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E D I T O R I A L E L’INFORMAFREEMAGAZINE nº 58 – anno X numero 5 settembre-ottobre 2015

Cari lettrici e lettori,

ISSN 1828-0722 Editore

GOLIARDICA EDITRICE srl a socio unico sede operativa: I – 33050 Bagnaria Arsa, Italy via Aquileia 64/a tel +39 0432 996122 fax +39 040 566186 info@imagazine.it Direttore responsabile Andrea Zuttion Condirettore responsabile Claudio Cojutti Responsabile di redazione Andrea Doncovio Redazione Giuliana Dalla Fior, Vanni Veronesi Area commerciale Michela De Bernardi, Francesca Scarmignan, Fabrizio Dottori Responsabile iMagazineVideoTruck Claudio Pizzin Responsabile area legale Massimiliano Sinacori Supervisione prepress e stampa Stefano Cargnelutti Hanno collaborato Stefano Caso, Mario Pozzar, Daniel Blasina, Germano De March, Paolo Marizza, Gabriele Peressi, Nelly Zanette, Margherita Reguitti, Andrea Fiore, Annalisa Casarin, Livio Nonis, Cristian Vecchiet, Alfio Scarpa, Michele D’Urso, Michele Tomaselli, Manuel Millo, Andrea Coppola, Giuliana De Stefani, Vanni Feresin, Alberto Vittorio Spanghero, Alberto Locatelli, Christian Seu, Francesco Santirocco Registrazione Tribunale di Udine n. 53/05 del 07/12/2005 Stampato in proprio Tiratura 70.000 copie Credits copertina Laura Furci ph. Benedetta Folena Credits sommario :: The Paul Getty Museum - Los Angeles :: :: Guglielmo Governo :: :: Area 12 Comunicazione :: :: Michele Tomaselli :: :: emme & emme :: © goliardica editrice srl a socio unico. Tutti i diritti sono riservati. L’invio di fotografie o altri materiali alla redazione ne autorizza la pubblicazione gratuita sulle testate e sui siti del gruppo l’informa srl. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, fotografie, disegni o altro non verranno restituiti, anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo, incluso qualsiasi tipo di sistema meccanico, elettronico, di memorizzazione delle informazioni ecc. senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’Editore. Gli Autori e l’Editore non potranno in alcun caso essere considerati responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati, direttamente od indirettamente, dall’uso improprio delle informazioni ivi contenute. Tutti i marchi citati appartengono ai rispettivi proprietari, che ne detengono i diritti. L’Editore, nell’assoluzione degli obblighi sul copyright, resta a disposizione degli aventi diritto che non sia stato possibile rintracciare al momento della stampa della pubblicazione.

mentre mi accingo a scrivere queste righe, le cronache quotidiane si alternano tra conflitti mediorientali, crolli delle borse asiatiche, epocali sbarchi di migranti e svilenti teatrini pseudo-mafiosi di casa nostra. Di fronte a questo mix, la fiducia verso il futuro diventa complicata da ricercare anche per le persone più ottimiste. E infatti il mondo occidentale in generale e l’Italia in particolare sembrano essere sprofondati in una crisi depressiva che non ha colpito solo il settore economico/industriale, ma anche la vita relazionale delle persone. Uomini e donne che, d’improvviso, davanti a sé si ritrovano senza certezze, intimoriti da scenari rivoluzionari difficili da interpretare e incattiviti da un contesto sociale sempre più sbilanciato tra una classe agiata via via più ricca e una borghesia che si riscopre via via più povera. Che fare, quindi? Un interrogativo a cui da tempo sociologi, pensatori, politici tentano di trovare una risposta. Senza successo. E se stessero sbagliando il campo della ricerca? Nelle scorse settimane uno dei grandi registi cinematografici italiani, Ermanno Olmi, ha dichiarato che il male più grande della nostra società è rappresentato dalla solitudine e dall’isolamento delle persone. Una considerazione che, a mio avviso, c’entra in pieno il nocciolo del problema. Perché nell’era dell’ipertecnologia, della finanza globale e dell’ossessione per l’innovazione, la prospettiva utilizzata finora pecca di un elemento essenziale: l’umanità. Premessa d’obbligo: non siamo a proporre soluzioni miracolose. Tuttavia un cambio di prospettiva appare fondamentale. Perché – fortunatamente – tutti noi siamo esseri umani che provano emozioni e sentimenti; che entrano in relazione con altri simili; che affrontano ogni giorno le situazioni nuove poste dinanzi dalla vita; che crescono e invecchiano. Eppure spesso ci dimentichiamo di tutto ciò. Ci dimentichiamo di essere uomini. Lungi da me proporre una lezione di filosofia o di etica, sebbene giova ricordare che proprio in Italia, sei secoli fa, nacque l’Umanesimo: movimento ideologico culturale che affermava la dignità degli esseri umani. A proposito: cosa significa per noi essere persone di dignità? Un’altra domanda. Anche stavolta nessuna risposta. A ciascuno di noi il compito di ricercarla. Nel Rinascimento i nostri avi avrebbero parlato di humanitas, del desiderio di conoscenza che distingue l’uomo dagli altri esseri viventi: concetto quanto mai attuale nel decadente XXI secolo. Nonostante illustri economisti, nel recente passato, abbiano affermato che con la cultura e la filosofia non si mangia. Ne siamo così sicuri? Nel frattempo non mi resta che augurarvi … buona lettura! Andrea Zuttion





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Segnalo l’ottimo trattamento ricevuto presso Carli. Marta Lenarduzzi Ruda Desideravo complimentarmi per la vostra rivista: siete ormai l’unica realtà del territorio che mette in risalto le cose belle e sane che accadono attorno a noi. Potervi ricevere a casa e leggervi mi mette allegria e positività verso il futuro. Igina Consolo Gorizia

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Sono stata da In the city: buoni prezzi e bel locale, così come da Gustò. Ottimi i prodotti presso la Farmacia Rismondo e buono il pane di Miniussi. Belle et Beau è un bel negozio che offre un buon servizio; da Dima Sport ho trovato buoni prezzi. Maria Petrovska Trieste Buona e simpatica l’accoglienza ricevuta presso Class Caffè; Rosso Peperoncino presenta un’offerta molto variegata; da Salone Francy è ottimo il rapporto qualità/prezzo; Via Roma è un negozio di classe, molto elegante, dove ho trovato cortesia e gentilezza. Maurizio Cechet Bicinicco

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Intervista a Madi Cattaruzzi e Laura Buiat titolari di Candy Beauty Bar a Gorizia Quando è nata l’idea di aprire questa attività? «Una serata di alcuni anni fa attorno a una tavola imbandita… è partita quasi come uno scherzo e invece scelte di vita personali ci hanno portato fin qui». Candy Beauty Bar: un ‘bar’ della bellezMadi Cattaruzzi (a sinistra) za. Cos’è esattamente questo negozio? e Laura Buiat «Non è una semplice profumeria, né un puro centro estetico. È un punto di riferimento del mondo della cosmesi, della profumeria e del trucco, dove oltre alla vendita si offre un servizio di trucco personalizzato. Inoltre è un luogo dove tutti i nostri prodotti si posso testare, o meglio… degustare in tutta calma e in un ambiente confortevole e accogliente. Per fare il giusto acquisto ed essere soddisfatti a volte non basta solo un campioncino o delle spiegazioni esaurienti, ma serve un’esperienza polisensoriale: guardare, toccare, annusare e provare il proprio prodotto cosmetico. Poi ci sono anche momenti dedicati, nei quali proponiamo abbinamenti di creme con prodotti enogastronomici d’eccellenza». Chi entra in Candy Beauty Bar cosa può trovare? «Abbiamo un assortimento per tutte le esigenze e tutte le tasche con marchi cosmetici internazionali come La Prairie, Estee Lauder e Elizabeth Arden affiancati a prodotti di nicchia quali Gamila Secret e Cellex-c. Inoltre make up classico e di tendenza, alta bigiotteria, essenze e profumi per tutti i gusti e tanta cortesia e disponibilità. Non mancano novità e promozioni diverse ogni settimana, promosse sulla nostra pagina Facebook o direttamente nel nostro punto vendita e pacchetti benessere per viso e corpo o per occasioni speciali come quelle dedicate alle spose». C’è anche uno spazio dedicato alle più piccole? «Ci sono articoli per le nostre giovani clienti, che vanno dalla bigiotteria spiritosa alle spazzoline per capelli, oltre a una piccola postazione di trucco nella nostra beauty room». Che tipo di prodotti scegliete per il vostro negozio? «Prestiamo attenzione ai valori del marchio, agli ingredienti usati e alla filiera produttiva... e proviamo personalmente tutti i prodotti, per vedere gli effetti reali sulla pelle e quindi consigliare al meglio i nostri clienti». Da diversi mesi promuovete la vostra immagine attraverso iMagazine: perché questa scelta? «Inutile dire che iMagazine è uno strumento molto conosciuto e apprezzato in città e in regione e l’abbiamo ritenuto la miglior scelta per far conoscere la nostra attività e il nostro modo di lavorare, rapportandoci in maniera diretta e dedicata con la nostra clientela». Candy Beauty Bar fa parte del circuito iMoney: quali sono i vantaggi di questo strumento? «In primis poter offrire ai nostri clienti un vantaggio in più rispetto a quanto già diamo: lo sconto fisso del 20% su tutti i nostri prodotti sia di cosmetica che di make up e bigiotteria, servizio di trucco personalizzato gratuito a fronte di una spesa minima e una partnership con un’esperta di massaggi estetici e curativi».



S O M M A R I O

settembre - ottobre 20 IDEE E CONCRETEZZA di Paolo Marizza

18 Vendo quindi sono

POLIZIA DI STATO

56 I droni

PROTEZIONE CIVILE

FIORE DEI LIBERI di Vanni Veronesi

58 Il sistema di allertamento regionale

20 La spada nel cuore 24

LAURA FURCI di Giuliana Dalla Fior

28 L’Europa in tavola

JOE PETROSINO di Michele Tomaselli

32 Il detective senza paura BARCOLANA 47 a cura della redazione

36 La porta d’Europa

TESTIMONI DI GUERRA di Vanni Feresin

41 Fra le macerie, sotto le granate DONNE IN PRIMA LINEA di Alberto V. Spanghero

32

SOCIALE di Manuel Millo

Passato, presente e futuro:

62 in tutto ciò dove mi ri-trovo? DROGHE E LIBERALIZZAZIONI di Andrea Fiore

64 Giovani alla deriva

REALTÀ E POSITIVITÀ di Cristian Vecchiet

66 Sappiamo ancora stupirci? EQUILIBRIO E AUTOSTIMA di Giuliana De Stefani

68 Come vorremmo essere trattati? FIGLI DI UNO SPORT MINORE di Michele D’Urso

70 Pierangelo Angelillo

44 Sassi nello stagno della Grande Guerra GRANDE GUERRA/2 di Margherita Reguitti

46 Il soldato creduto morto e poi internato LA PIEVE DI SANTA MARIA DI GORTO di Mario Pozzar

48 Tempio di fede e di arte

36

60 Un nuovo modo di comprare casa

24 Le note della libertà GUSTI DI FRONTIERA di Area 12 Comunicazione

28

LEGALE di Massimiliano Sinacori

CLAUDIA CAZZANIGA di Michele Tomaselli

50 Come si vive nella natura? VINCENZO BORGIA di Michele D’Urso

54 Estro bisiaco

73 Il mestiere di scrivere 80 e segg. Gli eventi di settembre e ottobre

94 e segg. Sezione locale



: lettere alla redazione Ÿ Cimolais – La squadra Primavera dell’Udinese calcio “adotta” l’AIDO (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, tessuti e cellule) del Friuli e Vallimpiadi. Il “gemellaggio” tra i giovani del mister Luca Mattiussi e le due associazioni è avvenuto a Cimolais nel ritiro pre-campionato. I giovani giocatori dell’Udinese hanno tutti detto sì alla donazione e alla solidarietà lanciando un appello all’iscrizione all’AIDO.

Ÿ Lignano Sabbiadoro – Anche la rivista nazionale specializzata sul mondo dei bikers ha dato risalto all’iMagazineVideoTruck che ha animato la passata edizione di Biker Fest Lignano. Sull’ultimo numero della testata, infatti, viene messo in risalto l’effetto spettacolare che il maxischermo digitale di iMagazine ha regalato agli organizzatori e ai partecipanti della manifestazione.

Ÿ Trieste – La governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, stringe tra le mani la propria copia di iMagazine, accanto al caporedattore della rivista, Andrea Doncovio, a margine della conferenza stampa di presentazione della 47esima edizione della Barcolana. Evento di cui iMagazine ricoprirà il ruolo di media partner.

Ÿ Gorizia – Un momento della commemorazione del centenario della battaglia del Monte Podgora, uno degli eventi più tragici della Prima guerra mondiale sul fronte italiano dell’Isonzo, che ha avuto come protagonisti il II e III battaglione del reggimento Carabinieri Reali Mobilitato. Il generale Federico Maria Pellegatti, in qualità di presidente del comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della Prima guerra mondiale-IV guerra d’indipendenza dell’associazione internazionale Regina Elena, consegna al colonnello Claudio D’Angelo, comandante del 13° reggimento carabinieri “Friuli Venezia Giulia”, il quadro rievocativo del “centeŸ Venezia – La neo-dottoressa in Architettura Valentina Pizzin nario”, prodotto dal citato sodalizio nel numero di cento esemplari di Cervignano del Friuli festeggia la laurea appena ottenuta, dopo la che saranno consegnati nel periodo 2015-2018 a enti istituzionali discussione di una tesi sul progetto urbanistico di recupero della ca- “per non dimenticare e per onorare chi ha servito la Patria sacrificando la propria vita”. serme dismesse del Comune di Arzene Valvasone. È possibile inviare le proprie lettere e i propri commenti via posta ordinaria (iMagazine – via Aquileia 64/a – 33050 Bagnaria Arsa-UD), oppure via e-mail (redazione@imagazine.it).


L’ANALISI IDEE E CONCRETEZZA Servizio di Paolo Marizza

ÂŤ

Vendo

quindi sono

Progetti autoreferenti, orientamento al breve periodo, pressioni degli investitori e ansia di fare fatturato sono i cattivi compagni di ventura che possono far fallire anche le idee migliori.

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Per molti imprenditori il lancio di un nuovo prodotto o servizio, o anche di una start up, inizia con l’accendersi della classica lampadina, l’idea innovativa e rivoluzionaria che illuminerĂ il mondo. Molto spesVR VRQR FRVu DSSDVVLRQDWL H FRQYLQWL GHL EHQHÂż FL FUHDWL dall’idea che essi risulteranno auto-evidenti anche ai potenziali clienti: l’innovazione è cosĂŹ ovviamente superiore alle attuali offerte che si venderĂ . Gli imprenditori che vogliono evitare che l’idea si trasformi in illusione dovrebbero pensare al problema della commercializzazione nei termini della classica questione dell’uovo e della gallina. Infatti essi si rendono subito conto che ottenere il buy-in (il consenso) da parte di potenziali clienti è una prioritĂ assoluWD PD Âż QR D TXDQGR OD SURJHWWD]LRQH H OD FRVWUX]LR ne di almeno un prototipo non vengono realizzati (che VSHVVR ULFKLHGH Âż QDQ]LDPHQWL DOOHVWLPHQWR GL VWUXW ture, mettere insieme una squadra, e molti altri compiti), come possono comunicare e presentare il prodotto, rendendo tangibili le prestazioni per farne apSUH]]DUH L EHQHÂż FL" Entrambi gli atteggiamenti, acquisire clienti e realizzare il prodotto, spesso sottovalutano un semplice fatto: l’innovazione è un processo complesso che trasforma

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settembre-ottobre 2015

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l’idea in una proposta di valore tangibile e dimostrabile, in cui le capacitĂ e le competenze di posizionamento e commercializzazione svolgono un ruolo fondamentale. Per il successo di qualsiasi azienda giovane o meno giovane, ignorare queste regole di base implica correUH VLJQLÂż FDWLYL ULVFKL GL IDOOLPHQWR 6HPEUHUHEEHUR FRQ siderazioni ovvie, di buon senso, eppure molte iniziative soffrono di questa mancanza di consapevolezza in gran parte perchĂŠ hanno poca esperienza di vendita e di come vendere, anche se hanno frequentato corsi di business development, marketing, ecc. $ JLXVWLÂż FD]LRQH GL FLz FÂśq GD GLUH FKH OD VWUDJUDQ de maggioranza di tecniche, modelli, approcci e strategie sono destinate a imprese consolidate e non a startup o MPMI (Micro, Piccole e Medie Imprese), che deYRQR DIIURQWDUH XQD VHULH GL VÂż GH H GL RELH]LRQL VSHFLÂż che provenienti da clienti e mercati molteplici e diversi. Ed è proprio quando gli imprenditori vanno in giro a fare quei primi cruciali incontri/eventi di vendita, che spesso commettono errori comuni, come ad esempio non considerare i vantaggi strategici che un determiQDWR FOLHQWH SXz RIIULUH R SUDWLFDUH SUH]]L VWUDFFLDWL VROR per realizzare la vendita. Di seguito un breve elenco degli errori piĂš frequentemente riscontrabili:


- sviluppare completamente il prodotto/servizio senza aver ascoltato la voce dei potenziali clienti (si impara di piĂš dal confronto con alcuni clienti potenziali che da 10 ricerche di mercato); - non tener conto dei feedback dei clienti per aggiornare e validare le caratteristiche del prodotto/servizio (ottenere l’attenzione del cliente e le condizioni di accettabilitĂ della proposta commerciale prima di investire tempo e risorse); - prezzi al ribasso per ottenere ordini iniziali, compromettendo le possibilitĂ di un pricing coerente con il UHDOH YDORUH FUHDWR SHU LO FOLHQWH H YDQLÂż FDQGR OD VR stenibilitĂ economica dell’offerta nel medio periodo; - scegliere clienti non strategici, con i quali non è possibile effettuare beta test (versioni prototipali del prodotto), sfruttare il passa parola, assicurare acquisti ricorrenti; - non prevedere e comunicare un modello di business VFDODELOH FKH LQÂż FLD OD FUHGLELOLWj GHOOÂśLQL]LDWLYD QH gli stadi iniziali le start up e le micro imprese, ma non solo, non hanno accesso a mercati/clienti potenziali a causa delle piccole dimensioni e delle limitate economie di scala); - non offrire prove gratuite e test pilota, che in caso di rispondenza alle aspettative si traducano in ordinativi; - non includere esperti con buona reputazione del settore negli organi amministrativi e di direzione. Gli approcci commerciali assumono quasi sempre che la forza vendita disponga di un prodotto completamente sviluppato, con un semplice obiettivo: realizzare fatturato. Anche se questi approcci consolidati consigliano di mettersi ricorrentemente in posizione di ascolto dei FOLHQWL DO Âż QH GL DQWLFLSDUH OH RELH]LRQL R RWWHQHUH XQD FR noscenza approfondita delle dinamiche organizzative che ne guidano il processo decisionale, in genere non coprono ne catturano in modo strutturato le informazioni raccolte o ottenibili durante il processo di vendita, informazioni che possono risultare utili e fondamentali nella progettazione (o riprogettazione) del prodotto stesso. 8Q DSSURFFLR HIÂż FDFH ULFKLHGH LO FRLQYROJLPHQWR DQ ticipato del cliente potenziale non appena l’idea è concepita e molto prima che il prodotto venga effettivamente creato. L’obiettivo di queste interazioni relazionali è quello di ottenere informazioni non solo sul design del prodotto, ma anche informazioni di mercato, di promozione, distribuzione e strategie di prezzo. Queste interazioni oggi si possono sviluppare a costi marginali molto contenuti sfruttando anche le opportunitĂ di raggiungere i clienti attraverso i social media, le community on line e gli strumenti collaborativi realizzabili in remoto via web (co-sourcing, co-working, ecc.). Attraverso queste interazioni, si dovrebbe arricchire il patrimonio informativo relativo alla robustezza e

all’attrattivitĂ dell’offerta per stabilire se il prodotto/servizio è fattibile, se è opportuno rivedere il design, procedere a sviluppare un prototipo o se è possibile ottenere da subito impegni d’acquisto, generare piĂš contatti e impegnarsi in attivitĂ di marketing e vendita di routine. Molte ricerche dimostrano che è piĂš facile convincere i clienti a impegnarsi per un’idea/prodotto innovativi se sono coinvolti nella sua creazione. Lo scambio e il coinvolgimento reciproco, tra produttore/venditore e cliente/utilizzatore, nelle fasi iniziali dello sviluppo del SURGRWWR VHUYL]LR QRQ SXz FKH DJHYRODUH OD UDFFROWD GL feedback per migliorare le caratteristiche e la progettazione dei prodotti. Anche il coinvolgimento nel processo aumenta le probabilitĂ di acquisto. 4XHVWR DSSURFFLR SXz DQFKH IDFLOLWDUH OH VÂż GH FKH GH vono affrontare gli imprenditori, neo e non, per generare e ottenere appuntamenti e incontri. Presentare le occasioni di incontro come opportunitĂ per illustrare e confrontarsi su offerte di prodotti/servizi in fase di sviluppo e non come momenti di vendita, aumenta la disponibilitĂ e l’apertura di prospettive. In generale, le persone sono piĂš disposte a dare consigli piuttosto che ascoltare una proposta di vendita e gli imprenditori possono utilizzare queste dinamiche relazionali a loro vantaggio. ,Q SDUWLFRODUH OH VWDUW XS DIIURQWDQR PROWH VÂż GH H JOL imprenditori devono indossare molti cappelli durante il processo di lancio di un prodotto/servizio che spesso coincide con la nascita dell’impresa. Non è una sorpresa che spesso il momento del contatto con i clienti venJD SRVWLFLSDWR Âż QR D TXDQGR QRQ VLD VWDWD DYYLDWD OD IDVH di produzione. Tuttavia, il feedback anticipato dei clienti è essenziale e un approccio orientato all’ascolto, al confronto e al coinYROJLPHQWR GHL FOLHQWL SXz HYLWDUH GL LQFRUUHUH LQ ULVFKL GL PHUFDWR Âż QDQ]LDUL H RSHUDWLYL FKH PLQDQR OD IDWWLELOLWj H la sostenibilitĂ del nuovo prodotto e dell’impresa stessa.

Paolo Marizza Paolo Marizza è Docente DEAMS-Università di Trieste e Partner di Financial Innovations

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ALLA SCOPERTA DI...

FIORE DEI LIBERI Servizio di Vanni Veronesi

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La spada

nel cuore

All’inizio del Quattrocento un friulano scrive un manuale di scherma destinato a diventare una leggenda. Tanto che i pochi manoscritti sopravvissuti sono oggi sparsi in tutto il mondo, gelosamente custoditi nelle collezioni pubbliche e private. I suoi precetti, tuttora in uso, sono il canto del cigno di una civiltà in cui la guerra era ancora una questione d’onore. Prima che le armi da fuoco cambiassero per sempre il volto dell’umanità .

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Una foresta di simboli

Questa storia inizia con una Âż JXUD carica di simboli e richiami numerologici. Innanzitutto il sette, come i giorni della settimana, i sigilli dell’Apocalisse, i pianeti prima di Galileo, i doni dello Spirito Santo, i Sacramenti, le arti liberali; nella nostra immagine, sette spade centrate sul corSR SHU UDIÂż JXUDUH L FROSL IRQGDPHQWDOL GHOOD VFKHUPD ossia due fendenti (dall’alto al basso), due sottani (dal basso verso l’alto), due mezzani (all’altezza del torso) e la cosiddetta ‘punta’. C’è poi il TXDWWUR, come i bracci della croce, gli Evangelisti, le stagioni, gli elementi naturali acqua terra fuoco aria; nella miniatura, TXDW tro animali per rappresentare le virtĂš dello spadaccino perfetto, accompagnati da un distico poetico. In alto il lovo cervino, il ‘lupo cerviero’, nome medievale della lince, simbolo di quella SUXGHQ]D (avisamento) che misura ogni cosa con precisione, come con un compasso (sesto): ÂŤMeio de mi, lovo cervino, non vede creatura / E a quello meto sempre a sesto e mesuraÂť. In basso un elefante che sorregge un castello, a indicare la forteza: ÂŤElefante son e un castello porto per chargo. / E non mi inzinochio nĂŠ perdo vargoÂť (posto, ndr). A sinistra la velocitĂ (presteza) incarnata dalla WLJUH 20

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che regge una freccia: ÂŤIo tigro tanto son presto a correr e voltare / che la sagitta del cielo non mi poria avanzareÂť. ,QÂż QH D GHVWUD LO leone che appoggia la zampa su un cuore, emblema dell’ardimento: ÂŤPiĂš de mi Leone non porta core ardito, / però di bataglia fazo a zaschun invitoÂť. L’immagine è dunque una sintesi perfetta della scherma, che ai tempi della compilazione della miniatura – LQL]LR GHO – era una vera e propria disciplina di guerra. Di cui il massimo interprete fu un friulano destinato a entrare nel mito: Fiore dei Liberi.

Da allievo a maestro

Fiore nasce a Premariacco nel in una famiglia appartenente alla nobiltĂ di rango piĂš basso (per l’appunto i milites liberi), tenuta a servire il proprio signore ma giĂ piuttosto emancipata, con il diritto di possedere terreni e di consegnarli in ereditĂ alla prole. Avviato giovanissimo alla pratica della spada, si rivela subito un guerriero in erba, tanto da dover cambiare piĂš di un maestro per trovare qualcuno all’altezza: viaggia dunque in lungo e in largo, trovando in molti casi insegnanti dalle dubbie capacitĂ , invidiosi del suo talento, che lo costringono addirittura al GXHOOR per difendere il suo onore. FinchĂŠ non si imbatte in ÂŤ-RKDQQH GHWWR 6XYHQRÂť, ossia ‘Svevo’, allievo di ÂŤNi-


Los Angeles, Paul Getty Museum: foglio 1r. del ms. Ludwig XV.13 con il proemio in volgare all’opera di Fiore dei Liberi.

cholai de ToblemÂť della diocesi di Metz: un vero maHVWUR JUD]LH DO TXDOH )LRUH DIÂż QD OH VXH WHFQLFKH H LQ breve tempo diventa il migliore. Pronto, dunque, per diventare a sua volta LQVHJQDQWH. Nel , intanto, muore il patriarca di Aquileia Marquardo di Randeg. L’attesa per la nomina del successore è altissima; cosĂŹ, quando papa Urbano VI impone Filippo d’Alençon, con un atto in deroga alla tradizionale indipendenza friulana, una parte della regione non gradisce. Tanto piĂš che il cardinale si trova subito alle prese con un dissidio profondo fra &LYL dale e Udine, entrambe in crescita e con mire espansionistiche sulla valle dell’Isonzo, zona strategica per il controllo dei commerci con l’Est e il Nord Europa: l’Alençon, nella lite fra le due cittĂ , si schiera con Cividale, cosĂŹ come i Carraresi di Padova e il re d’Ungheria, in uno scenario diventato internazionale. Gli XGLQHVL allora si ribellano e riescono a cacciare il Patriarca, chiamando alla difesa della cittĂ proprio Fiore dei Liberi. A garantire per lui di fronte al Consiglio c’è un protettore d’eccezione: il conte )HGHULFR 6D YRUJQDQ, che riesce a farlo nominare comandante di una truppa e responsabile alle balliste e alle catapulte. NonchĂŠ all’approvvigionamento di polvere da sparo per l’ultimo ritrovato della tecnologia militare: le DUPL GD IXRFR. Un incarico, quest’ultimo, che Fiore accetta di malavoglia e per breve tempo: per un maestro di spada, la cui intera vita ruota attorno all’idea del combattimento corpo a corpo, quella invenzione basata sul colpo meccanico a distanza appare senz’altro come una meschina diavoleria, contraria ai principi di onore, valore e coraggio che da sempre muovono

Versione del Fiore di battaglia del Codice Pisani-Dossi, p. 2: doppio proemio, in latino e in volgare. Da qui si ricava la maggior parte delle informazioni sulla vita di Fiore dei Liberi. Pagina accanto: Los Angeles, Paul Getty Museum: foglio 34r. del ms. Ludwig XV.13, uno dei codici ‘lussuosi’ del Fiore di battaglia scritto da Fiore dei Liberi. L’immagine GHVFULWWD QHO SULPR SDUDJUDIR GHOOÂśDUWLFROR UDIÂż JXUD XQ guerriero con sette spade e quattro allegorie delle virtĂš militari ed è una sintesi allegorica della scherma.

il vero guerriero. Forse è anche per questo che le fonti non testimoniano la presenza di Fiore a Udine dopo il , nonostante il protrarsi della guerra con CividaOH ¿ QR DO XQ VLOHQ]LR DOLPHQWDWR GD )LRUH VWHVVR che su questa parentesi non fa nemmeno un cenno nel suo Fiore di battaglia.

3UHPHVVH GL XQ OLEUR PLWLFR

La storia dell’opera inizia molto prima della sua scrittura, risalente al : comincia con l’abbandono del Friuli da parte di Fiore e il ritorno al suo mestiere di maestro di scherma. Nel proemio l’autore elenca con orgoglio i suoi migliori allievi, ricordandone i duelli vinti. C’è dunque Piero del Verde, futuro signore GL &ROOH 9DO GÂś(OVD YLQFLWRUH D 3HUXJLD QHO FRQ tro Pietro Cornuald della Corona; lo segue Nicola von 8UVOLQJHQ, appartenente a una nota casata di mercenari, che prevale a Imola contro un altro Nicola di origine inglese; le vere star, però, arrivano dopo gli anni udinesi. Il primo è *DOHD]]R &DWWDQHR GHL *UXPHO li FRQGRWWLHUR ORPEDUGR FKH QHO D 3DGRYD ODQFLD LO JXDQWR GHOOD VÂż GD DO PDUHVFLDOOR IUDQFHVH -HDQ ,, /H Maingre, detto “Boucicautâ€?, colpevole di aver gettato discredito sul valore degli Italiani alla corte di Francia: una vera questione d’onore. Fiore è lĂŹ, ad addestra|

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Versione del Fiore di battaglia del Codice Pisani-Dossi, p. 10: due tecniche dell’abraçarÂť, la lotta libera. A sinistra, il motto: ÂŤCum questa presa in terra andare ti farò / O vero el braço senistro ti deslogarò. A destra, il distico: ÂŤCum la bocha la terra ti farò basare / O in la chiave desoto ti farò intrareÂť.

