Triestina». 40

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Com’è iniziata la sua attività di stampatore? «Con l’amico e compagno alla scuola del libro di Urbino Federico Santini abbiamo deciso di aprire una stamperia. Non era esattamente in linea con quanto appreso nel prestigioso istituto, ma eravamo mossi da una grande passione. Eravamo fra i primi in regione e gli artisti iniziarono a commissionarci dei lavori». L’inizio fu subito di prestigio… «Giuseppe Zigaina è stato il primo autore di livello nazionale e internazionale a portarci le sue lastre. Gli sarò sempre grato: lui è stato il nostro biglietto da visita che ci ha aperto le porte degli studi più importanti negli anni a seguire». Quali sono le tre qualità che un bravo stampatore deve avere? «Passione, passione e passione. Oltre a ciò è necessario essere pazienti ma determinati nella ricerca della perfezione, conoscere la chimica nell’utilizzo dei diversi acidi e colori. Non guasta la forza d’animo per non abbattersi mai, anche quando le cose non riescono bene e si deve ricominciare daccapo. Sono tante le s¿de che quest’arte propone nella realizzazione di opere sia decorative che geometriche.


Nelle prime sono importanti le sfumature, la morbidezza dei colori e l’intensità di grigi e neri che danno profondità all’opera, mentre per le seconde è fondamentale la precisione dei segni». Dunque il rapporto fra pittore-incisore e stampatore è molto stretto. «È imprescindibile la reciproca comprensione, ma non voglio enfatizzare il ruolo di chi stampa. Faccio un esempio: un bravo pianista dà vita alla musica di Mozart. Ma è sempre Mozart il grande artista». Come guarda al futuro? «Il futuro è assicurato: mio ¿glio Gianluca mi ha dato la grande soddisfazione di portare avanti il mio lavoro. Dopo la laurea in Economica e Commercio ha deciso di raccogliere il mio testimone. La collaborazione fra padre e ¿glio non è sempre facile, ci possono essere delle incomprensioni, ma assieme lavoriamo bene. Lui ha portato in stamperia idee ed entusiasmo nuovi». Quali sono i progetti in cantiere? «Continuare a stampare, affrontando nuove s¿de e potenziando l’attività espositiva. In questi anni ho realizzato molte mostre: l’ultima in ordine di tempo è stato il progetto dedicato proprio ai 90 anni di Giuseppe Zigaina, dal titolo “Paesaggio come anatomia” nelle tre sedi di Trieste, Cervignano e in¿ne qui da noi lo scorso luglio. Nel 2013 Villa Manin ha ospitato un’esposizione di tutti gli artisti che ho incontrato. Una manifestazione per la quale è stato pubblicato anche un corposo catalogo. Quest’anno inoltre festeggio i 20 anni di “Il Tavolo rosso”, casa editrice di libri d’arte che spero possa continuare a svilupparsi con nuove pubblicazioni». Ha citato Zigaina: quali sono gli altri artisti per i quali ha lavorato? «Ho avuto l’onore di lavorare per Emilio Vedova, Safet Zec, Giuseppe Santomaso, Franco Dugo, Luca Pignatelli, Piero Pizzi Cannella, .laus .arl Mehrkens, solo per citare dei nomi. In questo momento sto lavorando per un autore inglese, David Tremlett, per il quale abbiamo stampato un’opera molto grande, di un metro per due a tre colori, esposta alla Tate Gallery di Londra. Davvero c’è volu-

La Stamperia d’arte Albicocco da oltre 40 anni è la fucina dove l’opera in negativo, creata su lastre in metallo o altri materiali da grandi artisti italiani e internazionali è stampata su carta con tecniche antiche e sempre attuali. Nella stamperia vengono regolarmente allestite delle mostre d’arte e di libri d’autore pubblicati dalle edizioni de “Il Tavolo rosso”. Stamperia d’arte Albicocco via Ermes Di Colloredo 8/c Udine, 0432 547573. info@stamperiaartealbicocco.it www.stamperiaartealbicocco.it

tel.

to del coraggio!» Nei secoli l’arte della stampa è cambiata? «Direi di no. Dal 1400 in poi le acqueforti e le acquetinte sono realizzate sempre su una lastra incisa, stampate su carta utilizzando lo stesso tipo di torchio. La tecnologia ha cambiato tecniche come la litogra¿a e la serigra¿a. Peccato che gli storici produttori di carta italiana, come la cartiera di Sicilia e di Pescia, stiano chiudendo in questi mesi, e dunque dobbiamo rivolgerci altrove, in Francia e Germania». Il suo sogno non realizzato? «Stampare per Lucien Freud, un autore che amo molto e che non ho mai avuto la possibilità di incontrare quando era in vita. Un sogno irrealizzabile, ma non è detto…» Margherita Reguitti


ALLA SCOPERTA DI... ZAHRE BEER Servizio di Michele Tomaselli immagini di Igino Durisotti

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Il gusto

della natura

Negli anni Novanta due falegnami di Sauris decidono di realizzare in paese un birrificio artigianale. E grazie agli ingredienti naturali del territorio, in poco tempo la loro birra ha conquistato il mercato.

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È l’antico nome di Sauris, un incantevole paesello di montagna incastonato fra le Alpi Carniche, in uno dei luoghi più affascinanti che la Carnia possa offrire, dove l’aria e l’acqua sono puri e incontaminati e le montagne sono scolpite nella neve. L’isolamento e la pace di questa vallata hanno dato impulso alla produzione di prodotti enogastronomici che sanno deliziare ogni palato. Proprio a Sauris, nella Valle del Lumiei, viene prodotta la speciale birra Zahre, un eccellente prodotto della produzione birraia di elevata qualità, integrale, non ¿ltrata né pastorizzata, nata da un’idea vincente dei fratelli Sandro e Massimo Petris, homebrewers (letteralmente, produttori di birra fatta in casa) ¿n dal 1994, quando ancora nessuno avrebbe scommesso sullo sviluppo delle birre artigianali. Purezza e genuinità, le caratteristiche principali della Zahre beer, una birra tutta natura che rispecchia il cuore di Sauris e della sua gente. Un gusto pieno, rotondo, che non viene alterato dai processi industriali, preservando tutta la bontà dei suoi ingredienti. Una moderna tecnologia di produzione basata sull’esperienza del-

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le antiche tradizioni dei mastri birrai, in un programma industriale che ha saputo valorizzare le risorse del territorio. Una birra unica dal gusto delicato, abbinabile ai cibi speziati e aromatici, perfetta con un buon gulasch ma anche con le sarde in saor, il carpaccio di pesce, con i formaggi, ma soprattutto ottima da degustare accompagnandola con il prosciutto crudo affumicato di Sauris (Wolf). È grazie al fotografo Igino Durisotti che ho avuto il piacere di toccare con mano questa realtà, visitando lo stabilimento di Sauris di Sopra, per poi tuffarmi nella magia ipnotica della birra Zahre. Un viaggio del gusto senza ritorno. Tutto comincia all’87^ Adunata degli Alpini di Pordenone nello stand della birra Zahre, dove inizio subito a degustare un’ottima “Pils” Zahre, assieme a una fetta del prosciutto crudo di Sauris. È un valzer fra profumi e sapori, è musica per lo stomaco… Ecco arrivare Massimo Petris. Non ha bisogno di presentazioni questo raf¿nato poeta del gusto che, in quel di Sauris, compie ogni giorno piccoli e grandi “miracoli” legati al sapore della birra Zahre. Prodigi captati oramai oltre con¿ne. Chi ha la fortuna di sentirlo parlare capisce immediatamente che per lui questo “mondo” non rappresenta una pura attività imprenditoriale: per Massimo Petris la Zahre è vita, una vita da vivere a 360° senza indugi, con la missione di far conoscere Sauris nel mondo. E mentre parliamo è inevitabile sorseggiare la mitica Zahre.


Massimo, dove e quando è nata la birra Zahre? «Nella metà degli anni Novanta, per caso, mio fratello Sandro acquistò in una ferramenta di Castenaso (in provincia di Bologna, ndr) un kit artigianale per fare la birra, e da lì, sperimentando ricette sempre nuove, siamo riusciti a realizzare nel 1999 il nostro attuale stabilimento, anche grazie al mastro birraio della Dreher, Mario Storace. Fino ad allora eravamo dei falegnami: lavoravamo soprattutto nell’ambito dell’edilizia e così decidemmo di convertire la nostra falegnameria in un birri¿cio. Eravamo anche grandi viaggiatori e sapevamo prendere spunto dalle culture straniere, come quella volta in Laos dove vidi un monaco buddista intento a produrre la birra, anche se sapeva di aceto. La gamma di birre da allora non è cresciuta, visto che si è preferito raf¿nare le ricette e mantenere alta la qualità delle bevande. Oggi produciamo 350.000 litri all’anno, il triplo di quando avevamo iniziato, di cui circa il 20% imbottigliato e il resto da spinare». Possiamo dire che la birra Zahre viene prodotta esclusivamente con ingredienti naturali: è una birra viva… «La nostra birra, che è a bassa fermentazione e saturazione (0,4-0,5 millibar), è il risultato di un processo volto a garantire al massimo la genuinità del prodotto ¿nale e la pienezza del suo gusto naturale, in cui i principali componenti sono ingredienti di alta qualità, come il malto di solo orzo distico, il luppolo e il lievito di birra fresco. Zahre beer è un prodotto vivo, senza coloranti e conservanti, proprio come il latte fresco o lo yogurt naturale, che deve essere conservato in frigo a una temperatura massima di 4°C, ed è per questo motivo che bene¿cia di una data di scadenza, consigliata in sei mesi. Per mantenere intatte tutte le caratteristiche, la birra Zahre viene imbottigliata in speciali bottiglie da 0,75 litri e preservata da uno speciale strato di vernice anti raggi UV». Perché l’acqua di Sauris è tanto importante per la birra Zahre? «L’acqua sorgiva di Lateis, che utilizziamo, è povera di sali minerali, ha un’acidità di 12 gradi francesi e non è sottoposta ad alcun trattamento aggiuntivo e industriale di correzione, mantenendo così inalterate le sue caratteristiche ¿sico-chimiche. L’acqua pura di alta montagna che nasce e sgorga fresca dalle sorgenti di Sauris, è lontana dall’inquinamento dei centri industriali e, aggiunta agli altri ingredienti, consente di ottenere un prodotto di alta qualità, pronto per il consumo. La fortuna di attingere l’acqua da una fonte incontaminata (e si sa quanto sia importante la qualità dell’acqua per la produzione di una birra) ha reso questa birra molto apprezzata». $QFKH DOWUL HOHPHQWL LQÀ XLVFRQR VXO SURGRWWR" «Oltre all’acqua c’è l’aria. A Sauris, abbiamo un microclima molto particolare, siamo a 1400 metri e

Pagina a fianco: le montagne e la natura di Sauris. In questa pagina: due immagini di Massimo Petris all’interno del birrificio di Sauris (nella foto in basso assieme a un dipendente).

l’inquinamento è inesistente, ma anche la tipologia dell’impianto di produzione ha la sua parte. Noi lo abbiamo fatto costruire dai maestri birrai ungheresi. Il malto prodotto in Friuli garantisce una birra con colore più ambrato. Il sapore della birra Zahre si apprezza maggiormente degustandola a Sauris, poiché agitandola durante il trasporto, potrebbe perdere la sua delicatezza». Quali sono le birre prodotte? «In tutto quattro: Pils, Vienna, Canapa e Affumicata (vedi box pagina seguente, ndr)». Perché il prodotto costa tanto? «È un prodotto del gusto che ha notevoli costi delle materie prime, come l’orzo e il malto e, essendo di qualità, non risparmia certamente sugli ingredienti. Inoltre

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vi sono elevate spese di produzione generate dagli alti costi energetici dei macchinari per la germinazione e il raffreddamento, oltre al particolare trattamento anti UV che applichiamo alle bottiglie». Un prodotto che costituisce un connubio vincente con il prosciutto di Sauris… «Nel 2000 abbiamo iniziato timidamente a offrire la birra Zahre alla Festa del Prosciutto di Sauris; abbiamo così scoperto che il nostro prodotto sembrava fatto apposta per accompagnare il prosciutto crudo affumicato della nostra località. Da allora è un connubio vincente». Quali sono i progetti per il futuro? «È di vitale importanza attivare un corridoio con l’estero: in Slovacchia abbiamo iniziato un progetto per la produzione della birra con il marchio Zahre. Vogliamo far crescere il luppolo e la canapa in montagna. Siamo ancora in una fase di ricerca e con i piedi per terra, ma

La natura di Sauris: i fiori dei prati e le montagne innevate.

vogliamo portare i nostri prodotti oltre oceano. Sauris è il nostro punto di forza e non lo abbandoneremo mai. Lasciare Sauris sarebbe come rinnegare la propria madre che ci ha nutriti e cresciuti». Michele Tomaselli

Le quattro birre Zahre aggiunti fiori e foglie di canapa campagnola. Alla La Pils 1 non ha bisogno di particolari presenta- vista è di colore giallo paglierino, sotto la luce ha

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qualche riflesso dorato, è velata e ha una schiuma bianca che risulta abbastanza persistente. All’odorato è fine e particolare: c’è profumo di erba e resina, una punta di limone e del miele millefiori. Ha 5° alcolici. L’Affumicata 4, invece, come è facile intuire dal nome, è una Rauchbier, cioè una birra prodotta con malti affumicati. Nel bicchiere si presenta di un vivace marrone scuro, velata e non molto trasparente provvista di un cappello di schiuma beige. Il profumo è tutto raccolto su note di tostato e affumicato: caffè e cioccolato, bacon e una bella nota di miele di castagno. Si accompagna piacevolmente a ostriche e frutti di mare freschissimi. Ottimo anche l’abbinamento con carne di maiale, grigliata o lessi, con formaggi stravecchi o dal gusto deciso, come il gorgonzola. Colore rosso scuro, 6° alcolici.

©zahre beer

zioni, si tratta dello stile inventato da Josef Groll nell’ottocento in Boemia nella città di Pilsen. È prodotta con malto chiaro, il nobile luppolo Saaz e gli ingredienti sono esaltati dalla particolare durezza dell’acqua della zona. Una birra che si abbina facilmente a tutto, con 5° alcolici. Lo stile Vienna 2 invece è molto meno famoso e più raro da trovare. Anche questo genere è nato nell’ottocento, poco dopo la scoperta dei lieviti e l’invenzione della bassa fermentazione. L’inventore di questa ricetta fu Anton Dreher, uno dei proprietario dell’omonimo birrificio. È una birra dal colore ambrato con un’impronta maltata. Il segreto sta nella qualità dei malti impiegati, chiamati malti Vienna, che subiscono un particolare processo di maltazione cui sono dovute le principali caratteristiche di questa birra, con 6° alcolici. La Canapa 3 ha come base la Pils, ma vengono

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PERSONAGGI ELLIO MARTINA Intervista di Vanni Veronesi

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Ci vuole

swing!

Olandese, ma anche friulano. Suonatore, ma anche liutaio. Una vita dedicata alla musica e ora, a 62 anni, la voglia di gettarsi in una nuova impresa per far conoscere al grande pubblico uno strumento straordinario, eppure rimasto sempre sullo sfondo: la pedal steel guitar. Portando in Friuli i migliori interpreti.

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Signor Martina, lei… «…ecco, cominciamo male: dammi del tu!» D’accordo… Ellio, come vivi questa condizione di friulano-olandese? «Sono nato in Olanda, ma da voi mi sento a casa. Mia nonna era friulana e mi ha portato in Friuli per la prima volta a cinque anni: lo ricordo come fosse ieri. Soprattutto, mi piace la vita più tranquilla, meno stressante rispetto all’Olanda. Siamo in tre fratelli e abbiamo mantenuto la proprietà della vecchia casa di famiglia, vicino Spilimbergo: è il mio rifugio quando scendo in Italia». Quando e come è nata la tua passione per la musica? «Ero nella classe corrispondente alla italiana ‘seconda media’: mi sono seduto vicino a un ragazzo che aveva un amico dell’Indonesia. Loro due, già a quell’età, costruivano chitarre: mi sono avvicinato subito a quel mondo e ho iniziato anch’io a realizarle. È partito come un hobby: l’ho trasformato in mestiere e sono diventato liutaio. Poi, fra il ’64 e il ’65, sono arrivati in Olanda i primi gruppi country: è stato un amore a prima vista». Il mestiere di liutaio m’incuriosisce: qual è il segreto per realizzare uno strumento perfetto? 46

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«La prima cosa è la professionalità sul lavoro: sembra scontato, ma non lo è. Bisogna avere la manualità giusta e essere perfezionisti, in ogni singolo dettaglio. Creo soprattutto bassi elettrici, perché queste sono state le prime richieste che mi hanno fatto. Li ho anche suonati con artisti americani di blues e rock: i generi, comunque, contano ¿no a un certo punto». Esiste solo la buona e la cattiva musica, giusto? «Sì, anche se c’è sempre bisogno di un po’ di swing… E devo ammettere che hard rock e metal non mi fanno impazzire: ci sono belle canzoni, ma preferisco guardare altrove. Per quanto riguarda gli strumenti, amo suonare soprattutto la pedal steel guitar». Ecco: spieghiamo di cosa si tratta. «È uno strumento a corde, disposto in senso orizzontale, sostenuto da quattro gambe in metallo. Nella parte superiore riproduce, di fatto, la tastiera e la paletta di due chitarre, mentre in basso sono presenti dei pedali montati su una barra ancorata alle due gambe frontali e delle leve fuoriescono dal retro dello strumento: ogni parte, comunque, è collegata all’altra. In pratica, è un insieme di pedali, leve e corde: si suona con i piedi, le ginocchia e una barretta di metallo manovrata con le mani. Richiede un certo sforzo, quindi, ma il suono è bellissimo».


Dove troviamo generalmente questo strumento? «Si usa soprattutto nel country americano, ma da lì è passata anche in altri generi: il caratteristico suono dei Dire Straits, così limpido e capace di alterare la nota musicale di partenza ¿no a portarla a una più alta d’arrivo, è proprio quello impresso dalla pedal steel guitar suonata da Paul Franklin, un vero virtuoso. In Italia è stata usata in particolare da Lucio Dalla e Francesco De Gregori». Tu sei stato uno dei primi in Europa a suonarla: quando hai cominciato e dove sei giunto? «Ho iniziato quasi da solo negli anni Sessanta, sfruttando questo strumento anche in contesti diversi dal country ‘alla Nashville’, per così dire: sono arrivato a suonare la pedal steel a dita nude, senza il dito d’acciaio. L’attrito dei polpastrelli sulle corde dovrebbe rallentare la velocità di esecuzione rispetto allo scivolamento metallico: in realtà ho trovato una tecnica tutta mia e anche il suono è particolare». Ultimamente cos’hai suonato? «Mi sono buttato sul folk friulano, in onore delle mie origini, riprendendo le canzoni popolari: mi sono molto divertito sul Cjastel di Udin e Stelutis alpinis! Questo dimostra che la pedal steel è versatile e si presta a vari generi: tutti noi vogliamo farla conoscere a un pubblico sempre più vasto». Dici ‘noi’: chi siete e che cosa avete in programma? «Il country qui ha una fruizione limitata, a differenza degli USA dove è quasi patrimonio nazionale: proprio per questo la pedal steel guitar si è imposta in quasi tutti i generi musicali. In Europa, invece, fatica a farsi strada: dunque, io e altri steel player da tutto il mondo abbiamo deciso di ritrovarci per una convention in cui presentare al grande pubblico lo strumento e le sue potenzialità. La faremo a Talmassons il 18 e 19 ottobre, grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale e all’operato di Matteo Strazzolini e di Giovanni Santoro, mio amico di vecchia data e grande appassionato di musica: arriveranno in Friuli i più grandi nomi internazionali del settore. L’ambizione è quella di creare il maggior festival di pedal steel al mondo». Dove si svolgono di solito queste manifestazioni? «Soprattutto in Irlanda, forse perché la musica irlandese è la più vicina a quella americana: non mancano, però, in Inghilterra e nella mia Olanda. Per il Friuli, dunque, è una novità da non perdere!». Vanni Veronesi


PERSONAGGI TADEI PIVK Intervista di Michele D’Urso

« Il pellegrino

volante

Un amico lo invitò a partecipare alla Staffetta del Monte Lussari: all’esordiò completò l’ascesa in soli 49 minuti. È da allora non ha mai smesso di correre. «Perché tra le cime e la natura trovo la serenità per la mia anima».

