iMagazine 60

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E D I T O R I A L E L’INFORMAFREEMAGAZINE nº 60 – anno XI numero 1 gennaio-febbraio 2016 ISSN 1828-0722 Editore

GOLIARDICA EDITRICE srl a socio unico sede operativa: I – 33050 Bagnaria Arsa, Italy via Aquileia 64/a tel +39 0432 996122 fax +39 040 566186 info@imagazine.it Direttore responsabile Andrea Zuttion Condirettore responsabile Claudio Cojutti Responsabile di redazione Andrea Doncovio Redazione Giuliana Dalla Fior, Vanni Veronesi Area commerciale Michela De Bernardi, Francesca Scarmignan, Fabrizio Dottori Responsabile area legale Massimiliano Sinacori Supervisione prepress e stampa Stefano Cargnelutti Hanno collaborato Stefano Caso, Claudio Pizzin, Daniel Blasina, Germano De March, Paolo Marizza, Sebastiano Bettio, Renzo Bellogi, Margherita Reguitti, Andrea Fiore, Annalisa Casarin, Livio Nonis, Cristian Vecchiet, Alfio Scarpa, Michele D’Urso, Michele Tomaselli, Manuel Millo, Andrea Coppola, Giuliana De Stefani, Alberto Vittorio Spanghero, Renato Duca, Renato Cosma Registrazione Tribunale di Udine n. 53/05 del 07/12/2005 Stampato in proprio Tiratura 70.000 copie Credits copertina Pietro Aliprandi Credits sommario :: Sebastiano Bettio :: :: Pietro Aliprandi :: :: Michele Tomaselli :: :: Claudio Pizzin :: :: iMagazine :: © goliardica editrice srl a socio unico. Tutti i diritti sono riservati. L’invio di fotografie o altri materiali alla redazione ne autorizza la pubblicazione gratuita sulle testate e sui siti del gruppo l’informa srl. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, fotografie, disegni o altro non verranno restituiti, anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo, incluso qualsiasi tipo di sistema meccanico, elettronico, di memorizzazione delle informazioni ecc. senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’Editore. Gli Autori e l’Editore non potranno in alcun caso essere considerati responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati, direttamente od indirettamente, dall’uso improprio delle informazioni ivi contenute. Tutti i marchi citati appartengono ai rispettivi proprietari, che ne detengono i diritti. L’Editore, nell’assoluzione degli obblighi sul copyright, resta a disposizione degli aventi diritto che non sia stato possibile rintracciare al momento della stampa della pubblicazione.

Cari lettrici e lettori, quella che vi apprestate a leggere è un’edizione speciale di iMagazine. Non solo perché, come avrete già notato dalla copertina, si tratta del sessantesimo numero, ma anche e soprattutto perché con l’inizio del 2016 siamo ufficialmente entrati nel decimo anno di attività del nostro network editoriale. Da quel gennaio del 2006, quando la prima edizione beta iniziò a diffondersi tra i lettori, il mondo è profondamente cambiato, in particolare quello dell’editoria. All’epoca la televisione era in analogico, le testate on line dovevamo ancora comprendere il loro modello di business, Facebook non era un social network globale e Twitter nemmeno esisteva. Ripensandoci ora, sembra trascorsa un’era geologica. Invece, sono passati “solo” dieci anni. Eppure l’effetto che hanno avuto sul mondo della comunicazione e dell’informazione è stato più dirompente di quanto mai avvenuto in secoli di storia dell’umanità. Di fronte a questo cataclisma, un numero sterminato di prodotti editoriali e di testate giornalistiche è stato più o meno repentinamente archiviato nell’album dei ricordi. Perché quando il mondo attorno a sé viene stravolto dalle fondamenta, l’unica possibilità di sopravvivenza è comprendere il prima possibile il cambiamento e adeguarsi. In questo caso, tuttavia, il cambiamento è andato oltre. Perché a mutare non sono state solo le tecnologie, ma l’intera concezione della comunicazione e, inevitabilmente, dell’informazione. Una concezione costantemente proiettata sul divenire, in grado di bruciare in pochissimo tempo innovazioni sorprendenti ma che, estinto l’effetto novità, sono state presto superate da scoperte più recenti, più accattivanti e più efficaci. Un circolo perverso nel quale il nuovo diventa vecchio non appena inizia ad esistere. In questo turbinio apparentemente senza soluzione di continuità, iMagazine è ancora qui. Perché dal 2006 a oggi ha saputo aprirsi al mondo circostante affrontando senza preclusioni le sfide del cambiamento. Non limitandosi a divenire il family fee press più diffuso in Friuli Venezia Giulia, ma sviluppando prodotti editoriali e comunicativi che rappresentano un vero e proprio marchio di fabbrica (i buoni valore iMoney e gli Annuari scolastici), nonché coniugando le nuove tecnologie ai propri contenuti informativi (dai maxischermi mobili iMagazineVideoTruck e al portale web iMagazine.it, passando per la daily social information attraverso Facebook e Twitter). Ecco perché, mai come in questa occasione, il traguardo dei 10 anni rappresenta l’ennesimo punto di partenza verso nuove e ambiziose sfide. Che assieme al quotidiano apporto dei nostri lettori, come sempre siamo pronti ad affrontare con serietà e professionalità. E con immutato entusiasmo. Non mi resta che augurarvi … buona lettura! Andrea Zuttion



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dicono di noi... Presso Il Grande Carro sono davvero ben forniti e le piante, oltre a essere ben tenute, sono davvero molto belle. La titolare di Athenaeum, davvero simpatica, fornisce consigli molto buoni e può contare su una vasta scelta di libri. Di Miniussi sottolineo la professionalità e la completezza dell’offerta, vasta e gustosa. I dentisti dello Studio B.M. infine sono molto competenti e professionali, l’ambiente è pulito e accogliente, dotato di strumentistica moderna. Daniela Sgarbi Gorizia

Da Panificio Toninato ho trovato grande qualità e varietà di prodotti senza dimenticare la cortesia e la disponibilità del personale. Luigi Bastone Monfalcone

Da Athenaeum la titolare è disponibile e gentilissima, mentre l’ordine dei prodotti all’interno della Farmacia Bacchetti è realmente un punto di forza. Davvero variegata, infine, l’offerta di piante presso Il Grande Carro. Francesca Ambrosi Gorizia

Colgo l’occasione per dirvi che nella rivista ci sono articoli interessantissimi, come la dettagliata storia della “Tana del Lupo” e quella del Vescovo Vergerio. Lucio Falcone Monfalcone

La titolare di La Rosa di Seta è gentilissima e nel negozio ho trovato buonissimi prezzi e ottimi prodotti. Magda Bernazza Ruda 10 | gennaio-febbraio 2008 | L’INFORMAFREEMAGAZINE

Desidero segnalare l’ambiente bello e spazioso di Libreria Athenaeum e la disponibilità della titolare presso Lavasecco Express. La varietà dei vini è il punto di forza dell’Azienda Agricola Humar, mentre da Colpi di testa sono rimasto favorevolmente impressionato dalla gentilezza del personale. Gino Ambrosi Gorizia Da Lavasecco Express ho riscontrato grande attenzione alle richieste specifiche; presso Athenaeum sono invece disponibili a procurare ciò che cerca il cliente. Sottolineo inoltre i prezzi molto concorrenziali di Il Grande Carro e la gentilezza e cortesia di L’Idea. Giorgio Coppe Monfalcone

La titolare di Libreria Athenaeum è davvero simpatica; da Il Grande Carro è disponibile una vasta quantità di piante che garantisce soluzioni per tutti i gusti, mentre Farmacia Bacchetti è un locale perfettamente ordinato. Silvana Braida Gorizia

Presso Carli ho trovato ottima scelta nel vestiario, mentre da Agraria Verzegnassi ho ricevuto un buon servizio a prezzi convenienti. Ottima l’accoglienza ricevuta da Farmacia Rismondo, dove con gentilezza il personale mi ha dato tutte le spiegazioni sull’utilizzo dell’iMoney. Sabrina Soban Ronchi dei Legionari

Desidero segnalare che da Dima Sport sono disponibili, competenti, gentili e incoraggianti nella scelta di uno sport. Maria Renata Serra Trieste

Complimenti per la qualità sempre eccelsa della rivista. Rosaria Sinko Trieste


Da Carli mi sono trovato davvero benissimo. Presso Athenaeum il servizio è stato ottimo così come ottimo è l’assortimento di piante e la vasta offerta di Il Grande Carro. Andrea Cumin Gorizia

Da Lavasecco Express i punti di forza sono i prezzi e la qualità dell’offerta; l’offerta e la cortesia di Miniussi sono sempre ottimi, così come buona è la vasta offerta di Stile. Da Salone Francy il rapporto qualità/prezzo e l’accoglienza sono sempre eccellenti. Solleone offre un buon servizio in un locale piacevole e accogliente, mentre Farmacia Bacchetti garantisce varietà delle offerte. Infine segnalo l’accoglienza e l’utile servizio di La mia piccola Parigi. Maurizio Cechet Bicinicco

Presso la Farmacia Bacchetti ho trovato un ambiente gradevole e competenza. Fabrizio Sgarbi Gorizia

Desidero segnalare la preparazione casereccia e rustica, e al contempo molto originale, ricevuta presso Al Rosari. Da Al Lago il paesaggio è incantevole, mentre i punti di forza di Toninato sono professionalità, cordialità ed eleganza. Giacomina Corona Monfalcone

Mi pregio di complimentarmi l’interessante intervista alla professoressa Pangerc pubblicata sullo scorso numero di iMagazine: grazie per dare voce a questi personaggi della nostra regione che, altrimenti, rischiano di passare inosservati nonostante la straordinarietà della loro opera. Igor Salenni Trieste

iMoneyPartner? Yes, I am!