Qui sopra: Los Angeles, Paul Getty Museum: ms. Ludwig XV.13 contenente la versione in prosa dell’opera di Fiore dei LibeUL /ÂśLPPDJLQH IRJOLR U UDIÂżJXUD GXH momenti della lotta corpo a corpo con la spada. A sinistra: ÂŤDe taglio e de punta ben te posso ferire. Anchora se acresco lo pè ch’è denanzi io ti posso ligare in ligadura mezana ch’è denanzi dipenta al terzo zogo del primo magistro rimedio di daga. Anchora questo zogo che m’è dredo io ti posso fare e per tal modo ti posso ferire e anchora ligareÂť. A destra: ÂŤLa tua spada e ‘l tuo brazo ò ben inpresonado e no te’n poy fu]LUH FKH QRQ WL ÂżHUD D PLR PRGR SHUFKp WX mostra saver pocho di questo zochoÂť. Qui accanto: New York, Morgan Library: ms. M.383 contenente la versione del Fiore di battaglia a uso strettamente militare. Nell’immagine un particolare dal foglio 19 r, con la scritta: ÂŤQuesto è uno zogo che vole essere armato chi vole metere tal punta. Quando uno te tra’ de punta o de taio, tu fai la coverta, e subito metegli questa per lo modo ch’è dipentoÂť.

re Galeazzo per battere il piĂš forte guerriero sulla piazza: il GXHOOR ÂżQLVFH LQ SDULWj PD LO risultato è comunque eccellente. Ăˆ poi la volta di Lan cillotto Beccaria, mercenario, che sotto la supervisione di Fiore batte un tedesco, tal Bartolomeo. Mentre il JLX JQR , a Pavia, va in scena il duello piĂš appassionante, sotto gli occhi del duca milanese Gian Galeazzo Visconti: da una parte il germanico Sirano, dall’altra Giovanni QR GD %DJJLR, pupillo di Fiore dei Liberi. I due iniziano a fronteggiarsi a cavallo, con le lance, ma dopo pochi passaggi lo scontro si sposta a terra, dove il Baggio riesce a prevalere con ÂŤtre colpi di spada e tre colpi di dagaÂť. Piero, Galeazzo, Lancillotto, Giovannino e appunto )LRUH VRQR ÂżJXUH FKH KDQQR molti punti in comune: sono tutti ghibellini, ossia sostenitori dell’Imperatore ai danni del Papato; sono uomini che hanno fatto della guerra il loro mestiere; soprattutto, sono il simbolo di un’Italia che sta cambiando rapidamente, dove i Comuni stanno cedendo al dominio di singole famiglie, sempre alla ricerca di soldati al loro servizio per conquistare e difendere il loro potere. E Fiore dei Liberi è l’uomo giusto al momento giusto, tanto da conquistarsi la simpatia di Nicola III d’Este, Marchese di Ferrara, Modena e Parma, che nel OR FKLDPD DOOD VXD FRUte. Proprio qui il maestro ha ÂżQDOPHQWH LO WHPSR SHU GHdicarsi alla scrittura del Fiore di battaglia, dove per la prima volta vengono elencati punto per punto tutti i movimenti, i trucchi e gli stratagemmi per battere l’avversario nel corpo a corpo, con me-


ravigliosi disegni esplicativi come in un manuale moderno: ed ecco quindi daga, spada a una mano, spada a due mani, spada in arme, lancia in arme, azza (un tipo di arma inastata), spada contro daga, scherma a cavallo, lancia contro cavallo, azioni non convenzionali e tecniche dell’abraçarÂť (lotta libera). Il libro avrĂ un successo enorme in tutta Europa; eppure, la sua redazione è avvolta dal mistero. E dopo Ferrara lo spadaccino friulano scompare per sempre dalle fonti.

I codici di Fiore

Il piĂš completo fra i codici del Fiore di battaglia ci è noto attraverso un facsimile: dopo il , anno della sua edizione ad opera di Francesco Novati, il manoscritto noto come 3LVDQL 'RVVL è infatti scomparso in circostanze mai chiarite. Ritenuto per decenni distrutto, nel è stato invece ritrovato: o meglio, ‘intercettato’ attraverso un’indagine del collezionista Steve Hicks, che però non ha ottenuto l’autorizzazione a divulgare ulteriori notizie da parte della famiglia attualmente proprietaria. Dalla perfetta riproduzione di Novati, tuttavia, possiamo intuire che il Pisani-Dossi era stato pensato come dono a Nicola III d’Este: un libro di parata piĂš che di effettivo uso militare, a giudicare dalle miniature ben poco esplicative rispetto alle didascalie, per altro in versi poetici. Un esemplare di lusso, destinato al Marchese e non all’esercito, era anche il manoscritto siglato /XGZLJ ;9 , oggi conservato al Getty Museum di Los Angeles, distinto dal Pisani-Dossi per la redazione in prosa anzichĂŠ in poesia. Di tutt’altro aspetto il codice 0 Âż QLWR DOOD 0RU gan Library di New York: la scrittura piĂš veloce, l’apparato decorativo succinto e l’assenza della dedica a Nicola d’Este fanno pensare a un uso militare, confermato dal fatto che i disegni esplicativi delle varie mosse sono molto piĂš chiari e didascalici rispetto agli altri codici. Tutti e tre risalgono comunque all’inizio del Quattrocento: dunque, se non sono gli ‘originali’ (impossibile dirlo), di certo sono esemplari vicinissimi a quanto pensato e realizzato da Fiore stesso attraverso i suoi copisti. Nel è la volta di un altro colpo di scena: a 3D ULJL, i ricercatori )DEULFH &RJQRW e Ken Mondschein ritrovano nella %LEOLRWKqTXH 1DWLRQDOH GH )UDQFH un manoscritto dimenticato. La scoperta è sensazionale: si tratta di un’altra versione del Fiore di battaglia, risalente alla metĂ del Quattrocento e sontuosamente illustrata. Ma la vera novità è la sua lingua: non piĂš il volgare, bensĂŹ il latino, a testimoniare la necessitĂ di una traduzione in una lingua franca per un pubblico internazionale. Il codice è ancora al vaglio degli esperti, ma una cosa è certa: la storia di Fiore dei Liberi è WXWWÂśDOWUR FKH Âż QLWD

Sopra: Parigi, Biblioteca Nazionale: il ms. Latin 11269 riporta la traduzione latina dell’opera di Fiore dei Liberi. Nell’immagine è riprodotto il foglio 3v, con scene di scherma a cavallo e relative didascalie in latino. Sotto: Parigi, Biblioteca Nazionale, ms. Latin 11269: IRJOLR Y UDIÂż JXUDQWH OD FHOHEUH LPPDJLQH GHO JXHUUL ero con le sette spade e le quattro allegorie delle virtĂš.

Vanni Veronesi |

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LAURA FURCI Intervista di Giuliana Dalla Fior

Le note

della libertĂ

%B .BESJE B /FX :PSL EB #FSMJOP B 1BSJHJ QBSUFOEP EBMMB TVB $PESPJQP MB DPNQPTJUSJDF GSJVMBOB IB TDBMBUP DPO MF QSPQSJF HBNCF MB TBMJUB EFMMB SJCBMUB JOUFSOB[JPOBMF j/PO IP NPEFMMJ B DVJ JTQJSBSNJ J NJUJ TPOP UBMJ QFSDIĂ? SJFTDPOP FTTFSF TF TUFTTJx

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Musicista di vasta ed eclettica cultura, sensibile e sincera, sempre coraggiosa e realista, ma soprattutto donna di notevole ricchezza interiore, cresciuta anche nel confronto con gli altri. Ăˆ un’artista vera, che percorre il cammino del suo esistere senza illusorie aspettative, ma con grande consapevolezza e determinazione, severa con se stessa e con gli altri. Laura Furci vive per la muVLFD H UHJDOD QRWH VWUDRUGLQDULH FKH LQGXFRQR D ULĂ€ HWWHUH FRORUR FKH DVFROWDQR DQFKH LO ³À XLUH GHL VXRL SHQVLHUL´ Pianista di formazione classica, cantante di straordinaria vocalitĂ e originalitĂ , compositrice, autentica rivelazione tra i grandi del jazz: tutto ciò TXDQWR JUDWLÂż FD H TXDQWR FRPSOLFD OD WXD YLWD" ÂŤTutto ciò fa parte di me. La musica è sempre staWD XQD JUDQGH SDVVLRQH Âż Q GD SLFFROLVVLPD FDQWDUH PL faceva sentire meglio, mi faceva passare la paura. Da quando ho cominciato a emettere suoni, ho cominciato anche a cantare. Avevo 3 anni quando cantavo alla nonna le canzoni che mi insegnava la mamma. A 5 sapevo a memoria il vinile di De Andrè che ascoltavo ininterrottamente. La mia favorita era “La ballata dell’amore FLHFR´ /H VHUH GÂśHVWDWH LQ JLDUGLQR QHJOL DQQL VHJXHQ ti, continuavo a cantare accompagnata dalla chitarra GL PLR SDGUH 3RL RJQL VFXVD HUD EXRQD LO FRUR GHOOD chiesa, quello degli scout, il primo gruppo rock, il conservatorio, la passione per la musica classica, per piano solo e da camera, poi la passione per il jazz, la bos24

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VD QRYD LO Ă€ DPHQFR LO FDQWDXWRUDWR LWDOLDQR H VSDJQR OR WXWWH YLVVXWH ÂłGDO YLYR´ FLRq YLDJJLDQGR H DQGDQGR a cercare la musica nei luoghi in cui vive. Non c’è stato un giorno della mia vita che io ricordi in cui non abbia cantato, suonato o scritto musica. E tutto ciò gratiÂż FD OD PLD YLWDÂŞ &RPÂśq QDWR LO WXR UDSSRUWR FRQ OD PXVLFD MD]]" ÂŤUn giorno è giunta fra le mie mani una raccolta di CD di Ella Fitzgerald, regalatami da mia madre, che ha GHVWDWR LPPHGLDWDPHQWH OD PLD FXULRVLWj GD Ou KR FR minciato ad ascoltare anche tantissime altre cantanti americane e a trascrivere ciò che cantavano. Il jazz mi sembrava un sinonimo di libertĂ nella musica, dopo gli LQVHJQDPHQWL GHOOD FODVVLFD H FRVu PL FL VRQR DSSDVVLR QDWD D PRGR PLRÂŞ Sei cosĂŹ eclettica perchĂŠ, come hai asserito, “vivi il WHPSR FRPH XQ FRVWDQWH SUHVHQWH´" ÂŤSono eclettica perchĂŠ sono curiosa. PerchĂŠ penso che la vita sia un dono meraviglioso e che ciò che ci troviamo davanti all’inizio non debba per forza essere quello che ci troviamo davanti per sempre. C’è tanto da imparare e da scoprire e non mi accontento mai. ViveUH LO SUHVHQWH QRQ VLJQLÂż FD IDUH WXWWR TXHOOR FKH FDVXDO PHQWH FL DFFDGH R QRQ SLDQLÂż FDUH PDL QXOOD 0D YXRO dire essere coscienti di quello che accade, mentre accade. Usare completamente i nostri sensi, essere dove ci si trova, osservare senza interpretare ogni cosa che abbiamo intorno, lasciare che le cose accadano. Vivere il SUHVHQWH VLJQLÂż FD VHQWLUH LO SRWHUH FKH KD RJQL PRPHQ

t ÂŞ 1JFSSF 5FZTTPU

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PERSONAGGI


to se vissuto con pienezza e senza cercare di controllare VHPSUH WXWWR /D PXVLFD PL ID VHQWLUH FRVu PHQWUH VXR no, vivo al 100% nel momento presente. Non c’è sensa]LRQH SL EHOOD DO PRQGRÂŞ Hai mai avuto un mito, un modello cui avevi penVDWR GL LVSLUDUWL" ÂŤNo. Penso che i miti siano tali perchĂŠ sono riusciti a essere se stessi. Certo ci sono molte persone che inseJQDQR LVSLUDQR H VSHVVR QRQ VRQR PXVLFLVWLÂŞ Originaria di Codroipo ma artista “giramondoâ€?: ti esibisci e vivi tra Spagna, Berlino, New York, senza disdegnare Parigi o altri palcoscenici europei. Quali rapporti conservi con la tua famiglia e con la WXD WHUUD" ÂŤAmo la mia terra, la sento in ogni cellula, come è normale che sia. I colori, gli odori, i sapori di ogni staJLRQH LQ )ULXOL QRQ Âż QLUDQQR PDL GL VHGXUPL $PR OD mia famiglia, anche se non mi ha sostenuto nelle mie scelte. Questo alla lunga pare essere un punto cruciale nella mia esistenza. Fare tutto da sola mi ha generato sofferenza, ma allo stesso tempo mi ha dato molto, perchĂŠ posso davvero dire che ogni cosa che ho fatto me la sono sudata. Per uscire dalla sofferenza bisogna andaUH D IRQGR H LR QHL PLHL QRYH DQQL DOOÂśHVWHUR OÂśKR IDWWRÂŞ In arte sei “Magneticaâ€?, perchĂŠ questo pseudoniPR" ÂŤQuando ho cominciato a proporre il mio repertorio di musica originale, l’eclettismo che lo caratterizzaYD UHQGHYD H SDUH WXWWRUD UHQGD GLIÂż FLOH XQD FDWDORJD zione, tanto agognata dai critici e da chiunque debba trasformare la musica in parole. Ciò che spesso mi capitava SHUz D Âż QH FRQFHUWR HUD VHQWLUPL GLUH FKH OD PLD PXVL ca aveva catturato gli spettatori, che per effetto di un miVWHULRVR ÂłPDJQHWLVPR´ VL VHQWLYDQR SRL FKLDPDWL D YHQL re ad ascoltarmi nuovamente e a incuriosirsi per le mie canzoni. Addirittura mi sono state inviate delle lettere o dei bigliettini con su scritto proprio “la tua musica è MaJQHWLFD´ TXDQGR DQFRUD QHPPHQR LR VDSHYR HVDWWDPHQ WH GL FKH ÂłJHQHUH´ IRVVH FLz FKH VFULYHYR 4XHVWR GHÂż QL UH Âł0DJQHWLFD´ OD PLD PXVLFD XQLWR DO IDWWR FKH FUHGR IHUPDPHQWH QHO ÂłPDJQHWLVPR´ WUD SHUVRQH FKH HPDQDQR HQHUJLH VLPLOL KD IDWWR QDVFHUH OR SVHXGRQLPRÂŞ Musicista ma anche dottoressa in Scienze Politiche Internazionali con 110 e lode all’UniversitĂ di Trieste... ÂŤDopo il diploma in pianoforte classico, ottenuto anch’esso a Trieste, avrei preferito proseguire con gli studi musicali, nell’ambito del jazz. Ma per varie ragioni, tra le quali la decisione dei miei genitori, non ho poWXWR IDUOR H KR TXLQGL ÂłULSLHJDWR´ DQFKH VH SRL WDOH VFHO ta si è rivelata una grande scelta!) su Scienze Politiche Internazionali. Anche grazie alla borsa di studio che la facoltĂ mi ha concesso ho potuto studiare per un intero anno alla prestigiosa facoltĂ di Politica Internazionale dell’UniversitĂ Complutense di Madrid. La Spagna si stava aprendo un cammino nella mia esistenza, ma era solo l’inizio di una meravigliosa avventura, che poi mi KD IDWWR DSSURGDUH D %DUFHOORQD &jGL] GD Ou 1HZ <RUN

Due immagini di Laura Furci: a sinistra mentre si esibisce con il pianoforte a coda (ph. Guglielmo Governo); qui sopra con piano elettrico e abito rossi (ph. Benedetta Folena)

e poi Berlino, tutte cittĂ nelle quali ho vissuto per almeQR XQ DQQRÂŞ Oltre che molto brava sei anche molto bella. Nella tua carriere quanto ti è giovato l’aspetto estetico nel UDSSRUWR FRQ L JUDQGL PXVLFLVWL" ÂŤIl mio aspetto estetico credo faccia parte semplicePHQWH GHO ULĂ€ HVVR GHO PRGR LQ FXL VRQR H LQ FXL WUDWWR LO mio corpo. Un sorriso, una passeggiata o seguire i propri sogni ci rende piĂš attraenti. Non penso di essere piĂš bella di moltissime altre o altri artisti. Devo dire che a YROWH PL KD FUHDWR SL SUREOHPL FKH EHQHÂż FL QRQ WDQ WR DOOÂśHVWHUR GRYH OD TXHVWLRQH ÂłGRQQD RJJHWWR´ q VSHV so superata, quanto in Italia, dove alcuni clichĂŠ vivono DQFRUD LQGLVWXUEDWL ( LR PL ULÂż XWR GL FRPSRUWDUPL GL FRQVHJXHQ]DÂŞ E infatti anche il tuo prossimo lavoro verrĂ registrato all’estero... Š'RSR Âł7KLQN FRQ OD WXD FDEH]D´ 1HZ <RUN SUR SULR D Âż QH VHWWHPEUH YHGUj OD OXFH Âł7KLQN FRQ OD WXD FD EH]D´ 0DGULG FKH SUHVHQWHUz LQ ,WDOLD D RWWREUH FRQ XQ FRQFHUWR DOOD 7HQXWD 9LOODQRYD GL )DUUD GÂś,VRQ]RÂŞ +DL GXHWWDWR FRQ $O -DUUHDX H VHL VWDWD DO Âż DQ co di musicisti quali David Binney, John Escreet, Zack Lober, Greg Ritchie, Ugonna Okegwo, Colin Stranahan, Michael League‌ In Spagna sei ormai una star. ÂŤIn Spagna i miei concerti e la mia musica sono stati recensiti sul primo giornale generalista del Paese, “El 3DuV´ H KR VXRQDWR FRQ PXVLFLVWL GL JUDQGLVVLPR FDOL bro, come Javier Colina e Guillermo McGuill. Anche in $PHULFD OD UHFHQVLRQH FKH KD IDWWR Âł$OO DERXW -D]]´VXO |

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Il trio di Laura Furci, composto da Javier Colina e da Guillermo McGill, in concerto al Bogui Jazz di Madrid (ph. Sara Martin Lopez)

mio ultimo disco ha generato una certa risonanza. Ma UHVWR DEEDVWDQ]D LQGLIIHUHQWH LO PLR GHVLGHULR GL IDUH musica nasce da una necessitĂ di espressione, da un bisogno esistenziale, che rende qualsiasi audience una audience perfetta e speciale. Anzi, penso che le situazioni LQWLPH VLDQR TXHOOH LQ FXL VL FRPXQLFD GL SL ÂŞ ,O VHJUHWR SHU OD WXD IRUPD VPDJOLDQWH" ÂŤNon so se sono in forma smagliante, ma visto che il corpo è anche il mio strumento musicale, cerco di trattarlo il meglio possibile. Avere un concerto per me richiede una preparazione che incomincia con l’essere in salute e per essere in salute ascolto il mio corpo il piĂš possibile. Mi piace stare a contatto con la natura e mi ritaglio ogni giorno un momento per farlo. Mi piace anche sapere cosa mangio e imparare a farlo nel modo piĂš salutare possibiOH 5HVSLUR SURIRQGDPHQWH VRUULGR SHUGRQRÂŞ 3HU XQD JLRYDQH GRQQD IULXODQD q GLIÂż FLOH LPSRUVL PXVLFDOPHQWH VXOOR VFHQDULR LQWHUQD]LRQDOH" Š1RQ GHVLGHUR ÂłFHUFDUH GL LPSRUPL´ VHPSOLFHPHQ te canto quello che sento e ricevo in cambio tanto amore ovunque vada. Mi sento fortunata. Il pubblico che mi ascolta mi dĂ gioia e ispirazione, specialmente. Noto anche che alcune culture sono particolarmente sensibili DL PLHL WHVWL H DOOD PLD PXVLFD VLD D 1HZ <RUN FKH D 0D drid che a Berlino. E ho ricevuto soddisfazioni ancora maggiori dal pubblico cinese e giapponese. Sto percorUHQGR LO PLR FDPPLQRÂŞ Nella cultura italiana, invece, a tuo avviso cosa DQGUHEEH FDPELDWR" ÂŤIn Italia tutto funziona attraverso il corporativismo. Invece le vere soddisfazioni non nascono dall’appartenenza a un circolo chiuso di raccomandazioni in FXL WXWWR q SHUPHVVR SHU DQGDUH DYDQWLÂŞ /DXUD )XUFL VL GHÂż QLVFH RWWLPLVWD R SHVVLPLVWD" ÂŤIl pessimismo, la negativitĂ , non sono mai il miglior modo di affrontare una situazione. Hanno l’effetto di bloccarci all’interno di essa, impedendo un vero cambiamento. Sono ottimista e cerco di esserlo. Nella PLD FDQ]RQH Âł7KH SRVLWLYH VLGH´ SDUOR SURSULR GL TXH

sto. Mi piace circondarmi di persone che vedono il lato positivo delle cose, perchĂŠ ci saranno sempre due aspetWL LQ RJQL VLWXD]LRQH D VHFRQGD GL TXHOOR FRQ FXL GHFL GLDPR GL ÂłULVXRQDUH´ VDUHPR IHOLFL R LQIHOLFLÂŞ Nella canzone “Think for yourselfâ€? lanci un messaggio: “Senti con la tua sensibilitĂ , appassionati con la tua libertĂ e con i tuoi sogni e non con quello FKH JOL DOWUL VL DVSHWWDQR´ $ FKL q ULYROWR" ÂŤNel momento in cui ho scritto la canzone stavo mandando un messaggio a me stessa. Mi trovavo a 1HZ <RUN H VHQWLYR TXDQWR OD FLWWj PL VWHVVH VFXRWHQ do a pensare con la mia testa. Ho pensato di includere il PHVVDJJLR Âł3HQVD FRQ OD WXD WHVWD´ QRQ VROR QHOOD FDQ zone, ma anche come titolo del disco, perchĂŠ è un sugJHULPHQWR SHU FKLXQTXH OD YLWD QRQ GXUD SHU VHPSUH H il miglior modo di viverla è cercando di essere coerenti con se stessi, con la propria coscienza e sensibilitĂ , che non è per forza quella di chi ci circonda, nĂŠ spesso quella di chi ci ha dato la vita, o quella di chi si suppone ci GHEED LQVHJQDUH TXDOFRVDÂŞ Hai affermato: “Spesso la famiglia, la casa, le radici non sono quelle che hai, ma quelle che troviâ€?. VorUHVWL FKH L JLRYDQL VL VHQWLVVHUR FLWWDGLQL GHO PRQGR" ÂŤEssere cittadino del mondo non rende automaticamente migliore una persona. Ognuno ha il suo percorso, ognuno cresce e lotta a modo suo. Io non ho mai accettato le cose che mi sono state imposte e che andavano contro la mia vocazione, la mia sensibilitĂ e la mia intuizione, nella quale credo piĂš di ogni altra cosa. All’estero ho scoperto che la famiglia è chi ti vuole bene incondizionatamente. Che c’è molto di piĂš di quello che ci fanno credere. Che non c’è da avere paura. Mi sento cittadiQD GHO PRQGR PD QRQ VLJQLÂż FD FKH WXWWL GHEEDQR IDUH LO mio percorso. Ho conosciuto molte persone meravigliose che non sono mai uscite dalla propria cittĂ . Ăˆ l’interioritĂ che ci rende speciali e piĂš è ricca piĂš siamo in grado GL DSSUH]]DUH TXHOOR FKH VLDPR H TXHOOR FKH DEELDPRÂŞ Giuliana Dalla Fior |

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EVENTO SPECIALE GUSTI DI FRONTIERA Servizio di Area 12 Comunicazione Immagini di C. Gatta e R. Marega

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L’Europa

in tavola

Dal 24 al 27 settembre Gorizia torna a essere la capitale del “gusto�: stand gastronomici provenienti da ogni parte del mondo, salotti culturali, concerti, intrattenimenti e spettacoli catalizzeranno nel capoluogo isontino centinaia di migliaia di visitatori.

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Spaetzli e wienerschnitzel dall’Austria, croque monsieur e cassoulette dalla Francia, ¿ VK and chips e stufato alla Guinness dalla Gran Bretagna, picanha e tacos da Brasile e Messico. Ma anche il meglio della cucina Mitteleuropea, le eccellenze del Friuli Venezia Giulia e la gastronomia tradizionale del Goriziano. Torna da giovedÏ 24 a domenica 27 settembre Gusti di Frontiera, tra le piÚ attese manifestazioni enogastronomiche del Triveneto, capace di portare lo scorso anno a Gorizia oltre 450 mila persone. PiÚ di 350 stand proporranno per quattro giorni, nel cuore del capoluogo isontino, i prodotti tipici e le golose pietanze di una trentina di Paesi di tutto il mondo: piazza Battisti sarà Borgo Austria, via Roma il tempio della pljeskavica e della cucina balcanica, piazza Vittoria accoglierà i prodotti britannici, con il caratteristico bus a due piani londinese, Borgo Castello sarà dedicato al biologico. E poi il Borgo Slovenia, quello dedicato alle Americhe, e un esclusivo Salotto del Gusto che in piazza Sant’Antonio

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proporrà , in collaborazione con la Regione e l’Ersa, le eccellenze del Fvg e una serie di incontri di approfondimento sulla gastronomia. Per raggiungere il cuore della festa, saranno in funzione bus navetta e oltre quaranta treni speciali che partiranno da Trieste, Udine e Monfalcone. Ampliamo ancora la manifestazione - ha spiegato il sindaco, Ettore Romoli - e del resto la kermesse deve ancora crescere per non morire. Tra le novità , anche uno spazio, in piazza Sant’Antonio, dedicato alla cultura del cibo: sarà un autentico Salotto del Gusto, con conferenze e approfondimenti. Saranno proposte conferenze, degustazioni, incontri anche con personaggi di riferimento a livello nazionale nell’ambito dell’enogastronomia.

In piazza Vittoria sventolerĂ l’Union Jack Dopo il successo delle ultime due edizioni, “promozioneâ€? in vista per il Borgo Britannia, che lascia piazza Sant’Antonio e conquista il piĂš ampio spazio di piaz]D 9LWWRULD FL VDUj GD OHFFDUVL L EDIÂż WUD Âż VK DQG FKLSV cupcake, formaggi con le mitiche mostarde e l’immancabile Guinness irlandese, in un’atmosfera da pub britannico che abbraccerĂ la principale piazza goriziana. Che, sottoposta in queste ore a maquillage, sarĂ pronta (almeno nel tratto tra via Oberdan e via Mameli) per l’atteso DSSXQWDPHQWR GL Âż QH HVWDWH /ÂśDOWUD JUDQGH QRYLWj ULJXDU da l’allargamento della manifestazione a corte Sant’Ilario, che entra a far parte della mappa di Gusti assieme a via Colobini: qui, cosĂŹ come in via Marconi e in piazza Cavour, si estenderanno i padiglioni di Borgo Slovenia. In via Rastello ci sarĂ spazio per il Borgo Nuove Vie,


Qui sopra: gli stand della festa allestiti presso i Giardini Pubblici. Pagina accanto: in alto, gente in festa tra i borghi di Gusti di Frontiera; in basso, alcune delle specialitĂ per gli amanti della carne. impreziosito dai tanti negozi che riapriranno i batten- Borgo Americhe abbraccerĂ quest’anno tutto l’ultiti per offrire ai visitatori eleganti osterie ricavate all’in- mo tratto di via Cadorna: sarĂ possibile gustare i legterno di corti e immobili generalmente non utilizzati. gendari hamburger multistrato o godersi una grigliata argentina, con un viaggio immancabile nelle speUn borgo‌ nel Borgo cialitĂ della cultura delle Ande. E poi, sbocconcellaGusti di Frontiera torna, dopo un’assenza durata qual- re la mitica picanha brasiliana, magari sorseggiando che anno, in Borgo Castello. Grazie all’associazione di una caipirinha fresca. Non sarĂ smantellato neppuidee “Borgo Castello Treâ€?, le viuzze che circondano il UH LO 9LOODJJLR /DWLQR FKH WDQWD IRUWXQD KD DYXWR QH maniero e in particolare la spianata verde che s’affaccia gli anni passati: qui spazio alla paella spagnola, ma sulla cittĂ si trasformeranno in Borgo Verde, con stand anche al cibo tex-mex e alle proposte cubane, ancoe proposte “bioâ€?, all’insegna della sostenibilitĂ : parte- ra una volta presentate in piazza Municipio. Via Diaz ciperanno noti chef, relatori esperti di nutrizione e di proporrĂ il consueto Bazar Mediterraneo, mentre anproduzione di cibi sani, che converseranno con quan- cora una volta il pesce dell’Adriatico sarĂ protagoniti raggiungeranno i prati del Borgo. Tra gli ospiti, an- sta assoluto negli spazi dell’ex mercato all’ingrosso. che l’embassador della cucina veg a Expo, Pietro Lee- In via Crispi troveranno spazio le leccornie dell’Anmann, chef del ristorante Joia di Milano. In tutto saran- tica Contea, mentre tra via Oberdan, l’ultimo tratto di no una ventina gli stand che comporranno il Borgo Ver- corso Verdi e via Boccaccio non mancherĂ lo spazio de, che conquisterĂ anche gli spazi interni al Castello. per gli espositori del Friuli Venezia Giulia. Gli stand Tornando a valle, si riscoprono gli evergreen di Gusti saranno complessivamente oltre trecento, in ulteriodi Frontiera: Borgo Francia popolerĂ ancora una volta i re aumento rispetto alla passata edizione: è la conGiardini pubblici di corso Verdi, cosĂŹ come piazza Bat- ferma di quanto la manifestazione sia appetita anche tisti sarĂ il regno di Borgo Austria, tra spaetlzi gustosis- dagli operatori che provengono da oltre il Triveneto. simi e dolci sachertorte. Immancabile poi il caos ordinato (e speziato) di Borgo Balcani, che da via de Gasperi si Asse con Regione e Trenitalia, snoderĂ lungo via Roma, per sfociare nel Borgo Europa ecco i treni speciali centrale, con proposte da Germania, Ungheria Polonia, /D 5HJLRQH JUD]LH DOOD FROODERUD]LRQH FRQ 7UHQL ma anche Belgio e Olanda. talia, metterĂ a disposizione una serie di treni speciali per raggiungere Gorizia nei giorni clou di Gusti di frontiera anche da Udine, Trieste e Monfalcone, che da Cresce il sogno americano Dopo l’anticipazione dello scorso anno, cresce la quest’anno saranno collegate al cuore della festa con presenza degli stand provenienti da Oltreoceano. Il una serie di convogli straordinari. Saranno complessi|

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vamente 42 le corse straordinarie che saranno effettuate nelle giornate di venerdĂŹ 25, sabato 26 e domenica 27 settembre, in concomitanza con la kermesse JRUL]LDQD Š/ÂśLQL]LDWLYD FKH DEELDPR SUHVHQWDWR PHW te in luce la sinergia tra le istituzioni - ha spiegato l’assessore regionale Mariagrazia Santoro -. Abbiamo accolto la richiesta dell’amministrazione comunale, a cui va il merito di essersi attivata con grande anticipo per strutturare un progetto logistico adeguato a supportare l’evento, di garantire dei treni speciali in tutti e tre i giorni della manifestazione. In questo modo assicuriamo la sicurezza a quanti raggiungeranno Gorizia e vorranno rientrare anche in tarda sera. Inoltre favoriamo un’esperienza di intermodalitĂ tra le tante soluzioni possibili, che incentiva e rafforza il trasporto ferroviario, facilmente fruibile da giovani e famiglieÂť. Per il sindaco Romoli, ÂŤil ricorso ai treni speciali si è reso necessario, in quanto doveroso trovare mezzi alternativi alle autovetture: giĂ lo scorso anno abbiamo utilizzato il parcheggio della Sdag, ma è fondamentale che Trenitalia ci sia venuta incontro e che la Regione abbia dimostrato la propria vicinanza alla manifestazione SHU DIÂż QDUH LO SURJHWWR ORJLVWLFR GHOOÂśHYHQWRÂŞ ,O GLUHWWR re della Divisione passeggeri regionale di Trenitalia, Simone Gorini, e ha spiegato che con l’iniziativa, ÂŤsaranno messi a disposizione dei viaggiatori diretti a Gorizia 56 mila posti, con 30 addetti di Trenitalia che saranno dislocati sul territorio per assistere e indirizzare i passeggeri diretti a Gusti di FrontieraÂť. Per il servizio saranno utilizzati treni Md a sette carrozze da 544 posti, Vivalto (con una capienza di 554 unitĂ ), Ale 801 da 390 posti e Caf (300 posti). Il primo treno straordinario partirĂ venerdĂŹ 25 settembre da Trieste alle 19.45, per arrivare a Gorizia alle 20.41, con fermate intermedie a Miramare, Bivio d’Aurisina, Sistiana, Monfalcone, Ronchi e Sagrado; la stessa sera partirĂ dal capoluogo giuliano in direzione della stazione di piazzale MartiUL GHOOD /LEHUWj XQ DOWUR FRQYRJOLR FKH ODVFHUj 7ULH ste alle 20.45, mentre alle 22.15 un Vivalto straordinario partirĂ da Monfalcone per raggiungere Gorizia (arrivo previsto alle 22.41). Due i treni speciali utili ai “pendolari del gustoâ€? triestini per rientrare a casa, quelli che partiranno da Gorizia all’1.05 e un’ora dopo, alle 2.05. Da Udine il primo treno “griffatoâ€? Gusti partirĂ alle 20.30, per raggiungere il capoluogo isontino alle 21.05; alle 22.30 partirĂ dal Friuli il secondo convoglio speciale, che arriverĂ a Gorizia alle 23.05, dopo aver toccato le stazioni di Buttrio, Manzano, San Giovanni al Natisone e Cormons. I treni straordinari partiranno sabato 26 set-

Stand affollati di gente all’ora di pranzo per degustare le specialità italiane e straniere.