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Il Monte Lussari, luogo mistico e fascinoso, è teatro, da tempi immemori, di devoti pellegrinaggi. L’erta salita che conduce alla sommità, e quindi al santuario, è luogo dove, fra fatica e meditazione, si può incontrare se stessi. Moderno e veloce pellegrino, Tadei Pivk, una sorta di potente Masai bianco da un metro e novanta, già più volte campione italiano di corsa in montagna, o Skyrunning che dir si voglia, sceglie spesso questo monte per i suoi allenamenti. Tadei, forse questa salita ha per lei un significato più profondo di un semplice tracciato di allenamento? «Sicuramente, e per due motivi: il primo è che io sono di Camporosso (äabnice in sloveno, Saifniz in tedesco), e per noi il Lutschari - come lo chiamiamo in Windisch, il nostro particolare ‘dialetto trilingue’ - è da sempre la ‘Montagna Sacra’. Il secondo è che tutto è nato da lì, dalla staffetta di corsa in salita che ogni anno si tiene sulle pendici del monte». Nato in che senso? «Da ragazzo non ero un grande sportivo. Un po’ come tutti avevo sì praticato sport, ma più 48

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per gioco che per convinzione; infatti, appena adolescente, mollai tutto per lidi diversi». Non smise mica di correre in palestra per cominciare a farlo dietro alle ragazze? «Magari! In realtà c’era bisogno di dare una mano a casa e di portare avanti gli studi. Non avanzava altro tempo». Nel leggendario film ‘Forrest Gump’, il protagonista dice: “A un certo punto ho sentito una gran voglia di correre, e così corsi fino a quando arrivai all’Oceano”. Lei quando ha iniziato a correre? «Fu ‘colpa’ del mio vicino di casa, che mi invitò a partecipare alla staffetta del Monte Lussari. Io accettai più che altro per fargli compagnia negli allenamenti e per tenermi un po’ in forma. Finì che, dopo qualche mese di preparazione, in gara feci tutta la salita in 49 minuti». Un tempo quasi da campioni. Einstein diceva che le cose sono difficili fino a quando non arriva uno che le fa con una naturale facilità… «Non so se funziona proprio così, ma visto il risultato venni incoraggiato a ripetere l’esperienza. Finché ci ho preso gusto».


Questo vuol dire che lei gode più dell’azione rispetto al risultato? «Assolutamente sì. La corsa è il luogo preferito dove porto la mia coscienza a meditare. I posti che si percorrono mentre ‘si soffre’ forse sono noti a tanti, ma gli attimi particolari nei quali correre fra i monti consente di vederli, che sia primavera inondata di profumi o inverno gelido e buio, offrono agli occhi e all’anima dei panorami e delle immagini assolutamente uniche». Detta così sembra un piacere assoluto… O dipende dal carattere di ciascuno di noi? «Forse dipenderà anche dal posto dove si vive. Vivere in Val Canale non è la stessa cosa che abitare a Milano; e poi io sono legatissimo alle mie montagne, a vivere altrove non ci andrei comunque». Agonismo o meno, invece, il suo palmares è di rilievo assoluto. «Piano piano, livello dopo livello, dopo circa quattro anni di allenamento, nel 2008, sono passato dal titolo regionale a quello di campione italiano a coppie, una specialità dove si parte in due e si arriva in due. Sempre nel 2008 ho preso parte al Mondiale individuale, conquistando un eccellente terzo posto. Nel 2009 ho bissato il titolo italiano a coppie, salvo poi dedicarmi esclusivamente all’individuale, dove ho ottenuto il titolo l’anno successivo. Il 2011 fu un anno di fermo, anche per via di infortuni vari, e poi dal 2012 a oggi mi sono sempre confermato campione italiano. Ho preso parte al Mondiale più volte, ma senza ottenere nuovamente il podio, anche perché il Mondiale, come l’Europeo, è una gara unica e, se quel giorno non sei al top, difficile fare medaglia. Così da quest’anno partecipo al tour della Coppa del Mondo il quale, comprendendo più gare, dipende meno dalla forma di un giorno». Ha uno staff che la segue? «Non proprio. L’infortunio del 2011 mi ha portato a conoscere un osteopata di Cividale, Luigino Boccolini, che è anche preparatore atletico, con il quale siamo diventati amici. È lui che da quella volta mi cura gli acciacchi e programma l’allenamento». In pratica lei è ‘allo stato puro’, come le sue montagne. «In tutta umiltà, è davvero così; però la montagna è montagna ovunque, con la sua bellezza sempre. Durante una prova di Coppa del Mondo sono stato a correre nei Paesi Baschi, e anche lì ho trovato tanta gente ‘naturale’ come

Due immagini di Tadei Privk, 33 anni, impegnato in gara (ph. iancorless.com).

me. E questo mi piace molto, perché pur trattandosi di un ambito competitivo tutto viene vissuto nel giusto spirito sportivo di lealtà e naturalezza. E il confronto con persone che hanno uno stile di allenamento, magari anche di vita, diverso dal proprio, crea sempre una esperienza unica ed entusiasmante dalla quale si possono trarre spunti per migliorarsi». Durante la settimana quanti allenamenti svolge? «Almeno uno al giorno, perché questo è il mio metodo». Fra allenamenti e lavoro le rimane tempo anche per altro? «Certo: a breve metterò su anche famiglia. Per quanto riguarda gli allenamenti cerco di variare sempre intensità e itinerario, per avere nuovi stimoli. Succede così che un giorno vada a correre nel torrente in Val Bartolo tenendo i piedi in acqua sui ciottoli per stimolare l’equilibrio, mentre il giorno seguente ripeto il Lussari tre volte per migliorare il fondo». Quante? Io non le ho mai fatte nemmeno con la funivia tre ascese del Lussari in un giorno… In Giappone il metodo di allenamento dello ‘Stimolo sempre diverso per il miglioramento continuo ’, è chiamato ‘Principio Kaizen’, e deriva da un principio di economia applicato al business. Vorrei chiedere a Tadei come riesce a reggere tutta quella fatica, ma non ne ho il coraggio: non sia mai che mi inviti a fare una corsa con lui. E come disse Forrest Gump: “Su questo argomento non ho altro da aggiungere!”

Michele D’Urso

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STUDENTI E PREVENZIONE

La sicurezza? Non è mai troppo presto per capire come comportarsi in caso di rischi ed emergenze: l’importante, per i più piccoli, è imparare giocando. Per formare una prima coscienza di Protezione Civile.

Servizio e immagini a cura della Protezione Civile della Regione FVG

PR OTEZION E

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Si impara a scuola

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Sono oltre 6.000 gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado della regione che nel corso del passato anno scolastico hanno avuto la possibilità di una formazione sulle problematiche della Protezione Civile, sui rischi, sulle norme di comportamento e in generale sulla sicurezza. Il tutto attraverso la preziosa collaborazione con i dirigenti scolastici e il coinvolgimento degli organi preposti e delle forze istituzionali. Cominciando dai più piccoli, dai bimbi delle scuole dell’infanzia, la Protezione Civile si propone di creare una prima consapevolezza su questi temi innanzitutto attraverso il gioco: si arriva così alla conoscenza delle più elementari norme di comportamento. Nelle scuole primarie si può già osare di più: pur non tralasciando l’aspetto ludico, il personale della Protezione Civile affronta i temi legati al rischio sismico, idrogeologico e, per le scuole della montagna, degli incendi boschivi, purtroppo frequenti e quasi sempre dovuti alla negligenza umana. Il tutto in un percorso formativo che prevede lezioni con presentazioni di audiovisivi, fondamentali per stimolare l’interesse da parte degli alunni stessi. Il coinvolgimento dei volontari dei gruppi comunali e delle associazioni di volontariato specializzate, quali Croce Rossa, unità cinofile e Vigili del Fuoco, completano il quadro di conoscenze delle varie tematiche. Con l’aumentare dell’età, anche i temi e il linguaggio si adeguano: si passa così ai problemi della sicurezza sul lavoro, per sensibilizzare i lavoratori di domani. |

settembre - ottobre 2014

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Il percorso formativo si conclude con due elementi fondamentali: la visita al centro operativo di Palmanova e le prove di evacuazione degli edifici scolastici. Se la consapevolezza degli studenti sui temi di Protezione Civile è importante, non di meno lo è quella di coloro che, per la natura del loro mestiere, fungono da vera e propria guida dei ragazzi: gli insegnanti. Anche a loro, infatti, è rivolta una formazione ad hoc, soprattutto per quanto riguarda la conoscenza dei rischi e il supporto per le attività di evacuazione degli edifici: oltre 600 sono stati gli incontri tenuti con i docenti nel corso dell’anno. Particolare interesse, infine, rivestono i Campi Scuola che la PCR organizza ormai da anni con gli studenti delle quarte e quinte superiori, durante i quali 200 ragazzi hanno la possibilità di vivere per una settimana una full-immersion con tutti gli organismi preposti alla sicurezza: Vigili del Fuoco, Corpo Forestale, Soccorso Alpino, organi di Polizia, sotto il coordinamento dei volontari dei gruppi comunali: un programma intenso che ha lo scopo non solo di far conoscere tutti gli aspetti del mondo della Protezione Civile ai cittadini di domani, ma anche di essere uno stimolo per un coinvolgimento di nuove leve nel mondo del volontariato. Nella foto: alcuni studenti impegnati in un corso di formazione.



M I N O R I

A L L ’ E S T E R O

Novità

Rubrica a cura della Polizia di Stato della Provincia di Gorizia

P O L I Z I A D I S TAT O

per l’espatrio

Nello scorso mese di giugno sono state introdotte alcune novità amministrative relative al rilascio del passaporto ed alle procedure per l’espatrio dei minori di anni 14 non accompagnati dai genitori o da chi ne fa le veci. Per quanto riguarda il passaporto (con la legge di conversione 89/2014 del D.L. 24 aprile 2014 n.66, entrata in vigore il 24 giugno) è stato introdotto un contributo amministrativo di 73,50 euro per il rilascio del passaporto ordinario, da versare sotto forma di contrassegno telematico acquistabile in una rivendita di valori bollati; contestualmente sono state abolite la tassa di concessione governativa per il rilascio e quella annuale di 40,29 euro da applicare qualora ci si rechi in paesi non appartenenti all’Unione Europea. È rimasto inalterato, invece, il contributo di 42,50 euro da versare per il costo del libretto. Quindi chi ha già un passaporto in corso di validità e deve recarsi all’estero (extra UE) non dovrà corrispondere alcuna tassa. In pratica, per ottenere il rilascio del passaporto ordinario occorrerà: 52

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settembre-ottobre 2014

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un documento di riconoscimento valido (suggeriamo di premunirsi anche di una fotocopia del documento); due foto formato tessera identiche e recenti; un contributo amministrativo di € 73,50 (contrassegno telematico acquistabile presso una rivendita di valori bollati); la ricevuta del versamento di € 42,50, effettuato tramite bollettino postale precompilato, sul conto corrente n. 67422808 intestato a Ministero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento del Tesoro con la causale “importo per il rilascio del passaporto elettronico”. Il richiedente il passaporto (anche se minore) dovrà comparire nella ricevuta come l’esecutore del versamento. Se si è genitori di figli minori (coniugati, conviventi, separati, divorziati o genitori naturali) per richiedere il proprio passaporto sarà necessario l’assenso dell’altro genitore. Qualora quest’ultimo fosse impossibilitato a presentarsi personalmente, il richiedente del passaporto potrà consegnare la dichiarazione scritta di assenso all’espatrio firmata in originale dal genitore assente, allegando la fotocopia del documento di identità dello stesso.


In mancanza di assenso bisognerà presentare il nulla osta del giudice tutelare. Inoltre sarà necessario compilare allo sportello un modulo in cui sia dichiarato il numero dei figli minori e i dati dell’altro genitore. Si ricorda che dal giugno del 2012 non è più valida l’iscrizione del minore sul passaporto del genitore e, pertanto, anche i minori di anni 18 devono essere in possesso di un documento individuale. In questo caso la validità del passaporto (così come quella della carta d’identità) non sarà decennale ma triennale per i minori da 0 a 3 anni e quinquennale per i minori da 3 a 18 anni. Inoltre, la normativa prevede che i minori di anni dodici siano esenti dall’acquisizione delle impronte e della firma digitalizzata. Anche per il rilascio del passaporto per i minori di anni 18 sono valide le novità relative al nuovo importo per il contrassegno telematico. Si ricorda che per il rilascio del passaporto di un minore sarà necessario l’atto di assenso tra i genitori. Tra le novità introdotte vi sono anche l’abolizione della tassa di rilascio del passaporto collettivo e del contrassegno telematico di 40,29 euro per il rilascio del passaporto temporaneo; per quest’ultimo dovrà essere corrisposto il solo costo del libretto di 5 euro. Per quanto riguarda l’espatrio di minori di anni 14, non accompagnati dai genitori o da chi esercita la responsabilità tutoria, dal 4 giugno 2014 è in vigore una nuova procedura che prevede il rilascio di una dichiarazione cartacea o in alternativa l’iscrizione di una menzione sul passaporto del minore. Pertanto i genitori che intendano affidare un minore di anni 14 a una persona fisica, ad un ente o ad una società di trasporto dovranno sottoscrivere la dichiarazione di accompagnamento - che resterà agli atti della Questura - e, al momento della compilazione del predetto modulo, optare per il rilascio di una dichiarazione cartacea (che l’accompagnatore presenterà in frontiera insieme al documento di identità del minore) o la stampa della menzione direttamente sul passaporto del minore. Nel caso in cui il minore di anni 14 sia affidato ad un ente o ad una compagnia di trasporto sarà rilasciata unicamente la dichiarazione cartacea.

Si ricorda che prima di acquistare il biglietto della compagnia di trasporto è necessario verificare che la stessa accetti che il minore di 14 anni viaggi a loro affidato. Si possono indicare fino ad un massimo di due accompagnatori e la validità della dichiarazione (sia cartacea che con la menzione sul passaporto) è circoscritta ad un viaggio (da intendersi come andata e/o ritorno) con destinazione determinata e ha una durata massima di 6 mesi e comunque non può oltrepassare la data di scadenza del passaporto del minore. Si ricorda, in aggiunta, di presentare oltre alla dichiarazione di accompagnamento anche la fotocopia del documento di identità in corso di validità dei genitori, del minore e dell’accompagnatore. È bene sottolineare che la dichiarazione di accompagnamento è applicabile ai soli minori italiani e solo nel caso in cui viaggino fuori dai confini nazionali con persona diversa dall’esercente la responsabilità genitoriale o tutoria. Ciò significa che non può essere rilasciata per viaggi sul territorio nazionale (ad esempio da Roma a Milano), cosa che invece alcune compagnie aeree richiedono affinché il minore viaggi accompagnato da persone diverse dai genitori. Perciò, per non avere spiacevoli sorprese all’imbarco, è necessario informarsi in anticipo presso le stesse compagnie per vedere cosa prevede il loro regolamento interno.

NUMERI UTILI E DI EMERGENZA 113

Polizia di Stato Soccorso pubblico di Emergenza

118

Emergenza medica

112

Carabinieri

115

Vigili del Fuoco

117

Guardia di Finanza Corpo forestale dello Stato

1515 Emergenza ambientale Capitaneria di Porto

1530 Emergenza in mare

800-82.20.56 |

Blocco settembre-ottobre Bancomat 2014

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M O R O S I TÀ I N CO L P E V O L E

Rivoluzione affitti:

blog.casanoi.it

Rubrica a cura di Massimiliano Sinacori

D I R I T T O

arriva il fondo contributivo

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In tempi di crisi, si è posta più attenzione anche a chi non riesce a pagare l’affitto dell’immobile in cui vive: gli inquilini, se in possesso di determinati requisiti, potranno accedere a un fondo contributivo in grado di sanare questo ritardo nei pagamenti. È quanto previsto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto col Ministero dell’Economia e delle Finanze, col decreto del 14.05.2014, in vigore dal 14.07.2014, data della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento prende le mosse dal Decreto Legge 31.08.2013 n. 102 recante “Disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici” convertito, con modificazioni, nella Legge 28.10.2013, n. 124: il comma 5 dell’art. 6 del citato Decreto Legge istituiva presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti un fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, con una dotazione di circa 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015. La “morosità incolpevole” – recita l’articolo 2 del Decreto Ministeriale – è quella situazione di sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo in ragione del|

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la perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare. Le cause della perdita/consistente riduzione della capacità reddituale possono essere dovute a una delle seguenti cause, tassativamente elencate: a) perdita del lavoro per licenziamento; b) accordi aziendali o sindacali con consistente riduzione dell’orario di lavoro; c) cassa integrazione ordinaria o straordinaria che limiti notevolmente la capacità reddituale; d) mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici; e) cessazioni di attività libero-professionali o di imprese registrate, derivanti da cause di forza maggiore o da perdita di avviamento in misura consistente; f) malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato o la consistente riduzione del complessivo reddito del nucleo medesimo, o la necessità dell’impiego di parte notevole del reddito per fronteggiare rilevanti spese mediche e assistenziali. Il Decreto indica altresì i criteri per l’accesso ai contributi previsti dal Fondo, demandando ai Comuni la verifica della sussistenza dei requisiti per l’erogabilità. In particolare, il richiedente deve: 1) avere un reddito I.S.E. non superiore ad € 35.000,00, o un reddito derivante da regolare attività lavorativa con un valore I.S.E.E. non superiore ad € 26.000,00; 2) essere destinatario


di un atto di intimazione di sfratto per morosità, con citazione per la convalida; 3) essere titolare di un regolare contratto di locazione di unità immobiliare a uso abitativo regolarmente registrato (sono esclusi gli immobili appartenenti alle categorie catastali A1, A8 e A9) e risiedere nell’alloggio oggetto della procedura di rilascio da almeno un anno; 4) avere cittadinanza italiana, di un paese dell’Unione Europea ovvero, nei casi di cittadini non appartenenti all’Unione Europea, possedere un regolare titolo di soggiorno. Il Comune, inoltre, deve verificare che il richiedente, ovvero un componente del nucleo familiare, non sia titolare di diritto di proprietà, usufrutto, uso o abitazione nella provincia di residenza di altro immobile fruibile e adeguato alle esigenze del proprio nucleo familiare. Criterio preferenziale, per la concessione del contributo, è la presenza all’interno del nucleo familiare di almeno un componente che sia: minore, ovvero ultrasettantenne, ovvero con invalidità accertata per almeno il 74%, ovvero in carico ai servizi sociali o alle competenti aziende sanitarie locali per l’attuazione di un progetto assistenziale individuale. L’importo massimo di contributo concedibile per sanare la morosità incolpevole accertata può essere pari, nel massimo, a 8.000 euro. Ad avere priorità nella concessione dei contributi saranno, nell’ordine, gli inquilini nei cui confronti sia stato emesso provvedimento di rilascio esecutivo per morosità incolpevole, che sottoscrivano con il proprietario dell’alloggio un nuovo contratto a canone concordato, gli inquilini la cui ridotta capacità economica non consenta il versamento di un deposito cauzionale per stipulare un nuovo contratto di locazione (e in tal caso il Comune dovrà prevedere le modalità per assicurare che il contributo sia versato contestualmente alla consegna dell’immobile); infine, gli inquilini – ai fini del ristoro, anche parziale, del proprietario dell’alloggio – che dimostrino la disponibilità di quest’ultimo a consentire il differimento dell’esecuzione del provvedimento di rilascio dell’immobile.