Intervista a Pasquale Sorrentino, titolare del ristorante Joia a Trieste Joia: come mai questo nome così particolare? «Questo nome nasce dalla passione e dalla gioia di vivere e di trasmettere allegria in ogni cosa. Il nome significa proprio gioia: abbiamo deciso di scriverlo in questo modo per il semplice fatto di poter avere un nome particolaPasquale Sorrentino re e al contempo semplice». Com’è nata e come si è sviluppata la sua passione per il cibo e la ristorazione? «Cultura del gusto, professionalità e sapori ricercati: cresciuto alle falde del Vesuvio, la mia cucina è influenzata da sapori e aromi mediterranei. Sin da piccolo ho sempre trovato interessante e appassionante il mondo della cucina. Ho cominciato a 14 anni a muovermi ai fornelli, apprendendo ogni giorno “il Sapere” nei ristoranti della città. Ho avuto la fortuna di lavorare con i migliori chef di Napoli, che mi hanno insegnato come preparare e cucinare i prodotti della mia terra. Voglia di una nuova esperienza mi ha portato fino a Trieste, dove ho realizzato il mio sogno insieme al mio socio: aprire un ristorante! Soddisfazioni ne sono arrivate: 3° posto cuoco dell’anno 2013 e medaglia d’oro nel 2014. Ma siamo sempre attivi per crescere e migliorarci: in questo mestiere non si finisce mai d’imparare!» Che tipo di cucina propone? «Una cucina basata sui prodotti freschi e di stagione, dal pesce appena pescato alla carne di sola “Fassona Piemontese”. Abbiamo unito nel nostro menu piatti della tradizione del Sud e proposte locali come “la caldaia”, accontentando così una vasta scelta di clienti. Ma il pesce la fa da padrona: ce n’è di tutti i tipi!». La sua attività ha deciso di promuoversi attraverso il network di iMagazine, come mai questa scelta? «Sia la rivista che il portale web sono molto seguiti, in particolare per lo spazio dedicato agli eventi del territorio. Una linea editoriale che ci ha convinti!». Joia fa anche parte del circuito iMoney: come valuta il servizio dei buoni valore? «Grazie agli iMoney nuovi clienti sono entrati nel nostro locale, molti di loro giovani. Ma oltre a questo aspetto, peraltro importante, riteniamo fondamentale tutto il servizio di customer satisfaction offerto. Grazie ai feedback e ai suggerimenti che i lettori lasciano nella nostra pagina su imagazine.it possiamo comprendere le esigenze della clientela, potenziando i nostri punti di forza e prendendo spunto dagli utili suggerimenti». L’INFORMAFREEMAGAZINE | gennaio-febbraio 2008 | 11



S O M M A R I O

gennaio - febbraio 18 L’ANALISI di Paolo Marizza

16 Due mondi paralleli VIRIGILIO GIOTTI di Vanni Veronesi

18 L’intraducibilità del reale 22

PIETRO ALIPRANDI di Giuliana Dalla Fior

22 Un italiano su Marte I LUOGHI DI GIOVANNI PAOLO II di Michele Tomaselli

26 Sulle orme del Papa polacco L’ISOLA DI CRETA

di Claudio Pizzin

30 Culla della civiltà 26

ANDREA ZUTTION di Andrea Doncovio

35 10 anni di iMagazine OSPEDALI NELLA GRANDE GUERRA di Alberto V. Spanghero

REGOLE SULLE PISTE a cura della Polizia di Stato di Gorizia

54 Sciare in sicurezza

PROTEZIONE CIVILE

Nuovi finanziamenti 56 per i Gruppi comunali WEB E RISERVATEZZA di Massimiliano Sinacori

58 Condivisione dei dati? Sì, ma… EMOZIONI E FISICITÁ di Manuel Millo

60 Essere nel tempo e nella memoria ESISTENZA E AFFETTIVITÁ di Cristian Vecchiet

62 Tra ragione e sentimento REAZIONI ESTREME di Andrea Fiore

64 Momenti di ordinaria follia ACCETTARE SE STESSI di Giuliana De Stefani

66 Liberarsi dei propri limiti

38 Tracce di umanità nel macello della battaglia

30

MOSTRE IN FVG di Margherita Reguitti

POLO INTERMODALE DI RONCHI di Margherita Reguitti

72 Terra d’artisti

BONIFICA E TERRITORIO di Renato Duca e Renato Cosma

77 La ricetta di Germano Pontoni

42 Se vuoi sognare, svegliati

CHEF…AME

44 L’armonia tra suolo e acqua NUOVI MESTIERI di Margherita Reguitti

48 La crisi aguzza l’ingegno

MAURIZIO MANCINI di Michele Tomaselli

78 Dalle stelle allo Stallo 82 e segg. Gli eventi di gennaio e febbraio

35

LUCIANO LIVON di Livio Nonis

50 Una passione su due ruote ORLANDO MANFRIN di Michele D’Urso

52 Unico come Tex!



: lettere alla redazione

Ÿ Trieste – Un momento del tradizionale Concerto di Natale tenutosi presso il Teatro Verdi la sera dello scorso 23 dicembre e trasmesso gratuitamente in piazza dell’Unità d’Italia alla cittadinanza grazie all’iMagazineVideoTruck. Proposta innovativa replicata con successo anche per il Concerto di fine anno.

Ÿ Cervignano del Friuli – Il presidente della Miossport, Ernesto Zanetti, dà il benvenuto al pubblico durante la cerimonia di inaugurazione dei 110i Campionati Italiani Assoluti di Pesistica svoltisi lo scorso mese di dicembre. Evento nel quale iMagazine ha ricoperto il ruolo di media partner.

Ź Gorizia – Il direttore di iMagazine Andrea Zuttion e il sindaco di Gorizia Ettore Romoli (foto a sinistra) durante la cerimonia di inaugurazione della Pista di pattinaggio su ghiaccio in piazza Vittoria (foto a destra) che, grazie anche alla partneship con il nostro network, per tutto il periodo del “Dicembre Goriziano” è stata presa d’assalto da migliaia di persone.

Ÿ Villa Vicentina – Foto dei partecipanti alla serata benefica organizzata dalla Pro Loco di Villa Vicentina in occasione della Festa di Halloween per raccogliere fondi in favore del Comitato “Amici di Federico” per il sostegno di due famiglie i cui propri cari sono affetti da gravi patologie.

Ÿ Udine – La neo-dottoressa Elisa Agostinetto riceve il premio di laurea intitolato a Susanna Damele, consegnato dal fratello Daniele Damele. Alla cerimonia sono intervenuti il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero universitaria di Udine, Mauro Delendi, il direttore sanitario, Giampaolo Canciani, il suo sostituto, Silvio Brusaferro, Fabio Puglisi, Renato Fanin, e l’imprenditore Alessandro Pedone.

Ź Palermo – Presso il teatro Politeama, si è svolta la prima edizione del Premio letterario e giornalistico “Piersanti Mattarella”, dedicato al presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia il 6 gennaio 1980 e incentrato sui temi dell’impegno contro la criminalità e a favore dei diritti umani. Il concorso, che ha visto la partecipazione di oltre 260 fra romanzieri, saggisti e giornalisti, ha portato in finale 25 autori, tra i quali il nostro Vanni Veronesi (nelle foto di Paolo Balsamo due momenti della premiazione) con l’articolo “L’infinita ombra del vero”, pubblicato su iMagazine n. 55 (marzo-aprile 2015). Il servizio, dedicato alla figura di Pietro Savorgnan di Brazzà e alla sua lotta per l’affermazione della verità sulle stragi dell’imperialismo francese, ha ottenuto il terzo posto nella sezione giornalistica del premio. È possibile inviare le proprie lettere e i propri commenti via posta ordinaria (iMagazine – via Aquileia 64/a – 33050 Bagnaria Arsa-UD), oppure via e-mail (redazione@imagazine.it).


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L’ANALISI

Due mondi

FUTURO DEL CREDITO Servizio di Paolo Marizza

paralleli

Social lending, ovvero prestito diretto tra privati: con la crisi delle banche, le piattaforme web che faranno interagire comunitĂ di prestatori sono destinate a divenire il nuovo asse del sistema creditizio.

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Sembra che il nostro sistema bancario sia stato colpito da uno tsunami, un’alluvione da dissesto idrogeologico o qualcosa di simile. Si parla infatti di interventi umanitari per alleviare le perdite subite dai risparmiatori che hanno sottoscritto emissioni obbligazionarie subordinate delle quattro banche da tempo commissariate e ora sostanzialmente fallite. Un vero pasticcio cui hanno contribuito fattivamente tutti gli attori coinvolti: 1. chi progetta e costruisce gli argini per far fronte alle esondazioni (Enti regolatori e normative europee e nazionali); 2. chi è preposto al monitoraggio, controllo e manutenzione degli argini stessi (varie authority di vigilanza); 3. chi ha responsabilitĂ di protezione civile (Governo e Commissione Europea, normativa sugli aiuti di Stato); FKL FRVWLWXLVFH LO VLVWHPD GL GLVWULEX]LRQH H Âż OWUDJJLR GHL EDFLQL LGULFL %DQFKH ,VWLWX]LRQL Âż QDQ]LDULH 5. chi costruisce o va ad abitare in prossimitĂ degli argini e delle golene (risparmiatori e investitori). ,O WXWWR FRQGLWR GDL SRVWXPL GHOOD JUDQGH FULVL Âż QDQ ziaria e della conseguente crisi economica. Altri sottoscrittori di obbligazioni bancarie subordinate iniziano a preoccuparsi alimentando una nuova onGDWD GL VÂż GXFLD QHO VLVWHPD EDQFDULR LQ SULPLV TXHOOL GHO le altre 12 banche commissariate, di cui poco si conosce e che dal 2016 sono soggette alla nuova e piĂš pena16 | gennaio-febbraio 2016 |

lizzante normativa europea sui salvataggi bancari (il cosiddetto bail in). Alcuni Governatori regionali ora invocano interventi sistemici per evitare che ulteriori famiglie che hanno investito in azioni e obbligazioni non liquidabili e a valori di mercato anche prossimi allo zero cadano sotto i colpi della crisi di altre banche locali. Si tratta di un concorso di colpa, meglio di colpe, derivante da autoreferenzialità burocratico-amministrative, frammentazione istituzionale, insipienza della politica e ignavia delle classi dirigenti coinvolte. Approfondire le problematiche connesse ai punti da 1. a 3. richiederebbe spazi molto piÚ ampi di quelli appropriati per questa rubrica. Mi limiterò ad alcune considerazioni sugli ultimi due punti. La prima considerazione concerne i sistemi di governance delle banche coinvolte. Gran parte di esse sono, ma ormai si può dire che erano, controllate da Fondazioni, una tipologia di azionista che per missione e statuto ha a cuore lo sviluppo socio-culturale ed economico dei territori di riferimento. Data la loro origine e natura di Fondazioni Bancarie, la tutela e la SURPR]LRQH GHO ULVSDUPLR H GHOOD FXOWXUD ¿ QDQ]LDULD GHOOH ID miglie dovrebbero rientrare nei principi guida e ispiratori delle politiche delle loro banche, in misura ancora piÚ pregnante rispetto a banche con compagini sociali di natura diversa. Forse il cosiddetto radicamento e legame con il territorio ha distorto e allontanato i consigli di amministrazione e gli amministratori dai principi di sana e prudente gestio-