Veduta notturna dall’alto del corso di Gorizia durante Gusti di Frontiera. tembre da Trieste alle 11.22 e alle 20.45, da Monfalcone alle 14.34, 16.34, 18.34, 20.15, 21.15 e 22.15, da Udine alle 10.45, 14.40, 16.30, 18.30, 20.30 e 22.30; domenica 27 settembre unico treno speciale da Trieste alle 10.04, da Monfalcone convogli straordinari alle 12.34, 14.34, 16.34, 18.34, 20.15 e 21.34. Per i rientri del sabato, partenza da Gorizia per Trieste alle 1.05 e alle 2.05, per Udine alle 0.15, 1.15 e 2.15. Accanto ai treni speciali, naturalmente, sarà possibile usufruire delle corse normalmente previste dagli orari di Trenitalia. Saranno confermati anche i bus navetta in collaborazione con l’Azienda provinciale trasporti di Gorizia, che garantirà il servizio di raccordo tra il cuore della festa e i parcheggi scambiatori collocati alle porte della città . |

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ALLA SCOPERTA DI... JOE PETROSINO Servizio e immagini di Michele Tomaselli

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Il detective

senza paura

Il 19 ottobre 1883 uno spazzino italiano emigrato a New York venne assunto nella polizia della Grande Mela dopo aver sventato un attentato organizzato da suoi connazionali. Fu l’inizio di una vita dedicata alla lotta contro la mafia. Ora l’Italia lo ricorda con un museo allestito nella sua città natale.

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3DUWHQGR GD TXL VRSUD LQ VHQVR RUDULR, alcune immagini della casa museo di Joe Petrosino a Padula: - ingresso alla casa museo; - scultura su Joe Petrosino donata nel 1972 e realizzata dallo scultore Valerio Valentini; - il salotto in cui zio Michele incontrò per l’ultima volta Joe. All’angolo delle pareti si nota l’oroligio che indica le ore 14.20; - una delle sezioni; 8OWLPD LPPDJLQH LQ EDVVR primo piano di Nino Melito Petrosino.

OH OœHPLJUDQWH GL ULWRUQR DO 3DHVHOOR GLPRVWUDYD GL QRQ HV VHUH SDUWLWR LQYDQR $OWUHVu OœXVR GL RJJHWWL GœRUR FRPH OD ³FLSROOD´ H LO PRGR GL YHVWLUH DOOD Bella Epoque LOOXVWUDYDQR OD FRQGL]LRQH GHO VXF FHVVR (FFR SHUFKp TXHVWD FDVD SXz HVVHUH FRQVLGHUDWD XQD VL JQL¿ FDWLYD H IRUVH XQLFD WHVWLPRQLDQ]D GHOOD WLSLFD DELWD]LRQH GHJOL HPLJUDQWL ULHQWUDWL GL ¿ QH 2WWRFHQWR JUD]LH VRSUDWWXWWR DO UHSHUWRULR IRWRJUD¿ FR H DJOL RJJHWWL GHO WHPSR FKH OD VLJQRUD *LOGD 3HWURVLQR QLSRWH GL -RH KD JHORVDPHQWH FXVWRGLWR ¿ QR DO DQQR GHOOD VXD PRUWH ( DQFRUD JLURYDJDQGR IUD OH TXDWWUR VWDQ]HWWH GHOOD FDVD VL QRWDQR IRWR VELDGLWH DUWLFROL GL JLRUQDOH H RQRUL¿ FHQ]H FR VLFFKp SDU GL ULYLYHUH OH DWPRVIHUH GHO SDVVDWR $OOœLQWHUQR LO OHWWR GL IHUUR EDWWXWR OD FXOOD OD YDOLJLD GL FDUWRQH LO FDPL QR LQ SLHWUD LO YLROLQR H OD YHWULQD D EDODXVWUD UDSSUHVHQWDQR L SH]]L SUHJLDWL GL TXHO PRGR GL YLYHUH ,Q TXHVWD FDVD -RH YLVVH ¿ QR D WUHGLFL DQQL SRL QHO LQVLHPH DO SDGUH 3URVSHUR H D WXWWD OD IDPLJOLD SDUWu SHU Oœ$ PHULFD DWWLUDWR GD DOOHWWDQWL SURPHVVH H VRJQDQGR XQ IXWXUR PLJOLRUH /œ$PHULFD HUD FRQVLGHUDWD XQD WHUUD GDOOH LQ¿ QLWH SRVVLELOLWj FKH DSULYD OD VWUDGD GHOOD ULFFKH]]D PD DO FRQ WUDULR XQD YROWD DUULYDWL VL ULYHODYD XQD IDEEULFD GL LOOXVLRQL XQD FDUQH¿ FLQD GL VSHUDQ]H FKH ULFKLHGHYD VSLULWR GL DGDWWD PHQWR 6L SRWHYD DQFKH GLYHQWDUH ULFFKL PD ELVRJQDYD ODYR UDUH VRGR H DYHUH XQ SRœ GL IRUWXQD &œq GD GLUH FKH OD FRQYLQ]LRQH GL SDUWLUH PDWXUz VR ODPHQWH TXDQGR OœDPLFR 3LHWUR ,RULR GL $YHOOLQR VSHGu TXHVWD OHWWHUD LOOXVWUDQGR OD VXD HVSHULHQ]D QHO ³1XR YR 0RQGR´ |

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Joe Petrosino in una foto dell’inizio del XX secolo

Casa museo Joe Petrosino a Padula: alcuni articoli sul detective italo-americano.

“Carissimo Giuseppe, vengo con questa mia a farti sapere che io sono felicemente arrivato quaggiù, che lavoro molto e guadagno due pezze al giorno. Nel lavoro ove sono potresti venire anche tu, i Bossi sono contenti di avere operai italiani. Ti aspetto dunque presto. Tuo affezionato Pietro´ &RVu FRQ XQ ELJOLHWWR GL WHU]D FODVVH H XQ IDJRWWR GL VRJQL H VSHUDQ]H SDUWu FRQ XQ WUDQVDWODQWLFR $ Ellis Island SXQWR G¶LQJUHVVR DOOD baia di New York JOL LP PLJUDQWL YHQLYDQR UDFFROWL FRPH LQ XQ OD]]DUHWWR LQ HGL ¿ FL IDWLVFHQWL H VRYUDIIROODWL )RUWXQRVDPHQWH -RH WURYz DOORJJLR D 0XOEHUU\ 6WUHHW QHOOD /LWWOH ,WDO\ RYH ULVLHGH YD XQD FRPXQLWj LWDOLDQD FKH FRQWDYD SL DELWDQWL GL 0L ODQR H 1DSROL DQFKH VH UHOHJDWD D XQ JKHWWR PDOVDQR IH WLGR H VXSHUDIIROODWR ,O SDGUH GL -RH ULSUHVH D ODYRUDUH FRPH VDUWR PHVWLH UH FKH JOL DYHYD GDWR VHPSUH GD YLYHUH PHQWUH LO ¿ JOLR JUD]LH DOOH VXH FRQRVFHQ]H VFRODVWLFKH ± DYHYD IUHTXHQ 34

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Joe Petrsoino, a sinistra, con la squadra investigativa del New York City Police Department (NYPD).

Pietro Urli, classe 1895, di Aprato Tarcento L’arrivo di Pietro Urli e dei Granatieri di Sardegna a Visco

New York, 12 aprile 1909, i funerali di Joe Petrosino.

lo Costantino SUHVH OH SRUWH GHO FDUFHUH DQFKH VH SHU XQ EUHYLVVLPR SHULRGR 1HO LO HQQH Domenico Palazzotto SURQLSR WH GL 3DROR 3DOD]]RWWR DYUHEEH FRQ¿ GDWR D GLYHUVL DPLFL FKH IX SURSULR LO SUR]LR D VSDUDUH D 3HWURVLQR /D QRWL]LD HPHUVH GD XQ¶LQWHUFHWWD]LRQH WHOHIRQLFD GXUDQWH XQ¶RSH UD]LRQH DQWLPD¿ D 0D SL GL TXDOFXQR GHL VRJJHWWL LPSX WDWL QHO SURFHVVR H DVVROWL SHU LQVXI¿ FLHQ]D GL SURYH VXF FHVVLYDPHQWH LQFDUFHUDWL SHU DOWUL PRWLYL ULYHQGLFDURQR DOOD ORUR FRVFD O¶³RQRUH´ GL DYHUH XFFLVR 3HWURVLQR 6H FRQGR OD ULFRVWUX]LRQH GL Arrigo Petacco Joe Petrosino 0RQGDGRUL 0LODQR L SUHVXQWL DVVDVVLQL GL 3H WURVLQR IHFHUR WXWWL XQD EUXWWD ¿ QH $QFKH LO FDSR GHO OD SROL]LD GL 1HZ <RUN %LQJKDP DFFXVDWR GDO FRQVL JOLR FRPXQDOH GL DYHUH XFFLVR 3HWURVLQR R TXDVL FRQ OD VXD VPDQLD GL SXEEOLFLWj H OH LPSURYYLGH ULYHOD]LRQL VXO YLDJJLR LQ ,WDOLD IX GHVWLWXLWR H GRYHWWH ULQXQFLDUH DOOH VXH DPEL]LRQL SROLWLFKH 2JJL 1HZ <RUN OR ULFRUGD FRQ LO Petrosino Day HYHQWR LVWLWXLWR QHO LQ RFFDVLRQH GHO DQQLYHU VDULR GHOOD QDVFLWD GHO SROL]LRWWR

Michele Tomaselli |

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EVENTO SPECIALE BARCOLANA 47 Servizio della redazione Immagini di emme&emme

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La porta

d’Europa

Dal 3 all’11 ottobre Trieste diventerà centro di gravità grazie alla regata velica più affollata del mondo. Il presidente Gialuz: «Il nostro mare diventerà spazio di gioia e condivisione».

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Una città come punto d’attrazione dell’Adriatico, un evento come occasione d’incontro tra tutti gli appassionati di mare. Un mare da condividere e valorizzare mettendo in connessione le persone e la città. Parte da qui la Barcolana 2015. Giunta alla 47esima edizione, la regata più affollata del mondo – che l’anno scorso ha visto un trend di crescita del 16% tra gli iscritti e la conferma della presenza di un pubblico che supera le 350 mila persone – si im-

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pegna nella valorizzazione di una città e di un mare, di un porto e di una tradizione marinara. Innovativo il manifesto d’eccezione, realizzato con la Società Velica di Barcola e Grignano dallo “Special Partner” illycaffè, che ha scelto un’opera dell’artista italiano Michelangelo Pistoletto per disegnare il ruolo di Trieste, del suo mare e del suo principale evento, in grado di attrarre nell’alto Adriatico centinaia di migliaia di persone. «Continuiamo il percorso iniziato lo scorso anno con Missoni. Grandi aziende e imprenditori che hanno portato il nome di Trieste nel mondo creano per Barcolana un’immagine e un messaggio che tocca la profonda essenza della città – spiega il presidente della Società velica di Barcola e Grignano, Mitja Gialuz (nella foto a sinistra scattata da Claudio Pizzin ± 6LDPR ¿ H ri e orgogliosi di lanciare un messaggio come questo, legato alla capacità di Trieste, alle sue potenzialità, al suo ruolo. C’è un unico posto dove puoi navigare la seconda settimana di ottobre: quel luogo è Trieste. Il mare si accende di tutti i colori e diventa spazio di gioia e condivisione. Animati dalla passione per la vela, gli uomini e le donne di mare lasciano gli ormeggi e risalgono l’Adriatico per raggiungere Trieste, in occasione della Barcolana. In un momento storico nel quale il Mediterraneo è teatro di tensioni geopolitiche, Barcolana vuole sottolineare il valore di attrazione di una città di mare come Trieste». Il manifesto sottolinea il grande lavoro svolto in questi mesi dalla Società Velica di Barcola e Grignano, che ha varato il progetto “Go to Barcolana” e lo ha promosso in Slovenia, Istria e Dalma-


zia. In collaborazione con i principali circoli velici di Spalato e con gli organizzatori della Fiumanka, saranno organizzate delle “regate trasferimento” che porteranno le imbarcazioni dalle due città adriatiche a Trieste. Il format ha avuto grande successo e nelle prossime settimane si lavorerà anche con altre città per rafforzare il “Go to Barcolana”, con regate di avvicinamento dalla Slovenia e dalla costa italiana. Ma non c’è solo l’Adriatico nella promozione internazionale della Barcolana: nel mese di giugno è stata avviata la promozione in Estonia e a settembre seguiranno iniziative in Austria e in Germania: «Puntiamo a coinvolgere sempre più velisti e armatori e grazie alla partnership con alcune marine croate, Marina Frapa e il consorzio Marina ACI, con i tour operator e con le grandi scuole di vela stiamo creando pacchetti e progetti per rendere semplice raggiungere Trieste via terra e via mare la seconda settimana di ottobre», sottolinea ancora Gialuz.

#ENJOYBARCOLANA!

Bluewago - la startup triestina destinata a fare storia per la “exit strategy” da un milione di euro ottenuta grazie alla vendita delle quote di maggioranza a un gruppo di imprenditori veneti - sarà nuovamente partner della regata per quanto attiene la charterizzazione di imbarcazioni e la vendita di pacchetti turistici. «La collaborazione con Bluewago – afferma Gialuz – va inquadrata nell’attività, in collaborazione con Unicredit, per introdurre in Barcolana aziende partner ad alto tasso tecnologico e di informatizzazione. Il nostro obiettivo di medio periodo è quello di realizzare con Unicredit Start Lab - il progetto che ha aiutato Bluewago e tante altre startup italiane ad emergere - una “Smart Barcolana”, in grado di informare, coinvolgere, fornire servizi a turisti e residenti attraIn questa pagina e in apertura: alcune immagini di gara della passata edizione della Barcolana.

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ÂŤGiunta alla terza edizione – conclude Gialuz – FuoriRegata è un evento maturo: la creativitĂ e lo spirito delle tre imprenditrici che hanno ideato questo contenitore ha permesso di sviluppare un calendario che amplia il raggio di azione della Barcolana e garantisce al pubblico un’esperienza che va oltre al mare e alla regata, coinvolgendo cosĂŹ un target piĂš ampio, potenziando l’offerta turistica di qualitĂ Âť. FuoriRegata ha attivato il proprio sito internet www.fuoriregata.com, la piattaforma di comunicazione offre un sistema di supporto ad aziende, enti, privati o associazioni per l’ideazione, realizzazione e promozione di eventi durante le prime due settimane di ottobre.

Iscrizioni online, sito web, App

Tra le iniziative “Smart� per questa edizione

Due atlete della SocietĂ Velica di Barcola e Grignano con in- della Barcolana, anche una nuova veste e nuove dosso le polo della 47 a %DUFRODQD D Âż DQFR GHO PDQLIHVWR XI funzionalitĂ per le iscrizioni online alla regata. Ăˆ infatti possibile iscriversi alla Barcolana 2015 atÂż FLDOH GHOOÂśHYHQWR SK & 3L]]LQ

verso applicazioni, tecnologia e sistemi interattivi. Un progetto iniziato con Unicredit lo scorso febbraio, che ci ha portato a selezionare una serie di aziende che presto inizieranno con noi lo sviluppo della Barcolana 3.0Âť. NovitĂ anche per gli spazi. Quest’anno, in collaborazione con le istituzioni locali, la Barcolana si affaccerĂ verso il Porto Vecchio estendendo la portata dell’evento al Molo IV, creando una nuova direttrice di spazi e nuove logiche di fruizione del fronte mare. La Barcolana avrĂ , sin da questa edizione, anche ormeggi e parcheggi in Porto Vecchio: il pubblico che utilizzerĂ questi spazi poi potrĂ accedere al Villaggio direttamente dal Molo IV, che sarĂ utilizzato dalla Svbg giĂ a partire dalla Barcolana Young H Âż QR DOOD %DUFRODQD Š,O QRVWUR RELHW tivo – precisa Gialuz – non è spostare il baricentro della regata, ma allargarne la fruizione, comprendendo il Molo IV e alcune aree agibili del Porto Vecchio, in funzione di “quintaâ€? per la realizzazione di regate e di attivitĂ di promozione degli sport. GiĂ in questa edizione, durante la Barcolana i triestini potranno vivere l’esperienza di una “cittĂ aumentataâ€?, grazie allo sviluppo dell’evento lungo la direttrice del mare verso BarcolaÂť.

traverso il sito www.barcolana.it grazie a un nuoYR VLVWHPD UHDOL]]DWR GD ,NRQ FKH ³¿ UPD´ DQFKH il sito web della regata nell’edizione aggiornata al 2015 e una App informativa che sarĂ scaricabile da tutti i device. Ăˆ online anche la nuova versione del sito web Barcolana, che, tra luglio e dicembre dello scorso anno, aveva superato le 681 mila visualizzazioni, raggiungendo punte di 32.000 visite giornaliere nella settimana dell’evento. Nell’ottica di puntare a un’accoglienza turistica ancora superiore, Barcolana fa da specchio anche al portale Discover Trieste, rimandando al portale di “Trieste CittĂ Digitaleâ€? per tutti gli approfondimenti di carattere turistico. Da sinistra il caporedattore di iMagazine, Andrea Doncovio, assieme al general manager di Barcolana, &ODXGLR 'H 0DUWLV SK & 3L]]LQ

FuoriRegata

Negli ultimi due anni FuoriRegata, insieme alla Svbg, ha portato il mare in città durante la Barcolana. Quest’anno i progetti sono piÚ ambiziosi e il SURJUDPPD FKH VL VWD GH¿ QHQGR YD GDOOD IRWRJUD ¿ D DOOœDUWH H DOOD FXOWXUD SDVVDQGR SHU LO IDVKLRQ H la musica, arrivando al cooking e alle degustazioni, oltre a una serie di eventi dedicati ai piÚ piccoli. |

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ALLA SCOPERTA DI...

TESTIMONI DI GUERRA Servizio di Vanni Feresin. Immagini da collezione privata

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Fra le macerie,

sotto le granate

Esattamente cent’anni fa le Madri Orsoline dovettero abbandonare Gorizia, martellata dalle bombe. Furono mesi di peregrinazioni e paure, tutte raccolte in appunti e diari che divennero straordinari reperti di cronaca. Riapparsi dall’Archivio storico, offrono uno spaccato crudo e reale su come il conflitto investì la città.

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Il ricco patrimonio documentario conservato nell’Archivio storico delle MM. Orsoline non lascia mai indifferente; chi affronta la storia della città di Gorizia trova in quelle carte degli VSXQWL GL ULÀ HVVLRQH LPSRUWDQWL H QHFHVVDUL SHU SRWHU GDU corpo e sostanza a una ricostruzione storica puntuale e ricca di particolari, spesso inediti. $QFKH OH FURQDFKH GHGLFDWH DO SULPR FRQÀ LWWR PRQ diale, scritte quasi in diretta dalla cronista o dalla madre superiora Cecilia Sablich, sono uno spaccato vivo e vivace di quei tragici eventi. Le notizie della guerra con l’Italia si facevano sempre più inquietanti e continue. Il 23 maggio fu il momento cruciale: la cronista ricopiò integralemente il manifesto imperiale relativo alla guerra. Dal 24 maggio al 2 giugno il racconto divenne minuzioso e dettagliato: “24 maggio. Molti cittadini di Gorizia fuggono dalla città e vanno a trovare un luogo sicuro ove vivere senza timore di venir cacciati dai cannoni del nemico. Anche le nostre Educande ci lasciano una dietro l’altra. I cittadini che ci avvicinano al parlatorio, si meravigliano che noi non ci rechiamo altrove. Che abbiamo da fare! Ove andare?” Il 25 maggio giunse il decreto con cui si vietava il suono delle campane dai campanili di Gorizia, onde evitare che gli italiani potessero individuare l’ubicazione corretta della città, e vennero nascosti i paramenti e le suppellettili liturgiche più preziose. Il 26 maggio si fer-

marono gli orologi pubblici, il 27 maggio si sentirono già i primi cannoni sul Collio, nei pressi di San Floriano. Gli ultimi tre giorni di maggio furono dedicati al racconto dei primi grandi bombardamenti della città e anche al SHJJLRUDPHQWR ¿ VLFR GHOOD VXSHULRUD &HFLOLD 6DEOLFK FKH si era molto indebolita per le grandi preoccupazioni e responsabilità che doveva affrontare. Vista la situazione precaria di Gorizia la superiora del convento di Pressburgo (l’attuale Bratislava) inviò una missiva a Madre Cecilia offrendo ospitalità; il 16 giugno la superiora e altre quattro consorelle partirono alla volta della città slovacca. Il 18 giugno, dopo quasi due giorni di viaggio, giunsero al grande convento di Brastislava: “Ore 12 ½ entrammo nel Venerando Monastero di Pressburgo. Benché quattro anni fa la Rev.da Madre Priora avesse scritto a queste buone Madri di Pressburgo che arriverebbe da loro con quattro religiose e una signora come accompagnatrice, esse non avendo ricevuto quest’avviso, erano imbarazzate non poco nel vederci capitare fra loro così d’improvviso. Ci fu servito il pranzo della Comunità nel parlatorio dalla parte interna. Ci fecero visita la M. Sottopriora e alcune Madri anziane. La Rev.ma M. Provinciale, ch’è pure Priora locale, si trovava in villa. Le fu telefonato del nostro arrivo e lei venne tosto in città. Quale non fu la sua gioia nel rivedere la nostra R. M. Priora e noi! Essa abbracciò tutte noi e si mostrò molto con|

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In queste pagine alcune immagini di distruzione del convento delle Orsoline di Gorizia, provenienti da cartoline d’epoca.

tenta che abbiamo accettato l’ospitalitĂ offerta. PiĂš tardi ci salutarono anche le altre Madri e Suore, e per tutta la casa ci fu un movimento straordinario per prepararci le stanzeâ€?. Nel contempo a Gorizia, dall’inizio di giugno, i combattimenti si facevano sempre piĂš intensi sia sulle colline limitrofe sia sulla cittĂ stessa. Il 24 luglio 1915 il convento subĂŹ il primo grande bombardamento: “Il nostro Convento subĂŹ quest’oggi la terribile catastrofe del bombardamento. Verso le 5 antim. l’artiglieria italiana prese di mira la nostra casa, sicchĂŠ le prime due granate caddero a S. Lorenzo; la prima traforò il tetto della cantina, ove si trovarono riposte molte botti per il vino. La pressione dell’aria fu sĂŹ grande da sollevare da terra una botte della capacitĂ di 12 ettol. e cacciarla fra i travi del tetto. Il nostro servo Andrea si trovò a 10 passi lontano da questo luogo disgraziato. Le altre granate ed i schrapnell erano tutti diretti sull’infermeria. Due ore durò il bombardamento. Uno sparo seguiva l’altro, un rotolare di sassi si vedeva sui tetti e nel cortile. Simile alla grandine cadevano dall’alto grossi pezzi di granate, di schrapnell, di sassi, di tegole e di palle [...]â€?. Il giorno dopo (25 luglio) questo rovinoso bombardamento la sottopriora Madre Maria Teresa Mirsky decise di abbandonare il convento con tutte le consorelle; rimase a Gorizia solamente l’amministratore Luigi Sirca: “4 di ORUR DQGDURQR FRO 5 3 3XVVLFK D %LVFKRĂ€DFN D /XELDQD e 12 partirono colla R. M. Teresa per Tyrnau in Ungheria, accompagnate dal R. P. Zecchini d. C. d. G. Le due MaGUL $Q]LDQH 0 /XLJLD GÂśDQQL H 0 6DOHVD GÂśDQQL IXrono condotte nell’ospedale delle Suore di CaritĂ di Gorizia. A loro servizio fu destinata la nostra Sorella Ottiliaâ€?. Intanto a Pressburgo Madre Cecilia Sablich andava rimettendosi dalla sua malattia quando giunse da monsignor Luigi Faidutti e dall’arcivescovo Francesco Borgia Sedej la notizia dell’ammontare dei danni che aveva subito il convento goriziano, la cifra era di quasi 100.000 corone. /D VXSHULRUD DOORUD LQYLz D *RUL]LD DOFXQH FRQVRUHOOH DIÂżQchĂŠ prendessero visione dei danni (Madre Teresa Mirsky e Madre Mechtildis, alle quali si unirono altre tre consorelle rifugiate presso il convento di Lubiana). Giunsero in cittĂ l’11 agosto e trovarono una assoluta desolazione e il convento nel piĂš completo disordine. A causa di un ulteriore grande bombardamento il 14 agosto, solo tre giorni dopo il rientro, le monache dovettero nuovamente lasciare la cittĂ SHU L FRQYHQWL GL %LVFKRĂ€DFN H /XELDQD Il primo settembre 1915 Madre Cecilia Sablich rientrò nel convento di Gorizia. Durante tutto il mese la guerra continuò a produrre morte e distruzione; il 27 settembre si legge nelle cronache: “Continuano le granate a cadere in cittĂ , facendo nuove rovine. Alcune di esse caddero pure presso l’eGLÂż]LR GHO Âł0RQWH GL SLHWj´ RYH VL WURYD XQD SLFFROD VWDWXD della Vergine Addolorata. Una granata strappò alla medesima un braccio, e il velo che le copriva il capo, le si abbassò sulla faccia, quasi volesse coprire la mestizia dipintavi per le disgrazie avvenute. Ciò commosse tutti gli astantiâ€?. Dopo alcune settimane di permanenza continuativa a Gorizia, Madre Cecilia decise di partire alla volta dei conventi, sparsi in Europa, dove avevano trovato rifugio le al-


,Q DSHUWXUD GL DUWLFROR OH 0DGUL 2UVROLQH GL *RUL]LD VRSUD OH PDFHULH GHO FRQYHQWR $ GHVWUD OD FKLHVD GHOOH 0DGUL 2UVROLQH FRPSOHWDPHQWH GL strutta dagli obici italiani.

tre consorelle goriziane. CosĂŹ il 7 ottobre partĂŹ per i conYHQWL GL /XELDQD %LVFKRĂ€ DFN /LQ] 3UHVVEXUJR H 7MUQDX in Ungheria. Durante questo viaggio la superiora assistette alle professioni solenni di diverse monache, potendo inoltre rilevare come gli altri conventi avevano in considerazione le sorelle goriziane. Nei mesi autunnali la situazione precipitò. Il commissario di Governo, barone Winkler, comunicò alla superiora che il giorno 25 novembre Gorizia sarebbe stata colpita sistematicamente e, pertanto, tutte dovevano lasciare il convento. Madre Cecilia prese immediatamente la decisione di DEEDQGRQDUH GHÂż QLWLYDPHQWH OD FLWWj 'D TXHVWR PRPHQWR LQ poi le cronache sono scritte direttamente da lei: “Alle 9 ½ tutte si misero in assetto per la partenza. Il Sig. fattore fu il loro visibile Angelo Custode. Ma lasciamo la parola alla R. M. Priora. “Passata la soglia del Convento ci unimmo in ispirito alla Sacra Famiglia nella sua fuga in Egitto e con questo dolce pensiero, con batticuore, traversammo le contrade delOD FLWWj DIIUHWWDQGR LO SDVVR TXDQGR XGLPPR LO Âż VFKLR GL TXDO che granata che volava per l’aria. Era chiaro ancor tanto da poter vedere la distruzione e la rovina di molte case. Alle 10 ½ arrivammo a S. Pietro ove per strade piene di fango e lordure arrivammo a una piccola casa di contadini, ove per una scala posta al di fuori potemmo entrare nell’interno della meGHVLPD 0 9DOHULD 0DNX] YL DVFHVH SHU OD SULPD H DYYLFLQDQ GRVL DOOD Âż QHVWUD JULGz Âł&OHPHQWLQD &OHPHQWLQD QRQ DYHU paura, sono io, Valeriaâ€?. Dopo alcuni minuti, eccoci Clementina che ci fè passare nella loro camera, ove sul letto in mezzo ad altri due riposava la vecchia madre, in un altro due bambini e nel terzo la Clementina, la quale con ogni premura cambiò le lenzuola del suo letto m’invitò a riposo. Ringraziando non accettai il gentile invito. Essa ci condusse nella cucina a pian terreno, accese il focolaio e ci offrĂŹ del vino per ristoro, e poi a ciascuna di noi una grande scodella di caffè che gradimmo con molti ringraziamenti. Poi fu chiamato il fratello di M. Valeria, il buon Toncili, chiamato “il frateâ€? che si congratulò con sua sorella e con noi altre di vederci in casa sua. Noi vi eravamo in 8. M. Valeria, M. Arcangela, le Sorelle Felice, Liduina, Maria, Notburga, Alfonsa ed io. Noi non sapevamo ove andare, restare qui, in questa piccola casa non è possibile. Io pensai di mandare a Lubiana le sorelle Felice, Liduina, Maria e Notburga; cosĂŹ restando in poche, troveremmo

piĂš facilmente chi ci dia ricetto. – Dopo aver riposato un poco, la buona donna offrĂŹ a ciascuna di noi una scodella di latte e burro fresco per viatico. Il buon Toncili attaccò i buoi a un carro e alle 2 ½ con quest’equipaggio ci mettemmo in viaggio verso “Volcja Dragaâ€?. Era una bellissima notte. Da lontano s’udĂŹ il rombo dei cannoni e di quanGR LQ TXDQGR DQFKH LO Âż VFKLR GL TXDOFKH JUDQDWD 1RL SR vere profughe!â€?. ,O UDFFRQWR GHO YLDJJLR YHUVR 7RPDM FRQWLQXD WUDQ TXLOOR H 0DGUH &HFLOLD DOOD Âż QH GHO WHVWR VL ODVFLD DQGD re a una constatazione che fa comprendere molto bene lo stato d’animo di tutte le monache: “Possiamo riposaUH EHQH LQ TXHVWH FDPHUH FDOGH VXL VRIÂż FL OHWWL GRSR SL notti perdute a metĂ per il continuo fracasso delle bombe e per gli spaventi sofferti, allorquando eravamo nelle nostre “catacombeâ€?. Le cronache del 1915 si chiudono con i pochi appunti trascritti dalla madre cronista nel mese di dicembre. La vigilia di Natale ci fu il rientro di madre Cecilia e GL DOWUH WUH FRQVRUHOOH GD 7RPDM “Eccoci ritornate da Tomaj. Grande fu l’allegrezza di tutte quelle anime buone che erano ricoverate nelle nostre cantine, quando ci rividero dopo un mese di assenza. Nelle vicinanze di Gorizia incontrammo dei prigionieri italiani. I prigionieri russi vengono impiegati a far strade nuove, ferrovie ecc.â€?. Ma questo breve momento di gioia si spense immediatamente, il giorno di Natale si celebrò nelle “catacobe cecilianeâ€? e il giorno 26 dicembre madre Cecilia venne portata dall’amministratore a visionare le devastazioni subite dal convenWR /D FURQLVWD FRQFOXGH DQQRWDQGR JOL HGLÂż FL GHOOD FLWWj GL Gorizia distrutti o danneggiati gravemente e null’altro si sa sugli ultimi giorni di quel 1915. La guerra però era ben lontana dal concludersi e tanto Gorizia quanto il convento avrebbero dovuto soffrire ancora moltissimo.