Massimiliano Sinacori Per approfondimenti ed esame di alcune pronunce e della casistica in materia è possibile rivolgere domande od ottenere chiarimenti via e-mail all’indirizzo massimiliano@avvocatosinacori.com


@ ecodellevalli.tv

T E R Z A E TÀ

S O C I A L E

Gli anziani?

Bisogna trattarli bene!

Rubrica di Manuel Millo e Samanta Mosco

Dall’esperienza alla mancanza di autosufficienza: una panoramica a 360 gradi sul ruolo della senilità nel quotidiano delle famiglie.

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“Gli anziani bisogna trattarli bene” ha risposto un bambino della Scuola dell’Infanzia alla sua maestra che raccoglieva riflessioni sulla visita alla casa di riposo comunale. Chi sono gli anziani agli occhi di quel bambino? Cosa rappresentano? Quando uno può essere definito anziano? E vecchio? E l’etichetta che altri fanno indossare coincide con la percezione propria della persona? Nuovo come antitesi a vecchio, bambino come contrapposizione ad anziano, nipote come prosecuzione di nonno e così via rappresentano le due facce di una stessa medaglia. Un tempo, erano gli anziani del villaggio a detenere il potere proprio perché possessori della massima conoscenza e di una valida esperienza. Se pensiamo alla etimologia del termine, la parola anziano deriva dal francese ancien, ossia antico, e dal latino antianus, ossia prima, e dunque colui che viene prima. Allora, ci chiediamo: quando una persona viene definita anziana o, con altro termine ormai andato in disuso perché ritenuto volgare, vecchia? Esiste uno “sbarramento”? È sempre stato così? |

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A oggi, per convenzione sociale, una persona viene definita anziana quando raggiunge un età tra i 60 e i 65 anni, periodo che è stato associato al momento del pensionamento, inteso come occasione di riposo, di rilassamento dell’attività mentale e fisica. Ma è proprio vero che oggi a 65 anni uno sia da considerare “antico”? E se anche fosse, perché questo deve assumere una connotazione negativa? D’altra parte, molti liquori sono apprezzabili solo se invecchiati. E alcuni oggetti assumono valore proprio nel loro processo di invecchiamento, diventando antiquariato. O ancora, alcune persone che maturano esperienza sono definite veterani, conglobando in questo termine, tutta la memoria pregressa e l’esperienza che hanno vissuto. Se assumiamo per valida l’età definita per convenzione sociale succede poi che, con il raggiungimento dell’età pensionabile, una persona rinasca, ringiovanisca perché può finalmente disporre a suo piacimento del tempo; sulla base di ciò, si parla di Terza età, come terza fase della vita, dopo l’infanzia e l’età adulta.


In questo periodo, l’uomo e la donna possono realizzare quanto non hanno potuto fare prima, perché impegnati nella attività lavorativa e/o nella cura dei figli, della casa o magari dei genitori anziani. La Terza età è il momento per godere di quanto si è rimandato nella vita lavorativa in vista di un domani più sicuro, sereno, libero da preoccupazioni o incombenze. Quale valore aggiunto può dare un anziano all’interno della società moderna? Come il momento della senilità può svilupparsi giorno dopo giorno? Se pensiamo a quelle persone che, all’ingresso nella Terza età godono di tutte le loro capacità fisiche e cognitive, questo periodo può essere un tempo dedicato a se stessi, per accrescere la propria cultura e conoscenza (pensiamo all’università della Terza età), per conoscere il mondo, con viaggi organizzati, oppure all’altro, nella cura dei propri nipoti, nella ricerca di una nuova figura con cui condividere il tempo residuo, con impegno nel volontariato verso chi è meno fortunato. Già, perché non sempre, non per tutti, quel tempo tanto atteso si concretizza nel modo sperato. Oppure, non sempre quel tempo arriva. O ancora, quel tempo che tanto si desiderava, diviene ora lento e difficile da riempire. Il disegno divino è vario ma ignoto a tutti. Il tempo previsto di felicità nell’età anziana può divenire tempo di rimorso e di rimpianto per quanto si doveva fare e non si è fatto. La senilità è anche malinconia per la dipartita delle persone care con cui si sono condivise esperienze, gioie e dolori; è ricordo dei fatti della vita che hanno plasmato la persona e l’hanno fatta diventare quella che in realtà è. Al contrario, può essere gioia per quanto fatto: la famiglia che si è creata e che ora segue le tracce e si sviluppa, i gesti che si sono compiuti che proseguono al di là di noi, il corpo, inteso come insieme indissolubile di anima e fisico, che risponde in modo conscio ai segnali che il cervello invia. La senilità, però, è anche periodo dai toni più scuri, cupi, malinconici. Sono risaputi fatti in cui gli anziani, già deboli, diventano oggetto di truffe, di raggiri, di violenza. Tornando al concetto iniziale, “gli anziani bisogna trattarli bene”, ci viene da chiederci: che cosa dobbiamo intendere con il termine “bene”? Il significato che quel bambino ha associato alla parola, è il medesimo per gli anziani cui era rivolto? E per noi adulti? Quando parliamo di bene rispetto alle modalità e ai comportamenti da attuare verso gli anziani, pensiamo al loro benessere fisico, materiale, tangibile, legato a uno stato fisico di cura della persona o ci rivolgiamo al bene immateriale, quello collegato al bene dell’anima e dello spirito? Il bene che vogliamo per gli anzia-

ni si declina in un tetto sopra la testa, in un pasto caldo già pronto, in un sistema di assistenza qualificato che possa soddisfare i loro bisogni primari oppure si caratterizza in una rete sociale contraddistinta da parole quali affetto, benevolenza, presenza fisica, compagnia empatica? Possono coesistere entrambe le cose? Domanda retorica, quest’ultima potrebbe sentenziare qualcuno. Eppure, nell’attuale società, l’evoluzione del modello famigliare può portare a dover effettuare una scelta tra la cura dell’anziano non più autosufficiente all’interno delle proprie mura domestiche e la delega di tale processo di cura a favore di strutture qualificate. D’altra parte, anche l’assistenza agli anziani nelle strutture a loro dedicate si è evoluta nella concezione e nell’approccio. L’evoluzione del concetto di assistenza in struttura va di pari passo con il progressivo sviluppo e il sostegno all’assistenza domiciliare, intesa come servizio di sostegno svolto presso il domicilio dell’anziano, a intervalli predefiniti e rispetto a una serie di azioni, quali lo svolgimento di commissioni, la cura della persona, l’igiene della casa e l’accompagnamento. Al centro dei servizi, viene posto l’utente anziano nella sua globalità, come persona dotata di sentimenti, emozioni, carattere. La presa in carico della persona anziana quali criteri dove considerare? E chi valuta questi servizi? È possibile coinvolgere anche lo stesso anziano nella valutazione del servizio a lui dedicato? E se sì, in che termini? Quale apporto possono dare le scienze e l’approccio filosofico a concepire questo? Possono essere anche validi supporti per affrontare la morte, il funerale, il dopo vita? Tanto nei confronti dell’anziano, quanto della famiglia, laddove presente, che se ne prende cura. Queste considerazioni derivano dalla consapevolezza scientifica che la popolazione anziana è destinata a crescere progressivamente tanto in termini quantitativi quanto qualitativi e, parallelamente, non ci si aspetta una crescita della popolazione giovanile che ne possa bilanciare il piatto sulla bilancia sia sul piano economico sia a livello sociale. Saremo sempre più anziani e sempre meno giovani. La senilità corrisponde dunque al traguardo del nostro percorso di vita su questa terra o come essa, è una tappa del viaggio della vita che muta nell’essenza ma non nella sostanza? E ritorneremo al nostro punto di partenza. Per conoscerlo. Per la prima volta (T.S. Eliot).

Manuel Millo, membro AGCI, Associazione Generale Cooperative Italiane

Samanta Mosco, psicologa, L’Onda Nova Cooperativa Sociale Onlus

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SINTOMI E PREVENZIONI

Malattie prevenibili:

Rubrica a cura di Annalisa Casarin

S A L U T E

la gastroenterite

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Il termine gastroenterite indica una condizione molto frequente in cui stomaco e intestino vengono colpiti da infiammazione. Può essere causata da un’infezione virale o batterica. I due sintomi più frequenti sono diarrea e vomito con nausea e possono essere accompagnati da febbre, malessere generale, crampi addominali e mal di stomaco, gonfiore addominale, eruttazioni, eventuale linfoadenopatia (rigonfiamento dei linfonodi, ghiandole immunitarie presenti in tutto il corpo, specialmente nella regione ascellare e inguinale). Le due cause più comuni di gastroenterite nell’adulto sono un virus denominato Norovirus e l’intossicazione da cibo frequentemente dovuta a contaminazione degli alimenti da parte di batteri quali Salmonella o Campylobacter. Nei bambini il virus più comunemente causa di gastroenterite è il Rotavirus. A seguito dell’azione di questi microorganismi, l’assorbimento di acqua e sali da parte dello stomaco e dell’intestino viene alterata, pertanto la gastroenterite si manifesta con diarrea acquosa e, se persistente, con segni di disidratazione. Qualora la diarrea e il vomito persistano per più di due giorni o siano molto frequenti durante il giorno è consigliato contattare il medico di medicina generale il quale richiederà un esame microbiologico di un campione di feci. In alcuni casi sarà utile fare un prelievo di sangue e un esame delle urine per escludere altre cause. |

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Molti casi di gastroenterite non necessitano di una terapia aggressiva, ma è importante evitare la disidratazione assumendo molti liquidi; se la nausea non lo consente, iniziare con cucchiaini di acqua assunti frequentemente o gelatine zuccherate specifiche. Nei bambini e negli anziani la disidratazione avviene con più facilità e se severa deve essere trattata con il ricovero ospedaliero. I segni di disidratazione possono includere occhi infossati; sensazione di testa vuota, sonnolenza, letargia; aumento della sete; sensazione di secchezza e di appiccicaticcio della mucosa orale; perdita di elasticità cutanea; riduzione della produzione di urina; riduzione della lacrimazione. In caso di dubbio chiedere sempre consiglio al medico di famiglia o di guardia. Essendo la gastroenterite virale altamente contagiosa, è molto importante prevenirne la dilagazione ad altre persone, specialmente quelle nello stesso nucleo familiare. Metodi di prevenzione includono: - lavarsi le mani con acqua e sapone o antibatterico specifico dopo aver utilizzato il bagno e prima di mangiare o preparare il pasto; - pulire il wc, inclusi rubinetti, maniglie e sedile con disinfettante ogni volta che vengono usati; - evitare di condividere asciugamani, lenzuola, stoviglie ed utensili con altri membri della famiglia; - non ritornare al lavoro o a scuola se i sintomi non sono scomparsi da almeno 48 ore; - se c’è il sospetto di essere contagiati da un pa-


rassita chiamato Cryptosporidium (l’esame delle feci lo conferma), si dovrebbe evitare di utilizzare la piscine nelle due settimane dopo l’ultima scarica diarroica. Le regole quotidiane di prevenzione dell’intossicazione da cibo, non contagiosa, ma acquisibile se viene ingerita la stessa fonte di contaminazione, richiedono invece di: - lavarsi regolarmente le mani e pulire utensili e superfici con acqua calda e sapone; - non conservare cibi crudi e cotti insieme; - essere sicuri che il cibo sia propriamente refrigerato; - cucinare sempre il cibo completamente; - non consumare cibo con odore o colore sgradevole o in scatolette che hanno passato la data di scadenza. Per prevenire la cosiddetta “diarrea del viaggiatore” legata all’ingestione di parassiti quali l’Escherichia coli, informarsi su siti certificati del Ministero della Salute o tramite le Aziende Sanitarie locali sulle condizioni igieniche del luogo che si intende visitare e, in posti a rischio quali Asia, Africa e America del Sud, evitare acqua di rubinetto, carne cruda o poco cotta, gelato, cubetti di ghiaccio, granite, molluschi, uova, insalata, frutta e vegetali senza buccia o danneggiati, latte non pastorizzato, formaggi e latticini, spremute di frutta e cibo poco cotto venduti da ambulanti, salse e maionese. Normalmente si possono utilizzare con sicurezza acqua imbottigliata e con chiusura ermetica (da utilizzarsi anche per lavarsi i denti), acqua bollita per almeno un minuto (inclusa quella utilizzata per tè e caffe), pane fresco, cibo confezionato e con chiusura ermetica o cotto al momento, frutta lavata con acqua di bottiglia o bollita o che viene pelata sul momento e bevande alcoliche. Utile munirsi di gel disinfettante per le mani e salviette a base alcolica per pulire le superfici. Non esiste un vaccino che possa prevenire questo tipo di diarrea, pertanto la prevenzione è l’unico modo per allontanarla. Se le condizioni fisiche sono buone, non è raccomandato l’uso di antibiotici preventivi, tanto più che non hanno alcun effetto su un’infezione virale o da altri parassiti che non siano batteri. Nel caso in cui ci siano preesistenti condizioni di rischio (malattie infiammatorie intestinali o stati di immunocompromissione) si raccomanda di documentarsi e rivolgersi a uno specialista qualora si voglia viaggiare in zone a rischio di contagio.

Dr. Annalisa Casarin Medico ricercatore presso il Watford General Hospital e l’Imperial College di Londra


L’arte

di creare arte

I trent’anni di Sonia Ricami e Dipinti

Š

Ars, in latino, è un vocabolo parlante: richiama gli arti, ossia le mani, con cui per l’appunto ‘l’artista’ crea qualcosa di unico. In questa visione eminentemente ‘pratica’ dell’arte, dove il ‘pratica’ non è certo svilente, semmai nobilitante rispetto alla pura astrazione delle idee, il ricamo, disciplina manuale per eccellenza, vanta una tradizione millenaria. Dalla diffusione tardomedievale del

macramè, che nell’etimologia araba rivela la sua origine, ai commerci di tessuti lungo la via della Seta, la storia è passata anche attraverso il ricamo. Forte di questa consapevolezza, Sonia Toffolo Riabiz ha trasformato la sua passione giovanile in mestiere, aprendo a Ronchi dei Legionari nel 1984 il laboratorio di artigianato artistico Sonia Ricami e Dipinti, che quest’anno festeggia i 30 anni di attivitĂ . In un ambiente ‘romantico’, che sa di tempi lontani, Sonia si muove IUD SL]]L PHUOHWWL Âż OL H FR lori. Lenzuola, asciugamani, biancheria impreziosita da pizzi Valenciennes, Chintilly e Macramè, tende e corredi in puro lino nazionale personalizzati con antichi disegni, applicazione a fuselli originali con disegni rinascimentali, tovaglie ricamate o dipinte con la riproduzione delle porcellane dei clienti; e ancora bomboniere, vassoi, cuscini, nonchĂŠ le fantastiche sete di foulard, scialli e pannelli dipinte secondo la tecnica ‘Serti’: Sonia Ricami e Dipinti è molto piĂš di un negozio. Nell’epoca della produzione seriale, dominata dall’omologazione e dalla fretta, il laboratorio propone invece decorazioni e ricami elaboratissimi, opere interamente eseguite a mano con disegni esclusivi e rafÂżnati: lavori che necessitano di tempo, im-


pegno e concentrazione. Pezzi unici, perché ogni opera, ogni oggetto, ogni commissione ha una storia a sé: conoscere l’occasione, il contesto della richiesta e il desiderio del cliente è fondamentale per la creazione artistica. E come ogni vero artista, anche Sonia ha sentito il bisogno di imparare da chi l’aveva preceduta: di qui le sue approfondite ricerche sull’uso del tovagliato e del corredo, in particolare nell’Ottocento in Friuli Venezia Giulia. Così, passato e presente si fondono in una tradizione che si rinnova, adempiendo al signi¿cato stesso di traditio, ossia ciò che viene tramandato. Dunque, qualcosa di sempre vivo. Se ‘arte’ è latino, ‘tecnica’ deriva dal greco: è la ‘perizia’, il ‘saper fare’, in senso tanto ¿sico quanto intellettuale. Un binomio confermato dalle numerose partecipazioni a ¿ HUH H PRVWUH SUHVWLJLR se in ambito regionale (stabile la sua presenza, sin dalla prima edizione del 1997, a Fiori Acque e Castelli e Frutta Acqua e Castelli, le due manifestazioni che animano il borgo di Strassoldo rispettivamente in aprile e in ottobre), nonché nazionale e internazionale, come la Mostra collettiva alla Casa della Cultura di Francoforte nel 1993, senza contare gli svariati riconoscimenti uf¿ciali, dal premio al concorso ‘Friuli DOC’ nel 1998, 1999 e 2000 all’ottenimento del ‘Marchio ESA’ per la qualità delle lavorazioni in occasione del Giubileo Sonia Toffolo Riabiz, titolare del laboratorio Sonia del 2000, quando i suoi eleganti manufatti, ispira- Ricami e Dipinti. ti ai paramenti sacri medievali, sono stati esposti alla mostra gradese Nelle terre dei Patriarchi. Da ricordare, inoltre, il dono di una tovaglia a Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita in Friuli Venezia Giulia nel 1992, con ricami e dipinti riproducenti lo stemma papale e i meravigliosi mo- di Sonia Toffolo Riabiz Laboratorio d’Artigianato Artistico saici di Aquileia. A confermare ulteriormente il Via Mazzini 25, 34077 Ronchi dei Legionari (GO) valore dell’opera portata avanti da Sonia, nel 2008 Tel./Fax 0481 779782 Cell. 331 8458999 la Regione Friuli Venezi Giulia le ha conferito il e-mail: sonia.ricami@alice.it titolo di ‘Maestro artigiano’. All’attività di artigiana, Sonia af¿anca quella di insegnante, con i suoi corsi trimestrali di ricamo e pittura su stoffa. In alcune occasioni, anche in contesti ben diversi dal suo laboratorio: ha infatti insegnato pittura su stoffa come terapia occupazionale presso l’ANDOS, Associazione Nazionale Donne Operate al Seno. In occasione dei trent’anni del laboratorio, è in corso di pubblicazione un libro dedicato ai migliori lavori realizzati da Sonia in tutta la sua carriera di artigiana: un modo per ripercorrere una storia di bellezza ed eleganza. Valori quanto mai preziosi in un’epoca che, forse, li ha troppo spesso accantonati.


Centro Benessere Dentale di Gradisca d’Isonzo I nostri servizi - IGIENE DENTALE: PREVENZIONE, PULIZIA DEI DENTI - CONSERVATIVA: OTTURAZIONE, CURA DELLA CARIE - ENDODONZIA: CURA DEI CANALI RADICOLARI DEI DENTI - PEDODONZIA: LE CURE PER I DENTINI DEI PIÙ PICCOLI - SBIANCAMENTO DENTALE: PER UN SORRISO SICURO ED EFFICACE

Direttore Sanitario Dott. Nicola Greco

Quando pensiamo al nostro sorriso pensiamo spesso solo ai denti e ignoriamo così i tessuti del parodonto - che è indispensabile al mantenimento di una dentatura sana e di un bel sorriso.