ne? Che il cosiddetto rapporto di Agenzia, ovvero una relazione in base alla quale una parte (principale) obbliga un’altra (agente) a ricoprire per suo conto una data funzione, delegando sfere del proprio potere all’agente, sia incorso in tutti i rischi teoricamente imputabili al comportamento opportunistico delle parti, sia in termini di selezione avversa (crediti “cattiviâ€?, in sofferenza) che di azzardo morale (interessi particolari)? Nei rapporti con gli stakeholders (portatori di interessi) quali “utilitĂ â€? aziendali e sociali sono state perseguite? Queste problematiche non sembrano emergere dal dibattito in corso, ma il tema della governance dovrebbe essere uno dei temi se non il tema da affrontare nell’immediato per evitare l’insorgere di rischi sistemici. La seconda problematica riguarda un aspetto risaputo quanto negato: è il SUREOHPD GHOOÂśHGXFD]LRQH Âż QDQ]LD ria. Risparmiatori ignari o improvvidi, si dice a proposito dei sottoscrittori di obbligazioni subordinate, uno strumenWR Âż QDQ]LDULR FKH D IURQWH GL UHQGLPHQWL SL HOHYDWL SUHVHQ ta maggiori rischi rispetto ai conti di deposito o alle obbligazioni ordinarie, in quanto in caso di insolvenza dell’emittente viene rimborsato solo dopo che sono stati soddisfatti tutti gli altri creditori. D’altro lato vien da chiedersi se le quattro banche nel collocare questi strumenti abbiano informato esaustivamente la clientela, adempiendo alla normativa di protezione del riVSDUPLDWRUH 0LÂż G FKH ULFKLHGH GL YHULÂż FDUH LO SURÂż OR GL UL schio del cliente rispetto alla adeguatezza della gamma di strumenti offerti, quindi anche con riferimento alla possibilitĂ di investire in bond subordinati. 1HJOL XOWLPL DQQL LO PRQGR GHL VHUYL]L Âż QDQ]LDUL GHVWLQD ti alle persone, alle famiglie e anche alle imprese è cambiato profondamente: l’offerta è sempre piĂš articolata, complessa e VSHFLDOL]]DWD ,O WHPD GHOOD FXOWXUD Âż QDQ]LDULD DVVXPH TXLQ di, un’importanza centrale come primo baluardo per la tutela del risparmio, per la creazione di capacitĂ di effettuare scelWH Âż QDQ]LDULH FRQVDSHYROL GD SDUWH GL FLWWDGLQL H IDPLJOLH ĂŠ indispensabile che questi temi diventino un elemento centrale nell’educazione di base a partire dall’istruzione scolastica. In questo contesto il social lending, o prestito diretto tra privati, si sta diffondendo anche in Italia. Il social lending è l’ennesimo prodotto sfornato da quel cantiere di idee e progetti che è la sharing economy DSSOLFDWD DL VHUYL]L Âż QDQ]LD ri. Una soluzione creditizia alternativa in grado di fare a meno dell’intermediazione bancaria, sostituita da comunitĂ di prestatori e di richiedenti credito che interagiscono attraverso una piattaforma web. La piattaforma accoglie, da una parte, chi ha intenzioQH GL ULFKLHGHUH XQ Âż QDQ]LDPHQWR H GDOOÂśDOWUD SULYDWL FLWWD dini che scelgono di mettere a disposizione il proprio capitale. Chi avanza richiesta di prestito presenta il proprio fabbisogno, ne descrive la natura e indica la cifra di cui necessita. Chi mette a disposizione il proprio capitale, può sia scegliere personalmente il progetto su cui investire sia lasciare che la piattaforma decida per lui in modo automatizzato seconGR LO SURÂż OR GL ULVFKLR SHUVRQDOL]]DWR H SUHFHGHQWHPHQWH IRU PDOL]]DWR /ÂśHOHPHQWR GL EDVH FKH DVVLFXUD OÂśDIÂż GDELOLWj GHO meccanismo sta nel fatto che non vi è un rapporto univoco

fra un richiedente e un investitore , Âż QDQ]LDPHQWL LQ fatti, sono scorporati in piccole quote (nell’ordine dei 50 HXUR DIÂż QFKp GLYHUVL SUHVWDWRUL HODUJLVFDQR XQD SDUWH GHO proprio denaro a diversi richiedenti (nell’ordine delle decine, anche centinaia). In tal modo il rischio di insolvenza viene ridotto al minimo e le eventuali perdite limitate. Negli ultimi 3-4 anni il tasso di sofferenza registrato dalle piattaforme italiane è inferiore (pari a circa un terzo) a quello registrato in media dalle banche. I tempi di erogazione sono ridotti rispetto a quelli previsti dai tradizionali istituti di credito. Per chi avanza la richiesta di prestito, l’ulteriore vantaggio è dato dall’otWHQLPHQWR GL Âż QDQ]LDPHQWL D WDVVL PHGLDPHQWH SL EDV si di quelli erogati dalle banche. Chi sceglie di investire nel social lending, invece, ha la possibilitĂ di far fruttare somme di denaro che, altrimenti, dovrebbero essere depositate con rendimenti risibili, affrontando inevitabili costi di deposito. Ciò è possibile in quanto queste piattaforme, in Italia SHU RUD FH QH VRQR WUH ULVXOWDQR SL HIÂż FLHQWL ULVSHWWR DJOL RSHUDWRUL WUDGL]LRQDOL H PDJJLRUPHQWH HIÂż FDFL QHO FRQWH QHUH L FRVWL GL JHVWLRQH 6LJQLÂż FDWLYR q DQFKH LO FOLPD GL Âż GXFLD UHJLVWUDWR WUD L SUHVWDWRUL FKH DSSUH]]DQR FKH OH piattaforme di People-to-People Lending siano dotate di un fondo di salvaguardia o protezione. Il social lending sta crescendo molto rapidamente in tutto il mondo, a ritmi sostenuti (+48% nell’ultimo anno). In Europa il leader assoluto in questo settore è la Gran Bretagna, dove non si tratta piĂš di un fenomeno innovativo ma di una realtĂ che vale 1,75 mld di euro. In Italia 25 miliardi di euro sono erogati in prestiti personali, di questi 1,3 miliardi attraverso il web. Un dato TXHVWÂśXOWLPR FKH VHPEUD GHVWLQDWR D FUHVFHUH Âż QR D UDG doppiare nel prossimo biennio grazie a un sempre maggiore utilizzo della rete da parte degli italiani e all’aumento del ricorso al prestito diretto, come giĂ avviene in paesi che, per popolazione, sono simili a noi, primi tra tutti Francia e Germania. Pur essendo ancora agli albori, per il People to People Lending in Italia ci potrebbe essere una grande opportunitĂ lasciata libera dal mondo bancario sia nel credito al consumo che nei prestiti alle Piccole e medie imprese. Il social lending crea anche un mercato addizionale sui bisogni emergenti delle persone piuttosto che rimpiazzare semplicemente il credito bancario, grazie anche all’uso a tutto tondo della tecnologia. Due mondi, quello bancario e quello del social lending, che però potranno anche collaborare in un contesto win-win. In altri paesi le banche locali medio-piccole hanno fatto accordi con le piattaforme di social lending e sono riuscite cosĂŹ a offrire piĂš servizi ai clienti e a fruire della velocitĂ di istruttoria e di erogazione delle piattaforme digitali, non impiegando proprio capitale.

Paolo Marizza Paolo Marizza è Docente DEAMS-Università di Trieste e Partner di Financial Innovations | gennaio-febbraio 2016 | 17


ALLA SCOPERTA DI...

VIRGILIO GIOTTI Servizio e immagini di Vanni Veronesi

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L’intraducibilità del

reale

Un ÂŤmuricciuoloÂť è solo l’ennesimo stereotipo poetico di fine Ottocento: un ÂŤfiatin de muroÂť è invece un’entitĂ reale. Partendo da questa intuizione, il triestino Virgilio Giotti aprĂŹ una nuova via nella poesia italiana del Novecento: l’uso del dialetto. Eppure il suo vernacolo non ha nulla di folkloristico, rappresentando invece la grammatica di un universo poetico assoluto.

L’esordio letterario

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Il 15 gennaio 1885, al civico 272 di via Molino a Vento a Trieste, l’italo-boemo Riccardo SchĂśnbeck e la veneta Emilia *KLRWWR IHVWHJJLDQR OD QDVFLWD GHO ORUR SULPR Âż glio, di nome Virgilio. Sappiamo poco della sua infanzia: le prime notizie riguardano la sua insofferenza alla disciplina scolastica, compensata da XQÂśDYLGD OHWWXUD GHL JUDQGL Âż ORVRÂż QHL VDORQL GHO la Biblioteca Civica di piazza Hortis. Non è il solo adolescente ad avere quell’indole inquieta; una sera, seguito a distanza lungo viale XX settembre, viene fermato da un coetaneo che gli domanda ÂŤScusi, lei è un malinconico?Âť. In quel momento Virgilio non è ancora Giotti (dal cognome della madre), cosĂŹ come quel giovane di nome Umberto non è ancora Saba, ma solo Poli: tuttavia i due si capiscono al volo e sanno di essere destinati all’attivitĂ letteraria. Inizia cosĂŹ un sodalizio che si cementa al Caffè Rossetti, di fronte al Politeama, e al Caffè Garibaldi presso il Municipio, dove Giotti si ritrova con un gruppetto di fuWXUL SLWWRUL Âż ORVRÂż PXVLFLVWL VFXOWRUL IUD TXHVWL Vito Timmel, Guido Marussig, Giulio Tagliapietra 6L GLVFXWH GL OHWWHUDWXUD IUDQFHVH GL Âż ORVR Âż D WHGHVFD GL *XVWDY .OLPW PD OD ULHODERUD]LRQH interiore di tutto questo materiale conduce Virgi18 | gennaio-febbraio 2016 |

lio a una scelta personalissima e in controtendenza: la poesia in dialetto. Per Giotti si tratta di una esigenza innanzitutto artistica: per essere originali non basta piĂš rielaborare il linguaggio; occorre, semplicemente, cambiarlo, puntando su un idioma del tutto vergine. Ma la sua è anche una esigenza morale: non si può essere aderenti alla veritĂ se non chiamando le cose nella propria lingua madre. La potenza espressiva di Giotti, capace di plasmare il triestino in forme tutt’altro che folkloristiche, è un miracolo creativo che non a caso emerge a Firenze, dove si è trasferito nel 1907 per fuggire dalla leva militare austriaca. Non è nostalgia per la patria lontana: la Firenze in cui approda Giotti, assieme a tanti altri intellettuali giuliani come Scipio Slataper, Giani Stuparich e lo stesso Saba, è la cittĂ in cui l’anno successivo esordisce La Voce, la rivista di Emilio Cecchi, Giuseppe Prezzolini, ArdenJR 6RIÂż FL H *LRYDQQL 3DSLQL *LRWWL VL DEEHYHUD D TXH sta fonte e il risultato è la pubblicazione del Piccolo canzoniere in dialetto. La silloge ospita poesie bellissime come I Zacinti, dedicata alla fresca sposa Nina Schekotoff, russa, trasferitasi in Italia nel 1911: I do rameti de zacinti / bianchi e lila li vardo, ch’i xe come / el viso tuo de prima / che, dĂ ndomeli, un poco te ridevi, / tignĂŹndomeli in man co’ le tue fermi, / pĂ lida e i denti bianchi. / [‌] Come ‘sto nostro amor, / che tuto lui no’ ‘l


xe che un gnente lĂ , / un pĂ lido; ma un pĂ lido che lusi, / che ardi, e un bon odor, una speranza, / che me impinissi el cuor co me la sento: / ‘na casa mia e tua, / mèter insieme la tovĂ ia, / mi e ti, su la tola, / con qualchidun che se alza / su le ponte d’i pie / pici e se sforza de rivar coi oci / su quel che parecemo. $ RJQL VSRVWDPHQWR GHOOD FRSSLD QDVFH XQ Âż JOLR QHO ‘13, a Pisa, la primogenita Natalia (ribattezzata Tanda); nel ’15, a Firenze, Paolo; nel ’19, a San Felice in val d’Ema, Franco.

