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E D I T O R I A L E L’INFORMAFREEMAGAZINE nº 57 – anno X numero 4 luglio-agosto 2015 ISSN 1828-0722 Editore

GOLIARDICA EDITRICE srl a socio unico sede operativa: I – 33050 Bagnaria Arsa, Italy via Aquileia 64/a tel +39 0432 996122 fax +39 040 566186 info@imagazine.it Direttore responsabile Andrea Zuttion Condirettore responsabile Claudio Cojutti Responsabile di redazione Andrea Doncovio Redazione Giuliana Dalla Fior, Vanni Veronesi Area commerciale Michela De Bernardi, Francesca Scarmignan, Fabrizio Dottori, Claudio Bellè Responsabile area legale Massimiliano Sinacori Supervisione prepress e stampa Stefano Cargnelutti Hanno collaborato Stefano Caso, Mario Pozzar, Daniel Blasina, Germano De March, Paolo Marizza, Antonio Capovilla, Margherita Reguitti, Andrea Fiore, Annalisa Casarin, Livio Nonis, Cristian Vecchiet, Alfio Scarpa, Michele D’Urso, Claudio Pizzin, Michele Tomaselli, Manuel Millo, Andrea Coppola, Giuliana De Stefani, padre Enzo Poiana Registrazione Tribunale di Udine n. 53/05 del 07/12/2005 Stampato in proprio Tiratura 70.000 copie Credits copertina Giorgio Di Centa ph. DNA Sport Consulting Credits sommario :: Vanni Veronesi :: :: Claudio Pizzin :: :: DNA Sport Consulting :: :: Claudio Pizzin :: :: Giuliano Sadar :: © goliardica editrice srl a socio unico. Tutti i diritti sono riservati. L’invio di fotografie o altri materiali alla redazione ne autorizza la pubblicazione gratuita sulle testate e sui siti del gruppo l’informa srl. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, fotografie, disegni o altro non verranno restituiti, anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo, incluso qualsiasi tipo di sistema meccanico, elettronico, di memorizzazione delle informazioni ecc. senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’Editore. Gli Autori e l’Editore non potranno in alcun caso essere considerati responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati, direttamente od indirettamente, dall’uso improprio delle informazioni ivi contenute. Tutti i marchi citati appartengono ai rispettivi proprietari, che ne detengono i diritti. L’Editore, nell’assoluzione degli obblighi sul copyright, resta a disposizione degli aventi diritto che non sia stato possibile rintracciare al momento della stampa della pubblicazione.

Cari lettrici e lettori, il periodo estivo rappresenta da sempre il momento tanto atteso per le vacanze. Ovvero per staccare dal lavoro e recuperare le proprie energie in vista delle future sfide e dei futuri impegni. Ma proprio in questa visione sempre meno attuale albergano le contraddizioni che saremo costretti ad affrontare nei prossimi mesi. Il tema non sono le vacanze, ovviamente, bensì il lavoro. Dati provenienti dalla Germania, locomotiva economica europea, ci aiutano a concretizzare la questione. Il primo semestre del 2015 è stato quello caratterizzato da più ore di sciopero degli ultimi anni in terra tedesca, con milioni di lavoratori a protestare contro il peggioramento delle condizioni lavorative, accompagnato dalla persistenza di salari poco competitivi. Uno scenario destinato a provocare conseguenze inevitabili nel Paese con il tasso più basso di disoccupazione del Continente. Conseguenze che, a ruota, non lasceranno indenni nemmeno gli altri membri della Ue, Italia compresa. Perché proprio la dignità del lavoro rappresenta la sfida futura per la coesione sociale di casa nostra. Come molte altre nazioni d’Europa, anche l’Italia appare infatti sempre più un Paese spaccato in due tra lavoratori dalle vaste tutele, stipendi sicuri e solidi contributi previdenziali, e lavoratori in angoscioso affanno di un oggi dignitoso e senza alcuna certezza nel domani. Una discrepanza che cresce giorno dopo giorno nell’indifferente apaticità della classe dirigente, incapace di comprendere la potenziale bomba sociale che sta per innescarsi. Quella di una generazione di giovani che non conoscono termini come contratto a tempo indeterminato, tredicesima o quattordicesima. Giovani che non conoscono la certezza dello stipendio garantito a fine mese e che, quando sentono parlare di pensione, iniziano a rendersi conto di non sapere se e quanta ne riceveranno da vecchi, nonostante i contributi – quelli sì – vengano regolarmente versati. Secondo voi, quei giovani quando sentono parlare di rivalutazione delle pensioni da 1.500 euro o di adeguamento al costo della vita degli stipendi della Pubblica amministrazione cosa penseranno? Una domanda provocatoria che non vuole puntare il dito né contro i pensionati né contro i dipendenti pubblici che, semplicemente, beneficeranno di un loro legittimo diritto. Ma il nocciolo del problema sta proprio qui: la nostra società è sempre più divisa tra cittadini tutelati e cittadini costretti ad arrangiarsi. Due categorie con diritti diversi, ma a cui lo Stato chiede i medesimi doveri. Una contraddizione nei termini e nei fatti che, se non affrontata in modo serio, porterà con sé nubi sempre più dense all’orizzonte. Nel frattempo, a tutti voi, auguro che quest’estate – di vacanza o di lavoro – possa ugualmente essere vissuta con serenità. Non mi resta che augurarvi … buona lettura! Andrea Zuttion





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Intervista a Emanuele Bonutti, titolare di Belle et Beau a Trieste Belle et Beau, come mai questo nome? «La nostra profumeria respira un’aria francese, dall’idea di eleganza alla scelta dei prodotti, dagli accessori all’arredo teneramente provenzale…» Quando è nata quest’attività? Emanuele e Costanza, «il 22 dicembre 2011, poco prima titolari di Belle et Beau di Natale e sotto il segno del Capricorno, segno che bada alla sostanza e al business: la magia delle Feste ha infuso un carattere sognante e romantico al nostro modo di lavorare». Cosa si può trovare da Belle et Beau? «Marchi esclusivi, dal trattamento cosmetico per il viso, per il corpo e per i capelli al make up, dalle fragranze agli accessori più glamourous. Ogni prodotto, italiano, francese, giapponese o americano che sia, è sempre preceduto dalla consulenza personalizzata. E non mancano i prodotti per la casa, come i detersivi eco-chic o le fragranze per l’ambiente». Un’offerta a 360 gradi. «Un esempio aiuta a comprendere meglio il tutto. La cliente entra perché desidera cambiare il look e sceglie il nuovo rossetto: noi costruiamo il make up sulla base dei suoi desideri, le consigliamo come preparare la pelle prima del trucco, una borsa per imprimere un tocco di colore alla sua vita, un parrucchiere per il nuovo taglio di capelli, un personal shopper assistant per gli abiti…» Come si riconosce la qualità di un profumo? «Dalle materie prime, dal “coraggio” di staccarsi dalla profumeria commerciale e dalla persistenza elegante». La bontà di un profumo è spesso una questione soggettiva, tuttavia se dovessimo indicarne le caratteristiche vincenti cosa potremmo dire? «Deve farci sentire a nostro agio, farci sognare e ricordare momenti piacevoli: soltanto in questo modo lo indosseremo con piacere, saremo spontanei e seduttivi al di là dell’etichetta». Il settore della profumeria come si è evoluto in questi anni? «La clientela lascia la profumeria commerciale e sceglie quella selettiva, chiede prodotti esclusivi, consulenze mirate e molte attenzioni…» Belle et Beau è da oltre un anno partner di iMagazine: come mai questa scelta? «Per il desiderio di avvicinare i clienti più timidi che amano la carta stampata o che non osano visitarci subito, oltre che per la volontà di esporre la nostra immagine sulle pagine di una rivista diversa dalle altre». Siete anche partner del circuito iMoney: quali sono i vantaggi di questo strumento? «Il buono valore aiuta a rendere visibile un’attività: è un incentivo per i clienti e un piacevole pretesto per visitarci e chiederci informazioni…»


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S O M M A R I O

luglio - agosto 24 L’ANALISI di Paolo Marizza

20 Si può fermare il progresso?

PROTEZIONE CIVILE

54 Mai scherzare col fuoco LEGALE di Massimiliano Sinacori

FRANCESCO ROBORTELLO di Vanni Veronesi

24 In direzione ostinata e contraria 28

Colpevole ma impunito:

56 nuovi orientamenti legislativi

BRASILE di Claudio Pizzin

28 Il mondo verdeoro

SOCIALE di Manuel Millo

59 Valore Vita Virtù

GIORGIO DI CENTA di Giuliana Dalla Fior

34 Il campione silenzioso

ALCOL E PATENTI di Andrea Fiore

60 Lucidi alla guida

FRIULI SCONOSCIUTO a cura della redazione

38 Tra arte e tradizione 34

GIULIANO SADAR di Margherita Reguitti

40 Il senso della verità SHORT TRACK di Michele D’Urso

42 Con le ali ai piedi PIETRO URLI di Michele Tomaselli

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44 Nel cuore della Grande Guerra GUERRA E CAMPANILI di Alberto Vittorio Spanghero

48 Il suono dei rintocchi nella bufera

GIOVANI E RESPONSABILITÁ di Cristian Vecchiet

62 Il senso del dovere FARMACI E ABUSI di Annalisa Casarin

64 Antibiotici solo quando necessario MAGGIORANZE E MINORANZE di Giuliana De Stefani

66 I numeri… I numeri…

68 Il mestiere di scrivere 71 e segg. Gli eventi di luglio e agosto

84 e segg. Sezione locale

POLIZIA DI STATO

52 Computer sotto riscatto

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: lettere alla redazione

Ÿ San Pietro al Natisone – Gigi Delneri, Attilio Tesser e Paolo Miano sono stati nominati “testimonial etici dello sport” dalle associazioni Vallimpiadi, Euretica e Friul Tomorrow. La nomina è avvenuta nel corso di una conviviale alla presenza dei sindaci di San Pietro, Mariano Zufferli, di Savogna, Germano Cendou, e di Massimo Medves e Daniele Damele (i due promotori dell’evento), Dante Cudicio (dirigente nazionale Figc), Edy Morandini (vicesindaco di Reana del Rojale), Stefano Asquini (coordinatore nazionale di Adesso Italia), Omar Costantini, Flavio Gallizia e Simonetta D’Este.

Ÿ Gorizia – Rinnovato il Consiglio direttivo dell’associazione VegAnima Gorizia. Confermati il presidente Federico Maria Pellegatti e la vicepresidente Iva Raida, sono state nominate rispettivamente segretaria e tesoriera Laura Persoglia e Luisa Barazzetti. Giorgio Multineddu sarà l’addetto alla pagina web mentre Monica Iacumin curerà la pagina Facebook; addetto stampa è Mette Faurschou Hastrup. Eletti come consiglieri anche George Richiard, Marco Culot e Lorenzo Fabro.

Ÿ Trieste – Il sindaco Roberto Cosolini, assieme all’assessore allo Sport Edi Kraus, ha salutato in Municipio la squadra di Pallanuoto maschile vincitrice del campionato e promossa in serie A1. Oltre ai componenti della squadra, sono intervenuti il presidente della Pallanuoto Trieste Enrico Samer con l’allenatore tecnico Stefano Piccardo e il vicepresidente vicario del CONI regionale, Francesco Cipolla, nonché il presidente del Consiglio comunale, Iztok Furlanic e i consiglieri comunali Marco Toncelli e Fabio Petrossi.

Ÿ Palmanova – Il sindaco Francesco Martines e la vicesindaco Adriana Danielis accolgono una delegazione ufficiale di Cipro del Nord in municipio. Ad accompagnarli la direttrice del Civico museo Gabriella Del Frate e il professor Alberto Prelli. La visita ha rappresentato l’occasione per avviare contatti culturali di scambio, utili per lo sviluppo della comunicazione e della promozione tra le città di Nicosia e di Palmanova, accomunate dallo stesso progettista: l’architetto militare Giulio Savorgnan.

Ÿ Trivignano Udinese – Dalla proficua collaborazione tra la scuola primaria “Michele Gigante”, l’Amministrazione comunale di Trivignano Udinese e il C.O.N.I Regionale, è nata la prima giornata del “Trivibimbi – sport day”, manifestazione ideata per far conoscere agli alunni gli sport meno noti, quelli che i media non portano quasi mai al centro dell’attenzione. Maestre e ragazzini alla scoperta di nuovi scenari sportivi, culminati in due momenti: il primo ha consentito di far conoscere, parlando con tutta la scolaresca, cosa sono il baseball, le arti marziali, il rugby, la danza sportiva, il tennis, non trascurando due sport presenti in associazioni locali, come il volley e il calcio. Ospite della giornata è stato il due volte campione mondiale di corsa in montagna Stefano Scaini, che oltre a parlare ai ragazzi dello sport, ha fatto ca-

pire loro che per praticarlo ci vuole molta passione, divertimento e tanto lavoro. I ragazzi, molto attenti, hanno subissato di domande il campione, con alla fine la ricerca di un autografo e la preghiera di ... ritornare. Il secondo momento, quello clou, si è tenuto alcuni giorni dopo sul campo sportivo, dove i ragazzi hanno provato tutti gli sport sopra citati, alternandosi prima con la pallina del baseball di Buttrio, per poi passare all’ovale del rugby di Bagnaria Arsa, quindi alla musica e alla danza con il club di Palmanova, continuando con il karate e le arti marziali di Cervignano, e successivamente divertendosi con le racchette del tennis di Palmanova, per poi concludere con quattro calci al pallone e molte battute e schiacciate di pallavolo. Livio Nolis

È possibile inviare le proprie lettere e i propri commenti via posta ordinaria (iMagazine – via Aquileia 64/a – 33050 Bagnaria Arsa-UD), oppure via e-mail (redazione@imagazine.it).


L’ANALISI TECNOLOGIE DIROMPENTI Servizio di Paolo Marizza

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Si può fermare il progresso? Corporazioni e ordini professionali combattono contro l’evoluzione del mercato del lavoro provocata dalle nuove tecnologie. Luci e ombre di un futuro che è già realtà.

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Architetti contro startup, tassisti compra solo dopo aver letto delle opinioni onlicontro Uber. Sono soltanto i prodro- ne sul prodotto. E in Italia? Anche da noi il comportamento mi di ciò che le nuove tecnologie, digitali e non, ci riserveranno nel pros- d’acquisto sta cambiando e la propensione verso l’utilizzo di canali digitali sta crescendo. Perché simo futuro. Un intero Ordine professionale, quello degli Ar- online gli utenti ricevono un servizio più complechitetti, ha presentato un’interrogazione parlamen- to, possono informarsi meglio e preventivamente e tare contro una startup italiana neonata (www.co- non si dirigono più alle porte degli studi di archicontest.com), mosso dalla paura che un servizio tettura o delle agenzie viaggio (solo per fare due online di progettazione di interni sia potenzial- esempi) a chiedere preventivi. Prima cercano sul web e poi, nel caso, comprano. mente dirompente per la categoria. Ecco perché credo che intere categorie, e non Il successo delle piattaforme online – nel campo della progettazione ne esistono diverse altre – è solo i professionisti del design e gli architetti, deblegato naturalmente anche alle opportunità in più bano prepararsi ad andare online per essere preofferte ai clienti. Infatti queste piattaforme, oltre al senti su internet. Nel caso del design il numero delle piattaservizio di progettazione, offrono la possibilità di leggere recensioni sui designer che hanno realiz- forme che offrono servizi secondo la logica del zato progetti o lavori, e di apprendere i feedback crowdsourcing (strategia operativa con la quale e le valutazioni dei clienti che hanno utilizzato il XQ¶LPSUHVD VL DI¿ GD HVWHUQDPHQWH SHU OD SURGX]LR ne di un nuovo prodotto o servizio, senza l’appliservizio. Servizi online che sono già forniti anche in vari cazione del tipico controllo gerarchico delle aziensettori tra cui la pubblicità, il design di prodotto da organizzate, ndr) è in continuo aumento, con e lo sviluppo di app (sia nel mondo degli hotel e proposte e modalità di servizio diverse ma sempre dei viaggi, che in quello del design industriale). In con l’idea di fondo di agevolare e disintermediaEuropa circa l’80% dei consumatori su Internet re online l’incontro tra clienti e progettisti. I por-

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tali online che operano attraverso gli strumenti del crowdsourcing sono destinati a diffondersi sempre di piĂš. Un’interrogazione parlamentare non fermerĂ l’onda lunga dell’innovazione digitale: è solo questione di tempo. Nella vicenda Uber, servizio che permette di prenotare un’auto con conducente via smartphone, attraverso un’applicazione che consente a chiunque di utilizzare la propria auto per dare passaggi in cittĂ , si è giĂ passati ai fatti. Il Tribunale di Milano ha ordinato il blocco di UberPop su tutto il territorio nazionale con inibizione dalla prestazione del servizio, accogliendo il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti per “concorrenza sleale“ al servizio di radiotaxi. 6RWWR LO SURÂż OR GHOOD OHJLWWLPLWj GHO VHUYL]LR FÂśq da dire che la legislazione attuale, la normativa che regola il trasporto pubblico non di linea e il Codice della Strada lasciano ben poche possibilitĂ di svolgere un servizio come UberPop, essenzialmente per l’assenza di un sistema di licenze o autorizzazioni comunali. Ma i taxi hanno avuto la meglio? Ăˆ la vittoria della guerra o solo di una battaglia? Una cosa è certa: le battaglie cui assisteremo in questi e altri ambiti rievocano le forme di luddismo della prima rivoluzione industriale e, come tali, inevitabilmente destinate a soccombere, prima o poi, sotto il peso delle nuove tecnologie. All’epoca nacque in tutta Europa un movimento che prese il nome dal suo leader, Ned Ludd, (da cui “luddismoâ€?), che guidava la protesta degli operai tessili della Slesia, ai quali le primitive “automazioniâ€? della prima Rivoluzione Industriale avevano portato via il lavoro. Ciò che vale la pena chiedersi è però se queste prime scaramucce siano solo delle anticipazioni di FRQĂ€ LWWXDOLWj DOODUJDWH FKH PHWWRQR LQ JLRFR LO UDS porto tra consumatori (in termini di vantaggi derivanti dalla concorrenza perpetrata dai servizi alternativi ai taxi) e lavoratori e categorie professionali (in termini di disintermediazione da parte dei nuovi servizi e quindi di disoccupazione indotta). Consumatori e lavoratori che peraltro spesso coincidono nelle stesse persone. L’impatto delle nuove tecnologie, e piĂš generale i casi commentati, sono solo la punta dell’iceberg. Per esempio Jeffrey Sachs, dalla Columbia University, avverte che le “macchine intelligentiâ€? in una generazione o due potrebbero distruggere milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Altri studiosi, analizzando gli impatti della automazione dei posti di lavoro tramite computer in settecento professioni negli Stati Uniti, hanno de-

Google Driverless Car: l’auto che si muove senza pilota

terminato che è a rischio il 47% dei lavori entro uno o due decenni. Altri hanno fatto lo stesso calcolo per alcuni Paesi europei e sono arrivati a prevedere una percentuale di posti di lavoro a rischio, entro dieci anni, del 42%. Uno dei settori piĂš immediatamente minacciato è quello automobilistico. Le “auto senza pilotaâ€? potranno conquistare l’intero mercato: nessuno le FRPSUHUj SL VL DIÂż WWHUDQQR L’industria automobilistica rischia cosĂŹ di subire trasformazioni radicali e con essa tutti i suoi “satellitiâ€?, dai controllori dei parcheggi alle assicurazioni auto. Anche il mondo delle Assicurazioni e delle Banche, sebbene protetto da regolamentazioni, viene investito dalla marea montante dell’innovazione. Negli ultimi cinque anni gli investimenti in startup nel mondo assicurativo sono nell’ordine dei 2,5 miliardi di dollari e nel solo 2014 il numero di investimenti in startup è aumentato di 10 volte. /D GLJLWDOL]]D]LRQH GHL VHUYL]L QHO VHWWRUH Âż nanziario, si parla di Fintech, crea minacce di disintermediazione anche per le banche non solo nei sistemi di pagamento, nel trade Âż nance e nella gestione del risparmio, ma anche in relazione alla digitalizzazione di importanti processi interni, replicabili a basso costo da parte di soggetti agili H Ă€ HVVLELOL /H LQL]LDWLYH VRQR SHU RUD GLVSDUDWH H frammentate: la minaccia potrĂ venire dall’emergere di integratori/consolidatori di piattaforme, una sorta di Amazon Bank, che potrebbe cambiaUH VLJQLÂż FDWLYDPHQWH LO PRGHOOR GL EXVLQHVV GHOOD banche tradizionali. Sono solo alcune delle nuove realtĂ che si affacFLDQR Âż JOLH GL XQ IHQRPHQR JLj LQ FRUVR VRWWR L QR stri occhi, anche se i piĂš continuano a concepirlo in termini e tempi da fantascienza. Certamente le disruptive innovations (come YHQJRQR GHÂż QLWH TXHVWH QXRYH LQQRYD]LRQL VRQR TXHOOH FKH VWDQQR PRGLÂż FDQGR L QRVWUL VWLOL GL YLWD

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con un impatto professionale e sociale non indifferente. Ora emergono macchine sempre nuove, sempre piĂš “intelligentiâ€?, piĂš potenti, HIÂż FDFL H VRSUDWWXWWR VHPSUH PHQR FDUH ,Q DO tre parole, la concorrenza delle nuove macchine è giĂ in corso. Non si può trascurare infatti l’impatto che le innovazioni dirompenti hanno sul mercato del lavoro. Le nuove tecnologie portano nuovi metodi di produzione e quindi una automazione che potrĂ scalzare anche la manodopera specializzata. Questa però è a nostro avviso una visione troppo facile da adottare e troppo conservatrice. In merito a queste traiettorie future ci sia FRQFHVVR LO EHQHÂż FLR GHO GXEELR JOL VFHQDUL FDWDVWURÂż FL QRQ VHPEUDQR FRVL LQHOXWWDELOL OD cosiddetta “disoccupazione tecnologicaâ€? può avere un impatto non cosĂŹ generalizzato, ma FRQÂż QDWR DG DOFXQL VHWWRUL H LQ RJQL FDVR SR trebbe rappresentare un processo di trasformazione transitorio, come giĂ avvenuto in diversi momenti nei 200 anni di evoluzione industriale e socioeconomica. Tante attivitĂ e operazioni che per noi umani sono facili da eseguire nel mondo reale non sono semplici per un computer o un robot. Per XQÂśLQWHOOLJHQ]D DUWLÂż FLDOH L SUREOHPL GLIÂż FL li sono facili e viceversa. Ăˆ il cosiddetto paradosso di Moravec, un esperto del settore: i computer hanno superato l’uomo nel gioco degli scacchi, ma parlando di percezione e mobiOLWj q GLIÂż FLOH GDUJOL OH FDSDFLWj GL XQ QHRQDWR E allora quali saranno le categorie piĂš colpite dalla nuova era delle macchine? Gli analisti GHL PHUFDWL Âż QDQ]LDUL JOL LQJHJQHUL GHO FDOFROR strutturale, i tecnici di laboratorio oppure i manutentori, gli infermieri, i musicisti? Molti preconizzano l’avvento di una rivoluzione industriale che condurrĂ a un’economia del post-lavoro. Ma in molti campi le persone hanno capacitĂ che non saranno sostituite e altre che non lo saranno ancora per qualche decennio. Per il momento il modo migliore per affronWDUH TXHVWH VÂż GH q IDU FUHVFHUH OÂśHFRQRPLD H FRQ essa le prospettive del lavoro. E nel frattempo progettare politiche e misure che ci possano traghettare verso nuovi equilibri sociali ed economici nel modo meno traumatico possibile.

Paolo Marizza Paolo Marizza è Docente DEAMS-Università di Trieste e Partner di Financial Innovations


ALLA SCOPERTA DI... FRANCESCO ROBORTELLO, UMANISTA (1516 - 1567) Servizio di Vanni Veronesi

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In direzione ostinata

e contraria

Primo editore di opere dimenticate e pioniere della filologia moderna, nel XVI secolo l’udinese Francesco Robortello rivoluziona il mondo del sapere ponendo le basi per una cultura che oggi definiamo ‘europea’. Acclamato all’estero ed emarginato in patria, la sua vita è un viaggio in solitaria nella veritĂ della conoscenza. Una storia affascinante che iMagazine ha voluto riscattare dall’oblio.

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Una carriera fulminea

ÂŤNon fu allevato a Udine, bensĂŹ nelle foreste della Carnia, ossia fra i monti dell’Italia piĂš remotaÂť: cosĂŹ scrive, in segno di disprezzo, il modenese Carlo Sigonio nelle sue Discussioni padovane (1564) a proposito di Francesco Robortello, il nemico intellettuale di tutta una vita. Che invece nasce il 9 settembre 1516 proprio a Udine, dove compie i primi studi letterari per poi trasferirsi a Bologna, ancora giovanissimo; qui segue le lezioni di Romolo Amaseo, anch’egli udinese, il piĂš celebre umanista del tempo. Il talento GL 5RERUWHOOR q SUHFRFH Âż QLWL JOL VWXGL D WHPSR GL UHFRUG inizia a peregrinare fra Venezia, Padova e Firenze in quaOLWj GL SUHFHWWRUH GHL Âż JOL GL EXRQD IDPLJOLD LQ DWWHVD GL XQ incarico pubblico. Che arriva a soli ventun anni, a Lucca, piccola e orgogliosa Repubblica indipendente, dove nel 1537 inizia il suo primo corso di letteratura classica, dedicato a Virgilio. Qui, nel 1541, approda anche Celio Secondo Curione, l’erudito che, con il pretesto di educare i giovani alla cultura, tenta di diffondere il verbo della Riforma protestante: è proprio Robortello a denunciarlo, portando alla cacciata di Curione dalla cittĂ . Questo zelo, in un momento in cui le idee di Lutero trovano simpatizzanti anche in Italia, gli vale le prime antipatie: poco tempo dopo, la morte di un oscuro professore lucchese, Pie24

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tro Vicentino, viene attribuita da alcune malelingue proprio a Francesco per semplici screzi accademici. Una calunnia, naturalmente, ma è la prima di una lunga serie; perchÊ quella di Robortello sarà una vita in trincea.

La rivoluzione della Poetica Nel 1543, mentre Francesco pubblica il suo primo libro di Annotationes su autori greci e latini, arriva la chiamata attesa da tutta la vita: l’UniversitĂ di Pisa, appena riaperta da Cosimo de’ Medici, cerca nuovi docenti per riportare l’ateneo alla gloria del Trecento. Per l’umanista udinese è un’occasione unica; lavorare per i Medici LQIDWWL VLJQLÂż FD HQWUDUH QHO VRO co di una tradizione gloriosa: quella di Marsilio Ficino, Angelo Poliziano, Giano Lascaris, che nel Quattrocento erano stati il faro della civiltĂ europea, in particolare per la riscoperta del greco antico. Robortello non vuole essere da meno e cosĂŹ, messo da parte il Virgilio degli anni lucchesi, si avvicina allo studio di Aristotele, partendo dalla Retorica e arrivando alla Poetica. Un’opera che, ai suoi tempi, è avvolta nella leggenda; le pur meritorie traduzioni latine e italiane giĂ esistenti sono poco note e bisogna attendere il 1508 per avere la prima edizione a stampa in lingua greca, pubblicata a Venezia da Aldo Manuzio. Nessuno, però, ha ancora azzardato una interpretazione sistematica dell’opera: ci pensa proprio Francesco nel 1548, dando alle stampe le Explicationes in librum Aristote-


Frontespizio del commento alla Poetica di Aristotele curato da Francesco Robortello (1548). Pagina accanto: Padova, Basilica di S. Antonio, Chiostro del Noviziato: dettaglio del monumento funebre a Francesco Robortello.

lis de Arte Poetica, il primo, monumentale commento al WUDWWDWR GHO Âż ORVRIR JUHFR /D GHÂż QL]LRQH GHOOD SRHVLD OD FODVVLÂż FD]LRQH GHOOH VXH IRUPH OH FDUDWWHULVWLFKH GHOOÂśHSL ca, l’origine del teatro, le unitĂ di tempo, spazio e azione, OÂśHIIHWWR SXULÂż FDWRUH OD FRVLGGHWWD ÂľFDWDUVLÂś GHOOD WUDJHGLD LO FRQFHWWR GL ÂľLPLWD]LRQH GHO YHURÂś JOL DUJRPHQWL DIIURQWD WL GD $ULVWRWHOH Âż QDOPHQWH UHVWLWXLWL DO SXEEOLFR GHJOL LQ tellettuali grazie a un’esegesi completa, si diffondono in tutta Europa provocando un vero terremoto culturale, ma anche una ondata di astio da parte dei colleghi dell’Udinese. E se Giulio Cesare Scaligero si limita a insultarlo con l’epiteto di ÂŤbestiaÂť, nel 1550 Vincenzo Maggi pubblica a sua volta un commento alla Poetica, nel quale afferma che sarebbe un ÂŤcrimine di empietĂ Âť non mettere in guardia i giovani dagli errori di Robortello, colpevole di non aver interpretato i precetti aristotelici in chiave moralistico-pedagogica, ossia cattolica. Un’obiezione tanWR YHUD TXDQWR DVVXUGD SHU XQ Âż ORORJR puro come Francesco, il cui unico riferimento è la veritĂ del testo; ma nell’Italia della Controriforma - il Concilio di Trento ha aperto i battenti cinque anni prima - non c’è spazio per un non allineato: triste ironia della sorte per uno che, nel 1541, aveva denunciato un protestante. L’Aristotele di Maggi, lontanissimo da quello di Robortello, assurge dunque a unico modello possibile per gli autori di teatro e di poesia, imponendo sull’Italia una cappa di classicismo che diventerĂ OD IRJOLD GL Âż FR GHOOD UHSUHVVLRQH

Sopra: Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. Gr. 32.9: manoscritto con le opere di Eschilo. Al foglio 136 r. la mano di un umanista ha segnalato, in alto, il titolo dell’opera (Coefore) trasmessa senza stacco rispetto al testo precedente (Agamennone). Si notino, tutto intorno al testo, le numerose note a margine (chiamate in gergo ¿lologico ¾scoli’) che Robortello pubblicherà per primo nel 1552. Sotto: edizione a stampa delle tragedie di Eschilo (1552): Robortello segnala, primo al mondo, che alla ¿ne del dramma Agamennone i manoscritti hanno perso molti versi e che il testo successivo appartiene a una tragedia differente, ossia le Coefore.

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Sopra da sinistra: - edizione principe del Libro di arte militare di Eliano (1552), curata da Robortello; - all’interno dell’edizione principe di Eliano, Robortello riporta delle interessanti illustrazioni di carattere militare; - edizione principe del trattato greco Del sublime (1554), curata da Robortello; il capolettera iniziale riporta una curiosa raf¿gurazione di guerra. Qui sotto: estratto dal 'H DUWL¿ FLR GLFHQGL di Francesco Robortello (1567). Si noti la trattazione schematica, con gra¿ci ed elenchi, come in un manuale scolastico moderno.