Vanni Feresin |

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ALLA SCOPERTA DI...

DONNE IN PRIMA LINEA Servizio di Alberto V. Spanghero

Sassi nello stagno

della Grande Guerra

Case di tolleranza, violenze e figli della sopraffazione. L’arrivo dei soldati italiani nei territori austriaci della Bisiacaria e del Cervignanese portò con sĂŠ anche drammi che, a un secolo di distanza, rappresentano ferite ancora aperte.

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In una guerra ci sono tanti soldati galantuomini, magari eroi, ma anche tantissimi mascalzoni, sicuramente vili. Le guerre spesso portano con sĂŠ tutto quello che di male un popolo produce. Oltre a malattie, prigionia, fame, morte e malanni di ogni genere, una ignominia delle piĂš odiose, assommata alle altre, è quella della violenza sulle donne. Le conseguenze in moltissimi casi risultano facilmenWH LPPDJLQDELOL OD QDVFLWD GL Âż JOL QRQ YROXWL IUXWWR QRQ GL amore, ma di sopraffazione. La propaganda nella Prima guerra mondiale, sui vari fronti in lotta, assunse toni talmente aspri da legittimare l’infanticidio. La stessa cosa, ma con toni diversi, avvenne nel periodo dell’occupazione italiana del 1915, ‘16 e ‘17 nei paesi di San Canzian, Pieris, Turriaco, Cassegliano, San Pier d’Isonzo e, seppur in tono minore, a Fogliano, Sagrado, Ronchi, Monfalcone e Staranzano solo per il fatto che erano stati del tutto o in parte evacuati. Risultarono pure casi in cui le donne furono consenzienti e seppero in seguito assumersi dignitosamente la

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propria responsabilitĂ sia verso la famiglia sia verso i mariti lontani. Fu una specie di prezzo/umiliazione che la popolazione civile bisiaca dovette pagare/subire in quanto si era considerata occupata e non liberata dall’Esercito italiano. 4XHVWR L VROGDWL LWDOLDQL OR FDSLURQR Âż Q GDO SULPR JLRUQR quando videro che la popolazione locale non salutò festosamente il loro arrivo. Ciò avvenne in alcuni casi, che da storici GL SDUWH R LQ PDODIHGH VRQR VWDWL GHÂż QLWL FRPH LO QDWXUDOH WUD sporto del “lasciarsi prendereâ€?. Le giovani bisiache non avrebbero aspettato altro che questo per donarsi con amore agli agognati liberatori. Questa impietosa rappresentazione dei soldati italiani si è venuta a formare in seguito a fatti poco conosciuti e ancora meno divulgati proprio per il timore di far nascere, a distanza di anni, il risentimento e la vergogna dei parenti, i quali li hanno sempre tenuti nascosti. Un signora di Turriaco, di cui omettiamo il nome, ha raccontato in un’intervista che una notte durante la guerra, alcuni soldati italiani cercarono di forzare la porta della camera dove lei, la sorella e la madre dormivano da sole, perchĂŠ il padre era lontano per il servizio militare austro-ungarico. Presero tanta paura che dovettero rifugiarsi presso la famiglia di un loro zio. 0D TXDQWH IXURQR OH SRUWH IRU]DWH FKH LQYHFH FHGHWWHUR" 'LIÂż cile dirlo, anche perchĂŠ non tutto ciò che si sussurrava in giro giungeva agli orecchi otturati dalla vergogna e dalla paura. Era PHJOLR QRQ VDSHUH H IDU Âż QWD GL QLHQWH LO VLOHQ]LR DOOD Âż QH DLX tava a nascondere la propria dignitĂ perduta. Dopo la guerra fu costituita una Commissione d’inchiesta dalla quale le violenze carnali in massima parte furono ignorate. Il motivo principale fu che il pudore della gente di campagna, come quella bisiaca, inibĂŹ le vittime dal denunciare i fatti. Non si conoscerĂ mai il numero preciso delle donne ferite


dal “fenomenoâ€?, anche perchĂŠ molte di esse si prostituirono per fame. Ci furono casi in cui alcune donne di Turriaco furono viste stazionare nelle vicinanze di osterie in dubbia attesa. Alcune di loro furono colte sul fatto dai proprietari e cacciate via con la scopa. A lenire gli orrori e placare le voglie che una guerra ingenera, a Turriaco funzionavano trenta osterie, una Casa del soldato e due bordelli legalizzati. Istituiti a scopo ricreativo, questi “casini di guerraâ€? risultavano spesso inVXIÂż FLHQWL D VRGGLVIDUH OÂśHQRUPH ULFKLHVWD PHGLDPHQWH D 7XU riaco stazionavano dai cinque ai seimila soldati, piĂš quelli che venivano da fuori). Diverse volte la “Villa delle verginiâ€?, cosĂŹ si chiamava il casino di Turriaco, fu presa d’assalto dai soldati che, eccitati e VWXÂż GL DVSHWWDUH LO SURSULR WXUQR WUDYROVHUR OH JXDUGLH VHTXH strarono le “signorineâ€? e le portarono a spalla, nude, in giro per il paese, accompagnate da grida di sedizione contro il GoYHUQR OÂś(VHUFLWR H LQQHJJLDQGR DOOD Âż QH GHOOD JXHUUD Come in tanti altri paesi anche a Turriaco esisteva una “Casa del soldatoâ€?, istituzione fondata a scopo ricreativo per i soldati al fronte. In queste “caseâ€? si organizzavano delle maQLIHVWD]LRQL DO FKLXVR FRPH VHUDWH WHDWUDOL FLQHPDWRJUDÂż FKH H numeri di varietĂ . All’aperto, l’albero della “cuccagnaâ€?, gare sportive, il gioco del calcio e quello della tombola. I premi anGDYDQR GDO PDWHULDOH SHU VFULYHUH DL Âż DVFKL GL YLQR DJOL DOFR lici vari e al tabacco. Quelli piĂš ambiti erano le marchette per il “casinoâ€?. A Turriaco le manifestazioni al chiuso si tenevano nel complesso agricolo del Giudice Snidero, oggi proprietĂ del signor Livio Tonca, ma anche in chiesa. Quelle all’aperto nella zona Sud del complesso Priuli. Turriaco allora contava 1.500 abitanti circa, di cui 750 femmine e, di esse, almeno 300-350 erano in “etĂ â€?. Se i nati registrati furono 33, di sicuro un’altra decina, e forse piĂš, furono gli aborti e almeno un’altra cinquantina di donne furono violate, anche se la conseguenza non fu quella interessata DOOÂśRGLRVR IHQRPHQR GHL Âż JOL GL JXHUUD QRQ YROXWL Da aggiungere a questo gli abusi verso i bambini per un pezzo di cioccolato o un po’ di zucchero. Madri che, all’avYLFLQDUVL GL PLOLWDUL PDQGDYDQR OH SURSULH Âż JOLH zĂ regazete JLj UDJD]]HWWH QGU DL SLDQL VXSHULRUL H D FKLXGHUVL QHOOH FD mere per paura che facessero loro del male. Provate a pensare all’umiliazione del militare austriaco che ritorna a casa dopo quattro anni di guerra e trova la moJOLH FKH KD DYXWR XQ Âż JOLR GDO QHPLFR FRQWUR LO TXDOH OXL DYH va combattuto. Alcuni la presero male, anzi malissimo, come un soldato di Turriaco che, per la disperazione, ritornò in prima linea da dove non fece piĂš ritorno. Oppure un altro, sempre di Turriaco che, dato per morto, trovò poi la moglie con XQ Âż JOLR QRQ VXR H PDULWDWD FRQ XQ VROGDWR LWDOLDQR &L IXURQR anche situazioni tragicomiche come quelle di una certa Maria che, alle contumelie del marito offeso, rispose “Se capisse lori, i taliani i era zovini e sprafumadi, miga ti che te xe vec’ e che te sa noma de pet!´ WUDGX]LRQH GDO ELVLDFR ÂłJOL LWDOLDQL erano giovani e profumati, mica come te che sei vecchio e che sai solo di scoreggiaâ€?). Un altro tenne la moglie in casa, ma senza mai rivolgerle la parola. Qualcuno ebbe dalla moglie DGGLULWWXUD XQ DOWUR Âż JOLR PD VHQ]D SDUODUH PDL FRQ OHL &L IX chi, ritornato a casa ed espressa la sua rabbia, si prese un sacco di legnate dalla moglie e dai fratelli di lei e fu cacciato da casa. Ma la cosa piĂš triste fu che oltre la metĂ dei bambini nati

Partendo dall’alto: - La “Villa delle verginiâ€?, uno dei due casini di Turriaco (Foto Archivio Circolo Brandl-Turriaco); - Prostitute per la truppa (Foto Archivio Circolo BrandlTurriaco). Pagina accanto, in apertura: piazza di Turriaco nel 1916. Convoglio italiano sosta davanti alla trattoria “Martinuzziâ€? oggi bar “Adriaticaâ€? di Michele Luigi Rizzo (Foto Archivio Circolo Brandl- Turriaco). Pagina accanto, in basso: Turriaco, “Villa Mangilliâ€? ai giorni nostri. Fu sede del Comando del XIII Corpo d’Armata. PiĂš volte il Re Vittorio Em. III salĂŹ sulla Torretta-Osservatorio dove, con un potente cannocchiale, seguiva in diretta i vari attacchi sul fronte carsico (Foto Baldo Rinaldo). |

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Sopra: Sagrado, 1916. La chiesa di San Nicolò dopo il bombardamento (Foto Archivio Circolo Brandl-Turriaco). Sotto a sinistra: Monfalcone, marzo 1916. Le rovine del Duomo di Sant’Ambrogio. A destra: Merna, luglio 1915. Il campanile centrato da una granata (Foto Archivio Circolo Brandl-Turriaco).

Particolare della pagina 188 del “VII Liber Baptizatrum� della Parrocchia di Turriaco, relativo all’anno 1917. Dal documento si rileva: il nome del nascituro, una linea al posto del nome del genitore padre, il nome della madre (che omettiamo), la data di nascita e quella di morte prematura.

da relazioni piĂš o meno consenzienti non superarono l’anQR GL HWj ,QIDWWL D 7XUULDFR VX ³¿ JOL GL JXHUUD´ EHQ morirono di morte “naturaleâ€? pochi mesi dopo la nascita. Nel “Liber Defunctorumâ€? della parrocchia di Turriaco, relativo agli anni 1917 e ’18, le cause di morte dei nati illeJLWWLPL GHÂż QLWL Âż JOL GHOOD JXHUUD, sono gastroenterite acu-

GRANDE GUERRA/2 – Da Farra d’Isonzo l’incredibile storia di Luigi Zuch

Il soldato creduto morto e poi internato

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Da Farra d’Isonzo alla Siberia, la Grande Guerra di Luigi “Gigiâ€? Zuch, soldato dell’impero, dato per morto e seppellito in Russia, ritornato in patria dai Carpazi dopo lunghe peripezie e spedito dal nuovo Stato italiano nel campo di internamento dell’Asinara. C’è un incrocio complesso fra grande storia e microstorie dei singoli, che mescola e sovrappone una carneÂż FLQD LPPDQH HG HSLVRGL GD FRPPHGLD GHJOL HTXLYRFL Fatti minori, destinati all’oblio che in alcuni casi diventano preziose memorie. Ăˆ questo il caso del nostro eroe la cui vicenda umana durante la Grande Guerra vive e diventa patrimonio condiviso grazie al lavoro della nipote Clara Zuch. Nato nel 1883 sotto l’impero austro-ungarico, allo VFRSSLR GHO FRQĂ€ LWWR YHQQH LQYLDWR VXO IURQWH RULHQWDOH con il ruolo di soldato carraio, addetto ai trasporti. Il suo 46

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WD SROPRQLWH H GHEROH]]D &RUUHYD YRFH FKH L Âż JOL GHOOH YLROHQ ze non potessero che nascere “tarati e pericolosiâ€? per la societĂ . Da testimonianze raccolte negli anni Ottanta del 1900, si ULFRUGDYD DQFRUD VHQ]D IDUH L QRPL FKH L Âż JOL GHJOL LWDOLDQL venivano lasciati scoperti durante l’inverno, nutriti con pastasciutta anzi tempo o semplicemente denutriti. Insomma non ELVRJQDYD DFFHWWDUH L Âż JOL GHO QHPLFR HUDQR VROR Âłroba di talians laris, bausars e sporcaciòns´ WUDGX]LRQH GDO IULXODQR “roba di italiani ladri, bugiardi e sporcaccioniâ€?). 'XH FDVL HEEHUR XQ ÂłOLHWR Âż QH´ LO SDGUH ULWRUQDWR GDO OD JXHUUD GHWWH LO SURSULR FRJQRPH DO Âż JOLR GHOOD VROD PR glie, togliendogli l’aggettivo di illegittimo. I nomi di quei QDWL VRQR LQXVXDOL QHO QRVWUR SDHVH H ULĂ€ HWWRQR OD VLWXD]LRQH del momento, come Italia, Innocente, Italia Maria, Redenta Italia, Cirino, Italo, Concetta o semplicemente “talianâ€?. Poi c’erano delle donne che, per non lasciar traccia della nascita nel registro parrocchiale di Turriaco, andarono a partorire in paesi dell’interno. Una andò addirittura a partorire a Udine, dove lasciò le due gemelle avute in un orfanoWURÂż R TXHOOL FRQ OD ÂłUXRWD GHOOD FDULWj´ H IHFH ULWRUQR VHQ za niente, a man spacolando WUDGX]LRQH GDO ELVLDFR D PDQL vuote). Nella villa Mangilli di Turriaco, sede del Comando del XIII Corpo d’Armata, funzionava ottimamente un salotto dove si teneva la conta delle donne turriachesi ingravidate dai soldati italiani. A tener aggiornati i tempi di gestazione, del parto e dei nomi degli illegittimi, ci pensavano le donne addette al lavaggio della biancheria e alla mensa ufÂż FLDOL FKH TXRWLGLDQDPHQWH VL DJJLUDYDQR QHL SDUDJJL $OOD QDVFLWD GL RJQL Âż JOLR ÂłLWDOLDQR´ L PLOLWDUL JULGDYDQR ´(YYL va!â€?, come se fosse stata conquistata un’importante “quotaâ€? FDUVLFD /H GRQQH FKH DYHYDQR SDUWRULWR Âż JOL OHJLWWLPL VL GL ceva che le vĂŠa vĂš PHQWUH TXHOOH FKH DYHYDQR SDUWRULWR Âż JOL illegittimi si diceva che le vĂŠa bĂš. Tra il vĂš e il bĂš, spesso, si celava la differenza che c’è fra il sentimento della gioia e quello del dramma familiare. Poi con l’arrivo dell’Italia tutto ciò fu messo a tacere e fu coperto da un muro di omertĂ , attuato dalle autoritĂ con la

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nome, per azzardo del fato che in questa vicenda ci metterĂ del suo spesso, viene intercettato dalla storia con la “Sâ€? maiuscola come prigioniero nel campo di Kirsanov. Lo storico Camillo Medeot lo cita fra gli “irredentiâ€? isontino-friulani. Fra questi anche 57 compaesani con i quali condividere oltre DOOD SULJLRQLD IUHGGR IDPH H PDODWWLH /D EXRQD VRUWH H LO Âż sico forte di Gigi lo assistono e, nonostante contragga il tifo, ce la fa a sopravvivere. Tutto scarseggia nel campo, soprattutto gli abiti caldi, cosĂŹ Gigi scambia il suo cappotto logoro con il pastrano di un FRPSDJQR GHFHGXWR ODVFLDQGR QHOOD IUHWWD LO VXR LGHQWLÂż FDWL vo sull’indumento. SarĂ questo a innescare una serie di equiYRFL SULPL IUD WXWWL OD ÂłVXD VHSROWXUD´ H LO FHUWLÂż FDWR GL PRUWH che lo Stato italiano consegnerĂ con le condoglianze alla giovane e disperata vedova. Nel frattempo Gigi, ignaro di tutto, venne mandato al la-


SURSDJDQGD GHL YLQFLWRUL 9D GD Vp FKH OD VWRULRJUDÂż D TXHOOD degli studiosi di comodo, accentuò solo gli esecrabili misfatti e aberrazioni del sesso compiute dalle truppe tedesche, austriache, ungheresi, croate, bosniache e boeme quando occuparono una buona porzione di territorio italiano a seguito della rotta di Caporetto del 1917. Di ciò che fecero i soldati italiani non troverete nessuna WUDFFLD /D PHPRULD GLUHWWD QRQ HVLVWH SL SHUFKp L Âż JOL GHO la guerra sono ormai tutti morti. Sono rimasti soltanto i registri parrocchiali dei battezzati e dei defunti a testimoniare l’umiliazione che tante madri bisiache e “furlaneâ€? dovettero subire cent’anni fa. La cosa vista dalla parte degli occupanti naturalmente prende una connotazione del tutto diversa: Ugo Ojetti, giornalista incaricato di rastrellare i tesori artistici nel territorio del Friuli austriaco conquistato, in alcune lettere alla moglie vantava il fatto che nel Monfalconese e nel Cervignanese un congruo numero di mogli di combattenti austro-ungarici fossero state ingravidate dai suoi “baldi soldatiâ€?. 7HUPLQDWD OD JXHUUD VDSSLDPR WXWWL FRPH q DQGDWD D Âż QL re: le province del Friuli austriaco passarono all’Italia. Nel luglio del 1919, quel buon uomo che fu monsignor Celso Costantini pensò bene di istituire a Portogruaro un Ospizio SHU L Âż JOL GHOOD JXHUUD SHU ULFRYHUDUH PDQWHQHUH HG HGXFDUH i bambini nati da donne maritate, mentre il loro marito, per OH YLFHQGH GHO FRQĂ€ LWWR HUD VWDWR DVVHQWH 0RQVLJQRU &R stantini aveva preso gli opportuni accordi con le superiori autoritĂ civili ed ecclesiastiche con l’intenzione di accoglieUH QHOOR VWHVVR ,VWLWXWR DQFKH L Âż JOL GHOOD JXHUUD HVLVWHQWL QHO territorio di Monfalcone. Egli chiese a tutti i sacerdoti della Bisiacaria e della Bassa friulana di preparare un elenco per facilitare la ricomposizione e la pace delle famiglie. Monsignor Costantini ebbe poi l’intenzione di trasportare l’IstituWR R XQD Âż OLDOH GL HVVR LQ XQR GHL QRVWUL SDHVL LQVHGLDQGR lo in una villa, meglio se con campagna adiacente. Probabilmente pensava a villa Fabris di Begliano, che si prestava benissimo allo scopo. Pertanto invitò tutti i sacerdoti a voro in una famiglia di contadini russi. Un deciso miglioramento: la vita era certo dura per la mancanza di libertĂ in terra straniera lontano da casa, il lavoro pesante, ma in compenso il vitto era buono e abbondante e si stava al caldo con un tetto sulla testa. Percorsi paralleli di vite quasi rasenti che non si incrociano ma creano storie bizzarre: nello stesso periodo un cognato di Zuch, anche lui soldato, passò nel cimitero russo, vide la croce con il nome del parente e, mosso da pietĂ , commissionò a un pope una benedizione a pagamento. Un obolo di cui pretese il rimborso, quando si ritrovarono al termine della guerra. /D SDFH H LO ULWRUQR D FDVD ÂłGD YLYR´ GL *LJL QRQ VLJQLÂż Fz OD Âż QH GHOOH VXH SHULSH]LH &RQVLGHUDWR FRQ VRVSHWWR GDJOL italiani venne spedito nel campo di internamento dell’Asinara, in quanto persona indesiderata. La Grande Guerra dunTXH SHU OXL Âż Qu VROR QHO TXDQGR GD XRPR OLEHUR ULWRUQz GDOOD IDPLJOLD QHOOD FDVD GRYH YLVVH SRL LQ SDFH Âż QR DO ÂŤNonno - ricorda la nipote Clara - era un appassionato narratore. Nelle sere d’estate si sedeva su un masso davan-

Turriaco 1916, a Sud di Villa Priuli. “Cuccagna� al fronte fra soldati (Foto Archivio Circolo Brandl-Turriaco).

LQYLDUH DO SL SUHVWR L GDWL GHL ¿ JOL LQ TXHVWLRQH 1RQ VDS SLDPR FKH ¿ QH DEELD IDWWR TXHVWD LGHD H VH L QRVWUL VDFHU GRWL VL SUHPXUDURQR GœLQYLDUH OD OLVWD GHL ¿ JOL GHL ³WDOLD ni� della loro parrocchia. Personalmente dalle ricerche fatte e soprattutto dalla memoria orale tramandata da alcune persone interessate ai fatti, penso di no.

Alberto Vittorio Spanghero Ricercatore e storico di Turriaco ti a casa e raccontava a famigliari e vicini la sua Grande GuerraÂť. Aveva buona memoria e capacitĂ di intrattenitore nonno Zuch, dai ricordi personali spaziava alle ricette della cucina e a storie della tradizione popolare russa. Ghiotto di dolci, nel suo personale ricettario c’era la marmellata di anguria. Una ricetta che Clara Zuch ha ritrovato in Uzbekistan e che ancora oggi in famiglia viene, di tanto in tanto, prodotta, seguendo la ricetta del nonno. /D VWRULD GL *LJL RPDJJLR DO VDFULÂż FLR GL WDQWL LQQR centi, è diventata anche uno spettacolo dal titolo “Dal Danubio all’Isonzo, dagli Asburgo all’Italiaâ€?, andato in scena in forma “sperimentaleâ€? durante un incontro organizzato dal Lions Club di Gorizia alla Locanda 1834 di Versa di Romans. Il testo in prosa, interpretato dall’autrice, è stato arricchito dalla lettura di poesie di Ungaretti e dall’interpretazione di romanze eseguite da Paolo Sanson, accompagnato dalle musiche di Riccardo e Carlo Urizio.

Margherita Reguitti |

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FRIULI SCONOSCIUTO LA PIEVE DI SANTA MARIA DI GORTO Servizio e immagini di Mario Pozzar

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Tempio di fede e di arte Nel territorio di Ovaro sorge una delle chiese battesimali piĂš antiche della Carnia. Da secoli punto di riferimento per i fedeli, tuttora ricca di reperti archeologici e opere artistiche di grande valore.

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Per il turista che si reca in gita in Carnia, una visita alla Pieve di Santa Maria di Gorto, presso il comune di Ovaro, è quasi doverosa. Si tratta infatti di uno dei piÚ anWLFKL HGL¿ FL GL FXOWR GHO )ULXOL VLWXDWR WUD OH frazioni di Cella e Agrons, su una piccola altura vicino al cimitero. Secondo alcune ipotesi, su quella altura situata nel caQDOH GL *RUWR VDUHEEH HVLVWLWR XQ FDVWHOOLHUH ¿ Q GDL WHP pi dei romani.

)LQR D TXDOFKH DQQR ID VL SHQVDYD FKH TXHOOD GL 6DQWD 0D ria fosse la piĂš antica chiesa battesimale della vallata, ma recenti scavi eseguiti presso la chiesetta di San Martino, poco distante dalla pieve, hanno dimostrato l’esistenza di una basilica paleocristiana risalente circa al quinto secolo (un battistero e vasca battesimale), facendo presumere che in queVWR OXRJR GRYHYD WURYDUVL OD SULPD FKLHVD GL 6DQWD 0DULD VXF cessivamente trasferita sul colle per renderla piĂš sicura dalle invasioni. Sul colle dove si trova la pieve sorgeva un castello, dalle cui rovine è stata costruita questa chiesa. La sua storia è piuttosto travagliata: dai documenti risulta incendiata nel 1370 e, successivamente, anche nel 1430. La chiesa fu rimaneggiata sotto la direzione dei lavori del mastro Simone di Mena nel 1431 e terminata nel 1464. A testimonianza di ciò, al suo interno su una lastra di marmo si trovano incise queste parole: “Sulle rovine di una fortezza romana, coi resti di una anWLFKLVVLPD IRUWLÂż FD]LRQH ULPDVWD Âż QR DOOÂśHWj GL PH]]R IX FR VWUXLWR TXHVWR WHPSLR QHOOÂśDQQR â€?. Il primo documento dell’esistenza della Pieve di Gorto riVDOH DO TXDQGR YHQQH DVVHJQDWD DOOÂś$EED]LD GL 0RJJLR H l’abate divenne Pievano di Gorto 1HO FRUVR GHO 0HGLRHYR OD pieve fu l’unica parrocchia della valle, comprendendo gli attuali comuni di Ovaro, Comeglians, Prato Carnico, Rigolato, )RUQL $YROWUL 6DSSDGD 5DYDVFOHWWR H &HUFLYHQWR Sopra, panorama della piana di Ovaro con in fondo la Pieve di Santa Maria di Gorto; a fianco, la chiesetta di San Martino.

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Al tempo, anche se ogni paese aveva la sua chiesa, tutti i fedeli della diocesi, compresi quelli di Cercivento e Sappada, si ritrovavano per le funzioni religiose, battesimi e funerali nella chiesa madre di Gorto e i morti venivano sotterrati nel suo cimitero. Nella stagione invernale, con i passi chiusi per la neve, i fedeli di Sappada erano costretti a deSRVLWDUH L SURSUL FRQJLXQWL GHIXQWL QHOOH JHOLGH VRIÂż WWH LQ DW tesa della primavera, quando potevano raggiungere la pieve per il funerale. 1HO OÂśDEDWH GL 0RJJLR FHVVz GL HVVHUH LO WLWRODUH GHO la pieve e il titolo di Pievano passò a un sacerdote locale. La chiesa oggi si presenta come una basilica a tre navate e con un presbiterio a pianta quadrata, oltre a due sacrestie. L’aspetto attuale si deve a una ricostruzione del Settecento, ma restano diverse tracce delle precedenti. All’interno ci sono tre altari settecenteschi: sull’altare maggiore risaltano le statue dei santi Giovanni e Paolo, su quello di destra c’è una statua della Vergine del Rosario e sull’altare di sinistra spicca una SDOD UDIÂż JXUDQWH 6DQWÂś(OHQD. Quella che ora è un’abside unica, un tempo era articolata in tre cappelle, poi trasformate con il rifacimento del Quattrocento. Visibile nell’attuale presbiterio l’affresco della parabola delle dieci vergini WUDWWD GDO 9DQJHOR VHFRQGR 0DWWHR dedicata ai discorsi di GesĂš. Il campanile è invece orientato diversamente rispetto alla chiesa: secondo alcuni studiosi potrebbe rappresentare i resti del Castello di Agrons, distrutto nel 1350. Dal 1973 è inoltre visibile in un vano attiguo alla chiesa “Il museo di Plefâ€?, che ospita il lapidarium e una sezione di archeologia. Il reperto piĂš antico è la “lavara di Cjanaiaâ€?, frammento di lapide preromana con iscrizioni non ancora decifrate. Affascinanti anche i “Pipinacuiâ€?: coppia di PLVWHULRVH Âż JXUH GL RUDQWL VFROSLWH QHO WXIR OD FXL WLSRORJLD fa pensare a un’arte barbarica molto antica, forse precristiaQD 0D OH RSHUH GD RVVHUYDUH QRQ Âż QLVFRQR TXL OD SUH]LRVD scultura di Domenico da Tolmezzo UDIÂż JXUDQWH 6DQ 0DUWL no e il povero, il tabernacolo in legno dorato, antiche monete, 140 pergamene medioevali e tante altre particolaritĂ che rendono questo luogo misterioso e speciale.

Qui sopra, da sinistra: - l’altare maggiore con le statue dei santi Giovanni e Paolo; - l’altare di sinistra, raffigurante Sant’Elena; - fonte battesimale all’interno della pieve.

Qui sopra, da sinistra: - tabernacolo in legno all’interno del museo; - lastra in marmo attaccata al muro di cinta all’entrata del cimitero attiguo alla chiesa. Sotto: mappa con la localizzazione della pieve.

Mario Pozzar |

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PERSONAGGI

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Come si vive

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CLAUDIA CAZZANIGA Intervista di Michele Tomaselli. Fotografie di Igino Durisotti

nella natura?