Che cos’è il parodonto? Come indica la parola stessa, perí = attorno, odoýs, odóntos = dente, i tessuti del parodonto includono la gengiva, l’osso alveolare, una sottile lamina ossea che circonda il dente e delimita l’alveolo dentale, il cemento radicolare - il tessu- ORTODONZIA CONSERVATIVA ED ESTETICA: to che ricopre la radice del dente - e il legamento RIALLINEAMENTO DEI DENTI; APPARECCHIO INVISIBILE parodontale, ovvero fibre di tessuto che si ancoŹ PARODONTOLOGIA: rano da un lato all’osso alveolare e dall’altro lato CURA DELLA PIORREA alla radice del dente, creando una sorta di robu- PROTESICA FUNZIONALE ED ESTETICA: sta “ragnatela” che mantiene la radice del dente PROTESI DENTALI FISSE E MOBILI sospesa all’interno dell’alveolo. La parodontolo- IMPLANTOLOGIA - IMPLANTOLOGIA GUIDATA: SOLUZIONE FISSA PER L’EDENTULISMO gia, quindi, si occupa dell’insieme dei tessuti molli - CHIRURGIA AVANZATA: e duri che circondano il dente e che assicurano la TECNICHE SPECIALIZZATE DI INTERVENTO ORALE sua stabilità nell’arcata alveolare e delle loro possibili patologie. Centro Benessere Dentale - A Gradisca d’Isonzo (GO) (Direttore Sanitario dott. Nicola Greco) Quindi di piorrea? in Viale Trieste, 34 Esatto. Per piorrea si intendono proprio le maTel./Fax: 0481 969739, cell.: 333/3213683 - A Trieste (Direttore Sanitario dott. Nicola Greco) lattie che interessano il parodonto: le parodontiti e le gengiviti. La malattia parodontale è una malattia in Via Erta di Sant’Anna, 12 infettiva multifattoriale sitospecifica. È multifattoTel.: 040/8320830 riale - ovvero ha più concause che assieme posso- A Cavalicco di Tavagnacco (UD) no potenziare e aggravare gli effetti della compo(Direttore Sanitario dott.ssa Tiziana Fonzar) nente infettiva; è, appunto, infettiva - quindi tra le in Via San Bernardo, 30/5 cause ci sono i batteri; e sitospecifica, perché ogni Tel.: 0432/570995 E-mail: info@centrobenesseredentale.it Sito: www.centrobenesseredentale.it


dente e ogni sua zona può esserne colpito in maniera differente. È quindi molto importante una diagnosi accurata dente per dente. Una gengivite, ad esempio, comporta la guarigione e un ritorno dei tessuti a completa salute; una parodontite comporta sempre, anche dopo la guarigione, una lesione irreversibile. Quali possono essere le conseguenze? Con la malattia parodontale l’attacco epiteliale si può spostare apicalmente, allontanan-

dosi dal dente verso la radice, e si può perdere l’osso alveolare. Queste modifiche anatomiche portano a due possibili manifestazioni cliniche: recessione gengivale, un abbassamento della gengiva che si evidenzia con un dente più lungo; o una tasca parodontale, per cui la gengiva rimane nella posizione corretta, ma l’osso e l’attacco si sono spostati apicalmente lungo la radice, formando così uno spazio vuoto chiamato appunto tasca parodontale.

Il dentista? Il mio migliore amico! Queste malattie possono insorgere anche nei bambini. Le cause della parodontite nei bambini sono non solo il fattore ereditario, che sembra predisporre maggiormente alcuni bambini rispetto ad altri, ma anche - e soprattutto - i batteri. Sono proprio questi i maggiori responsabili della malattia paradontale e della riduzione delle gengive. I batteri possono annidarsi tra i denti, nutrendosi dei residui di cibo e provocando la for-

mazione della placca che, a sua volta, se non viene rimossa tempestivamente, si trasforma in tartaro. Il tartaro si accumula e la gengiva reagisce per proteggersi, prima con l’infiammazione e poi ritirandosi. La cura per la parodontite di stato iniziale è un’accurata igiene orale. In stato più avanzato, il dentista può intervenire sulla parodontite localizzata per l’eliminazione del tartaro in eccesso. Solo nei casi più gravi è necessaria l’asportazione dei denti da latte interessati. Agire tempestivamente e in modo mirato in questi casi, comunque, è fondamentale, se si vuole evitare che la parodontite diventi anche refrattaria ai trattamenti convenzionali.

Quali sono i possibili trattamenti? Gli interventi variano, ovviamente, in relazione alla gravità del problema. Se il danno si limita all’infiammazione superficiale della gengiva e/o la distruzione dei tessuti di supporto è in fase iniziale, può essere sufficiente l’eliminazione dei depositi batterici e del tartaro dalle tasche, abbinati, ovviamente, al mantenimento di un’ottima igiene domiciliare grazie a semplici istruzioni di igiene che verranno suggerite al paziente. Se la lesione è più profonda, può essere necessario intervenire chirurgicamente sui tessuti molli gengivali, come nella chirurgia muco-gengivale o, nei casi più avanzati, anche sui tessuti duri, cioè l’osso, con interventi di chirurgia resettiva, che mirano a rimodellare l’osso alveolare, o di chirurgia rigenerativa che si propongono di ricostruire l’osso.

LA NOSTRA ESPERIENZA AL TUO SERVIZIO Sebbene un’adeguata igiene orale sia indispensabile, da sola non è sufficiente a impedire l’istaurarsi della malattia; ci sono diversi fattori che possono influire: stress, l’abitudine al fumo, una dieta non adeguata, e persino fattori genetici. Si calcola che almeno dieci milioni di italiani soffrano di tali malattie dopo i trenta anni di età. Studi recenti hanno dimostrato che una patologia a livello gengivale può essere tra i segnali indicatori di altre ben più gravi patologie, quali ad esempio il diabete o un aumentato rischio di infarto. È stato anche dimostrato che donne affette da malattie parodontali corrono un rischio dalle 3 alle 5 volte più alto di partorire prematuramente. Non dimenticare che una visita dal dentista può salvare molto più del tuo sorriso!

Lo sapevi che... Abbiamo iniziato solo nel 1700 a studiare le malattie parodontali, ma tali malattie ci sono sempre state! Persino le mummie egizia-

ne portano i segni di malattie parodontali. Ai tempi dei Sumeri, nel caso di perdita di tono della gengiva si raccomandava di massaggiare sulla gengiva una mistura di mirra, mirra dolce, asafetica e trementina fino a quando non scorresse sangue, credendo che poi la patologia si sarebbe risolta.


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SCADENZA 20 SETTEMBRE ▶ FESTA DEI POPOLI AVERSA Sezione: racconto Lunghezza opere: max 90 righe Quota: € 5,00 Premi: 1. € 250,00; 2. € 150,00; 3. € 100,00 Info: 081 8909076 http://festadeipopoliaversa.wordpress.com SCADENZA 23 SETTEMBRE ▶ IDEA DONNA- LUI E LEI Sezioni: poesia e racconti Lunghezza opere: max 35 versi e 3 cartelle Quota: € 10,00 Premi: targhe personalizzate e pubblicazione opere Info: 073 5753940 polisti@alice.it SCADENZA 27 SETTEMBRE ▶ PREMIO “PATRIZIO GRAZIANI” Sezione: poesia Lunghezza opere: max 30 righe Quota: nessuna Premi: solo per le prime tre opere Info: 346 4701755 info@teatrofiore.it SCADENZA 28 SETTEMBRE ▶ CONCORSO CITTÀ DI SEREGNO Sezione: poesia Lunghezza opere: libera Quota: € 10,00 Premi: 1. € 600,00; 2. € 500,00; 3. € 300,00 Info: 349 6626409 partecipa@ concorsopoesiaseregno.com SCADENZA 29 SETTEMBRE ▶ ITALIA NOSTRA ITALIA MIA Sezione: poesia Lunghezza opere: max 45 parole Quota: € 5,00 Premi: targhe, medaglie e pergamene Info: 389 1690926 pierosardoviscuglia@gmail.com SCADENZA 30 SETTEMBRE ▶ CONCORSO DEGLI ASSI Sezioni: A) poesia; B) narrativa Lunghezza opere: libera Quota: A) € 10,00; B) € 12,00 Premi: 1. € 200,00 + diploma Info: 011 4346813 cartaepenna@cartaepenna.it ▶ PREMIO DON LUIGI DI LIEGRO

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Sezione: poesia Lunghezza opere: max 50 versi Quota: € 20,00 Premi: 1. € 500,00; 2. e 3. Targhe personalizzate Info: 348 4401794 premiopoesiadiliegro@libero.it ▶ PER UN MONDO MIGLIORE Sezione: A) prosa; B) poesia Lunghezza opere: A) 100 cartelle; B) max 50 versi Quota: € 20,00 Premi: statuetta Info: 0444 760365 info@perunmondomigliore.com ▶ STREGHE VAMPIRI & CO. Sezione: A) romanzo; B) racconto; C) poesia Lunghezza opere: max 400.000 caratteri; B) max 18.000 caratteri; C) max 50 versi Quota: € 20,00 Premi: targhe e pubblicazione opere Info: 0584 963517 info@premiostreghevampiri.it ▶ UN MARE DA VIVERE Sezione: poesia Lunghezza opere: max 10 cartelle Quota: € 10,00 Premi: attestato Info: 329 1735223 redazione@ filodirettonews.info ▶ DOMUS ARTIS MATER Sezione: poesia Lunghezza opere: max 40 versi Quota: 10,00 Premi: montepremi in denaro e targhe Info: 0823 344857 domusartismater@email.it ▶ AMBIART Sezione: poesia e narrativa Lunghezza opere: libera Quota: € 5,00 Premi: coppe, targhe e medaglie Info: 02 36524969 adriana. zammarrelli@hotmail.it ▶ PREMIO LAGUNA Sezione: poesia Lunghezza opere: max 35 righe Quota: € 12,00 Premi: 1. € 300,00; 2. € 150,00 Info: 340 8288377 consdonnelmas@tiscali.it ▶ SCRIVERE DONNA Sezione: racconto

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Lunghezza opere: max 30.000 caratteri Quota: € 10,00 Premi: invito al Salone del Libro di Torino Info: 011 9576450 info@neosedizioni.it ▶ ALBEROANDRONICO Sezione: A) poesia; B) racconto Lunghezza opere: A) max 40 versi; B) max 16.000 battute Quota: € 20,00 Premi: montepremi in denaro, coppe e targhe Info: 334 7411438 alberoandronico@libero.it SCADENZA 4 OTTOBRE ▶ PREMIO DANILO MASINI Sezione: poesia Lunghezza opere: libera Quota: € 20,00 Premi: montepremi in denaro, trofei e coppe Info: 329 7235669 accademia_ de_nobili@libero.it SCADENZA 5 OTTOBRE ▶ LA PERGOLA ARTE DI FIRENZE Sezione: A) poesia; B) narrativa; C) saggistica Lunghezza opere: A) max 30 versi; B) max 3 cartelle; C) 35 cartelle Quota: € 20,00 Premi: montepremi in denaro, statue e targhe Info: 338 2223464 info@lapergolaarte.it SCADENZA 6 OTTOBRE ▶ SOSPIROLO TRA LEGGENDE E MISTERI Sezione: racconto breve Lunghezza opere: max 8.000 battute Quota: nessuna Premi: montepremi in denaro e pubblicazione opere Info: 338 4677367 proloco@ sospirolo.net SCADENZA 10 OTTOBRE ▶ IL BOTTACCIO Sezione: poesia Lunghezza opere: max 35 versi Quota: € 13,00 Premi: 1. € 500,00; 2. € 300,00; 3. € 200,00 Info: 338 2629078 stefano.gargini2011@alice.it ▶ ESPRESSIONI D’AUTUNNO Sezione: A) poesia; B) narrativa Lunghezza opere: A) libera; B)

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Viola Veloce Omicidi in pausa pranzo Mondadori, 2014 Pagg. 240 € 14,00 Francesca Zanardelli sta per affrontare il solito pomeriggio in ufficio. È davanti allo specchio del bagno, con in mano lo spazzolino da denti, quando intravede due piedi sbucare da sotto la porta del w.c. Per terra c’è il cadavere di Marinella Sereni, la sua insopportabile compagna di scrivania. Qualcuno l’ha strozzata con una corda bianca, rimasta ancora intorno al collo, per poi ricomporre perfettamente il cadavere, come se fosse già pronto per entrare nella bara. E lo strano deIvàn Repila Il bambino che rubò il cavallo ad Attila Sellerio, 2014 Pagg. 116 € 14,00 Due fratelli sono intrappolati in una fossa, un pozzo naturale scavato in un bosco. Non è abbastanza profondo da impedire di guardare all’esterno, ma è troppo ripido e alto perché riescano a uscire inerpicandosi per le pareti. Uno, detto il Grande, è robusto e protettivo, l’altro, più fragile e agile di mente, è il Piccolo. Con sé hanno un sacchetto con poco cibo che chiamano le provviste della mamma. Il Piccolo, ai primi Giulia Gubellini Under Rizzoli, 2014 Pagg. 320 € 14,90 Italia, 2025. Quando Alice si risveglia in una cella dal soffitto basso e le pareti strette, in sottofondo l’urlo di una sirena, salta in piedi sulla branda, con il cuore che le martella nel petto. Quando poi la voce metallica di un altoparlante le ordina di dirigersi verso la Sala Comune, si accorge di non essere sola: insieme a lei ci sono altri dodici ragazzi, i detenuti dei Centri Rieducativi più pericolosi del Paese. L’ultima cosa che ricorda, Alice, è la protesta a Città 051 A.S.A. Harrison La sposa silenziosa Longanesi, 2014 Pagg. 336 € 16,60 Jodi è la compagna perfetta e Todd non potrebbe mai fare a meno di lei. Abituata a vivere all’ombra del suo uomo, Jodi lo accudisce, lo asseconda, contribuisce a fare di lui, giorno dopo giorno, una persona di succes-

litto è avvenuto mentre tutti erano in pausa pranzo. Francesca diventa così la principale testimone nelle indagini sulla morte della collega, affidate alla procura di Milano. Ma il killer è stato bravissimo a non lasciare tracce. L’assassino potrebbe essere chiunque: un altro impiegato oppure uno sconosciuto entrato dalle finestre aperte al piano terra. Il caso suscita un incredibile clamore mediatico e la paura diventa una compagna di vita dei trecento dipendenti dell’Azienda Omicidi, come la chiamano i giornalisti. I colleghi cominciano addirittura a sospettarsi tra loro, mentre la vita privata di Francesca va a rotoli. Il fidanzato l’ha lasciata il giorno prima delle nozze con duecentoventitré regali da restituire, e i suoi genitori vorrebbero che si licenziasse perché hanno paura che l’assassino possa uccidere anche lei. Ma Francesca non vuole perdere il lavoro: sa che il posto fisso è un privilegio da non abbandonare. morsi della fame, vorrebbe mangiare il contenuto del sacchetto, ma il Grande glielo impedisce, le provviste della mamma non si toccano. Da quel momento in poi i due si nutriranno delle povere cose che può offrire una buca nel bosco, berranno l’acqua piovana e quella che filtra dalle pareti, usando le loro camicie per depurarla. Patiranno la sete nelle ore di sole a picco, rimarranno inermi sotto un acquazzone. Il Piccolo si incarica di raccogliere il cibo e il Grande esegue esercizi di ginnastica per mantenere il corpo in forma. Il cibo è rigorosamente suddiviso, l’ottanta per cento va al Grande, quel che resta al Piccolo. Tutta questa strategia fa parte di un piano, l’unica cosa che davvero li tiene in vita: il Piccolo deve diventare ancor più leggero e minuto, il Grande più forte e massiccio. Uno dei due deve uscire dal pozzo, cercare il responsabile della loro terribile condizione, e ritornare a salvare l’altro. contro l’Autorità Provvisoria, che controlla la politica, e il blindato nero in cui è stata trascinata insieme ad Andrea, il ragazzo che le piace. Non avrebbe mai immaginato di risvegliarsi in un bunker tra le Alpi, è certa di essere stata rinchiusa lì per errore. Divise grigie e cibo in scatola, un orologio arancione al polso, il tempo nel bunker sembra non passare mai in attesa delle 17, ora in cui ogni giorno due Sfidanti sono chiamati a lottare all’ultimo sangue nella Gabbia. Per Alice è subito chiaro che là sotto, anche se hai sedici anni, non hai diritto di avere paura e nemmeno di innamorarti. Perché dentro Under, il reality show della morte di cui è cavia insieme ai compagni, si sopravvive solo uccidendo. Ma anche nella prigione più terribile puoi scoprire chi sei e cambiare le regole. Insieme, ribellarsi è possibile, e il gioco al massacro può trasformarsi in rivoluzione. so. Elegante, sofisticata, sicura di sé, Jodi è una psicoterapeuta che ha rinunciato alla carriera pur essendo molto brava a scavare nella mente dei pazienti, almeno quanto lo è a mentire a se stessa. Todd è un uomo d’affari avido, egocentrico e, al contrario della moglie, molto prevedibile: tutto ciò che desidera se lo prende, soprattutto quando l’oggetto del desiderio sono le donne. Todd e Jodi sono una coppia come tante. Ma un giorno succede qualcosa che rischia di frantumare il loro rapporto mandandolo in pezzi affilati e taglienti. È in questo istante che Jodi capisce di non poter più essere una sposa silenziosa e di dover scegliere tra giustizia e vendetta.

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Riscoprire il piacere di volare! Una nuova tecnica psicoterapeutica, la Musicoterapia Cinematografica, ideata dallo psichiatra Roberto Pagnanelli, consente di scoprire il piacere del volo e di superare le difficoltà che impediscono realmente di viaggiare Non si è ancora spenta l’eco dell’estate e molti di noi, agenda alla mano, sfogliano la margherita: «Dove andiamo quest’anno, caro? Isole? Mediterraneo? Canarie, paesi stranieri? O piuttosto stiamo a casa?». Tanti fanno il conto alla rovescia, contando i giorni che li separano dalla vacanza, mentre altri preparano fischiettando le valigie e sognano luoghi incantevoli dove trascorrere le ferie. «Natale è alle porte, che ne dici di regalarci un bel viaggio?». Tuttavia per qualcuno una vacanza ‘oltre confine’ è un terreno dove non mettere il piede. «Lontano da casa? Con un aereo? Neanche per idea!» – con buona pace dei familiari. Non tutti sanno, però, che si può correre ai ripari, per venire incontro a quella fetta della popolazione, il 7% dicono i sacri testi, che soffre di una forma particolare di claustrofobia, “l’aviofobia’, o paura del volo: si accappona loro la pelle solo all’idea di entrare in un velivolo capace di staccare le ruote dal suolo, perdendo in tal modo innumerevoli occasioni, non solo di svago, ma anche di lavoro. Il 12% delle crisi matrimoniali o di coppia derivano dall’impossibilità di viaggiare in due. Parlando con Maria mi dice che la sua carriera di top-manager ha avuto un brusco declino da quando, a causa della paura, non riesce più a prendere un aereo. Marta è stata lasciata dal ragazzo perché, dopo 8 anni di fidanzamento, a causa dei suoi attacchi di panico, non erano ancora andati da nessuna parte. Riscoprire il piacere di volare diventa un vero e proprio traguardo. Per questo un’innovativa tecnica di psicoterapia, da me ideata, è in grado di far superare i disagi del volo consentendo, in alcune settimane di training mentale, di venire a capo del problema e viaggiare in assoluto relax. La tecnica, definita Musicoterapia Cinematografica, consente all’ascoltatore di entrare nel vivo di un volo ascoltando direttamente, in cuffia o con gli auricolari, le varie fasi, dal decollo all’atterraggio, allenando la mente a restare concentrata su un punto. La tecnica può essere applicata direttamente nel mio studio o con l’ascolto di una registrazione-audio. Molte persone hanno vinto la loro paura con grande sollievo, per sé e per gli altri. L’ascolto del CD Musicoterapia per la paura di volare consente all’ascoltatore di immergersi in un volo a carattere simbolico. Roberto Pagnanelli

Il dottor Pagnanelli sarà presente a SANA 2014, la fiera dell’Alimentazione, Benessere e Prodotti Naturali, che si terrà a Bologna da sabato 6 a martedì 9 settembre. Il medico sarà ospite delle Edizioni il Punto d’Incontro, con le quali ha pubblicato numerosi volumi. Durante la rassegna terrà una conferenza e un incontro ‘a tu per tu’ coi lettori e gli appassionati del biologico e del vivere naturale presso lo stand delle Edizioni il Punto d’Incontro. La rassegna è aperta a tutti. Per ulteriori informazioni: Mobile: 330 240171 www.robertopagnanelli.it robertopagnanelli@libero.it www.edizionilpuntodincontro.it

L’autore Il dottor Roberto Pagnanelli è medico-chirurgo e psicoterapeuta. Specializzato in Psichiatria, è diplomato in Psicosomatica, in Medicina Omeopatica e in Psicoterapie Brevi. È autore di pubblicazioni su riviste scientifiche e di volumi in ambito psicologico e omeopatico. Ospite di trasmissioni radiotelevisive nazionali ha pubblicato su Riza Scienze, Starbene, Salute Naturale, Per me, Donna Moderna. Ideatore della Musicoterapia Cinematografica, lavora come psichiatra esperto di medicine naturali a Trieste e Monfalcone.