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Gli anni d’oro Intanto, nel 1549, Francesco passa a Venezia. Qui nel 1552 pubblica un’edizione delle tragedie di Eschilo che farĂ storia: è lui, infatti, a riconoscere per primo la caduta, nella tradizione manoscritta, di un’intera sezione a cavallo fra le tragedie Agamennone e Coefore, comprendendo che i due testi, trasmessi senza soluzione di continuitĂ , sono invece opere separate; fondamentale, inoltre, il suo contributo alla corretta distribuzione delle battute fra i vari personaggi e alla giusta scansione metrica dei versi, due elementi trasmessi con estrema confusione dai codici medievali. Ma il 1552 è anche l’anno delle editiones principes, ossia delle prime pubblicazioni a stampa GL DXWRUL Âż QR D TXHO PRPHQWR WUDVPHVVL XQLFDPHQWH FRQ OD FR pia manoscritta: spettano a Robortello, infatti, le prime assoOXWH GHJOL DQWLFKL FRPPHQWL D PDUJLQH L FRVLGGHWWL Âľscoli’) ad Eschilo e del Libro di arte militare di Eliano, autore greco del II sec. d.C., da lui tradotto in latino. Questa tempra da pioniere gli vale la promozione, nello stesso 1552, all’UniversitĂ di Padova, ma per trovare uno stampatore disposto a pubblicare la sua ennesima edizione principe deve rivolgersi alla lontana Svizzera: cosĂŹ, la prima assoluta del trattato Del sublime, opera greca del I sec. d.C. annoverata fra i piĂš begli esempi di critica letteraria di tutti i tempi, esce a Basilea nel 1554, per i tipi di Johannes Herbst, ben felice di dare spazio al lavoro di Robortello. A cui, intanto, sulla cattedra veneziana è successo il sopra citato Carlo Sigonio, che nel 1553 sferra contro l’umanista udinese un attacco durissimo: una polemica su questioni di antichitĂ romana che travalicherĂ subito sul personale e occuperĂ i due contendenti in una lotta lunga dieci anni, combattuta a colpi di opuscoli e di cattedre sottratte l’uno all’altro. Nel 1557, stanco dell’ostilitĂ padovana, Francesco accetta l’invito dell’universitĂ di Bologna, non prima di aver dato alle stamSH XQÂśDOWUD RSHUD PDL QHPPHQR FRQFHSLWD Âż QR DG DOORUD LO De arte critica sive ratione corrigendi antiquorum libros disputatio LO SL DQWLFR PDQXDOH GL Âż ORORJLD ,Q HVVR 5RERUWHOOR GH OLQHD L SULQFLSL GL TXHOOD FKH RJJL GHÂż QLDPR Âľcritica del testo’: la necessitĂ di confrontare tutti i manoscritti della stessa opera SHU WURYDUH LO WHVWR PLJOLRUH OR VWXGLR GHOOH DQWLFKH JUDÂż H H GHO OH Âż OLJUDQH FDUWDFHH SHU ULFRQRVFHUH OÂśHSRFD GL FRQIH]LRQH GHL


FRGLFL OD FODVVLÂż FD]LRQH GHJOL HUURUL WLSLFL GHJOL DPDQXHQVL nella copiatura, i criteri per correggere un brano riconosciuto come errato. Emblematica la sua introduzione: Se guardi al Âżne della nostra trasmissione, Tuella che stiamo in Tuesto momento per presentare, puoi dire che si tratta di restituire gli antichi scrittori alla loro antica chiarezza. Sono invero di grande utilitĂ coloro che si dedicano alla correzione dei classici. Infatti, se è vero che i concetti vengono espressi con le parole, necessariamente ignorerai i concetti stessi, laddove le parole siano corrotte. E non c’è chi non veda Tuanto danno arrechi l’ignoranza dei concetti, specialmente nel caso di discipline importanti. ĂŠ fondamentale dunTue la professione del correggere i testi antichi [‌]: una volta restituiti al loro splendore, infatti, piĂš facilmente si possono capire e spesso una sola parola raddrizzata offre la nozione di un Tualche grosso concetto, che non conosciamo affatto o conosciamo confusamente. Eppure, anche per il De arte critica il successo arride solo all’estero, tanto che il volume sarĂ ristampato a Francoforte nel 1604, ad Amsterdam nel 1662 e ad Hannover nel 1746, mentre in patria le polemiche degli avversari oscurano tutti i meriti dell’opera, troppo rivoluzionaria per l’Italia di allora.

L’ultima fase Nel 1560 Robortello ottiene una piccola rivincita: la Serenissima, infatti, lo richiama a Padova, costringendo Carlo Sigonio al trasferimento a Bologna. Ma i tempi delle granGL HGL]LRQL VRQR Âż QLWL DEEDQGRQDWH WXWWH OH SROHPLFKH D SDU tire dal 1563, Francesco decide di dedicarsi completamente ai suoi allievi, con i quali instaura un rapporto straordinario, e a pubblicazioni pensate appositamente per loro, come il 'H DUWLÂż FLR GLFHQGL SUDWLFR PDQXDOH GL Âż JXUH UHWRULFKH A seguire le sue lezioni, però, sono soprattutto gli studenti del Nord Europa, che accorrono spinti dalla fama di quell’umanista udinese che ha fatto scoprire al mondo la Poetica di Aristotele e altri testi dimenticati. E nel 1567, quando una pleurite lo porta via per sempre, sarĂ proprio un gruppo di studenti tedeschi a realizzare per lui, morto in povertĂ , un monumento funebre:

Sopra: Padova, Basilica di S. Antonio, Chiostro del Noviziato: il monumento funebre a Francesco Robortello. Sotto: - Padova, Basilica di S. Antonio, Chiostro del Noviziato: dettaglio della dedica a Robortello da parte degli studenti tedeschi (alla Tuinta riga si intravede la scritta natio germanica); - Padova, Basilica di S. Antonio: panoramica sul Chiostro del Noviziato. Sul lato destro del porticato, incorniciato dal secondo arco a partire dal centro, spicca il monumento funebre a Francesco Robortello.

A Francesco Robortello, udinese, chiarissimo professore di arte retorica e ÂżlosoÂża morale, che in vari Âżorentissimi ginnasi d’Italia insegnò pubblicamente con grande notorietĂ di fama per trent’anni completi, la nazione tedesca pose unanime per il benemerito precettore a perpetua memoria della propria gratitudine d’animo. 9isse per anni cinTuanta, mesi sei, giorni 9. Moru il 18 aprile 1567. La toccante dedica in latino è ancora leggibile sul monumento oggi conservato nel Chiostro del Noviziato adiacente alla Basilica di S. Antonio, a Padova. Unico segno di gratitudine per una vita ingiustamente dimenticata, spesa a viaggiare verso la conoscenza. In direzione ostinata e contraria.

Vanni Veronesi |

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VIAGGI E METE BRASILE Servizio e immagini di Claudio Pizzin

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Il mondo

verdeoro

Dai simboli di Rio de Janeiro ai paesaggi sconfinati dell’Amazzonia, fino ai paesaggi mozzafiato di Salvador de Bahia. Tra distanze infinite e animali di ogni specie, un viaggio nella nuova potenza del Sud America.

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La vista sull’orizzonte in cima al Cristo Redentore rappresenta meglio di ogni altra immagine l’immensità, il fascino e la religiosità del Brasile. È mattino presto, e dopo un breve viaggio in furgoncino dal nostro hotel nel centro di Rio de Janeiro e l’aiuto dell’ascensore, i nostri occhi ora dominano la città, osservando il grande affollamento di gente nel piazzale sottostante. Emozioni intense che continuiamo a vivere poco dopo all’interno del Bondinho, la cabinovia che ci conduce sul colle del Pan di Zucchero, altro simbolo di questa metropoOL GDOOH LQ¿ QLWH EHOOH]]H QDWXUDOL &RPH OD spiaggia di Ipanema, che raggiungiamo assieme alla nostra guida Debora, per concederci un momento di relax.

L’indomani ci muoviamo con l’autobus, il mezzo più economico (ma anche rapido), in direzione del Giardino Botanico: impossibile non restare affascinati di fronte ai ¿ RUL H DOOH SLDQWH FKH VL VFKLXGRQR GDYDQWL D QRL Rio è anche la sua gente, quella che abita nei quartieri ricchi e quella che popola le povere favelas. A bordo di un combi raggiungiamo una di queste: tra le sue vie ci sentiamo osservati, ma nessuno si avvicina, concedendoci di VFDWWDUH LQ WUDQTXLOOLWj DOFXQH IRWR VXJJHVWLYH &RVu FRPH suggestiva si rivela, poco dopo, la Scalinata Selarón, a cavallo tra i quartieri di Lapa e Santa Teresa, realizzata dall’omonimo artista cileno come suo personale omaggio al Brasile. Il giorno seguente entriamo nel tempio del calcio: in una parola, Maracanà /H JLJDQWRJUD¿ H GL =LFR H *DUULQ cha, gli spogliatoi, la tribuna stampa: immagine viste solo LQ WY GLYHQWDQR LPSURYYLVDPHQWH FRQFUHWH &RPH O¶LQGH scrivibile emozione provata entrando sul campo di gioco, In questa pagina due favelas a Rio. Per visitarna in sicurezza è raccomandabile ricorgersi a guide specializzate; spesso molti procacciatori propongono escursioni a prezzi stracciati: il più delle volte sono sinonimo di fregature. Il consiglio degli esperti è unanime: non rischiate la vita per risparmiare qualche soldo.

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FDOFDWR GDL SL JUDQGL JLRFDWRUL GHO PRQGR &L VHGLDPR sulle panchine che hanno ospitato allenatori provenienti da tutto il pianeta: sembra quasi di sentire il boato della folla e le inconfondibili urla dei radio-telecronisti che accompagnano i gol segnati. 0XVLFD D WXWWR ULWPR LQYHFH DFFRPSDJQD OH VÂż OD te oceaniche del Carnevale di Rio. La visita al Sambodromo diventa quindi tappa obbligata per comprendere la cultura e il folklore carioca. Impossibile non provare alcuni dei vestiti utilizzati durante la kermesse‌ E mentre il giorno volge verso la sera, ci concediamo un giro per la mitica spiaggia di Copacabana. Essendo un giorno infrasettimanale non è molto affollata, regalandoci la posVLELOLWj GL JRGHUFL XQD OXQJD SDVVHJJLDWD Âż QR DO IRUWH DI fascinati da un meraviglioso tramonto. L’indomani lasciamo Rio con destinazione Cuiaba, da dove – dopo quattro ore di auto – iniziamo il tour verso il Pantanal, la pianura alluvionale piĂš grande del mondo. Arriviamo nel tardo pomeriggio e, verso sera, ci concediamo un giro a cavallo di un’oretta. L’indomani inizia la nostra serie di incontri con gli animali del luogo: lungo la strada principale avvistiamo caiPDQL FDSLEDUD H XFFHOOL GL YDULH VSHFLH &L DGGHQWULD mo all’interno della foresta, ma le due ore di passeggiata sono un assalto continuo di mosquitos. La successiva escursione in uno degli innumerevoli canali ci regala angoli di natura speciali, come gli scatti ai falchi che dominano il cielo sopra di noi.

Tre scorci di Rio de Janeiro. Sopra da sinistra: - la statua del Cristo Redentore; - il “Pan di Zuccheroâ€?, con in cima la stazione della cabinovia. Qui sotto il nostro inviato Claudio Pizzin assieme alla moglie Lucia mentre sosta sulla famosa Scalinata Selaròn.

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Dall’alto: - l’interno del rinnovato stadio Maracanà ; - la statua in onore del giocatore brasiliano Zico all’interno dell’impianto; - il Sambodromo di Rio dove si svolge la s¿lata di carnevale piÚ famosa al mondo.

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$O ULHQWUR D &XLDED OD WDSSD VXFFHVVLYD q Manaus. Dopo un giro nei luoghi caratteristici del centro cittadino, decidiamo di prelevare alcuni Reais (valuta brasiliana) al bancomat, scoprendo che le cifre giornaliere concesse sono però irrisorie. Poco male, nella foresta non ci serviranno soldi. L’indomani, infatti, partiamo per l’Amazzonia. Lasciata Manaus e il suo caldo afoso, attraversiamo il punto d’incontro tra il Rio delle Amazzoni e il Rio Negro, dove le rispettive acque dai colori diversi sembrano ULÂż XWDUH GL PHVFRODUVL GDQGR YLWD D XQ YHUR H SURSULR FRQ Âż QH YLVLYR 'RSR DYHU FDPELDWR GLYHUVL PH]]L GL WUDVSRU to, saliamo a bordo di una lancia leggera che, nonostante la pioggia battente, in 45 minuti ci conduce nel lodge che per alcuni giorni sarĂ la nostra casa. Arriviamo completamente inzuppati d’acqua, ma per fortuna nel pomeriggio il tempo migliora. Dopo un pasto frugale, accompagnati da un nativo iniziamo l’escursione su un braccio del Rio Negro. Temperatura e clima sono ottimi: avvistiamo il bradipo dal lento incedere, numerosi uccelli e, sorpresa delle sorprese, posVLDPR DPPLUDUH OH HYROX]LRQL GL XQD IDPLJOLROD GL GHOÂż QL rosa (padre, madre e quattro piccoli) che, saltando e riePHUJHQGR DWWRUQR D QRL VHPEUDQR IDUFL OH IHVWH &RPLQFLD a calare il sole e riusciamo goderci un tramonto stupendo. Al rientro al lodge bramiamo la meritata cena, ma le sorSUHVH QRQ VRQR Âż QLWH D PHWj GHO SDVWR PDQFD LPSURYYL samente la luce, che ritornerĂ solo l’indomani. Anche se è presto ci corichiamo per un lungo riposo, mentre fuori piove a dirotto. Ma questa è la foresta‌ Il giorno successivo il tempo sembra tenere: ci avventuriamo i mezzo agli arbusti, dapprima avvistando una piccola rana velenosissima, quindi – dopo diverse peripezie – la guida ci fa ammirare alcune tarantole, anche loro velenose. Dopo tre ore rientriamo alla base per il pranzo. Il pomeriggio sembra non prospettare niente di buono: infatti piove a dirotto.


L’indomani la sveglia è alle 5 del mattino per poter ammirare uno spettacolo unico: l’alba in Amazzonia. Osserviamo incantati il sorgere del sole mentre il tempo scorre veloce. Dopo un’abbondante colazione ci rechiamo alla casa dei nativi. Seppur poveri, possiedono la grande digniWj GL FKL ODYRUD H IDWLFD SHU XQ SH]]R GL SDQH &L DWWHQGRQR ansiosi di farci vedere come lavorano la manioca: ci ospiWDQR QHOOD ORUR XPLOH FDVD GRYH FRQRVFLDPR DQFKH L WUH Âż gli che stanno guardando la televisione, il pane quotidiano dei brasiliani. Nel pomeriggio prosegue il nostro giro sul Rio Negro; sugli alberi immortaliamo dapprima degli iguana poi un bradipo che si muove lentamente. La giornata giunge al termine: giusto il tempo per mettere assieme gli appunti che è giĂ ora di coricarsi. Stanchi ma contenti per aver vissuto qualcosa di particolare. Prima tappa del giorno seguente è l’Albero Grande: pianta antica di quasi 300 anni. Durante il tragitto si abbatte improvvisamente un forte temporale che ci costrinJH D VRVWDUH LQ XQ QHJR]LR LQ ULYD DO Âż XPH 8QD FDVD JDO leggiante dove c’è in vendita di tutto. Finalmente giungiamo a destinazione, restando a bocca aperta: la maestositĂ dell’albero è impressionante, resa ancora piĂš forte dalOD SURVSHWWLYD GD VRWWR 8QÂśLPPDJLQH FKH FL UHVWD LPSUHV sa durante tutto il viaggio di ritorno, interrotta solo dalla vista mi numerosi tucano. Sotto la pioggia che sembra non abbandonarci mai, riprendiamo la strada verso Manaus, per una nuova escursione nell’immensitĂ dell’Amazzonia. Si parte in barca di buon mattino per visitare le abita]LRQL Ă€ RWWDQWL 8QD IDPLJOLD FKH YL DELWD DOOÂśLQWHUQR FL ID vivere l’emozione di tenere in mano un giovane bradipo, un pitone e un caimano. Solo un assaggio di quello che ci attente addentrandoci nella foresta. Qui incontriamo curiose scimmiette e, soprattutto, un anaconda. Dopo tanti animali torniamo tra gli uomini, visitando una comunitĂ di nativi che per noi eseguono balli tradizionali coinvolJHQGRFL QHOOH GDQ]H 8QD JLRUQDWD FRVu QRQ SXz FKH FKLX GHUVL FRQ XQÂśHPR]LRQH XQLFD LO EDJQR FRQ LO GHOÂż QR URVD 2JQL FRPPHQWR LQ TXHVWR FDVR VDUHEEH VXSHUĂ€ XR

Dall’alto in senso orario: - un caimano nelle acque del Rio Negro; - un esemplare di capibara assieme al suo piccolo; - comunità di nativi nella Foresta Amazzonica; - l’Albero Grande, pianta antica di quasi 300 anni.

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Sopra: - un bradipo si rilassa tra gli alberi della foresta; - un del¿no rosa mentre riceve del cibo da un indigeno. Sotto: - esemplare di pappagallo Ara Ara nella foresta del Pantanal; - originale acquisto del gelato direttamente sulle acque del Rio delle Amazzoni.

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L’indomani ripartiamo da Manaus assieme a tre americani. Dopo circa due ore di viaggio raggiungiamo il punto di inizio escursione verso la caverna Maroaga. Il tragitto è impervio. A un certo punto la nostra guida ci avvisa che spegnerà la torcia. Per tre minuti restiamo avvolti dal buio, rapiti dallo scorrere dell’acqua e dal respiUR GHL QRVWUL FRPSDJQL 8Q¶HPR]LRQH GLI¿ FLOPHQWH ULSHWL ELOH &RVu FRPH LO IDVFLQR GHL SRWHQWL YRUWLFL G¶DFTXD H GHL giochi di luce che ci regalano le cascate presso il Santuario di Figueiredo. L’ultimo giorno a Manaus lo trascorriamo gironzolando tra le bancarelle del mercato artigianale nella zona del porto e visitando il locale centro commerciale. La sera degustiamo una Sopa Amazonica in un locale del centro, osservati dal maestoso teatro Amazon. L’indomani ci imbarchiamo sulla Mn Rondonia, nave che sarà la nostra casa per i successivi quattro giorni. A bordo si trova di tutto: dai venditori di cibo a quelli di cellulari, radio, corde, catene d’oro, orologi… Al momento della partenza, con le puntuali due ore di ritardo, i bambini sono emozionatissimi accanto ai loro genitori, qualcuno si è sistemato nelle amache sul ponte sfogliando distrattamente una rivista, altri inviano sms con il cellulare: nei prossimi quattro giorni saremo senza contatti con l’esterno nella più totale indifferenza gli uni dagli altri. Dopo il primo attracco per operazioni di carico e scarico a Parintis, nello scalo successivo a Santarem decido di scendere. Mentre vengono imbarcati camion interi di banane e pomodori, tra le grida degli scaricatori e i rumori dei motori, improvvisamente appare la polizia SHU XQ¶RSHUD]LRQH GL YHUL¿ FD H FRQWUROOR QHO EDWWHOOR YLFL no al nostro, dal quale scendono ammanettati tre giovani e una signora. La mattinata scorre lenta; annoiati ci portiamo sul ponte di comando per prendere il sole. Il pomeriggio non ci riserva particolari emozioni: dopo una breve sosta a Monte Alegre, si riparte mentre iniziano a calare le omEUH GHOOD VHUD &HQLDPR FRQ arroz (pollo e riso) e un piatto che completo comprende anche improvvisati spaghetti, verdura e gli immancabili fagioli... Il giorno successivo percorriamo un tratto molto stretto del Rio delle Amazzoni e sembra quasi di poter toccare con la punta delle dita la foresta. Mentre osserviamo la natura, vicino al nostro catamarano compaiono piccole imbarcazioni con bambini in attesa. Improvvisamente dalla nave vengono lanciate borse di nylon prontamente raccolte dai ragazzini che ringraziano felici. Questi lanci si susseguono lungo il tragitto, alternando alla felicità la pena per coloro che non riescono a prendere le borse. Ma


OH VRUSUHVH QRQ VRQR Âż QLWH $OFXQH LPEDUFD]LRQL VL OHJD no al nostro catamarano e, con manovre pericolosissime, aiutandosi con le corde alcuni ragazzini salgono a bordo per vendere gamberi e gamberoni in‌ sacchetti di nylon. Il piĂš grande avrĂ 8 anni. Scorgo uno bambina che di anni QRQ QH DYUj SL GL ,Q XQ SUHFLVR LVWDQWH FRVu UDSLGDPHQ te come sono saliti, tutti i piccoli ridiscendono avventurosamente verso le rispettive imbarcazioni. Quello che sembra essere il capo, dopo essersi accertato che la lancia sia stata messa in moto, decide di slegare la barca e tenendo EHQ VWUHWWD OD IXQH VL JHWWD QHO Âż XPH , VXRL FRPSDJQL SHU evitare che possa essere risucchiato dal vortice delle eliche, lo recuperano con una manovra di traino, attendono che salga a bordo e si allontanano. Dopo una notte per niente tranquilla arriviamo a Belem &L DWWHQGH XQ EHO VROH H SHU SULPD FRVD SUHQRWLDPR un volo per Salvador de Bahia per l’indomani, concedendoci poi una passeggiata nel mercatino domenicale e una visita in bus al giardino botanico. L’indomani dopo 4 scali e un viaggio di circa 6 ore DWWHUULDPR D 6DOYDGRU 8Q WD[L FL DFFRPSDJQD DO Pelourinho, la zona storica della cittĂ che si trova nella parte alta. Nella piazza principale individuiamo un b&b grazie alle indicazioni di un’amica di Rio e iniziamo il nostro tour in centro. Visitiamo la chiesa di S. Francisco, tutta ricoperta d’oro, e ci addentriamo nelle viuzze della zona e nelle numerose botteghe artigiane mentre la sera inizia a calare. Il giorno seguente piove. Visitiamo il Santuario SenKRU GR %RQÂż P, famoso per i nastrini colorati annodati nella recinzione esterna e in alcune zone interne: segni di devozione e di richiesta d’aiuto. Raggiungiamo il mercato artesanal SHU OH FRPSHUH GL ULWR &HQLDPR LQ XQR GHL locali del centro; la serata è calda e molto umida, dappertutto si sente musica. La gente passeggia tranquilla per le strade soffermandosi di tanto in tanto a curiosare fra le botteghe che propongono sempre gli stessi prodotti. Dopo un giorno di relax arriviamo a Praia do Forte per visitare il progetto Tamar per la salvaguardia delle tartarughe e quindi dirigerci alla spiaggia di Guarajuba per un bagno ristoratore. Acqua splendida come quello dell’Avenida Oceanica a Ponta do Farrol, dove ci godiamo una passeggiata in ULYD DO PDUH UHVSLUDQGR LO GROFH VDSRUH GL VDOVHGLQH *LR YDQL VXUÂż VWL LQWDQWR VÂż GDQR OH RQGH GHOOÂś2FHDQR /ÂśXOWL PD LPPDJLQH GL XQ YLDJJLR XQLFR &RPH TXHVWD WHUUD GDO le immense bellezze naturali.

Sopra: - scorcio della zona costiera di Salvador Bahia; - il Pelourinho, zona storica della città di Salvador Bahia. Sotto: suggestiva immagine dell’esterno della caverna Maroaga.

Claudio Pizzin |

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GIORGIO DI CENTA Intervista di Giuliana Dalla Fior. Immagini per cortesia di DNA Sport Consulting

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Il campione silenzioso Ha conquistato due ori olimpici a Torino e l’onore di essere il portabandiera ai Giochi di Vancouver. Ora, dopo trent’anni di carriera sulle piste di tutto il mondo, guarda al suo nuovo futuro: Dopo tanto peregrinare desidero un po’ di tranquillità .

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Chi non lo conosce bene pensa a lui come un importante “personaggioâ€? sporWLYR PD OXL VRWWROLQHD FKH DPD GHÂż QLUVL “personaâ€?. Ăˆ un uomo che predilige considerare la sua vita un susseguirsi di “normalitĂ â€?, da cui emerge una invidiabile, profonda umanitĂ , un amore nutrito di autentico rispetto per gli altri, per la natura e per lo sport. Forse per queste sue intime doti e per i suoi radicati principi è stato e rimarrĂ un “campioneâ€?, un esempio per molti: Giorgio Di Centa. /D ELRJUDÂż D QDUUD GL XQ DYYLDPHQWR DOOR VSRUW D FDXVD GL XQÂśDVPD DOOHUJLFD 4XDQWR SXz LQĂ€ XL UH OR VWDWXV Âż VLFR QHOOD GHFLVLRQH GL GHGLFDUVL D XQD SUDWLFD VSRUWLYD" ÂŤLo sport avrebbe comunque fatto parte della mia vita, perchĂŠ la mia famiglia d’origine, in particolare mio padre, ha sempre avuto una grande passione sportiva. La salute è un bene tra i piĂš importanti e non sempre è facile da raggiungere o da preservare. Nel mio caso, mi sono trovato in tenera etĂ a dover affrontare un’asma allergica molto seria, in un tempo in cui le cure erano anFRUD DL SULPL VWXGL 1RQ HVLVWHYDQR PHGLFLQH VSHFLÂż che, per questo mio padre ha fatto ciò che l’istinto gli ha suggerito, portandomi a camminare nei boschi e sulle montagne attorno a Paluzza, per cercare di aiutarmi ad aprire i bronchi e a respirare meglioÂť. 34

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)XQ]LRQz" ÂŤAll’inizio facevo tantissima fatica, ero bloccato, ma tenendo duro e sforzandomi sentivo pian piano i polmoni aprirsi e il respiro migliorare un po’. La pratica sportiva fatta in maniera dolce, non agonistica, aiuta tantissimo in molte patologie, coadiuvando le cure mediche per XQ EHQHÂż FLR QRQ VROR Âż VLFR PD DQFKH SVLFKLFR 6RQR VL curo che se tutti facessero uno sport su misura, anche solo delle lunghe camminate, ne trarrebbe giovamento non solo la salute ma anche la vita di tutti i giorniÂť. /HL KD VSHVVR PDQLIHVWDWR OD SDVVLRQH SHU OH VXH PRQWDJQHÂŤ ÂŤL’ambiente e le circostanze dove si nasce e si trascorrono i primi anni sono determinanti nello sviluppo di ognuno di noi. Mio padre mi ha trasmesso questo amore per la montagna giĂ nei primi anni di vita: mi insegnava i sentieri, la natura, gli animali, il rispetto e la cura per l’ambiente. Questo mi è rimasto dentro. Troppo spesso si dĂ per scontato ciò che ci circonda, senza riuscire a cogliere la bellezza e il valore di ciò che ci è consueto; io ho visitato tanti posti e posso dire che le mie montagne sono molto belle ed è un vero peccato non valorizzarle o, peggio, trascurarleÂť. 0DPPD 0DULDOXLVD H SDSj *DHWDQR TXDQWR KDQQR LQĂ€ XLWR QHOOD VXD FDUULHUD VSRUWLYD" ÂŤQuando ero bambino non c’era molta scelta come oggi, d’estate si correva a piedi e d’inverno si sciava. Era

t Š Pierre Teyssot

PERSONAGGI


un modo per giocare, per trovarsi con gli amici, per sfogarsi, imparare e crescere assieme. Venuto poi il momento di fare il passo successivo, grazie ai risultati molto buoni, lo sport da gioco e passatempo si è evoluto in professione. I miei genitori avevano capito che poteva essere la mia strada, mi hanno sempre sostenuto, affronWDQGR JLRUQR SHU JLRUQR OH GLIÂż FROWj H OH VRGGLVID]LRQL che questa vita comportava, con estrema serenitĂ Âť. /D &DUQLD OH UDGLFL OÂśDSSDUWHQHQ]D DOOÂś$UPD GHL &DUDELQLHUL VRQR UDFFKLXVL TXL L VHJUHWL GHL VXRL VXFFHVVL" ÂŤI successi sono la punta dell’iceberg. Tutti noi siamo il risultato di esperienze, studio, sbagli, sofferenze, successi, malattie, tutte cose che lasciano un segno nel nostro vissuto e che ci portano a maturare giorno per giorno. Tutto serve e tutto insegnaÂť. $ SURSRVLWR GHOOD &DUQLD H GHOOH VXH PRQWDJQH TXDOH IXWXUR YHGH SHU ORUR" ÂŤIl futuro al momento è molto incerto in tutta la nostra Nazione. Dovremmo forse copiare da chi vive in un contesto simile al nostro come in Austria o nel Trentino Alto Adige ed è riuscito a trasformare ciò che è uno svantaggio in valore aggiunto, in unicitĂ . Per fare questo però bisogna incentivare le persone a vivere in montagna, a metter su famiglia in luoghi lontani e svantaggiati rispetto ai centri piĂš grandi, a conservare il territorio, aiutarle nei loro bisogni primari quali la scuola o il lavoro. Questo potrebbe portare alla creazione di ricchezza, ad esempio con un turismo su misura, allo sfruttamento intelligente delle foreste con un occhio vigile sul territorio, mantenendo vive le tradizioni e i dialetti pur innovandosi in un mondo globalizzato, conservando le tradizioni per rileggerle in chiave moderna e utileÂť. ,O VXR SDOPDUHV GL FDPSLRQH GHOOR VFL GL IRQGR q ULFFKLVVLPR H GLVWULEXLWR VX TXDVL WUHQWÂśDQQL GL FDUULHUD &RPH VL ID D PDQWHQHUH XQ HTXLOLEULR FR Vu YLQFHQWH SHU WDQWR WHPSR LQ XQD GLVFLSOLQD VSRU WLYD PROWR LPSHJQDWLYD" Š&L VRQR PROWHSOLFL IDWWRUL FKH LQĂ€ XLVFRQR QHO la prestazione sportiva; molto dipende dalla genetica, un dono di natura con il quale si nasce che ti regala un “motoreâ€? forte, resistente. Una grossa parte dipende dalla preparazione adeguata, costante, seria. Un’alWUD SDUWH LPSRUWDQWH YLHQH GHWHUPLQDWD GDOOD VDOXWH Âż VL ca, ci vuole fortuna e giudizio nel conservarla al meglio. Poi c’è la testa, la volontĂ , la determinazione, l’entusiasmo nel fare il proprio mestiere; porsi sempre nuovi obELHWWLYL QXRYH VÂż GH QRQ DFFRQWHQWDUVL PDL QRQ SHQ sare di essere arrivati. Penso che tutti questi motivi mi hanno permesso di essere cosĂŹ longevo nel mio sportÂť. 8Q FDPSLRQH FRPH OHL FKH HUHGLWj ODVFLD DL VXRL VXFFHVVRUL" ÂŤAvrei tanto piacere che in un prossimo futuro lo sci di fondo italiano possa ritornare in auge come negli anni

Giorgio Di Centa portabandiera italiano durante la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Vancouver nel 2010. Nato a Tolmezzo il 7 ottobre 1972, originario di Paluzza, è padre di 4 figli: Martina, William, Gaia e Laura.

migliori. Ho sempre avuto un bel rapporto con i giovani della squadra, andavamo d’accordo, stavo benissimo in loro compagnia e anche loro spesso mi cercavano per un consiglio o un parere. Auguro a tutti loro il meglioÂť. ĂŠ VWDWR XQ KDQGLFDS HVVHUH SUHFHGXWR QHO VXR VSRUW GD XQD VRUHOOD WDQWR EUDYD H IDPRVD" ÂŤAssolutamente no. Mia sorella, come anche mio fratello Andrea, sono stati sempre un punto di riferiPHQWR SHU PH %XRQL FRQVLJOLHUL QHL PRPHQWL GLIÂż FLOL mi hanno sempre spronato a non mollare nei momenti di sofferenza per l’asma o per infortuni vari. Il fatto che Manuela fosse una grande campionessa mi stimolava a fare del mio meglio per realizzare i miei sogniÂť. 3XU FRQ XQ UXROR SXEEOLFR LPSRUWDQWH FRURQD WR GD RQRULÂż FHQ]H GHO 3UHVLGHQWH GHOOD 5HSXEEOL FD OHL KD VHPSUH PDQWHQXWR XQR VWLOH GL YLWD HVHP SODUHÂŤ ÂŤHo semplicemente continuato a vivere secondo i miei principi. Ho dovuto abituarmi, specialmente negli anni immediatamente successivi alle vittorie olimpiche, a vivere in modo piĂš “pubblicoâ€?, ma senza abituarmici mai troppo. Quando il successo e la notorietĂ sono andati scemando col tempo, ho ritrovato la semplicitĂ della mia vita di prima. Non ho mai voluto diventare un personaggio televisivo, non mi appartiene e non l’ho mai cercato. Ero consapevole del ruolo che ricoprivo come sportivo, come padre di famiglia, come |

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Di Centa (a destra nella foto) in carriera ha conquistato 3 medaglie olimpiche (un argento a Salt Lake City 2002 e due ori a Torino 2006) e 4 medaglie ai Campionati del Mondo (un argento e tre bronzi).

rappresentante dell’Arma dei Carabinieri, e ho cercato sempre di rimanere fedele a questi punti saldi della mia vitaÂť. &RVD VRQR SHU OHL OD QRUPDOLWj H LO ODYRUR" ÂŤForse normalitĂ e lavoro coincidono‌ La normalità è quella che vivo tutti i giorni, fatta di famiglia, di lavoro, di quotidianitĂ . Il lavoro per me comprende sia la preparazione sportiva, che richiede un grande impegno e un consumo di energie molto alto, sia il lavoro manuale che svolgo per hobby o per esigenze familiari, sempre comunque in movimento, in progresso, pronto a ottimizzare i tempi e le energie. Per me tutto questo è normale. L’importante è, nell’uno e nell’altro, trovare un momento per fermarsi a guardare ciò che si è RWWHQXWR Âż Q GRYH VL q DUULYDWL H SRWHU GLUH FKH YD EHQH che si è soddisfattiÂť. La standing ovation D )DOXQ LQ 6YH]LD DO WHUPL QH GHOOD VXD XOWLPD JDUD GL &RSSD GHO 0RQGR ULFH YXWD GDYDQWL D XQ SXEEOLFR HVLJHQWH H FRPSHWHQWH FRVD KD VLJQLÂż FDWR SHU OHL" ÂŤQuel saluto mi ha fatto molto piacere, ma l’ho preso con serenitĂ . Credo di aver vissuto il momento piĂš emozionante della mia carriera a Pragelato, con le vittorie olimpiche del 2006Âť. /D ORFDOLWj SL EHOOD LQ FXL KD JDUHJJLDWR" ÂŤPurtroppo ho visitato poco i posti dove sono andato: spesso dall’aeroporto ai campi di gara e ritorno. Per la bellezza e gli spazi enormi e incontaminati mi ha colpito molto il Canada, “la Carnia in grandeâ€?Âť. $OOÂśDWOHWD 'L &HQWD VXEHQWUHUj LO WHFQLFR 'L &HQ WD LO GLULJHQWH LO FRQVLJOLHUH RÂŤ 'L &HQWD" Š6LFXUDPHQWH 'L &HQWD FRQWLQXHUj QHOOD QRUPDOLWj GL VHPSUH 6H OD VDOXWH PL VXSSRUWHUj IDUz DQFRUD XQ DQQR R GXH GD DWOHWD QHOOÂśDPELWR GHO &HQWUR 6SRUWLYR Carabinieri di cui faccio parte, con gare nazionali e inWHUQD]LRQDOL VRSUDWWXWWR GL OXQJKH GLVWDQ]H 6WUDGD ID cendo valuterò come concludere la mia vita lavorativa, VH FRQWLQXDUH DOOÂśLQWHUQR GHO &HQWUR 6SRUWLYR R IDUH VHU vizio in una normale caserma di paeseÂť.