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Claudia Cazzaniga, di origini piemontesi, aveva tutto: denaro e agiatezza, ma si sentiva oppressa. La sua famiglia era atea, cosĂŹ, era cresciuta senza una religione. Per dieci anni ha insegnato in Liguria, presso una scuola d’infanzia, anche se il padre, ricco industriale, l’avrebbe voluta con sĂŠ in azienda. La svolta arrivò all’etĂ di 33 anni, quando, trovando rifugio nel buddismo, decise di fare un voto di povertĂ . CosĂŹ, per 14 anni, è vissuta senza denaro, nutrendosi della generositĂ della gente e dei prodotti della terra. Nel 2003 la scelta di partire per un lungo viaggio, percorrendo quasi 21 mila chilometri a piedi, fino ad arrivare in Kazakistan. Mesi durissimi, di tante sofferenze, con temperature siberiane, anche sotto i 40° C; poi il drammatico rimpatrio in Italia; il carcere prima in Repubblica Ceca e quindi in Austria. E poi sette anni di vita nel bosco. Trovando sempre la forza per andare avanti. Tutto comincia a Canebola, una piccola frazione del Comune di Faedis, dove assieme al fotografo Igino Durisotti, a Elisabetta Sacchi e a Barbara Bacchetti, incontro casualmente Clau50

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dia e, in sua compagnia, iniziamo a sorseggiare dell’ottima tisana alla sambuca. Claudia, come hai fatto ad arrivare in Kazakistan? ÂŤAttraversai il fiume Volga, quindi oltrepassai l’Ucraina e la Russia fino ad arrivare in Kazakistan. L’Ucraina è un grande territorio: il paese piĂš esteso d’Europa, dopo la Russia; allora era controllata da un’autocrazia post-sovietica. Camminavo con uno zainetto e vivevo “alla giornataâ€?. Mi ricordo che pregavo sotto un albero e, grazie alla recitazione dei mantra, trovavo la forza per andare avanti. Ero sfinita e pesavo solo 33 chilogrammi. Avevo bisogno di sentire la voce di mia madre che, grazie alla preghiera, riuscivo a percepire. Dormivo dove capitava e non indossavo scarpe ai piedi. C’era comunque solidarietĂ nelle persone che incontravoÂť. Facciamo ancora un passo indietro: come iniziò la tua avventura? ÂŤTutto ebbe inizio a Villa Vrindavana, a Castellino in Chianti, nel cuore della Toscana: la principale sede degli Hare Krishna in Italia. Avevo imparato la cultura vedica, in particolare a ritenermi un’anima spirituale di Dio, ad assistere ogni es-


sere vivente senza pretendere debita riconoscenza e a recitare i mantra, quella forma di preghiera LQ JUDGR GL SXULÂż FDUH OD PHQWH 6XFFHVVLYDPHQWH iniziai a frequentare un altro centro vedico nella provincia di Vicenza. Nel 2003 decisi di fare un voto e, cosĂŹ, partii per la Mongolia. Attraversai l’Austria, l’Ungheria, la Repubblica Ceca, la PoORQLD OÂś8FUDLQD OD 5XVVLD H LQÂż QH LO .D]DNLVWDQ In tutto 21.000 chilometri a piedi. Camminai lunJR L ERVFKL H OXQJR JOL DUJLQL GHL Âż XPL GLYHQHQGR una grande conoscitrice del boscoÂť. Cosa successe in Kazakistan? ÂŤPurtroppo fu un’esperienza terribile: i militari credettero che fossi una spia e, per questo motivo, mi rinchiusero in una gattabuia. Subito dopo mi sottoposero a un interrogatorio che non scorderò: non comprendevo bene la lingua e non ascoltavo le loro domande. Asserivo che non ero una spia e che il mio intento era di arrivare fino in Mongolia. Non fui comunque creduta. CosĂŹ iniziarono le mie operazioni di rimpatrio per l’ItaliaÂť. Ma al rientro in patria hai ripreso a camminare. Come mai? ÂŤAll’aeroporto di Fiumicino non capivo cosa mi stesse succedendo e meditavo. Ritenevo che dovevo riprendere il mio cammino verso la Mongolia, secondo il voto intrapreso due anni prima. CosĂŹ, attraversai l’Abruzzo e il Litorale Adriatico. Camminavo fra spiagge e pinete con il mio piccolo fagottino e dormivo dove capitava: fra le spiagge, i porti e le case dei pescatori. Sentivo l’aria di salsedine e il profumo del pescato. D’un tratto cambiai orizzonte e valicai le Alpi, fino a raggiungere la Repubblica Ceca. Incontrai diverse famiglie Rom, sempre molto ospitali. Ero debole, ma dovevo raggiungere la Mongolia. Ogni giorno facevo il saluto al soleÂť. Ma anche questa volta il tuo viaggio subĂŹ un brusco stop. ÂŤVenni arrestata dalla polizia ceca e feci 108 giorni in carcere per il reato di clandestinitĂ . Dietro le sbarre vivevo bene, assieme a 5 ragazze cinesi e a una mongola. Mi sembrava un paradiso: il cibo era buono, le strutture erano accoglienti e fra di noi vi era rispetto. Sebbene non protestassi, venni consegnata alla polizia federale austriaca. In Austria mi sottoposero a un durissimo isolamento: non mangiavo nulla e arrivai a pesare 32 chilogrammi. Come se non bastasse volevano che mi dichiarassi pazza. Le mie condizioni

L’esterno della capanna ove ha vissuto Claudia, sopra Faedis, fra il Foran di Landri e il Foran des Aganis. Pagina accanto: Claudia Cazzaniga all’interno dell’ex casa parrocchiale di Canebola.

di salute peggioravano, tanto che, dopo 53 giorni di prigionia, mi ricoverarono in un ospedale vicino a Graz. Solo grazie alla preghiera sono riuscita a sopravvivereÂť. Poi cosa successe? ÂŤTrovai la forza per scappare, anche se ero ridotta malissimo. Sembravo uno straccio, camminavo a gattoni strisciando a terra e mi nutrivo solo dei frutti degli alberi. Avevo le allucinazioni. Per percorrere pochi metri mi sembrava di vivere un’eternitĂ . Mi ritrovai in mezzo ai pascoli, e quando pensai di essere spacciata fortunosamente una famiglia mi aiutò, offrendomi dei viveri e un giaciglio per la notte. Fu la mia salvezzaÂť. A quel punto cosa decidesti di fare? ÂŤRiuscii a chiamare mia madre: fu un sollievo sentirla. La sua voce mi diede la forza per proseguire. Alla stazione di Villaco, dopo tre settimane in fuga, presi un treno per Tarvisio, trasgredendo una delle due regole ferree che mi ero imposta: camminare senza mai usare alcun mezzo di trasporto (l’altra era non usare le coperte durante la notte). Arrivata a Tarvisio Bosco Verde ripresi a camminareÂť. |

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La tappa seguente fu Udine. «Ricordo bene il giorno in cui arrivai: era il 7 luglio 2007. Ad attendermi c’era una mia cara amica dei tempi della Toscana. L’incontro fu un segno premonitore del mio destino, perché la mia amica mi propose di camminare lungo il fiume Natisone, secondo un sogno rivelatore che avrebbe indicato la mia strada». E così accadde? «Percorsi l’alveo del Natisone – bellissimo e incontaminato – e arrivai a Pulfero. Lì conobbi uno scultore che mi propose di frequentare la Comunità di Polava: un luogo di meditazione e di pace al confine con la Slovenia. Anche qui non tenevo una fissa dimora e dormivo dove capitava: fra gli stavoli e in mezzo ai covoni. Assieme a Plinio e a Ornella lavoravo intensamente, ma il mio pensiero era sempre rivolto alla preghiera. Dopo un po’ di tempo, alcuni dei miei nuovi amici mi proposero di vivere nel bosco, sopra Faedis, in una capanna fra il Foran di Landri e il Foran des Aganis. E io accettai». Che genere di esperienza fu? «Vissi 7 anni nel bosco, un mondo tutto da scoprire: un luogo di pace e tranquillità, ma allo stesso tempo efferato e crudele, ove vige la legge del più forte. Dedicavo metà giornata alla cura del mio corpo, l’altra alla ricerca del cibo e delle erbe selvatiche. La mia preghiera era sempre più intensa e meditavo con maggiore enfasi. Spremevo le bacche ma m’incuriosivano strane leggende delle creature del bosco. Mi intrigavano le anguane, dette agane, che, secondo la credenza popolare friulana, sono una specie di sirene che vivono accanto ai corsi d’acqua. Dormivo tantissimo; con i sacchi delle patate facevo lo stoppino per accendere il fuoco e cucinavo in una piccola pentola. Durante l’estate mi spostavo nel parco delle Prealpi Giulie, dormendo dove capitava: nei bivacchi, nelle capanne e nei fienili. Un giorno ho incontrato l’orso: un’esperienza che non consiglio di vivere a nessuno». Nel bosco non incontrasti solo l’orso... «Nel mio nuovo habitat imparai a conoscere meglio le specie e le sottospecie del bosco. Moltissimi erano gli alberi ad alto fusto: le querce, i castagni, i faggi, i frassini, i tigli. Nelle cavità dei tronchi vivevano piccoli mammiferi (scoiattoli, ghiri). Lo scoiattolo preparava la tana nelle cavità naturali del tronco per ripararsi dall’inverno, mentre la volpe scavava il covo tra le radici degli alberi. Tanti insetti volavano da un

Il cimitero di Clap, vicino a Canebola, luogo molto particolare e selvaggio a cui si arriva solo a piedi.

fiore all’altro e si cibavano delle foglie. Sotto gli alberi ad alto fusto vivevano piante più basse che si accontentavano di meno luce e che costituivano la strato inferiore del bosco: il melo selvatico, il sambuco, il sorbo. Immaginavo di trovarmi in una torre di tanti piani: al piano terra i funghi, i muschi, le erbe e i fiori; al primo piano i cespugli; al secondo piano gli arbusti e al piano più alto le chiome degli alberi. Ma l’albero è come una grande casa. Infatti gran parte della gente è al corrente, che, nel tronco e nei rami degli alberi vivono formiche, ragni, lucertole e cavallette, mentre nelle foglie trovano spazio i bruchi, le farfalle, le coccinelle e le lumache, e che nelle radici si generano i lombrichi, le larve e i piccoli insetti». 0D DQFKH TXHVWD HVSHULHQ]D JLXQVH DOOD ¿ QH «Nell’inverno del 2014 la galaverna mise a dura prova ogni forma di vita del bosco, tanto che la mia capanna venne danneggiata irreparabilmente, costringendomi a emigrare altrove. Fortunosamente, l’Assessore alla Cultura del Comune di Faedis si prese a cuore la mia situazione proponendomi di andare a vivere a Canebola, nell’ex casa parrocchiale. Qui ho iniziato a dare spazio alla mia creatività, raccogliendo piante officinali come l’aglio Orsino (Allium ursinum) e tanti altri prodotti del sotto bosco. Tutto questo mi consente di produrre artigianalmente saponi a cera, tisane al gusto di primavera, sambuco, acacia, ma anche ai germogli di primavera e alle cime di luppolo. Per tutto questo ringrazio la Comunità di Canebola e di Faedis che mi ha accolta a braccia aperte». Michele Tomaselli Note dell’autore: desidero ringraziare la giornalista Elisabetta Sacchi che ha contribuito alla riuscita dell’intervista. |

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PERSONAGGI VINCENZO BORGIA Intervista di Michele D’Urso Immagini di Ronchi Live

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Estro

bisiaco

Assieme a un gruppo di amici ha fondato un’associazione per valorizzare la propria città . Ma le idee si sono spinte oltre, inventando uno sport di cui ha già registrato il marchio: il Curling Bisiac. Il prossimo passo? Portarne a Ronchi dei Legionari il primo campionato mondiale.

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Ogni terra ha le sue particolaritĂ e i suoi eroi. La BisiacarĂŹa, quel piccolo lembo di WHUUD FRPSUHVD IUD LO FRUVR GHO Âż XPH 7LPDYR e l’ultimo tratto dell’Isonzo, offre, nel giro GL XQ SDOPR GL PDQR XQD YDULHWj GL SDHVDJJL FKH VSD ]LDQR GDO PDUH DOOD ODJXQD DO &DUVR SDVVDQGR SHU TXHO OD IHUWLOH SLDQXUD FKH JOL VORYHQL GHÂż QLVFRQR Âľ/DĂŁNRÂś Quest’ultimo termine, in una accezione ormai da tempo DGRWWDWD VWD D LQGLFDUH ÂľOu GRYH LO WHUULWRULR VL DPSOLDÂś RY YHUR OD SLDQD ELVLDFD ( FKH OH JHQWL ELVLDFKH VLDQR GL DP SLH YHGXWH FRPH LO ORUR RUL]]RQWH WURYD FRQIHUPD QHJOL LQWUDSUHQGHQWL SHUVRQDJJL FKH LHUL FRPH RJJL GDQQR OX stro a questo territorio. Vincenzo ‘Enzo’ Borgia RUROR giaio, è uno di questi. Orologiaio con la passione per lo sport, tanto da inventarne uno: il Curling Bisiac... ÂŤCurling Bisiac q XQ PDUFKLR UHJLVWUDWR ,R H DOWUL LP prenditori legati al territorio, in particolare al comune

di Ronchi dei Legionari, ci siamo sempre chiesti come SRWHU IDUH D PDQWHQHUH YLYD OD QRVWUD FLWWj LQ EDUED DOOD JOREDOL]]D]LRQH FKH WHQGH D IDU GLYHQWDUH L FHQWUL VWRULFL dei ghetti e l’intera cittadina un dormitorio dipendente dalla grande distribuzione di beni di consumo effettuata nei centri commerciali. Ăˆ nata cosĂŹ Ronchi Live XQÂśDV VRFLD]LRQH SHU GLUH Âł5RQFKL YLYL ´ª Da un nuovo sport a un’associazione culturale? Š6H EHQ JHVWLWD TXHVWD Âż JXUD JLXULGLFD SXz GDYYH UR IDUH JOL LQWHUHVVL FROOHWWLYL PROWR PHJOLR GL XQ VLQJROR /R VFRSR SULQFLSDOH q GLYXOJDUH OD QRVWUD FXOWXUD VHQ]D LO Âż QH XOWLPR GHO OXFUR ,QROWUH XQÂśDVVRFLD]LRQH SXz DF FHGHUH D IRQGL H FRQWULEXWL H SXz FRQWDUH VXOOÂśLPSHJQR GL SL SHUVRQH TXLQGL SL IRU]D ÂľPRWULFHÂś 6LDPR LQ WDQWL D darci da fare per Ronchi LiveÂŞ Finora cosa avete organizzato? Š$EELDPR WUH JUDQGL HYHQWL SULQFLSDOL Âľ%LFHULDGHÂś Âľ&HQWR SHU FHQWR 5RQFKLÂś H OD PDQLIHVWD]LRQH QDWDOL]LD GRYH YLHQH PRQWDWD OD SLVWD GL JKLDFFLR FKH KD YLVWR QD scere il Curling Bisiac /D SULPD q XQD ÂľHQRSDVVHJJLDWDÂś IUD OH FDQWLQH H L JXVWL ORFDOL HVFOXVLYDPHQWH GL 5RQFKL GHL /HJLRQDUL &RQ HVFOXVLYLWj DPSOLDWD VL VYROJH Âľ&HQWR SHU &HQWR 5RQFKLÂś XQD VSHFLH GL Âľ5RQFKL ([SRÂś GHQWUR LO TXDOH WURYD VSD]LR LO Âľ5RQFKL *2Âś WDOpQWÂś FRQ OÂśDFFHQWR Foto in alto: Vincenzo Borgia durante una partita; D Âż DQFR OÂśRULJLQDOH WURIHR DVVHJQDWR DOOD VTXDGUD vincitrice del Torneo di Curling Bisiac (ph. Riccardo Berini - Oak Studio).

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VXOOD H FKH UHQGH OÂśLGHD GHOOD FDGHQ]D GHO GLDOHWWR ELVLD FR UDVVHJQD GL WDOHQWL SURYHQLHQWL GD WXWWD OD UHJLRQHÂŞ 8QD PDQLIHVWD]LRQH FKH VXSHUD L FRQÂż QL GHO WHU ritorio comunale... ÂŤIl concetto per cui è nata Ronchi Live q YLYHUH OD FLW Wj /H IHVWH QDWDOL]LH VRQR XQ PRPHQWR SDUWLFRODUH OH JDWR DOOD IDPLJOLD H DOOH SURSULH RULJLQL SHUFKp QRQ RU JDQL]]DUH TXDOFRVD FKH FL SHUPHWWD GL YLYHUH LQVLHPH FRPH XQD YROWD" 3HU QRL L FHQWUL FLWWDGLQL VRQR GHL Âľ&HQ WUL &RPPHUFLDOL 1DWXUDOLÂś FKH YDQQR ROWUH LO FRQFHWWR del mero acquisto al miglior prezzo; altrimenti non si VSLHJD SHUFKp TXL LO PHUFROHGu HVLVWD DQFRUD LO PHUFDWR all’aperto e perchè la gente lo aspetti come il dĂŹ di festa. /D VWUDGD q DQFRUD XQD PDHVWUD GL YLWD XQÂśRFFDVLRQH GL YLYHUH GL FRQRVFHUH GL LQFRQWUDUH LO WXWWR DOOD OXFH GHO sole o sotto le gocce di pioggia o con i capelli, per chi ce OL KD DUUXIIDWL GDO YHQWRÂŞ 6HFRQGR OHL SHU TXHVWR OD JHQWH YLHQH D SDWWLQD re all’aperto? Š/D JHQWH QRQ q ÂľFRVWUHWWDÂś EHQVu ÂľLQYLWDWDÂś D YHQLUH DOOD IHVWD GHO SDUFR ([FHOVLRU ĂŠ TXL OD GLIIHUHQ]D 9LVWR LO successo, siamo stati anche chiamati in altre cittadine a VSLHJDUH LO QRVWUR FRQFHWWR GL &HQWUR &RPPHUFLDOH 1DWX UDOH RYYHUR GL FRPH YLYHUH LO FHQWUR FLWWj ,O QRVWUR HYHQ WR QRQ q XQ PHUR ÂľKDSSHQLQJÂś PD XQ ULWURYR IUD DPLFL SDUHQWL SDHVDQL DIÂż QL H TXDQWÂśDOWUR GL XPDQD FRQQHV VLRQH HVLVWD 'LIDWWL LQ TXHVWD RFFDVLRQH q GDWD SRVVLELOL Wj DG DOWUH DVVRFLD]LRQL FKH OR GHVLGHUDQR GL SXEEOLFL]]D UH OD SURSULD DWWLYLWj H GL DYHUH XQ FKLRVFR SURSDJDQGLVWL FR &HUWR QRQ PL DVSHWWDYR TXHVWL QXPHULÂŞ Quante persone avete attirato? Š3HU TXDVL TXDUDQWD JLRUQL GL DSHUWXUD DYUHL SDUODWR GL VXFFHVVR VH DYHVVLPR VXSHUDWR L GLHFLPLOD YLVLWDWRUL QH DEELDPR DYXWL FLQTXDQWDPLODÂŞ Soddisfazione che ripaga delle nottate trascorse D LQQDIÂż DUH OD SLVWD SHU RWWHQHUH LO JKLDFFLR ÂŤAd aiutarmi ci sono sempre Michele e Alessio, altri FRPSRQHQWL GHOOÂśDVVRFLD]LRQH 6WLDPR GLPRVWUDQGR GL SR WHU DEEDWWHUH LO PDOHGHWWR Âľ1R VH SROÂś GLHWUR FXL VL WULQFH UDQR VRYHQWH L UHVSRQVDELOL GHL YDUL HQWL $EELDPR RWWHQX WR OÂśDSSRJJLR GHOOÂś$VFRP 0RQIDOFRQH H GHO 0DQGDPHQ WR DEELDPR SUHVHQWDWR LO QRVWUR SURJHWWR LQ 5HJLRQH RWWH QHQGR DVVLHPH D VROL DOWUL WUH FRPXQL LQ WXWWR LO )ULXOL 9H QH]LD *LXOLD LO EHQHSODFLWR SHU OD QRVWUD LQL]LDWLYD ( WXWWR LO GLSDQDUVL GHOOÂśLQWUHFFLR GL ULFKLHVWH DXWRUL]]D]LRQL H DF FUHGLWL VL q VYROWR VROR SHUFKp DOOD Âż QH HUDYDPR QRL D VSLH JDUH FRPH IDUH D SRUWDUH DYDQWL LO SURJHWWR 6H FL IRVVLPR WLUDWL LQGLHWUR DO SULPR QR WXWWR TXHVWR QRQ HVLVWHUHEEHÂŞ Un uccellino mi ha detto che l’idea della pista di ghiaccio è sua‌ ÂŤLa pista di ghiaccio è stata sempre un desiderio mio H GL 7L]LDQR PD GD TXL D ULYHQGLFDUH OD SDWHUQLWj GHOOÂśL GHD FH QH FRUURQRÂŤ GL SDWWLQL ÂŞ Finalmente torniamo al punto di partenza: il Curling Bisiac Âż QLWR DQFKH VXL SULQFLSDOL WHOHJLRU nali nazionali. Š1HVVXQR VL DVSHWWDYD XQ WDOH VXFFHVVR &L VLDPR FKLHVWL FRVD VL SRWHVVH SUDWLFDUH ROWUH DO SDWWLQDJJLR H VLD

,Q TXHVWD SDJLQD GXH LPPDJLQL GHO 7RUQHR GL &XUOLQJ %LVLDF disputato sulla pista di ghiaccio di Ronchi dei Legionari. mo andati a prendere informazioni sul Curling. Quando DEELDPR VHQWLWR L SUH]]L GHOOH Âľ6WRQHVÂś OH SLHWUH XWLOL]]D WH SHU LO JLRFR D PRPHQWL VYHQLYDPRÂŞ 0D FRPH KD GHWWR OHL YRL QRQ VLHWH WLSL GD PRO lare‌ ÂŤCon la goliardia che ci contraddistingue abbiamo SHQVDWR D FRVD SRWHVVH VRVWLWXLUH OH 6WRQHV H OH SHQWR OH D SUHVVLRQH OH ÂľDWRPLFKHÂś FL VRQR SDUVH VXELWR LO JLX VWR VXUURJDWR $EELDPR FUHDWR GHOOH VTXDGUH SHU SURYD UH ĂŠ Âż QLWD FKH OÂśDQQR VFRUVR KR GRYXWR GLUH GL QR DG DO PHQR VHGLFL FRPSDJLQL OR VWHVVR QXPHUR GHOOH SDUWHFL SDQWL DO WRUQHRÂŞ ( VWLDPR SDUODQGR GL XQR VSRUW SHU LO TXDOH OÂśLQ WHUHVVH VL HVDXULVFH LPPHGLDWDPHQWH GRSR OR VSH gnimento del braciere olimpico... Š&RPH GHJQR ULFRQRVFLPHQWR DEELDPR ULFHYXWR OD YLVLWD GHL YHUL PDHVWUL GHO &XUOLQJ GL &ODXW ĂŠ VWDWR XQ SLDFHUH H XQ RQRUH VRSUDWWXWWR ULFDPELDUH OD YLVLWD H Âż QDOPHQWH JLRFDUH FRQ OH 6WRQHVÂŞ 6LFFRPH QRQ YL SRQHWH OLPLWL $ TXDQGR LO SUL mo campionato mondiale di Curling Bisiac? 3HU RUD LO PDUFKLR q UHJLVWUDWR SRL VL YHGUj 0D OÂśLGHD FL q JLj SDVVDWD SHU OD WHVWD H GL VLFXUR VL VYROJHUj TXL ÂŞ &RVD FKLHGHUH DQFRUD D XQ HVWUR GHO JHQHUH" 1XOOD VH non quando aprirĂ la pista. Natale sembra lontano, ma il WHPSR SDVVD YHORFH ( XQD SDUWLWD D Curling Bisiac non FH OD SXz UXEDUH QHVVXQR

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©dronelife.com

P O L I Z I A D I S TA T O Rubrica a cura della Polizia di Stato della Provincia di Gorizia

I droni

Solo pochi anni fa quando si sentiva parlare di droni il pensiero andava a qualche film hollywoodiano oppure a sofisticatissime apparecchiature militari. Oggi, invece, il termine “drone” viene associato frequentemente agli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR). L’Italia, secondo gli ultimi dati, risulta essere visioni del Codice della Navigazione e possono essere il secondo Paese al mondo per la presenza di utilizzati esclusivamente per impiego ricreativo e spordroni. Ed è proprio questa esponenziale diffusio- tivo. Tuttavia, il Regolamento contiene specifiche dine che potrebbe creare diversi problemi d’inco- sposizioni e limitazioni applicabili all’impiego degli aelumità e di sicurezza pubblica; per questo motivo romodelli, in relazione allo spazio aereo e a garanzia l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) ha della sicurezza di cose e persone al suolo e degli alemanato uno specifico regolamento dedicato tri mezzi aerei. ai Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto. Fondamentalmente le differenze tra SAPR e aeromoOggi giorno il drone rappresenta uno stru- dello vengono dedotte in funzione di: caratteristiche del mento prezioso per nuove professioni hi-tech le- mezzo; finalità delle operazioni; finalità del volo; condiziogate ad esempio a rilievi fotografici ad alta riso- ne dello spazio nel quale i mezzi sono utilizzati. luzione, ricostruzioni tridimensionali del territorio I SAPR di competenza dell’Enac sono: SAPR di maso altri tipi di scansioni più complesse, ma è an- sa massima al decollo non superiore a 150 kg; tutti quelche una nuova possibilità per professionisti nel- li progettati o modificati per scopi di ricerca, sperimentalo svolgere lavori già esistenti. Agricoltori, gior- zione o scientifici. nalisti, operatori video, geometri, ingegneri edili Non sono di competenza Enac: SAPR di Stato o quele aerospaziali e, ancora, organizzazioni di primo li equiparati; SAPR che hanno caratteristiche di progetsoccorso, Forze dell’Ordine e Militari, solo per ci- to tali per cui il pilota non ha la possibilità di intervenire tarne alcuni, stanno scoprendo come utilizzare nel controllo del volo; SAPR che svolgono attività in spaal meglio questa nuova tecnologia per migliora- zio chiuso (indoor); SAPR costituiti da palloni utilizzati per re le loro attività. osservazioni scientifiche o palloni frenati. Il regolamento prevede una classificazione I SAPR a loro volta sono classificati in due tipologie degli APR in relazione alla loro massa al decol- in funzione del peso: sistemi con mezzi aerei di massa lo e alle caratteristiche tecniche, nonché specifi- massima al decollo inferiore ai 25 kg e sistemi con che autorizzazione per i piloti. Il concetto di base mezzi aerei di massa massima al decollo uguale o suè definire i livelli di sicurezza da assicurare nei di- periore ai 25 kg. versi scenari di utilizzo dei SAPR. I SAPR possono essere impiegati per operazioni speI “droni” sono considerati dei veri e propri aero- cializzate (cioè quelle attività che prevedono l’effettuaziomobili al pari dei più convenzionali elicotteri e ae- ne di un servizio professionale a titolo oneroso) o attiroplani. Il regolamento Enac distingue poi i mezzi vità di ricerca e sviluppo. Le operazioni possono esseaerei a pilotaggio remoto in: Sistemi Aeromobili a re effettuate in VLOS (Visual Line of Sight) ovvero condotte entro una certa distanza, sia orizzontale che vertiPilotaggio Remoto (SAPR) e aeromodelli. I SAPR sono impiegati o destinati all’impiego cale, che consenta al pilota di mantenere il contatto viin operazioni specializzate o in attività scientifi- sivo continuativo con il mezzo, senza aiuto di strumenti che, sperimentazione e ricerca e ad essi si appli- per aumentare la vista, oppure in BLOS (Beyond Line of cano le previsioni del Codice della Navigazione. Sight), ovvero operazioni condotte ad una distanza che Gli Aeromodelli non sono considerati aero- non consente al pilota di rimanere in contatto visivo diretmobili ai fini del loro assoggettamento alle pre- to e costante con il mezzo. 56

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Inoltre, vi è la fondamentale distinzione tra operazioni non critiche e critiche. Quelle non critiche sono operazioni specializzate condotte in VLOS che non prevedono il sorvolo, anche in caso di avarie e malfunzionamenti, di aree congestionate, assembramenti di persone, agglomerati urbani o infrastrutture sensibili. Prima di iniziare operazioni non critiche, è necessario presentare all’ENAC la dichiarazione che attesti la rispondenza alle applicabili sezioni del Regolamento e indichi le condizioni e i limiti applicabili alle operazioni di volo previste. In ogni caso il sorvolo di assembramenti di persone, cortei, manifestazioni sportive o inerenti forme di spettacolo è proibito. Per gli APR di massa massima al decollo uguale o superiore ai 25 kg è sempre necessaria una certificazione del mezzo aereo e un’autorizzazione rilasciata all’operatore, indipendentemente dalla criticità delle operazioni di volo. Le operazioni in VLOS sono consentite fino a una distanza massima sul piano orizzontale di 500 m e fino a un’altezza massima di 150 m, e devono essere condotte in modo sicuro e senza arrecare danni a terzi. Le operazioni SAPR non possono essere condotte: all’interno dell’ATZ (Aerodrome Traffic Zone) di un aeroporto e nelle aree sottostanti le traiettorie di decollo e atterraggio; a una distanza inferiore a 5 km dall’aeroporto a meno che non sia istituita una ATZ a protezione delle operazioni di volo; all’interno delle zone regolamentate attive e delle zone proibite, riportate in AIP (Aeronautical Information Publication). Le operazioni degli SAPR all’interno dei CTR (porzioni di spazio aereo attraversate da traffico controllato da Torri e radar) sono consentite nei limiti stabiliti dalle operazioni in VLOS. Nelle aree sottostanti le traiettorie di decollo e atterraggio oltre i limiti dell’ATZ e fino a 15 km, il limite di altezza per le operazioni dei SAPR è fissato a 30 m. Le operazioni in BLOS possono essere condotte esclusivamente all’interno di spazi aerei segregati (temporanei o permanenti), fermo restando le limitazioni e le condizioni di utilizzo individuate dall’ENAC. Per condurre un Apr bisogna essere in possesso di un appropriato riconoscimento di competenza, tranne per i mezzi di massa al decollo minore o uguale a 0,3 kg e con velocità massima minore o uguale a 60 km/h. Qualunque persona abbia una età minima di 18 anni e una idoneità psicofisica adeguata alle funzioni da assicurare, può ottenere un riconoscimento di competenza se dimostra di possedere le conoscenze aeronautiche basiche e la capacità di condurre un APR. I riconoscimenti si distinguono in “attestato di pilota” e “licenza di pilota”, entrambi con validità di 5 anni, rinnovabili. L’attestato di pilota consente di condurre gli APR di massa inferiore a 25 kg, in condizioni di VLOS, ed è rilasciato “per categorie di APR”. Per il rilascio dell’attestato occorre una certificazione medica, la frequenza di un corso di formazione, un programma di addestramento e un esame pratico presso un centro di Addestramento APR approvato dall’ENAC. La licenza di pilota, rilasciata in applicazione delle procedure in uso per il rilascio delle

altre licenze per il personale di volo, è invece necessaria per le operazioni BLOS o per gli APR di massa uguale o superiore a 25 kg. Per quanto riguarda invece gli aeromodelli, l’aeromodellista ha la responsabilità di utilizzare il mezzo in modo da rispettare le regole dell’aria, non arrecare rischi a persone o beni a terra e ad altri utilizzatori dello spazio aereo, evitare collisioni in volo e dare precedenza a tutti. Non è richiesta una riserva di spazio aereo se gli aeromodelli hanno: massa operativa al decollo minore di 25 kg; massima superficie alare di 500 dm2; massimo carico alare di 250 g/dm2; massima cilindrata totale dei motori a pistoni di 250 cm3; o massima potenza totale dei motori elettrici 15 kW o massima spinta totale dei motori a turbina di 25 kg (250 N) o massima potenza totale motori turboelica 15 kW. Inoltre l’attività deve essere effettuata di giorno mantenendo un continuo contatto visivo con l’aeromodello, senza aiuto di dispositivi ottici e/o elettronici. L’attività di volo deve essere effettuata in aree istituite dall’ENAC per attività aeromodellistiche o in aree opportunamente selezionate dall’aeromodellista, di raggio massimo di 200 m. e di altezza non superiore a 70 m., non popolate, sufficientemente lontane da edifici, infrastrutture e istallazioni, all’esterno delle ATZ o a una distanza di almeno 5 km dal perimetro di un campo di volo privo di ATZ. Non è consentito il sorvolo delle aree proibite o regolamentate. È consentita l’attività di volo fino a un’altezza massima di 150 m purché l’aeromodellista sia titolare di un attestato di aeromodellista con abilitazione al pilotaggio di aeromodelli rilasciato dall’Aero Club d’Italia. Su un aeromodello utilizzato in un luogo aperto al pubblico non possono essere installati dispositivi o strumenti che ne configurino l’uso in operazioni specializzate. L’effettuazione di operazioni specializzate con un SAPR senza la prevista autorizzazione dell’ENAC per operazioni critiche o senza la dichiarazione da parte dell’operatore per operazioni non critiche, comporta l’applicazione delle sanzioni prevista dall’art. 1174 del Codice della navigazione, senza escludere eventuali sanzioni per la violazione di disposizioni attinenti alla navigazione aerea, al codice della privacy e al codice penale. Questo breve intervento vuole sensibilizzare chiunque utilizzi un drone, sia esso un SAPR o un aeromodello, a prestare particolare attenzione non solo nel rispetto delle norme vigenti ma anche e soprattutto per la propria ed altrui sicurezza. Consigliamo pertanto di leggere con attenzione il regolamento per i Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto (edizione 2° del 16 luglio 2015) disponibile sul sito web dell’Enac (www.enac.gov.it) che entrerà in vigore il 15 settembre 2015.

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allertamento regionale

In caso di eventi potenzialmente catastrofici poter giocare d’anticipo è fondamentale per limitare i danni e salvare vite umane. Ecco come.