Musicoterapia Cinematografica per la paura di volare Edizioni il Punto d’Incontro € 14,50 Nelle migliori librerie


M Fino all’11 settembre ▶MARIA CRISTINA MARZOLA - PASSAGGI SPAZIO-TEMPORALI Personale nell’artista veneta, che sperimenta effetti di grande impatto estetico e sensoriale. Trieste. Sala Umberto Veruda. Orario: tutti i giorni 1013, 17-20. Ingresso libero. Info: www.exibart.com Fino al 13 settembre ▶JUAN CARLOS CALDERÓN Quanti sguardi ci sono in una strada? Quanti ricordi arrivano in poco meno di un minuto? Quanti desideri compaiono in un attimo? Quanta tristezza può fiorire in secondi? Quanti sogni danzano di fronte al volante? In altre parole, quanti mondi si trovano in un semaforo rosso? È il tema di questa mostra fotografica. Trieste. Econtemporary, via Crispi 28. Orario: giosab 17-20. Ingresso libero. Info: www.exibart.com

Fino al 14 settembre ▶MASSIMO POLDELMENGO – IL PROGETTO E L’OPERA. XVI E IMPRONTA DEL XVI Un percorso in cui prende forma la storia di un progetto sviluppatosi in due opere diverse legate al medesimo pensiero. All’origine vi è la commissione a Massimo Poldelmengo di un’opera da porre nel vigneto di Ronco Pitotti, gestito da i Vignai da Duline: ispirato dalla bellezza del luogo, l’artista ha realizzato una “mensa” profana, che posta su uno sperone dominante l’anfiteatro del podere si offre al visitatore come luogo di sosta per la degustazione del vino sulla terra e nel paesaggio in cui è nato. Gradisca d’Isonzo (GO). Galleria Spazzapan. Orario: mar-dom 10-18. Ingresso: intero € 3,00, ridotto € 2,00. Info: 0481 360816 galleriaspazzapan@libero.it Fino al 14 settembre ▶SALOTTO VIENNA Il primo salotto contemporaneo d’arte viennese Trieste. Salone degli Incanti. Orario: mer-dom, 18-1, sab 18-4. Ingresso libero. Info: www.salottovienna.net

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14 settembre – 11 gennaio ▶MAN RAY Con oltre 250 opere, fra fotografie, oggetti, dipinti, disegni e film sperimentali, l’esposizione ripercorre la vita e l’opera di uno degli artisti più significativi del Novecento, autore di vere e proprie icone del secolo scorso, come Le Violon d’Ingres, figura femminile con due intagli di violino sulla schiena e Cadeau, ferro da stiro con la piastra percorsa da una fila di chiodi. Codroipo (UD). Villa Manin. Orario: mar-dom 10-19. Ingresso: € 5,00 - 8,00. Info: www.villamanin-eventi.it

Fino al 15 settembre ▶MESSICO CIRCA 2000 | MEX PRO La mostra è parte integrante del progetto Ponte internazionale di arte contemporanea Italia-Messico, promosso dall’Associazione culturale triestina Gruppo78 già dal 2010 in una prospettiva di scambio culturale concordato tra i due paesi sul terreno dell’arte contemporanea. Trieste. Castello di Miramare. Orario: tutti i giorni 10-18. ridotto € 10,00; ridotto € 5,00. Info: 040 224143 info@castello-miramare.it www.castellomiramare.it 19 settembre – 1 febbraio ▶ OLTRE LO SGUARDO. FOTOGRAFI A GORIZIA PRIMA DELLA GRANDE GUERRA Storia degli atelier fotografici goriziani della Belle Époque, sapientemente ricostruiti attraverso una sequenza di immagini che offrono uno spaccato della società nell’arco temporale compreso tra il 1860 e lo scoppio della Grande Guerra. Gorizia. Palazzo Della Torre Fondazione CaRiGo. Ingresso libero. Info: 0481548164 info@fondazionecarigo.it www.fondazionecarigo.it

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Fino al 21 settembre ▶ ANGIOLO D’ANDREA 1880 – 1942 Grande antologica curata da Luciano Caramel che, con oltre 120 lavori, rende omaggio alla pittura di sentimento di Angiolo d’Andrea. Pordenone. Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. Orario: marsab 15.30-19.30, dom 1013,15.30-19.30. Ingresso: € 1,00-3,00. Info: 0434 392935 museo.arte@comune.pordenone.it Fino al 30 settembre ▶EUROPA PARADIGMA EST Una esposizione di arte contemporanea per dialogare e far dialogare la creatività al di là dei confini. Opere di Giuliana Balbi, Franca Batich, Patrizia Bigarella, Fulvio Bonazza, Raffaella Busdon, Manuela De Stefani, Francesco Demundo, Thomas Di Giacco, Fabio Fonda, Sergio Gerzel, Andrea Giorgi, Delphi Morpurgo, Claudia Raza, Alessandra Rossi, Franco Rosso, Caroll Rosso Cicogna, Rosalba Ruzzier, Giulio Schizzi, Tullio Sila, Alan Stefanato, Bruno Tommasini, Piero Toresella, Riccardo Tripodi, Carmelo Vranich, Qing Yue. Trieste. Sede INCE, via Genova 9. Orario: 16-19. Ingresso libero. Info: 333 8345924 associazioneilsestante@gmail.com

Fino al 12 ottobre ▶ IL CROCIFISSO DI CIVIDALE E LA SCULTURA LIGNEA NEL PATRIARCATO DI AQUILEIA AL TEMPO DI PELLEGRINO II (SECOLI XII-XIII) La mostra costituisce un viaggio alla scoperta degli esempi più significativi di sculture lignee prodotte tra il XII e il XIII secolo nell’area altoadriatica. Cividale del Friuli (UD). Palazzo De Nordis. Orario: mer-dom 11-19. Ingresso: € 2,00 – 4,00. Info: 0432 731540 Fino al 30 ottobre ▶ LA BATTAGLIA DEL GRANO: AUTARCHIA,

BONIFICHE, CITTÀ NUOVE Eccezionale esposizione di documenti originali, manifesti, locandine, libri illustrati, cartoline, sculture, oggetti e ricostruzioni ambientali per descrivere il tessuto economico, sociale e culturale dell’Italia negli anni Trenta e la mobilitazione anche mediatica con cui il regime fascista accompagnò il programma politico e di riforma agraria noto come “Battaglia del grano”. Torviscosa (UD). Centro Informazione e Documentazione, Piazzale Marinotti 1. Orario: sab-dom 10- 20. Ingresso libero. Info: 0431 927929, 0431 929589 cultura@comtorviscosa.regione.fvg.it Fino al 30 ottobre ▶ PG 107 – VILLAGGIO ROMA Dal campo di concentramento per prigionieri di guerra di Torviscosa al villaggio operaio della SAICI - SNIA Viscosa: una mostra per ricostruire le vicende del Villaggio Roma, a 70 anni dalla sua fondazione. Torviscosa (UD). Ex scuola elementare, Villaggio Roma. Orario: 17-19. Ingresso libero. Info: www.comune. torviscosa.ud.it

Fino al 9 novembre ▶LEWITT BONALUMI BOETTI. EDIZIONI DI GRAFICA DAL MUSEO CASABIANCA DI MALO Un percorso di 140 opere grafiche di tre artisti di fama internazionale: Sol LeWitt, Agostino Bonalumi, Alighiero Boetti. Un’immersione in segni e tempi che hanno anticipato molte posizioni dell’arte di oggi. Pordenone. Galleria Sagittaria. Orario: mar-dom 1619. Ingresso libero: Info: 0434 553205 cicp@centroculturapordenone.it www. centroculturapordenone.it Fino al 9 novembre ▶ IL TEMPO DEI FOTOGRAFI Cinque progetti tematici interpretati dai Fotografi del Friuli Venezia Giulia. In mostra, fra gli altri, Guido Cecere, Ulderica Da Pozzo, Maurizio Frullani, Roberto Kusterle, Sergio Scabar, Mario Sillani Djerrahian, Enzo Tedeschi e Stefano Tubaro. Codroipo (UD). Villa Manin. Orario: mar-dom 10-19. Ingresso libero. Info: www. villamanin-eventi.it

I COSTI E GLI ORARI DI APERTURA POSSONO VARIARE SENZA PREAVVISO. VERIFICARE SEMPRE RIVOLGENDOSI AGLI APPOSITI RECAPITI.


F Salone del pianoforte 4-5 OTTOBRE

Viale Borgo Palazzo, 137 BERGAMO Tel 035 3230911 www.promoberg.it 11-13 SETTEMBRE

▶MOSTRA SCAMBIO

Edizione Autunno

22-25 OTTOBRE

▶FIERE ZOOTECNICHE INTERNAZIONALI

Filiere lattiero-casearia, suinicola, avicola

▶CONDOMINO EXPO

Gestione del condominio

Fiera convegno della ferramenta 26-27 SETTEMBRE

Fiera del turismo 2-5 OTTOBRE

▶BERGAMO CREATTIVA

Fiera delle arti manuali 10-12 OTTOBRE

▶ALTA QUOTA

via della Fiera, 11 FERRARA Tel 0532 900713 www.ferrarafiere.it 5-14/20-21 SETTEMBRE

▶FERRARA BALLOONS FESTIVAL

Festival delle mongolfiere

Fiera della montagna 10-12 OTTOBRE

▶AGRI TRAVEL & SLOW TRAVEL EXPO

Fiera del turismo rurale

25 OTTOBRE - 2 NOVEMBRE

▶FIERA CAMPIONARIA

17-19 SETTEMBRE

▶REM TECH EXPO

Bonifiche dei siti contaminati

6-9 SETTEMBRE

▶SANA

Biologico e Naturale 8-10 SETTEMBRE

▶NUCE INTERNATIONAL

R

E

fieramilano 30 SETTEMBRE - 4 OTTOBRE

▶SFORTEC

Subfornitura tecnica & servizi per l’industria fieramilano 1-3 OTTOBRE

Via Rizzi, 67/a PARMA Tel 0521/9961 www.fiereparma.it

La formazione incontra le imprese

▶SALONE DEL CAMPER 2014

▶EXPO TRAINING

Commercio enogastronomico 22-26 SETTEMBRE

▶CERSAIE

Ceramica per l’architettura e dell’arredobagno

fieramilanocity 10-12 OTTOBRE

▶MERCANTEINFIERA AUTUNNO 2014

Tutto per le lavanderie

▶HOBBY SHOW

Il salone italiano della creatività fieramilano 16-18 OTTOBRE

▶INTERNATIONAL EXPODENTAL

Tecnologia per musica e arte Salone della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

▶SMART CITY EXHIBITION

Sviluppo nelle città intelligenti 22-24 OTTOBRE

▶CH4

Trasporto e distribuzione di gas 22-25 OTTOBRE

▶SAIE

Costruire sostenibile 22-25 OTTOBRE

▶SAIE 3

Serramenti e finiture di interni ed esterni 23-25 OTTOBRE

▶EXPOTUNNEL

Tecnologie per il sottosuolo e le grandi opere 29-31 OTTOBRE

▶CREAMODA EXPO

▶SICAM

Dissesto idrogeologico 11-12 OTTOBRE

▶FERRARA MILITARIA

Collezionismo militare 11-12 OTTOBRE

▶MONDO ELETTRONICA

Elettronica, informatica e radiantismo

▶VISCOM ITALIA

▶SMAU

fieramilanocity 24-26 OTTOBRE

▶MILAN GAMES WEEK

Fiera del videogioco fieramilanocity

Piazza Adua, 1 FIRENZE Tel 055 49721 www.firenzefiera.it 16-19 OTTOBRE

▶FIERA DI FIRENZE 2014

Shop & The City...

30 OTTOBRE – 2 NOVEMBRE

▶FLORENCE CREATIVITY.IT

Il fatto a mano in Italia

30 OTTOBRE – 3 NOVEMBRE

▶TUTTO SPOSI

Per sposarsi ed arredare la casa

9-11 SETTEMBRE

▶MILANO UNICA

Abbigliamento

Cremona Fiere s.p.a. Piazza Zelioli Lanzini, 1 CREMONA Tel 0372 598011 www.cremonafiere.it 26-28 SETTEMBRE

Strumenti musicali d’artigianato 26-28 SETTEMBRE

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20-21 SETTEMBRE

▶MODENA BENESSERE FESTIVAL

Benessere naturale Chimica

fieramilanocity 30 SETTEMBRE - 4 OTTOBRE

▶BIMU

marzo-aprile 2008

Salone del manifatturiero |

L’INFORMAFREEMAGAZINE

▶PUNTO DI INCONTRO

Lavoro, formazione e orientamento

24-27 SETTEMBRE

▶MARMOMACC

Marmi, design e tecnologie del settore 8-10 OTTOBRE

▶SMART ENERGY EXPO

Efficienza energetica

Via Filangeri, 15 REGGIO EMILIA Tel 0522 503511 www.fierereggioemilia.it 4-12 OTTOBRE ▶CASA E TAVOLA Arredamento d’interni e cucina 25-26 OTTOBRE ▶IMMAGINA Arte contemporanea

Arte contemporanea 12 OTTOBRE

▶MOSTRA SCAMBIO DEL GIOCATTOLO D’EPOCA 17-19 OTTOBRE

▶FARMADAYS

Ricette per il cambiamento 26 OTTOBRE

▶MOSTRA MERCATO DEL DISCO E DEL FUMETTO 28-29 OTTOBRE

Prodotti e servizi per le nozze

▶GELATO WORLD TOUR

5-7 SETTEMBRE

▶MCM

▶MODENA SI SPOSA

30 OTTOBRE - 2 NOVEMBRE

▶SKIPASS

Turismo e sport invernali

La più grande fiera del gelato 22-26 SETTEMBRE

▶TECNARGILLA

Industria ceramica e del laterizio 9-11 OTTOBRE

Via N. Tommaseo, 59 PADOVA Tel 049 840111 www.padovafiere.it 10–12 SETTEMBRE

Florovivaismo e giardinaggio 19-21 SETTEMBRE

Salone mondiale del turismo 20-22 SETTEMBRE

▶EXPOBICI

La passione della bici

▶CASA SU MISURA

Accessori e prêt-à-porter donna

30-31 OTTOBRE

Arredamento

17-19 OTTOBRE

▶MEDTEC ITALY

Collezioni pret-à-porter donna e accessori, Primavera/Estate 2015

▶SUPER

Industria del mobile

24-27 SETTEMBRE

▶ABITARE IL TEMPO

▶SAVE

▶SALONE DEL VOLO

fieramilanocity 20-22 SETTEMBRE

14-17 OTTOBRE

Viale del Lavoro, 8 VERONA Tel 045 8298111 www.veronafiere.it

Via Emilia, 155 RIMINI Tel 0541 744111 www.riminifiera.it

8-9 OTTOBRE

fieramilano 20/22 SETTEMBRE

▶MIPAP

Coil Winding

▶RAMSPEC

▶WORLD TOURISM EXPO

Salone degli stili di vita

24-25 SETTEMBRE

2-4 OTTOBRE

Pelli, accessori, sintetico/tessuti

▶HOMI

▶MONDOMUSICA

▶CREMONA PIANOFORTE

Viale Virgilio, 70/90 MODENA Tel 059 848899 www.modenafiere.it

▶FLORMART

fieramilano 13-16 SETTEMBRE

Udine

9-13 OTTOBRE

fieramilanocity 10-12 SETTEMBRE

▶LINEAPELLE

L’abitare in evoluzione

▶ARTVERONA

Dispositivi medicali

Fieramilanocity Piazzale Carlo Magno 1 MILANO Fieramilano Strada statale del Sempione 28 RHO Tel 02 49971 www.fieramilano.it

27 SETTEMBRE – 6 OTTOBRE

▶CASA MODERNA

Tecnologia e imballaggio del cibo

Odontoiatria e odontotecnica fieramilanocity 16-18 OTTOBRE

Via Cotonificio, 96 Torreano di Martignacco (UD) UDINE Tel 0432 4951 www.udinegoriziafiere.it Via della Barca, 15 GORIZIA

▶CIBUS TEC / FOOD PACK 2014

Information Communications Technology

▶ESONDA EXPO

Accessoristica per abbigliamento

28-31 OTTOBRE

▶COILTECH

22-24 OTTOBRE

22-24 OTTOBRE

Modernariato e antiquariato

Protezione della costa e del mare

▶ACCADUEO

Trattamento e distribuzione di acqua potabile e acque reflue

4-12 OTTOBRE

fieramilano 22-24 OTTOBRE

17-19 SETTEMBRE

22-24 OTTOBRE

▶AMBIENTE LAVORO

Auto e delle moto d’epoca

Comunicazione e servizi per l’evento

Recupero dei rifiuti inerti

3-4 OTTOBRE

▶ROBOT FESTIVAL

3-5 OTTOBRE

▶MERCANTEINAUTO

8-10 SETTEMBRE

▶FOOD ING INTERNATIONAL

Caravan, accessori, percorsi e mete

▶EXPO DETERGO INTERNATIONAL

17-19 SETTEMBRE

▶INERTIA

Cosmetica

13-21 SETTEMBRE

Viale Treviso 1 PORDENONE Tel 0434 23 21 11 www.fierapordenone.it

17-19 SETTEMBRE

▶COAST EXPO Viale della Fiera, 20 BOLOGNA Tel 051 282111 www.bolognafiere.it

E

fieramilanocity 3-6 OTTOBRE

19-20 SETTEMBRE

▶FER-EXPO

▶NO FRILLS

I

26 – 28 SETTEMBRE

Festival dell’aria

4-12 OTTOBRE

▶TTG INCONTRI

Fiera B2B del settore turistico 9-11 OTTOBRE

▶TTI TRAVEL TRADE ITALIA

Fiera mercato dell’autobus 9-12 OTTOBRE

▶SIA GUEST

Salone internazionale dell’accoglienza 15-17 OTTOBRE

▶ENADA ROMA

Apparecchi da intrattenimento 23-25 OTTOBRE

▶SUN

23-26 OTTOBRE

23-25 OTTOBRE

▶ILLUMINOTRONICA ▶AUTO E MOTO D’EPOCA

Manutenzione industriale 28-29 OTTOBRE

▶HOME & BUILDING

Domotica & building technologies 28-29 OTTOBRE

▶ACQUARIA

Tecnologie per l’acqua e l’aria

9-11 OTTOBRE

▶INTERNATIONAL BUS EXPO

Lighting & elettronica

9-11 OTTOBRE

28-29 OTTOBRE

Workshop dedicato al prodotto turistico italiano

Salone internazionale dell’esterno 23-25 OTTOBRE GIOSUN Giocattoli e giochi all’aria aperta

Arredo e complementi

Automazione, strumentazione, sensori

▶T&T TENDE E TECNICA

Prodotti e soluzioni per la protezione

Via dell’Oreficeria, 16 VICENZA Tel 0444 969111 www.vicenzafiera.it 6-10 SETTEMBRE

▶VICENZAORO FALL

Oreficeria, gioielleria, argenteria e pietre preziose 3-5 OTTOBRE

▶CHILDREN AND FAMILY

Fiera del bambino e della famiglia 16-19 OTTOBRE

▶ABILMENTE AUTUNNO

Manualità creativa


Ristorante MARK di Tomaž Škvarč Lisjak Markova pot 25, 5290 Šempeter pri Gorici (Slovenia). Tel. +386 31788442 - gostilna.tomaz@gmail.com

Il ristorante Mark domina la collina sopra Šempeter col suo bel terrazzo, da cui si gode una splendida vista su tutto il goriziano. L’ambiente è moderno ed elegante, così come la cucina proposta dallo chef Tomaž Škvarč Lisjak, vincitore dell’edizione slovena di Masterchef. Lei ha vinto l’edizione slovena di Masterchef: coPH VL GH¿ QLUHEEH" Sono un artista che anziché usare la tela… crea nel piatto. /HL GLFH ³,O FLER q OD roccia sulla quale costruisco”. Che cosa intende? Intendo esprimere l`importanza che hanno per me gli ingredienti con i quali preparo le mie ricette. Vivo per il cibo, per la sua creazio-

ne e per l´intreccio dei sapori tra di loro (dolce-aspro, dolce-piccante). Attraverso il cibo esprimo amore, passione e arte. Per questo il cibo è la roccia sulla quale costruisco: la qualità della roccia è la solidità ed è fondamentale per costruire e creare. Che tipo di cucina propone? La mia cucina è unica. In essa trovate i cibi che tutti possono fare, ma che io preparo in tutt`altro modo. Nel Masterchef sloveno ho vinto anche perché lo chef che mi ha valutato ha dato un nome alla mia creazione: Caos nel piatto, dicendo che era sicuramente un caos organizzato. Tutte le persone che hanno seguito lo show in Slovenia e che vengono a mangiare da noi chiedono di provare il Caos. Io la chiamo cucina moderno-classica… E nella mia versione Caos abbiamo piatti a base di pesce, carne e vegetariani.