5HVWLDPR QHOOR VSRUW FRPH FRQVLGHUD OD VSUR SRU]LRQH HFRQRPLFD WUD IHGHUD]LRQL FRVLGGHWWH ÂłULFFKH´ H TXHOOH ROLPSLFKH" ÂŤCome ogni cosa al giorno d’oggi anche lo sport è guidato dai numeri, e per questo gli sport piĂš comuni e seguiti sono quelli che godono di maggiore ricchezza. Ăˆ un peccato perchĂŠ ogni sport richiede impegno, risorse e sostegno, e quelli cosiddetti minori, ma solo nei numeri, si vedono sempre piĂš schiacciati e defraudati delOH ULVRUVH QHFHVVDULH SXU IDFHQGR WDQWD IDWLFD H VDFULÂż cio come ad esempio nello sci di fondo. Ăˆ purtroppo la regola del mercato, ingiusta come tante altre in questo mondo modernoÂť. 7UD L VXRL TXDWWUR Âż JOL FÂśq JLj FKL PRVWUD VHJQL LQH TXLYRFDELOL GL XQ WDOHQWR HUHGLWj FRQ OD EHQHGL ]LRQH GL PDPPD 5LWD" Š7XWWL L PLHL Âż JOL SUDWLFDQR VSRUW PD SHU RUD q VROD mente un’attivitĂ ludica e diversiva, come è giusto che sia. La seconda, Martina, è quella che al momento ha piĂš passione agonistica, ma la prende con molta tranquillitĂ , è ancora giovaneÂť. 4XDWWUR UHJROH SHU GLYHQWDUH XQ EXRQ FRPSHWL WRUH VSRUWLYR DOOD 'L &HQWD " Š(VVHUH WHQDFL QRQ VFRUDJJLDUVL DOOH SULPH GLIÂż FRO tĂ , rimanere concentrati sui propri obbiettivi. Avere voglia di allenarsi tanto e a lungo, di fare fatica. Avere forza e resistenza mentale. Avere fame di risultati, non accontentarsi, migliorarsi sempreÂť. 4XDOL VRQR OH DVSLUD]LRQL FKH YRUUHEEH DQFRUD YHGHUH UHDOL]]DWH" ÂŤMi piacerebbe chiudere serenamente la mia vita lavorativa, mi sento abbastanza usurato e desidererei un po’ di tranquillitĂ dopo tanto peregrinare. Mi piacerebbe YHGHUH L PLHL Âż JOL UHDOL]]DUH L ORUR VRJQL OH ORUR DVSHWWD tive lavorative e personali, farsi una famiglia, e per me e per mia moglie Rita avere la salute per poterli accompagnare e aiutare come ogni genitore desidera fareÂť. Giuliana Dalla Fior |

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FRIULI SCONOSCIUTO LA “MADONE DAL CLAP� Servizio della redazione. Immagini di Claudio Pizzin

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Tra arte e tradizione A Invillino di Villa Santina sorge una delle chiese piÚ antiche della Carnia, molto cara agli abitanti della comunità di Lauco. Ecco perchè.

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Tra le innumerevoli chiese che s’incontrano per le strade della Carnia quella della Madonna del Sasso (Madone dal Clap) è senza dubbio una delle piĂš antiche e suggestive. Sorge a circa metĂ strada fra gli abitati di Caneva di Tolmezzo e di Invillino di Villa Santina, vicina ai dirupi della Vinadia, in una macchia di pini che disgraziatamente va sempre piĂš diradandosi. La parte piĂš antica della chiesa viene fatta risalire al 1300. Secondo la tradizione l’attuale costruzione avrebbe preso il posto di altra chiesa situata su un

macigno, nel mezzo del letto del Tagliamento, che OH SLHQH IXUHQWL GHO Âż XPH DYUHEEHUR VSD]]DWR YLD Si dice ancora che la chiesa sia il residuo di un antico convento o romitaggio. NĂŠ si può escludere che sul posto esistesse almeno una delle tante ‘stazioni’ richieste dal movimento carrareccio del tempo. Tali supposizioni possono essere suffragate dal fatto di aver scoperto sul posto, oltre un secolo fa, due Âż OH SDUDOOHOH GL VFKHOHWUL DVVLHPH D GDJKH PRQHWH di bronzo e rame, cocci di vasi antichi. In passato a Lauco, come nei territori circostanti, si conviveva quotidianamente con la miseria, sopravvivendo grazie all’agricoltura e all’allevamento del bestiame. Chi non possedeva nulla emigrava per cercare fortuna altrove. Gli uomini che restavano portavano invece mucche, capre e pecore in localitĂ Colcovon. Partivano tutti assieme al mattino, aiutandosi a voce per attraversare il rio Radime e quindi dare inizio al pascolo giornaliero. Transitando al giorno d’oggi sul ponte in cemento sopra il corso d’acqua, sembra di sentire Sopra, la chiesa Madone dal Clap; a fianco, antichi lavatoi ad Avaglio, frazione di Lauco.

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Qui sopra, da sinistra in senso orario: - Casa Beorchia a Trava, frazione di Lauco; - il ponte sul torrente Vinadia; - la chiesa di San Michele a Trava, Monumento Nazionale; - la fontana nel centro di Trava.

ancora i passi di uomini e animali che attraversavano quelle che allora erano instabili travi in legno. Un percorso che ogni sera veniva rifatto in direzione inversa. In quell’epoca, un pomeriggio d’estate infuriò un violento temporale: il cielo si oscurò scatenando un acquazzone di pioggia e grandine. Gli accompagnatori cercarono di radunare le bestie per avviarle in fretta e furia verso casa. Ma la potenza delle acque non risparmiò nessuno: né il ponte in legno né gli animali. Tutti vennero spazzati via. Era il 2 luglio. Da allora gli abitanti di Lauco fecero un voto solenne: ogni anno in quella data si sarebbero recati alla chiesetta dedicata alla Vergine Maria, af¿ QFKp LQWHUFHGHVVH SHUFKp QRQ FDSLWDVVH SL XQ À DJHOOR VLPLOH Una tradizione portata avanti negli anni, con persone che raggiungevano Villa Santina dai paHVL OLPLWUR¿ SHU SRL SDUWLUH LQ SURFHVVLRQH YHUVR la chiesetta di Lauco, rappresentata con la storica croce d’argento. Attorno alla chiesa l’atmosfera era speciale, con l’esposizione delle paste secche (le “Colaz”) su un tavolo imbandito con una candida tovaglia bianca. I contadini di Caneva giungevano in paese con gerle colme di ciliegie. Alcune le donavano ai bambini che, a loro volta, le appendevaQR DOOH RUHFFKLH SHU SRUWDUOH ¿ QR D FDVD 3RVVLELO mente assieme ai soldi (cinquanta centesimi o una lira) che le mamme avevano dato loro prima di farli uscire, con questa raccomandazione: “Se vi viene un malore compratevi qualcosa, altrimenti riportateli a casa”. Vecchi tempi, profondi ricordi. |

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PERSONAGGI GIULIANO SADAR Intervista di Margherita Reguitti

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Il senso

della verità

Il 4 agosto 1972 Trieste è teatro del primo attentato palestinese avvenuto in Italia. Una strage mancata che un giornalista della sede Rai cittadina ha narrato in un libro. «Riscoprendo il significato di questo mestiere»

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Giuliano Sadar, giornalista della sede Rai di Trieste, nel suo nuovo libro “Il grande fuoco. 4 agosto 1972: l’attentato all’oleodotto di Trieste”, edito da MGS Press, racconta fatti, documenti e testimonianze del primo attentato palestinese in Italia avvenuto a Trieste, un mese prima della strage di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco. Un libro in divenire e in continuo approfondimento attraverso la rete, nel blog denominato “Il fuoco e il silenzio”, aperto a seguito della recente uscita del volume nelle librerie. Che cosa è successo a Trieste il 4 agosto del 1972? «Attorno alle 2.30 ci fu un attacco esplosivo ai serbatoi petroliferi del deposito costiero della Siot, capolinea della linea Tal che allora come oggi riforniva la Baviera e l’Austria per il 90% del fabbisogno di greggio: un punto strategico importantissimo e ad alto rischio. Un numero imprecisato di persone, almeno otto, tagliò le reti dell’impianto e applicò alle valvole di 4 serbatoi 30 chilogrammi di esplosivo a innesto chimico ritardato. Tre scoppiarono, una resse». 40

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Perché venne scelta Trieste e, soprattutto, questo obiettivo? «Trieste, sede del deposito costiero, rappresentava il mondo occidentale che i palestinesi volevano attaccare. Era da diversi anni che chiedevano, invano, all’Occidente di prendere una posizione chiara sulla questione israelo-palestinese». Che cosa non ha funzionato nel piano, evitando così una strage? ©)X XQ DWWHQWDWR FKH VROR SHU FDVR QRQ ¿ Qu LQ WUD gedia; quel giorno le condizioni meteo erano di tempo sereno e assenza di vento, per questo non ci fu alFXQD ³FRQWDPLQD]LRQH´ H QRQ VL YHUL¿ Fz OR VFRSSLR GHO serbatoio 44, il più vicino a Trieste. L’intenzione degli attentatori era provocare un contagio fra i serbatoi con esplosioni a catena. Ciò avvenne in un solo caso, quando il pomeriggio seguente, fuoco e petrolio tracimarono dal serbatoio 54 al 55 e innescarono un’enorme esplosione e un’onda termica di 800 gradi che mandò all’ospedale 17 persone e costrinse all’evacuazione di parte degli abitati di San Dorligo della Valle e Caresana. L’incendio, alimentato dalla combustione di 3 ton-


nellate al secondo, creò un fungo di fumo visibile sino a Venezia e ancora piĂš un lĂ Âť. Chi furono gli esecutori e chi i mandanti? ÂŤVennero condannate due donne francesi, la 46enne Marie Therese Lefebvre e la 26enne Dominique Jurilli, giunte in aereo da Parigi e atterrate a Venezia dove noleggiarono un’automobile, e due algerini: Chaban Kadem e Mohamed Boudia, quest’ultimo capo dell’operazione, ucciso dagli israeliani del Mossad dieci mesi dopo a Parigi con un’autobomba. Ma i partecipanti all’attentato furono almeno il doppio. L’operazione fu rivendicata da Settembre Nero, la base logistica era probabilmente in Svizzera, a GinevraÂť. 7ULHVWH FLWWj GL FRQÂż QH YL IX XQD SURWH]LRQH GHOOD ex Jugoslavia di Tito, Paese non allineato? ÂŤVista la posizione particolare di Trieste è ragionevole l’ipotesi che, per garantire agli attentatori una sicura via di fuga, la Jugoslavia ci fosse in mezzo. Si parlò DQFKH GL FDPSL PLOLWDUL SDOHVWLQHVL ROWUH FRQÂż QHÂŞ I servizi segreti italiani e quelli internazionali sapevano? ÂŤNon ne erano all’oscuro i servizi francesi, che giĂ mediavano con i palestinesi per evitare grattacapi in territorio transalpino. Le resistenze messe in atto dalle autoritĂ francesi nei confronti dell’indagine sono la riprova di questoÂť. Quali erano allora i rapporti fra i palestinesi e il governo italiano? ÂŤControversi, essendo il SID (Servizio InformazioQL 'LIHVD QGU GLYLVR IUD LO JHQHUDOH $GHOLR 0DOHWWL Âż ORLVUDHOLDQR H OÂśDPPLUDJOLR )XOYLR 0DUWLQL Âż ORDUDER in una situazione di tensioni legate all’approvvigionamento di petrolio, per cui gli arabi era importante teQHUVHOL EXRQL 4XHVWH Âż EULOOD]LRQL WHUPLQDURQR FRQ OD stipula di un trattato segreto fra governo italiano e Palestinesi, il cosiddetto “Lodo Moroâ€? che concedeva ai palestinesi l’uso del territorio italiano come base logistica di armi ed esplosivi, in cambio della “pace terroristicaâ€? e di un accesso privilegiato al petrolio. Un DFFRUGR FKH UHVVH Âż QR DO 'L TXHVWR SDWWR $OGR Moro, prigioniero delle Brigate rosse, parlò in tre lettere, chiedendosi perchĂŠ tanta fermezza sul suo caso, TXDQGR SHU DQQL OR 6WDWR HUD VWDWR FRVu PDOOHDELOH FRQ L SDOHVWLQHVL 8QD YLFHQGD GHOOD TXDOH SHU DQQL VL q Âż Q to di non sapereÂť.

Una foto dell’incendio seguito dell’attentato all’oleodotto di Trieste del 4 agosto 1972 ĂŠ VWDWR GLIÂż FLOH ULQWUDFFLDUH OH IRQWL SHU ULFRVWUX ire i fatti? Š'LIÂż FLOH PD HQWXVLDVPDQWH 3HUFKp PL KD IDWWR UL scoprire il senso del mestiere di giornalista e scrittore: la scoperta delle cause e dei fatti nonostante la complessitĂ della vicenda. Il lavoro è durato tre anni nei quali ho consultato in primo luogo gli atti dell’indagine, custoditi in Procura a Trieste, e la stampa dell’epoca. A Roma, all’Archivio storico del Senato, ho rintracciato gli atti e i documenti delle commissioni Stragi, Moro e Mitrokhin. Preziosissimo è stato il contributo del giuGLFH 5RVDULR 3ULRUH FKH KD DQFKH Âż UPDWR OÂśLQWURGX]LR ne del libroÂť. Il terrorismo degli anni ’70 in cosa si differenzia da quello di oggi? ÂŤQuello di Settembre Nero era un terrorismo laico, mai nelle rivendicazioni si fece riferimento ad Allah o al Corano. L’Isis oggi ha matrice religiosa e ha un progetto espansionista, allora i terroristi combattevano per la liberazione della loro terra, la PalestinaÂť. Quale sarĂ il prossimo impegno di scrittura? ÂŤIl grande fuoco mi è costato molto impegno ma, dopo la notizia che i carabinieri stanno desecretando i 14 mila documenti sulla strage di Peteano, non so se resterò con le mani in manoÂť.

Margherita Reguitti


SPORT SHORT TRACK Servizio di Michele D’Urso. Immagini di Skating Club Pontebba

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Con le ali

ai piedi

A Pontebba, in Val Canale, opera un’eccellenza sportiva riconosciuta in Italia e in Europa per i risultati ottenuti sul ghiaccio. Nonostante – spiega il suo vicepresidente – l’esiguo numero di giovani atleti rimasti tra le nostre montagne.

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La prima volta che ho visto un pattinatore di velocitĂ mi è subito tornato in mente la Âż JXUD PLWRORJLFD GHO GLR URPDQR 0HUFXULR , pattini mi ricordavano le sue particolari cal]DWXUH DODWH L 7DODUL GL 0HUFXULR FKH OR IDFHYDQR FRUUH UH YHORFLVVLPR WDQWR GD IDUQH LO PHVVDJJHUR GHJOL GHL 'D TXHOOD SURYHUELDOH YHORFLWj WUDH SRL RULJLQH LO GHWWR FRQ OH DOL DL SLHGL 9HORFL FRPH IUHFFH YHGR SDVVDUH GDYDQWL D PH JOL DW OHWL GHOOÂśDVVRFLD]LRQH VSRUWLYD 6NDWLQJ &OXE GL 3RQWHEED GHJQL HUHGL GL FRWDQWD PLWRORJLD ,O PLR LQWHUORFXWRUH q LO vicepresidente del sodalizio, Walter Bonati, la cui quasi RPRQLPLD FRQ LO IDPRVR DOSLQLVWD :DOWHU %RQDWWL HYR FD QHOOD PHQWH LO ULFRUGR GL OHJJHQGDULH LPSUHVH VSRUWLYH Facezie a parte, com’è gestire un’associazione sportiva a Pontebba, luogo incantevole ma sottopopolato e con risorse limitate? Š/H GLIÂż FROWj VRQR SULQFLSDOPHQWH GL GXH WLSL OD SUL PD FKH QRL ULWHQLDPR SL LPSRUWDQWH q OHJDWD DO QXPH UR GL DWOHWL SUDWLFDQWL /R VSRSRODPHQWR GHOOD PRQWDJQD ha ridotto notevolmente la presenza di bambini, di conVHJXHQ]D DQFKH LO QXPHUR GL JLRYDQL DWOHWL VXL TXDOL OD vorare; considerata anche la presenza di altre discipline FKH DVVRUERQR L UDJD]]L TXDOL KRFNH\ SDWWLQDJJLR DUWL stico e sci, la nostra squadra può contare su un bacino di SDWWLQDWRUL FRQ HWj FKH YDQQR GDL DL DQQL 'DYYH UR SRFR /D VHFRQGD GLIÂż FROWj q OHJDWD DO ÂľYLO GHQDURÂś RY vero un territorio economicamente povero come il nostro RIIUH SRFKH DWWLYLWj GLVSRVWH D VSRQVRUL]]DUH OH VTXDGUH VSRUWLYH FKH GL VROGL QH KDQQR ELVRJQR H TXLQGL D SDU 42

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WH TXDOFKH SUH]LRVR PD HVLJXR FRQWULEXWR SXEEOLFR &R PXQH 3URYLQFLD WRFFD DOOH IDPLJOLH FRSULUH WXWWL L FRVWLÂŞ Sport per passione. E da lĂŹ siete nati voi‌ Š3RQWHEED YDQWD GD DQQL OD SDVVLRQH SHU LO JKLDFFLR H SHU WXWWL JOL VSRUW FKH QH UXRWDQR DWWRUQR )LQ GDJOL DQQL Âľ LQWUHSLGL YRORQWDUL SDVVDYDQR OH IUHGGH QRWWL LQYHUQDOL D EDJQDUH FDPSL SHU FUHDUH LO WHUUHQR JKLDFFLDWR 'D TXH VWD SDVVLRQH H GDOOD WHQDFLD GL FKL QH KD VHJXLWR OH RUPH QHJOL DQQL Âľ q VWDWD FRVWUXLWD OD Âľ,FH KDOOHÂś RYYHUR LO 3D ODJKLDFFLRÂŞ Una struttura che è vanto e orgoglio per l’intera Val Canale. Š$OOÂśLQWHUQR GHO SDODJKLDFFLR Âľ&ODXGLR 9XHULFKÂś UXR WDQR WUH VRFLHWj SHU OH WUH GLYHUVH VSHFLDOLWj OHJDWH DO JKLDFFLR ROWUH DO QRVWUR 6NDWLQJ &OXE FKH VHJXH OR Âľ6KRUW Track’, ovvero la velocitĂ su pista corta, c’è l’Artistico Ghiaccio, che vanta una sessantina di atleti, specialmenWH EDPELQH H OÂś+RFNH\ 4XHVWÂśXOWLPR PLUDFRORVDPHQWH riesce a coprire, con tre squadre dai piccoli dell’under 8 DJOL DPDWRUL TXDVL WXWWL L VHWWRUL GL HWj &Âśq GD VSHFLÂż FD UH FKH JOL DPDWRUL DWWXDOPHQWH JLRFDQR LO FDPSLRQDWR QHO OD YLFLQD &DULQ]LDÂŞ Gli addetti ai lavori dicono sempre di privilegiare lo sviluppo personale degli atleti in senso lato ai risultati; secondo lei è un proposito rispettato o una bugia per celare un agonismo esasperato? Š/R VSRUW q DJRQLVPR VHPSUH H D TXDOVLDVL OLYHOOR TXHVWD q OD PLD RSLQLRQH 2YYLDPHQWH QRQ WROOHUR OH YLR OHQ]H PD FRPSUHQGR OR VSLULWR FRPSHWLWLYR 3HU TXDQWR FRQFHUQH LO QRVWUR q XQR VSRUW GL IDWLFD WDQWD IDWLFD VROR


XQD JUDQGH YRORQWj LQGLYLGXDOH SHUPHWWH DJOL DWOHWL GL DI IURQWDUH DOOHQDPHQWL LPSHJQDWLYL JDUH FRPEDWWXWH H OXQ JKH WUDVIHUWH 0D TXHVWR q OR VSRUW ( OR VSRUW SUHSDUD DG DIIURQWDUH OH VÂż GH GHOOD YLWD D QRQ DYHU SDXUD GL PHWWHUVL LQ JLRFR , ULVXOWDWL SRVVRQR DUULYDUH R PHQR PD OH VRGGL VID]LRQL FL VRQR SHU WXWWL VHPSUHÂŞ Agli inizi degli anni ‘80 correva la leggenda che le gambe piĂš forti del mondo fossero di Eric Heiden, pattinatore americano di velocitĂ sul ghiaccio. Ăˆ davvero cosĂŹ? O oltre alla forza è anche una questione di tecnica? Š/D IRU]D H OÂśHVSORVLYLWj VRQR GRWL IRQGDPHQWDOL SHU L SDWWLQDWRUL SHUz QHJOL XOWLPL DQQL OD WHFQLFD KD DVVXQWR XQ UXROR SUHGRPLQDQWH , FDPSLRQL GHO PRPHQWR HVSUL PRQR XQ PL[ IUD SRWHQ]D DJLOLWj H WHFQLFD IDYRULWL DQ FKH GDOOÂśLPSLHJR GL QXRYL PDWHULDOL $QFKH L SDWWLQL KDQ QR XQD JUDQGH LPSRUWDQ]D ( D WHVWLPRQLDQ]D GHOOH TXD OLWj SURGXWWLYH GHOOD QRVWUD UHJLRQH XQD IUD OH D]LHQGH OH ader nella produzione di pattini da velocitĂ e accessori ha VHGH D 0DQLDJRÂŞ Quanti Enrico Fabris – vincitore di due ori e un bronzo alle Olimpiadi invernali di Torino – ci vorranno prima che sport come questo possano ottenere maggiore considerazione da parte dei media? Š,O QRVWUR VSRUW QRQ DYUj PDL FRVWDQWHPHQWH OH OXFL GHOOD ULEDOWD GD VHPSUH OR Âľ6KRUW 7UDFNÂś KD UHJDODWR PH GDJOLH ROLPSLFKH H PRQGLDOL PD FRPH DYYLHQH SHU WXWWL JOL DOWUL VSRUW PLQRUL OÂśDWWHQ]LRQH VL HVDXULVFH FRQ OR VSH JQLPHQWR GHO EUDFLHUH ROLPSLFRÂŞ Lei ha organizzato dei ‘campus’ di allenamento in cooperazione con altre societĂ italiane e con la Nazionale ai quali hanno partecipato anche rappresentative giovanili di altre nazioni; oltre all’arricchimento tecnico, che effetto le fa portare lustro a Pontebba? Š/D QRVWUD VRFLHWj q IUD OH SL LPSRUWDQWL GÂś,WDOLD HG q EHQ FRQVLGHUDWD GDOOD )HGHUD]LRQH QHO PHVH GL OXJOLR RU JDQL]]HUHPR XQR Âľ6KRUW 7UDFN &DPSÂś SHU L JLRYDQL DWOHWL IUD L TXDOL FL VDUDQQR GLYHUVL HOHPHQWL DSSDUWHQHQWL DOOH YD ULH QD]LRQDOL ,O &DPS YXROH HVVHUH XQÂśRFFDVLRQH GL DOOHQD PHQWR PD DQFKH GL LQFRQWUR H VFDPELR GL HVSHULHQ]H ,QRO WUH OD SRVVLELOLWj GL DYHUH LO JKLDFFLR QHL PHVL HVWLYL q DQFKH XQ LQGRWWR HFRQRPLFR SHU 3RQWHEED H SHU OÂśLQWHUD YDOODWD GDWR FKH VRQR QXPHURVH OH VRFLHWj FKH VRJJLRUQHUDQQR TXL SHU JDUDQWLUH DL SURSUL DWOHWL XQD VHWWLPDQD GL JKLDFFLRÂŞ L’ennesima occasione per portare il nome di Pontebba all’estero. Š, QRVWUL DWOHWL SL JUDQGL SDUWHFLSDQR DOOD &RSSD (X URSD H TXLQGL VFLYRODQR VXO JKLDFFLR GHJOL VWDGL SL LP SRUWDQWL GÂś(XURSD RWWHQHQGR ULVXOWDWL SUHVWLJLRVL 1HO PRQGR GHOOR 6KRUW 7UDFN WXWWL VDQQR GRYH VWD 3RQWHEED e se ne avremo la possibilità è nostra intenzione ospitare XQD SURYD GL &RSSD (XURSDÂŞ Ha citato i vostri atleti: chi sono? ÂŤAbbiamo molti campioni italiani o comunque atleti FKH QHOOH GLYHUVH FDWHJRULH ULHQWUDQR IUD L SULPL WUH D OLYHO OR HXURSHR $EELDPR UDFFROWR QXPHURVL SRGL FRQ 0LFKH OH &HFRQ 9DOHQWLQD %RQDWL H &DPLOOD %DURQ H SHU ORUR q

Da sinistra l’allenatore Maurizio Cecon, Valentina Bonati, atleta di punta della società , tra gli allenatori Maurizio Cecon (a sinistra) e Renzo Vuerich. In apertura, Michele Cecon (in centro), altro atleta di punta della squadra.

JLXQWD DQFKH OD FRQYRFD]LRQH FRQ OD 1D]LRQDOH H FRQVH JXHQWH SDUWHFLSD]LRQH DOOH Âż QDOL HXURSHHÂŞ A proposito di ali, cambiamo per un attimo sport: le Aquile di Pontebba torneranno a volare? Š/H $TXLOH VRQR VWDWH XQ LPSRUWDQWH PRPHQWR SHU JOL VSRUW GHO JKLDFFLR D 3RQWHEED FKH SXUWURSSR GLIÂż FLOPHQ WH SRWUHPPR ULYHGHUH 6L q GLPRVWUDWR LPSRVVLELOH VR prattutto dal punto di vista economico competere con reDOWj SL JUDQGL R FRQ YHUH PHWURSROL FRPH 0LODQR 7RUL QR R %RO]DQRÂŞ 'DOOR VSRUW DOOÂśDWWXDOLWj DOOD Âż QH OD IXQLYLD SHU Pramollo si farĂ o no? Š,O WXULVPR H OD IXQLYLD FKH FROOHJKHUj 3RQWHEED D 3UD mollo sono l’unica via per rilanciare la nostra comunitĂ e l’intera valle; se ne parla da cinquant’anni e ormai sono LQ SRFKL TXHOOL FKH FL FUHGRQR DQFRUD 0D LR VRQR IUD TXH VWL +R DYXWR XQÂśHVSHULHQ]D GL GLHFL DQQL LQ $PPLQLVWUD ]LRQH FRPXQDOH H QH KR VHJXLWR LO OXQJR LWHU FUHGR H VSH UR FKH QHL SURVVLPL DQQL LO VRJQR GL ULODQFLR GL 3RQWHE ED VL UHDOL]]HUjÂŞ ( TXHVWR q RWWLPLVPR SXUR FKH DJOL DJRQLVWL H DL OHDGHU TXDOH :DOWHU %RQDWL q QRQ GHYH PDQFDUH PDL ,O GLR 0HU FXULR q VWDWR LQGLFDWR DQFKH FRPH SURWHWWRUH GHJOL DWOHWL QRQ PL UHVWD FKH DXJXUDUH D WXWWR OR 6NDWLQJ &OXE FRQ LOD UH RWWLPLVPR FKH 0HUFXULR DEELD XQ RFFKLR EHQHYROR SHU ORUR Vu FKH LO IXWXUR SRUWL VHPSUH QXRYL VXFFHVVL GD UDJ JLXQJHUHÂŤ FRQ OH DOL DL SLHGL Michele D’Urso

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ALLA SCOPERTA DI... PIETRO URLI Servizio di Michele Tomaselli. Immagini di M. Tomaselli e D. Pittino.

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Nel cuore

della Grande Guerra

Un giovane di Tarcento mai uscito dal suo Friuli. L’addestramento a Roma e l’invio sul fronte orientale. Al fianco di Enrico Toti e sotto il comando del generale Pirzio Biroli. Fino al ritorno a casa – vivo – al termine del conflitto. Per narrare ai posteri una storia da non scordare mai.