Servizio e immagini a cura di Protezione Civile della Regione FVG

PR OTEZION E

C IV ILE

Il sistema di

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Uno dei principali interventi non strutturali per la mitigazione del rischio meteorologico, idrogeologico e idraulico è la predisposizione di un efficiente sistema d’allertamento. Un tale tipo di sistema è finalizzato a prevedere gli eventi potenzialmente catastrofici con un anticipo sufficiente a porre in atto tutte quelle misure di protezione civile con le quali si può limitare l’impatto economico dell’evento in termini di danni e, soprattutto, contenerne l’impatto sociale in termini di salvaguardia della vita umana. Da questo punto di vista la nostra regione è riconosciuta come una delle regioni all’avanguardia, essendosi dotata già da diversi anni di un sistema di allertamento che nel tempo ha continuato a potenziarsi e a migliorarsi sia da un punto di vista procedurale che da un punto di vista tecnico-scientifico. Dal 1 dicembre 2014 è operativo il Centro Funzionale Decentrato (CFD) della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia. La struttura è prevista dalla normativa nazionale in materia di protezione civile e opera secondo le linee guida nazionali contenute nella Dir.P.C.M. 27/02/2004. Essa fa parte delle rete nazionale dei centri funzionali che costituiscono il sistema nazionale di allertamento insieme al Centro Funzionale Centrale operante presso il Dipartimento nazionale della protezione civile. |

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Dal punto di vista organizzativo, il Centro Funzionale del Friuli Venezia Giulia è suddiviso nel Settore Meteo e nel Settore IdroGeo. Al Settore Meteo sono demandate le previsioni, il monitoraggio e la sorveglianza dei fenomeni meteorologici. Tali attività sono svolte dall’ARPA, che concorre al Centro Funzionale tramite l’Osservatorio Meteorologico (OSMER) che predispone giornalmente, per le diverso zone di previsione meteo nelle quali è suddiviso il territorio regionale, un Bollettino di vigilanza meteorologica regionale dove per ogni fenomeno meteo viene indicato un indice di probabilità o significatività; qualora siano previsti fenomeni meteorologici avversi per le successive 24-36 ore, viene emanato un “Avviso meteorologico regionale” con evidenziati gli scenari previsti e la loro evoluzione spazio-temporale. I bollettini di vigilanza meteo non sono l’equivalente delle tradizionali previsioni meteo, ma rappresentano previsioni che attengono a scenari di protezione civile. Il Settore IdroGeo ha il compito di effettuare quotidianamente la valutazione dei possibili scenari di criticità idraulica e idrogeologica per le 4 zone di allerta che compongono la regione (figura 1) ed emette un “Bollettino di criticità regionale” ed eventualmente un “Allerta regionale”. Tale attività si basa sulla valutazione, sostenuta da adeguata modellistica numerica, della situa-


zione meteorologica, nivologica, idrologica, idraulica e idrogeologica attesa e dei previsti effetti al suolo secondo tre fasi: 1. assimilazione dei dati osservati e/o elaborazione della previsione circa la natura e l’intensità degli eventi meteorologici attesi; 2. previsione degli effetti che il manifestarsi di tali eventi dovrebbe determinare sul territorio regionale; 3. valutazione del livello di criticità complessivamente atteso nelle zone d’allerta, ottenuto anche confrontando le previsioni elaborate con i valori delle soglie prefissate. La valutazione è effettuata secondo quattro diversi livelli di allerta identificati con codice colore VERDE, GIALLO, ARANCIONE, ROSSO a cui sono associati scenari di riferimento via via più gravosi.

I documenti sopra citati sono pubblicati sul sito del Centro Funzionale Decentrato: http://cfd.protezionecivile.fvg.it mentre l’allerta viene diramato attraverso diverse modalità agli enti competenti ed una sintesi viene trasmessa via SMS ai cellulari in dotazione ai gruppi comunali di Protezione civile. L’Allerta Regionale viene altresì comunicato alla popolazione attraverso il sito web della Protezione civile della Regione all’indirizzo www.protezionecivile. fvg.it e trasmesso ai mass media regionali. L’Allerta Regionale consente quindi l’attivazione delle attività di controllo e presidio del territorio previste nella pianificazione d’emergenza dei diversi enti (Enti locali, Società di servizi, ecc.) secondo lo schema riportato in tabella 1.

Tali procedure costituiscono un fondamentale strumento di vigilanza e intervento tecnico, in particolare durante fasi temporalesche intense, ancor oggi di difficile prevedibilità. L’attivazione dei presidi territoriali è inoltre di primaria rilevanza nelle aree già vulnerate in passato da eventi calamitosi, laddove sussistono condizioni di rischio residuo che rendono necessario intensificare l’azione di vigilanza sul territorio a partire dalla fase di attenzione con l’informazione alla popolazione, durante e dopo gli eventi meteorici avversi. Tale attività è garantita grazie alla dedizione da più di 8.000 volontari organizzati nei 216 gruppi comunali di Protezione civile che costituiscono il cuore pulsante del sistema di Protezione Civile della nostra Regione. L’attività di pianificazione ha trovato recentemente nuovo impulso con la pubblicazione in rete del portale dedicato ai piani comunali di emergenza (http://pianiemergenza.protezionecivile.fvg.it), nel quale trovano integrazione tutte le informazioni condivise tra i Comuni e la Protezione civile della Regione. Il portale è aperto anche ai cittadini per le informazioni di utilità generale (aree di attesa da utilizzare in caso di evento sismico, principali edifici strategici, etc.) anche attraverso l’applicativo MoPiC, scaricabile gratuitamente dagli App store delle due principali piattaforme in uso, Android e iOS.

Attraverso questo portale, la Protezione civile della regione fornisce criteri, modalità e indicazioni operative per l’aggiornamento periodico dei Piani comunali di emergenza dei Comuni del Friuli Venezia Giulia. In Italia e nella nostra regione la Protezione Civile quindi, a differenza di altri Paesi, non è esclusivamente la “macchina per il soccorso”, che interviene solo dopo un evento calamitoso ma è, soprattutto, un “sistema” presente a tutti i livelli sul territorio che ha una visione completa del problema che va dalla previsione e prevenzione degli eventi, alla gestione delle operazioni di soccorso, fino alle attività post-evento. Gabriele Peressi e Nelly Zanette

Tabella 1 |

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Un nuovo modo

Rubrica a cura di Massimiliano Sinacori

D I R I T T O

di comprare casa

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Utile per chi vuole divenire proprietario di un immobile pur non avendo disponibilità economica. Occhio però ai rischi. Specie per i venditori. Con il Decreto Legge n. 133 del 12 set- le acconto per l’acquisto del bene e, allortembre 2014, noto come decreto “sbloc- ché manchi l’indicazione della cifra esatta, ca Italia”, il legislatore italiano ha inserito si ritiene che lo stesso debba restituire l’innella rosa dei contratti finalizzati all’acqui- tera somma versata nei mesi di godimento. sto di immobili il rent to buy, un istituto utiUn esempio chiarificatore: si consideri le per chi voglia divenire proprietario di un la vendita di un appartamento per 100.000 bene immobile ma non sia nella disponibi- euro. Il canone mensile convenuto è di lità economica per procedere all’acquisto. 1.000 euro. Si potrebbe presumere che Il rent to buy consente a un soggetto 500 euro vengano corrisposti per il godiinteressato, detto conduttore, di ottenere mento del bene e i restanti 500 euro vensubito il godimento dell’immobile, dappri- gano imputati al prezzo di vendita (come ma in locazione (rent) e poi in proprietà fossero un acconto sul prezzo complessi(buy); allo scadere del termine, che viene vo dell’immobile) con l’effetto di ridurre tale pattiziamente previsto dalle parti, il con- prezzo allo scadere del termine. Dopo cinduttore ha la facoltà di acquistare il bene que anni, termine fittizio per il caso esemriducendo il prezzo complessivo dell’im- plificativo, il conduttore avrà il diritto di deporto già versato ratealmente. Ciò è pos- cidere se acquistare il bene per 70.000 sibile in quanto una parte di quanto paga- euro (in quanto 30.000 euro sono stati già to mensilmente viene imputata a titolo di corrisposti con la parte di canone anticicorrispettivo per la vendita e una parte a patoria) ovvero farsi restituire quanto antititolo di godimento come accade nel con- cipato. In assenza di una chiara divisione tratto di affitto. della quota mensile il conducente sarebÈ molto importante indicare espressa- be costretto a riconsegnare l’intera somma mente nell’accordo quale parte della quota versata dal conduttore nei mesi di utilizzo sia da imputare al godimento e quale parte del bene (60.000 euro), essendo presunto valga come rata anticipatoria al pagamen- un comodato gratuito a fronte di una corto del bene. Questo perché possono sor- responsione solo finalizzata alla vendita. gere problemi qualora il conduttore decida L’obbligo di restituzione di tutte le somme di non acquistare il bene: in caso di man- incassate appare ingiusto in quanto l’altro cata vendita, infatti, è fatto obbligo al con- contraente ha comunque goduto del bene cedente di restituire i canoni versati qua- stesso. |

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R E N T TO B U Y


Prima della introduzione della nuova fattispecie in esame, per ottenere il duplice risultato di locazione e vendita, l’unica soluzione era ricorrere al contratto atipico di locazione con patto di futura vendita. Anche in questo secondo caso il soggetto interessato all’acquisto del bene veniva immediatamente immesso nella disponibilità del bene immobile e, dopo un determinato periodo, si addiveniva alla traslazione della proprietà. Tale disciplina presentava limiti rilevanti: in primo luogo non era possibile garantire al promittente acquirente una tutela adeguata cui nei confronti dei terzi, per i limiti di efficacia della trascrizione. In secondo luogo era problematico trovare una giustificazione causale per una somma di denaro inizialmente corrisposta a titolo di locazione che, al momento dell’acquisto, mutava necessariamente il titolo in compravendita. Per tali ragioni è stato espressamente disciplinato il rent to buy, che fonde in un nuovo contratto tipico - con una propria causa - i contratti di locazione e del preliminare di vendita di un immobile. Tecnicamente è un contratto consensuale a effetti obbligatori, che può essere trascritto in via prenotativa ai sensi dell’art. 2645 bis e può avere a oggetto qualsiasi bene immobile: appartamenti, cantine, negozi, uffici, capannoni, autorimesse e perfino terreni. Può inoltre avere a oggetto un immobile in costruzione: in questo caso è addirittura previsto che in caso di fallimento dell’impresa di costruzioni proprietaria la vendita non sia soggetta a revocatoria fallimentare, se pattuita al giusto prezzo e finalizzata a uso abitativo. Ma quali sono i vantaggi e i rischi per il venditore? Sicuramente il venditore ha la possibilità di trovare un numero più alto di acquirenti interessati e, in caso di mancato pagamento dei canoni, ha diritto alla risoluzione del contratto nonché alla restituzione dell’immobile (trattenendo i canoni già versati a tito-

lo di indennità). Quanto al rischio è duplice. Può accadere che il conduttore, allo scadere del termine, decida di non comprare l’immobile, al che può trattenere parte di quanto è stato pagato (nella percentuale imputabile all’aspetto locatorio del contratto se è stata espressamente indicata), ma può anche darsi che il conduttore usufruisca del godimento del bene e si renda inadempiente al pagamento dei canoni mensili. Il problema in questo caso è che la disciplina generale del rent to buy non prevede una procedura di sfratto e quindi nessuno specifico strumento giudiziale a tutela dei diritti del conducente. L’unica difesa che è in grado di porre in essere il concedente è inserire preventivamente nel contratto un’apposita clausola di rilascio immediato del bene qualora ci siano ritardi nei pagamenti da parte del conduttore. Ulteriormente si consiglia ai futuri venditori di pattuire un canone di godimento più alto rispetto a quello previsto per una normale locazione essendo la trattenuta dei canoni l’unica tutela significativa e diretta che può avere il proprietario cedente in caso di inadempimento. La dottrina si è interrogata anche sulla possibilità di inserire una clausola accessoria comportante l’obbligo di acquisto del conduttore. L’opinione oggi prevalente è contraria a questa ipotesi in quanto ciò comporterebbe una modifica del contratto tale da farlo ritornare atipico e quindi non efficacemente trascrivibile.

Massimiliano Sinacori Per approfondimenti ed esame di alcune pronunce e della casistica in materia è possibile rivolgere domande od ottenere chiarimenti via e-mail all’indirizzo massimiliano@avvocatosinacori.com


I L T E M P O E N O I /1

Passato, presente e futuro: in tutto ciò dove mi ri-trovo?

Rubrica di Manuel Millo

S O C I A L E

“Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono: e intanto il tempo si consuma e fugge via”. (Antifonte)

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E il passato ci stringe come se fossimo legati a esso da un filo indissolvibile. E il futuro ci affascina e ci spaventa. Sublime. Così mi chiedo di cosa abbiamo veramente bisogno; e in questa verità, sincerità, cosa ritrovo? Me stesso, un fiume di memoria, un arco temporale di ricordi sfocati, un nitido arcobaleno di piacevoli sensazioni; e passa una canzone e mi sento cullare; e la primavera mi regala un profumo, un ricordo. Mi racconto menzogne costruendo una realtà che non esiste, fatta di opinioni, di pensieri e di punti di vista. Ascolto le persone, osservo i loro volti, tristi, impavidi, sfocati tizzoni di felicità che si aprono attraverso l’Abraxasadabar (II sec. origine della parola magica “abracadabra”) di un sorriso; e mi domando perché non possano durare, dove risiede l’indirizzo della felicità tanto agognata in questa nostra natura umana? Penso agli smarrimenti del “cammin della vita” e all’invisibile rotta del tempo che passa; uno scorrere atomico fatto di numeri e misure, un concetto fisico che irrompe nel mio animo, nel mio respiro quotidiano. E mi chiedo dove va a finire tutto ciò. E sotto i nostri occhi il mondo cambia; ciò che ritenevamo una garanzia si evolve spesso nell’incertezza di una nuova scoperta. La Terra non è piatta e non è ferma, e mi chiedo perché il calore va dalle cose fredde, vuole scaldarle? Perché? Mi sento come un Ulisse joycessiano, un flusso di pensieri attraversano la mia mente, ma sono solo terminazioni nervose? E penso al tempo. E cerco conferme. Così mi rivolgo ad amici fidati. Per Kant il tempo, così come lo spazio, è una forma a priori della sensibilità. E per Bergson il tempo della fisica è diverso da quello della coscienza. Il tempo come unità di misura, infatti, si risolve in una spazializzazione in cui ogni istante è oggettivamente rappresentato e qualitativamen|

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te identico a tutti gli altri; il tempo originario, invece, si trova nella nostra coscienza che lo conosce mediante intuizione; esso è soggettivo, e ogni istante risulta qualitativamente diverso da tutti gli altri. Così un giorno ci alziamo, ci destiamo dal nostro torpore e considerando che “…comunque vadano le cose lui passa” (Lorenzo Cherubini), ci rendiamo conto di essere alla ricerca del nostro destino. E di avere molta urgenza di viverlo “hic et nunc” (qui e ora). Curioso immaginare che mentre lo stiamo pensando però già lo stiamo edificando, attraverso i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni. Riflettiamo. Profondamente. Infatti oggi più che mai si incide diffusamente sul concetto di vivi il presente. Perché? Di che cosa abbiamo paura? Dove risiede il confine del “nostro tempo”? Perché nella paura di perderlo non ci rendiamo conto di essere distratti da molteplici situazioni esterne a noi stessi, influenzati, se non addirittura ipnotizzati, da un qualcosa che è altro da noi? Qual è il nostro fine/obiettivo universale? Può essere semplicemente materiale? Certo dobbiamo uscire da noi stessi per riconoscerci, ritrovarci e riconciliarci, ma alle volte in questa uscita non ritroviamo più la via di casa, come se qualcuno volutamente avesse tagliato il filo di Arianna che avevamo posto per ritornare a noi, in quel luogo dove nasce la nostra storia, da cui tutto comincia. “Cercate il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi verrà dato in sovrappiù” (v. Matteo 6,33); e se questo consiglio, visto in una accezione più ampia, significasse di ritornare a trovare noi stessi, dentro di noi, e tornando a casa ci permettesse di ricongiungerci con la nostra natura interiore, rappresentazione del divino universale, dove passato, presente e futuro coesistono nel progetto universale di ritorno alla natura che ci ha generato. Siamo stati capaci di creare mille distrazioni e impegni che a un certo punto sono arrivati ad attanagliarci l’esistenza. Ed ecco che il principio del tempo


si unisce a quello del senso e delle emozioni. Che senso ha questa vita e quelle passate di chi ha lottato affinché noi fossimo qui, di chi ha donato se stesso per la ricerca e lo studio di un futuro migliore. Naturalmente anche qui subentra il punto di vista, migliore per chi? E per andare dove se non troviamo più la rotta? La scienza ci offre un punto di vista molto particolare. Pensiamo al calore. Non appena c’è “calore” il futuro è diverso dal passato - ricorda Carlo Rovelli in una delle sue lezioni di fisica. Quindi il calore influenza il tempo e ci permette di distinguere il passato dal futuro. Facciamo un esempio: fintantoché non c’è attrito, un pendolo continua a oscillare per sempre. Se lo filmassimo proiettando il film al contrario, vedremmo un movimento del tutto possibile. Ma se c’è attrito (forza, energia, calore, amore in una visione che può ampliare esempi, raggi di azione e punti di vista) il pendolo scalda un poco i suoi supporti, perde energia e rallenta. L’attrito dunque produce calore e subito siamo in grado di distinguere il futuro (verso cui il pendolo rallenta) dal passato: non si è mai visto che un pendolo parta da fermo e cominci a pendolare con l’energia ottenuta dai suoi supporti. E se fosse così anche per i rapporti umani? Per le emozioni e i ricordi? Del resto si dice che il tempo guarisce tutte le ferite e/o stempera tutti i momenti più difficili e accentua quelli più belli. Significa che il calore delle nostre emozioni, percettibili con il cuore, viene assorbito dal tempo; esso stempera certe sensazioni e ne fortifica altre; certe cose addirittura restano indelebili, ci portano a compiere determinati atti o scelte, come se quel calore ne alimentasse un altro. La fonte è dentro di noi. Sempre. Ecco perché ritornare li. Ecco perché emozione e tempo si abbracciano costantemente. Pensiamo a quando doniamo. Chiamiamo il dono anche con il termine “presente”. Ma quante volte coscientemente doniamo un’emozione insieme o al posto di un oggetto. Se vi facessi la domanda “che cosa avete regalato a un vostro amico per il compleanno?”, voi potreste pensare a un orologio, un profumo, un disco, una maglia, ma il vostro Amore e il vostro Tempo? Certo mi direste che lo avete concentrato dentro l’oggetto; allora mi chiedo ancora perché quando vediamo un disegno di un bambino per i suoi genitori ci emozioniamo maggiormente rispetto a una scatola di cioccolatini? (Attenzione non metto in dubbio il regalo come oggetto di per sè, voglio solo esplicitare il senso di come questo venga edificato e/o condotto a destinazione). Ma alla fine ci manca sempre tempo. Nel prossimo numero la seconda e ultima parte

Manuel Millo, membro AGCI, Associazione Generale Cooperative Italiane


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L I B E R A L I Z Z A Z I O N I t defwalls_com

D R O G H E

Giovani alla deriva S O C I E T À

Tra favorevoli e contrari la nuova proposta di legge sulla liberalizzazione delle droghe lascia aperto un fronte estremamente delicato è già fuori controllo: l’abuso da parte dei minori. In attesa di approvazioni definitive, la proposta di legge sulla liberalizzazione delle cosiddette droghe leggere continua a far discutere. Se da un lato infatti la vastità della loro diffusione rende pressoché impossibile bloccarne e sanzionarne l’uso in maniera efficace, dall’altro la proposta in discussione in Parlamento rischia di aprire la strada a scenari tanto pericolosi quanto incontrollati che coinvolgeranno in particolare i minori.

Rubrica a cura di Andrea Fiore

Distacco dalla realtà

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Esempi concreti ci aiutano a comprendere meglio la delicatezza della questione. Secondo il nuovo testo di legge in esame, le persone in possesso fino a 5 grammi di cannabis non saranno più perseguibili, minori compresi. Ma proprio i minori, e in particolare gli adolescenti nella fascia d’età 12-15 anni, risultano al giorno d’oggi le vittime più vulnerabili delle droghe leggere, che su un organismo così giovane non risultano per nulla leggere. Semplice riflessione: se l’uso degli spinelli tra i minori è in continua espansione, secondo quale criterio la sua liberalizzazione dovrebbe far diminuire il fenomeno?

Drammi quotidiani Desidero condividere l’esperienza che ogni giorno vivo sul campo per far comprendere la drammaticità della questione. Sebbene i dati sulla reale diffusione della cannabis tra i giovani sia|

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no difficili da ottenere con oggettività, le condizioni dei minori che giungono ai Servizi forniscono spiegazioni migliori di qualsiasi dato. Perché parliamo di ragazzini tredicenni o quattordicenni che fumano numerosi spinelli al giorno (non si tratta più della “canna” del sabato sera), iniziando la mattina subito dopo essersi svegliati. Un’abitudine che col tempo annienta le facoltà cognitive dei giovani portandoli, in casi sempre più frequenti, ad alterazioni psichiche o a vere e proprie forme di delirio. Con ripercussioni devastanti sulla loro vita: dall’abbandono della scuola a quello della famiglia, dalla frequentazione di cattive compagnie all’aumento dell’istinto di aggressività verso gli altri. Qualcuno potrebbe tacciarmi di catastrofismo, ma finché non si sente con le proprie orecchie i racconti di genitori terrorizzati che di notte si chiudono in camera per paura che il proprio figlio alterato possa aggredirli, o non si vede con i propri occhi i carabinieri prelevare da casa in manette un quindicenne fuori di senno, forse non si comprende realmente la portata assunta oggi giorno dal fenomeno.

Come intervenire? La domanda di cui sopra è drammaticamente semplice e terribilmente senza risposta, perché quando i giovani (e non solo loro) sono sotto l’effetto di queste droghe è impossibile parlarci. Tra tanti dubbi la statistica offre una poco rassicurante certezza: se si liberalizza il consumo e, conseguentemente, si aumenta il quantitativo di sostanze in


circolazione, aumenteranno anche le probabilità che altri adolescenti entrino in questo tunnel. Più facile, allora, porre un ulteriore quesito: questa soluzione migliorerà o no la situazione? Prima di rispondere, è necessaria un’ulteriore precisazione.

Dal consumo allo spaccio L’eventuale processo di legalizzazione rischia di avere ripercussioni pesanti anche in altra direzione, perché non potranno essere perseguiti nemmeno i minori che “condivideranno” assieme ad altri i quantitativi autorizzati per legge. Una sottile linea di demarcazione in terminologia destinata a spalancare le porte verso interpretazioni pericolose. Facile intuire, infatti, come la criminalità organizzata rischi di avere strada libera all’arruolamento di giovani spacciatori under 18 che diventeranno l’anello di congiunzione nella catena della distribuzione della droga. Il tutto con forze dell’ordine pressoché impotenti e famiglie disperate che non potranno richiedere interventi d’aiuto da parte dei medici e dei Servizi. Se la liberalizzazione delle droghe leggere arginerà nel tempo la loro diffusione, quindi, sarà tutto da dimostrare. Sul fatto che renderà più soli i genitori e la società nel contrastarne l’abuso tra i giovani, invece, purtroppo non sembrano esserci dubbi.

dott. Andrea Fiore Medico delle Farmaco-Tossicodipendenze, psichiatra andrea.fiore@imagazine.it


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R E A LTÀ E P O S I T I V I TÀ

Servizio a cura di Cristian Vecchiet

P E D A G O G I A

Sappiamo ancora stupirci? Fare esperienze nuove è decisivo per poter maturare. Ma esplorare vuol dire anche fare le cose di tutti i giorni con atteggiamento diverso. In molti hanno sostenuto l’importanza dello stupore e della meraviglia. Si pensi in particolare a Platone e Aristotele che esplicitavano la centralità della “meraviglia del filosofo”. La meraviglia è la percezione di qualcosa di più grande, di qualcosa che non conosci, che ti sovrasta, che non puoi padroneggiare. L’atteggiamento di stupore rappresenta la premessa all’apertura alla realtà. Ed è per questo che esso è centrale anche in educazione. In fondo lo stupore è il riconoscimento (emotivo e razionale) che la realtà esprime un’eccedenza positiva rispetto alla persona. Lo stupore è il riconoscimento della positività della realtà, della sua incomprimibilità come anche del suo carattere enigmatico. In altre parole, la realtà si mostra come infinitamente più grande di me e impossibile da ridurre ai miei schemi emotivi e cognitivi. Lo stupore è il sentimento dell’attrattività della realtà: la realtà mi supera, mi trascende. Non solo, la realtà a me esterna e che mi include manifesta sempre qualcosa di irriducibilmente inedito, qualcosa di infinitamente nuovo, qualcosa di costantemente altro da me. La realtà mi oltrepassa ma anche mi comprende. Io stesso ho qualcosa di estraneo rispetto a me stesso: tra me e me c’è una distanza, un’opacità. Lo stupore apre anche al senso dell’enigma, dell’incertezza e dell’angoscia per ciò che può spaventare e lasciare attoniti. L’apertura alla positività della realtà ci apre anche alla possibilità dell’angoscia. 66

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Lo stupore non solo fa percepire la distanza tra me e il mondo ma anche l’impossedibilità della realtà. La realtà non mi appartiene perché è altra da me e mi sovrasta, mi supera. Per quanto ci provi, non riuscirò mai a soggiogarla. Là dove lo stupore raggiunge l’apice è il “volto d’Altri” (E. Lévinas). L’altro esprime il massimo dell’inedito, dell’eccedente e dell’inafferrabile. Non solo: l’altro è la condizione per conoscere me stesso e relazionarmi con me stesso. L’altro è la porta di accesso alla mia identità e alla mia realizzazione. Lo stupore apre al senso religioso, al sentimento del “mysterium tremendum et fascinans” (K. Otto). Lo stupore non è solo un sentimento ma un atteggiamento decisivo nell’incontro con la realtà, con gli altri e se stessi. È decisivo perché costituisce la spinta ad aprirsi al reale, la spinta a porsi le domande sul senso di ciò che ci circonda, sul significato della vita. Lo stupore è la premessa alla capacità di interrogarsi sulla realtà e sul senso delle cose. Esso in fondo sta alla base del pensiero critico e dell’atteggiamento morale. È possibile, e come, educare allo stupore? È possibile sostenere l’atteggiamento di meraviglia mediante l’esplorazione della realtà, la cura dell’attenzione verso l’esterno, la sperimentazione di se stessi e la formazione a un atteggiamento di interrogazione. Fare esperienze nuove è decisivo per poter maturare. E soprattutto è importante che siano espe-


rienze assaporate, gustate e pensate. Fare una gita in montagna, andare al mare, visitare un museo, studiare all’estero, ascoltare un genere musicale diverso dal solito, provare uno sport diverso dall’ordinario, leggere un libro di un autore cui non siamo abituati, ascoltare un ragionamento alternativo... Ma esplorare e sperimentare vuol dire anche fare le stesse cose con atteggiamento diverso. Vuol dire scoprire che cenare non equivale a ingoiare, che ascoltare una musica o un amico che si racconta non vuol dire semplicemente sentire, che studiare non corrisponde a imparare a memoria per superare una prova... Decisivo è l’accompagnamento da parte dell’adulto significativo, da parte dell’adulto che rappresenta un punto di riferimento importante per il ragazzo. In primis i genitori. Accompagnare vuol dire dare l’esempio, mostrare un modo diverso di fare le cose, e anche argomentare, spiegare il perché di alcune scelte e di un certo stile nel fare le cose e sollecitare alla domanda sul perché, sul senso e sulla possibilità di uno stile diverso di fare le cose. Gli esempi ovviamente potrebbero essere i più svariati. Un adulto può invitare il bambino o ragazzo a fare una passeggiata o andare a pesca o altro e mostrare (senza necessariamente dirlo) come si può gustare l’alba o il tramonto o la bel-

lezza ambientale o la semplice compagnia. Oppure se l’adulto vede il ragazzo che frettolosamente o distrattamente o meccanicamente svolge una mansione, può semplicemente mostrargli un modo diverso di realizzarla. E magari può argomentare. E chiaramente senza moralismi. Oppure può cogliere l’occasione data da un avvenimento o da un programma che si sta vedendo alla TV per raccontare un’esperienza per lui significativa e il mondo in cui l’ha gestita. Oppure di fronte a una cosa che il ragazzo non capisce, chiedergli di rifletterci e di non essere avventato nelle sue prese di posizione. Sono esempi che implicano l’attesa, la sosta, l’ascolto, la messa in discussione... Lo stupore non è solo un atteggiamento verso il mondo, importante quando si è piccoli. Esso è decisivo sempre. Anche quando si è adulti. Esso rende possibile in ogni età “l’apprendimento trasformativo” (Mezirow J.), la ritessitura delle proprie mappe cognitive, affettive e morali. Farne uno stile di vita fin da bambini è favorire una modalità di stare al mondo che diviene risorsa per tutto l’arco dell’esistenza.

Cristian Vecchiet

Collaboratore presso l’associazione La Viarte, è docente di Etica e Teologia dell’Educazione presso l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia.


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EQUILIBRIO E AU TOSTIMA

Rubrica a cura di Giuliana De Stefani

P S I C O L O G I A

Come vorremmo essere trattati?

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Senso di colpa, senso di responsabilità, invidia: difficile il vivere quotidiano. A tutti piace avere una “buona reputazione”: sentirsi stimati e considerati dagli altri infonde sicurezza in noi stessi, ci dà lo stimolo a realizzarci e contribuisce a mantenere o accrescere la nostra autostima. In sostanza l’autostima è un costrutto interiore per il quale noi sentiamo che “ci meritiamo” il bene, le cose buone della vita e di conseguenza riteniamo di meritarci alcune occasioni per raggiungere obiettivi personali, sfruttando attitudini e prerogative individuali. È bene tenere presente che l’origine dell’autostima, il suo nucleo, prende forma già a partire dall’infanzia: sentirsi amati, accettati, degni di attenzione diventa l’ingrediente fondamentale per la percezione di essere riconosciuti come persone degne di vivere. Nell’adolescenza l’autostima si arricchisce di nuove informazioni e acquisisce una prima struttura piuttosto stabile: in questo periodo si delinea una certa consapevolezza nell’adolescente del suo “posizionamento” non solo rispetto all’ambiente familiare, ma anche in quello amicale e sociale secondo vari parametri di inserimento, esclusione, dominanza, sottomissione, dipendenza, autonomia e altri ancora. Spesso non si tratta di una comprensione scientifica della propria posizione ma solo di |

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quando il nostro modo di vedere le cose rende una “sensazione” emotivamente connotata: benessere o disagio, serenità o senso di colpa, proattività o apatia. Questo aspetto strutturale della nostra personalità riveste grande rilevanza in tutte le scelte che ci ritroviamo a fare nel corso della vita poiché condiziona dal profondo le opportunità che possiamo cogliere (perché abbiamo il permesso di farlo, in quanto ce lo meritiamo) e quelle che dovremo lasciare o su cui falliremo (perché abbiamo un divieto interiore: non ce le meritiamo). In sostanza, nelle persone che dispongono di un sistema interiore fortemente svalutativo, troveremo spesso esiti di insuccesso, rinuncia e autosabotaggio della progettualità personale e purtroppo anche alcune conseguenze pratiche per le persone che entreranno in relazione con questi soggetti. Una domanda frequente che viene posta: “perché devo svalutarmi, non riesco a credere in me stesso, non mi do delle possibilità, non credo di meritarmi le cose buone della vita?... Io non ho fatto niente di male…”. Questo tipo di pensiero rivela chiaramente la genesi di una bassa autostima: a livello intrapsichico (non sociale) è il senso di colpa il fulcro che mette in moto tutte le dinamiche autosvalutative.


Il senso di colpa è un fenomeno tipicamente infantile rispetto al senso della responsabilità, che appartiene all’adulto. Il senso di colpa è molto dichiarativo, statico, fissato nel passato, quindi non c’è nulla da fare. Il senso di responsabilità invece è circostanziato, attuale, implica il rimediare l’errore o il danno e soprattutto risarcire, riportando il sistema a un nuovo equilibrio. È evidente che è molto più comodo avere qualche senso di colpa e dimenticare il problema piuttosto che accollarsi responsabilità adulte e operare per ripristinare equilibri che noi stessi abbiamo compromesso. Da questo punto di vista possiamo dedurre che chi vive di molti sensi di colpa “non vuole crescere”, poiché sarebbe noioso e faticoso rimediare ai precedenti comportamenti sbagliati. Ma esiste un’altra origine del senso di colpa: il cattivo pensiero. Se prima abbiamo parlato di comportamenti, ora che affrontiamo il tema dei “cattivi pensieri”, appare subito chiaro che la possibilità di liberarsi da questo tipo di senso di colpa appare quasi nulla: se fai del male concretamente, con impegno e fatica puoi rimediare e redimerti, eliminando la tua colpa, ma se pensi male degli altri… che mezzi hai per riscattarti? Per esempio, come si fa a rimediare a pensieri di invidia verso tutti coloro che sembrano essere meglio posizionati di noi? L’invidia è il desiderio che altri perdano ciò che hanno più di noi affinché tra noi e il loro successo si accorcino le distanze… “Adesso che hai perso io ti ho quasi raggiunto, non sei tanto più di me!” Naturalmente ciò non accade mai: chi pensa male non lavora seriamente sulle sue possibilità reali, preferisce fantasticare disgrazie o agire a danno altrui. L’invidia è senz’altro l’abitudine mentale più inesorabilmente distruttiva della nostra autostima: genera una colpa non rimediabile, che anzi si accumula nel tempo fino a diventare tossica. In breve chi pensa male, proietta sugli altri questo atteggiamento e si convince che tutti pensino male di lui (o di lei) e forse che parlino male… infine che facciano di tutto per ostacolarlo o danneggiarlo. In sostanza si inducono meccanismi paranoidi e ostili. Come si può vivere così? È un inferno. Per ristabilire un minimo di equilibrio interiore l’adulto invidioso, con scarsa autostima può percorrere varie strade che esploreremo assieme.