In questa pagina, dall’alto in senso orario: - Virgilio Giotti; - la discesa di via Molino a Vento (dov’è nato Giotti) alla FRQĂ€ XHQ]D FRQ YLDOH 'Âś$QQXQ]LR OD %LEOLRWHFD &LYLFD Âľ$WWLOLR +RUWLVÂś GRYH *LRWWL HUD VROL WR OHJJHUH OH RSHUH GHL JUDQGL Âż ORVRÂż - il Caffè Garibaldi, uno dei ritrovi prediletti di Giotti; - Viale XX settembre, dove avviene il primo incontro fra Virgilio Giotti e Umberto Saba. Pagina accanto, in apertura: Trieste vista dal Carso. Foto di Sebastiano Bettio.

Alla ricerca di una nuova voce Terminata la Prima Guerra Mondiale, anche Giotti si allinea al desiderio di restaurazione letteraria tipico di quegli anni. Ed ecco che si fa strada la poesia in italiano; nel 1920, un anno dopo il suo ritorno a Trieste (si stabilisce in via Lamarmora 34), l’edizione de Il mio cuore e la mia casa segna un desiderio di pace e quiete domestica, espressa nel ritmo classico dell’endecasillabo: Ora rientrerò in casa. GiĂš in cucina / ci sarĂ lume. Sopra nelle stanze / un po’ ancora di giorno; il cielo D]]XUUR DOOH Âż QHVWUH ,Q XQD VROD VWDQ]D GHO WXWWR chiusa, sarĂ un tenue lume. / Paolo giĂ dormirĂ nella sua culla, / supino il corpo, la testa per parte, / con le manine schiuse. Darò un bacio a / mia moglie, mentre la bambina dietro / mi chiederĂ , “E cosa mi hai portato?â€? // Ăˆ pure dolce e bello tutto questo. Ma è solo una parentesi; la nuova vita triestina di Virgilio, che apre una rivendita di libri e giornali in via San Sebastiano, gli restituisce ben presto il gusto del dialetto. CosĂŹ, dopo gli esordi con La Voce, gli viene riserva| gennaio-febbraio 2016 | 19


Partendo da sinistra: - androna San Sebastiano e, in fondo, la via omonima. In questa zona Giotti aprĂŹ una rivendita di libri e giornali; - via Lamarmora 34: la casa in cui Giotti visse per molti anni; - targa commemorativa presso la casa di Giotti in via Lamarmora 34.

ta una pubblicazione attraverso la migliore rivista di alORUD DQFRUD XQD YROWD Âż RUHQWLQD Solaria. Nel 1928 l’uscita di Caprizzi, Canzonete e Stòrie viene salutata con XQD Âż DFFD VHJQDOD]LRQH GL 6LOYLR %HQFR VXO Piccolo. E tocca ancora una volta a Eugenio Montale, che pochi anni prima aveva giĂ â€˜sdoganato’ Italo Svevo, la recensione che consegna Giotti alle glorie nazionali. D’improvviso l’Italia si accorge di avere un cantore puro, che riesce a piegare il vernacolo alla creazioQH GL XQ XQLYHUVR SRHWLFR UDIÂż QDWR DVVXPHQGR L FRQ WRUQL GL XQD ELRJUDÂż D LQ YHUVL ULJRURVDPHQWH GRPLQD ta dalla fedeltĂ al vero. La stessa che anima la pittura di uno dei suoi amici piĂš cari: 9LWWRULR %RODIÂż R. A lui dedica una poesia fra le piĂš celebri: %ROjIÂż R GH ÂľQD SLD]]D GH *RUL]LD HO PH FRQWD FKÂśHO voria pitturarla: / ‘na granda piazza sconta, / che QLVVXQ SDVVD 'R WUH FDVHWH DWRUQR URVD XQ Âż DWLQ GH muro, / un pissador de fero / vècio stravècio, e el scuro de do alboroni [‌].

Via Mazzini 6: la vecchia sede della Lega Nazionale, dove Giotti lavorò negli anni Venti. /œ2VSHGDOH 0DJJLRUH GRYH *LRWWL ODYRUz GDO ¿ QR DOOD pensione e dove morÏ, nel 1956.

'L TXHVWD LGHD GL %RODIÂż R UHVWD XQ GLVHJQR LQWLWR lato Vespasiano conservato al Museo Revoltella. Ăˆ uno dei tanti progetti rimasti incompiuti dal pittore, che muore nel 1931 lasciando il vuoto nel cuore di Virgilio, nel frattempo protagonista di una stagione molto creativa. La collaborazione con Solaria, tuttavia, si interrompe nel 1933: la rivista è costretta a chiudeUH *LRWWL OD VDOXWD FRQ SDUROH VFDUQH PD VLJQLÂż FDWLYH ÂŤSolaria per la letteratura di Trieste è stata piĂš importante che non avrebbe potuto esserlo una rivista fatta qui [‌]. Per me poi è stata la scialuppa di salvataggio della mia poesia dialettaleÂť.

Gli anni del dolore Fallita la rivendita, Virgilio viene assunto dalla Lega Nazionale, la benemerita istituzione per la difesa dell’identità italiana di Trieste negli anni della dominazione asburgica. Un ente che, nell’Italia ormai fascista, non ha piÚ motivo di esistere: il regime 20 | gennaio-febbraio 2016 |


Da sopra in senso orario: - Vittorio Bolaffio, Vespasiano. Il disegno, conservato al Museo Revoltella, è l’unica traccia superstite di un progetto pittorico rimasto incompiuto e ricordato da Giotti in una sua celebre poesia; - il figlio Franco a Pantelleria nel 1941; LO Âż JOLR 3DROR LQ YDO 5RVDQGUD QHO LO 0ROR $XGDFH DO WUDPRQWR

lo chiude nel 1928 e Giotti si ritrova di nuovo senza lavoro. Nel 1930 entra nel Comune di Trieste con varie PDQVLRQL SHU SRL HVVHUH WUDVIHULWR QHJOL XIÂż FL GHOOÂśOspedale Maggiore GRYH ULPDUUj Âż QR DOOD PRUWH /D stabilitĂ familiare, tuttavia, inizia a venire meno: nel 1937 Paolo, da poco partito per la leva, viene condanQDWR FRPH DQWLIDVFLVWD D VFRQWDUH XQ DQQR GL FRQÂż QR alle isole Tremiti. Per Giotti è un colpo durissimo, ma OD EXRQD FRQGRWWD GHO Âż JOLR SHUPHWWH FKH L GXH VL ULDE braccino nel 1938. La scena è cantata con versi struggenti in (O Âż R WRUQj D FDVD: Putel mio caro, te son qua de novo / con noi, scampĂ de le boche d’i lupi. / Visi te ga ridesto tra le lĂ grime. / El sol de ‘sta giornada par ’sai tempo / se lo ricordaremo. / Su la tola / la tovĂ ia la splendi, che la iera / zènere diventada; e el vin bevudo / con ti insieme ga el bon savor de prima. / Coi grandi oci ciari ti te vardi / la casa in giro; te pozi la man / de omo su le spale de tu’ mama. 0D OD YDODQJD q VROR FRPLQFLDWD 1HO OD Âż JOLD 7DQGD UDJJLXQJH LO PDULWR LQ /XFDQLD DO FRQÂż QR SHU antifascismo; nel 1940 la Seconda Guerra Mondiale FKLDPD DO VHUYL]LR PLOLWDUH L Âż JOL 3DROR H )UDQFR QHO 1941 muore la madre Emilia. Nello stesso anno esce la raccolta Colori FKH GÂśRUD LQ SRL VDUj LO QRPH GHÂż QLWLYR VRWWR FXL Âż QLUDQQR WXWWH OH VXFFHVVLYH SRHVLH GLDOHWWD OL 7XWWDYLD q XQD JLRLD FKH GXUD SRFR LO FRQĂ€ LWWR SRUWD Paolo e Franco sul fronte russo. Fino al 1943 le lettere dalle steppe si susseguono ininterrotte: poi, improvvisamente, silenzio. La veritĂ emerge solo all’inizio del 1946: ÂŤMartedĂŹ 29 gennaio, per la lettera d’un soldato che gli fu compagno di prigionia, ho saputo che Paolo è morto. MorĂŹ di malattia e ciò dovrebbe essere avvenuto subito dopo in uno dei primi mesi del 1943. E FRVu q Âż QLWR TXHVWR PLR WDQWR FDUR Âż JOLROR DOOÂśHWj GL anni, stritolato tra le due patrie. Era fuggito dalla patria italiana, che lo aveva tartassato dai 18 anni in lĂ , e la patria russa materna lo respinse, non seppe che dargli la terra per la sepolturaÂť. Iniziano cosĂŹ i suoi Ap-

punti inutili, diario minimo che Giotti terrĂ a fasi DOWHUQH Âż QR DO 4XDQWR D )UDQFR QRQ VH QH VDSUj PDL QXOOD 4XHVWD GHYDVWD]LRQH VL ULVSHFFKLD nella poesia degli ultimi anni: amara, dolente, eppure mai cosĂŹ bella. Ed è proprio nell’immediato dopoguerra che Giotti ottiene i meritati, anche se WDUGLYL ULFRQRVFLPHQWL Âż RFFDQR OH FROODERUD]LRQL con giornali e riviste (su tutte Il ponte diretta da Pietro Calamandrei), ottiene recensioni di giganti FRPH 3LHU 3DROR 3DVROLQL H %LDJLR 0DULQ JOL YLH ne conferito il Premio dell’Accademia dei Lincei. ,QÂż QH LO VHWWHPEUH PXRUH QHOOÂś2VSHGDOH Maggiore dove ha lavorato per decenni. La sua ulWLPD SRHVLD TXDVL XQ WHVWDPHQWR q GHGLFDWD DOOD Âż glia Tanda: 3HQVR DOOH WXH PDQL Âż D FKH VH OH PRYL SLDQLQ D OD WXD ERFD FKH XQ Âż j ULGL 2K VH SRGHVVL DYHUOH Chi saria / piĂš felize de mi? Come la luna / te son ti, Âż D FKH XQ Q YROR OD VFRQGL H OD YLHQ IRUD qFROD VOXVHQWH H HO VXÂś FLDUR HO YLHQ ]R Âż QD GH PL HO PH toca e carezza, cussĂŹ bianco. / Ma ela la xe lĂ in alto lontan; / sola la va pal ziel.