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“Trento e Trieste! Questo il grido che galvanizzò milioni di soldati italiani durante la Grande Guerra. Il compimento dell’ideale risorgimentale dell’unitĂ d’Italia fu il fattore determinante dell’entrata in guerra del nostro Paese contro il nemico storico e irriducibile: l’Impero austriaco. Per ottenere l’obiettivo era indispensabile comprendeUH QHL FRQÂż QL QD]LRQDOL LO 7UHQWLQR H OD 9HQH]LD *LXOLD 7UHQWR H 7ULHVWH´ 4XHVWD OÂśLQWRGX]LRQH GHVFULWWLYD GHO la mostra La Grande Guerra raccontata dal granatiere Pietro Urli FXUDWD GDOOÂś$VVRFLD]LRQH &HUYLJQDQR 1R VWUD H SUHVHQWDWD LQ DQWHSULPD D &HUYLJQDQR GHO )ULXOL SUHVVR LO &HQWUR &LYLFR GHOOD %LEOLRWHFD 8Q YHUR RPDJ gio al soldato Pietro Urli LQTXDGUDWR QHOOD 7HU]D $UPD WD OÂś,QYLWWD GHOOD %ULJDWD *UDQDWLHUL GL 6DUGHJQD FKH KD voluto raccontare attraverso l’uso delle immagini il priPR FRQĂ€ LWWR PRQGLDOH FRPH OÂśKD YLVVXWR XQ VROGDWR DS SHQD YHQWHQQH SDUWLWR SHU LO IURQWH LJQDUR GHOOÂśDWURFLWj della guerra. 8QD QDUUD]LRQH GHOOD TXRWLGLDQLWj H GHO YLVVXWR GL XQ JUDQDWLHUH GL 6DUGHJQD XRPR VHPSOLFH H FRUDJJLRVR SDU In alto: l’arrivo delle truppe a Strassoldo di Cervignano; qui sotto: cartolina dei Granatieri di Sardegna.

tito da Aprato XQD frazione di Tarcento FKH KD YLVVXWR OD *UDQGH *XHUUD QHL ULVYROWL SL GUDPPDWLFL IURQWHJJLDQGR L PRUWDL OH SDOORWWROH JOL DVVDOWL OH ULWLUDWH OH FDUQHÂż FLQH IUD L SDHVL GHO &DUVR H GHO 3LDYH VHJQDWL GDL ERPEDUGDPHQWL H GDO la distruzione di intere vite spezzate. $OOH SDJLQH SL GRORURVH GHGLFDWH DOOD YLWD GL WULQFHD VL VRQR DIÂż DQFDWH OH FUXGH LPPDJLQL GHOOH VWUXWWXUH VDQLWDULH DI IROODWH GDL IHULWL OH LQWUDQVLJHQ]H GHOOD EXURFUD]LD PLOLWDUH H JOL DWWLPL GL VROOLHYR UHJDODWL GDOOH OLFHQ]H $ HVVHUH VWDWD UDI Âż JXUDWD q GXQTXH OD YLWD GL JXHUUD IDWWD GL OXFL H GL RPEUH GL JUDQGH]]D H GL PLVHULD GL WRUPHQWL GL HQWXVLDVPL H GL GH pressioni. ,O QLSRWH 'RPHQLFR 3LWWLQR KD UDFFROWR OD WHVWLPRQLDQ]D H DWWUDYHUVR OH IRWR GHO QRQQR KD ULFRVWUXLWR L IDWWL SL VDOLHQ WL GL TXHO FRQĂ€ LWWR /H LPPDJLQL GL JUDQGL GLPHQVLRQL VRQR VWDWH RUJDQL]]DWH VHFRQGR XQ SHUFRUVR LFRQRJUDÂż FR IUD OH WHU UH GHOOÂśH[ )ULXOL $XVWULDFR LO &DUVR H OH SURYLQFH GL *RUL]LD H 7ULHVWH SHU DSSURGDUH LQÂż QH IUD &DSRUHWWR H LO 3LDYH 0D FKL HUD 3LHWUR 8UOL" 8Q ÂłEUkY ]RYLQ´ ULFKLDPDWR DOOH DUPL QHO JHQQDLR GHO FKH XVFu SHU OD SULPD YROWD GDO VXR FriĂťl D ERUGR GL XQ WUHQR PH]]R GL WUDVSRUWR FKH QRQ FRQRVFH YD 8QD FLWWj JUDQGH FRPH 5RPD QRQ OÂśDYHYD PDL YLVLWDWD PR tivo in piĂš per raggiungerla. D’altronde il biglietto era pagaWR H OD IDPD GHOOD &DSLWDOH HUD JLXQWD Âż QR DOOH 9DOOL GHO 7RUUH /ÂśDGGHVWUDPHQWR SUHVVR OD FLWWj HWHUQD HUD GXUR PD OH RFFD VLRQL SHU GLYHUWLUVL QRQ PDQFDYDQR VXL &ROOL VL EHYHYD LO Âł)UD VFDWL´ YLQR ELDQFR H OHJJHUR FKH DQGDYD JL FRPH OÂśDFTXD 3LH WUR HUD VSHVVR LQYLDWR DO 4XLULQDOH D IDUH LO VHUYL]LR GÂśRUGLQH ma anche a controllare i cortei avversi alla guerra. Quando si DSULURQR OH RVWLOLWj FRQWUR OÂś$XVWULD GRYHWWH UDJJLXQJHUH OD VWD ]LRQH GL &RGURLSR 1HOOD SHQRPEUD GHO PDJJLR FRPDQGD to dal generale Pirzio Biroli YDUFz OÂśDQWLFR FRQÂż QH GL 9LVFR SHU UDJJLXQJHUH 5XGD H 6DQ 9LWR DO 7RUUH 'HOOD JXDUQLJLRQH


Sopra: in marcia verso Trieste, sullo sfondo il castello di Duino; sotto: due immagini della contessina crocerossina che sedusse il cuore di Pietro Urli a Parma.

Un’altra cartolina della Brigata Granatieri di Sardegna

DXVWULDFD QRQ FÂśHUD SL WUDFFLD L SDHVL VHPEUDYDQR FLPLWH UL H FRQTXLVWDUH 7ULHVWH VHPEUDYD XQD SDVVHJJLDWD 7XWWD YLD VL VD FKH OÂśDSSDUHQ]D LQJDQQD FRPH KD GLPRVWUDWR OD sua stessa amara esperienza. Il 31 maggio entrò a Monfalcone nonostante l’inferno VFDWHQDWR GDO QHPLFR ,QL]Lz OD JXHUUD GL ORJRUDPHQWR VL FRPLQFLDURQR D VFDYDUH OH SULPH WULQFHH VXO &DUVR PDO JUDGR OD URFFLD GXULVVLPD 1HOOD VHVWD EDWWDJOLD GHOOÂś,VRQ ]R DQGz DOOÂśDVVDOWR GHOOD IDPRVD 4XRWD assieme a Enrico Toti FKH FRPH VDSSLDPR VFDJOLz OD JUXFFLD YHUVR LO QHPLFR HVFODPDQGR Âł1XQ PRUR LR ´ LR QRQ PXRLR SRFR SULPD GL HVVHUH FROSLWR D PRUWH 3HU 3LHWUR 8UOL LQYHFH OD VWRULD FRQWLQXz JDOYDQL]]DWR GDOOH JHVWD GL 7RWL DQGz DOOÂśDWWDFFR PD JUDYHPHQWH IHULWR XQD SDOORWWROD DXVWULD FD JOL VL FRQÂż FFz GHQWUR OD VSDOOD VLQLVWUD SHUIRUDQGRJOL OD scapola) venne trasportato nel vicino ospedaletto da camSR H LQÂż QH WUDVIHULWR D 3DUPD /u YHQQH OÂśDPRUH /D FURFHURVVLQD FKH JOL SUHVWDYD DV VLVWHQ]D VÂśLPSDGURQu GHO VXR FXRUH HUD XQD FRQWHVVLQD EHOOLVVLPD )X LO SHULRGR SL EHOOR GHOOD VXD YLWD 6L WUDWWz VROR GL XQ EUHYH LQWHUYDOOR SHUFKp EHQ SUHVWR IX ULVSHGL WR DO IURQWH 1HOOD ]RQD GL Sagrado si consumavano stragi LQÂż QLWH H L VROGDWL PRULYDQR FRPH PRVFKH QHOOÂśRUURUH GHL gas tossici del San Michele 3LHWUR FROSLWR GD FRPSOLFDQ ze respiratorie - scoprirĂ piĂš tardi di essere affetto da enÂż VHPD SROPRQDUH YHQQH WUDVIHULWR XQÂśDOWUD YROWD D 3DU PD 8Q EUHYH SHULRGR GL GHJHQ]D H VL WURYz GL QXRYR VXO &DUVR /u LO 'XFD GÂś$RVWD HUD GL FDVD H PROWR VSHVVR YHQL YD D WURYDUH L VROGDWL )UD SDWLPHQWR H IDWLFD VL DUULYz DO RWWREUH GHO QHOOD GRGLFHVLPD EDWWDJOLD GHOOÂś,VRQ]R che segnò la disfatta di Caporetto )X OÂśLQL]LR GHOOÂśHVR GR SHU SL GL FHQWRPLOD IULXODQL ROWUH OD OLQHD GHO 3LDYH 6H JXLURQR OH IDVL FRQFOXVLYH GHO FRQĂ€ LWWR OD EDWWDJOLD GL 6RO

L’arrivo delle truppe italiane a Trieste il 04 novembre 1918.

VWL]LR IUD LO 3LDYH H LO *UDSSD QHOOœXOWLPD JUDQGH RIIHQVL YD DXVWURXQJDULFD UHVD FHOHEUH GDOOD morte di Francesco Baracca PDJJLRUH DVVR GHOOœDYLD]LRQH LWDOLDQD H GDOOœarrivo di Ernest Hemingway ¿ QR DOOD YLWWRULD ¿ QDOH GL Vittorio Veneto GRYH DYDQ]DURQR JOL DUGLWL FRQ SXJQDOL H bombe a mano per aprire i varchi nei reticolati con tubi di gelatina esplosiva. Durante l’assalto morirono trenta compagni di Pietro e il maggiore Maioli. /D VWRULD VL FRQFOXGH FRQ OD presa di Trieste LO WULFR ORUH VXO 6DQ *LXVWR QHOOD GDWD FRQVHJQDWD DOOD PHPRULD QD]LRQDOH GHO QRYHPEUH ,Q¿ QH OD PDUFLD VX )LX me. Pietro rammenta la calvizie pronunciata di Gabriele 'œ$QQXQ]LR OD EHOOH]]D GHOOH GRQQH ¿ XPDQH OœDFFRJOLHQ |

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]D GL IHVWD H LO FDSLWDQR 9LOORUHVL VXR FRPDQGDQWH FKH SUR JUHGu LQ FDUULHUD Âż QR DO JUDGR GL FRORQQHOOR ,O VLSDULR VX 3LHWUR 8UOL VL FKLXGH LO QRYHPEUH TXDQGR RWWHQXWR LO IRJOLR FRQJHGR LOOLPLWDWR XQ SDFFR GL YH VWLWL H OD VRPPD GL OLUH ULXVFu D ULQFDVDUH H D ULDEEUDFFLD re i propri cari.

I Granatieri di Sardegna

, Âł*UDQDWLHUL GL 6DUGHJQD´ L VROGDWL VSHFLDOL]]DWL QHO ODQ FLR GHOOH JUDQDWH VRQR LO FRUSR SL DQWLFR GHO QRVWUR (VHUFLWR Questa specialitĂ ha piĂš di tre secoli di storia e trae le origiQL GDO Âł5HJJLPHQWR GHOOH *XDUGLH´ IRQGDWR LO DSULOH GDO 'XFD &DUOR (PDQXHOH ,, , 6DEDXGL VFLRJOLHQGR OH PLOL]LH PHUFHQDULH DOORUD SUHVHQWL QHO 5HJQR GL 6DYRLD HUDQR ULXVFL ti a costruire un esercito nazionale suddiviso in reggimenti di ÂłRUGLQDQ]D´ IUD FXL LO Âł5HJJLPHQWR GHOOH *XDUGLH´ H ULSDU WLWR LQ FRPSDJQLH ,O Âł5HJJLPHQWR GHOOH *XDUGLH´ WUDHYD TXHVWD GHQRPLQD ]LRQH VRSUDWXWWR SHUFKp FRVWLWXLWR GD XRPLQL YDORURVL H EHQ DGGHVWUDWL FKH DYHYDQR LQFDULFKL GL SUHVWLJLR QHOOH PLVVLR ni di pace e in guerra. Inoltre garantivano la scorta d’onore DO &DSR GHOOR 6WDWR RQHUH FKH OR HOHYDYD D FRUSR SL UDSSUH VHQWDWLYR GHOOÂś(VHUFLWR 1HOOD 3ULPD JXHUUD PRQGLDOH HUDQR GLVORFDWL VXOOH SULPH OLQHH GHO &DUVR IUD 0RQIDOFRQH LO 6D ERWLQR 2VODYLD H LO 0RQWH 6DQ 0LFKHOH QHO YLFHQWLQR QHOOD ]RQD GHO 0RQWH &HQJLR H LQ $OWR $GLJH VXOOH PRQWDJQH GHO Pietro Urli, classe 1895, di Aprato Tarcento OR 6WHOYLR 1HO SDUWHFLSDURQR DOOD EDWWDJOLD Âż QDOH GL 9LW WRULR 9HQHWR $O WHUPLQH GHOOD *UDQGH *XHUUD IXURQR GHVWL L’arrivo di Pietro Urli e dei Granatieri di Sardegna a Visco QDWL DO SUHVLGLR GL )LXPH OD SHUOD GHO 4XDUQDUR DQFKH VH GRSR OD FRQIHUHQ]D GL 3DULJL FRVWUHWWL D UHWURFHGHUH 0DOJUD GR OH DYYHUVLWj DOFXQL GL HVVL LQ ULWLUDWD VL IHUPDURQR D 5RQ FKL GHL /HJLRQDUL H VSHGLURQR D *DEULHOH 'Âś$QQXQ]LR XQD ID PRVD OHWWHUD GD FXL VFDWXUu OÂś,PSUHVD GL )LXPH ÂŤSono i Granatieri di Sardegna che Vi parlano. Ăˆ Fiume che per le loro bocche vi parla. Quando, nella notte del 25 agosto, i granatieri lasciarono Fiume, Voi, che pur ne sarete stato ragguagliato, non potete immaginare quale fremito di entusiasmo patriottico abbia invaso il cuore del popolo tutto di Fiume‌ Noi abbiamo giurato sulla memoria di tutti i morti per l’unitĂ d’Italia: Fiume o morte! e manterremo, perchĂŠ i granatieri hanno una fede sola e una parola sola. L’Italia non è compiuta. In un ultimo sforzo la compiremo.Âť (DalOD OHWWHUD LQYLDWD D 'Âś$QQXQ]LR GD DOFXQL XIÂż FLDOL GHL *UDQD Pietro Urli in ospedale a Parma WLHUL GL 6DUGHJQD 6XFFHVVLYDPHQWH QHOOD IDPRVD PDUFLD GL 5RQFKL *D EULHOH 'Âś$QQXQ]LR DVVLHPH DL EHUVDJOLHUL RFFXSDYD )LXPH SURFODPDQGRQH OD VXD DQQHVVLRQH DOOÂś,WDOLD 1HO SHU celebrare l’importante avvenimento e nel ricordo dei legioQDUL GL 'Âś$QQXQ]LR 5RQFKL DFTXLVu LO QRPH GL 5RQFKL GHL /HJLRQDUL

Michele Tomaselli Si ringraziano: l’ing. Domenico Pittino che ha fornito parte delle fotograÂże Le informazioni sui “Granatieri di Sardegnaâ€? sono state tratte dal sito www.granatieridisardegna.it

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ALLA SCOPERTA DI... GUERRA E CAMPANILI Servizio e immagini di Alberto Vittorio Spanghero

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Il suono dei rintocchi

nella bufera

Campane fuse per trasformarle in armi e torri campanarie abbattute perchĂŠ ritenute punti strategici di osservazione per i nemici. Dalle memorie del primo conflitto mondiale riemergono storie sepolte nel territorio monfalconese.

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La Grande Guerra, che tuttora viene ricordata dall’Italia come la guerra del 15-’18, in realtĂ , per il territorio di Monfalcone, che allora faceva parte dello stato austriaco, iniziò il 28 luglio del 1914. GiĂ a partire dall’ottobre di quell’anno l’Austria, per rimediare alla scarsitĂ di metalli a scopi bellici, dovette ordinare la requisizione delle campane di ogni chiesa. La Direzione statale austriaca dei Monumenti, preoccupata per tanta distruzione, ordinò che venisse fatta un’accurata statistica delle campane piĂš importanti, con l’intento di salvare dalla fusione almeno quelle di valore storico e artistico. *UDQ SDUWH GHOOH FDPSDQH DQFKH TXHOOH SL DQWLFKH Âż nirono nei crogioli. Venne lasciata sopra ogni campanile, per esigenze di culto, una sola campana, raramente due. I funzionari austriaci addetti alla conservazione delle campane, con scrupolosa diligenza teutonica, fecero l’elenco e la descrizione di tutte le campane per tramandare il loro ricordo ai posteri. La Sovrintendenza ai Monumenti, fatte le RSSRUWXQH YHULÂż FKH LQL]Lz XQD VHYHUD VHOH]LRQH GL TXHOOH campane che si sarebbero dovute salvare dalla distruzione. Vennero cosĂŹ esaminate 1.349 campane per un peso complessivo di 467.994 kg. Si salvarono solo quelle che furono lasciate sui campanili, perchĂŠ considerate di grande valore storico-artistico e appartenenti alla Diocesi di Gorizia, Trieste, Capodistria, Pola, Parenzo e Fiume. Di questo catalogo si conosce solo la versione in lingua tedesca. 48

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Questa imponente requisizione messa in atto dagli austroungarici non potè essere applicata nel Monfalconese in quanto, sin dal 1915, l’intero territorio era giĂ stato occupato dall’Esercito Italiano. Non per questo le campane bisiache si salvarono dalla distruzione, anzi: a loro venne riservata una sorte forse un po’ piĂš gloriosa, ma non meno infausta. Infatti, sin dal primo giorno della dichiarazione di guerra, il 24 maggio 1915, l’artiglieria austriaca, posizionata sul Carso, iniziò il cannoneggiamento di tutti i campanili della Bisiacaria, in quanto ritenuti punti strategici di osservazione in zona di operazioni. Il primo a farne le spese fu il campanile della chiesa di Santa Maria in Monte di Fogliano. Bisogna ricordare, non tanto per addolcire il fatto ma per dovere di cronaca, che gli austriaci, prima di iniziare il tiro a segno, avvisarono don Clemente Corsig, giĂ parroco di Turriaco; questo, forse, per accelerare lo sgombero della popolazione foglianese giĂ iniziato da qualche giorno. Il 24 maggio, primo giorno di guerra, dopo alcuni colpi il campanile crollò e le campane rotolarono giĂš per il pendio rimanendo intatte. Furono raccolte poi dai soldati italiani e trasportate a Sagrado nella “Villa Sospisioâ€?. A Ronchi, invece, nei primissimi giorni di giugno del 1915, gli austriaci prima di ritirarsi sul Carso minarono il campanile della Chiesa di San Lorenzo e lo fecero saltare. Nel crollo, il campanile sfondò il tetto della chiesa e l’affresco che decorava LO VRIÂż WWR La Gloria di San Lorenzo), pregevole opera del pittore udinese Rigo, andò irrimediabilmente perduto. Delle tre FDPSDQH QHVVXQD QRWL]LD VLFXUD VXOOD ORUR Âż QH 3UREDELOPHQWH prima di distruggere il campanile, vennero asportate dagli au-


striaci. Si sa solo che complessivamente pesavano 3.600 kg. La chiesa di San Pietro e Paolo di Staranzano, nell’agosto del 1915, fu colpita da una granata austriaca che le sfondò il VRIÂż WWR GHOOD QDYDWD Terminata la Prima Battaglia dell’Isonzo del luglio 1915, la chiesa di San Nicolò di Bari di Sagrado rimase gravemente danneggiata, mentre del suo svettante campanile non rimase che un mucchio di macerie. Nessun sagradino, probabilmente, vide lo scempio della distruzione, in quanto il paese era stato completamente evacuato in precedenza e la sua gente internata in campi profughi organizzati all’interno dell’impero. Delle tre campane, la mezzana che pesava 450 kg fu ruEDWD H QRQ VL VHSSH SL QXOOD OD JUDQGH GL NJ H OD SLFFR OD GL NJ VL UXSSHUR QHO FUROOR Il 9 luglio del 1915 in una cittĂ semideserta un proiettile di grosso calibro centrò il campanile di Sant’Ambrogio di Monfalcone. Il crollo trascinò nella distruzione anche buona parte del Duomo. Delle cinque campane, tre delle quali erano state rifuse nel 1883, poste sulla cima per un peso complessivo di 4.500 kg si perse ogni traccia. In pochi giorni la stessa sorte toccò alla chiesa del Rosario che di campane ne perse 2 per un peso di 400 kg e a quella di Sant’Antonio, che perse la sua unica campanella di 200 kg, mentre venivano dannegJLDWH VHULDPHQWH OD 0DUFHOOLDQD FKH DOOD Âż QH GHOOD JXHUUD GH nunciò la scomparsa di due campane per un peso complessivo di kg. 300. Subirono grandi danni anche le chiese di San Nicolò e San Polo. Il 16 aprile 1916, alle ore 11, una granata austriaca da 305 mm colpiva il maestoso campanile di San Pier d’Isonzo, coVWUXLWR DOOD Âż QH GHO 6HWWHFHQWR FKH FUROODYD GLVWUXJJHQGR JUDQ parte della chiesa. Delle campane due rimasero intatte e recuperate, ma la piĂš grande andò in pezzi che vennero sottratti, si dice, dai militari quale ricordo. Secondo le testimonianze gli austriaci, prima di colpire il campanile, spararono un colpo di assestamento che distrusse una casa di Cassegliano. I soldati italiani, allogati lĂŹ vicino, accorsero per estrarre un vecchio che era rimasto sotto le macerie. L’anziano, del quale non siamo riusciti a sapere il nome, venne liberato giusto in tempo per vedere che la seconda cannonata centrava in pieno il campanile facendolo crollare. Malconcio e pieno di polvere, ma sano e salvo, rivolto a un militare italiano, disse con soddisfazione: “Ma parò i nostri JOL austriaci, ndr) che ben che i tiraâ€?. Lo lasciarono dov’era. Anche il campanile della chiesa di San Rocco di Turriaco fu piĂš volte preso di mira dall’artiglieria austriaFD 8QD JUDQDWD ULXVFu SHUÂż no a colpirlo, fortunatamente solo di striscio, scheggiandone uno spigolo che il restauro poco attento del 1990 ha nascosto alla vista, privando il pubblico di un importante riferimento storico. Non altrettanto fortunato fu il campanile della chiesa di San Andrea Apostolo di continua >>

In apertura: la campana della chiesa di Santa Domenica di Selz, fusa nel 1573 (Foto Archivio Circolo Brandl-Turriaco). In questa pagina partendo dall’alto: - Pieris, 1922. Il campanile durante i lavori di ricostruzione (Fototeca Comunale di San Canzian d’Isonzo); - Monfalcone, luglio 1916. L’orologio del campanile giace fra le rovine. Nella tabella qui sotto: campane del territorio di Monfalcone andate distrutte o perdute a causa della Prima Guerra Mondiale.

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Sopra: Sagrado, 1916. La chiesa di San Nicolò dopo il bombardamento (Foto Archivio Circolo Brandl-Turriaco). Sotto a sinistra: Monfalcone, marzo 1916. Le rovine del Duomo di Sant’Ambrogio. A destra: Merna, luglio 1915. Il campanile centrato da una granata (Foto Archivio Circolo Brandl-Turriaco).

segue >>

Pieris. Centrato da una granata austriaca di grosso calibro, il settecentesco campanile riportò lesioni tanto gravi, da pregiudicarne la stabilitĂ . Nel 1922, con i contributi ricevuti dallo Stato Italiano per i danni di guerra, il campanile fu ricostruito su nuove fondamenta, spostate verso la strada di sette metri. Delle tre campane di allora si è salvata solo la mezzana, fusa da Sebastiano Broili, nel 1870. Tutte le chiese del Territorio ebbero, a causa della guerUD L VRIÂż WWL VIRQGDWL FRQ OD FRQVHJXHQWH SHUGLWD WRWDOH GH gli affreschi, dei quali ora non rimane altro che il ricordo e qualche rara descrizione. Solo la chiesa di Turriaco si salvò miracolosamente e attualmente l’interno si presenta ricco di pregevoli opere di pittori famosi come il Paròli, G. B. Grassi, il Furlanetto, Palma il Giovane e altri artisti minori: essi compongono, assieme ai bellissimi altari e alle altre strutture architettoniche, uno splendido mosaico di sensazioni e colori capaci di ingenerare nell’animo del visitatore un autentico godimento artistico e religioso di notevole intensitĂ . La Grande Guerra, che causò la distruzione e la requisizione di tutte le campane nelle terre invase dagli austriaci dopo la disfatta di Caporetto del 1917, risparmiò invece tutte quelle degli altri paesi ex austriaci ancora rimaste sui campanili. 50

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0D GDO FRQĂ€ LWWR OÂś,PSHUR DXVWUR XQJDULFR XVFu VFRQÂż WWR H si disciolse. All’Italia, invece, che ne uscĂŹ vincitrice vennero lasciate Trieste, Trento e Gorizia, che entrarono a far parte del nuovo territorio italiano. Ritornata la pace, il Regio Governo decise di dare gratuitamente alle chiese tutte le campane asportate dagli austro-ungarici o distrutte per motivi bellici. Per realizzare questo intento nel piĂš breve tempo possibile, il governo si era avvalso della collaborazione de L’Opera di Soccorso per le Chiese rovinate dalla Guerra, organo ecclesiastico creato appositamente a Venezia nel 1918. Esso si impegnava altresĂŹ a rifornire i fonditori prelevando il metallo occorrente dal bottino della vittoria, costituito in massima parte da cannoni e altro materiale bellico. A lavorare per le Nuove Province erano stati scelti i fonditori Francesco Lapagna di Trieste, Francesco Broili di Gorizia e Luigi Colbacchini di Trento. Per coordinare una cosĂŹ grande massa di lavoro era stato FUHDWR OÂś8IÂż FLR 7HFQLFR 6HUYL]LR 5LFRVWUX]LRQL 3HU OD 6H]LRQH di Gorizia era stato nominato l’ingegner Carlo Cuniberti, per TXHOOD GL 0RQIDOFRQH OÂśLQJHJQHU 3LHWUR )RQWDQD 4XHVWL XIÂż FL tecnici dovevano compilare e inviare, per sottoporla all’approvazione dei rispettivi Commissariati Generali Civili, una perizia comprendente le sole spese di trasporto delle campane e i lavori necessari al loro ricollocamento, escluse quindi le spese GL IXVLRQH H OD IRUQLWXUD GL EDWWDJOL H FLQJKLH , PHGHVLPL XIÂż FL dovevano inoltre provvedere al collaudo tecnico musicale ed accertare il peso delle campane e la qualitĂ della loro fusione. La ditta che aveva in appalto i lavori garantiva le campane per il periodo di un anno: esse dovevano avere una voce chiara e armoniosa ed essere intonate fra loro con precisione, secondo il giudizio di un professore di musica scelto dall’Opera di Soccorso, che per il territorio di Monfalcone fu il maestro Rodolfo Clemente di Turriaco. Ogni campana doveva avere, oltre alle iscrizioni scelte dal parroco o dai parrocchiani, anche la seguente dicitura: ME FREGIT FUROR HOSTIS AT HOSTIS AB AERE REVIXI ITALIAM CLARA VOCE '(8048( &$1(16 Il furore del nemico mi distrusse, ma dal bronzo del nemico rinacqui cantando l’Italia e Dio con voce chiara) o questa: Asportata dagli austriaci il giorno... rifusa col bottino della vittoria il giorno... C’è da dire, inoltre, che la distruzione delle campane e la loro ricollocazione sui campanili subito dopo la guerra, eseguita in fretta per la necessitĂ di dare velocemente le campane alle chiese che ne erano prive, aveva ridotto di molto l’arte del fonditore: infatti le decorazioni non erano piĂš il frutto della bottega artigiana, ma prodotto di un lavoro in serie eseguito in fabbrica. Rari sono ormai i casi in cui le campane vengono fabbricate con motivi decorativi artistici espressamente modellati per un singolo soggetto Sui 28 campanili che svettano nel territorio di Monfalcone, le campane esistenti attualmente sono 67. La piĂš antica delle quali è quella della chiesetta di Santa Domenica di Selz, fusa dal fonditore udinese Lucio Broili, nel 1573 e dal peso di 54 kg. La piĂš pesante è quella del Duomo di Sant’Ambrogio di Monfalcone, dal peso di 1.530 kg fusa nel 1984 dal fonditore Francesco De Poli di Vittorio Veneto.

Alberto Vittorio Spanghero


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L’attività del Doposcuola nasce dall’esigenza sempre più sentita da parte delle famiglie di trovare un servizio qualitativamente valido a cui fare riferimento per affidare i propri figli durante le ore lavorative pomeridiane, che sia utile al ragazzo più di un mero servizio di babysitting, fornendo un supporto per lo svolgimento dei compiti in maniera costante e continuativa. Partendo da questa premessa, il doposcuola proposto da Orizzonte Cooperativa Sociale propone un’attività basata sul lavoro in piccolo gruppo, in modo da creare un clima di aggregazione e condivisione che favorisca tanto l’apprendimento, quanto la crescita della persona, facendola sentire parte integrante e attiva del gruppo stesso. Proprio attraverso questo “vivere assieme condividendo gioie e dolori” si apprendono le regole della società, i valori e il rispetto dell’altro: così, il doposcuola diventa non solo luogo di studio, ma soprattutto luogo di aggregazione e crescita. La metodologia utilizzata è quella seguita dalla scuola e comunque maggiormente personalizzata in funzione della difficoltà presentata dal singolo alunno/partecipante. Si cercherà di essere il punto di contatto tra scuola e famiglia, instaurando un dialogo attivo con le figure che seguono l’alunno/figlio, per poter fornire non solo un servizio di qualità, ma soprattutto un supporto valido e concreto finalizzato al raggiungimento di un’autonomia personale e una gratificazione nell’affrontare e superare la scuola. L’obiettivo principale non è solo quello di far recuperare le lacune scolastiche, ma fornire una “cassetta degli attrezzi” costituita da strumenti e tecniche valide per il raggiungimento di un’autonomia personale nello studio. Il servizio di doposcuola si rivolge a tutti i bimbi che affrontano la scuola primaria e ai ragazzi che affrontano la sfida delle scuole secondarie di primo grado; per questi due macrogruppi le strategie utilizzate saranno diverse e calibrate sul bambino/ragazzo, ma gli obiettivi primari del doposcuola sono i seguenti: - fornire un aiuto concreto e specifico agli alunni in difficoltà, con operatori specializzati; - insegnare metodi e tecniche di studio efficaci; - evitare il burn-out e la demotivazione degli alunni. Questi obiettivi saranno perseguiti in maniera diversa a seconda dell’età dei partecipanti: infatti i piccolini (I-II elementare), partecipanti allo spazio compiti, saranno guidati a muovere i primi passi nella vita da scolaro non escludendo la componente ludica che caratteriz-

Orizzonte: l’obiettivo è… sopravvivere ai compiti! za questa età, puntando maggiormente l’attenzione sul fascino della scoperta e dell’apprendimento di nuove conoscenze gettando le fondamenta di un valido metodo di studio. Per la fascia dei più grandicelli (III-IV-V elementare) gli obiettivi saranno di livello superiore: pur mantenendo una componente ludica lo svolgimento dei compiti sarà maggiormente improntato sull’apprendimento di un metodo di studio valido e quanto più possibile autonomo. Infine per i ragazzi grandi, ovvero gli studenti delle scuole secondarie di primo grado, l’obiettivo fondamentale del doposcuola sarà quello di portare il ragazzo all’autonomia nello svolgimento dei compiti. Per il raggiungimento di tali obiettivi appare fondamentale, dove possibile e/o necessario, creare una rete con gli insegnanti e la famiglia con diverse modalità: - concordare con gli insegnanti obiettivi e metodi da utilizzare per aiutare gli alunni; - incontri di programmazione con il corpo docenti; - incontri con i genitori per condividere risultati ottenuti e strategie utilizzate. Tale offerta viene estesa anche a bambini o ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), in quanto disponiamo di personale formato nel supporto scolastico a bambini/ragazzi con certificazione DSA. Le possibilità per accedere al servizio sono diverse: - doposcuola di gruppo: nelle giornate di lunedì, martedì, giovedì e venerdì con orario 14:30-17 presso le nostre sedi; - lezioni individuali di coppia; - lezioni individuali.