Giuliana De Stefani Psicologa psicoterapeuta


F I G L I D I U N O S P O R T M I N O R E o v v e r o , s a r a n n o ( s t a t i ) q u a s i f a m o s i !

Calcio balilla, gioco o sport? Il protagonista di una vecchia e gioiosa pubblicità, alla fine dello spot, urlava: “Io non ho mai provato Hurrà”. E allora, diciamolo, chi non ha mai provato a giocare a calcio balilla? Ma il calcio balilla, o calcino o calcetto o biliardino come dicono in alcune parti d’Italia, è solo un gioco o anche uno sport? Per avere lumi, in quel di Udine mi rivolgo a Pierangelo ‘Pier’ Angelillo, virtuoso della ‘stecca’, già a suo tempo campione d’Italia. «È senz’altro uno sport; con le sue regole, la sua moralità e il suo fair play. Come tanti altri sport ‘minori’ – racconta – ha le sue vicissitudini legate alla organizzazione dell’evento in sé. Ad esempio, fino a un po’ di anni fa, esistevano tante federazioni, spesso legate alla marca costruttrice del tavolo da gioco, e ognuna si faceva il proprio campionato assegnando il proprio titolo, per cui c’erano più persone che potevano fregiarsi di aver conquistato il Tricolore». Lei quando ha cominciato? «All’età di sei anni, in oratorio a Trieste. La mia famiglia viveva lì quando ero bambino e il mio hobby era andare in parrocchia e sfidare a calcetto i ragazzi di diciotto anni. Inutile dire che non ero io quello che perdeva...» Un talento naturale. Un vero e proprio… «Calcettista, così ci chiamano. Viene anche accettata una versione più grossolana di ‘calcet-

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taro’, tanto per dire che non ci perdiamo in chiacchiere». Se fosse un calciatore tradizionale le chiederei in quale ruolo gioca. «Anche noi abbiamo i ruoli; portiere o attaccante, come anche le nostre specialità che sono il singolo, la coppia e la coppia mista. Io il singolo l’ho praticato più da bambino, poi crescendo ho giocato per un periodo come portiere, per poi seguire l’istinto e passare all’attacco. Sono uno a cui nella vita piace cogliere le occasioni al volo; mi piace sentire dove andrà a parare una situazione, anche sentimentale, e l’attaccante del calcetto deve cogliere l’attimo infinitesimo durante il quale una pallina lanciata a velocità pazzesca passa vicino al piede dell’omino della sua stecca e riuscire a deviarla per realizzare un gol. È una scarica di adrenalina, di energia, che nutre tutto il mio io». Le gare di calcetto durano una eternità. Fa qualche preparazione particolare? «Non ne ho mai sentito il bisogno. Sono un tipo attivo per natura e l’affinamento della mia preparazione negli anni addietro si riduceva a provare qualche colpo studiando le geometrie del movimento. Non ho mai sentito parlare di preparazioni atletiche particolari; certo, c’è chi ha il calcetto in camera da letto e appena si sveglia prova e riprova tecniche varie. Per


me posso dire che, giusto per carburare, un paio di colpi di riscaldamento ci stanno sempre bene». Tuttavia sembrerebbe impossibile resistere a gare che durano oltre ventiquattro ore senza una preparazione adeguata… «È la passione, l’adrenalina dell’agonismo, quella che ti tiene su. Forza mentale? Quella sempre, d’altronde anche nella vita di tutti i giorni non può mancare. Però tengo a sottolineare che solo la passione, e il conseguente grande piacere che dà giocare a calcetto, sono la leva che mi spinge a percorrere centinaia di chilometri pur di fare una partita». Con il suo sport ha girato l’Italia in lungo e in largo. «Siamo una regione piccola, con pochi abitanti e quindi pochi praticanti: ciò significa giocare sempre ad almeno tre - quattrocento chilometri da casa». Esiste anche un livello internazionale del calcetto? «Certamente, e anche noi abbiamo i nostri fuoriclasse, come Amedeo Molino, campione del mondo di singolo. Uno così famoso che gli è stato perfino dedicato un tipo di calcetto con il suo nome. Da precisare che a livello internazionale all’estero si gioca spesso con un regolamento diverso». Cioè? «All’estero sono ammessi ‘ganci’, ‘tacchetti’, ‘palle ferme’... A me invece piace giocare soprattutto ‘al volo’, ovvero di prima intenzione. Con quelle tecniche di gioco invece diventa tutto molto statico, senza brio; secondo me, proprio un altro sport. Non per niente il titolo italiano l’ho vinto al volo». Nel 2000 a Tropea, in coppia con Gigi Morana di San Remo, detto ‘il mago’. «Anche questo mi piace del mio sport: l’ambiente. I fantasiosi nomignoli, l’allegria, lo sfottò elegante fanno parte del mio modo di intendere il divertimento e la competizione. Non ho sempre giocato assieme con Morana, anzi, in precedenza ci eravamo scontrati più volte; poi lui mi chiamò e venne formata la coppia vincente. L’anno successivo fummo a un passettino dal bissare il successo perché perdemmo solo la finalissima, ma si sa, ripetersi è molto difficile». Questione anche di fortuna? «Succede di sbagliare; la fortuna sta solo nel fatto che ciò non avvenga nei momenti topici. Se uno ha la tecnica e la determinazione non ha bisogno di cercare scuse. Il risultato dovrebbe essere visto alla luce del fair play, sempre, e quindi accettato senza recriminazioni». Anche in una fumosa sala giochi? «Soprattutto! E comunque, nelle sale gioco, il fumo resta ormai solo un ricordo, per fortuna. Certo non è un ambiente da ‘mammolette’; la tensione agonistica è presente, palpabile, e mantenere la lu-

In alto: Pierangelo Angelillo (a sinistra) festeggia il titolo italiano conquistato con Gigi Morana. Pagina accanto: Angelillo e Morana in azione.

cidità, dopo ore di gioco, non è uno scherzo, ma alla fine lo spirito sportivo prevale sempre. Ho tanti amici fra i cosiddetti ‘avversari’, che poi tali non lo sono sempre, perché in certi tornei succede anche di essere sorteggiati a formare la ‘coppia’. Posso dire di aver conosciuto in questo ambiente persone notevoli e degne di rispetto». Perciò un luogo adatto anche a donne e ragazzi? «Assolutamente sì, e non solo. Anche persone diversamente abili possono trarre motivo sia di gioia che di terapia dal calcetto. Non per niente la nostra Nazionale per atleti portatori di handicap è una fra le più forti al mondo». Che bella lezione di sportività da questo istrionico e carismatico campione, con un cognome ‘sportivamente’ importante, come quello del famoso calciatore del trio di campioni argentini ‘Gli angeli dalla faccia sporca’ (Angelillo, Sivori e Maschio). Ringrazio Pier Angelillo del tempo dedicatomi e chiudo invitando i lettori a cimentarsi in qualche partita di questo, diciamolo pure senza remore, nobile sport. Come dite? Già fatto? Bravi! Chiunque voglia segnalare “un mito della porta accanto”, può scrivere alla redazione di iMagazine: info@imagazine.it Per rileggere tutte le puntate precedenti di “Figli di uno sport minore” visita la sezione “approfondimenti” di www.imagazine.it |

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(as) s a g g i Simon Beckett Il rifugio Bompiani, 2015 pagg. 416 € 19,00 Sean è in fuga. Non sappiamo perché e da chi stia scappando. Rimasto senza benzina sotto un impietoso sole, abbandona la sua auto e si addentra tra sentieri e campi inariditi. Nel tentativo di trovare un passaggio resta gravemente ferito da una taglioAlfredo Corchado Mezzanotte in Messico Mondadori, 2015 pagg. 336 € 22,00 È una sera di luglio del 2007, quando Alfredo Corchado, giornalista messicano, riceve una telefonata da un investigatore americano in contatto con informatori all’interno di alcuni dei più violenti cartelli messiRichard Ford Tutto potrebbe andare molto peggio Feltrinelli, 2015 pagg. 256 € 17,00 Frank Bascombe ha vissuto una vita non più avventurosa di quella di tanti altri americani. Giornalista sportivo, agente immobiliare, due matrimoni, due figli grandi che vivono lontano, molti traslochi. A sessantotto anni, Frank si è ritirato a vita privata, ha venduto la casa sull’oceano dove si era trasferito con la seconda moglie ed è torMauro Manzin Chi ha rubato il confine? Goliardica Editrice, 2015 pagg. 100 € 10,00 Confine voluto per esiti di guerra e di potere, confine che ha preteso di divenire etnico, nazionale, lingui-

la, ma si risveglia a letto, in una splendida fattoria. Incerto se considerarsi un paziente o un prigioniero, ha poche alternative, se non quella di accettare le cure dell’enigmatica Mathilde e della sua precoce sorella, Gretchen. Vivono con il padre, Arnaud, disposto a tutto pur di difendere il suo piccolo mondo, e che manifesta subito la sua diffidenza per il giovane inglese. Nonostante questo, Sean rimane affascinato dal posto, tranquillo e isolato, insomma il nascondiglio perfetto... per morire. cani della droga: qualcuno lo vuole morto e lui ha appena ventiquattr’ore di tempo per scoprire se la minaccia è reale. Corchado, invece di rifugiarsi al sicuro negli Stati Uniti, decide di scoprire cosa si nasconde dietro quelle minacce. Comincia così il viaggio di un uomo che, mentre lotta per salvarsi, cerca di comprendere la complessa situazione del suo paese: un paese di contrasti estremi, in cui la disuguaglianza e l’ingiustizia rimangono problemi enormi. nato a Haddam, la città che forse racchiude il segreto di tutti i suoi dispiaceri. L’uragano che un giorno d’autunno si abbatte sulla costa del New Jersey distruggendo la ridente stazione balneare dove Frank aveva creduto di poter esorcizzare i suoi fantasmi ne diventa in un lampo il principale evocatore. Il passato ritorna e parla con la voce di amici falsi, traditori o moribondi. Se la vita è davvero, come riflette Frank, “una questione di sottrazione graduale”, che altro ti resta quando una catastrofe naturale ti ha sottratto tutto, compresa la casa dove hai trascorso i migliori anni della tua esistenza? stico, culturale in una terra che per secoli era stata invece luogo di incontro, di combinazioni e commistioni (senza che da questo derivasse l’annullamento delle differenze). Confine al di là del quale, quanti furono costretti a migrare in Italia e a lasciare le proprie case in Istria, in qualche modo vissero da confinati. Dalla prefazione di Paolo Possamai

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MOSTRE IN FVG (calendario aggiornato su www.imagazine.it) Fino al 9 settembre ▶DA DALÌ A BAJ... Mostra d’arte contemporanea. Grado (GO). Galleria Munaro. Ingresso libero. Orario: 9-12.30/16.30-19.30/21-23. Info: www.imagazine.it Fino al 12 settembre ▶ LA GENESI DEL SOGNO Incontro tra arte visiva, musica, letteratura e storia. Trieste. Magazzino delle Idee, corso Cavour. Ingresso libero. Orario: lun-gio 1013/14-17, ven-sab 18-22. Info: www.associazionewoland.org Fino al 13 settembre ▶IL GRAND TOUR DA VENEZIA ALLE BOCCHE DI CATTARO Oltre 700 immagini in gran parte inedite realizzate da viaggiatori e incisori che scendevano dal Nord Europa per visitare Venezia, Trieste, l’Istria, la Dalmazia fino al Montenegro. Codroipo (UD). Villa Manin di Passariano, Esedra di Levante. Ingresso libero. Orario: mar-ven 1519, sab-dom 10-19. Info: www.villamanin-eventi.it

Fino al 15 settembre ▶NADJA MONCHERI / FEMI VILARDO Doppia personale. Trieste. Sala comunale d’arte, piazza Piccola 3. Ingresso libero. Orario: 1013/17-20. Info: 338 8955230 Fino al 20 settembre

▶GIOVANNI ZANGRANDO Mostra di pittura: effetti di luce e colori su tela. Antologica dell’artista. Gorizia. Palazzo Attems, Musei Provinciali, piazza De Amicis 2. Orario: mer-dom 10-17, gio 10-19. Ingresso € 6. Info: musei@provincia. gorizia.it Fino al 24 settembre ▶IL SAPERE EDILE AL SERVIZIO DELL’IMMAGINAZIONE Aspetti materiali, di tecniche, di opere, imprese e lavoratori, di elementi di un sapere che si è costruito, nel tempo, attorno al costruire. Lignano Sabbiadoro (UD). Centro civico Pertini. Ingresso libero. Orario: lun-ven 14.30-19. Info: 0431 409160

Fino al 27 settembre ▶LA FOTOGRAFIA FRANCESE DEL NOVECENTO 140 opere provenienti da archivi e collezioni private. Pordenone. Palazzo della Provincia. Ingresso libero. Orario: mar-ven 15-19, sabdom 10-19. Info: www.provincia.pordenone.it Fino al 4 ottobre ▶LA RUSSIA AI TEMPI DI STALIN Esposte 70 fotografie di Emmanuil Evzerichin, quasi tutte sconosciute al di fuori della Federazione russa. Torviscosa (UD). CID, piazzale Marinotti 1. Ingresso libero. Orario: sab 1520, dom 10-20. Info: cultura@com-torviscosa.regione.fvg.it

▶ L’ULTIMA CREATURA L’idea divina del femminile. Grandi donne bibliche nell’arte cristiana. Tolmezzo (UD). Casa delle Esposizioni, località Illegio. Ingresso € 10. Orario: marsab 10-19, dom 9.30-19.30, lunedì solo gruppi prenotati. Info: www.illegio.it Fino al 11 ottobre ▶ L’ALFABETO ESSENZIALE DI UGO GUARINO 200 opere del versatile autore, grafico, vignettista, pittore e scultore: un artista entrato dentro la cronaca non limitandosi a registrarla e interpretarla ma contribuendo a fare Storia della cronaca stessa. Trieste. Museo Revoltella, via Diaz 27. € 7. Orario: mer-lun 10-19. Info: www. museorevoltella.it

Fino a 1 novembre ▶ WIENER BIJOUX Gioielli e design. Mostra a cura di Roberto Festi. Grado (GO). Casa della Musica. Ingresso libero. Orario: sab-dom 10-22. Info: www. grado.info Fino a 8 novembre ▶ 1915. L’ESERCITO MARCIAVA. L’AVANZATA VERSO GORIZIA Foto, cimeli, documenti, uniformi originali dell’epoca. Gorizia. Castello, Borgo Ca-

stello 36. € 3. Orario: lun 9.30-11.30; mar-dom 10-19. Info: www.comune.gorizia.it ▶IL GUSTO DI UNA CITTÀ Percorsi interattivi, apparati multimediali, fotografie, “blob” filmici dedicati al rapporto tra Trieste e il caffè. Trieste. Salone degli Incanti, Riva Sauro 1. Ingresso libero. Orario: mar-dom 1023. Info: www.triestecapitaledelcaffe.it Fino al 8 dicembre ▶ IPPOLITO CAFFI Dipinti di viaggio tra Italia e Oriente. Trieste. Museo storico del Castello di Miramare, viale Miramare. Ingresso € 8. Orario: lun-dom 9-19. Info: www.castellomiramare.org

Fino al 6 gennaio ▶ INTERVENTISMO 1915-2015 In mostra un dipinto, mai esposto in precedenza al pubblico, di uno dei protagonisti assoluti del Futurismo: Giacomo Balla. Gorizia. Musei Provinciali, Borgo Castello. € 6. Orario: mar-dom 9-19. Info: musei@provincia.gorizia.it Fino al 30 marzo ▶ PREZIOSI RITORNI Tra le opere esposte, la Croce di Santa Maria in Valle, un manufatto di età altomedievale in lamina d’argento, con dorature, sbalzata, su anima di legno. Cividale del Friuli (UD). Monastero di Santa Maria in Valle. Ingresso libero. Orario: lun-ven 10-13/15-18; sab-dom 10-18. Info: www. monasterodisantamariainvalle.it

I COSTI E GLI ORARI DI APERTURA POSSONO VARIARE SENZA PREAVVISO. VERIFICARE SEMPRE RIVOLGENDOSI AGLI APPOSITI RECAPITI.


PERSONAGGI

EVARISTO CIAN Intervista e immagini di Margherita Reguitti

ÂŤ La Terra

sta finendo?

L’artista di Ruda dipinge nei propri quadri la natura violata dall’uomo: un ciclo irreversibile destinato a mutare drammaticamente il mondo in cui viviamo.

ÂŤ

Evaristo Cian, artista di Ruda, dipinge la natura violata dall’uomo, i segni del disagio umano e sociale. Il suo è impegno etico con radici lontane e nelle sue tele la campagna friulana è uno dei temi prediletti, assieme ai suoi affetti. Ama dipingere ciò che conosce Evaristo Cian: i camSL L JHOVL FRQWRUWL H L Âż OL VSH]]DWL GHL Âż ODUL GL YLJQH L FLH li velati da drappi minacciosi, gli animali dallo sguardo XPDQR L JUDQGL ULYROX]LRQDUL GHOOD VWRULD , VXRL DUFKHWLSL sono la cornacchia Gregor, che qualcuno ha rapito e fatto morire d’inedia, lo studio, abitato da una modella, sempre quella, donna a volte discinta, dalla sessualitĂ algida, l’atmosfera irreale di serre dove crescono vegetali geneWLFDPHQWH PRGLÂż FDWL H DQFRUD HURL H YLQWL Nella sua poetica visiva si percepisce un de profundis della Terra che sta morendo ma allo stesso tempo la mesVD D GLVSRVL]LRQH della sua arte per URPSHUH LO VLOHQ]LR di questo delitto dell’uomo. Ironico e taciturno, passionario e versatile, Cian ama provocare con il suo temperamento e con la sua arte. Diventato artista fuori dai percorsi ac78

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settembre-ottobre 2015

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FDGHPLFL OD VXD IRUPD]LRQH q DYYHQXWD QHO YLVVXWR FRQGLYL so con maestri e intellettuali, quali Giuseppe Zigaina, Emilio Vedova e Pier Paolo Pasolini. Evaristo Cian, quali sono gli archetipi tematici della ricerca? Š/D QDWXUD q SURWDJRQLVWD SUHGLOHWWD XQD QDUUD]LRQH YL siva da cui non mi discosto. Conosco e amo i miei soggetti: la campagna, i volti dei miei famigliari e amici, gli animaOL FKH GLYLGRQR OD QRVWUD HVLVWHQ]D OD JHQWH FKH LQFRQWUR JOL eroi del passato, ma anche esseri umili, antieroi destinati a non lasciare segniÂť. Come ne esprime il senso? ÂŤNon serve ricercare la ricerca, si cambia nel corso dei ODYRUL ,R PL ULQQRYR VHQ]D UHLQYHQWDUH 3DVVD LO WHPSR H VL FDPELD VHQ]D DFFRUJHUVL 4XDQGR XQ TXDGUR q Âż QLWR H FRP SOHWR PL DFFRUJR ÂłODPSD´ 'LIÂż FLOH VSLHJDUH FRPH 3RFKH volte mi sento appagato. Per evitare l’ansia e il tedio dell’inVRGGLVID]LRQH TXDQGR XQ ODYRUR q Âż QLWR QRQ OR JXDUGR SL DOWULPHQWL FL PHWWHUHL PDQR SHU UHQGHUOR SL EHOORÂŞ /D Âż JXUD IHPPLQLOH q UDSSUHVHQWDWD FRQ VHJQR H YDQHVFHQWH R FRQ WUDWWL PROWR IRUWL 'D FRVD VFDWXULVFH questa scelta duplice? ÂŤHo visto un pittore che dipingeva con un getto d’acqua FRQWUR XQD Âż JXUD GL EDPELQD 5HVWDYD XQD VDJRPD FKH SRL andava a compiere. Io a volte dipingo sotto un getto un volto fatto di ombre, bianco e nero, contrapposto allo sfondo XQLIRUPH GDL FRORUL IRUWL 8QÂśLVSLUD]LRQH QDWD GD XQD WHFQL ca strana da cui sono affascinato. Ma il mondo delle donne è anche rappresentato dalla modella in studio, dalle badan-


ti in blu, dalle donne prigioniere maltrattate, uccise, ingabbiate e sfruttate. Temi duri compensati nei miei quadri dalla memoria degli affetti, raccontata attraverVR L ULWUDWWL GHO Âż JOLR *LXVHSSH del padre, della madre e del fratello. Un modo ora intimo e pudico dai colori scuri, ora gioioso con tinte vivaciÂť. Nei suoi quadri animali umanizzati e natura degenerata paiono al servizio di uQD PHWDIRUD ÂŤVedo negli animali qualcosa di umano: il cinghiale, tanto detestato dai contadini, è un eroe, lo metto sul piedistallo, lo GLSLQJR FRQ YLYL RFFKL D]]XU ri, circondato di un nastro da LQDXJXUD]LRQH FRQ OD EDQGLHUL na cubana. In molti quadri dipingo i miei animali di casa, gatti e cani che hanno condiviso la mia vita, la mia pittura. Ma uso anche il mondo vegetale per dare voce alla mia difesa della natura. Dipingo serre surreali con verdure dai colori improbabili. Ăˆ la natura violentata GDOOÂśXRPR OH YHUGXUH VRQR Âż Q te, di plastica, tanto che la capretta non entra a mangiarle. ĂŠ VFKLIDWD GD WXWWD TXHOOÂśDUWLÂż cialitĂ . Un racconto semplice quest’ultimo, ma dal forte impatto emotivo in sua forma di metaforaÂť. 1RWD q OD VXD SDVVLRQH SHU il calcio: quali i suoi atleti SUHIHULWL" Š2JJL DSSUH]]R 0HVVL PD non mi interessa conoscerlo. Ho dipinto vari ritratti di Sivori, Burnich e Zoff, ma il mio portafortuna era Beppe Savoldi. Con questi grandi sportivi resto sempre in contatto. Il calcio oggi è in mano al capitalismo sfrenato, che lo ha distrutto. Anche il calFLR VWD Âż QHQGR FRPH OD QDWXUDÂŞ

Margherita Reguitti Pagina accanto: due opere di Evaristo Cian


I tuoi eventi su iMagazine!

MEETING

Visita il sito www.imagazine.it, entra nella sezione eventi e segnala direttamente on line le tue iniziative.

Legenda Caffetteria

Afterhour

Birreria

Eventi a tema

Enoteca

Sale convegni

Special drinks

Musica dal vivo/karaoke

Stuzzicheria

Musica da ballo

Vegetariano/biologico/regimi

Happy hour

Cucina carne

Giochi

Cucina pesce

Internet point

Paninoteca

TV satellitare/digitale

Pizza

Giochi e spazi per bambini

Gelateria

Pernottamento

Catering

Buoni pasto

Organizzazione feste

Parcheggio

16-20 settembre ▶ Pordenonelegge “Crisi vs futuro”: questo il tema dell’edizione 2015 del festival del libro con gli autori. Da mattina a sera un susseguirsi di incontri con autori italiani e internazionali. Pordenone. Info: www.pordenonelegge.it

ETNICO

Il range di prezzo indicato (ove applicabile) si riferisce al costo medio di un pasto, escluse bevande alcoliche. I dati segnalati sono stati forniti direttamente dal Gestore del locale. Qualora doveste verificare delle discordanze, Vi invitiamo a segnalarcelo.

23-27 settembre ▶ Cervignano Film Festival Concorso internazionale di cortometraggi, documentari e videoclip, con sezione ad hoc dedicata al mondo delle scuole. Previste proiezioni fuori concorso, incontri, dibattiti. Cervignano del Friuli (UD). Info: www.cervignanofilmfestival.it

e inoltre...

Pub

10 settembre ▶ E dei figli, che ne facciamo? Presentazione del libro di Marco Orioles. Udine. Osteria La Ciacarade, via San Francesco 6. Ore 18. Info: www.udineclubunesco.org

16 settembre ▶ Carte e inchiostri Problematiche di restauro a cura del Centro Studi e restauro di Gorizia. Gorizia. Archivio di Stato, via dell’Ospitale 2. Ore 15.30. Info: www.coronini.it


scopri tutti gli eventi in regione su www.imagazine.it

ristorante ristorante

2-4 ottobre ▶ Grado Giallo L’evento letterario gradese si incentra quest’anno sul tema “Il potere e i generi del mistero”, con ampio spazio a thriller, polizieschi, spy story e horror. Grado (GO). Info: www.gradogiallo.it

agriturismo

3-10 ottobre ▶ Le Giornate del Cinema Muto

bar

Il fantasma dell’opera sarà l’evento orchestrale di chiusura: il film sarà presentato nell’edizione restaurata a colori con la partitura di Carl Davis eseguita dall’Orchestra San Marco di Pordenone diretta da Mark Fitz-Gerald. Pordenone. Info: www.cinetecadelfriuli.com

▶.

3-4 ottobre ▶ Raduno Alpino a Moggio

24-29 ottobre ▶ La Libreria editrice Vaticana a Pordenone Incontri, dibattiti e presentazioni di libri. Pordenone. Info: www.euro-eventi.it

trattoria

La Caserma Tinivella dismessa dopo il sisma del 1976. Moggio Udinese (UD). Info: 0433 51514


FOLKLORE

10-13 settembre ▶ Friuli DOC Corsi di cucina, degustazioni guidate, dimostrazioni e laboratori, presentazioni e convegni, mostre, spettacoli da strada, laboratori didattici per bambini, musica e... gastronomia. Udine. Info: www.friuli-doc.it

24-27 settembre ▶ Gusti di Frontiera La grande kermesse enogastronomica internazionale animerà il centro di Gorizia per offrire le specialità culinarie dei diversi Paesi partecipanti. Previsti anche incontri culturali a tema. Gorizia. Info: www.comune.gorizia.it

e inoltre... 12-13 settembre ▶ Arlois & Faeois Orologi e fagioli: gusto e tradizione della Val Pesarina per un evento suggestivo. Prato Carnico (UD). Località Pesariis. Info: www.prolocovalpesarina.it

2-5 ottobre ▶ Santa Giustina e Regioni di Gusto

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settembre-ottobre 2007

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Luna park, bancarelle, chioschi enogastronomici, spettacoli di musica, teatro e danza. Palmanova (UD). Info: turismo@comune. palmanova.ud.it


w w w.i m agazi ne.i t

25 settembre – 4 ottobre ▶ Mostra regionale della Mela A Pantianicco la principale mostra mercato della mela in Friuli Venezia Giulia. Tra degustazioni, spettacoli ed eventi culturali. Elezione di Miss Mela e Mister Melo. Mereto di Tomba (UD). Località Pantianicco. Info: www.prolocopantianicco.it

24-25 ottobre ▶ In Autunno: Frutti, Acque e Castelli Hobbistica, artigianato e visite guidate ai giardini e agli antichi manieri del borgo di Strassoldo, dall’alba al tramonto. Cervignano del Friuli (UD). Località Strassoldo. Info: www.castellodistrassoldodisotto.it

16-28 ottobre ▶ Fiera di San Simone Mostra mercato, gastronomia, sport, spettacoli, luna park. Codroipo (UD). Info: www.comune.codroipo.ud.it

17-18 ottobre ▶ Festa della Zucca Mercatino di hobbistica, rievocazione storica e gastronomia a base di zucca. Terzo d’Aquileia (UD). Località San Martino. Info: www.amicidelborgo.it


PRINCIPESCA CONTEA DI GORIZIA Servizio a cura della redazione. Immagini di Principesca Contea di Gorizia

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A.D. 1394: Collio sotto Assedio Dal 3 al 4 ottobre San Floriano tornerĂ indietro nel tempo grazie a una rievocazione di portata nazionale.

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Dal 3 al 4 ottobre, il Castello Formentini ospiterĂ la prima edizione di “A.D. 1394: Collio sotto Assedioâ€?. Per due giorni il maniero e i suoi abitanti torneranno nel XIV secolo per far rivivere l’atmosfera di un lontano passato: tra le mura e gli attendamenti, tra battaglie e tornei. Principesca Contea di Gorizia, associazione per la ricostruzione storica (nelle foto alcuni dei suoi membri impegnati “sul campoâ€?), organizza per il primo anno un evento che porterĂ a San Floriano del Collio rievocatori da ogni angolo d’Italia. Il pubblico, oltrepassando il cancello, sentirĂ l’odore delle braci e il clangore delle armi, osserverĂ da vicino OD YLWD TXRWLGLDQD VXO Âż QLUH GHO 7UHFHQWR SRWUj FRP SUHQGHUQH OD GLIÂż FROWj H OH VIDFFHWWDWXUH DSSDVVLR narsi ai problemi degli uomini alle prese con armi e armature e alle fatiche delle donne che li seguivano, sempre in bilico nell’incerta vita al seguito degli eserciti. Momenti principali della manifestazione sa-

ranno le due grandi battaglie di sabato e domenica, ma anche i tornei che vedranno cimentarsi alla prova delle armi sia i nobili Cavalieri nelle loro ricche armature che le fanterie professionali del tempo; non mancheranno musici e giullari ad allietare i momenti di riposo e le bicchierate serali. â€œĂˆ il primo evento che organizziamo – afferma la presidentessa dell’associazione, Daniela Mac Donald – la risposta dei gruppi storici è stata positiva, mi auguro che il pubblico sia molto e che apprezzi i nostri sforzi. Stiamo cercando di portare la Rievocazione Medievale come la conosciamo nelle nostre WHUUH DO GL TXD H DO GL Oj GHO FRQÂż QH´ Con l’occasione anche i saloni di Castel Formentini saranno visitabili in quanto la manifestazione si svolgerĂ in concomitanza con “Castelli apertiâ€?, evento organizzato dal Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia e che renderĂ possibile la visita a castelli di proprietĂ privata non aperti normalmente al pubblico.