Vanni Veronesi | gennaio-febbraio 2016 | 21


PERSONAGGI

PIETRO ALIPRANDI Intervista di Giuliana Dalla Fior

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Un italiano

su Marte

Originario di Conegliano Veneto e neolaureato in Medicina a Trieste, è l’unico candidato del nostro Paese a far parte della Missione Mars One, per colonizzare il Pianeta Rosso a partire dal 2027. Un viaggio senza ritorno: ÂŤPerchĂŠ lo Spazio è una vocazione a cui sono sempre stato destinatoÂť.

ÂŤ

Un giovane medico, bello e determinato. Corrisponde al ritratto di molti laureati che, con convinzione e fatica a un tempo, vogliono ad ogni costo raggiungere la meta che VL HUDQR SUHÂż JXUDWL Âż Q GD UDJD]]L 7XWWR TXHVWR YDOH anche per lui, ma l’aspetto che lo distingue è che il giovane medico potrebbe essere un “marzianoâ€?. Non perchĂŠ extraterrestre, ma perchĂŠ aspirante astronauta per poter sbarcare su Marte. Pietro Aliprandi, laureato in Medicina con tesi in neuropsicoanalisi all’UniversitĂ di Trieste, ha dichiarato: “Sono pronto a partire per Marte e non tornareâ€?. Quale nesso tra la sua passione per la fantascienza e la psichiatria? ÂŤUna parola: Pandorum. Si tratta di una pellicola di fantascienza diretta da Christian Alvart, usciWD QHOOH VDOH QHO ĂŠ LO PLR Âż OP SUHIHULWR SHUFKp FRPELQD OÂśLQTXLHWDQWH IDVFLQR GHOOÂśLJQRWR Âą QHOOD IDW WLVSHFLH XQ YLDJJLR LQWHUVWHOODUH Âą FRQ L GLVWXUEL SVL FRWLFL FKH SRVVRQR DIĂ€ LJJHUH XQ HTXLSDJJLR LVRODWR SULYR GL SXQWL GL ULIHULPHQWR H GL FRQWDWWL FRQ OD 7HU ra. Parliamo di passioni, l’astronomia e la medicina (assieme al cinema), che si sono sviluppate indipendentemente nel corso della mia vitaÂť. Cosa rappresentano per lei l’ignoto e lo spirito d’avventura? ÂŤCiò che mi affascina maggiormente dello Spazio è proprio la possibilitĂ di esplorarlo e scoprir22 | gennaio-febbraio 2016 |

lo. Lo spirito d’avventura è di famiglia, a partire da mio nonno e mio padre che vissero per oltre dieci anni in Africa, principalmente Etiopia, conoscendone la parte piĂš selvaggia. Io ho sempre preferito il campeggio all’albergo, l’alta montagna al mare, e non ho ancora provato una soddisfazione piĂš grande del raggiungere una nuova vetta, a me sconosciuWD VSHFLDOPHQWH VH TXHVWD VL HUJH ROWUH L PHWUL &RQ OR VWXGLR GHOOD SVLFRDQDOLVL SRL KR DFTXLVLWR OD consapevolezza che l’avventura e la scoperta sono nella natura dell’uomo, che ogni persona ne sente il richiamo; anche chi è troppo timido per affrontare OÂśDYYHQWXUD LQ SULPD SHUVRQD QH UHVWD FRPXQTXH DP PDOLDWR TXDQGR OD YHGH FRPH VSHWWDWRUHÂŞ Lei è uno dei 100 aspiranti astronauti per “Mars Oneâ€?, ovvero la missione umana per colonizzare Marte. In cosa consiste l’intero progetto? ÂŤL’agenzia privata Mars One ha l’obiettivo primario di fondare un insediamento permanente su Marte, a partire dal 2027. La missione prevede l’invio preliminare di un lander (veicolo d’atterraggio, ndr VSHULPHQWDOH VXOOD VXSHUÂż FLH GHO SLDQHWD GXH satelliti di telecomunicazioni (uno in orbita marziaQD OÂśDOWUR ÂłD PHWj VWUDGD´ WUD OD 7HUUD H 0DUWH R SL precisamente nel punto di Lagrange di stabilitĂ L5), due rover (astromobili, ndr) e i diversi componenti GHOOÂśDYDPSRVWR 6HJXLUDQQR PLVVLRQL FRQ HTXLSDJ gio, ciascuna composta da due maschi e due femmi-


QH D GLVWDQ]D GL DQQL OÂśXQD GDOOÂśDOWUD 2JQL HTXL paggio di 4 coloni sarĂ il risultato di una selezione a sĂŠ stante aperta a volontari civili di tutto il mondo, la SULPD GHOOH TXDOL q SURVVLPD DOOD FRQFOXVLRQHÂŞ Come è nata l’idea di partecipare alla selezione? ÂŤLa passione per lo spazio e il sogno di diventaUH DVWURQDXWD OL SRUWR FRQ PH GD TXDQGR QH KR PH moria, e ho sempre ritenuto di essere nato nel periodo storico sbagliato, “troppo prestoâ€?, per cosĂŹ dire. Quando ho letto di Mars One, appurato che fosse un piano reale e credibile, candidarmi è stato un gesto GL HVWUHPD QDWXUDOH]]D TXDVL FRPH VH OÂśDYHVVL VHP pre attesoÂť. Tra gli oltre 200.000 candidati era l’unico italiano? Š1RQ SRVVLHGR L GDWL VSHFLÂż FL PD VL VWLPD FKH all’inizio del primo round di selezione fossimo almeno 100 italiani, assottigliatisi a 12 nel secondo URXQG GDO GLFHPEUH H LQÂż QH D PH VROWDQ WR QHO WHU]R URXQG TXHOOR LQ FRUVR LQL]LDWR LO IHE braio 2015)Âť. Lo scopo della missione è quello di gettare le basi per un avamposto permanente e attuare riFHUFD VFLHQWLÂż FD 0D QRQ q SUHYLVWR XQ ULHQWUR sulla Terra? ÂŤNo, non è previsto nel protocollo della missione. Questo perchĂŠ uno dei punti saldi di Mars One è l’impiego di tecnologie giĂ esistenti e disponibili sul mercato, mentre un vettore capace di decollare da Marte non è ancora stato sviluppato. Ciò non esclude, tuttavia, che in futuro l’esistenza di un avamposto umano su Marte possa invogliare numerosi viaggi di andata e ritorno tra i due pianeti. Si pensi soltanto al fatto che la NASA ha accelerato la proprie ricerche sui sistemi di propulsione per raggiungere 0DUWH LQ TXHVWR FDVR DQFKH FRQ XQ YLDJJLR GL ULWRU QR /D 1$6$ VWLPD GL SRWHU VEDUFDUH QHO Al contempo, le aziende private Space X e Blue Origin giĂ oggi stanno collaudando con successo razzi capaci di decollare e atterrare in verticale senza rampa di lancio, cosa che faciliterebbe enormemenWH XQ ULWRUQR GD 0DUWH R GD TXDOVLDVL DOWUR SLDQHWDÂŞ $OOD Âż QH GHO GRYUHEEH DIIURQWDUH XQ DO tro round di selezioni, da cui scaturiranno solo 24 candidati. Se sarĂ tra questi “fortunatiâ€?, cosa l’aspetta? Š, FDQGLGDWL FKH VXSHUHUDQQR LO WHU]R H TXDU to round di selezioni, che si svolgeranno contemporaneamente nel corso di due settimane di valutazione, diventeranno a tutti gli effetti dipendenti di Mars One a tempo pieno. Organizzati in sei JUXSSL GD TXDWWUR GXH PDVFKL H GXH IHPPLQH SHU gruppo), i 24 astronauti alloggeranno stabilmente in una struttura messa a disposizione da Mars

3LHWUR $OLSUDQGL DVVLHPH DOOD VXD ¿ GDQ]DWD (OHQD 3DJLQD DFFDQWR 3LHWUR LQ SLD]]D 8QLWj D 7ULHVWH 2QH QHOOD TXDOH FL VDUj SRVWR DQFKH SHU HYHQWXDOL famiglie. Per nove mesi all’anno, ciascun gruppo si addestrerà nelle piÚ svariate discipline, dall’ingegneria alla medicina, dall’elettronica all’odontoiatria, dalla botanica alla sociologia. Per alcune settimane all’anno, inoltre, ciascun gruppo risiederà nella nazione di origine di uno dei suoi membri, per familiarizzare con la sua cultura d’origiQH H IDYRULUH OD FRHVLRQH 7UDVFRUVL L QRYH PHVL di addestramento, i sei gruppi si confronteranQR LQ GLYHUVH V¿ GH GHOOD GXUDWD FRPSOHVVLYD GL WUH mesi, mettendo a frutto le nozioni apprese durante la precedente fase di addestramento. Commissioni di esperti in ciascun campo esaminato valuteranno non solo il superamento della prova, ma anche l’atteggiamento con cui il gruppo, nella sua interezza, si sarà confrontato con la prova. Ogni DQQR YHUUj HOLPLQDWR XQ JUXSSR ¿ QR DG DUULYD UH DL TXDWWUR DVWURQDXWL FKH PHWWHUDQQR HIIHWWLYD PHQWH SLHGH VX 0DUWH 7XWWH OH PLVVLRQL VXFFHVVL ve avranno un processo di selezione indipendenWH DI¿ QFKp FLDVFXQ JUXSSR VLD OD PLJOLRUH VFHO ta possibile. Queste nuove selezioni avranno ini]LR LO SURVVLPR DQQR H L FDQGLGDWL HVFOXVL GD TXHO le precedenti potranno ritentare. | gennaio-febbraio 2016| 23