Tomaž Škvar Lisjak

chef…ame! Tomaž Škvar Lisjak ci suggerisce:

Gamberi in viaggio Ingredienti per 2 persone 6 gamberi 50 g di piselli 1 carota media 1 zucchina media 50 g di biscotti secchi salati 1 mazzetto di basilico 4 scampi medi 3 pomodorini 1 mazzetto di prezzemolo 40 g di farina integrale per polenta 25 g di burro 0,5 dl di panna da cucina 1 dl di acqua Gelespessa Sale 0,5 dl di purea di lamponi Olio d’oliva Crescione Nero di seppia

Preparazione Iniziamo con le verdure. Sbucciamo la carota e la zucchina. Tagliamole a dadini e sbollentiamo in acqua salata per qualche minuto. Dopo aver pulito gli scampi, il carapace va cucinato assieme allo scarto delle verdure. A fine cottura va passato nello scolino e otterremo una salsa cremosa. Questa salsa verrà versata sulla polentina al momento di impiattare. Prepariamo quindi le salse decorative. Il prezzemolo va sbollentato e frullato, poi aggiungiamo la gelespessa per addensare, mentre per la salsina di lamponi va aggiunta la gelespessa a freddo (la gelespessa è in polvere e per ottenere la reazione addensante va mescolata con il frustino). Otteniamo così due meravigliose salsine per la decorazione del piatto. Il loro sapore si sposa perfettamente al sapore del gambero. Mettiamo in una ciotola i piselli aggiungendo sale e olio. Copriamo con la pellicola trasparente e mettiamo nel microonde per 1-2 minuti. A parte prepariamo i biscotti secchi salati assieme al basilico. Mixiamo il tutto e avremo le briciole verdi. Alla fine prepariamo la polenta. In una pentola mettiamo acqua, panna, un po’ di burro, sale e la farina integrale. Cuciniamo per 5 minuti ed è pronta. Dopo aver cucinato i gamberi e gli scampi possiamo impiattare e decorare. Buon appetito!


I tuoi eventi su iMagazine!

L I V E

M U S I C

Visita il sito www.imagazine.it, entra nella sezione eventi e segnala direttamente on line le tue iniziative.

Legenda Caffetteria

Afterhour

Birreria

Eventi a tema

Enoteca

Sale convegni

Special drinks

Musica dal vivo/karaoke

Stuzzicheria

Musica da ballo

Vegetariano/biologico/regimi

Happy hour

Cucina carne

Giochi

Cucina pesce

Internet point

Paninoteca

TV satellitare/digitale

Pizza

Giochi e spazi per bambini

Gelateria

Pernottamento

Catering

Buoni pasto

Organizzazione feste

Parcheggio

18 - 19 ottobre ▶ INTERNATIONAL ITALIAN PEDAL STEEL GUITAR A distanza di 20 anni dalla prima e unica reunion italiana, i migliori esponenti della ‘chitarra orizzontale’ si ritrovano in Friuli per dare vita a due giorni di musica e promozione della pedal steel guitar. Saranno presenti Alex Valle, la band di Francesco De Gregori e del compianto Lucio Dalla, David Hartley, Johan Jansen ed Ellio Martina. Talmassons (UD). Info: www.pedalsteelguitar.eu

agriturismo

ristorante

Il range di prezzo indicato (ove applicabile) si riferisce al costo medio di un pasto, escluse bevande alcoliche. I dati segnalati sono stati forniti direttamente dal Gestore del locale. Qualora doveste verificare delle discordanze, Vi invitiamo a segnalarcelo.

30 ottobre ▶ Noa Il tour di Noa Love Medicine, frutto della collaborazione di Noa con Gil Dor, da sempre al suo fianco come direttore musicale e chitarrista, nasce da quattro anni di lavorazione: una pausa creativa in cui hanno tradotto in musica tutte le sfumature delle emozioni e l’energia scaturite da incontri significativi e luoghi magici. Il live sarà l’occasione per presentare al pubblico l’ultimo CD e al tempo stesso per ripercorrere le canzoni più amate della carriera di questa straordinaria interprete, capace di conquistare anche l’ascoltatore più esigente. Trieste. Politeama Rossetti. Ore 21. Ingresso: € 16-33. Info: www.ilrossetti.it

trattoria

e inoltre... 19 - 20 settembre ▶ Go4Rock Festival Gruppi emergenti rock nazionale e internazionale Gorizia. Area del piazzale dell’ex Mercato all’ingrosso in via Boccaccio. Info: info@go4events.net 26 settembre ▶ Juri Dal Dan Trio Concerto nell’ambito di Pordenone Jazz Koinè Pordenone. Chiesa di San Gregorio. Ingresso libero. Ore 21. Info: http://teatriassociati.org/


scopri tutti gli eventi in regione su www.imagazine.it

trattoria ristorante

3 novembre ▶ Gregory Porter Quintett Gregory Porter, fresco della recente vittoria al Grammy Award nella categoria ‘Miglior disco jazz vocale’, considerato dalla critica specializzata come erede vocale di Nat King Cole, arriva in regione con uno spettacolo imperdibile. Porter è un baritono che unisce la purezza cristallina del jazz e il calore doloroso del blues con la sensualità del soul e dell’R&B; ha all’attivo gli album Water (2010), Be good (2012) e Liquid Spirit (2013), tre dischi che gli hanno garantito la consacrazione nel pantheon del jazz. Pordenone. Teatro Verdi. Ore 21. Info: www.comunalegiuseppeverdi.it

ristorante

7 novembre ▶ Claudio Baglioni Baglioni, il suo super-gruppo di 13 polistrumentisti, l’intera squadra di 90 carovanieri, ritornano sulla strada, con il pensiero guida di un tour che va incontro alla gente, dopo aver percorso già 6 mila chilometri, per 31 concerti e 90 ore di musica, in un eccezionale repertorio con tutti i più grandi successi e gli inediti dell’album Con Voi. Trieste. PalaTrieste. Ore 21. Ingresso: € 25-70. Info: www.azalea.it 3 ottobre ▶ POW! Concerto underground nell’ambito della rassegna Scenasonica. Pordenone. PnBox Studios. Ore 22. Ingresso: € 5. Info: www.pnbox.tv.it 10 - 11 ottobre ▶ Barcolana in musica Serate musicali nell’ambito della Coppa d’Autunno Trieste. Info: www.barcolana.it


CLASSIC ARTS

18 settembre ▶ Marco Paolini Nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, il fuoco inesorabile di un cecchino nemico uccide, uno a uno, i soldati che tentano di raggiungere un posto di vedetta sguarnito. E col numero dei morti cresce il panico dei vivi. Questi e altri gli elementi de La paura che il grande Marco Paolini porterà sulla scena in prima assoluta. Pordenone. Teatro Verdi. Ore 21. Info: www.comunalegiuseppeverdi.it

26 settembre ▶ Orchestra Haydn di Trento e Bolzano L’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, con il coro da camera sloveno di Lubiana e arricchito da alcune voci soliste di calibro mondiale, sarà diretta da Hartmut Haenchen: un’esecuzione che si prevede di forte impatto e raffinatezza, con 130 persone sul palco. Pordenone. Teatro Verdi. Ore 20.45. Info: www.comunalegiuseppeverdi.it

e inoltre... 24 settembre ▶ London Symphony Orchestra In programma Čajkovskij e Prokof’ev. Direttore Valerij Gergiev Udine. Teatro Giovanni da Udine. Ore 20.45. Ingresso: € 18-50. Info: http://teatroudine.it

10 ottobre ▶ Orchestre National de France Dirige Daniele Gatti. In programma Igor Stravinskij e Richard Strauss Udine. Teatro Giovanni da Udine. Ore 20.45. Ingresso: € 18-50. Info: http://teatroudine.it


www.imagazine.it 18 ottobre ▶ Variazioni enigmatiche Abel Znorko, intellettuale solitario e misantropo, Nobel per la letteratura che vive in un’isola sperduta del mare della Norvegia, riceve la visita di Erik Larsen, sconosciuto giornalista che vuole intervistarlo. La pièce ha le caratteristiche di una partita a scacchi, ma a guidare le mosse, fulcro di quanto accade, è una donna che aleggia su tutto. Gorizia. Kulturni Dom. Ore 21. Ingresso: € 10-12. Info: www.kulturnidom.it

27 ottobre ▶ Antonio Albanese La realtà diventa teatro attraverso Epifanio, L’Ottimista, il Sommelier, Cetto La Qualunque, Alex Drastico e Perego, maschere e insieme prototipi della nostra società, sapientemente interpretati da Albanese. Che così commenta: «Vorrei che dopo un mio spettacolo tutti si sentissero un po’ meno soli, un po’ più allegri, un po’ più forti, vorrei abbracciarli tutti. La risata è un abbraccio, un bisogno che ci sarà sempre». Trieste. Politeama Rossetti. Ore 21. Ingresso: € 16-46. Info: www.ilrossetti.it

22 ottobre ▶ Louis Lortie In programma i Preludi op. 28 di Chopin e una una scelta di Preludi da Skrjabin Monfalcone (GO). Teatro Verdi. Ore 20.45. Ingresso: € 7-24. Info: www.teatromonfalcone.it

23 ottobre ▶ 50 sfumature di Pintus Spettacolo comico di e con Angelo Pintus Gorizia. Teatro Verdi. Ore 20.45. Ingresso: € 9-24. Info: www3.comune.gorizia.it


MEETING

17 - 21 settembre ▶ Pordenonelegge.it Scrittori, filosofi, giornalisti, poeti, artisti si alterneranno in un palco dove suona la parola di una cultura che si confronta con i problemi reali del nostro tempo. Fra gli ospiti Marco Santagata, Boris Pahor, David Grossman, Remo Anzovino, Andrea De Carlo, Marcello Fois, Tullio Avoledo, Massimo Cacciari, Massimo Recalcati, Margaret Atwood, Corrado Augias, Gianrico Carofiglio, Pierluigi Cappello, Umberto Eco, Flavio Caroli, Paolo Mieli, Luca Ricolfi, Francesco Piccolo, Giancarlo Giannini, John D. Barrow, Chuck Palahniuk e Vittorio Sgarbi. Pordenone. Info: www.pordenonelegge.it

23 - 28 settembre ▶ Cervignano Film Festival Ritorna l’innovativo festival di cortometraggi, documentari e videoclip che animerà la Bassa friulana con una selezione di opere provenienti da tutto il mondo. Registi di USA, Belgio, Bolivia, Giappone e Spagna si contenderanno con gli italiani il prestigioso Cervo d’oro. Quest’anno sarà presente anche una sezione scuole, che si rivolge agli studenti e ai docenti di istituti superiori di secondo grado di tutta Italia. Cervignano del Friuli (UD). Info: www.cervignanofilmfestival.it

e inoltre... 12 settembre ▶ Raylight Rassegna di cinema all’aperto con proiezioni dedicate a tutta la popolazione. Gorizia. Ore 21. Info: www.turismofvg.it

12 – 13 settembre ▶ September Fest Musica, installazioni d’arte, cinema, spettacoli, laboratori e attività per bambini. Cordenons (PN). Info: www.turismofvg.it


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3 - 5 ottobre ▶ Grado Giallo Il Festival del giallo, thriller e noir si è ampliato estendendosi a cinema e teatro, con attenzione a cronaca e attualità, coinvolgendo scrittori, critici letterari, giornalisti fino a poliziotti e magistrati. Anche quest’anno, dopo le prime due edizioni che hanno raccolto più di 160 racconti, il Comune di Grado e Il Giallo Mondadori hanno bandito il Premio letterario Grado Giallo per il miglior racconto a tema, la cui premiazione si terrà in concomitanza con il Festival. Grado (GO). Info: www.gradogiallo.it 20 settembre ▶ Cuffie d’oro L’unico Radio Award in Italia. Trieste. Info: www.ilrossetti.it

4 – 11 ottobre ▶ Le giornate del cinema muto È la più importante rassegna di film muti in tutto il mondo, giunta alla 33esima edizione. Quest’anno verrà dedicato ampio spazio alla dinastia attoriale dei Barrymore (Ethel, John e Lionel) con ben 10 film compresi fra il 1911 e il 1926. Non mancheranno, inoltre, uno spazio riservato al passaggio dal bianco e nero al colore fino all’avvento del technicolor, una rubrica intitolata Il canone rivisitato, con grandi classici di Walsh, Pabst e Lang, e una rassegna di film riscoperti e restaurati. Pordenone. Info: www.cinetecadelfriuli.org

5 ottobre ▶ Festa dell’agricoltura Sapori e profumi d’autunno: convegni a tema. Resiutta (UD). Info: www.turismofvg.it


FOLKLORE

11 – 14 settembre ▶ Friuli DOC È la più attesa manifestazione enogastronomica della regione e quest’anno spegne 20 candeline: un traguardo che porterà con sé un cambio di passo. Via, infatti, la birra, i superalcolici e gli stand d’Oltralpe, per un ritorno al solo vino e ai prodotti tipici ‘made in Friuli’. Una scelta che vuole premiare l’eccellenza, nello spirito dei fondatori: un recupero dell’idea di ‘fiera’ per la valorizzazione delle eccellenze locali. Udine. Info: www.turismofvg.it

14 settembre ▶ XXVIII Rievocazione storica rinascimentale Nel 1518, con l’imperatore Massimiliano I, ebbero inizio ben quattro secoli di storia asburgica per metà Friuli Venezia Giulia. La manifestazione rievocherà le battaglie contro la Serenissima e ricostruirà l’atmosfera dell’epoca, con il grande mercato degli antichi mestieri e la mostra didattica di rapaci diurni e notturni. Cormons (GO). Info: 0481639334 castrumcarmonis@hotmail.com

e inoltre... Fino al 14 settembre ▶ Sagre dai Pirùs 50^ edizione Pavia di Udine (UD). Info: www.turismofvg.it 20 – 21 settembre ▶ La Giostra dei Castelli Rievocazione storica medievale Pordenone. Parco del Castello di Torre. Info: www.giostradeicastelli.it 76

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settembre-ottobre 2007

| L’INFORMAFREEMAGAZINE


www.imagazine.it

25 – 28 settembre ▶ Gusti di Frontiera Venti paesi rappresentati in più di dieci borghi cittadini: la kermesse enogastronomica che da oltre di dieci anni anima il centro storico del capoluogo isontino accoglierà i golosi con piatti appetitosi per quattro giornate, fino alla serata di domenica, quando forni e griglie si spegneranno dopo aver saziato migliaia di persone. Gorizia. Info: www.comune.gorizia.it

16 - 19 ottobre ▶ Ein Prosit! Il principale evento enogastronomico della regione dedicato ai vini, autoctoni, italiani e internazionali. Nei ristoranti della Valcanale verranno proposti succulenti ‘Menù assaggio’ ideati per l’occasione, abbinati ai vini delle aziende presenti all’evento. Anche quest’anno, inoltre, saranno ospitati alcuni dei più grandi cuochi italiani, che all’interno degli “Itinerari del Gusto” proporranno i piatti della loro cucina abbinati ai vini del Friuli Venezia Giulia. Malborghetto-Valbruna e Tarvisio. Info: www.einprosit.org 30 – 31 ottobre ▶ Lancio des Cidules Tradizione di origine celtica Lauco (UD). Info: 0433 74040 2 novembre ▶ Treno storico Redipuglia – Caporetto Viaggio nella memoria a cent’anni dalla Grande Guerra Fogliano-Redipuglia (GO). Info: www.prolocofoglianoredipuglia.it L’INFORMAFREEMAGAZINE

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settembre-ottobre 2007

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SPORT

21 settembre ▶ Gimkana Gorizia 2014 Il piazzale della Casa Rossa e un concreto supporto logistico permetteranno al ‘circo’ regionale dei motori di dare spettacolo con le evoluzioni dei piloti, in una vera e propria girandola di emozioni per gli spettatori, che durante la pausa pranzo potranno persino fare un giro di pista sulle vetture da rally. Gorizia. Info: 328 9145310 goriziacorse@virgilio.it

23 settembre - 5 ottobre ▶ Mondiali di pallavolo femminile In vista della finale di Milano sarà una grandissima festa del volley quella che verrà animata dalle nazionali femminili di Brasile, Serbia, Turchia, Canada, Camerun e Bulgaria. L’evento richiamerà nella città giuliana atleti, tecnici, dirigenti e appassionati da tutto il mondo. Trieste. PalaTrieste. Info: www. triestevolley2014.it

12 ottobre ▶ Barcolana Nata nel 1969, la Coppa d’Autunno è oggi la più grande regata velica del mondo: uno spettacolo unico in un panorama mozzafiato. La regata della domenica, che per la prima volta terminerà il suo percorso di fronte a Piazza Unità, sarà il culmine di una settimana densa di eventi, con gare riservate ai velisti più piccoli e alle barche storiche. Trieste. Info: www.barcolana.it

23 - 26 ottobre ▶ Trofeo delle regioni Manifestazione sportiva di pattinaggio artistico a livello nazionale, è riservata a circa 330 atleti, maschi e femmine, compresi tra gli otto e gli undici anni e provenienti da tutta Italia, che hanno conquistato il podio ai campionati regionali 2014 nelle categorie Giovanissimi ed Esordienti. Lignano Sabbiadoro (UD). Getur. Info: asspatt.ud@libero.it

e inoltre... 13 – 14 settembre ▶ Sky-Race Monte Cavallo il sentiero degli orizzonti Gara di corsa Aviano (PN). Piancavallo. Info: www.skyracemontecavallo.it 27 settembre ▶ Trofeo di boxe Quinta edizione Lignano Sabbiadoro (UD). Info: 0431 409111 78