Cooperativa Sociale Orizzonte Tel. 0481 282089 E-mail: coop.orizzonte@gmail.com Seguici anche su Facebook: Orizzonte Società Cooperativa Sociale. |

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P O L I Z I A D I S TAT O Rubrica a cura della Polizia di Stato della Provincia di Gorizia

Computer

sotto riscatto

Nuovi virus infettano i pc rendendoli inutilizzabili e richiedendo al proprietario il pagamento di una somma in denaro. Ecco cosa fare per evitare spiacevoli sorprese. L’evoluzione sul web non conosce so- pagnata da un allegato (solitamente si preste e, talvolta, le novità possono riserva- senta come un file .cab). Se l’utente lo apre re anche sorprese spiacevoli. Una delle con un doppio click, iniziano i problemi. Immediatamente lo schermo diventa nero ultime porta il nome poco rassicurante di CRYPTOLOCKER. Si tratta di un virus con un avviso nel quale viene comunicato che della famiglia dei ramsonware (malware è stato attivato il malware e comincia a scorche chiede un riscatto), che una volta in- rere il tempo in un contatore (figura 2). A volte fettato il pc lo rende inutilizzabile, al fine il tempo è 96 ore, altre volte 72; entro questo di chiedere poi un riscatto per poter risol- tempo si potrebbe risolvere il problema. Come? vere la situazione. Seguendo le indicazioni si viene invitati a Come viene trasmesso e attivato? Il metodo più usato è quello dell’invio pagare una somma di denaro, solitamente di una email come quella che si vede in in bitcoin (moneta virtuale) oppure mediante figura 1 nella pagina accanto: al malca- metodi di trasferimento di denaro. pitato arriva una comunicazione prove- Il pagamento a cosa serve? Serve per ricevere (forse) la password di niente da un indirizzo di posta elettronica che può ricordare un corriere oppu- decriptazione di tutte le cartelle/file del comre un negozio, o comunque un nome si- puter. In effetti il malcapitato scopre che tutmile per assonanza, nella quale si fa rife- ti i file/cartelle del suo pc (e anche di tutti rimento a un rimborso di una somma di i client di una rete qualora il virus colpisca denaro già pagata, oppure a un reso re- un server) sono diventati illeggibili in quanto stituito. Nel corpo della email viene indi- protetti da una password. Per quanto è dato sapere, e comunicato cato che maggiori dettagli sono reperibili nell’allegato. In effetti la email è accom- dai tecnici, il problema si risolve formattan52

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do le macchine con la conseguente perdita di tutti i dati presenti all’interno. E se ognuno di noi pensa al materiale custodito all’interno del proprio pc (foto, mail, documenti) che da un momento all’altro viene perso è facile intuire la delicatezza della questione. Problemi ancora più gravi possono verificarsi qualora a essere colpiti da CRYPTOLOCKER fossero i server di un’azienda, rendendo illeggibile qualsiasi dato custodito. Finora, infatti, non è stato ancora scoperto un sistema per debellare il virus senza ricorrere alla formattazione. Ecco perché l’invito è quello di evitare assolutamente di aprire allegati di mail provenienti da soggetti con i quali non abbiamo contatti o dai quali non attendiamo informazioni. Così come è consigliato evitare di cliccare sui link presenti all’interno di quelle stesse mail. Perché arrivano queste email? Recenti statistiche presenti in rete dicono che quotidianamente nel mondo vengono inviate 200 miliardi di email. Inviare tali comunicazioni ha costo zero ed è stato calcolato che il 70% sono completamente inutili. Le mail definite spam (spazzatura), che vengono chiamate phishing quando cercano di carpire dati personali (spesso dati finanziari o codici di accesso), sono inviate a pioggia a migliaia di utenti geolocalizzando anche la zona dove inviarle (per lingua, interessi, ecc.). Si ipotizza che più il nostro indirizzo di posta elettronica è ‘conosciuto in rete’ (perché inserito nelle registrazioni a siti, social network, blog, newsletter) più frequentemente diventa destinatario di email in generale. Quindi diventa più probabile che su tale indirizzo arrivino spam, phishing o mail con allegati strani... Consigli I consigli sono i soliti riguardanti il mondo di internet: mai fidarsi di quello che si vede cercando di restare obiettivi (è possibile che io venga avvisato della restituzione di qualcosa che non ho mai inviato?; è possibile che la banca mi chieda di fornire i numeri di una loro carta di credito?); informarsi, qualora possibile, con i diretti interessati, ed evitare di proseguire se sorge anche il minimo dubbio: le email non hanno valore legale e non corrispondono a comunicazioni ufficiali per le quali valgono ancora le “vecchie” raccomandate con ricevuta di ritorno.

Figura 1: esempio di email contenente il virus cryptolocker. Figura 2: il video di un computer colpito dal virus CTB-Locker.

NUMERI UTILI E DI EMERGENZA 113

Polizia di Stato Soccorso pubblico di Emergenza

118

Emergenza medica

112

Carabinieri

115

Vigili del Fuoco

117

Guardia di Finanza Corpo forestale dello Stato

1515 Emergenza ambientale Capitaneria di Porto

1530 Emergenza in mare

800-82.20.56|

Blocco luglio-agosto 2015 Bancomat

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ANTINCENDIO BOSCHIVO

col fuoco

L’arrivo della stagione estiva porta con sé anche la preoccupazione che incendi di vegetazione naturale possano aggredire grandi superfici e minacciare l’integrità del nostro territorio. Servizio a cura di Protezione Civile della Regione FVG, immagini di Corpo Forestale FVG

PR OTEZION E

C IV ILE

Mai scherzare

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Il Friuli Venezia Giulia possiede un’efficace organizzazione del sistema di prevenzione pronto intervento sugli incendi boschivi, fondata sull’interazione tra Protezione civile della Regione, Vigili del fuoco, Corpo forestale e numerosi volontari antincendio. Risale al 1978 la legge regionale n. 8 (tuttora vigente) che ha previsto la costituzione delle squadre comunali di volontari antincendio boschivo (AIB). Col tempo le squadre AIB sono entrate a far parte dei gruppi di protezione civile, i cui componenti sono stati via via specializzati ad affrontare ulteriori tipologie di emergenza. Oggigiorno, con circa il 42% del territorio regionale coperto da bosco, oltre la metà dei Comuni ha costituito la squadra AIB, per un totale di oltre 1.500 volontari che fanno tutti capo alla Protezione civile della Regione. La carta regionale di pericolosità degli incendi boschivi (figura pagina accanto) è stata predisposta sulla base dell’elaborazione statistica degli incendi boschivi registrati dal finire degli anni 80 agli anni più recenti e pertanto rappresenta, in modo sommario ma allo stesso tempo esauriente, la suddivisione del territorio in tre gradi di pericolosità: alto, medio e basso. I volontari delle squadre AIB dispongono di risorse strumentali e finanziarie mirate al relativo funzionamento (equipaggiamenti, |

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capi protettivi, attrezzature, sede e automezzi). Sono altresì garantite la copertura assicurativa per responsabilità civile e contro gli infortuni. Anche nell’intervento di emergenza, il contatto con la Sala operativa della Protezione civile della Regione, ubicata presso il Centro funzionale di Palmanova, avviene mediante l’impiego delle radio ricetrasmittenti e dei telefoni di cui ciascun gruppo è fornito. Il prezioso contributo dei volontari non può prescindere dall’attività professionale del personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e del Corpo forestale regionale. I primi sono organizzati sul territorio nel proprio Comando regionale, nei Comandi provinciali e nei relativi distaccamenti di tipo permanente o temporaneo (Grado). Peraltro, è proprio alle sale operative dei Vigili del Fuoco che perviene il maggior numero delle segnalazioni telefoniche da parte di cittadini che avvistano casi d’incendio nella vegetazione. Infatti il numero di emergenza 115 dei Vigili del fuoco, così come il numero unico europeo 112, il 113 della Polizia e il 118 per le emergenze sanitarie, è sicuramente tra i più conosciuti dalla popolazione italiana. In aggiunta al 115, tutti i volontari e moltissimi cittadini conoscono da tempo anche il numero verde della Protezione civile della Regione (800500300), che consente gratuitamente di entrare in diretto collegamento con la Sala


operativa regionale di Palmanova. Il Corpo forestale regionale fa principalmente perno su 27 Stazioni forestali distribuite su tutto il territorio del FVG. In concomitanza con i periodi caratterizzati dal maggiore pericolo di incendi boschivi, tutto il personale delle Stazioni forestali concorre a svolgere il servizio programmato di vigilanza e pronto intervento contro il fuoco, per arginarne la propagazione nella vegetazione e concordare con la Sala operativa della Protezione civile della Regione la mobilitazione di una o più squadre di volontari, oltre che il coordinamento con il Corpo dei Vigili del fuoco. In ogni caso, la direzione e la responsabilità della direzione delle operazioni di spegnimento di un incendio boschivo competono proprio al personale del Corpo forestale regionale, che deve interagire con la sala operativa della Protezione civile della Regione per prendere le iniziative necessarie a far convergere una o più squadre di volontari AIB sul luogo dell’emergenza, così come per richiedere, se necessaria, la missione dell’elicottero del servizio aereo regionale, che fa oggi capo a Tolmezzo. Canadair e grandi elicotteri possono essere invece inviati dietro richiesta della Regione al Dipartimento nazionale della Protezione civile. Oltre a disporre di un’ottima conoscenza del territorio e delle tattiche di spegnimento più adatte per il tipo di incendio in corso, il Corpo forestale regionale è l’unica organizzazione professionale del sistema che dispone anche di personale specializzato, addestrato ed equipaggiato per operare negli ambienti impervi e alle quote montane più elevate, allo scopo di affrontare gli incendi dove la padronanza delle tecniche alpinistiche è indispensabile per agire con efficace rapidità e con i necessari margini di sicurezza. Tra i non addetti ai lavori, pochi sanno che la maggior parte dell’azione di contrasto conseguente a un incendio boschivo non è legata all’effettivo spegnimento delle fiamme che si levano verso l’alto quanto piuttosto alla così detta fase di “bonifica”, ossia la meticolosa ricerca e la definitiva soppressione dei focolai latenti, dei punti infidi dove la combustione procede con lentezza, spesso sotterranea, e può provocare la ripresa delle fiamme anche quando la copiosa aspersione di acqua e l’azione congiunta di forestali, vigili del fuoco e vo-

lontari sembrava aver avuto definitiva ragione del fuoco. Nella nostra regione, solo i grandi numeri del volontariato AIB consentono di affrontare, con il coordinamento del personale del Corpo forestale regionale, la defatigante attività di bonifica mentre non si può nemmeno immaginare che lo stesso personale forestale o i Vigili del fuoco possano disporre delle risorse umane e del tempo che la bonifica sempre richiede, dopo che i peggiori roghi hanno attraversato vaste aree di vegetazione. Ogni cittadino responsabile può fare la propria parte evitando, anzitutto, di compiere incautamente azioni capaci di causare incendi, quali gettare mozziconi di sigaretta ancora accesi sulla vegetazione riarsa dal sole ai bordi di strade e sentieri o utilizzare apparecchi e attrezzature che provocano fiamme o sprigionano faville, quando nelle vicinanze l’erba e i cespugli sono provati da lunghi periodi di siccità. Inoltre, la pronta segnalazione dell’avvistamento di un incendio al numero d’emergenza 115 dei Vigili del fuoco o al numero verde della Protezione civile della Regione potrà servire ad accelerare il tempo d’intervento sul luogo dell’emergenza, per evitare che il fuoco divampi su più ampie superfici sino a impegnare per molto tempo gli operatori dello spegnimento e della bonifica. Per approfondire l’argomento: www.protezionecivile.fvg.it www.vigilfuoco.it www.regione.fvg.it (impostare “corpo forestale regionale fvg” sul proprio motore di ricerca). |

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R E AT I B AG AT E L L A R I

Colpevole ma impunito:

Rubrica a cura di Massimiliano Sinacori

D I R I T T O

nuovi orientamenti legislativi

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Di recentissima introduzione nel nostro ordinamento penale, l’art. 131-bis ha suscitato non poche polemiche e, soprattutto nell’opinione pubblica, preoccupazioni. L’articolo in questione prevede una nuova causa di non punibilità rubricata “particolare tenuità del fatto”. Le preoccupazioni sollevate da più parti ruotano attorno alla percezione dell’istituto quale simbolica resa dello Stato dinanzi al fenomeno delinquenziale. Si è letto, addirittura, di depenalizzazione di condotte alquanto riprovevoli, con l’unico risultato di fomentare un ingiustificato allarmismo. Cercando di fare chiarezza sul punto va premessa la finalità che ha spinto il legislatore a licenziare il provvedimento. La giustizia penale si trova oggi nella scomoda posizione di far fronte, in regime di carenza di uomini e mezzi, a un carico di lavoro insostenibile. A ciò si aggiunga che una aliquota non trascurabile dell’intero carico riguarda i reati c.d. bagatellari, caratterizzati da lieve offensività al bene giuridico e da percezione sì negativa ma non al punto da giustificare una sanzione penale. Dinanzi a questo quadro il legislatore ha individuato una soluzione che consenta di sfoltire il carico pendente (c.d. deflazione processuale) e di intervenire nella fase iniziale dei nuovi procedimenti penali al fine di evitare la persecuzione di un reato per il quale non ha senso, nell’ottica di tale intervento, |

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giungere all’irrogazione della sanzione. Terminata questa premessa si individua il core business della nuova disposizione, la quale prevede la non punibilità per i reati puniti con pena detentiva fino a cinque anni o con pena pecuniaria, quando per le modalità della condotta o l’esiguità del danno del pericolo l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale. A prima vista potrebbe obiettarsi che, essendo puniti nel massimo con cinque anni di pena detentiva alcuni reati a elevata gravità (e riprovazione sociale), la disposizione in commento depenalizzi di fatto alcune fattispecie che invece meritano l’applicazione della pena: reati persecutori (stalking), truffa, violenza privata. Prima di giungere a conclusioni affrettate va posto in relazione il limite edittale di cui sopra agli ulteriori requisiti necessari per l’applicabilità della disposizione: la particolare tenuità dell’offesa e la non abitualità del comportamento. Quanto al primo requisito - la particolare tenuità dell’offesa - si tratta di un presupposto in grado di non scriminare i comportamenti connotati da elevata gravità: si pensi alla già citata truffa o furto aggravato, casi in cui sarà difficile sentir pronunciare la causa di non punibilità, escluse ipotesi marginali quali gli artifizi e i raggiri finalizzati a farsi consegnare pochi euro o a impossessarsi di beni privi di valore, pur se con la connotazione della destrezza.


Sono inoltre esclusi, per espressa previsione dell’articolo stesso, quei comportamenti connotati da crudeltà, anche in danno di animali, adoperando sevizie, profittandosi delle condizioni di minorata difesa o con riferimento all’età della vittima. Alternativo alla particolare tenuità dell’offesa è l’esiguità del danno o del pericolo che circoscrive ulteriormente l’ambito di applicabilità dell’istituto. Senza inoltrarsi nelle distinzioni tra reato di danno e di pericolo va comunque sottolineata questa ulteriore specificazione voluta dal legislatore mediante la quale è agevole escludere dall’ambito di applicabilità tutte quelle fattispecie connotate da un sensibile danno (o pericolo) al bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice: si pensi, con altro esempio, all’ingiuria che seppur ormai scarsamente percepita come reato (chi non ha mai proferito parole poco gentili verso il prossimo?) non può essere scriminata qualora investa con prepotenza e particolare ludibrio un soggetto al punto di arrecargli un significativo nocumento all’onore. Secondo presupposto per poter dichiarare la particolare tenuità del fatto è la non abitualità del comportamento che esclude quindi ogni forma di comportamento connotato da continuità, recidiva e reiterazione. Insomma, il “delinquente abituale”, intendendosi in senso atecnico tale termine, non potrà certo beneficiare della causa di non punibilità. Allo stesso modo sono esclusi tutti quei reati che per la loro consumazione richiedono una pluralità di atti e condotte, quindi, ad esempio, il famigerato stalking che per configurarsi richiede molteplici atti di molestia. Può quindi, alla luce di queste breve considerazioni, ritenersi fugata la preoccupazione manifestata all’indomani dell’introduzione della nuova causa di non punibilità. Il novero dei comportamenti che beneficeranno dell’istituto è, in perfetta aderenza allo spirito della legge delega, limitato alle ipotesi in cui l’aggressione al bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice risulta talmente lieve da non destare né riprovazione sociale né, conseguentemente, la necessità di giungere all’utilizzo da parte del Giudice del potere punitivo di Stato. Ultimo profilo d’interesse è quello relativo alle sanzioni accessorie alla pena. Se tali sanzioni sono di carattere penale, interdizione dai pubblici uffici o dalla potestà genitoriale per citarne alcune, risulta difficile sostenere la compatibilità con l’istituto in esame. Un tanto in quanto esse sono ricollegate a ipotesi criminose di rilevante

entità che mal si conciliano con l’esiguità dell’offesa richiesta dalla neo introdotta causa di non punibilità. Diversa potrebbe essere la sorte della sanzione amministrativa accessoria che dipende dal reato. Caso emblematico appare la sospensione della patente a seguito della guida in stato di ebbrezza. L’art. 186 del Codice della Strada punisce con l’ammenda e l’arresto la guida sotto l’effetto di alcol, accrescendo l’entità della pena proporzionalmente al tasso alcolemico rilevato. All’accertamento del reato segue la sanzione accessoria della sospensione del titolo di guida. Ora, la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto viene dichiarata dal Giudice dibattimentale al termine del processo o dal G.i.p. (Giudice per le indagini preliminari) durante le indagini, su richiesta del Pubblico ministero. Nel primo caso si avrà accertamento del reato e dichiarazione di non punibilità cui consegue l’annotazione nel casellario giudiziale. Il reato c’è ma non viene punito. Pare da un lato potersi ritenere applicabile la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida in quanto la natura di tale sanzione è amministrativa e quindi, per quanto dipendente dal reato, non richiede la punizione dello stesso ma il solo “accertamento” come richiesto dalla norma. Tale lettura sembra aderente al dettato normativo e ai principi in materia di sanzione amministrativa. Va detto però che, d’altro canto, applicare una sanzione accessoria quando il Giudice dichiara la non punibilità del reato si pone in contrasto con la ratio legis dell’istituto finalizzata a evitare la sanzione a chi è ritenuto “scusabile” una tantum. Nel secondo caso, dichiarazione di non punibilità in corso di indagini, sussiste l’ipotesi di reato che però non è ancora stata vagliata dal Giudice del dibattimento e quindi accertata. In questa ipotesi l’applicazione della sospensione della patente appare ingiustificata difettando l’accertamento. In conclusione, in assenza di una previsione normativa espressa, dovrà attendersi l’orientamento giurisprudenziale prevalente che si formerà sul punto.

Massimiliano Sinacori Per approfondimenti ed esame di alcune pronunce e della casistica in materia è possibile rivolgere domande od ottenere chiarimenti via e-mail all’indirizzo massimiliano@avvocatosinacori.com


Valore Vita Virtù

Rubrica di Manuel Millo

S O C I A L E

Come misuriamo il senso della vita e il valore dell’uomo nel tempo e negli anni?

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Con grande frequenza consideriamo il senso della vita mascherandoci dietro falsi miti, pensando all’etica dell’azione e della conquista (etica intesa come comportamento e senso di orientamento) e confondendo il nostro senso di felicità con gli oggetti che noi stessi costruiamo e rincorriamo per tutta l’esistenza. Ricerchiamo la serenità dell’animo e allo stesso tempo abbiamo paura di annoiarci, paura che quella pace tanto agognata sia priva di stimoli (magari una pensione bramata per una vita intera, oggi chimera per i giovani) o sovraccaricata all’ennesima potenza per non pensare all’oggi, così diverso da quel sogno tanto rincorso. Stimoli. Possiamo pensare che la vita ne sia priva o abbondante per trovare una lamentela da porre sul piatto della discussione comune? È il nostro modo di vedere le cose che fa la differenza. Paura, dolce e languida emozione che si insinua nell’animo, che forse ci accompagna da sempre; e se fosse solo l’abito che indossa il coraggio? Quante sensazioni celate da questa parola. Michel Foucault considerava il senso delle parole e il legame che queste rappresentano verso le cose che ci circondano. Parole che si uniscono in matrimonio al tema del valore e della virtù dell’animo umano. Lucio Anneo Seneca l’ha più volte raccontato nel suo percorso letterario; sono passati secoli di storia e l’uomo oggi è ancora qui, anzi lo traspone sulla logica del mercato capitalistico: “Vali in base a quanto produci”, meglio a quanto “fatturi”. Un gioco di numeri. Incontria|

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mo ogni giorno persone che vivono questo senso di alienazione verso determinate logiche di privazione dell’animo, animo inteso come “respiro” (dal greco “anemos”: soffio/vento), come possibilità di esprimere se stesso. Certo sarei ipocrita a sostenere che non ci serve uno strumento per avere determinati risultati. La considerazione va fatta alla luce dell’interpretazione sul senso di questo strumento. Avete compreso? Ho detto strumento, non fine ultimo. Un tempo esisteva il baratto, fonte di scambio, relazione, esperienza e sopravvivenza. Penso al libro di Mauro Corona “La fine del mondo storto”, dove il richiamo alla vita emerge spontaneamente, dove si racconta una storia, quella in cui l’uomo torna alle sue origini, ai suoi valori: una sorta di epifania data dalla sorte, in cui l’energia elettrica cessa di esistere e l’uomo torna alla sua socialità e comprende che vale più 1 kg di farina che 1 kg d’oro. E ritorna la paura. Sentiamo quotidianamente questi echi: paura della vecchiaia, paura della solitudine, paura di arrivare a un certo punto della vita, guardarsi indietro e non trovare più nulla o meglio trovare una vita che non volevamo. Il valore dell’uomo è connesso con la sua forza di volontà, con quella capacità di prendere coscienza della propria situazione e trovare lo spunto, anche dalla paura, per vincere ogni resistenza e conquistare il proprio destino. Ma come si fa? Esistono oggi migliaia di volumi dedicati al self-help (auto aiuto), al “trova te stesso”; e poi esistono messaggi che ci giungono dal passato e che ogni giorno ritornano nel-


la vita quotidiana. Il punto è capire se il codice interpretativo che ognuno di noi possiede, il proprio “cuore” (inteso come sensibilità d’animo) è attivo o è stato assopito/soggiogato dalla forza del possesso, dell’oggetto. La domanda più corretta è allora: di che cosa abbiamo “veramente” bisogno? Molte delle difficoltà che viviamo sono date dal nostro punto di vista e, mettendo anche il caso che non lo fossero (dovremmo pensare come mai sono tali), noi che cosa facciamo per cambiarle o per renderle diverse? In un passo del Vangelo di Matteo il consiglio è “...Voi invece cercate prima il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più”(Mt 6,33-34). Dunque se tutto il resto è in più e aggiungendo la teoria che Dio è dentro di noi, l’interpretazione suggerita è di ritornare a noi stessi, di capire quali sono le nostre priorità. Siamo parte di una natura universale e come tali rispondiamo al codice naturale. Di frequente ci arrovelliamo nel capire il modo in cui lasciare un segno del nostro passaggio su questa terra e i modi diventano molteplici, tanto da confonderci, se non addirittura affliggerci. Perché misuriamo il valore del nostro animo prendendo a riferimento un metro di misura errato. Frequentemente diamo peso in base a quello che possediamo, a ciò che abbiamo realizzato per glorificare noi stessi e il nostro ego. E in più di qualche occasione filoso-

fi, psicologi e pensatori ci ricordano che l’ego non siamo noi, o meglio, l’ego è un lato del nostro essere. La tanto citata frase di Cartesio “cogito ergo sum” (penso dunque sono) oggi si trasforma nel “sono se agisco e/o possiedo”. Quello che possiamo fare è riflettere bene partendo dal concetto di finitezza e infinitezza che il binomio corpo/anima rappresenta. Siamo nati in questo binomio, fisicamente e spiritualmente, e la nostra mente a sua volta lo condivide con l’entità fisica del cervello attraverso cui si esprime. E anche se fossero solo movimenti neuronali, sono comunque movimenti. Per cui, anche per gioco, con la limpidità che i bambini ci sanno donare, sopita dentro di noi, indipendentemente dal sistema in cui siamo immersi, riprendiamo la fonte della nostra essenza, uniamo la ragione alla passione. E con quella forza di cui siamo dotati, quella voluntas latina, quella tenacia e determinatezza intenzionale, guidiamo questi movimenti verso il centro del nostro “respiro comune”, per riscoprire che anche se la selva sembra oscura, l’amor che move il sole e le altre stelle ci porterà verso il nostro destino, ovunque noi decidiamo (tempo presente) di condurlo.

Manuel Millo, membro AGCI, Associazione Generale Cooperative Italiane


A L C O L

E

P A T E N T I

Lucidi alla guida S O C I E T À

Sono in aumento gli incidenti stradali provocati da guidatori con tasso alcolico superiore al consentito. Un dato figlio di una statistica più complessiva: la diffusa assunzione di alcol nella quotidianità.

Rubrica a cura di Andrea Fiore

Alcuni dati, come vedremo nel corso dell’articolo, possono avere interpretazioni soggettive. Altri, invece, sono insindacabili. Proprio da questi ultimi desidero iniziare il mio ragionamento. Come membro della Commissione Medica per le Patenti di Guida posso confermare l’aumento dei casi di incidenti stradali, rilevati dalla Polizia, provocati da conducenti con tasso alcolico superiore a quello consentito dalla legge (fissato a 0,5 g/l). Così come in aumento sono i ritiri preventivi delle patenti durante i controlli sulle strade da parte della Forze dell’Ordine, grazie a strumenti sempre più efficaci e raffinati (come ad esempio l’alcolimetro d’ambiente che capta eventuali tracce di alcol presenti nell’aria all’interno dell’abitacolo).

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Stile di vita, non di guida Come mai questa situazione? Per individuare la risposta a questa domanda è necessario ampliare il raggio d’azione. Il problema, infatti, non è limitato solo alle condizioni nelle quali una persona si mette al volante, ma allo stile di vita che questa persona ha. Sebbene le sere del fine settimana continuino a registrare il picco massimo di casi di autisti con tasso alcolico |

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oltre il consentito, anche durante le altre giornate le cose non sembrano cambiare. In pratica si beve tutti i giorni e a tutte le ore. Sagre, feste, aperitivi, afterhour: ogni occasione di incontro sembra spingere le persone verso il costante consumo di bevande alcoliche. Un flusso costante che, di fatto, non può essere pienamente monitorato dai controlli preventivi delle pattuglie sulle strade, facendo intuire la vastità del fenomeno e dei potenziali pericoli.

Lucidità in ribasso Una volta assunte bevande alcoliche si entra nei confini tra soggettività e oggettività dei dati, come citato in apertura. Perché se la soglia di assunzione fissata per legge rappresenta un numero certo, gli effetti che l’alcol può provocare alle persone variano da individuo a individuo. Una cosa però è scientificamente dimostrata: di poco o di tanto, l’uso di alcol (quindi anche nei termini di legge) porta con sé ripercussioni sulle prestazioni di guida di ciascuno di noi. Da una capacità di reazione più lenta a un calo dei riflessi: cambiamenti pressoché impercettibili per l’autista, ma con implicazioni potenzialmente pericolose. Perché il ritardo di una frenata, anche solo di brevi istanti, nel traffico sempre più sostenuto dei giorni nostri, può avere conseguenze di ogni genere. Se a ciò aggiungiamo


che le macchine moderne, sempre più potenti, anche a velocità sostenute danno ai guidatori la percezione di essere quasi fermi, il mix rischia di essere esplosivo. Ecco quindi che se una persona si mette alla guida in modo meno consapevole dopo l’assunzione di alcol, i rischi di distrazione sono elevatissimi.

Errare è umano, perseverare diabolico Per esperienza personale maturata all’interno dell’apposita Commissione, nelle persone che provocano incidenti mentre guidano in stato di ebbrezza emerge spesso una situazione comune: la scarsa consapevolezza della responsabilità. Di fronte all’accaduto, anche a settimane di distanza, preferiscono attribuire la colpa al destino o ad altre concause piuttosto che alle proprie condizioni fisiche al momento del sinistro. Manca di fatto una netta presa di responsabilità. E questo, per assurdo, rischia di essere l’aspetto più grave: perché senza consapevolezza i casi di recidività sono destinati a ripetersi. Come, statistiche alla mano, purtroppo avviene. Soluzioni possibili? Di fatto una sola: non bere alcol prima di mettersi alla guida. Fattibile? Questa, purtroppo, è un’altra storia.

dott. Andrea Fiore Medico delle Farmaco-Tossicodipendenze, psichiatra andrea.fiore@imagazine.it


universomamma.it

G I O VA N I E R E S P O N S A B I L I TÁ

Servizio a cura di Cristian Vecchiet

P E D A G O G I A

Il senso

del dovere

Assumersi impegni che poi non vengono portati a termine. Un’abitudine sempre più frequente tra i ragazzi, spesso giustificati dalle loro famiglie. E se gli adulti di riferimento non danno il buon esempio… Un bambino e un ragazzo percepiscono in modo netto l’importanza che gli adulti di riferimento attribuiscono ai diversi impegni e alle diverse esperienze che si trovano a vivere. Lo percepiscono non tanto attraverso le cose dette, ma soprattutto in modo empatico attraverso l’esempio concreto che vedono e osservano. Se un adulto di riferimento non dà valore a un impegno, anche il ragazzo investirà di meno in quella medesima attività. Se un adulto non si pone il problema della coerenza e della fedeltà all’impegno, è evidente che il ragazzo acquisirà questo modello. Gli adulti che si preoccupano di stare nella vita dei ragazzi, di ascoltare le ragioni delle loro scelte, che fanno la fatica di ragionare con loro sui motivi per cui fare una scelta piuttosto che un’altra, che li sostengono nei momenti di stanchezza e cercano di motivarli a portare a compimento l’impegno assunto anche quando hanno voglia di mollare, questi adulti lasciano nella coscienza, nella memoria e nella vita dei ragazzi un segno positivo indelebile che farà loro da faro lungo tutta l’esistenza, aiutandoli anche a procrastinare il mo62

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mento del piacere per un bene maggiore che poi ne potrà derivare. Diverso il caso in cui gli adulti di riferimento non aiutano i ragazzi a far fronte agli impegni presi. Porto come esempio alcuni episodi concreti. Il primo. Siamo in una piccola realtà comunale della nostra regione, un’amministrazione organizza un percorso di formazione per adolescenti, coinvolgendo direttamente le famiglie. Un gruppo di ragazzi (e quindi di famiglie) accetta, ma progressivamente i ragazzi iniziano a latitare e a non farsi più vedere, senza che le famiglie si pongano troppi problemi. I figli mancano agli incontri, ma i genitori non chiedono loro né le ragioni dell’assenza né semplicemente se hanno tenuto fede all’impegno. Il secondo. Un ente pubblico organizza un progetto di formazione presso una scuola media e una superiore per far riflettere alcune classi su determinati temi importanti (sessualità, bullismo, droga). La scuola aderisce a questo progetto, che risulta parte integrante del POF (Piano dell’Offerta Formativa). Quando i formatori (esterni alla scuola) si presenta-


no in classe, gli insegnanti escono e lasciano la classe nelle mani dei formatori esterni, senza aver concordato la loro uscita. Questi esempi cosa esplicitano di problematico? Problematica in entrambi i casi è la posizione che assume l’adulto e cioè la svalutazione dell’attività che i ragazzi avrebbero dovuto portare a termine. Si osserva dunque in primis da parte dell’adulto l’affievolimento della funzione educativa che si traduce in un disimpegno personale che ha una ricaduta negativa sull’impegno dei ragazzi. Il vivere sociale, lo stare assieme agli altri, ma anche il benessere personale, richiedono infatti il rispetto di alcune regole. Non basta seguire il principio del piacere, del tutto e subito. Bisogna anche curare e far maturare il principio di realtà, cioè il principio per cui per raggiungere un bene maggiore è necessario anche attraversare dei momenti di dolore e di sacrificio. Tant’è che il principio del piacere e del dovere o crescono insieme o generano problemi. Spesso infatti si sente dire “l’importante è fare quello che ci si sente”. Oppure “devi fare quello che ti fa stare bene”. C’è un fondo di verità in queste frasi, ma nascondono un dato di realtà che è l’esistenza del dolore, dello sforzo e del sacrificio. Queste frasi sono vere perché è importante stare emotivamente bene, tuttavia lo stare bene non dev’essere confuso con quelle emozioni più forti ma anche più passeggere come la gioia frizzante e l’euforia. Lo stare bene è dato da un percorso che implica anche dei momenti di fatica e non solo di benessere. Prendiamo ad esempio l’atleta che gioisce in ciò che fa, ma che per raggiungere una vittoria deve passare attraverso lo sforzo e la fatica dell’allenamento quotidiano e l’accettazione anche dei momenti di sconfitta e di prestazioni non eccellenti. In conclusione, gli adulti, tutti inclusi, devono porsi il problema del senso di responsabilità dei ragazzi, vero snodo delle problematiche educative di oggi. E questo passa attraverso la pratica della responsabilità da parte di chiunque eserciti in forma diretta e indiretta una funzione educativa e cioè attraverso l’esempio concreto che gli adulti significativi danno ai ragazzi.

Cristian Vecchiet Collaboratore presso l’associazione La Viarte, è docente di Etica e Teologia dell’Educazione presso l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia.