Sette mesi di volo, l’atterraggio su Marte e poi‌ Il viaggio di “sola andataâ€? non le dĂ alcun problema? Š0HQWLUHL VH ULVSRQGHVVL FKH OD TXHVWLRQH QRQ mi tocca. Sia il viaggio che la permanenza su MarWH VRQR LPSUHVH PDL FRPSLXWH SHU OH TXDOL QRQ DE biamo termini di paragone con cui dipingerci delle DVSHWWDWLYH DIÂż GDELOL &Lz FKH SL VL DYYLFLQD D TXH sti scenari sono le lunghe permanenze sulle stazioni spaziali in orbita e negli avamposti in Antartide. Personalmente, mi ispiro a Cristoforo Colombo, non WDQWR SHU LO FOLFKp GHOOD VFRSHUWD GHOOÂś$PHULFD TXDQ to per la sua insaziabile voglia di esplorare: Colombo, una volta giunto a San Salvador, avrebbe potuto piantare la bandiera spagnola e tornare nell’accogliente e ricca Europa. Invece decise non solo di stabilirsi nell’inospitale e pericolosa “Indiaâ€?, ma programmò di esplorare tutto il nuovo continente, se Vespucci non l’avesse battuto sul tempo e non fosse stato richiamato in Spagna. Marte sarĂ una tabula rasa per la nostra specie, un pianeta su cui fondare una nuova civiltĂ da zero, magari non utopica, ma alPHQR PLJOLRUH GL TXHOOD FKH FL ODVFHUHPR DOOH VSDOOH 9ROHQGR LQVHJXLUH VROWDQWR TXHVWÂśRELHWWLYR QRQ ED sterebbe un’intera vita per portarlo a termineÂť. Quando arriverete sul Pianeta Rosso, dove abiterete, cosa mangerete, come trascorrerete le vostre giornate? ÂŤAl loro arrivo, i coloni troveranno l’insediamento giĂ assemblato e messo in funzione dai due rover inviati negli anni precedenti. L’airlock, cioè la camera di de-pressurizzazione per passare dall’ambiente esterno all’habitat interno, sarĂ ricavato dalle capsule di atterraggio, mentre l’habitat sarĂ costituiWR GD PRGXOL ÂłJRQÂż DELOL´ ULQIRU]DWL GD XQR VFKHOHWUR rigido e ricoperti da uno strato di regolith (o “sabbia marzianaâ€?). L’habitat avrĂ un’abitabilitĂ di 50 m2/ persona, proteggerĂ dalle radiazioni e conterrĂ al suo interno una serra idroponica che produrrĂ tutto LO FLER QHFHVVDULR GLYHQWHUHPR TXLQGL YHJDQL IDWWD forse eccezione per la possibilitĂ di allevare pesci e LQVHWWL 7HPSHUDWXUD RVVLJHQR H DFTXD VDUDQQR SUR dotti e controllati dall’ECLSS (Sistema di Supporto 9LWDOH H &RQWUROOR $PELHQWDOH 7UDVFRUUHUHPR EXR na parte del nostro tempo all’interno dell’avampoVWR QHO TXDOH DYUHPR D GLVSRVL]LRQH WXWWL L FRQIRUW di un appartamento terrestre di lusso, comprensivo GL SDOHVWUD H FRQQHVVLRQH D LQWHUQHW FRQ 79 RQ GH mand. Ma a parte il relax, su Marte ci si dovrĂ occupare di mantenere in funzione i sistemi dell’habitat, predisporre l’arrivo del nuovo gruppo e studiare LO SLDQHWD 3HU TXHVWÂśXOWLPR SXQWR XQLYHUVLWj H LVWLWX ]LRQL VFLHQWLÂż FKH SRWUDQQR FRPXQLFDUH OLEHUDPHQWH con l’avamposto su Marte per richiedere particolari rilevamenti e dare consigli su cosa fare e come farlo. 24 | gennaio-febbraio 2016 |

Dal momento che buona parte dei candidati attuali sono scienziati, me compreso, sono sicuro che moltissimo tempo verrĂ devoluto alla ricercaÂť. Come avverrĂ la scelta del partner per accoppiarsi e procreare? ÂŤSostanzialmente allo stesso modo in cui accaGH VXOOD 7HUUD FRQ OD VROD HFFH]LRQH GL XQD SRVVLELOL Wj GL VFHOWD PROWR SL OLPLWDWD Âą RVHUHL GLUH GLFRWRPL FD ,Q YHULWj L JUXSSL YHUUDQQR IRUPDWL JLj DOOD Âż QH GHO TXDQGR VDUDQQR VHOH]LRQDWL L DVWURQDX ti che procederanno all’addestramento. La composizione dei gruppi sarĂ spontanea, decisa cioè dai candidati stessi dopo uno-due giorni di convivenza, e FRPXQTXH VXSHUYLVLRQDWD H JXLGDWD GDO FRPLWDWR GL selezione di Mars One /ÂśRELHWWLYR q TXHOOR GL FRP binare persone che presentino la massima compatibilitĂ reciproca, perciò è verosimile che la scelta del partner ricadrĂ su un membro dello stesso gruppo. 6FHOWD FKH ULPDUUj FRPXQTXH OLEHUD H QRQ LQWHQ]LR nalmente pilotata da Mars One; è anche vero che, in EDVH DOOH FRQRVFHQ]H Âż QRUD PDWXUDWH GDOOH VLPXOD zioni, l’isolamento favorisce l’insorgenza di legami affettivi in pochissimo tempoÂť. &RPH VL SRWUHEEHUR FRQÂż JXUDUH JUDYLGDQ]D H parto? ÂŤL’obiettivo di Mars One è la creazione su MarWH GL XQD FRORQLD SHUPDQHQWH H DXWRVXIÂż FLHQWH 3HU JDUDQWLUH TXHVWL GXH DVSHWWL q QHFHVVDULR FKH OÂśLQ sediamento cresca, non solo tramite l’arrivo di nuoYL FRORQL DGXOWL GDOOD 7HUUD PD DQFKH FRQ OD QDVFL ta di nuovi abitanti. SarĂ perciò indispensabile, presto o tardi, prendere in considerazione tale aspetto. Premetto, tuttavia, che dal controllo missione sulla 7HUUD QRQ DUULYHUDQQR JOL ÂłRUGLQL´ D FXL +ROO\ZRRG ci ha abituati, e che vengono effettivamente impartiti dalle agenzie spaziali governative; la colonia di Mars One sarĂ infatti autonoma, ricevendo solamenWH UDFFRPDQGD]LRQL VXJJHULPHQWL H LVWUX]LRQL 7UD GHWWH UDFFRPDQGD]LRQL FL VDUj TXHOOD GL DVWHQHUVL GDO SURFUHDUH QHOOH SULPH IDVL FLRq Âż QR DO PRPHQWR LQ FXL YL VDUj VXIÂż FLHQWH GLVSRQLELOLWj GL ULVRUVH WHP po, spazio e cibo) da dedicare a eventuali bambini, e FRPXQTXH QRQ SULPD GL DYHU VYROWR OH RSSRUWXQH RV servazioni su piante e piccoli animali, circa l’adattamento biologico al nuovo ambiente. Per il parto, coPXQTXH QRQ VRQR SUHYLVWH FRPSOLFD]LRQL GLYHUVH GD TXHOOH ULVFRQWUDELOL VXOOD 7HUUD H DOPHQR PHWj GHL coloni disporrĂ di una formazione medica e infermieristica completaÂť. 6H TXDOFXQR VL DPPDOHUj R DYUj VFRPSHQVL Âż sici di diversa natura, quale alterità è prevista rispetto al “terrestre ospedaleâ€?? ÂŤAll’inizio l’avamposto disporrĂ di presidi medici limitati, ma con l’espandersi dell’insediamento crescerĂ progressivamente anche l’infermeria. Ăˆ an-


Pietro Aliprandi a Londra all’interno del Shakespeare’s Globe Theater. che vero che, su Marte, grazie alla dieta vegetariana e alla gravitĂ ridotta, l’incidenza di malattie tiSLFKH GHO PRQGR RFFLGHQWDOH Âą LSHUWHQVLRQH LQVXIÂż FLHQ]D FDUGLDFD DWHURVFOHURVL DUWURVL FDQFUR Âą VXEL rĂ un drastico calo. In parole piĂš semplici, alcuni medici, me compreso, si aspettano che su Marte si possa vivere piĂš sani e piĂš a lungoÂť. L’idea di abbandonare “per sempreâ€? persone care non le crea alcun turbamento o tentennamento? ÂŤAnche se la stabilitĂ psico-emotiva è una caratteristica imprescindibile per la candidatura a Mars One QRQ SRVVR IDUH D PHQR GL SHQVDUFL 7XUEDPHQ ti sĂŹ, tentennamenti no. Nella vita ognuno di noi deve compiere delle scelte, dove entrambe implicano la riQXQFLD DG DOFXQL EHQHÂż FL SHU DYHUQH DOWUL 6RQR PRO WR OHJDWR DL PLHL FDUL GHYR ORUR XQ TXDUWR GL VHFROR di cure, affetto, compagnia e insegnamenti; ma tutti i pulcini presto o tardi devono lasciare il nido, crescere e farsene uno proprio. Viaggiare nello Spazio per me è sempre stato piĂš che un semplice sogno: lo VHQWR FRPH XQD YRFD]LRQH XQD FKLDPDWD TXDOFRVD D cui sono sempre stato destinato, se esiste il destino. Chi mi è vicino lo sa, e seppur con una lacrima, acFHWWD TXHVWD VFHOWDÂŞ Mentre sogna Marte, ha provato ad immaginare la sua vita come un “comune uomo terrestreâ€?? ÂŤDando credito alla matematica elementare, aveYR OR GL SUREDELOLWj GL DUULYDUH D TXHVWR SXQ to, a essere l’unico italiano e uno dei soli 100 candiGDWL 3HU DUULYDUH Âż QR LQ IRQGR OD SUREDELOLWj GL IDU cela sale al 4%. Ma fosse anche del 50%, pur essendo un grande sognatore, non sono il tipo che ipoteFD OD SURSULD YLWD EDVDQGRVL VX XQÂśLQFHUWH]]D ,Q TXH sto momento sto conducendo due vite parallele: una

come candidato astronauta, completa di interviste in WHOHYLVLRQH XQLIRUPH H DXWRJUDÂż OÂśDOWUD FRPH JLRYD ne medico che va al lavoro con una Renault MĂŠgane del 2007, paga le tasse, studia per diventare psicoanalista, il venerdĂŹ sera beve una birra con gli amici, il sabato va al cinema con la sua ragazza e la domenica pranza con i genitori. Ancora un anno, e poi YHGUz TXDOH GHOOH GXH YLWH SURVHJXLUj H TXDOH LQYHFH entrerĂ nella mia scatola dei ricordiÂť. Se non sarĂ tra i prescelti per colonizzare Marte, cosa pensa le rimarrĂ di questa esperienza? Š$ RJJL QRQ VR GLUH VH TXDORUD GRYHVVL HVVHUH escluso dalla missione, mi ricandiderei. Ăˆ molto probabile, ma se cosĂŹ non fosse farei ugualmente tesoUR GL FLz FKH TXHVWD FDQGLGDWXUD PL KD JLj LQVHJQD to: la determinazione, la consapevolezza che imposVLELOH q LQ UHDOWj VLQRQLPR GL PROWR GLIÂż FLOH VH OÂśLP SRVVLELOH YLHQH DIIURQWDWR FRQ LO JLXVWR LPSHJQR +R imparato che dai sogni si può passare ai progetti, e dai progetti ai fatti. Realizzare il proprio sogno è, per l’uomo, un motore piĂš forte dell’opulenza, della fama e dell’amore, se si crede davvero al proprio sogno. Nella mia vita ho sempre ringraziato, piĂš di coORUR FKH IDFHYDQR LO WLIR SHU PH TXHOOL FKH FHUFDYD no di dissuadermi, di convincermi che non ce l’avrei IDWWD SHUFKp VPHQWLUH TXHVWH SHUVRQH q OD SURYD SL dura e la piĂš soddisfacente. Se dovessi dare un consiglio ad un giovane, adulto o vecchio, temerario o timido, appassionato di astronomia, arte o politica, OH PLH SDUROH VDUHEEHUR VHPSUH OH VWHVVH TXHOOH FKH traccio nella dedica di ogni autografo: “Punta sempre in alto!â€?Âť.