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5 ottobre ▶ Gara Agility Dog Migliori esemplari di cani provenienti da FVG e Slovenia. Fiumicello (UD). Campo allenamento A.S.D. ‘Il cane’, loc. Papariano. Info: www.clubilcane.it 26 ottobre ▶ Lignano Marathon Bike Percorso ciclistico fra le pinete Lignano Sabbiadoro (UD). Info: 335 5653836 www.gesportlignano.com


FUN

18 - 21 settembre ▶ International Trieste Tango Festival Stage, corsi, maratone tanguere e milonghe Trieste. Info: www.triestetangofestival.com

10 - 11 ottobre ▶ Graciela Gonzalez Sbarca in Friuli la grande maestra argentina. Udine. Via Verona, 26. Orario: 15 – 20. Info: www.tanghitudine.it

BAMBINI

27-28 settembre ▶ Weekend dei bambini Laboratorio didattico, caccia al tesoro, giochi, lettura e concorso della torta Barcis (PN). Centro città. Info: www.barcis.fvg.it 9 ottobre ▶ A Torviscosa giochiamo Laboratori, giochi e intrattenimento per i più piccoli Torviscosa (UD). Info: http://cgtorviscosa.weebly.com/ L’INFORMAFREEMAGAZINE

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F U O R I

R E G I O N E

T R E V I S O 12 settembre – 11 gennaio

▶VERONESE NELLE TERRE DI GIORGIONE’ Tre splendide dimore d’epoca (Villa Barbaro a Maser, Villa Emo a Franzolo, Villa Chiminelli a S. Andrea oltre il Muson) e una mostra monografica per celebrare uno dei più grandi pittori del Rinascimento: Paolo Veronese. Castelfranco Veneto. Info: www.marcadoc.it 15 – 21 settembre

▶SOLELUNA. TREVISO DOC FILM FESTIVAL Il festival è dedicato ai documentari che hanno come tema centrale il dialogo tra culture, storie di integrazione e identità culturali attraverso il film documentario, mezzo espressivo capace di raccontare e documentare la storia del mondo di oggi e di ieri. Treviso. Info: www.marcadoc.com 24 - 28 settembre

▶TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL Mostra mercato con 40 espositori, 20 mostre di tavole originali in diverse location del centro storico di Treviso, 3 eventi di musica e live painting, 10 workshop di fumetto dalle basi ai livelli avanzati, un’area autoproduzioni, incontri con oltre 60 autori (20 dall’estero) e performance. Treviso. Info: www.marcadoc.com 27 settembre - 23 novembre

▶“VAGHE STELLE DELL’ORSA…”  IL VIAGGIO SENTIMENTALE DI FREYA STARK I taccuini inediti e le foto private della scrittrice ed esploratrice inglese che visse nella splendida cittadina della Marca trevigiana: una mostra piccola per raccontare una storia certamente grande. Asolo. Info: www.marcadoc.com 5 ottobre

▶FOREST RUN Corsa in altura di 24 km, ha un percorso che si svolge interamente sulla Piana. Si tratta di un evento, omologato FIDAL, che offrirà scenari indimenticabili. Per i bambini e i corridori amatoriali sarà possibile iscriversi localmente a un percorso breve di 5 km. Cansiglio. Info: www.forestrun.it 11 ottobre – 22 febbraio

▶GIAPPONE, DAI SAMURAI A MAZINGA Armature raffinatissime e di scintillante bellezza, armi antiche, oggetti in ceramica e porcellana, stampe, lacche colorate, paramenti, rotoli di dipinti, sculture lignee, tessuti di seta, dei kimono e ancora altri oggetti preziosi. E poi fotografie, richiami ai film di Kurosawa, cartoni animati giapponesi, manga, fumetti con i famosi robot quali Goldrake, Mazinga e Gundam: una mostra alla scoperta del Sol Levante. Treviso. Casa dei Carraresi. Info: http://giapponedaisamuraiamazinga.com 17 – 19 ottobre

▶CARTA CARBONE FESTIVAL Una festa dell’anima capace di mescolare scrittura, lettura, ascolto, disegno, cibo. Il tutto seguendo un’ottica particolare: quella dello sguardo autobiografico. Saranno presenti Niccolò Ammaniti, Tiziano Scarpa, Silvia Ballestra e Gustavo Zagrebelsky. Treviso. Info: www.marcadoc.com


F U O R I

R E G I O N E

V E N E Z I A Fino al 6 settembre

▶MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARTE CINEMATOGRAFICA Il primo per fondazione, il primo per importanza: il Festival di Venezia è un’istituzione mondiale che va oltre alla semplice rassegna cinematografica. Molto attesi, quest’anno, il biopic Pasolini del grande Abel Ferrara e Birdman Or di Alejandro González Iñárritu. Venezia. Lido. Info: www.labiennale.org 13 settembre

▶PREMIO CAMPIELLO Cinque finalisti si contenderanno il prestigioso premio letterario, assegnato dalla giuria presieduta da Monica Guerritore. Festa della cultura aperta a tutti, il Premio Campiello nasce nel 1962 per volontà degli Industriali del Veneto, con lo scopo di ritagliare un preciso spazio per l’imprenditoria veneta nel mondo culturale italiano. Venezia. Teatro La Fenice. Info: www.premiocampiello.org 19 ottobre

▶ARTIGIANEXPO Una nuova importante iniziativa, messa in campo da Expo Venice Spa, che dal centro dell’area metropolitana di Venezia guarda all’Europa. L’artigianato di qualità, incontra il grande pubblico, straordinarie realtà locali fatte di storie, di cultura, di tradizioni, di promozione di territori dove l’economia si intreccia con la bellezza. Venezia. Parco San Giuliano di Mestre. Info: www.agendavenezia.org Fino al 31 ottobre

▶GOLDONI EXPERIENCE. AFFRESCO DI VENEZIA Lo spettacolo, che verrà replicato ogni settimana, nasce come vivace affresco teatrale della Venezia del ‘700 e soprattutto come omaggio a Carlo Goldoni e al suo Teatro. Ne emerge una Venezia cosmopolita, città delle botteghe da caffè, del gioco, del divertimento ma anche del vizio e dell’inganno. Venezia. Teatro Goldoni. Info: www.agendavenezia.org Fino al 3 novembre

▶ART OR SOUND La mostra vuole sottolineare il rapporto di simmetria e ambivalenza che esiste tra opera d’arte e oggetto sonoro. Intende proporre una rilettura dello strumento musicale che diventa entità plastico-visiva e viceversa, in una continua invasione e inversione di campo, fenomeni riscontrabili nel corso della storia dal Cinquecento a oggi. Venezia. Ca’ Corner. Info: www.prada.com/it/fondazione/cacorner Fino al 23 novembre

▶SCARPAVIANIDELUIGI. DIALOGO TRA ARTI. DIALOGO TRA ARTISTI All’interno del “negozio”, oggi musealizzato, realizzato nel 1958 da Carlo Scarpa per Adriano Olivetti, le opere dei tre artisti vengono esposte una accanto all’altra in dialogo reciproco. Venezia. Negozio Olivetti in Piazza S. Marco. Info: www.agendavenezia.org Fino al 4 gennaio

▶DA RAUSCHENBERG A JEFF KOONS. LO SGUARDO DI ILEANA SONNABEND Lo straordinario “sguardo” di colei che è stata definita “l’ambasciatrice” dell’arte contemporanea, ovvero Ileana Sonnabend (1914 – 2007) arriva ora nella città lagunare. In mostra Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jim Dine, Tom Wesselmann, Robert Morris, Sol Lewitt, Anselm Kiefer e Jeff Koons.. Venezia. Ca’ Pesaro. Info: www.visitmuve.it


O L T R E

C O N F I N E

C R O A Z I A 6 settembre – 30 novembre

▶LE GIORNATE DEL TARTUFO Il triangolo Pisino-Buie-Pinguente, in particolare la valle del fiume Quieto e la Foresta di Montona, è l’habitat naturale del tartufo bianco e di quello nero. Pinguente, Montona, Levade. Info: www.istra.hr 19 – 21 settembre

▶FESTA DELL’UVA Evento importante e rinomato, caratterizzato da numerosi giochi, degustazioni, musica e ballo. Seguendo un’antica ricetta buiese, viene rappresentata la produzione del vino locale denominato Mistela. Buie. Info: www.coloursofistria.com Fino al 30 settembre

▶GIOCATTOLI DEL PATRIMONIO CULTURALE CROATO Mostra dedicata ai più piccoli Pisino. Museo Etnografico dell’Istria. Info: www.istra.hr 4-5 ottobre

▶ISTRIA GRANFONDO La manifestazione prevede la partecipazione volontaria di un elevato numero di persone, dagli sportivi più allenati a coloro che praticano il ciclismo nel tempo libero, fino ad arrivare alle famiglie. Umago e Cittanova. Info: www.coloursofistria.com Fino al 5 ottobre

▶SALVADOR DALÌ: BIBBIA SACRA & DIVINA COMMEDIA Uno dei più grandi artisti del Novecento alle prese con i soggetti sacri della Bibbia e di Dante. Rovigno, Museo Civico. Info: www.istra.hr 26 ottobre

▶RASSEGNA DELLE ACQUAVITI ISTRIANE La maggior parte dei produttori di grappa secondo il metodo tradizionale si trovano nella più piccola città del mondo per presentare le loro eccellenze. Colmo. Info: hum@hum.hr Fino al 30 ottobre

▶LA GRANDE GUERRA NELL’ADRIATICO Per il centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, il Gallerion di Cittanova propone una mostra fotografica con immagini rare e in certi casi persino inedite del conflitto che ha sconvolto il pianeta. Cittanova. Info: studio-gobbo@pu.t-com.hr

C A R I N Z I A 18 – 21 settembre

▶RALLY ALPINO INTERNAZIONALE Anche quest’anno - ed è così dal 1910, anno di nascita di questa manifestazione - i partecipanti dovranno affrontare percorsi mozzafiato, con una lunghezza complessiva di oltre 1.000 chilometri, superando imponenti valichi alpini, tortuose strade panoramiche e pittoreschi paesaggi. La ricompensa: gli applausi e le lodi di migliaia di spettatori lungo il tragitto! Bad Kleinkirchheim. Info: www.carinzia.at 18 – 21 settembre

▶HUMOR FESTIVAL Quattro giorni di risate con artisti e commedianti da tutto il mondo: un festival all’insegna della satira e del divertimento con spettacoli di teatro, musica e cabaret. Velden am Wörthersee. Info: www.humorfestival-velden.at 27 - 28 settembre

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▶FESTA DEL FORMAGGIO I casari della Gaital vantano una lunga tradizione nella preparazione del formaggio di malga. Il Käsefestival vi invita a fare assaggi di formaggi vari e degustazioni di vini, immersi in una natura magnifi-


O L T R E

C O N F I N E

S L O V E N I A 14 settembre

▶MEETING AT THE THREECOUNTRY BORDER Eventi culturali e gastronomici all’insegna della pace fra i popoli: è il tradizionale meeting fra le rappresentanze di Friuli, Carinzia e Slovenia. Kranjska Gora. Info: www.kranjska-gora.si 19 – 21 settembre

▶58° TRADIZIONALE BALLO DELLE MUCCHE E FESTIVAL DEL FORMAGGIO Fine settimana caratterizzato da mangiate, bevute e danze folcloristiche. Abbinato all’evento della transumanza c’è anche la festa dedicata al formaggio di malga! Bohinj. Info: www.bohinj.si 20 settembre

▶CAMPIONATO NAZIONALE DI CANOTTAGGIO Grandi emozioni in un contesto naturalistico spettacolare. Lago di Bled. Info: www.bled.si Fino al 30 settembre

▶EMONA ROMANA AL LUME DELLE TORCE Ogni giovedì e sabato alle ore 20 ci si può ritrovare presso il Triplice Ponte, per una visita guidata al lume delle torce lungo vie e piazze che conservano i resti della romanità. Lubiana. Info: www.visitljubljana.com 13 ottobre

▶JOAN BAEZ IN CONCERTO Joan Baez è diventata famosa con le canzoni di protesta nelle quali criticava i fenomeni della società contemporanea e tuttora è attiva nella lotta per i diritti umani. Lubiana. Cankarjev dom. Info: www.visitljubljana.com 18 ottobre

▶FESTIVAL DEL FOLKLORE Slovenia, Austria, Germania e Italia: una giornata di musica e teatro per riscoprire usi e costumi di popoli che da sempre sono in relazione fra loro. Kranjska Gora. Info: www.kranjska-gora.si 25 ottobre

▶ČOKOLJANA  MERCATINO DEL CIOCCOLATO Venderanno i loro prodotti stimati produttori di cioccolato, ma anche boutique e pasticcerie: una imperdibile occasione per tutti i golosi! Lubiana. Info: Info: www.visitljubljana.com

ca. Kötschach-Mauthen. Info: www.alles-kaese.at 27 - 28 settembre

▶APFELFEST  FESTA DELLE MELE Un momento d’incontro fra cultura e tradizione, ma anche un’occasione golosa per assaporare le specialità culinarie carinziane, con la mela protagonista assoluta. St. George nim Lavanttal. Info: www.sankt-georgen.at 27 settembre – 6 ottobre

▶653^ ST. VEITER WIESENMARKT La più antica festa folcloristica della Carinzia St. Veit. Info: www.wiesenmarkt.at 4 ottobre

▶POLENTAFEST La polenta di mais, negli ultimi anni, andava scomparendo dai ristoranti austriaci: per salvare questo piatto tradizionale, Polentafest propone ricette prelibate con protagonista la polenta. Che, a differenza dell’opinione comune, è un piatto versatile, capace di stupire con i suoi abbinamenti. Nötsch im Gailtal. Info: www.carinzia.at

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A L I M E N T A Z I O N E / 1

S O C I E T À

Siamo quello che mangiamo

@ thegoodstuff411.com

G I O V A N I

Dai cibi spazzatura al rifiuto di nutrirsi. La mancanza di una corretta educazione alimentare sta provocando una serie crescente di disagi nei ragazzi di oggi. E le istituzioni, da quelle sanitarie a quelle scolastiche, si scoprono impreparate. Il filosofo Ludwig Feuerbach lo aveva compreso già più di cento anni fa, quando la sua celebre asserzione “Noi siamo quello che mangiamo” rimase impressa per l’eternità. Ma, probabilmente, anche lasciata cadere nel dimenticatoio. Perché oltre un secolo dopo quel prezioso insegnamento, la realtà dei fatti appare sempre più a tinte fosche.

Rubrica a cura di Andrea Fiore

Generazione di eccessi

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Senza per forza parafrasare Feuerbach, è evidente a tutti come ciascun essere umano faccia parte di una catena alimentare: quello che mangiamo lo ritroviamo dentro di noi. Di fatto, diventa parte di noi. Un’alimentazione sana, pertanto, è elemento imprescindibile per la buona salute di ciascuno di noi. Tuttavia, tra la teoria e la pratica la quotidianità di tutti i giorni evidenzia una distanza ancora difficile da colmare. Negli ultimi anni, infatti, appare evidente un aumento dell’estremismo alimentare tra i giovani: da un lato l’incremento dei casi di obe|

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sità tra i ragazzi dovuto in primo luogo a un eccesso di assunzione di cibo; dall’altro l’incremento di giovani, in particolare ragazze, che scelgono di alimentarsi in modo scarso.

Conoscere per capire Eppure, nonostante la gravità potenziale del problema, molto poco si muove. A parte rari casi di poche (eroiche) scuole, una seria educazione alimentare nel nostro Paese (e purtroppo non solo nel nostro) non è mai stata proposta. Né in ambito scolastico, né altrove. Anzi, a parte rari spot fini a se stessi di qualche Ministero, i messaggi che l’odierna società trasmette in materia vanno in tutt’altra direzione: dalla promozione di prodotti alimentari al limite dell’indecenza, alla proposizione di modelli culturali in cui le ragazze ideali sono sempre più magre. Proprio l’influenza dei mass media in questo campo rischia di divenire pericolosamente ingannevole. Come successo negli Stati Uniti negli anni ’60 del secolo scorso, quando per combattere i cibi grassi sono stati promossi alimenti ric-


chi di zuccheri che hanno provocato un aumento vertiginoso dei casi di diabete.

Attenzione ai danni irreparabili Ancora oggi, tuttavia, la diffusione di modelli alimentari sbagliati prosegue su larga scala, con la promozione senza soluzione di continuità di cibi industrializzati e poco salutari in grado di causare nei nostri giovani gravi problemi. Studi e ricerche mediche alla mano, infatti, dimostrano che gli scompensi alimentari nei ragazzi di oggi contribuiranno ad aumentare il numero delle patologie negli adulti di domani (dal diabete alle malattie circolatorie). Il tutto, aggravato dalla crisi economica. Perché l’aumento dei prezzi dei cibi con ingredienti genuini e prodotti di qualità sta diventando una pericolosa spada di Damocle sulla salute delle nuove generazioni. In pratica la sana alimentazione se la potranno permettere sempre di più solo le persone abbienti, mentre la povera gente dovrà accontentarsi dei prodotti ingeribili a norma di legge, ma non certo “assolutamente sani”. E la differenza (leggere le etichette per credere) non è di poco conto.