Antibiotici

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FARMACI E ABUSI

Rubrica a cura di Annalisa Casarin

S A L U T E

solo quando necessario

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Gli antibiotici o antimicrobici sono diventati una componente essenziale della medicina moderna. Naturali o di sintesi, sono farmaci in grado di rallentare o fermare la proliferazione dei batteri e solo di essi. Sono definiti batteriostatici quando ne fermano la proliferazione e battericidi quando uccidono direttamente i microorganismi. La resistenza agli antibiotici, o antibiotico-resistenza, è un fenomeno per il quale un batterio risulta resistente all’attività di un antimicrobico. Il consumo inappropriato ed eccessivo di antibiotici e il conseguente sviluppo dell’antibiotico-resistenza in tutti i Paesi europei (figura 1) costituisce un problema sempre più allarmante. Il 76% degli antibiotici è usato in zootecnia e solo il 6% per curare gli animali, il 70% è usato per farli crescere velocemente. L’uso massiccio di farmaci nella catena di produzione di carne e di latte ha creato ceppi di batteri resistenti agli antibiotici; quando questi batteri raggiungono l’uomo la possibilità di cura è molto limitata. I dati di uno studio condotto dall’Agenzia Italiana del Farmaco mostrano che il nostro Paese si colloca ai primi posti in Europa per consumo di antibiotici, preceduto solo da Grecia e Cipro. Con questa sovraesposizione si corre il rischio di non poter più disporre in futuro di farmaci adeguati a curare le infezioni. L’esempio più eclatante di antibiotico-resistenza è quello dell MRSA, lo Stafilococco Aureo Meticillino Resistente. Questo batterio, normalmente presente sulla cute e in narici e gola, si è evoluto in maniera tale da essere resistente all’anti|

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biotico di scelta per fermarne la proliferazione, la Meticillina. Pertanto, se l’MRSA penetra la cute e arriva al torrente circolatorio, l’infezione che causa compromette seriamente la salute dell’ospite (la persona o l’animale in cui si insidia) fino a causarne la morte. Chi è più a rischio di essere ospite di un batterio resistente sono individui con difese immunitarie immature o diminuite, pertanto neonati e bambini, anziani, immunodepressi per malattia o perché oggetto di cure chemioterapiche e persone sottoposte a intervento chirurgico. In Italia sono stimati 5.000-7.000 decessi annui riconducibili a infezioni assunte in ospedale. In media il 5% dei pazienti ospedalizzati contrae un’infezione durante il ricovero. Questo non è sempre causato da inattenzione dei professionisti o terapie sbagliate: il paziente ricoverato è infatti di per sé più suscettibile alle infezioni. Inoltre il tempo di degenza e la durata dei trattamenti antibiotici sono i fattori principali che si correlano al rischio di infezione: più tempo il paziente è in ospedale più è in contatto con batteri già resistenti o che possono mutare e diventarlo. Le manifestazioni più rilevanti sono polmoniti, infezioni urinarie, infezioni delle ferite chirurgiche e del catetere venoso con quadri di sepsi (infezione generalizzata). A volte i batteri hanno l’abilità di insediarsi in organi difficilmente accessibili in cui è arduo far arrivare una concentrazione efficace di farmaco, potendo pertanto proliferare indisturbati e perfino scambiarsi materiale genetico di specie in specie e creare resistenze multiple. L’igiene delle mani è la misura più efficace per ridurre le infezioni associate alle cure sanitarie. Nel 2009 l’Organizzazione Mondiale della Sa-


nità ha suggerito la frizione delle mani con prodotto a base alcolica come efficace misura preventiva di infezioni in ospedale. Diversi studi hanno dimostrato infatti che il gel alcolico riduce le infezioni da MRSA e i costi del Servizio Sanitario in termini di spesa per antibiotici. Questo metodo di prevenzione deve essere seguito da chiunque entri in ospedale: professionisti, pazienti e visitatori in quanto ognuno può portare all’interno batteri resistenti. In Europa non tutti i Paesi si sono adeguati alle direttive nella stessa misura (figura 2). Per arginare la proliferazione di batteri resistenti l’Agenzia Italiana del Farmaco raccomanda “di ricorrere agli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione del medico che ne accerti l’effettiva utilità, di non interrompere mai la terapia prima dei tempi indicati dal medico o, comunque, solo dietro suo consiglio e di non assumere antibiotici per curare infezioni virali”. Quindi NON vanno presi per raffreddori e influenza o per il semplice mal di gola. Queste sono poche e semplici indicazioni per preservare le capacità dei farmaci di curare le infezioni visto che la possibilità di crearne di nuovi è sempre più limitata. Referenze: http://ec.europa.eu; http://www.who.int; www.agenziafarmaco.gov.it

Dr. Annalisa Casarin Medico ricercatore presso il Watford General Hospital e l’Imperial College di Londra

Figura 1. Percentuali di ceppi di Stafilococco Aureo non più sensibili agli antibiotici (cioè i farmaci anti Stafilococco non hanno più l’efficacia desiderata).

Figura 2. Consumo medio di gel alcolico negli ospedali per la disinfezione delle mani di pazienti e visitatori (rosso = consumo minore di 10 litri ogni 1.000 giorni di degenza del paziente) nel 2011-2012


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MAGGIOR ANZE E MINOR ANZE

Rubrica a cura di Giuliana De Stefani

P S I C O L O G I A

I numeri… I numeri…

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Stare insieme ad altre persone, formando un gruppo che persegue obiettivi di svago, acquisizione di abilità e svolgimento di attività pratiche implica da parte di ognuno la consapevolezza del proprio ruolo. La mancanza di questo requisito cognitivo genera nella migliore delle ipotesi dei fraintendimenti ed equivoci, nella peggiore conduce alla svalutazione del ruolo altrui e quindi a conflitti. Se a un gruppo applichiamo il modello tripartito della personalità secondo Berne, troviamo uno schema ideale (nel senso di Weber) che potrebbe rivelarsi particolarmente dannoso: - un gruppo che presenta autoritarismo dispotico nella componente Io Genitore, pervaso di paternalismo in cui la leadership nega le regole o le manipola; - un gruppo che nella sua componente Io Adulto manifesta inconsapevolezza dei ruoli, leggerezza negli aspetti gestionali, incuria rispetto agli obblighi; - un gruppo che nella sua componente Io Bambino, più che essere votato al godimento e all’empatia verso gli altri, indulge in fantasie velleitarie, parassitismo, giochi di seduzione e di potere: in pratica abusa dell’opportunità costituita dal gruppo. Un tale gruppo, ammesso possa esistere, presenta ovviamente molte disfunzionalità, quindi in poco tempo dovrebbe sciogliersi e terminare la propria esistenza: a nessuno può piacere far parte di una compagine in cui uno o pochi decidono in spregio alle regole, mancano di rispetto non dando spiegazioni esaustive sull’operato e usano l’associazione per propri interessi privati. Qualora prendesse forma questo caso-limite di gruppo, invece, dovremmo constatare la sua distanza ideale e pratica dal concetto di associazione democratica. |

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Nella pratica, infatti, quando in un’associazione cominciano a prendere piede comportamenti devianti, reticenti, vessatori o di esclusione di fatto di alcuni soci, la compagine si impoverisce: ci sono defezioni formali, cioè dimissioni, e un numero più alto di abbandoni informali consistente nel calo della frequenza dell’associazione. Saper leggere il malessere, il disagio e talvolta la sofferenza di alcune persone più sensibili è compito morale specifico di un organo: il Consiglio Direttivo. Questo gruppo, costituito da almeno tre persone, viene eletto dai soci che gli affidano la gestione globale dei destini dell’associazione, del benessere delle persone che la frequentano, dei suoi beni patrimoniali e dell’assolvimento degli obblighi di legge (bilancio, dichiarazione dei redditi e fiscalità). Non è aspetto da poco, essere stati “eletti” implica un’attribuzione di affidabilità a questi soggetti. Naturalmente la credibilità viene confermata o sconfessata a posteriori, nella valutazione che tutti gli altri soci inevitabilmente deriveranno dall’analisi dell’operato del Consiglio Direttivo. Questo esercizio di democrazia è sempre previsto dallo Statuto delle associazioni: almeno una volta all’anno si deve indire l’assemblea per l’approvazione del Bilancio e i soci, almeno in quell’occasione, possono verificare la correttezza e la trasparenza del Consiglio Direttivo. Ma non sempre questo organo opera nel rispetto né delle persone né delle norme. Entrando più a fondo sul meccanismo dell’esercizio delle prerogative democratiche, viene da chiedersi come un ristretto sottogruppo di persone adulte che abbia aderito formalmente a un’associazione non riesca a essere coerente con la sua medesima scelta: assolvimento di obblighi a fronte dell’acquisizione di alcuni appetibili diritti. Una delle aggravanti che talora si presenta è costituita dalla possibile compattezza del gruppo di Consiglio Direttivo, quando al suo interno non c’è alcuna op-


posizione all’operare scorretto: per praticità spesso è costituito da 3 persone, ma in questo caso già 2 costituiscono la maggioranza. Se poi il sodalizio dall’incontro di personalità strutturate attorno a frustrazione genera autoritarismo dispotico ed egocentrismo autoreferenziale, si può pronosticare che sarà solidissimo, imperturbabile a ogni critica, resistente a ogni prova di addebito. La sociologia ci spiega che questo ipotetico sottogruppo andrebbe a costituire un’associazione all’interno dell’associazione: non sarebbe permeabile agli stimoli esterni che verrebbero vissuti esclusivamente come intrusivi, attacchi ingiustificati e tradimenti di fiducia. In pratica il Consiglio Direttivo opererebbe un ribaltamento della prospettiva in cui i soci sarebbero al suo servizio e non viceversa, i soci dovrebbero giustificarsi e non viceversa. Dal punto di vista della psicologia, questa operazione di fraintendimento della realtà e di manipolazione della stessa, se si associa a un alto livello di convincimento personale dei soggetti della giustezza delle loro posizioni e dell’assoluto errore altrui, purtroppo rientra nella categoria del delirio di gruppo. Qualora invece la manipolazione della realtà e la scorrettezza dell’agire del Consiglio Direttivo si associassero a un certo grado di consapevolezza del perseguimento di propri interessi personali ed economici, ci troveremmo di fronte ad altre fattispecie di associazione di cui si occupa il Codice Penale. Come uscirne? I soci che riescano a verificare le scorrettezze, e non è sempre possibile se il Consiglio Direttivo

è compatto, settario e opera in una sorta di segretezza, possono utilizzare i meccanismi che la democrazia garantisce e che sono descritti nello Statuto: contestazioni, assemblee, richiesta di dimissioni, esclusione dei membri del Consiglio Direttivo, votazioni. Dal punto di vista psicologico le persone sono costrette a entrare in uno stato d’animo inquisitorio, accusatorio e giudicante: emozioni molto diverse dalle aspettative iniziali. Infatti molti soci non reggono questa tensione, abbandonano la scena ed escono oppure si astengono dal voto: ci è stato insegnato a non accusare, compiacere, in sostanza un fraintendimento: “non fare del male”. Il risultato? La prima delle regole democratiche, “una testa – un voto”, a seconda del numero complessivo di soci che costituisce la compagine sociale, determinerà l’esito della “pulizia” nell’associazione. La seconda regola, quella della vittoria della maggioranza sulla minoranza, risentirà fortemente del numero dei votanti. Queste regole formali sono a garanzia del nostro sistema di vita ed è bene aderirvi incondizionatamente, poiché ci tolgono da un’arena senza regole e senza criteri. Da cittadini e non da sudditi, però, faremmo bene a comprendere che talora potremmo incontrare delle maggioranze numeriche, premiate dalle regole democratiche, che operano scorrettamente.

Giuliana De Stefani Psicologa psicoterapeuta


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SCADENZA 10 LUGLIO ▶ THESAURUS Sezioni: A) poesia; B) narrativa Lunghezza: A) 1 pag. A4; B) 5 pagg. A4 Quota: € 20,00 Premi: contratto editoriale, opere d’arte, targhe Info: 333 6972429 premiothesaurus2015@libero.it SCADENZA 11 LUGLIO ▶ ALBIATUM Sezioni: A) poesia inedita; B) prosa inedita Lunghezza: A) max 32 versi; B) max 3 facciate A4 corpo 12 Quota: € 10,00 Premi: 1) € 500,00; 2) € 300,00; 3) € 200,00 Info: 347 9663724 piega31@ libero.it SCADENZA 12 LUGLIO ▶ CITTÀ DI MESAGNE Sezioni: A) narrativa over 22; B) narrativa under 21 Lunghezza: max 6 cartelle Quota: 20,00 Premi: A – 1) € 500,00; 2) € 200,00; 3) € 150,00. B – 1) € 100,00 Info: 347 2349752 info@solidea1utopia.it SCADENZA 15 LUGLIO ▶ HIMERA Sezioni: A) poesia in lingua italiana; B) poesia in lingua siciliana e nei vernacoli d’Italia Lunghezza: max 36 versi Quota: 15,00 Premi: gioielli, coppe e targhe personalizzate Info: 377 1921450 termini. darte@libero.it ▶ ADE CAPONE Sezione: racconto o saggio Lunghezza: 120 cartelle (2.000 battute spazi inclusi per cartella) Quota: 20,00 Premi: pubblicazione opera, targhe e attestati Info: 010 944502 torrigliaufoconvention@gmail.com

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▶ INCONTRARSI PER DIVENTARE FUTURO Sezione: poesia Lunghezza: max 36 versi Quota: 20,00 Premi: 1) € 300,00 e attestato Info: 320 6181648 concorso@asai.it ▶ VINCEREMO LE MALATTIE GRAVI Sezioni: A) poesia; B) narrativa; C) racconto Lunghezza: libera Quota: € 30,00 Premi: targhe, diplomi e attestati Info: 338 1285835 tudorileana@libero.it ▶ LA DONNA DEL SUD Sezioni: A) opera drammaturgica; B) racconto; C) silloge poetica Lunghezza: A e B) min 60.000 max 80.000 battute; C) min 20 max 50 cartelle Quota: nessuna Premi: pubblicazione e promozione opera Info: 0222 228845 contatti@ festivalibrocampania.it SCADENZA 18 LUGLIO ▶ LETTERATURA È MONDO Sezione: poesia Lunghezza: libera Quota: € 20,00 Premi: 1) € 250,00, pubblicazione, diploma Info: info@caffeorchidea.it SCADENZA 20 LUGLIO ▶ PREMIO MARUDO Sezioni: A) narrativa under 24; B) narrativa over 25 Lunghezza: 3 cartelle A4 (Arial corpo 12) Quota: nessuna Premi: A e B – 1) € 1.000,00 Info: 0371 218089 premiomarudo@comune.marudo.lo.it SCADENZA 22 LUGLIO ▶ IL POETA E IL NARRATORE Sezioni: A) poesia; B) narrativa Lunghezza: A) libera; B) 5.000 caratteri spazi inclusi

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Quota: 20,00 Premi: A e B – 1) € 1.000,00; 2) € 350,00; 3) € 150,00 Info: 0429 784125 davide@ ciaoitalia.it SCADENZA 25 LUGLIO ▶ LA CAMPANELLA Sezioni: A) poesia in dialetto lombardo; B) poesia in italiano Lunghezza: max 45 versi Quota: € 5,00 Premi: A e B – 1) € 200,00; 2) € 120,00; 3) € 70,00 Info: 334 7007686 info@lanuovacampanella.it ▶ ENERGIA PER LA VITA Sezioni: A) poesia; B) narrativa Lunghezza: A) max 1 pag. A4; B) max 6 cartelle A4 Quota: € 20,00 Premi: A e B – 1) 1.000,00; 2) € 500,00; 3) € 300,00 Info: 339 6615331 rita.iaco@ libero.it SCADENZA 30 LUGLIO ▶ VITTORIO ALFIERI Sezioni: A) poesia; B) narrativa Lunghezza: A) max 30 versi; B) max 3 cartelle Quota: € 10,00 Premi: medaglie e targhe personalizzate Info: 338 3528592 poesiavitavittoriabruno@virgilio.it ▶ POETI DELL’ADDA Sezione: poesia Lunghezza: max 36 versi Quota: € 16,00 Premi: targhe e pubblicazione opera Info: 02 98233100 segreteria@ clubautori.it SCADENZA 31 LUGLIO ▶ ARTHUR RIMBAUD Sezioni: A) poesia; B) racconto Lunghezza: A) max 50 versi; B) max 8.000 battute Quota: € 10,00 Premi: trofei, diplomi e targhe Info: 345 6446453 premiorimbaud@gmail.com ▶ LE GRAZIE PORTO VENERE LA BAIA DELL’ARTE

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Sezioni: A) poesia; B) narrativa Lunghezza: libera Quota: € 20,00 Premi: A e B – 1) € 400,00 e pergamena Info: 338 3017820 masilorenzo2002@libero.it ▶ PADRE DAMIANO DA BOZZANO Sezione: poesia Lunghezza: max 50 versi Quota: € 15,00 Premi: 1) € 500,00 e diploma; 2) € 300,00 e diploma; 3) € 200,00 e diploma Info: 329 7212008 a.amoresevincenzo@gmail. com ▶ MASSA CITTÀ FIABESCA DI MARE E DI MARMO Sezioni: A) poesia; B) racconto; C) narrativa Lunghezza: A e C) libera; B) max 100 parole Quota: € 20,00 Premi: denaro e prodotti tipici del territorio Info: 338 6304153 versiliaclub@libero.it ▶ IL MURGO GIOIOSANO Sezioni: A) narrativa; B) poesia; C) fiabe e favole Lunghezza: libera Quota: nessuna Premi: targhe Info: 0941 302947 donneincircoloh2donna@gmail.com ▶ ZENO Sezioni: A) narrativa; B) poesia Lunghezza: A) min 20.000 battue; B) libera Quota: A) € 20,00; B) € 5,00 Premi: A – 1) € 500,00; B – 1) € 300,00 Info: 327 1582655 info@progettozeno.it SCADENZA 10 AGOSTO ▶ FRANZ KAFKA ITALIA Sezioni: A) saggio o tesi su Kafka; B) romanzo edito; C) racconto; D) raccolta di poesie; E) saggio Lunghezza: libera Quota: € 30,00 Premi: opere d’arte e recensioni Info: 0432 547066 rita.mascialino@gmail.com SCADENZA 15 AGOSTO ▶ L’IMMAGINE PARLA Sezione: racconto breve Lunghezza: 5 cartelle (formato A4) Quota: nessuna Premi: 1) € 1.000,00, attestato libro raccolta Info: 030 732865 info@ilmaestrale.eu


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(as) s a g g i Edoardo Nesi L’estate infinita Bompiani, 2015 Pagg. 480 € 19,00 Italia. Estate del 1972. Ivo il Barrocciai convince il padre Ardengo a finanziargli l’acquisto di un terreno per costruire una fabbrica di tessuti da “far invidia ai milanesi”. Cesare Vezzosi, piccolo impresario edile, sposato con la bellissima Arianna che lascia lunghi mesi al mare a badare al figlio Vittorio, costruisce di lena appartamenti popolari per ospitare l’ondata di intrepida immigrazione che viene Francesco Bianconi La resurrezione della carne Mondadori, 2015 Pagg. 168 € 17,00 Aspirante poeta, Ivan è diventato famoso per aver scritto La resurrezione della carne, una serie TV sugli zombi. La sua vita, nonostante “il successo”, è una calma piatta. Vive passivamente, si laPatrick Modiano Perché tu non ti perda nel quartiere Einaudi, 2015 Pagg. 124 € 17,00 Jean Daragane, scrittore parigino vicino alla settantina, vive in totale solitudine, fuori dal resto del mondo. Un giorno il telefono di casa squilla una prima volta. Dall’altra parte del filo si ode la voce di Maria, Mauro e Damiano Marchesan, Stefano Dovier, Monica Maran, Emanuela Corbatto, Antonella Degrassi, Beatrice Peroni, Ennio Padovan Tra sielo e mar EBS Print, 2015 Pagg. 114 € 10,00 Raccolta di liriche dell’antica parlata gradese. “Il mare ha un odore unico. Se chiudo gli occhi rivedo la scia

dal Sud. Pasquale Citarella è venuto dall’Irpinia a cercare fortuna, con moglie e figli, e pittura senza sosta le case e i capannoni e i palazzi che sembrano spuntare ovunque. Siamo all’alba di un nuovo mondo e l’albero della vita sta intrecciando i destini: l’audace Barrocciai incarica il Vezzosi di costruire la faraonica fabbrica mentre lui si getta, con l’entusiasmo di un fanciullo, alla conquista del mercato tessile d’Europa e d’America. Il Vezzosi, a sua volta, incarica Citarella della costruzione: una commissione che può valere il futuro suo, della sua famiglia e anche di qualche parente rimasto ad Ariano Irpino. Ma anche le vite private dei protagonisti iniziano a scricchiolare... menta del mondo con cinismo e arguzia. Conosce Giovanna, se ne innamora, e presto hanno un figlio. Ma un evento tragico e imprevisto cambia fatalmente il corso delle cose. La felicità vera, completa, appena trovata, è spazzata via in un colpo solo e Ivan si ritrova molto simile ai non morti della sua serie televisiva. La ricerca della verità sulla tragedia che gli ha sconvolto la vita lo guiderà come un’ossessione, portandolo negli ambienti più alla moda di una “Milano da mangiare”. un uomo che dice di aver ritrovato il suo taccuino degli indirizzi forse perduto su un treno, e propone un appuntamento. Daragane non vuole incontrarlo, ma alla fine accetta. Incrocia così l’ambiguo Gilles Ottolini e la sua sottomessa e giovane compagna, Chantal Grippay. Ottolini gli dice che ha trovato nella sua rubrica un nome che gli interessa molto, Guy Torstel, ma Daragane non si ricorda di lui. Eppure proprio da lì ricomincerà il suo tuffo nel passato. che lascia la barca dietro di sé quando scivola sul pelo dell’acqua, piccole onde si infrangono nel fasciame di legno, e il cielo si muove ondeggiando mentre le nuvole si rincorrono per gioco in una giornata di sole. Quando invece la nebbia si impadronisce del tuo piccolo mondo, tutto diventa ovattato […]. Soltanto il nautofono segnala il limite di quel mondo grigio e pieno di insidie. I fari dell’entrata del porto ti riportano alla realtà di ogni giorno. Sei al sicuro comunque e sempre. Sei a casa!”

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L’ansia: come affrontarla, come curarla Un libro per comprendere i segreti dell’anima. Cos’è l’ansia, come si manifesta, quali sono i sintomi e i significati nascosti nel malessere che colpisce in Italia 4,5 milioni di persone. I rimedi naturali più efficaci e semplici ricette per affrontare e superare con successo i propri disturbi.

Qualcuno nasce con l’ansia già nella culla. Urla, strepita, scalcia, non dorme e costituisce di per sé, fin dagli inizi, l’incubo dei genitori. Qualcuno ci convive da una vita, altri la conoscono solo in momenti particolari e particolarmente tristi dell’esistenza. Altri ancora l’hanno sperimentata da poco e, per questo, ne sono terrorizzati! Nella vita professionale di un medico psichiatra è ‘normale’, per così dire, incontrare persone che ne soffrono e che cercano, in un modo o nell’altro, di scrollarsela da dosso, come fosse un serpente boa. Tachicardie, incubi, notti insonni, tremori alle mani, sudorazioni, paura d’impazzire sono all’ordine del giorno in ogni ambulatorio. In effetti, all’atto pratico, le frecce nella faretra di un professionista sono, per fortuna, assai numerose. Le terapie naturali offrono al medico e al paziente un’ampia gamma di rimedi pronti a scacciare incubi e paure. Sali di Schüssler, rimedi omeopatici, fitoterapici e fiori di Bach sono lì per prenderci per mano e aiutarci a tenere ben salde le redini della nostra vita, donando sicurezza e tranquillità. Gli oligoelementi, dal canto loro, sono pronti a interagire, a livello biochimico, con le sostanze già presenti nel corpo, stimolandole o inibendole per apportare benessere. Ma il più delle volte, cari lettori, la chiave che porterà alla risoluzione del problema non è quella di considerare l’ansia una “nemica” da uccidere o sconfiggere a tutti i costi, ma solo ed esclusivamente una “potenzialità inespressa” del proprio carattere. Una risorsa che ci porterà, se conosciuta, a stare molto, molto meglio di prima. Naturalmente a indirizzarci verso la via della guarigione saranno le tecniche mentali che potrete imparare, dal training autogeno all’oniroterapia, attraverso l’analisi delle imma-

gini prodotte in rilassamento dal paziente o mediante la comprensione del significato dei sogni (ricordate che sono sempre molto importanti, nelle patologie ansiose: è fondamentale scoprire cosa bolle nella grande pentola dell’inconscio). La musicoterapia, dal canto suo, farà il resto. E questo perché guarigione non è soltanto il ‘non sperimentare più ansia e angoscia’, ma imparare a utilizzare le favole e orientare il paziente con le sue ‘straripanti energie’! Tutto ciò viene illustrato nelle 220 pagine del volume “L’ansia, come affrontarla come curarla” (Armando editore, Roma, 17 €). Cos’è l’ansia, quali sono i sintomi, quali le tecniche che possiamo impiegare a domicilio e le cure naturali più efficaci, illustrate con dovizia di particolari. Dr. Roberto Pagnanelli

L’autore Il dottor Roberto Pagnanelli è medico-chirurgo e psicoterapeuta. Specializzato in Psichiatria all’Università degli Studi di Trieste, è diplomato in Medicina Psicosomatica presso l’Istituto Riza di Milano, in Medicina Omeopatica e in Psicoterapie Brevi. È autore di numerosi volumi. Ha collaborato con le riviste Starbene, Più Salute & Benessere, Viver Sani & Belli, Riza scienze, Donna Moderna e Salute Naturale. Ideatore della Musicoterapia Cinematografica, lavora a Trieste e Monfalcone. Per ulteriori informazioni: Cell. 330 240171 robertopagnanelli@libero.it www.robertopagnanelli.it www.laforzadellamente.it


M 11-30 luglio ▶LO SPAZIO CONDIVISO

Ritratto dell’Italia nelle foto di Massimo Siragusa scattate in 40 luoghi diversi della Penisola. Spilimbergo (PN). Palazzo Tadea, via Sotto Castello. Ingresso libero. Orario: mer -ven 16-20; sab-dom 10.3012.30/16-20. Info: www.exibart.com 12 luglio – 30 agosto ▶GLI STUDENTI DEL FAMU DI PRAGA

Esposizione dei lavori eseguiti presso il Dipartimento di Fotografia.

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Fino al 18 luglio ▶VERSO UNA LUCE PERFETTA

Mostra degli artisti Nadia Costantini e Rino Sernaglia. Sacile (PN). Studio d’Arte G.R., viale Zancanaro 44. Ingresso libero. Info: www. studioartegr.com Fino al 19 luglio ▶ ROCCO CESELIN (ITA/US)

Hollywood – Mise en Scène. Gradisca d’Isonzo (GO). Galleria Spazzapan, via Ciotti 51. Ingresso libero. Orario: sab-dom 10-19; mer- ven 15-19. Info: www. omissisfestival.it

Lestans (PN). Villa Ciani, via Friuli. Ingresso libero. Orario: mer- ven 16-20; sab-dom 10.3012.30/16-20. Info: www. exibart.com

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Fino al 27 luglio ▶ RENATO DE MARCO – SYNKRASIS

Sculture combinate della doppia materia legno-ferro. Pordenone. Unione industriali, piazzetta del Portello 2. Ingresso libero. Orario: lun-ven 9-12/15-18. Info: 0434 526434 Fino al 9 agosto ▶ KUSTERLE - IL CORPO ERTETICO

Prima antologica sull’artista goriziano, attivo prima nel campo delle arti visive e poi nella fotografia. Pordenone. Galleria Bertoia, corso Vittorio Emanuele II 60. € 3. Orario: mersab 15.30-19.30; dom 1013/15.30-19.30. Info: www. studioesseci.net

Arte povera che trasforma elementi semplici in messaggi di contenuto.

Fino al 23 luglio ▶ DALLA FRATELLANZA ALL’AMORE FRATERNO

Personale di Alban Muja. Fino al 14 luglio ▶VENO PILLON NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Disegni realizzati sul fronte e acquerelli dipinti durante la prigionia in Russia. Gradisca d’Isonzo (GO). Galleria Spazzapan, via Ciotti 51. € 3. Orario: sab-dom 10-19; mer- ven 15-19.

Trieste. Studio Tommaseo, via del Monte 2/1. Ingresso libero. Orario: lunsab 17-20. www.triestecontemporanea.it

Trieste. Museo Revoltella, via Diaz 27. € 7. Orario: merlun 10-19. Info: www.museorevoltella.it Fino al 8 novembre ▶ 1915. L’ESERCITO MARCIAVA. L’AVANZATA VERSO GORIZIA

Foto, cimeli, documenti, uniformi originali dell’epoca. Gorizia. Castello, Borgo Castello 36. € 3. Orario: lun 9.30-11.30; mar-dom 10-19. Info: www.comune.gorizia.it Fino al 6 gennaio ▶ INTERVENTISMO 1915-2015

In mostra un dipinto, mai esposto in precedenza al pubblico, di uno dei protagonisti assoluti del Futurismo: Giacomo Balla. Gorizia. Musei Provinciali, Borgo Castello. € 6. Orario: mar-dom 9-19. Info: musei@provincia.gorizia.it

Fino al 19 luglio ▶PATRIZIA DELBELLO Trieste. Pep’s, piazza Verdi 3. Ingresso libero. Orario: lun-dom 7.30-24. Info: 349 4507912

ca non limitandosi a registrarla e interpretarla ma contribuendo a fare Storia della cronaca stessa.

Fino al 4 ottobre ▶ LA RUSSIA AI TEMPI DI STALIN

Esposte 70 fotografie di Emmanuil Evzerichin, quasi tutte sconosciute al di fuori della Federazione russa. Torviscosa (UD). CID, piazzale Marinotti 1. Ingresso libero. Orario: sab 15-20, dom 10-20. Info: cultura@comtorviscosa.regione.fvg.it Fino al 11 ottobre ▶ L’ALFABETO ESSENZIALE DI UGO GUARINO

200 opere del versatile autore, grafico, vignettista, pittore e scultore: un artista entrato dentro la crona-

Fino al 30 marzo ▶ PREZIOSI RITORNI

Tra le opere esposte, la Croce di Santa Maria in Valle, un manufatto di età altomedievale in lamina d’argento, con dorature, sbalzata, su anima di legno. Cividale del Friuli (UD). Monastero di Santa Maria in Valle. Ingresso libero. Orario: lun-ven 10-13/15-18; sabdom 10-18. Info: www.monasterodisantamariainvalle.it

I COSTI E GLI ORARI DI APERTURA POSSONO VARIARE SENZA PREAVVISO. VERIFICARE SEMPRE RIVOLGENDOSI AGLI APPOSITI RECAPITI.


PERSONAGGI

DEBORAH ROSSIT Intervista di Andrea Doncovio. Immagini di Associazione Il Focolare Onlus

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Il calore

del Focolare A Tapogliano è attiva da un anno una struttura dove famiglie affidatarie e giovani affidati possono vivere assieme in un contesto speciale. A gestirla è una onlus che coinvolge un centinaio di volontari. Come racconta la presidentessa del sodalizio.