Giuliana Dalla Fior | gennaio-febbraio 2016| 25


VIAGGI E METE I LUOGHI DI GIOVANNI PAOLO II Servizio e immagini di Michele Tomaselli

ÂŤ

Sulle orme

del Papa polacco

A fine luglio centinaia di migliaia di giovani raggiungeranno Cracovia per la XXXI Giornata Mondiale della GioventĂš. Un evento istituito nel 1984 da Karol Wojtyla, che in questa cittĂ venne ordinato sacerdote. E dove tutto parla ancora di lui.

ÂŤ

Un viaggio attraverso la fede e la speranza. Ho peregrinato nei luoghi dove Karol Wojtyla nacque e si formò e dove si possono ritrovare le fonti della sua fede. Un percorso alle origini di Giovanni Paolo II: da Wadovice, la sua cittĂ natale, a Kalwaria Zebrzydowska, il piĂš conosciuto santuario mariano dopo Jasna GĂłra D &]ÄŠVWRFKRZD D &UDFRYLD OD FDSLWDOH FXOWXUDOH GHO la Polonia, un vero e proprio gioiello dell’Est, con la sua immensa piazza medioevale (5\QHN *ĂĄyZQ\), risalente al 1257. Ogni angolo della cittĂ regala un ricordo di Giovanni Paolo II.

Wadowice

5DJJLXQJR :DGRZLFH GLVWDQWH DSSHQD NP GD 2ÄžZLÄŠFLP LO FDPSR GL FRQFHQWUDPHQWR GL $XVFKZLW] %LUNHQDX H NP GD &UDFRYLD 4XL LO PDJJLR QDFTXH .DURO -y]HI :RMW\ĂĄD LO 3DSD SRODFFR HQ trato nella storia e nel cuore di tutti. (UD OÂśXOWLPR GHL WUH Âż JOL GL .DURO :RMW\ĂĄD H GL (PL OLD .DF]RURZVND ,Q VHJXLWR DO FUROOR GHOOÂśLPSHUR DX VWURXQJDULFR LO SDGUH .DURO VRWWXIÂż FLDOH GHOOÂśLPSHUR

DVEXUJLFR HUD VWDWR LQTXDGUDWR QHOOH QXRYH Âż OD GHOOÂśHVHUFLWR polacco, dopo che la Polonia era tornata indipendente. Un SLFFROR VDOWR LQGLHWUR SHU ULFRUGDUH FKH .DURO VHQLRU GXUDQ te la Grande Guerra, aveva combattuto in Carnia con il 56° UHJJLPHQWR GL IDQWHULD :DGRZLFH 1HOOD SLD]]D VL WURYD OD FKLHVD SDUURFFKLDOH GRYH .DURO :RMW\OD IX EDWWH]]DWR LO JLXJQR LQ VHJXLWR D QRYH anni, qui ricevette la Prima Comunione e a diciotto la CreVLPD $ Âż DQFR GHOOD FKLHVD FÂśq OD VXD FDVD QDWLD RJJL XQ museo. Ăˆ emozionante camminare nel plateatico che riporWD WXWWL L YLDJJL GL *LRYDQQL 3DROR ,, 'D UDJD]]LQR .DURO HUD FKLDPDWR Lolyk (Carletto) e, come tanti altri bambini, si divertiva a giocare a pallone, a WLUDUH SDOOH GL QHYH H D WXIIDUVL QHL Âż XPL PD DVFROWDYD DQ che la musica di FrĂŠdĂŠric Chopin. ,O DSULOH GHO IX FROSLWR GDOOD SHUGLWD GHOOD PD GUH QHO JLXJQR GHO WHUPLQDWH OH VFXROH HOHPHQWD UL VÂśLVFULVVH DO JLQQDVLR VWDWDOH PDVFKLOH Âł0 :DGRZLWD´ studiando la lingua tedesca, il greco e le letterature classiche, con particolare interesse per la scrittura drammatica e teatrale. La morte del fratello Edmund fu un altro duro colpo per OD IDPLJOLD PHGLFR PRUu D DQQL QHO GXUDQWH XQÂśH pidemia di scarlattina. ,O PDJJLR .DURO VXSHUz JOL HVDPL GL PDWXULWj Sopra: &UDFRYLD 8QLYHUVLWj -DJHOOyQLFD RYH .DURO :RMW\OD LQL]Lz JOL VWXGL GL Âż ORORJLD SRODFFD H SL WDUGL FRQ seguĂŹ la laurea. Accanto: .DURO :RMW\OD FRQ LO SDGUH H OD PDGUH (PLOLD nel 1922.

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Sopra: SULPR SLDQR GL .DURO :RMW\OD Accanto, dall’alto: :DGRZLFH OD FLWWj QDWDOH GL 6DQ *LRYDQQL 3DROR ,, H OD &KLHVD GRYœq VWDWR EDWWH]]DWR LO 6DQWR 3DGUH $ ¿ DQFR la sua casa natia. &UDFRYLD &ROOLQD GHO :DZHO OD PHUDYLJOLRVD FLWWD GHOOD IRUWL¿ FDWD FRPSRVWD GDO &DVWHOOR 5HDOH H GDOOD Cattedrale dei Santi Stanislao e Venceslao.

Cracovia Eccomi a Cracovia, l’antica capitale della Polonia, meta turistica per eccellenza, con un gran numero di studenti universitari, visitata ogni anno da milioni di turisti. CittĂ di cultura, religione e drammi della storia: l’inYDVLRQH QD]LVWD QHO VHJQz OÂśHVSORVLRQH GHOOD 6H conda guerra mondiale. Agli ebrei polacchi venne ordinato di portare una fascia al braccio con incisa la stella di Davide, furono obbligati a stare nei ghetti, un dedalo GL YLX]]H H SDVVDJJL VRVSHVL FRVWUHWWL LQÂż QH DOOD GHSRU tazione e allo sterminio nei campi di concentramento. A Cracovia si ricorda il JKHWWR GL .D]LPLHU] WXWWÂśRJJL HVLVWHQWH FRQ GXH VLQDJRJKH GRYH 6WH YHQ 6SLHOEHUJ KD JLUDWR QHO LO Âż OP SUHPLR 2VFDU Schindler’s List. A questa cittĂ resta indissolubilmente legata la mePRULD GL .DURO :RMW\OD FKH D SURSRVLWR GLVVH Š*XDU do ancora una volta Cracovia, questa Cracovia, dove RJQL SLHWUD H RJQL PDWWRQH PL q FDUR 'D TXL JXDUGR la Polonia. E per questo vi prego, prima di andare via, di assumervi ancora una volta questa ereditĂ spirituale che si chiama Polonia, con fede, speranza e amore (...) Vi prego di non dubitare, di non stancarvi e di non scoraggiarvi. Di non tagliare voi stessi quelle radici, delle quali siamo cresciutiÂť (Giovanni Paolo II, &DPSL GL Cracovia JLXJQR 4XL LO PDJJLR VÂśLVFULVVH DOOD )DFROWj GL /HWWHUH H )LORVRÂż D GHOOD SUHVWLJLRVD universitĂ JagellĂłnica, uno degli atenei piĂš antichi d’Europa, fonGDWR QHO GDO UH &DVLPLUR LO *UDQGH /R VFRSSLR GHOOD 6HFRQGD JXHUUD PRQGLDOH WUDYRO VH RJQL FRVD q YHQHUGu VHWWHPEUH H FRPH RJQL

SULPR YHQHUGu GHO PHVH .DURO :RMW\OD YD D FRQIHVVDUVL nella cattedrale del Wawel (la collina dove sorge il castello reale, cuore della nazione), mentre le bombe pioYRQR VX &UDFRYLD 2OWUH DO :DZHO L QD]LVWL FKLXGRQR GL verse istituzioni tra cui l’universitĂ Jagellonica. Al gioYDQH .DURO QRQ UHVWD DOWUR FKH ODYRUDUH LQ XQD FDYD GL SLHWUD H QHJOL VWDELOLPHQWL 6ROYD\ 1HO IHEEUDLR GHO perse anche il padre morto d’infarto, ma, grazie alla fede, continuò ad affrontare la vita con speranza. A parWLUH GDO VHQWHQGR RUDPDL FKLDUD OD YRFD]LRQH IUH quentò clandestinamente i corsi del seminario diretti dal FDUGLQDOH $GDP 6WHIDQ 6DSLHKD. Intanto la resistenza polacca si allargava sempre piĂš, anche grazie al 7HDWUR 5DSVRGLFR GL &UDFRYLD che andava in scena in clandestinitĂ , nel timore dei raVWUHOODPHQWL WHGHVFKL /D YLFHQGD GL .DURO :RMW\OD DW WRUH H GUDPPDWXUJR q VWUHWWDPHQWH OHJDWD DOOD VWRULD di questo Teatro, un’esperienza che lo segnò profondamente. Il gruppo, fondato dal professor Mieczyslaw Kotlarczyk, era formato da cinque attori che, oltre allo VWHVVR IRQGDWRUH DQQRYHUDYD .DURO :RMW\OD .U\VW\QD 'HERZVND 'DQXWD 0LFKDORZVND H +DOLQD .UROL NLHZLF] )X DOORUD FKH *LRYDQQL 3DROR ,, VFRSUu LO WH atro come un mistero della parola e diede alla luce La %RWWHJD GHOOÂśRUHÂż FH, Fratello del nostro Dio e Giobbe, testi teatrali che rivelano profondi concetti di carattere WHRORJLFR H Âż ORVRÂż FR .RWODUF]\N GHÂż Qu LO 7HDWUR 5DSVRGLFR ŠXQD SURWH sta contro lo sterminio della cultura della nazione polacca sul suo stesso suolo, una forma di movimento di resistenza clandestina contro l’occupazione nazistaÂť. 'RSR OD JXHUUD .DURO :RMW\OD FRQWLQXz D VWXGLDUH nel seminario maggiore di Cracovia e alla FacoltĂ di Te| gennaio-febbraio 2016 | 27


&UDFRYLD &LWWDGHOOD IRUWLÂż FDWD GHO :DZHO FRQ LO Castello Reale.