SPORT

20 settembre ▶ Maratonina “Città di Udine” Sedicesima edizione della gara podistica internazionale. Prevista anche la gara non competitiva e l’evento riservato alla staffetta. Il giorno precedente in programma la “MiniRun”. Udine. Info: www.maratoninadiudine.it

11 ottobre ▶ Barcolana Quarantasettesima edizione della regata più affollata del mondo. A conclusione di una settimana di eventi sportivi e spettacoli, migliaia di imbarcazioni si sfidano nello scenario del Golfo di Trieste. Trieste. Info: www.barcolana.it

25 ottobre ▶ Lignano Bike Marathon Gara competitiva sulla distanza dei 60 chilometri ed ecopedalata non competitiva su un percorso di 30 chilometri. Lignano Sabbiadoro (UD). Info: www.lignanobikemarathon.it

e inoltre... 13 settembre ▶ Skyrace Monte Cavallo Tracciato di circa 21 Km, con un dislivello in salita di 1870 metri. Aviano (PN). Piancavallo. Info: www.skyracemontecavallo.it

20 settembre ▶ Gimkana di Gorizia Gara di abilità automobilistica lungo il circuito allestito nel piazzale della Casa Rossa. Gorizia. Info: www.goriziacorse.it

L’INFORMAFREEMAGAZINE

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L I V E

M U S I C

9 ottobre

▶ Trio di Parma Ivan Rabaglia, Enrico Biondi e Alberto Miodini emozioneranno il pubblico presente nello scenario suggestivo del Castello di Udine con le musiche di Beethoven, Brahms e Haydn. Udine. Castello. Ore 21. Info: www.neisuonideiluoghi.it

20 ottobre

▶ Dianne Reeves Una delle più importanti voci jazz al mondo, grazie al suo virtuosismo mozzafiato, all’abilità di improvvisazione e al suo stile unico, vincitrice finora di cinque Grammy. Pordenone. Teatro Verdi. Ore 20.45. Info: www.comunalegiuseppeverdi.it

1 novembre

▶ Max Pezzali L’ex 883 torna dal vivo con un nuovo spettacolo, che porterà nei palasport delle principali città italiane ben 20 concerti da settembre a novembre 2015. Trieste. PalaTrieste. Ore 21. Info: www.azalea.it

e inoltre... 18 settembre ▶ Zari Percussion Duo Alex Curet e Denis Zupin in concerto con musiche di Dorman e Sejournè. Spilimbergo (PN). Palazzo Tadea. Ore 21. Info: www. neisuonideiluoghi.it

10 ottobre ▶ Musicaria Concorso per gruppi musicali emergenti. Cervignano del Friuli (UD). Sala Aurora. Ore 20. Info: www.ricre.org 86

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CLASSIC ARTS

26-27 settembre

▶ The Red Army Choir Orchestra and Ballet Il coro ufficiale dell’Armata Rossa diretto dal Generale Viktor Eliseev; un patrimonio, un simbolo, una realtà che rappresenta un paese intero, legandosi indissolubilmente alla sua storia. Trieste. Politeama Rossetti. Ore 21 (domenica 27 anche ore 17). Info: www.ilrossetti.com

23 ottobre

▶ Big Bang L’eterna domanda dell’individuo: perché nella scoperta di come tutto potrebbe essere iniziato si potrebbero trovare indizi su come eventualmente finirà. A porsi queste domande è Lucilla Giagnoni. Pordenone. Teatro Verdi. Ore 20.45. Info: www.comunalegiuseppeverdi.it

23-25 ottobre

▶ Billy Elliot – Il Musical La storia vera del ballerino Philip Mosley ispirò nel 2000 il film diretto da Stephen Daldry, da cui fu tratto il Musical che debuttò a Londra nel 2005, vincendo quattro Laurence Olivier Awards. Udine. Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Ore 20.45. Info: www.teatroudine.it

e inoltre... 25-26 settembre ▶ Orchestra e Coro del Teatro Verdi Dirige Gianluigi Gelmetti, musiche di Haydn. Trieste. Teatro Verdi. Ore 20.30 (sabato 26 ore 18). Info: www.teatroverdi-trieste.it

22 ottobre ▶ Nelson Freire Il grande pianista brasiliano interpreta le musiche di Bach, Beethoven e Chopin. Monfalcone (GO). Teatro Comunale. Ore 20.45. Info: www.teatromonfalcone.it


Una vita... bio! Christian Besson presenta “La Rue du Bio”: non solo un negozio, ma una filosofia di vita.

Partiamo dal nome: come mai “La Rue du Bio”? «Il nome è francese, come me. Nel mio negozio tutto è “bio”, dai prodotti che usiamo per i nostri estratti e tisane, fino all’arredamento, studiato per aver il minor impatto ambientale possibile». Quando ha avviato questa attività? «Abbiamo aperto quest’anno, a maggio. Ovviamente è stata una grande scommessa aprire in una via solo da poco pedonalizzata, ma ci siamo subito integrati e abbiamo contribuito a portare un po’ di novità».

Che tipo di prodotti offrite? «Oltre a prodotti come pasta, pane, snack, sapone e molto altro (tutto rigorosamente bio!), prepariamo al momento i nostri estratti di frutta e verdura». Che differenza c’è tra “estratti” e “centrifughe”? «A differenza della centrifuga, l’estrattore che utilizziamo mantiene intatti i principi attivi di frutta e verdura, rendendoli così facilmente assimilabili dall’organismo. I nostri estratti possono essere conservati direttamente qui oppure a casa, grazie al formato take away». Quale sarà la prossima novità? «Da ottobre proporremo anche una varietà di 80 tra tisane e infusi, biologici e vegan, anche questi, e qui sta la vera novità, disponibili nella formula take away. Sarà quindi possibile sorseggiarli caldi, passeggiando per la città». Cosa significa “volersi bene con l’alimento”? «Per me significa partire da un prodotto della terra semplice, sano e pulito per trasformarlo in un’esperienza positiva, che non preveda sprechi e non arrechi nessun danno. Riceviamo molti complimenti per i nostri estratti, ma tanti anche per l’atmosfera serena che siamo riusciti a creare».


F Viale Borgo Palazzo, 137 BERGAMO Tel 035 3230911 www.promoberg.it 4-6 SETTEMBRE

▶FIERA DI SANT’ALESSANDRO

Agricoltura, zootecnica, equitazione 25-26 SETTEMBRE

▶TRAVEL & TECHNOLOGY EXPO

Fiera del turismo 1-4 OTTOBRE

▶BERGAMO CREATTIVA

Fiera delle arti manuali 9-11 OTTOBRE

▶ALTA QUOTA

Fiera della montagna 9-11 OTTOBRE

▶AGRI TRAVEL

Fiera del Turismo Agri e Slow 24 OTTOBRE – 1 NOVEMBRE

▶FIERA CAMPIONARIA

Viale della Fiera, 20 BOLOGNA Tel 051 282111 www.bolognafiere.it 22-24 OTTOBRE

▶H2O

Tecnologie per il Trattamento e la Distribuzione dell’ Acqua Potabile e il Trattamento delle Acque Reflue

Tel 0532 900713 www.ferrarafiere.it 23-25 SETTEMBRE

▶REM TECH

Tecnologie di bonifica 10-11 OTTOBRE

▶MILITARIA

Fiera sulle armi e tecniche militari 23-25 OTTOBRE

▶MASTRO BIRRAIO

Fiera dei produttori di birra artigianale

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Fieramilanocity MIPAP

▶MILANO PRÊT-À-PORTER Fieramilanocity 1-4 OTTOBRE

▶HOBBY SHOW

Salone della creatività Fieramilano 5-10 OTTOBRE

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Macchine utensili Fieramilano 6-9 OTTOBRE

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▶VETRINA FARMACIA

Salone farmaceutico 9-11 OTTOBRE

▶FLORENCE TATTOO

Fiera del tatuaggio 15-18 OTTOBRE

▶FIERA DI FIRENZE

Oggettistica, complementi d’arredo, corsi di cucina, degustazioni 17-25 OTTOBRE

▶BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA 29 OTTOBRE – 1 NOVEMBRE

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Fiera della creatività

23-25 OTTOBRE

▶EXPOTUNNEL

Tecnologie per il Sottosuolo e Grandi Opere

Cremona Fiere s.p.a. Piazza Zelioli Lanzini, 1 CREMONA Tel 0372 598011 www.cremonafiere.it 25-27 SETTEMBRE

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Fiera degli strumenti musicali 3-4 OTTOBRE

▶MOSTRA SCAMBIO

Moto, auto, trattori, ricambi d’epoca 28-31 OTTOBRE

▶FIERA INTERNAZIONALE DEL BOVINO DA LATTE ▶RASSEGNA SUNICOLA ▶EXPOCASEARIA

Tecnologie per la produzione e distribuzione del latte e suoi derivati

▶INTERNATIONAL POULTRY FORUM

Avicoltura: produzione, commercio, consumo

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▶SALONE DEL CAMPER 3-11 OTTOBRE

Fieramilano 15-17 OTTOBRE

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Comunicazione visiva e servizi per l’evento Fieramilano 21-23 OTTOBRE

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Apparecchi da intrattenimento e da gioco

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Arte moderna e contemporanea 9-11 OTTOBRE

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Auto e moto d’epoca

Via Cotonificio, 96 Torreano di Martignacco (UD) UDINE Tel 0432 4951 www.udinegoriziafiere.it Via della Barca, 15 GORIZIA

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Esposizione internazionale della calzatura Fieramilano

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Mercato internazionale della pelletteria Fieramilano 8-10 SETTEMBRE

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Salone italiano del tessile Fieramilanocity 9-11 SETTEMBRE

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Mostra internazionale di pelli e pelletteria Fieramilano 12-15 SETTEMBRE

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Salone degli stili di vita Fieramilano 23-25 SETTEMBRE

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19-21 SETTEMBRE

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Mostra mercato arredo e complementi 8-10 OTTOBRE

▶ILLUMINOTRONICA

Luce ed elettronica 9-11 OTTOBRE

▶PADOVA SPOSI

Evento per il matrimonio 22-25 OTTOBRE

▶AUTO E MOTO D’EPOCA 31 OTTOBRE – 1 NOVEMBRE

▶TUTTINFIERA

Hobby, shopping e collezionismo

23-24 SETTEMBRE

▶COILTECH

Fiera internazionale del Coil Winding 13-16 OTTOBRE

▶SICAM

Semilavorati e accessori per l’industria del mobile

Salone del lifestyle americano

31 OTTOBRE – 1 NOVEMBRE

▶VININFIERA

Mercato dei produttori di vino di qualità

Salone di accessori e prêt-àporter donna

Esibizione di ciclismo 30 SETTEMBRE – 3 OTTOBRE

Fiera della birra artigianale

▶ABITARE IL TEMPO

31 OTTOBRE – 1 NOVEMBRE

▶RISO E CONFETTI

Marmi, design e tecnologie 14-16 OTTOBRE

▶SMART ENERGY EXPO

Fiera del matrimonio

Efficienza energetica 16-19 OTTOBRE

▶ART VERONA 27-28 OTTOBRE

Via Filangeri, 15

▶HOME & BUILDING

REGGIO EMILIA Tel 0522 503511 www.fierereggioemilia.it 17-20 SETTEMBRE

Domotica e tecnologie di costruzione

▶REGIUM ANTIQUARIA

Mostra mercato di antiquariato 19-20 SETTEMBRE

▶ACQUARIA

Tecnologie per trattamento di acqua e aria

▶ZEBRA’S

Le ali della solidarietà 26-27 SETTEMBRE

▶MOSTRA FELINA

Via dell’Oreficeria, 16 VICENZA Tel 0444 969111 www.vicenzafiera.it 5-9 SETTEMBRE

26-28 SETTEMBRE

▶IMMAGINA

Arte in fiera

3-4 OTTOBRE

▶DOMANI SPOSI

▶VICENZAORO

9-11 OTTOBRE

Oreficeria, gioielleria, argenteria e pietre preziose

▶REGGIO A TAVOLA

2-4 OTTOBRE

▶MEB IN FIERA

Via Emilia, 155 RIMINI Tel 0541 744111 www.riminifiera.it 23-25 SETTEMBRE

Elettroforniture e materiale elettrico 15-18 OTTOBRE

▶ABILMENTE AUTUNNO

▶FLORA TRADE SHOW

Florovivaismo e paesaggio

▶MAC FRUT

24-25 OTTOBRE

▶SAYES – SPOSIAMOCI 28-29 OTTOBRE

▶SIA GUEST

L’INFORMAFREEMAGAZINE

Manualità creativa

▶MEDIT

8-10 OTTOBRE

Via Rizzi, 67/a

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Frutta e verdura

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Viale del Lavoro, 8 VERONA Tel 045 8298111 www.veronafiere.it 11-14 SETTEMBRE

23-25 OTTOBRE / 30 OTTOBRE – 1 NOVEMBRE

31 OTTOBRE – 1 NOVEMBRE

▶MITO AMERICA

▶CASA MODERNA L’abitare in evoluzione Udine

Contratti e altro

▶FLOMART

Salone internazionale florovivaismo, attrezzature e giardinaggio

Salone internazionale dell’esterno 13-15 OTTOBRE

▶MERCANTE IN FIERA

▶MASTRO BIRRAIO

Fieramilanocity 26-28 SETTEMBRE

via della Fiera, 11 FERRARA

Salone internazionale dell’accoglienza

Macchine, attrezzature e impianti del vetro

▶CH4

Salone del trasporto e della distribuzione di gas

PARMA Tel 0521/9961 www.fiereparma.it 12-20 SETTEMBRE

Innovazione per la salute

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marzo-aprile 2008

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F U O R I

R E G I O N E

T R E V I S O 11-13 settembre

▶TARVISIUM CELTICA Festival della musica e della cultura celtica, attraverso concerti e spettacoli con artisti di fama internazionale. Treviso. Zero Branco. Info: www.tarvisiumceltica.it 11-27 settembre

▶FESTA DEA POENTA Al suo interno il tradizionale Palio che vede i 4 Cantoni sfidarsi nella lavorazione e trasformazione del granoturco per cucinare la miglior polenta. Resana. Località Castelminio. Info: www.festadeapoenta.com 13 settembre

▶ASSALTO AL CASTELLO Il Palio rievoca l’assalto dei Barbari al Castello di Vidor, avvenuto attorno al 1200. Con l’occasione viene aperta al pubblico l’Abbazia di S. Bona, da dove prende il via la sfilata in costumi medioevali. Vidor. Castello. Info: www.prolocolavidorese.it 20 settembre

▶PALIO DEI MUSSI Le borgate storiche del paese sfileranno facendo rivivere usi e costumi dei primi del ‘900. Al mussodromo, sfida in una corsa a dorso d’asino. In serata, rappresentazione di antichi mestieri. Riese Pio X. Info: www.prolocoriesepiox.it Fino al 21 settembre

▶INCONTRI ASOLANI Festival internazionale di musica da camera, con concerti di livello assoluto grazie a grandi interpreti del panorama musicale. Asolo. Chiesa di San Gottardo. Info: www.asolomusica.com 24-27 settembre

▶TREVISO COMIC BOOK FESTIVAL Festival internazionale di fumetto e di illustrazione. Presentazioni, workshop, dibattiti. Prevista anche la premiazione del concorso correlato. Treviso. Centro storico. Info: www.trevisocomicbookfestival.it 24 ottobre

▶BRIGA Il volto nuovo del rap italiano, salito alla ribalta durante l’ultima edizione del talent “Amici di Maria De Filippi”, porta sul palco l’album “Never Again”. San Biagio di Callalta. Supersonic Music Arena. Ore 22. Info: www.azalea.it


F U O R I

R E G I O N E

V E N E Z I A 1 settembre – 1 novembre

▶IMAGO MUNDI Il progetto globale no profit di arte contemporanea di Luciano Benetton espone parte delle sue collezioni: 6.930 artisti con opere 10×12 centimetri provenienti da più di 40 Paesi e popolazioni native. Venezia. Fondazione Cini. Info: www.cini.it 2-12 settembre

▶MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA Durante l’evento, giunto alla 72esima edizione, previste retrospettive e omaggi a personalità di rilievo, come contributo a una migliore conoscenza della storia del cinema. Venezia. Palazzo del Cinema. Info: www.labiennale.org 6 settembre

▶REGATA STORICA Appuntamento principale del calendario annuo di gare di Voga alla Veneta, disciplina unica al mondo praticata da millenni nella laguna di Venezia. Oggi resa ancora più spettacolare dal celebre corteo storico che precede le gare. Venezia. Canal Grande. Info: www.regatastoricavenezia.it 19-20 settembre

▶NORIDC WALKING VENICE Quinta edizione della camminata con i bastoncini sinonimo di stile di vita sano e di attività all’aria aperta. Modo suggestivo per entrare nel cuore più “vero” della città e apprezzarne le bellezze artistiche. Venezia. Partenza da piazzale stazione ferroviaria di Santa Lucia. Info: www.nordicwalkinvenice.com 2-11 ottobre

▶FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA CONTEMPORANEA 10 giorni di programmazione con 18 concerti che propongono 31 novità, di cui 16 in prima assoluta. “Il Festival si svilupperà intorno al tema della memoria - sostiene il direttore Ivan Fedele - inteso nelle sue diverse accezioni”. Venezia. Info: www.labiennale.org 25 ottobre

▶VENICE MARATHON Gara internazionale di maratona sulla distanza olimpica di Km 42,195. Occhio di riguardo dedicato all’aspetto solidale con il Venicemarathon Charity Program il cui testimonial è Alex Zanardi che correrà sulle strade veneziane. Stra. Percorso Stra, Dolo, Mira, Venezia. Info: www.venicemarathon.it Fino al 31 ottobre

▶BELL’ITALIA La mostra presenta il paesaggio italiano nella pittura veneta e toscana tra Ottocento e Novecento, partendo dalla nascita del movimento dei Macchiaioli. Caorle. Centro culturale Bafile. Info: www.civitatrevenezia.it


O L T R E

C O N F I N E

C R O A Z I A 2-6 settembre

▶OUTLOOK FESTIVAL Festival di musica elettronica underground con concerti e numerosi eventi collaterali dedicati in particolare ai giovani. Pola. Info: www.outlookfestival.com 12 settembre

▶DAVID GILMOUR L’ex cantante e chitarrista dei Pink Floyd si esibirà in un concerto che ha già fatto registrare il tutto esaurito. Pola. Arena. Info: sanja@outbox.hr 12-20 settembre

▶INTRATURIST OPEN Torneo internazionale di tennis su terra rossa presso i campi da gioco dello Stadio ATP della città di Umago. Umago. Info: + 385 (0)52 710 915 13-19 settembre

▶FLYING DUTCHMAN Campionato europeo della competizione velica, con i migliori equipaggi del Continente pronti a sfidarsi nelle acque istriane. Umago. Info: +385 (0)51 840 641 18-20 settembre

▶ALLA CORTE DI BACCO Manifestazione tradizionale per ricordare i lavori svolti sui campi, la vendemmia e la trasformazione dell’uva. Con qualche anticipazione sulle attività autunnali nelle cantine vinicole. Buie. Info: +385 (0)52 773 353 20 settembre

▶IRONMAN 70,3 Gara internazionale di triathlon. Il chilometraggio complessivo è di 114 km, che corrispondono alle 70,3 miglia che hanno dato il nome ufficiale alla gara. Pola. Info: www.ironman.com 25-27 settembre

▶PARENZANA Gara internazionale di MTB. Il tracciato attraversa luoghi dove, cento anni fa, passava la ferrovia Parenzana, che collegava le città di Trieste e Parenzo. Parenzo. Info: www.istra.hr

C A R I N Z I A 17-19 settembre

▶RALLY ALPINO INTERNAZIONALE Come dal 1910 a oggi, i partecipanti dovranno affrontare percorsi mozzafiato per una lunghezza complessiva di oltre 1.000 km superando valichi alpini, strade tortuose e paesaggi pittoreschi. Bad Kleinkirchheim. Info: www.alpenfahrt.com 26-27 settembre

▶FESTA DEL FORMAGGIO I casari della Gaital vantano una lunga tradizione nella preparazione del formaggio di malga. Il festival invita all’assaggio di formaggi e alla degustazione dei vini. Kötschach-Mauthen. Info: www.alles-kaese.at 26-27 settembre

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settembre-ottobre 2007

| L’INFORMAFREEMAGAZINE

▶FESTA DELLE MELE Momento d’incontro fra cultura e tradizione, ma anche un’occasione golosa per assaporare le specialità culinarie carinziane, con la mela protagonista assoluta.


O L T R E

C O N F I N E

S L O V E N I A 13 settembre

▶INCONTRO SUI TRE CONFINI Ai 1.508 metri di altitudine del Monte Forno, escursionisti provenienti da Italia, Slovenia e Austria si ritrovano per condividere una giornata di festa. Kranjska Gora. Info: www.kranjska-gora.si 19 settembre

▶FESTA DEL VINO E DEL FORMAGGIO Degustazione dei prodotti locali, mostra mercato, spettacoli e intrattenimenti a tema dedicati ai bambini. Bohinj. Info: www.bohinj.si 26-27 settembre

▶REGATA INTERNAZIONALE DI CANOTTAGGIO Sul Lago di Bled in scena anche i campionati nazionali di Slovenia, oltre all’atteso evento riservato alla categoria veterani. Bled. Info: www.veslaska-zveza.si 26 settembre – 3 ottobre

▶FESTIVAL MUHARJENJA Manifestazione internazionale di pesca con la mosca artificiale. Bohinj. Info: www.bohinj.si 27 settembre

▶MARATONA CICLISTICA DEL LITORALE Manifestazione adatta ai ciclisti di ogni tipo: dagli amatori agli esperti, dai bambini agli adulti. Previsti percorsi differenziati. Capodistria. Info: www.maratonadellitorale.com 17 ottobre

▶IN ALLEGRIA A KRANJSKA GORA I più famosi gruppi di polka e valzer partecipano accanto a complessi sloveni. Suonano anche gruppi di Austria, Germania e del Friuli Venezia Giulia. Kranjska Gora. Info: www.kranjska-gora.si 23-26 ottobre

▶LE GIORNATE DI LAVTIŽAR Rappresentazioni teatrali, tavole rotonde, conferenze e mostre per ricordare la figura dello scrittore, compositore, narratore di viaggi e sacerdote Josip Lavtižar. Kranjska Gora. Info: www.kranjska-gora.si

St. Georgen im Lavanttal. Info: www.sankt-georgen.at 26 settembre – 5 ottobre

▶ST. VEITER WIESENMARKT La più antica festa folcloristica di tutta la Carinzia. St. Veit. Info: www.wiesenmarkt.at 1-4 ottobre

▶HUMOR FESTIVAL Quattro giorni di risate con artisti e commedianti da tutto il mondo: un festival all’insegna della satira e del divertimento, con spettacoli di teatro, musica e cabaret. Velden. Info: www.humorfestival-velden.at 3 ottobre

▶POLENTAFEST Ricette prelibate con protagonista la polenta. Che, a differenza dell’opinione comune, è un piatto versatile, capace di stupire con i suoi abbinamenti. Nötsch im Gailtal. Info: www.carinzia.at

L’INFORMAFREEMAGAZINE

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settembre-ottobre 2007

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Psicoterapia(e) Intervista al dottor Giacomo Coppola (nella foto), psicologo psicoterapeuta, consulente tecnico per le problematiche genitoriali. Dottor Coppola, definiamo in partenza la questione: di cosa si occupa la psicoterapia? «La psicoterapia si occupa delle difficoltà psicologiche che compromettono il benessere personale e la qualità della vita della persona. Difficoltà che si esprimono attraverso diversi canali: sintomi psichici, comportamentali, psicosomatici che possono avere differenti gradi di gravità». In che modo la psicoterapia aiuta a superare queste difficoltà? «Il lavoro psicoterapeutico è un percorso di cura e di consapevolezza (di “consapevolezza che cura”, direi) che ci porta, gradualmente, a comprendere che non possiamo cambiare qualcosa senza cambiare niente: non possiamo modificare qualcosa nel nostro stato d’animo, nel nostro mondo interno, senza passare per dei cambiamenti nella nostra vita, nella nostra quotidianità e nei nostri comportamenti». Si tratta quindi di un percorso che riguarda l’intero modo di vivere del paziente... «Quello psicoterapeutico è un lavoro sulla relazione tra realtà esterna e realtà psichica (mondo interno) della persona che chiede un aiuto: la relazione (terapeuta – paziente) è il principale strumento terapeutico. E la funzione primaria di tale relazione è quella del contenimento». Cosa significa? «L’obiettivo è fare in modo che il paziente si senta ascoltato e compreso in ciascuna delle cose che dice, permettendo che sempre più aspetti e più punti di vista possano essere contemporaneamente contemplati. Questo per consentirgli di imparare a chiamare le cose della propria vita e i relativi vissuti col loro “vero” nome: quante volte capita di scambiare l’odio col dolore, la paura col senso di colpa?» 94

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settembre-ottobre 2015

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Un percorso delicato e complesso. «E al tempo stesso fondamentale per poter arrivare a una visione quanto più realistica possibile della nostra vita con tutte le sue complessità, senza che ciò porti ad avere la sensazione di “non essere in grado di reggere tutto”. La funzione o “capacità di contenimento” sviluppata in psicoterapia, infatti, è il più prezioso strumento per affrontare con un’adeguata “struttura” le varie prove a cui la vita ci sottopone».


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maggio-giugno 2015

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8 settembre Auguri, Andrea! Lo staff di iMagazine Buon compleanno Andrea! Marina 12 settembre Buon anniversario Carlo Roberta 13 settembre Buon compleanno Anna! Lo staff di iMagazine 16 settembre Buon compleanno Carmine Gloria e Claudia 18 settembre Tanti auguri Stefano! Lo staff di iMagazine 27 settembre Buon compleanno Riccardo! Elisa, Marina, Andrea, Graziana, Cesare 1 ottobre Happy birthday sister! Cinzia e Nick 9 ottobre Tanti auguri Francesca! Lo staff di iMagazine 12 ottobre Due anni insieme: buon anniversario Taty! Cosimo 17 ottobre Tanti auguri Cesare! Tanguera & Fans 21 ottobre Tanti cari auguri di buon compleanno a Lorenzo! I santoli 31 ottobre Buon compleanno zia Lida! The family Mandaci entro il 1º ottobre i tuoi auguri per le ricorrenze di novembre e dicembre! Li pubblicheremo gratuitamente su iMagazine! Segnalaci giorno, evento, mittente e destinatario e spedisci il tutto via e-mail (info@imagazine.it), via posta ordinaria (iMagazine, c/o via Aquileia 64/a, 33050 Bagnaria Arsa – UD) o via fax (040 566186).


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maggio-giugno 2015

Fonte: Federfarma Gorizia e Ordine dei Farmacisti di Trieste

FARMACIE DI TURNO

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ALLA SALUTE via Cosulich 117 Monfalcone, tel. 0481 711315 CENTRALE pzza Repubblica 16 Monfalcone, tel. 0481 410341 COMUNALE 1 via Aquileia 53 Monfalcone, tel. 0481 482787 COMUNALE 2 via Manlio 14 Monfalcone, tel. 0481 480405 REDENTORE via IX Giugno 36 Monfalcone, tel. 0481 410340 RISMONDO via Toti 53 Monfalcone, tel. 0481 410701 SAN ANTONIO via Romana 93 Monfalcone, tel. 0481 40497 SAN NICOLÒ via Iº Maggio 92 Monfalcone, tel. 0481 790338 ALL’ANGELO via Roma 18 Ronchi dei L., tel. 0481 777019 ALLA STAZIONE v.le Garibaldi 3 Vermegliano, tel. 0481 777446 LEDRI via Marina 1 Grado, tel. 0431 80058 COMUNALE via C. Colombo 14 Grado, tel. 0431 80895 ZANARDI via Trieste 31, Staranzano, tel 0481 481252 AL LAGO via Roma 13, Doberdò, tel 0481 78300 LUCIANI via Dante 41, Sagrado, tel 0481 99214 SPANGHERO via Aquileia 89, Turriaco, tel 0481 76025 VISINTIN via Matteotti 31, San Pier d’Isonzo, tel 0481 70135 RAMPINO piazza Venezia 15, San Canzian d’Is., tel 0481 76039 DI MARINO via Redipuglia 77, Fogliano, tel 0481 489174 TRIESTE via Mazzini 43, tel. 040.631785 TRIESTE via Combi 17, tel. 040.302800 TRIESTE via Fabio Severo 122, tel. 040.571088 TRIESTE piazza Ospedale 8, tel. 040.767391 TRIESTE capo di piazza Mons. Santin 2 tel. 040.365840 TRIESTE via Commerciale 21 tel. 040.421121 TRIESTE via Ginnastica 6, tel. 040.772148 TRIESTE piazza Venezia 2, tel. 040.308248 TRIESTE via Curiel 7/B (Borgo S. Sergio), tel. 040.281256 TRIESTE via Giulia 14, tel. 040.572015 TRIESTE via Dante 7, tel. 040.630213 TRIESTE via Costalunga 318/A, tel. 040.813268 TRIESTE via Giulia 1, tel. 040.635368 TRIESTE corso Italia 14, tel. 040.631661 TRIESTE largo S. Vardabasso 1, tel. 040.766643 TRIESTE piazza della Borsa 12, tel. 040.367967 TRIESTE via Rossetti 33, tel. 040.633080 TRIESTE via Mascagni 2, tel. 040.820002 TRIESTE via S. Giusto 1, tel. 040.308982 TRIESTE via Roma 15 (angolo via Valdirivo), tel. 040.639042 TRIESTE via Piccardi 16, tel. 040.633050 TRIESTE via Baiamonti 50, tel. 040.812325 TRIESTE piazza Oberdan 2, tel. 040.364928 TRIESTE piazzale Gioberti 8, tel. 040.54393 TRIESTE via Oriani 2 (largo Barriera), tel. 040.764441 TRIESTE piazza Cavana 1, tel. 040.300940 TRIESTE viale Miramare 117, tel. 040.410928 TRIESTE via dell’Istria 33, tel. 040.638454 TRIESTE piazza Giotti 1, tel. 040.635264 TRIESTE via Belpoggio 4 (angolo via Lazzaretto Vecchio), tel. 040.306283 TRIESTE via Bernini 4 (angolo via del Bosco), tel. 040.309114 TRIESTE largo Piave 2, tel. 040.361655 TRIESTE via Felluga 46, tel. 040.390280 TRIESTE piazza Libertà 6, tel. 040.421125 TRIESTE via dell’Istria 18/B, tel. 040.7606477 TRIESTE via di Servola 44, tel. 040.816296 TRIESTE viale XX Settembre 6, tel. 040.371377 TRIESTE via dell’Orologio 6 (via Diaz 2), tel. 040.300605 TRIESTE via Pasteur 4/1, tel. 040.911667 TRIESTE via Tor S. Piero 2, tel. 040.421040 TRIESTE piazza Goldoni 8, tel. 040.634144 TRIESTE via Revoltella 41, tel. 040.941048 TRIESTE via Ginnastica 39/A, tel. 040.764943 TRIESTE campo S. Giacomo 1, tel. 040.639749 TRIESTE piazzale Valmaura 11, tel. 040.812308 TRIESTE via Roma 16 (angolo via Rossini), tel. 040.364330 TRIESTE piazza Garibaldi 6, tel. 040.368647 TRIESTE via Stock 9, tel. 040.414304 TRIESTE largo Sonnino 4, tel. 040.660438 TRIESTE piazza S. Giovanni 5, tel. 040.631304 TRIESTE via Alpi Giulie 2, tel. 040.828428 TRIESTE via Cavana 11, tel. 040.302303 TRIESTE largo Osoppo 1, tel. 040.410515 TRIESTE via Settefontane 39, tel. 040.390898


Le farmacie contrassegnate dal fondino arancione anticipano di un giorno le date di turno indicate. Le farmacie di Trieste iniziano e terminano i turni 2 giorni dopo rispetto alle date indicate

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05-11 | maggio-giugno 2015 | 97 SETTEMBRE OTTOBRE

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ED IZIO N

CCEE E PER TR RGVIG LE FA 35298 MI |/2 IEOSR N TIEZIAANO GLIE D 011052 1 DE I LF RIU ULLI I

maggio-giugno 2015| 98 | marzo-aprile 2012

Guscj di frontiere 2015 No je propite la stesse robe! Gusti de Confin 2015 No xe propio la stesa roba!

Markt der mitteleuropäischen Genüsse “Gusti di frontiera” 2015 Das ist aber wirklich nicht dasselbe!

Okusi ob meji 2015 »Ni ravno isto!«

Gusti de confin 2015 No xe proprio la stessa roba!

Gusti di Frontiera 2015 Non è proprio la stessa cosa! Per le traduzioni si ringrazia: Marjeta Kranner e Anna Magaina (sloveno), Isa Dorigo - Ufficio comunità linguistiche Provincia di Gorizia (friulano), Iris Jammernegg - Università di Udine (tedesco), Marianna Martinelli (bisiaco), Alessandro Samez (triestino).




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