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L’Associazione “Il Focolare Onlusâ€? è nata nel 2004 per volere di alcuni amici che avevano l’obiettivo di creare un’alternativa concreta a favore di quei bambini con problematiche familiari o situazioni critiche alle spalle (come maltrattamenti, violenza, trascuratezza) e che erano costretti ad allontanarsi temporaneamente dalla loro famiglia. A presiederla oggi è Deborah Rossit, con cui affrontiamo un tema tanto delicato quanto LPSRUWDQWH FRPH TXHOOR GHOOÂśDIÂż GR IDPLOLDUH Partiamo con una domanda personale: cosa siJQLÂż FD SUHVLHGHUH XQ VRGDOL]LR FRQ TXHVWH Âż QDOLWj" ÂŤEssere presidente de “Il Focolareâ€? rappresenta una possibilitĂ concreta di operare in favore di minori e faPLJOLH DIÂż GDWDULH SHU IRUQLUH ORUR YLFLQDQ]D VRVWHJQR

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comprensione e un luogo sicuro dove raccontarsi. Permette di stringere collaborazioni con le realtà associative del territorio, collaborare con Ambiti e Servizi Sociali ed essere presenti su tavoli di progettazione. Oltre a tutto ciò, arricchisce dal punto di vista umano: lavorare a stretto contatto con volontari e operatori che si impegnano quotidianamente per garantire ai minori un futuro piÚ lieve e sereno è un onore e un impegno che richiede grande tempo, ma soprattutto grande cuore. Quanti sono i volontari che operano a diverso tiWROR DOOœLQWHUQR GHOOœDVVRFLD]LRQH" Circa un centinaio, di cui una trentina operano assiduamente nelle varie attività di promozione, sensibilizzazione, formazione al territorio in merito a temaWLFKH VXOOœDI¿ GR IDPLOLDUH , SULPL RSHUDWRUL YRORQWDUL sono sicuramente le famiglie, seguite da volontari atWLYL H VRVWHQLWRUL DI¿ DQFDWL GD XQD HTXLSH GL SURIHVVLR nisti di vario titolo (psicologi, psicoterapeuti, pedagogisti). &KH FRPSHWHQ]H VSHFL¿ FKH GHYRQR DYHUH OH SHUVR QH FKH FROODERUDQR FRQ OD YRVWUD UHDOWj" Per quanto riguarda i soci volontari le caratteristiche sono grande cuore, passione, tempo, volontà di essere presenti in questo bellissimo e impegnativo viaggio attraverso situazioni che toccano profondamente la sensibilità e la vita di ognuno di noi. Donare agli altri, e in questo caso ai bambini, il proprio tempo è certamen-


te un gesto di solidarietĂ , amore e umanitĂ . Le competenze invece richieste allo staff professionale riguardano la sensibilizzazione del territorio, formare le famiJOLH LQWHUHVVDWH DOOÂśDIÂż GR H VHJXLUH LO ORUR SHUFRUVR FRQ i minori accolti in casaÂť. &RPH YLHQH JHVWLWR LO FHQWUR GL 7DSRJOLDQR" Š1HOOD FDVD D 7DSRJOLDQR LQDXJXUDWD XIÂż FLDOPHQ te il 4 ottobre dello scorso anno, vengono svolte attivitĂ GL DXWR PXWXR DLXWR GRYH OH IDPLJOLH DIÂż GDWDULH SRVVR no scambiarsi esperienze e condividere emozioni, difÂż FROWj H YLVVXWL LQFRQWUDWL QHO SHUFRUVR GL DIÂż GDPHQWR dei minori. Inoltre, sono presenti nella struttura degli DSSDUWDPHQWL QHL TXDOL DOFXQH IDPLJOLH DIÂż GDWDULH KDQ no deciso di trasferirsi, per condividere assieme ad altre un’esperienza unica in regione: vivere in un contesto che accoglie adulti e bambini i quali, quotidianamente, possono studiare assieme, giocare, raccontarsi H VSHULPHQWDUVL LQ TXHOOD FKH q OÂśHVSHULHQ]D GHOOÂśDIÂż GR e della vita. Vengono anche svolti diversi corsi aperti alla cittadinanza. Grazie a spazi comuni disponibili, è un punto di incontro per varie iniziative e attivitĂ : ELEOLRWHFD OXGRWHFD Âż QR DO GRSRVFXROD GL SURVVLPD RU ganizzazione. Oltre a centri estivi e gite che favoriscono l’aggregazione giovanile, familiare e comunitariaÂť. )LQR D RJJL TXDQWL PLQRUL DYHWH VHJXLWR" ÂŤIn questi anni di attivitĂ , attraverso l’adesione ai Piani di Zona territoriali, abbiamo accolto una trentina di minori, dei quali alcuni sono ancora in una siWXD]LRQH GL DIÂż GR IDPLOLDUH DOWUL VRQR ULHQWUDWL QHO le loro famiglie naturali e tre neonati sono stati dati in adozioneÂť. 4XDO q LO WHUULWRULR FRLQYROWR GDOOD YRVWUD DWWLYLWj" ÂŤL’associazione opera in tutto il Friuli Venezia Giulia, anche in collaborazione con gli ambiti distrettua-

A destra, la presidente dell’associazione Il Focolare Onlus, Deborah Rossit. Pagina accanto: sopra la facciata della struttura a Tapogliano; sotto un particolare del salone. Info: www.ilfocolareonlus.it

Secondo i dati contenuti nelle linee guida per l’affido allegate a una delibera regionale di marzo 2015, l’affido sta riguardando un numero crescente di minori – soprattutto adolescenti di nazionalitĂ italiana – salito dai 393 del 2011 ai 411 del 2012, ai 436 del 2013. Si tratta di minori affidati in prevalenza nella modalitĂ tradizionale di affido, ai quali però si deve aggiungere un numero significativo di minori affidati con la modalitĂ dell’affido leggero, una forma di accoglienza che si sta diffondendo gradualmente sul territorio. L’affido può essere intra-familiare in questo caso subentrano i nonni o parenti prossimi, oppure etero-familiare. Si cerca di non allontanare il minore dalla sua zona di residenza, in modo che possa continuare a

frequentare la scuola e a mantenere le sue amicizie. In alcuni casi, piĂš problematici, l’allontanamento è necessario. L’obiettivo dell’affido è comunque quello di mantenere un rapporto diretto con la famiglia di origine, quando possibile, lavorando per consentire il recupero e il rientro a casa del minore. L’affido può essere di tre tipi: diurno, a tempo parziale o residenziale. Nei primi due casi il minore, dopo la scuola, passa alcune ore dalla famiglia affidataria, oppure soltanto i fine settimana, per ammorbidire situazioni comunque non particolarmente difficili o per dare un rinforzo nella gestione quotidiana. Si parla di affido residenziale quando il minore è allontanato dai genitori e si trasferisce a casa della famiglia affidataria.

li di Cervignano del Friuli, Latisana, Gorizia, Trieste e Cividale del Friuli. La scelta di aprire una struttura nel cuore di un paese come Campolonogo-Tapogliano è stata pensata per non rimanere isolati, ma permetteUH DL EDPELQL LQ DIÂż GR GL FRQRVFHUH L FRPSDJQL GL JLR co del luogo, di aggregarsi con le attivitĂ in loco, condividere attivitĂ sportive, centri estivi, feste paesane e TXDQWR SRVVLELOH DIÂż QFKp LO PLQRUH QRQ VL VHQWD GLYHU so dagli altri, ma abbia uguali opportunitĂ di crescita e di ricerca della felicitĂ . Solo una famiglia con il suo calore e il suo vivere attivamente la cittadinanza può permettere tutto ciò. Che caratteristiche devono avere le famiglie afÂż GDWDULH" Š3RVVRQR GLYHQWDUH DIÂż GDWDUL FRSSLH FRQ R VHQ]D Âż gli, sposate o conviventi, singole persone. L’importante è che questo nucleo sia accogliente dal punto di vista affettivo, educativo, che sia protettivo, temporaneo e aiuti il minore a sviluppare e valorizzare le sue potenzialitĂ , senza giudicare la situazione di provenienza e il YLVVXWR R OH GLIÂż FROWj GHOOD IDPLJOLD QDWXUDOHÂŞ Andrea Doncovio

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CULTURA IL GIARDINO DEGLI INCONTRI Servizio di Elisa Fucina. Immagini di Loredana Princic

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Uomini e donne,

conflitto eterno?

La giornalista Margherita Reguitti, coordinatrice della rassegna culturale: L’universo femminile non deve adeguarsi ai modelli maschili, ma costruire un rapporto di sorellanza.

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Marte contro Venere alla lunga non paga. A dimostrarlo sono i dati e i risultati delle analisi di una societĂ che, se non capirĂ che l’evoluzione passa da una riduzioQH GHOOD FRQĂ€ LWWXDOLWj GHL JHQHUL VDUj GH stinata a un triste destino. Una visione piuttosto chiara, emersa durante uno degli appuntamenti proposti nel calendario della sesta edizione della rassegna “Il giardino degli incontriâ€?, percorsi di vita e di arte, alla quale hanno partecipato scrittrici e scrittori, attrici, scienziate, artiste, magistrate, operatrici nel volontariato internazionale e imprenditrici. Il futuro di una societĂ evoluta e felice, dunque, non GRYUj SRJJLDUH VXOOD FRQĂ€ LWWXDOLWj IUD GRQQH H XRPLQL ma, uscendo dalle dinamiche di potere insite nel patriarcato, far convivere in armonia le capacitĂ dei due sessi. In questo senso le donne non devono adeguarsi ai modelli maschili ma costruire un rapporto di sorellanza che valorizzi il femminile. ÂŤUn’edizione particolarmente intensaÂť, spiega la giornalista Margherita Reguitti, coordinatrice e conduttrice sin dalla prima edizione degli appuntamenti il FXL Âż OR URVVR UHVWD LO FRQIURQWR H LO UHFXSHUR GHO VHQVR delle relazioni fra le persone. ÂŤNell’era della tecnologia 74

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– prosegue – utile ma invasiva se non gestita, ci siamo accorti quanto sia necessario uscire dalla sempre piĂš diffusa realtĂ virtuale in cui vengono gestite le relazioni o addirittura i sentimenti. L’eccesso di un’epoca in cui i rapporti fra le persone, giovani e adulti, uomini e donne, sono delegati e relegati in gran parte alla tecnologiaÂť. Dunque la lotta alla violenza di genere nel sostegno alla cultura della condivisione e del rispetto non è lotta di bandiera nĂŠ nostalgia vetero-femminista, ma un modo per dare respiro e regole meno malsane, quindi piĂš giuste, alla nostra convivenza. Durante i sei incontri ospiti e pubblico hanno discusso anche su come costruire una rete di condivisione etica di valori e di rispetto per l’altro, tenendo come bussola di orientamento l’accoglienza della diversitĂ in quanto elemento di ricchezza. Fulcro centrale della rassegna rimane il contrasto alla violenza nei confronti di donne e bambini; temi trattati utilizzando strumenti diversi. Ospite del primo incontro a Gorizia è stato lo scrittore Gianfranco Volpin, autore di “Via le mani dai bambiniâ€?, un testo aggiornato per genitori ed educatori sulle insidie contenute nella rete. L’autore si è soffermato soprattutto sulle nuove forme della violenza contro i minoUL FKH YDQQR GDO F\EHU EXOOLVPR H SHGRÂż OLD DOOD GLSHQ


denza dai social al sexting. Testimone dell’incontro, Cristina Lenardon, direttore di Auxilia Onlus. A Cormòns si è invece parlato della spinosa queVWLRQH GHOOD FRQĂ€ LWWXDOLWj IUD OH GRQQH ĂŠ LQWHUYHQX ta 6RÂż H GHOOD 9DQWK DXWULFH GL Âł,O FRQĂ€ LWWR IUD OH donne. Esplorazioni di un tabĂš sulla traccia del suo donoâ€?. Un testo chiaro tanto quanto profondo sull’estinzione della cultura femminile soverchiata dal patriarcato: testimone Marina Cobal docente presso l’universitĂ di Udine e coordinatore nazionale del progetto ATLAS al CERN di Ginevra. A Ronchi dei Legionari il teatro ha fatto da cassa di risonanza alla violenza piĂš comune e nascosta: donne vittime di mariti e compagni. Nello spettacolo dal titolo “Sebben che siamo donneâ€?, le artiste dell’associazione “Orsa minore artigianato vocaleâ€? hanno raccontato attraverso i canti popolari la violenza perpetrata fra le mura domestiche. A Gradisca d’Isonzo il romanzo di Sabrina Rondinelli “Il contrario dell’amoreâ€? ha invece posto l’accento sui nuovi crimini contro le donne, come OR VWDONLQJ /D Âż Q]LRQH LQWULVD GL UHDOWj SHU UDFFRQ tare un amore malato nel quale si instaura una rapSRUWR IUD YLWWLPD H FDUQHÂż FH 2VSLWH GHOOÂśLQFRQWUR q stata la programmista-regista Rai Daniela Picoi. 'L FRPH OD PDÂż D XFFLGD OH GRQQH D GLVSHWWR GHO le leggende sui codici d’onore, si è parlato invece a Monfalcone con le volontarie dell’associazione “daSudâ€?, che hanno dato vita al progetto “Sdisonorateâ€?. Un incontro al quale ha partecipato Annunziata Puglia, sostituto Procuratore della Repubblica. ,QÂż QH D *UDGR VSD]LR DOOH Âż DEH FRPH YHLFROR GL comunicazione verso i piĂš giovani in tema di diritti, doveri, rispetto e libertĂ , e alla moda con l’imprenditrice Daniela Zanette. Centinai gli ospiti che a vario titolo hanno aderito a questo progetto di portare la cultura del rispetto di genere e della tutela dei minori fuori dalle istituzioni e dai circoli di uomini e donne solidali e sensibili ai concetti di paritĂ . Positivo dunque il bilancio di questa edizione, realizzata grazie al sostegno Âż QDQ]LDULR H RSHUDWLYR GL WDQWH UHDOWj )UD TXHVWH OD Provincia di Gorizia - assessorato e servizio welfare e pari opportunitĂ , la Fondazione Carigo e le volontarie delle associazioni e dei centri antiviolenza provinciali Sos Rosa, “Da donna a Donnaâ€?, Femminilmente, Unione Donne Italiane, Dramsam, Unique e Auxilia Onlus, con la collaborazione dei Comuni ospitanti, della Git e dell’universitĂ di Udine e della Biblioteca statale isontina.

Elisa Fucina Nella foto: da sinistra lo scrittore israeliano Alon Altaras, Margherita Reguitti e Nives Meroi a Gorizia durante l’incontro dell’edizione 2014.


F I G L I D I U N O S P O R T M I N O R E o v v e r o , s a r a n n o ( s t a t i ) q u a s i f a m o s i !

Il Ciclista, (i ricordi) e il Bandito Chi non ricorda la canzone di Francesco De Gregori che parla dell’amicizia giovanile fra il campione Costante Girardengo e il suo compaesano Sante Pollastri, assurto alle cronache, purtroppo, come fuorilegge? Un’amicizia nata imparando ad andare in bicicletta. Se ci pensate bene, imparare a tenere l’equilibrio su quel sottile tubo di gomma

Udine, 1975, premiazioni della prestigiosa corsa a prove multiple (otto gare) per allievi “trofeo Friuli”. Da sinistra il vincitore della classifica generale, maglia bianca, Giancarlo Favaron (GS. Cartura Nalin Padova); il vincitore della Prova di Udine, Pierpaolo Comuzzi (GS K2 Udine); Maurizio Gazziero (Libertas Tende Pratic Ceresetto), vincitore della classifica finale traguardi volanti (maglia ciclamino) e il vincitore della classifica riservata agli scalatori (maglia verde) Enrico Dal Bò (U.C. F. Coppi Gazzera-Mestre).

è uno dei primi successi di coordinazione dell’attività motoria di un bambino. E chi meglio di Maurizio Gazziero, figlio d’arte ciclistica, che per anni, in quel di Udine, ha corso e militato con vari team fra i quali anche uno gestito dal padre, può raccontarci cos’è davvero l’andar in bici? Signor Gazziero, possiamo affermare che la bicicletta non ha solo un ruolo sportivo, ma anche formativo e sociale? «Certamente, basti pensare all’Olanda, dove la bici è il mezzo principale di locomozione, alla faccia delle condizioni meteo non sempre favorevoli, che per noi sono una scusa alla nostra pigrizia. Qualcuno potrebbe dire che oggi, con il grande traffico, andare coi pedali è pericoloso. Ma sempre l’Olanda ci insegna che basterebbe progettare strade e piste ciclabili con le dovute attenzioni e il mezzo più ecologico del mondo è servito. La bici, inoltre, è anche cultura. Chi può dimenticare il famoso film neorealista ‘Ladri di biciclette’? Anche i media, nelle pubblicità odierne, usano la bici sempre più spesso per sottolineare una rinnovata attenzio76

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ne alla fruizione dell’ambiente e alle relazioni interpersonali». Com’è stata la sua prima volta in bicicletta? «Ero un marmocchio, quattro anni o poco più. Mi ricordo che riuscivo a stare in equilibrio una ventina di metri, fin quando arrivavo in un punto della mia via, che allora era una strada bianca, dove c’era una buca profonda, e ogni volta che arrivavo lì cadevo. Cocciutamente provai e riprovai fin quando non caddi più e, mezzo rovinato, mi sentii fiero di aver superato quell’ostacolo che all’inizio pareva insormontabile. Ci ripassai sopra tutto il giorno, come sfida, senza cadere più». Una questione di famiglia: suo papà gestiva un gruppo ciclistico... «Il Gruppo sportivo Gazziero, con sede a Udine e di cui mio padre era fondatore e gestore, non esiste più ormai da un po’ di anni. Io ho l’orgoglio di essere stato l’ultimo ciclista a correre con quella squadra, nel 1983, anno in cui colsi cinque vittorie. In verità la mia carriera ciclistica si è svolta sempre con il team di Ceresetto, con le sue varie denominazioni, sin dalle categorie di mini ciclista fino alla mia ultima, la categoria dei dilettanti Juniores». Correre per lei è stato subito competizione o era anche un gioco? «C’è stato un periodo nel quale correvo in bici e giocavo pure a calcio (portiere con l’Olimpia di Paderno), ma poi il richiamo della bicicletta è stato più forte». E sono arrivate anche le prime vittorie… «Celebrai la scelta del ciclismo sul calcio proprio con una vittoria, ottenuta nel 1974 ad Arezzo. A quei tempi si disputavano dei campionati italiani tra tutte le squadre denominate “Libertas”; io vinsi il titolo delle ‘leve giovanili’, categoria corrispondente agli attuali ‘esordienti’». La sua bicicletta preferita, quella dalla quale non sarebbe mai sceso? «Quella che utilizzavo il secondo anno da dilettante Juniores, una “ciclo Piave” bellissima, tutta accessoriata con la migliore componentistica Campagnolo». La salita che l’ha fatta più penare? «Al primo anno da dilettante Juniores la salita al monte San Michele. Non è lunghissima, pur se impegnativa, ma avevo rapporti troppo duri e troppo poco allenamento; una faticaccia!» Ha anche pedalato con campioni famosi? «Ho pedalato con Maurizio Bidinost (divenuto il più forte pistard nostrano nell’inseguimento su pi-


sta), Roberto Bressan (professionista che disputò diversi Giri d’Italia e Tour de France), Walter Delle Case (che batté in volata in una tappa del Giro del Trentino i leggendari Moser e Saronni), Moreno Argentin (campione del mondo professionisti). Eravamo quasi tutti coetanei e spesso ci trovammo a far volate e fughe, alternando vittorie e sconfitte nelle varie categorie. Ricordo anche Pierangelo Bincoletto, un trevigiano divenuto un pistard professionista di vaglia». Chi era il suo campione preferito? «Quando correvo era Francesco Moser; quando smisi di correre era Marco Pantani». Strade sterrate e polverose, oppure piene di fango o dal fondo instabile fatto di ciottoli. Negli anni ’60 c’era chi ogni mattina partiva con la bicicletta da Manzano per andare a lavorare ai cantieri di Monfalcone, per poi fare il percorso inverso alla sera. Perché la bici era il suo unico mezzo di locomozione. «Mio padre quando andava al lavoro lontano da casa combinava le cose in modo che potesse fare il ritorno sempre in bici da corsa. Ovviamente allungando la strada con qualche deviazione, giusto per allenarsi meglio». Non solo bici: lei ha anche girato un documentario sulla Seconda guerra mondiale che ha riscosso un discreto successo… «È stato un lavoro sulle campagne di Grecia e di Russia in friulano. Si intitola “I nestris Vecjos - Contis des ueris de Grecie e de Russie” (I nostri vecchi - Racconti delle guerre di Grecia e di Russia). Lo stimolo è partito da lontano. Nel 1976, avevo undici anni o poco più, conobbi un persona, ex reduce, che mi consigliò di leggere “Centomila gavette di ghiaccio” di Bedeschi, dicendomi che lì c’era la verità delle cose. Non ubbidii prestissimo; difatti quel libro lo lessi trent’anni dopo, e ne scaturì l’irrefrenabile desiderio di fare qualcosa per quelle persone, per rendere omaggio al loro valore e alle loro sofferenze. Intervistai diversi reduci tra cui anche un ex prigioniero in Russia. Il lavoro cerca di far risaltare il punto di vista, le sofferenze e i fatti come realmente sono stati vissuti dai reduci. Non è una pedissequa elencazione di date storiche, né riporto pensieri di parte, per cui chi lo ha visto lo ha molto apprezzato; è stato anche trasmesso in tv». A proposito, fra lei e suo papà chi è il ciclista e chi il bandito? «Io sono senz’altro il bandito! Le mie qualità mi hanno reso più stratega e anche più spregiudicato in gara, mentre mio padre, ciclista oserei dire ‘Bohemien del pedale’, con il suo modo di condurre le gare, fatto di passione alla ricerca di grandi imprese o epici “scontri” a suon di pedalate, contro i vari personaggi del suo tempo ha raccolto molto

La prima formazione del GS Gazziero di Udine nel 1968. Da sinistra: Lino Bellotti, Benito Gazziero, Danilo Gazziero Danilo, Marino Gazziero (padre di Maurizio e presidente), Enzo Zamò. Maurizio Gazziero mentre taglia vittorioso il traguardo a Flaibano nel 1983. Una delle ultime vittorie del team GS Gazziero.

meno rispetto alle sue potenzialità che erano notevoli. Lui resta comunque un esempio; tutt’ora, quando parliamo dei suoi tempi, resto affascinato dalla passione che emana». Come vedete, buon sangue non mente, e andare in bici fa tanto buon sangue! Saluto Maurizio Gazziero che mi ha dato una lezione di sportività vera augurandogli ogni fortuna; chissà, magari anche riaprire il vecchio team. E voi, cari lettori, spolverate il vostro album mentale alla ricerca dell’immagine della vostra prima bicicletta e chissà che in questo mondo di sedentari cronici non la smetteremo di trovar scuse e faremo una pedalata fischiettando come ai vecchi tempi. Il motivo? Vai Girardengo, vai grande campione… Chiunque voglia segnalare “un mito della porta accanto”, può scrivere alla redazione di iMagazine: info@imagazine.it Per rileggere tutte le puntate precedenti di “Figli di uno sport minore” visita la sezione “approfondimenti” di www.imagazine.it |

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MUSICA

I SALICI Intervista di Andrea Doncovio. Immagini di “I Salici�

Seminando

luce

A inizio anno è uscito il loro nuovo album “Sowing lightâ€?, mentre a fine luglio saranno coinvolti nel Festival AESON di Fiumicello. Da sette anni l’attivitĂ di questa band unita dalla passione per la natura non conosce soste. Come spiega il leader Devid Strussiat.

ÂŤ

Devid, perchĂŠ avete deciso di formare questo complesso? ÂŤNel 2008 stavo organizzando la rassegna di musica e arti nella natura all’Isola della Cona, una prima forma di quello che poi sarebbe diventato il festival di land art AESON. L’obiettivo era quello di avvicinare il mondo dell’arte a quello della natura cercando modi nuovi di raccontare il nostro territorio. LĂŹ nacque l’idea di produrre uno spettacolo dove fondere suoni naturali, musica antica e moderna. La produzione, ideata con il supporto alla performer Cristiana Fusillo all’Isola della Cona, fu chiamata “Lo stornire dei Saliciâ€?Âť. A proposito, come mai il nome “I Saliciâ€?? Š, 6DOLFL VRQR SLDQWH SLRQLHUH 4XDQGR LO Âż XPH muovendosi attraverso le piene, crea i grandi greti ghiaiosi che si possono osservare nelle nostre pianure, la prima pianta che colonizza questi luoghi è proprio il salice. Inoltre sono molte le simbologie legate al salice: dalla longevitĂ alla dolcezza alla grazia, GDOOÂśLQFDUQD]LRQH GHOOH DYYHUVLWj DOOD Ă€ HVVLELOLWj &RQ il tempo convivere con un nome di una pianta (o di un animale) aiuta a ridare vita a mitologie interioriÂť. Da cosa nasce la vostra passione per le esibizioni in contesti naturali? ÂŤIl gruppo è eterogeneo per etĂ ma una cosa che ci accomuna è l’aver passato molto tempo tra i boschi e OH DFTXH GHO Âż XPH ,VRQ]R 4XHVWR DVSHWWR FL KD SRUWD 78

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WR DG DIÂż QDUH XQD VHQVLELOLWj FRPXQH FKH VSHVVR VL UL versa anche nelle musiche che componiamoÂť. 4XHVWL OXRJKL FRPH LQĂ€ XLVFRQR VXOOD WLSRORJLD della vostra musica? ÂŤNon è facile dire in che modo il linguaggio musicale o artistico e quello naturale si contaminino. Con il tempo e con certe forme di progresso abbiamo forse dimenticato o trascurato il dialogo con l’ambiente. Nel nostro piccolo cerchiamo di ricominciare da qui: UHFXSHUDQGR PHPRULH H DIÂż QDQGR OD QRVWUD VHQVLELOL tĂ . I miti e le memorie sono fondamentali per la coesione di una comunitĂ , ma devono essere vissuti in prima persona, resi attuali e messi in gioco nella quotidianitĂ per diventare elementi aggregantiÂť. Dal 2009 a oggi come descriverebbe la vostra evoluzione? Š,Q TXHVWL DQQL DEELDPR ODYRUDWR SHU DIÂż QDUH XQ modo comune di fare le cose senza rinunciare alle nostre individualitĂ . Convivere in una band non è sempre facile ma stiamo imparando a rafforzare il nostro rapporto. L’evoluzione piĂš importante è stato imparare ad agire come gruppo. Dal punto di vista musicale invece i primi anni eravamo dediti a lunghe improvvisazioni e alla ricerca di ambienti sonori, con il passare del tempo siamo passati a forme di canzoni vere e proprie, che riprendono la tradizione del folk. Negli ultimi tempi ci stiamo spingendo a un mondo un po’ piĂš jazz...Âť


A che genere di pubblico vi rivolgete? ÂŤIl processo di composizione cosĂŹ come quello di registrazione è, nel nostro caso, qualcosa di intimo; non c’è un’intenzione precisa di arrivare a un determinato target. Diversa è invece l’interpretazione in concerto: dal vivo devi modellarti al contesto per poter dare il meglio ed entrare in empatia con chi ti segue. Serve a offrire lo spettacolo adatto alla situazione. Questo essere trasversali nei modi di interpretare i concerti ci ha fatto apprezzare da una varietĂ di persone diverse e a esibirci in contesti tra i piĂš vari: dai grandi palchi ai borghi antichi, dai boschi ai festival %XVNHUV GD UDIÂż QDWL SXE MD]] D IHVWLYDO GL PXVLFD VWR ner, da locali dalla vena punk alle osterieÂť. Quali messaggi volete trasmettere con la vostra musica? ÂŤIl compositore o l’interprete ci mette lo spettacolo ma il cerchio è completo quando l’ascoltatore crea L VXRL VLJQLÂż FDWL 6H TXHVWL VLJQLÂż FDWL HQWUDQR LQ UL sonanza con la performance allora scatta la magia. Questo è quello che ci piace: una musica che stimoli le emozioni e la capacitĂ di immaginare, osservando la realtĂ con un approccio positivo ma non retorico e buonistaÂť. “Sowing Lightâ€? è il vostro lavoro piĂš recente: come è nato? ÂŤDopo l’uscita del primo album “Nowhere Better than this place, Somewhere better than this placeâ€? DEELDPR LQWHQVLÂż FDWR OD QRVWUD DWWLYLWj live e sviluppando i brani che hanno composto Sowing Light (che VLJQLÂż FD Âł6HPLQDQGR OXFH´ 3URSRQHQGRFL LQ VLWXD zioni molto diverse abbiamo con il tempo costruito brani capaci di adattarsi a contesti differenti, mantenendo e arricchendo la nostra identitĂ . Molto lavoro è stato fatto durante le sessioni di registrazione che sono durate quasi un anno. Sowing light si muove tra SVLFKHGHOLD DQQL IRON URFN FRQ XQ SLHGH EHQ Âż V so nella modernitĂ . Ăˆ un disco molto vario che sposta continuamente il punto di ascolto. Invitiamo a cercare in rete le recensioni che abbiamo ricevuto per coglierne le interpretazioni che altri hanno datoÂť. Come riuscite a conciliare le vostre rispettive attivitĂ con il tempo da dedicare alla musica? ÂŤFare musica per noi è un’opportunitĂ per stare insieme come amici, ma anche un bisogno. Quando ci troviamo nel nostro studio di registrazione/sala prove a Fiumicello passiamo molte ore insieme e nel mentre c’è lo spazio per cucinare, confrontarci su argomenti diversi oltre a suonare e discutere di musica. Essendo una piccola comunitĂ (siamo in 6) e dovendo conciliare i molti impegni di ognuno, continuiamo a imparare nuovi metodi di lavoro anche in formazioni ridotte e interpretando di volta in volta il tempo, le stagioni, gli umoriÂť. Qual è il piĂš bel complimento che avete ricevuto? ÂŤIn una delle recensioni di Sowing Light dal sito di Seattle Expose.net dedicato alla musica progres-

sive Jon Davis ha scritto: “I Salici suonano come nessun’altra band e mostrano un vero spirito progressive anche se buona parte della loro musica non è progressive rock nel senso piĂš convenzionaleâ€?Âť. E la critica che vi ha amareggiato? ÂŤL’indifferenza è la critica che amareggia di piڝ. Come giudica la qualitĂ delle musica prodotta in Friuli Venezia Giulia? ÂŤIl livello in regione è molto alto. Manca un po’ la capacitĂ di aggregarsi e capire le regole del merFDWR PXVLFDOH 3HU TXHVWD UDJLRQH GD XQÂśLGHD GL /XFD Quargnal, batterista dei Volvo Drivers, stiamo iniziando a costruire una sorta di consorzio tra musicisti per condividere e mettere a frutto le esperienze raccolte da ognunoÂť. Ampliando gli orizzonti, quali sono i musicisti a cui vi ispirate? ÂŤNon c’è un sound VSHFLÂż FR FKH FHUFKLDPR GL LPL WDUH FRQVFL FKH RJJL SHUz q GDYYHUR PROWR GLIÂż FLOH inventare qualcosa di totalmente nuovo. Dopo averci ascoltato, in molti ci dicono “assomigliate a...â€?, ma il piĂš delle volte non conosciamo i gruppi a cui veniamo comparati. Le critiche e le comparazioni diventano un modo per scoprire nuova musica e anche per capire dove collocarsi Âť. Dal 23 al 25 luglio sarete coinvolti nel Festival AESON di Fiumicello: in cosa consiste questo progetto? Š$(621 q XQ IHVWLYDO GL DUWL QHOOD QDWXUD QHO 3DU co dell’Isonzo di Fiumicello e in particolare nella zona piĂš a nord della Riserva della Foce dell’Isonzo. AESON invita artisti e volontari a cimentarsi con materiali naturali e l’ambiente per raccontare e far conoscere questi luoghi in modo inusuale, attraverso installazioni di land art, performances artistiche, musica, racconti e degustazioni di prodotti locali (tra cui le pesche di Fiumicello). Questa iniziativa diventa inoltre un’importante occasione per condurre attivitĂ di manutenzione nell’area settentrionale della Riserva della Foce dell’Isonzo, esclusa dall’attenzione gestionale e ambientale che vanta per esempio l’Isola della ConaÂť. Quali sono gli obiettivi per il prossimo futuro? ÂŤNei prossimi mesi lasceremo il tempo per ispirarci, lavoreremo per stimolare la fantasia: vedremo cosa succederĂ ...Âť

Andrea Doncovio 6,72 ,17(51(7 6+23 www.pagefound.com facebook: www.facebook.com/iSalici Nella foto, i componenti de I Salici (da sinistra a destra): Stefano Rusin: contrabbasso, basso elettico, tuba Marco Stafuzza: viella, mandola, ghironda Stefano Razza: batteria e percussioni Simone Paulin: tromba, Àicorno, percussioni Marco Fumis: chitarra elettrica ed effetti Devid Strussiat: voce, chitarra acustica, registrazioni, e-bow. |

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L I V E

I tuoi eventi su iMagazine!

M U S I C

Visita il sito www.imagazine.it, entra nella sezione eventi e segnala direttamente on line le tue iniziative.

Legenda Caffetteria

Afterhour

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Giochi e spazi per bambini

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Pernottamento

Catering

Buoni pasto

Organizzazione feste

Parcheggio

17 luglio

▶ J-AX Il nuovo tour del rapper segue la pubblicazione dell’omonimo album “Il Bello d’Esser Brutti”, certificato disco di platino. Un musicista unico per la sua energia sul palco e divenuto anche volto noto della televisione grazie al ruolo di giurato nel popolare talent “The Voice”. Lignano Sabbiadoro (UD). Arena Alpe Adria. Ore 21.30. € 30. Info: www.azalea.it

Il range di prezzo indicato (ove applicabile) si riferisce al costo medio di un pasto, escluse bevande alcoliche. I dati segnalati sono stati forniti direttamente dal Gestore del locale. Qualora doveste verificare delle discordanze, Vi invitiamo a segnalarcelo.