Intervenire. Ma come? Per provare a invertire la rotta, si deve tornare al punto di partenza. La necessità cioè di una corretta educazione alimentare tra la popolazione. A partire dai medici. Può sembrare assurdo, eppure un medico diviene tale senza aver mai trattato nel suo percorso formativo in modo completo e dettagliato le tematiche dell’alimentazione e delle patologie correlate. Anche il mondo politico dovrebbe fare la sua parte: finora mai nessun esecutivo ha voluto affrontare il problema a 360 gradi coinvolgendo i diversi ministeri (Salute, Sport, Cultura, Istruzione, Attività produttive…) in un progetto ad ampio respiro in favore dei cittadini. Solo interventi parziali. E in questa Babele, in mancanza di una direzione chiara, scuola e famiglie si scoprono disarmate. Spesso impotenti di fronte alle problematiche serie che i disturbi alimentari provocano nei nostri giovani. Di cosa si tratta, ne parleremo sul prossimo numero.

dott. Andrea Fiore Medico delle Farmaco-Tossicodipendenze, psichiatra andrea.fiore@imagazine.it


www.culturaeculture.it

Educare

alla lettura

Servizio a cura di Cristian Vecchiet

P E D A G O G I A

Nell’epoca del digitale e dei tempi sempre più frenetici imposti dalle nuove tecnologie è fondamentale far comprendere ai giovani l’importanza di leggere. Fin da piccoli. E il modo più efficace, come sempre, è quello dell’esempio degli adulti. L’umanità è caratterizzata dalla cultura. Non vi è umanità senza cultura e cultura senza umanità. Ma cos’è la cultura? La parola deriva dal latino “colere” che vuol dire “coltivare”. Nell’antichità i romani intendevano per cultura anche l’atto di ornare un corpo e venerare una divinità. In senso analogico Cicerone parlava di “cultura animi”. La cultura è la formazione della persona. La storia del concetto di cultura è articolata. Certo è che la cultura è visione della realtà, interpretazione del mondo, modo di orientarsi nella vita, stile di rapporto con gli altri, stile di pensiero come anche di pratiche di vita, modalità di affrontare la quotidianità come anche gli eventi inaspettati e i lutti, le ferite e le speranze. La cultura è importante proprio per questo. La cultura esprime il modo di interpretare la realtà e l’apertura al mondo degli uomini. Lo stile di pensiero e le pratiche di vita si influenzano reciprocamente. In questo processo la cultura intesa come lettura, studio, ascolto ma anche scrittura, produzione, riveste un’importanza decisiva. La cultura è ricerca, interrogazione, critica della visione del mondo acquisita. Per progredire in cultura è importante abituarsi ad ascoltare gli altri, a farsi domande, a porre quesiti, a non rassegnarsi alle risposte preconfezionate. La cultura è seme e alimento dello sviluppo della persona. Uno dei canali di formazione culturale è quello della lettura. Cosa vuol dire leggere un libro? Vuol dire entrare nel mondo interiore di altri che si sono interrogati sulla realtà e che hanno scoperto o riscoperto degli aspetti che sentono il bisogno o il desiderio di co86

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municare. Leggere vuol dire esplorare e lasciarsi esplorare. Leggere vuol dire entrare in relazione. La lettura è un fenomeno intrinsecamente sociale. Dopo una buona lettura, il lettore non è più quello di prima. È come incontrare una persona, parlarci, lavorare assieme, condividere qualcosa. Leggere è ampliare la conoscenza del mondo, è identificarsi con i mondi altri e simili ai nostri, è sperimentare modi diversi di stare al mondo, di risolvere problemi, di affrontare la realtà. La lettura mostra un livello profondo di comunicazione, un livello di fratellanza interiore. Supera lo spazio e il tempo. È una testimonianza del fatto che non siamo solo carne e ossa ma anche spirito. Lo stesso vale ovviamente anche per la musica, il teatro, il cinema o tutte le forme culturali che esprimo un senso dato alla vita. Ma come si fa a educare alla lettura? Innanzitutto è decisivo che i bambini e i ragazzi crescano vedendo i genitori e le figure adulte di riferimento leggere. La percezione della bontà, della piacevolezza e dell’utilità della lettura deve maturare dal percepire che chi per te è importante dà importanza concreta alla lettura. Questo è un principio trasversale in tutta l’educazione. Per questo è importante che i genitori accompagnino i figli a vedere una mostra, ad ascoltare un concerto, che i figli vedano i genitori seguire un telegiornale, leggere una rivista, informarsi e appassionarsi della lettura e dell’ascolto. Un bambino deve vedere che il papà, la mamma, l’insegnante, il prete leggono. Deve vedere che vanno in libreria o in biblioteca e andarci con loro. Deve percepire che investono nella conoscenza, nella lettura, nello studio. Deve percepire che sono contenti di farlo e che nel farlo diventano migliori. Se possibile, è bene che a casa


ci sia uno spazio dedicato ai libri, una piccola biblioteca di famiglia. I ragazzi devono vedere che anche per gli adulti non si è mai finito di imparare. I ragazzi devono vedere che i genitori e gli adulti per loro significativi raccontano quanto imparano e discutono delle cose che leggono. Gli adulti devono trasmettere il gusto per la lettura. La motivazione durante l’infanzia è indotta dagli adulti significativi. Fino all’adolescenza la motivazione è estrinseca. Diventa intrinseca gradualmente e di norma durante l’adolescenza. L’educazione al piacere della lettura deve iniziare fin dai primi mesi. L’utilizzo di materiale illustrato favorisce lo sviluppo dei diversi sensi nei bambini anche in età prescolare e introduce al libro. Durante l’infanzia la lettura aiuta lo sviluppo della fantasia, dell’immaginazione e della creatività. È bene che gli adulti accompagnino il bambino nelle biblioteche. Oggi nelle librerie e nelle biblioteche ci sono gli angoli o i settori dedicati ai bambini e ai ragazzi. I libri sono accattivanti, figurati, interattivi. È importante che i genitori si informino delle iniziative che molte biblioteche mettono in piedi. Le iniziative non mancano. Le letture animate sviluppano questo interesse nel lettore potenziale. I genitori che leggono ad alta voce ai figli fanno un servizio di vera educazione alla lettura. Il bambino va rispettato nei propri desideri e va sostenuto nella scelta dei testi che devono corrispondere alle sue aspettative. E poi i piccoli vanno aiutati a scegliere i libri, a capire il genere che preferiscono nonché a dedicare un tempo e uno spazio appropriati. È opportuno farli sentire grandi, per esempio facendo loro fare la tessera della biblioteca. Agli adolescenti aiuta la scelta di libri che facilitino una identificazione ai personaggi e alle situazioni (rapporti tra coetanei, rapporti con gli adulti...). Il libro permette forse l’identificazione in modo più libero rispetto a un film, perché dà molto più spazio alla fantasia, ai pensieri personali, all’immaginazione. Ancora una volta molto dipende dagli adulti. La cultura e la formazione costituiscono un bagaglio di strumentazione che fa vivere e crescere la persona. La lettura non è l’unico strumento, ma certo uno dei principali. L’amore per la cultura è la premessa di un’apertura al mondo che farà sicuramente sentire i suoi frutti nel corso dell’esistenza e che in ogni caso darà qualche chance in più nella vita.

Cristian Vecchiet

Collaboratore presso l’associazione La Viarte, è docente di Etica e Teologia dell’Educazione presso l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia.


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Sogno di fine estate... con Belle et Beau Parfumerie! Consigli per affrontare l’autunno con i massimi splendori Al ritorno dalle vacanze, quando l’abbronzatura si dilegua, la pelle del viso rivela i postumi del bagno di sole. Belle et Beau Parfumerie ti consiglia di correre subito ai ripari! Per rinnovare lo splendore della pelle, anche per chi vorrà mantenere l’abbronzatura il più a lungo possibile, è necessario un gommage specifico: microgranuli vegetali, acidi dolci della frutta ed enzimi proteolitici affinano la grana della pelle, rinfrescano il colorito, riducono i pori dilatati e regalano la massima idratazione. BB SECRET: miscela il prodotto esfoliante con un siero alla vitamina C e otterrai un volto ancor più radioso! Un tonico rimineralizzante completerà l’azione dello scrub, stimolando la microcircolazione, rassodando il tono della pelle e offrendo un plus di luminosità. BB SECRET: picchietta il tonico analcolico coi polpastrelli anche sulle palpebre e sulle labbra e avrai un aspetto ancor più sano! L’associazione vincente per la pelle è sempre un siero concentrato ricco di vitamine, minerali, peptidi e aciTRIESTE, NUOVE AREE PEDONALI Ultimati a Trieste i lavori di posa della segnaletica verticale e orizzontale relativi all’istituzione delle nuove Aree Pedonali e delle nuove Zone a Traffico Limitato previste dalla seconda fase di attuazione del Piano Generale del Traffico Urbano. Sono così state realizzate una serie di nuove aree pedonali che hanno interessato via Foschiatti, via della Sorgente e via delle Erbette, via Donizetti, via di Torre Bianca nel tratto compreso tra via Carducci e via della Zonta e via XXX Ottobre, nel tratto tra via Milano e piazza Oberdan. In concomitanza alle pedonalizzazioni sono state anche realizzate delle nuove Zone a Traffico Limitato ad alta valenza pedonale, che hanno interessato via Nordio, via del Toro e via XXX Ottobre, nel tratto compreso tra le vie Milano e di Torre Bianca. Nel mese di ottobre inizieranno invece i lavori propedeutici all’istituzione della nuova Zona a Traffico Limitato di viale XX Settembre sul lato dei numeri civici dispari nel tratto


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do ialuronico e una crema superidratante specifica per il profilo di pelle. BB SECRET: miscela nel palmo della mano il siero e la crema e applicali sul viso e sul collo appoggiando le mani a piatto per stimolare il microcircolo e ottenere un viso senza fatica. Il make-up più attuale continua l’azione rigenerante, mantiene l’idratazione e fa risplendere il colorito. Un primer antifatica, una Space Cream levigante, un correttore illuminante, una cipria in polvere per fissare il make up e riscaldare il colorito e poi... i must del 2014: eye liner, mascara, kajal, rossetto red-orange e blush in gel. BB SECRET: usa un pennello in fibra stretch per tutti i prodotti cremosi per avere un effetto rugiada sul viso. Sul corpo prova la sensazione di uno scrub alle piante con gli oli essenziali e dopo applica una crema molto idratante con particelle riflettenti per sublimare gambe, braccia e decolleté. BB SECRET: picchietta una spugna di mare sul corpo durante la doccia per una silhouette tonica e snella. Sarai una perfetta testimonial di Belle et Beau Parfumerie! Per informazioni sui prodotti e per consigli ultra mirati, chiama 040 2452127 e chiedi di Emanuele e Costanza. Oppure scrivi a belleetbeautrieste@gmail.com compreso tra via Rossetti e via Zovenzoni e che comporterà la riorganizzazione della sosta negli isolati adiacenti il Teatro Rossetti e successivamente anche nella parte alta di viale XX Settembre. Queste azioni si affiancano all’istituzione dei Pdays (pedonalizzazione delle vie Mazzini e Imbriani nei fine settimana dalle 9 del sabato alle 20 della domenica, http://mobilitaetraffico.comune.trieste.it/pdays/), che dopo l’avvio agli inizi di luglio si protrarrà nei mesi a venire. Sono state infine istituite due aree riservate nel periodo estivo (1 luglio – 1 ottobre) alla sosta dei residenti di Barcola, localizzate rispettivamente una sulla carreggiata stradale di piazzale 11 Settembre 2001 (compresa tra l’isola spartitraffico posta in corrispondenza dell’ex capolinea dell’autobus e il giardino adiacente alla via Almerigo Grilz) e l’altra sulla carreggiata stradale interna di viale Miramare, compresa tra i civici 229 e 267/1 (dietro al distributore carburanti).


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F I G L I D I U N O S P O R T M I N O R E o v v e r o , s a r a n n o ( s t a t i ) q u a s i f a m o s i !

Ritorni di fiamma “Certi amori non finiscono fanno dei giri immensi e poi ritornano…” Così cantava Antonello Venditti in una famosa, romantica canzone. E questo è il caso di Annalisa Colautti (nella foto), monfalconese doc, e lo Judo, un amore sbocciato già in tenera età. «Ho cominciato judo a nove anni – racconta –. Prima ero stata stata indotta, magari anche per ambizione genitoriale, a praticare un po’ di tutto: dalla danza al nuoto, dall’atletica al pattinaggio». Ma la passione non sbocciò… «A me piace l’agonismo, forse perché fin da bambina ho sempre avuto parametri muscolari ‘importanti’. In quinta elementare, assieme a un mio compagno di classe, vinsi tutte le gare di atletica della scuola. Competere è quindi il mio ambiente naturale. Infatti andai a fare judo per non essere da meno di mio fratello e lì, una volta sul tatami, mi sono sentita a casa». E partendo dalle sfide adolescenziali, di incontro in incontro, la carriera agonistica si snoda fino alla Nazionale… «Dopo due anni di judo arrivai seconda al campionato nazionale esordienti, e dopo altri due anni ho preso, per risultato e non per esame, la cintura nera». Come andò? «Avevo quattordici anni e all’epoca c’era un circuito composto da particolari ‘Interfasi’ che si tenevano in varie parti d’Italia. Al primo classificato di ogni competizione venivano dati cento punti, al secondo sessanta e così via. Per fare la ‘nera’ bisognava totalizzare almeno centosessanta punti nelle quattro manifestazioni. Io partecipai solo a due…» E totalizzò duecento punti… «Proprio così. Da allora entrai nel giro della Nazionale giovanile. Raggiungere quella maggiore non fu invece semplice». Cosa successe? «Mio padre lavorava spesso all’estero (ho vissuto la mia prima infanzia in Brasile) e accettò di andare a lavorare in Uzbekistan: nel 1980 era un altro mondo. Potevamo uscire solo per le necessità e lì lo judo veniva vissuto in modo molto diverso da qui: botte da

orbi! E così frequentare i corsi di preparazione scolastica forniti ai figli dei tecnici e sostenere in Italia un duro esame da privatista per il secondo anno di scuola superiore, per non perdere l’anno scolastico, fu l’obiettivo massimo raggiungibile». Ma al ritorno dall’Est si riprese il posto che le spettava. Rientrò nell’orbita della Nazionale e nel 1983 sbaragliò tutti divenendo campionessa italiana assoluta. Le venne offerto un gruppo sportivo? «Sì, ma il mio grande sogno era muovermi, insegnare ginnastica, atletica, per trasmettere la carica che sento dentro, e non indossare una divisa. Declinai l’invito e decisi di tentare l’ingresso all’ISEF. Al terzo tentativo fui ammessa all’ISEF della Università Cattolica di Milano e la mia vita divenne ancora più intensa.» Il suo allievo Cristian Picciotto dice che risale a quel periodo il soprannome con cui lei è conosciuta in tutta Italia: America. Perché la chiamano così? «Ho il diploma di perito commerciale corrispondente in lingue estere; all’epoca conoscevo bene inglese e tedesco così fungevo spesso da interprete della Nazionale. Era una responsabilità, ma lo facevo volentieri. I compagni dicevano che, con i miei modi, davo l’idea di una straniera, di un’americana...» Cosa provocò l’ennesimo distacco dal Dojo (luogo dove si svolgono gli allenamenti alle arti marziali, ndr)? «Cupido si mise in mezzo fra me e lo judo. Mettere su famiglia era un mio sogno e per questo, all’età di 28 anni, mollai tutto per tornare in Bisiacaria con marito al seguito. Tentai di partecipare agli allenamenti collegiali locali, ma rispetto a Milano - dove un allenamento collegiale significava cento cinture nere tutte insieme - qui, anche per questione demografica, non era la stessa cosa. Poi mi sono sempre dovuta inventare il lavoro, lasciando poche energie per il resto. Il problema di tanti bravi atleti di ‘sport minori’». Che lavori ha fatto? «Ho cercato di mettere a frutto la laurea ISEF, facendo l’istruttrice di un po’ di tutto, dal nuoto fino al fitness, con grandi soddisfazioni sia personali che professionali». Fino al ritorno di fiamma con lo judo… «Già, e questo mentre l’altro amore se ne andava. Penso di essere state una delle poche, se non l’unica in Italia, a sostenere l’esame, nel 2007, dopo anni di allontanamento, per la ‘Riammissione’ ai Quadri di allenatore dello judo. Dell’esame ho un ricordo che ancora oggi mi accompagna; alla fine della prova il Maestro Palmiro


Gaio mi disse: “Bentornata fra noi!”. Mi sono risentita a casa». Come è giunta alla presidenza del suo team Isao Okano? «Ho un nipote, classe ’99, che mi chiese di praticare judo, allora andammo assieme al palazzetto dello sport di Monfalcone e cominciammo lì. Poi assieme ad altri, tra i quali Emilio Bosazzi in qualità di vice presidente, ci siamo ritrovati a portare avanti le sorti del sodalizio, spronati anche dal fatto di aver ereditato dalla gestione precedente un gruppo di ragazzi che ci gratificano con il loro impegno». Gestire un sodalizio, di questi tempi, non è impresa facile. «Io voglio trasmettere la mia ‘verve agonistica’ a questi ragazzi, e credo anche nelle sinergie. È vero che siamo un piccolo gruppo, ma abbiamo attivato una specie di ‘gemellaggio’ con il team udinese del maestro Gigi Girardi, così possiamo partecipare assieme a loro a stage e seminari e avere più opportunità di crescita». Domanda secca: cos’è per lei lo judo? «Lo judo è il mio modo di esprimermi. Io arrivo diretta, inattesa come gli eventi della vita che ti colpiscono senza mandarti il preavviso di quindici giorni, sincera come la forza dell’avversario che evidenzia le tue debolezze, e do risposte senza fronzoli, come la reazione che devi usare per uscire da una presa. In questo ambiente ho trovato persone simili, amici fidati, come la pluricampionessa italiana e mondiale Maria Teresa la Motta, contro la quale, ai tempi della Nazionale, ho combattuto incontri per me memorabili, e Cristina Fiorentini, con la quale ho diviso la stanza per anni creando un legame di ‘fratellanza per libera scelta’, del quale vado fiera». L’ultima: chi è lo sportivo che l’ha colpita di più? «Neil Adams, più volte campione mondiale di judo degli anni Ottanta, specialista del ‘ne-waza’, la lotta a terra. Ho avuto varie occasioni di confronto con lui e mi ha colpito in tutto, dalle sue qualità atletiche a quelle tecniche e umane. E poi è anche un bell’uomo!» L’energia che Annalisa emana l’avrete percepita anche voi attraverso queste righe, perciò che dire ancora? Solo una cosa: Neil Adams, hai tutta la mia invidia, e non solo per l’oro mondiale! Bye bye. Chiunque voglia segnalare “un mito della porta accanto”, può scrivere alla redazione di iMagazine: info@imagazine.it Per rileggere tutte le puntate precedenti di “Figli di uno sport minore” visita la sezione “approfondimenti” di www.imagazine.it


Staranzano, futuro a tutto baseball

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La stagione che sta per concludersi ha regalato soddisfazioni inaspettate a livello giovanile sia in ambito maschile sia femminile. Il primo posto ottenuto sul campo dalla squadra Ragazzi dell’A.S.D. Staranzano Ducks al Torneo “Enzo Novelli” svoltosi a Ronchi dei Legionari lo scorso luglio ha premiato il costante lavoro di allenatori e dirigenti dell’Associazione, come dimostrato dai risultati ottenuti dalle squadre giovanili durante questo periodo estivo. 9° Memorial Augusto Carestia di Potenza Picena Hanno partecipato a questo torneo la squadra Ragazzi dell’annata 2004, alla prima uscita impegnativa lontano da casa. L’acco-

glienza e l’ospitalità ricevute dall’A.S.D. Baseball Club Le Pantere è stata ottima. In questa occasione i ragazzi hanno condiviso per quattro giorni la vita con loro coetanei provenienti da varie parti d’Italia. Come da tradizione non sono mancate le uscite alle Grotte di Frasassi e al mare. Sul campo da gioco i giovani si sono classificati al quarto posto su sei squadre. 23°Torneo Internazionale Memorial Federico Zuttion La squadra Ragazzi dell’annata 2002 ha partecipato a questo torneo che comprendeva otto compagini giunte anche dall’estero. La coesione in campo è stata ottima, consentendo di raggiungere la finale. Spettacolari le cerimonie di apertura e chiusura del torneo, con la Banda che ha suonato tutti gli inni nazionali degli Stati presenti. Buoni anche i risultati della categoria minibase-

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8 settembre Auguri, Andrea! Lo staff di iMagazine Buon compleanno, Andrea! Marina 10 settembre Felice anniversario, Claudia! Rodolfo 18 settembre Tanti auguri Stefano! Lo staff di iMagazine 27 settembre Buon compleanno Riccardo! Elisa, Marina, Andrea, Cesare, Graziana 1 ottobre Buon compleanno, sister! Cinzia e Nicolò 6 ottobre I migliori auguri di buon compleanno a Federica Daniela, Lucia e Fabiana 17 ottobre Tanti auguri Cesare! Tanguera & Fans 18 ottobre Per Eva: tanti auguri per i tuoi 40 anni patatona!!! Dai tuoi colleghi Francisco, Elisa e Elena 20 ottobre Congratulazioni alla neodottoressa Giorgia! Mamma Clara e papà Antonio 21 ottobre A Lorenzo tanti cari auguri di buon compleanno! I santoli 31 ottobre Buon compleanno zia Lida! The family Mandaci entro il 1º ottobre i tuoi auguri per le ricorrenze di novembre e dicembre! Li pubblicheremo gratuitamente su iMagazine! Segnalaci giorno, evento, mittente e destinatario e spedisci il tutto via e-mail (info@imagazine.it), via posta ordinaria (iMagazine, c/o via Aquileia 64/a, 33050 Bagnaria Arsa – UD) o via fax (040 566186).


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