ETNICO

17 luglio ▶ Goran Bregovic Assieme alla Wedding & Funeral Band, la star balkan darà vita a un concerto travolgente che unirà le sonorità di una fanfara tzigana, le polifonie tradizionali bulgare, una chitarra elettrica e percussioni tradizionali con accentuazioni rock. Spazio agli ultimi successi “Alkohol” e “Champagne for Gypsies”. Grado (GO). Diga Nazario Sauro. Ore 21.30. € 26. Info: www.azalea.it

e inoltre...

Pub

20 luglio ▶ Stefano Bollani Concerto in omaggio a Frank Zappa. Udine. Castello. Ore 21.30. € 25-40. Info: www.azalea.it

24 luglio ▶ Subsonica Concerto inaugurale del 55° Festival di Majano. Majano (UD). Area festeggiamenti. Ore 21.30. € 20. Info: www. azalea.it


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ristorante

Dopo un periodo di assenza dalle scene musicali per dei problemi di saluti, la popstar americana è tornata più in forma che mai con il nuovo album “Resurrection”, il primo disco di inediti da “Heavy Rotation” del 2008 e un tour che ha registrato il tutto esaurito in ogni suo concerto. Tarvisio (UD). Piazza Unità. Ore 21.15. € 50. Info: www. azalea.it

ristorante

26 luglio ▶ Anastacia

agriturismo

“Tetralogia degli elementi” è il tour che celebra uno dei manifesti della cultura rock italiana: i dischi sono quelli che la band dedicò, durante gli anni ‘90, ai 4 elementi della natura – fuoco con “El Diablo” (1990), terra con “Terremoto” (1993), aria con “Spirito” (1994) e acqua con “Mondi Sommersi” (1997). Majano (UD). Area festeggiamenti. Ore 21.30. € 32. Info: www.azalea.it

Concert for Pasolini. Codroipo (UD). Villa Manin. Ore 21.30. € 32-45. Info: www.azalea.it 5 agosto

▶ Credence Clearwater Revival In scaletta tutti i più grandi successi della band. Gradisca d’Isonzo (GO). Parco del Castello. Ore 21.30. Info: www.azalea.it

trattoria

1 agosto ▶ Patti Smith

trattoria

31 luglio ▶ Litfiba


CLASSIC ARTS

23 luglio ▶ Il Barbiere di Siviglia Opera con musica di Gioacchino Rossini. Con Alfredo Barchi maestro concertatore e direttore. Regia affidata a Giampaolo Zennaro, scenografia di Sandro Arcangeli. Tolmezzo (UD). Auditorium Candoni, via XXV Aprile. € 25. Ore 21.15. Info: http://carniarmonie.it

28 luglio ▶ FVG Gospel Choir Fondato e diretto da Rudy Fantin e Alessandro Pozzetto, il Friuli Venezia Giulia Gospel Choir si rifà ai contenuti, allo stile e al repertorio Gospel moderno americano, accanto al quale avvicina facilmente generi Funk, Soul, R’nB, Pop, Jazz, Rock e Latin. Paluzza (UD). Sala Cinema Daniel. Ore 20.45. Info: http://carniarmonie.it

e inoltre... 18 luglio ▶ Cori d’Europa Coi cori Akademicki Uniwersytetu e del Gruppo Polifonico “Monteverdi” di Ruda. Pordenone. Santuario B.V. delle Grazie, via delle Grazie 17. Ore 21. Info: www.cori-europa.it

26 luglio ▶ MAC Saxophone Quartet

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Con l’Orchestra Accademia d’Archi Arrigoni diretta da Domenico Mason. Pontebba (UD). Teatro Italia. Ore 20.45. Info: http://carniarmonie.it


www.imagazine.it

2 agosto ▶ Ramin Bahrami Concerto per pianoforte con accompagnamento al flauto di Massimo Mercelli. Assieme a loro il trio de “I Solisti Aquilani”, per una serata dedicata all’Offerta Musicale di J.S. Bach, considerata uno dei vertici mai raggiunti dalla musica. Moggio Udinese (UD). Abbazia di San Gallo. Ore 20.45. Info: http://carniarmonie.it

31 agosto ▶ Gustav Mahler Jugendorchester Sotto la direzione di Herbert Blomstedt, classe 1927 e vincitore di due Grammy Awards, presenterà al pubblico la Sinfonia n. 8 in do minore di Anton Bruckner, per un concerto intenso dalla durata di 80 minuti. Pordenone. Teatro Verdi, via Martelli 2. € 15-40. Ore 20.45. Info: http:// www.comunalegiuseppeverdi.it

31 luglio ▶ Big Tartini Band Diretta dal pianista e compositore Matteo Alfonso. Forni Avoltri (UD). Sala Cinema. Ore 20.45. Info: http://carniarmonie.it

10 agosto ▶ I Solisti di Cremona Concerto con strumenti di liuteria antica con archi barocchi. Raveo (UD). Chiesa di San Floriano. Ore 20.45. Info: http://carniarmonie.it


FOLKLORE

16-19 luglio ▶ Mostra regionale delle Pesche Occasione speciale per degustare le Pesche di Fiumicello. Per tutta la durata dell’evento, saranno attivi chioschi gastronomici che allieteranno un variegato programma di eventi musicali, ludici e culturali. Davanti al municipio l’esposizione dei produttori ortofrutticoli del territorio. Fiumicello (UD). Info: www.comune.fiumicello.ud.it

17-19 / 23-26 luglio ▶ Festa della Sedia Tra il 17 e il 19 luglio, nella splendida cornice di Villa Beria, convegni, dibattiti e spettacoli teatrali all’insegna della cultura locale; dal 23 al 26 luglio momento di aggregazione per tutta la comunità, con prelibate proposte enogastronomiche e di intrattenimento. Manzano (UD). Info: 0432 740916

e inoltre... 7-11 agosto ▶ Agosto ronchese Gastronomia, eventi sportivi e concerti musicali. Ronchi dei Legionari (GO). Info: www.comuneronchi.it

7-16 agosto ▶ A tutto Frico! 84

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| L’INFORMAFREEMAGAZINE

Evento gastronomico con la speciale versione “alle erbe”. Flaibano (UD). Info: www.proflaibano.it


w w w.i m a gazi ne.i t

8-10 / 14-16 agosto ▶ Sagra del Toro Presso il Parco Rovere 34esima edizione dell’evento che tra le diverse specialità gastronomiche offre l’immancabile toro allo spiedo. Tra gli eventi collaterali mostra ornitologica e avicunicola, esposizione canina, ciclolonga e marcialonga. Porpetto (UD). Località Corgnolo. Info: 348 3957732

16 agosto ▶ Sagra dei Osei La più antica sagra del suo genere in Italia e in Europa, che la prima domenica dopo Ferragosto attira migliaia di visitatori. Confermato il concorso degli uccelli e l’elezione del “Tordo Nazionale”. Esibizione dei campioni europei di chioccolo. Sacile (PN). Info: www.prosacile.com

15 agosto ▶ Mostra ornitologica Con esposizione internazionale canina e mostra mercato floreale. Gradisca d’Isonzo (GO). Info: 340 5122146

28 agosto – 7 settembre ▶ Sagra de le Raze Spettacoli ed eventi collaterali oltre alla degustazione dei piatti a base di anatra.

L’INFORMAFREEMAGAZINE

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S PO R T

19 luglio ▶ Sup Race Seconda edizione della gara con percorso di due lunghezze (5 e 10 km) da ricoprire a bordo di tavole All-Round o Race. La partenza in prossimità della piscina termale e l’arrivo nella spiaggia Costa Azzurra offriranno un percorso di gara suggestivo. Grado (GO). Info: www.supracegrado.it

9 agosto ▶ Staffetta Monte Lussari 26esima edizione della gara di corsa in montagna lungo un percorso di 20 km che si snoda da Camporosso per salire fino al Monte Lussari. Da quattordici anni la gara assegna anche il trofeo intitolato alla memoria dell’ingegner Carlo Melzi. Tarvisio (UD). Partenza da Camporosso. Info: http://ustositarvisio.it

e inoltre... 12 luglio ▶ Trofeo Livenza Manifestazione non agonistica di Mountain Bike. Aviano (PN). Piancavallo. Info: www.montanaiaracing.it

18 luglio ▶ 5 Miglia Gara di corsa in notturna. Decima edizione. Torviscosa (UD). Info: www.5migliatorviscosa.it 86

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w w w.i m a gazi ne.i t

25 luglio ▶ Manifestazione Internazionale di Sumo Valida per la Coppa Europa a squadre e per il Trofeo individuale “Comune di Barcis”, la manifestazione è inserita nel calendario nazionale, internazionale ed europeo della Federazione di Sumo. In programma torneo a 8 squadre nazionali da 5 atleti delle diverse categorie di peso. Barcis (PN). Campi sportivi. Info: www.barcis.fvg.it

16 agosto ▶ Staffetta 3 Rifugi Gara internazionale di corsa in montagna. Partenza da Collina e cambio frazioni presso il rifugio Lambertenghi e il rifugio Marinelli. Dai 1233 m dell’avvio, si raggiungerà il punto più alto del tracciato sui 2197 m del Passo Stella. Forni Avoltri (UD). Collina. Info: www3rifugi.com

26 luglio ▶ Lussari MTB Gara internazionale di mountain bike. Tarvisio (UD). Camporosso. Info: http:// pedaletarvisiano.org

23 agosto ▶ Barcis in voga Regata giovanile di canottaggio. Barcis (PN). Lago. Info: www.barcis.fvg.it L’INFORMAFREEMAGAZINE

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MEETING

9-12/17-19 luglio ▶ Giornate medievali Il Castello di Caneva diventa scenario di rievocazioni storiche e momenti culturali. Ambientazioni accuratamente ricreate, ripoteranno lo spettatore indietro nei secoli per riscoprire la vita a cavallo del 1.300. Caneva (PN). Info: http://procastello.incaneva.it

10-16 luglio ▶ Premio Amidei Concorso cinematografico internazionale con riconoscimento alla miglior sceneggiatura. Un’edizione caleidoscopica dal tema “I colori del cinema”, a suggello del prestigioso Premio all’Opera d’Autore 2015 assegnato quest’anno a Álex de la Iglesia. Gorizia. Info: www.amidei.com

e inoltre... 2-10 luglio ▶ ShorTS Film Festival Concorso internazionale di cortometraggi. Primo premio di 10.000 €. Trieste. Info: www.maremetraggio.com

14-17 luglio ▶ FMK Festival internazionale di cortometraggi e cinema indipendente. Pordenone. Info: www.fmkfestival.it 88

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www.imagazine.it

18-26 luglio ▶ Mittelfest La ventiseiesima edizione del festival internazionale è dedicata al “colore dell’acqua”. Direzione artistica confermata a Franco Calabretto, affiancata dalla consulenza di Rita Maffei. Attesi, tra gli altri, David Riondino, il duo Amal e Carolyn Carlson.

20-25 agosto ▶ Festival dei Cuori Lingue, usi, tradizioni, canti e musiche si uniscono nelle esibizioni di centinaia di danzatori provenienti da tutto il mondo. Il tutto reso spettacolare dallo scenario naturale della collina di Coia e dalle piazze del centro cittadino gremite di gente. Tarcento (UD). Info: www.festivaldeicuori.it

1-2 agosto ▶ Raduno mondiale dei Fogolârs Furlans Con 150 delegazioni provenienti da tutti i continenti, uniti dalla tradizione friulana. Cormòns (GO). Info: 0481 637152

20 agosto ▶ Mauro Corona L’autore presenta il libro “I misteri della montagna”. Lignano Sabbiadoro (UD). PalaPineta, ore 19. Info: www.lignanonelterzomillennio.it L’INFORMAFREEMAGAZINE

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F U O R I

R E G I O N E

T R E V I S O 10-14 luglio

▶FIERA DEL PIAVE Fiera del bestiame, dimostrazione di antichi mestieri, chiosco con birra cruda non filtrata, enoteca e degustazione di vini, musica live, concerti, orchestre, ballo, animazione e spettacoli per bambini, luna park, spettacolo pirotecnico. Maserada sul Piave. Info: prolocomaserada@gmail.com 12 luglio

▶LA PINA CYCLING MARATHON Gara ciclistica di granfondo. Due i percorsi previsti: il Corto (114 km) e il Lungo (158 km). Partenza in Piazza del Grano alle 7.45. Attesi centinaia di corridori pronti a sfidarsi lungo le strade e le salite della Marca trevigiana. Treviso. Partenza e arrivo da Piazza del Grano. Info: info@lapinarello.com 17-19 luglio

▶CELTIVAL Festival della tradizione celtica, con musica, gastronomia, mercatino di oggetti e artigianato a tema. Previste anche rievocazioni storiche con battaglie interpretate da figuranti. Giavera del Montello. Parco di Villa Wasserman. Info: www.clandelcervo.com 17-20 luglio

▶FESTEGGIAMENTI DI SANTA MARGHERITA Cene con specialità, chiosco con bibite, birra e i migliori vini di Refrontolo: Conegliano Valdobbiadene Docg e Refrontolo Passito Docg. Musica live, passeggiata non competitiva, Trattoraduno, teatro e spettacolo pirotecnico. Refrontolo. Tempietto Spada. Info: 0438 978199 31 luglio

▶SQUILLI DI TROMBA Concerto de I Solisti Veneti. Tra i brani proposti, musiche di Tartini, Vivaldi e Mozart. Sarà suonato anche il “Divertimento in Re maggiore” di Niccolò Paganini. San Polo di Piave. Castello Papadopoli Giol. Ore 21. Info: 049 666128 21 agosto – 8 settembre

▶SAGRA GODIGESE Per due settimane concerti, eventi culturali, sfilate e giochi per bambini, animeranno Godego. Immancabili le specialità gastronomiche locali. Castello di Godego. Info: www.prolococastellodigodego.it Fino al 27 settembre

▶STORIE DI ANTICHI VENETI Scene di vita degli antichi Veneti mediante le immagini dell’eccezionale reperto recentemente scoperto a Montebelluna e per la prima volta esposto al pubblico: la situla (contenitore a forma di secchio) in bronzo rinvenuta nella necropoli in località Posmon. Montebelluna. Museo di Storia naturale e Archeologia. Info: www.museomontebelluna.it 90

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F U O R I

R E G I O N E V E N E Z I A 10 luglio

▶RUN 5.30 Camminata/corsa di circa 5 km che si svolge nel centro della città alle 5.30 del mattino in un giorno lavorativo. Il tutto per promuovere un sano stile di vita attraverso il movimento, il cibo, la cultura, l’arte e l’esperienza, nel contesto in cui la gente vive e lavora. Venezia. Zattere. Info: www.530run.it 18-19 luglio

▶FESTA DEL REDENTORE Religiosità e spettacolo si fondono grazie al fantasmagorico spettacolo pirotecnico che, la notte del sabato, illumina il Bacino di San Marco. Domenica il via alla grande regata lungo il Bacino della Giudecca. Venezia. Bacino di San Marco. Info: www.veneziaunica.it 21 luglio

▶STEFANO BOLLANI Si intitola Bollani Sheik yer Zappa il nuovo progetto musicale del pianista Stefano Bollani, un tributo al genio più irriverente del rock, Frank Zappa (1940-1993). Unica data veneta. Noale. Rocca dei Tempesta, ore 21.30. Info: www.venetojazz.com Fino al 16 agosto

▶PRECIOUS. DA PICASSO A JEFF KOONS L’incredibile collezione raccolta negli anni da Diane Venet, collezionista parigina di origine e newyorchese d’adozione, moglie del noto artista Bernar Venet, è per la prima volta in Italia. Centosessantuno gioielli, la collezione al completo, con alcune opere mai esposte prima. Venezia. Palazzo Mocenigo. Info: museum@vitraria.com Fino al 6 settembre

▶HENRI ROUSSEAU  IL CALORE ARCAICO Straordinaria mostra con oltre cento opere provenienti dalle più importanti istituzioni internazionali (quaranta capolavori dell’artista e sessanta opere di confronto), ospitata nell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale. Venezia. Palazzo Ducale. Info: www.mostrarousseau.it Fino al 27 settembre

▶SEBASTIÃO SALGADO. PROFUMO DI SOGNO Una selezione di 75 scatti più rappresentativi del viaggio fotografico compiuto dal grande maestro insieme a Illy per omaggiare gli uomini e le donne del caffè: immagini in bianco e nero dal forte impatto espressivo, evocativo ed emozionale. Venezia. Fondazione Bevilacqua. Info: www.bevilacqualamasa.it Fino al 15 ottobre

▶ROBERTO SEBASTIAN MATTA Mostra che si focalizza sulla produzione scultorea del maestro per offrire una lettura più articolata sulla sua intera opera. Ospitata in un contesto di grande pregio: il Giardino di Palazzo Soranzo Cappello, sede della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio per le province di Venezia. Venezia. Giardino di Palazzo Soranzo Cappello. Info: www.studioesseci.net L’INFORMAFREEMAGAZINE

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O L T R E

C O N F I N E

C R O A Z I A 8-13 luglio

▶MEDITERRANEO ESTATE TANGO FESTIVAL Cinque giorni con i migliori maestri del mondo, DJ internazionali e centinaia di ballerini provenienti da ogni parte del globo. Parenzo. Info: info@summertango.com 13-14 luglio

▶ISTRIAN HAND MADE Fiera dei souvenir e manufatti istriani originali. Pola. Fiera. Info: info@istria-pula.com 17-26 luglio

▶CROAZIA OPEN Torneo internazionale di tennis, con atleti provenienti da tutto il mondo. Numerosi gli eventi collaterali. Umago. Info: www.croatiaopen.hr 18-25 luglio

▶PULA FILM FESTIVAL Evento cinematografico. Presso l’antica Arena di Pola verranno proiettate le opere delle rassegne mondiali più prestigiose. Pola. Info: www.pulafilmfestival.hr 24-27 luglio

▶FESTIVAL DI DANZA E TEATRO NON VERBALE In 15 anni l’evento ha ospitato più di 100 gruppi di danza nazionali ed internazionali e le compagnie teatrali con oltre 175 rappresentazioni. Sanvincenti. Info: www.svetvincenatfestival.com 27-28 luglio

▶SEPOMAIA VIVA Festival internazionale dell’antichità. Pietanze dell’epoca romana, danzatrici antiche e gladiatori, laboratori degli antichi mestieri e realizzazione di mosaici. Umago. Info: www.coloursofistria.com 12-13 agosto

▶ISTRA ASTRO PARTY In collaborazione con l’osservatorio di Visignano, workshop e approfondimenti sul mondo dell’astronomia. Fontane. Info: www.istra.hr

C A R I N Z I A 3-5 luglio

▶WORLD BODYPAINTING FESTIVAL Evento internazionale della pittura del corpo, con un programma variegato di appuntamenti e workshop collaterali. Pörtschach. Info: www.bodypainting-festival.com 9 luglio – 26 agosto

▶CARINTHISCHER SOMMER Concerti di musica da camera e jazz. Particolare attenzione sarà riservata quest’anno alla musica di J.S. Bach. Ossiach e Villach. Info: www.carinthischersommer.at 18 luglio

▶LA NOTTE DELLE STELLE I grandi personaggi della musica austriaca e internazionale si esibiranno in un grande spettacolo sul suggestivo palco galleggiante sul lago Wörthersee. Wörthersee. Info: www.carinzia.at 92

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O L T R E

C O N F I N E

S L O V E N I A 3-18 luglio

▶MLADIFEST SEZANA Ventunesima edizione del festival giovanile con numerosi appuntamenti musicali, sportivi e sociali. Sesana. Info: www.mladifest.org Fino all’11 luglio

▶LENT FESTIVAL Uno dei più famosi eventi culturali sloveni, con 1.200 appuntamenti all’aperto e mezzo milioni di visitatori. Maribor. Info: www.festival-lent.si 30 luglio – 9 agosto

▶ETNO FESTIVAL OKARINA L’ocarina, strumento musicale a fiato, è il simbolo del festival che propone musica popolare di diverse nazioni e popolazioni. Bled. Info: www.festival-okarina.si 24-25 luglio

▶KRANFEST Tradizionale notte bianca di Kranj: concerti, manifestazioni culturali e festeggiamenti sotto le stelle. Kranj. Info: www.tourism-kranj.si 8-23 agosto

▶FESTIVAL DI MUSICA ANTICA Musicisti di alto livello provenienti da tutto il mondo si esibiscono con programmi che includono qualsiasi riproduzione musicale, anche moderna. Radovljica. Info: www.festival-radovljica.si 14-16 agosto

▶FESTA DEL PESCE Evento sportivo, culturale e gastronomico sulle sponde del lago di Bled. Bohinjska Bela. Info: www.bled.si 29 agosto

▶FESTA DEGLI LIKROFI Mercato culinario di prodotti locali con degustazioni della specialità dei likrofi. Previsti workshop e laboratori di cucina. Idria. Info: www.visit-idrija.si

25 luglio

▶QUANDO SUONA LA MUSICA  OPEN AIR D’ESTATE Serata con le stelle della musica popolare ed esibizioni dal vivo. Oltre una ventina gli artisti che si alterneranno. Bad Kleinkirchheim. Info: www.musi-open-air.at 26 luglio – 2 agosto

▶SAGRA DI VILLACO La festa tradizionale più grande dell’Austria è una celebrazione del cuore, dell’allegria, della gioia di vivere, dell’unione dei popoli e dell’apertura verso il mondo. Eventi folklorici e degustazioni gastronomiche. Villach. Info: www.villacherkirchtag.at 28-29 agosto

▶PANACEO TRIATHLON Due giorni di grande sport su uno dei laghi più suggestivi dell’Austria con le sue acque limpide e le spettacolari montagne circostanti. Faakersee. Info: www.faakersee-triathlon.at L’INFORMAFREEMAGAZINE

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“Giovani Promesse”, la tradizione che ritorna A 10 anni dall’ultima edizione, Fiumicello ha riproposto l’evento calcistico riservato alle compagini giovanili.

Academy Udinese

Trieste Calcio

Aquileia

Riproporre una competizione che nel periodo 19892005 andava per la maggiore nel panorama calcistico regionale e rifarlo soprattutto dopo dieci anni dall’ultima edizione non era cosa semplice. Invece Giuliano Rosin, ideatore del torneo ‘’Giovani Promesse’’ nel lontano 1989 (assieme al compianto Firmino Dreas), ci ha creduto fin da subito, con l’instancabile partecipazione di Carmine Pappacena, del direttivo dell’ASD Fiumicello 2004. Il torneo, svoltosi sul manto erboso del Campo sportivo comunale di Fiumicello e riservato alla categoria Esordienti con partite 9 contro 9, ha avuto sin dalle prime serate una grande partecipazione di pubblico che ha molto apprezzato sia il gioco espresso dalle squadre presenti sia l’ottimo livello di preparazione delle giovani promesse. Alla competizione hanno creduto oltre agli organizzatori anche le 16 squadre partecipanti: qualcuna per aver già partecipato alle passate edizioni, altre per la novità dell’evento. Evento divenuto vetrina ideale per mettere in mostra i ragazzi dei migliori vivai regionali. Negli anni passati diversi tra i giocatori premiati hanno successivamente avuto una buona carriera: uno su tutti, Massimo Donati, premiato nel 1994 con il Donatello, poi divenuto giocatore di Atalanta, Milan, Parma, Torino, Sampdoria, Messina, Celtic, Bari, Palermo, Hellas Verona e oggi ancora a Bari. La vittoria finale è andata all’Udinese Academy, che in finale ha avuto la meglio sulla Nuova Sandanielese e che in porta ha schierato Luca Fedele, premiato come miglior portiere. Nella Nuova Sandanielese si sono invece distinti Marco Fabbro, capocannoniere del torneo con 7 reti, e i sostenitori che hanno offerto dell’ottimo prosciutto a tutto il pubblico presente alla finale. Terzo classificato il Trieste Calcio, che ha battuto nella finale di consolazione l’Aquileia, nelle cui fila si è messo in mostra Luca Vezil, premiato da un’apposita giuria come miglior giocatore del torneo. Per lui una targa e una medaglia d’oro. A tutti i premiati sono andati dei buoni acquisto donati da Dana Sport di Aiello, sponsor tecnico della manifestazione. Il direttivo dell’ASD Fiumicello 2004, nella persona del presidente Flavio Puntin, ha voluto ringraziare il Comune di Fiumicello (presente il sindaco Ennio Scridel) la Provincia di Udine (rappresentata del vicepresidente Franco Mattiussi) e la BCC di Fiumicello e Aiello (rappresentata da Marco Stabile e Marco Leggieri) per aver sostenuto ala manifestazione. Grazie all’ottimo risultato raggiunto si stanno già gettando le basi per il 18° torneo ‘’Giovani Promesse’’ 2016, quale importante vetrina per i futuri talenti regionali.

Claudio Pizzin Nuova Sandanielese


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1 luglio Auguri Massimo! Stefano, Eva, Luigi 6 luglio Buon compleanno Eugenio! Luisa, Andrea, Marina 10 luglio Tanti miao di auguri, Bruttino! Nick e Cinzia 15 luglio Tanti auguri Alexandra! Eva, Stefano, Luigi, Giorgio 17 luglio Congratulazioni alla neodottoressa Carlotta Nonna Ida e nonno Gino 18 luglio Buon compleanno Marta! papà Stefano 24 luglio Tanti auguri Francisco! Cinzia e Nick 2 agosto Tanti auguri Michela! Giusy, Sandra e Federica 7 agosto Buon compleanno Giorgia! Luca 20 agosto Buon compleanno Fabrizio! Lo staff di iMagazine 29 agosto Tanti auguri Max! Lo staff di iMagazine 31 agosto Felice anniversario a Elisa e Riccardo! The family Mandaci entro il 1º agosto i tuoi auguri per le ricorrenze di settembre e ottobre! Li pubblicheremo gratuitamente su iMagazine! Segnalaci giorno, evento, mittente e destinatario e spedisci il tutto via e-mail (info@imagazine.it), via posta ordinaria (iMagazine, c/o via Aquileia 64/a, 33050 Bagnaria Arsa – UD) o via fax (040 566186).


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Fonte: Federfarma Gorizia e Ordine dei Farmacisti di Trieste

FARMACIE DI TURNO

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ALLA SALUTE via Cosulich 117 Monfalcone, tel. 0481 711315 CENTRALE pzza Repubblica 16 Monfalcone, tel. 0481 410341 COMUNALE 1 via Aquileia 53 Monfalcone, tel. 0481 482787 COMUNALE 2 via Manlio 14 Monfalcone, tel. 0481 480405 REDENTORE via IX Giugno 36 Monfalcone, tel. 0481 410340 RISMONDO via Toti 53 Monfalcone, tel. 0481 410701 SAN ANTONIO via Romana 93 Monfalcone, tel. 0481 40497 SAN NICOLÒ via Iº Maggio 92 Monfalcone, tel. 0481 790338 ALL’ANGELO via Roma 18 Ronchi dei L., tel. 0481 777019 ALLA STAZIONE v.le Garibaldi 3 Vermegliano, tel. 0481 777446 LEDRI via Marina 1 Grado, tel. 0431 80058 COMUNALE via C. Colombo 14 Grado, tel. 0431 80895 ZANARDI via Trieste 31, Staranzano, tel 0481 481252 AL LAGO via Roma 13, Doberdò, tel 0481 78300 LUCIANI via Dante 41, Sagrado, tel 0481 99214 SPANGHERO via Aquileia 89, Turriaco, tel 0481 76025 VISINTIN via Matteotti 31, San Pier d’Isonzo, tel 0481 70135 RAMPINO piazza Venezia 15, San Canzian d’Is., tel 0481 76039 DI MARINO via Redipuglia 77, Fogliano, tel 0481 489174 TRIESTE via Mazzini 43, tel. 040.631785 TRIESTE via Combi 17, tel. 040.302800 TRIESTE via Fabio Severo 122, tel. 040.571088 TRIESTE piazza Ospedale 8, tel. 040.767391 TRIESTE capo di piazza Mons. Santin 2 tel. 040.365840 TRIESTE via Commerciale 21 tel. 040.421121 TRIESTE via Ginnastica 6, tel. 040.772148 TRIESTE piazza Venezia 2, tel. 040.308248 TRIESTE via Curiel 7/B (Borgo S. Sergio), tel. 040.281256 TRIESTE via Giulia 14, tel. 040.572015 TRIESTE via Dante 7, tel. 040.630213 TRIESTE via Costalunga 318/A, tel. 040.813268 TRIESTE via Giulia 1, tel. 040.635368 TRIESTE corso Italia 14, tel. 040.631661 TRIESTE largo S. Vardabasso 1, tel. 040.766643 TRIESTE piazza della Borsa 12, tel. 040.367967 TRIESTE via Rossetti 33, tel. 040.633080 TRIESTE via Mascagni 2, tel. 040.820002 TRIESTE via S. Giusto 1, tel. 040.308982 TRIESTE via Roma 15 (angolo via Valdirivo), tel. 040.639042 TRIESTE via Piccardi 16, tel. 040.633050 TRIESTE via Baiamonti 50, tel. 040.812325 TRIESTE piazza Oberdan 2, tel. 040.364928 TRIESTE piazzale Gioberti 8, tel. 040.54393 TRIESTE via Oriani 2 (largo Barriera), tel. 040.764441 TRIESTE piazza Cavana 1, tel. 040.300940 TRIESTE viale Miramare 117, tel. 040.410928 TRIESTE via dell’Istria 33, tel. 040.638454 TRIESTE piazza Giotti 1, tel. 040.635264 TRIESTE via Belpoggio 4 (angolo via Lazzaretto Vecchio), tel. 040.306283 TRIESTE via Bernini 4 (angolo via del Bosco), tel. 040.309114 TRIESTE largo Piave 2, tel. 040.361655 TRIESTE via Felluga 46, tel. 040.390280 TRIESTE piazza Libertà 6, tel. 040.421125 TRIESTE via dell’Istria 18/B, tel. 040.7606477 TRIESTE via di Servola 44, tel. 040.816296 TRIESTE viale XX Settembre 6, tel. 040.371377 TRIESTE via dell’Orologio 6 (via Diaz 2), tel. 040.300605 TRIESTE via Pasteur 4/1, tel. 040.911667 TRIESTE via Tor S. Piero 2, tel. 040.421040 TRIESTE piazza Goldoni 8, tel. 040.634144 TRIESTE via Revoltella 41, tel. 040.941048 TRIESTE via Ginnastica 39/A, tel. 040.764943 TRIESTE campo S. Giacomo 1, tel. 040.639749 TRIESTE piazzale Valmaura 11, tel. 040.812308 TRIESTE via Roma 16 (angolo via Rossini), tel. 040.364330 TRIESTE piazza Garibaldi 6, tel. 040.368647 TRIESTE via Stock 9, tel. 040.414304 TRIESTE largo Sonnino 4, tel. 040.660438 TRIESTE piazza S. Giovanni 5, tel. 040.631304 TRIESTE via Alpi Giulie 2, tel. 040.828428 TRIESTE via Cavana 11, tel. 040.302303 TRIESTE largo Osoppo 1, tel. 040.410515 TRIESTE via Settefontane 39, tel. 040.390898


Le farmacie contrassegnate dal fondino arancione anticipano di un giorno le date di turno indicate. Le farmacie di Trieste iniziano e terminano i turni 2 giorni dopo rispetto alle date indicate

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Zaloga za izredno jubilejno leto »Papež je razglasil sveto leto, ne pa leto svetega vina!« Scorta par l’ano del giubileo straordinario Vara che sarà l’an sant, no del vin sant!

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maggio-giugno 2015| 98 | marzo-aprile 2012

Vorrat für das Außerordentliche Jubiläumsjahr. Du, es geht um das Heilige Jahr, nicht den Heiligen Wein!

Varda che xè l’Anno Santo no quel del vin santo!

Scorta per l’anno del Giubileo straordinario. Guarda che sarà l’Anno Santo non del vin santo!

Scorte pal An dal Jubileu straordenari. Viôt che al sarà l’An Sant e no dal vin sant!

Per le traduzioni si ringrazia: Marjeta Kranner e Anna Magaina (sloveno), Isa Dorigo - Ufficio comunità linguistiche Provincia di Gorizia (friulano), Iris Jammernegg - Università di Udine (tedesco), Marianna Martinelli (bisiaco), Alessandro Samez (triestino).




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