RORJLD GHOOÂś8QLYHUVLWj -DJHOOyQLFD Âż QR DOOÂśRUGLQD]LRQH VDFHUGRWDOH DYYHQXWD LO ƒ QRYHPEUH SHU PDQR GHOOÂśDUFLYHVFRYR PHWURSROLWD 6DSLHKD FKH GHFLVH GL LQ YLDUOR D 5RPD SHU FRPSOHWDUH JOL VWXGL WHRORJLFL H Âż ORVRÂż FL $VVLVWLWR GD XQ JUDQGH PDHVWUR LO SDGUH GR menicano RĂŠginald Garrigou-Lagrange, conseguĂŹ il dottorato di ricerca in teologia con una tesi sul tema GHOOD IHGH QHOOH RSHUH GL 6DQ *LRYDQQL GHOOD &URFH Dopo aver visitato Parigi e Bruxelles, tornò in patria, trovando una situazione politica completamente cambiata. La Polonia stava entrando nell’orbita sovietica PHQWUH LO 3DUWLWR 2SHUDLR 3RODFFR H LO 3DUWLWR 6RFLDOL VWD 3RODFFR FRQYHUJHYDQR QHO 3DUWLWR 2SHUDLR 8QLÂż cato Polacco. Malgrado le scelte politiche, la Chiesa andò avanti SHU OD VXD VWUDGD 6DSLHKD JOL DIÂż Gz XQ LQFDULFR SDVWRUD le nella piccola FRPXQLWj GL 1LHJRZLĂź H SRL QHO la reggenza della SDUURFFKLD GL 6DQ )ORULDQR, appena fuori da 6WDUH PLDVWR (la CittĂ Vecchia). Proprio qui iniziò, accanto all’attivitĂ di sacerdote, l’impegno accademico con gli studenti dell’UniversitĂ JagellĂłnica. Nel contempo portò avanti gli studi teologici divenWDQGR SURIHVVRUH GL 7HRORJLD 0RUDOH H GL (WLFD QHO 6H minario Maggiore di Cracovia e nella FacoltĂ di Teologia di Lublino. ,O OXJOLR 3DSD 3LR ;,, OR QRPLQz YHVFRYR WL tolare di Ombi e ausiliare di Cracovia. Nel 1962 parteFLSz LQ 6DQ 3LHWUR DOOD VROHQQH DSHUWXUD GHO &RQFLOLR LO grande teologo francese Henri de Lubac, nei suoi diaUL GHO FRQFLOLR SDUOD FRQ VLPSDWLD GL PRQV :RMW\OD Fu poi designato arcivescovo di Cracovia e il Concistoro del 26 giugno 1967 lo elevò al rango cardinalizio. Girando per Cracovia scopro che esiste un percorso lungo i luoghi legati alla vita di Giovanni Paolo II. Il cammino denominato 6HQWLHUL GL *LRYDQQL 3DR lo VL SUHÂż JJH OÂśRELHWWLYR GL ULFRUGDUH OD Âż JXUD GHO 6DQ to Padre. Al Palazzo dei Vescovi di Cracovia, in via FranFLV]NDQVND .DURO :RMW\OD YL DELWz GDO DJRVWR GHO TXDQGR HUD DQFRUD VHPLQDULVWD 3URVHJXR DOOD volta della %DVLOLFD GL 6DQ )UDQFHVFR GÂś$VVLVL, semSUH LQ YLD )UDQFLV]NDQVND RYH 6DQ *LRYDQQL 3DROR ,, era solito pregare. Anche la &KLHVD GHO 6DQWLVVLPR 28 | gennaio-febbraio 2016 |

*LXVHSSH %HUQDUGLQR GL YLD 3RVHOND HUD XQ VXR luogo di orazione. Ăˆ il turno dell’HGLÂż FLR GHO GHFDQR LQ YLD .DQRQLF]D FKH KD RVSLWDWR :RMW\OD GXUDQWH JOL DQQL oggi sede del 0XVHR GHOOÂś$UFLGLRFHVL GL &UDFRYLD. Con leggero affanno salgo alla collina del Wawel, QHOOD PHUDYLJOLRVD FLWWDGHOOD IRUWLÂż FDWD FRPSRVWD dal Castello Reale e dalla &DWWHGUDOH GHL 6DQWL 6WD nislao e Venceslao, in stile gotico e con pianta a croce latina. Nei sotterranei della Cattedrale, il 2 novembre LO 3DSD SRODFFR FHOHEUz OD VXD SULPD PHVVD H VXF cessivamente qui fu consacrato vescovo. Al Castello Reale ho l’occasione di inebriarmi davanti alla 'DPD FRQ OÂśHUPHOOLQR: la famosissima tela GL /HRQDUGR GD 9LQFL UDIÂż JXUDQWH OD QRELOGRQQD &HFL lia Gallerani, amante di Ludovico il Moro. All’uscita, scendendo in via Podzamcze, osservo il 6HPLQDULR 6SLULWXDOH realizzato dell’architetto GaEULHO 1LHZLDGRPVNL OXRJR GL ULIXJLR GL :RMW\OD GX rante la ritirata tedesca. ,Q GLUH]LRQH GL .D]LPLHU] YLVLWR OD &KLHVD GL 6DQ 0LFKHOH $UFDQJHOR H 6DQ 6WDQLVODR 9HVFRYR, celebre per aver ospitato nel 1979 l’incontro fra il Papa e gli studenti. $IIDWLFDWR H FRQ L SLHGL LQGROHQ]LWL SURVHJXR Âż QR DG DUULYDUH LQ YLD 6]ZHG]ND QHOOD FDVD GHO SRQWHÂż FH GRSR LO RWWREUH GHO TXDQGR YL DELWz FRQ OÂśDPLFD =R Âż D 3R]QLDNRZD H VXR PDULWR GRSR XQ LQFLGHQWH VWUDGD le (fu investito da un autocarro). 2VVHUYR OD FDVD GL YLD .RPRURZVNL GRYH VROHYD WURYDUVL :RMW\OD FRQ JOL DPLFL 3URSULR TXL LO DJR VWR YHQQH IRQGDWR LO 7HDWUR 5DSVRGLFR $ TXH VWR SXQWR q QHFHVVDULR YLVLWDUH OD )LODUPRQLFD GL &UD covia, una delle sale da concerto piĂš grandi della citWj 4XL LO RWWREUH GXUDQWH OD VHUDWD OHWWHUDULD 6XOOD VWUDGD LO SRQWH GL SLRSSR .DURO :RMW\OD OHVVH DO cune sue poesie. Malconcio, visito il monumento a Giovanni Paolo II nel SDUFR 6WU]HOHFNL, il &ROOHJLXP 1RYXP GHOOÂś8QL versitĂ JagellĂłnica RYH :RMW\OD LQL]Lz JOL VWXGL GL Âż lologia polacca e piĂš tardi conseguĂŹ la laurea, la BasiliFD GL 6DQ )ORULDQR H LQÂż QH OD %DVLOLFD GL 6DQWD 0D ria Assunta, particolare per le sue due torri di altezze GLIIHUHQWL 1HJOL DQQL :RMW\ĂĄD IX SUHGLFDWR re di questa Chiesa. 9HUVR VHUD UDJJLXQJR LQ DXWR YLDOH =DNRSLDQVND all’imbocco della tangenziale sud, alla ricerca dei vecFKL VWDELOLPHQWL GL VRGD 6ROYD\ LO 3RQWHÂż FH YL ODYRUz D SDUWLUH GDOOÂś RWWREUH 6RQR VIRUWXQDWR H QRQ UL HVFR D WURYDUOL PD YHQJR D VDSHUH FKH OÂśRSLÂż FLR q VWD to demolito. Rincuorato dalle tante testimonianze, concludo la giornata a 1RZD +XWD (Nuova Acciaieria), visitando OD &KLHVD GHOOD PDGUH GL *HV GHWWD OÂś$UFD GHO 6LJQR UH SHU OD VXD SDUWLFRODUH FRQÂż JXUD]LRQH DUFKLWHWWRQLFD 1RZD +XWD q XQ TXDUWLHUH GL &UDFRYLD VLWXDWR D NP GDOOD FLWWj ĂŠ VWDWR FRVWUXLWR LQ HSRFD FRPXQLVWD DW


torno a un’enorme acciaieria: quando gli impianti eraQR DQFRUD LQ SLHQD DWWLYLWj LPSHJQDYDQR EHQ RSHUDL PHQWUH OD VROD DFFLDLHULD q JUDQGH FLQTXH YROWH LO FHQWUR VWRULFR GL &UDFRYLD *OL DELWDQWL GL 1RZD +XWD e i lavoratori dell’acciaieria furono tra i primi a ribellarsi contro il governo comunista e a combattere per i diritti umani e dei lavoratori. La gente del posto venne sostenuta dall’allora veVFRYR .DURO :RMW\OD FKH LQL]Lz WHQHQGR DOOÂśDSHUWR XQD Messa di mezzanotte la vigilia di Natale del 1959, indipendentemente dal tempo, e che fece sostituire la croce ogni volta che venne rimossa. Nel 1967 il permesVR GL FRVWUXLUH OD FKLHVD IX FRQFHVVR H LQÂż QH XQD FKLH sa chiamata $UFD GHO 6LJQRUH venne costruita. Il comSOHVVR IX FRQVDFUDWR GD :RMW\OD QHO :RMW\OD VWHV VR GRSR HVVHUH VWDWR HOHWWR 3DSD QHO FKLHVH GL SR ter visitare 1RZD +XWD durante la sua prima visita nel 1979, ma non gli fu permesso di farlo. 1RZD +XWD diventò la roccaforte del movimento di Solidarnosc QHJOL DQQL Âľ

Kalwaria Zebrzydowska Faccio una piccola deviazione per arrivare a Kalwaria Zebrzydowska, il santuario barocco della Madonna degli Angeli, considerato la GerusalemPH SRODFFD XQR GHL OXRJKL SL DPDWL GDO 6DQWR 3DGUH SUHVVR LO TXDOH q FRQVHUYDWD OÂśLFRQD GHOOD 0DGRQQD GHO 3HUSHWXR 6RFFRUVR 1HO LO 3DSD SRODFFR DIIHUPz Š.DOZDULD =H EU]\GRZVND LO 6DQWXDULR GHOOD 0DGUH GL 'LR L OXRJKL sacri di Gerusalemme legati alla vita di GesĂš e della VXD 0DGUH ULSURGRWWL /L KR YLVLWDWL PROWH YROWH Âż Q GD ragazzo e da giovane. Li ho visitati da sacerdote. PartiFRODUPHQWH KR YLVLWDWR VSHVVR LO 6DQWXDULR GL .DOZDULD da Arcivescovo di Cracovia e da Cardinale (‌) spesso YHQLYR TXL GD VROR H SDVVHJJLDYR VXL ÂłVHQWLHUL´ GL *HV Cristo e Maria, meditando i Loro santissimi misteriÂť.

Varsavia Varsavia, capitale della Polonia, la piĂš grande cittĂ GHO 3DHVH VLWXDWD QHOOD SDUWH FHQWUR RULHQWDOH VXO Âż XPH 9LVWROD DFFROVH FRQ XQD IROOD GL IHGHOL *LR vanni Paolo II, al suo primo ritorno in patria da Papa. 'LVVH QHOOD VXD RPHOLD LQ SLD]]D GHOOD 9LWWRULD Š( JUL GR LR Âż JOLR GL WHUUD SRODFFD H LQVLHPH LR *LRYDQQL 3D olo II Papa, grido alla vigilia di Pentecoste: scenda il tuo spirito e rinnovi la faccia della terra, di questa terraÂť. Ăˆ il primo Papa che celebra una messa in un regime socialista. Oggi, nella FKLHVD GL 6DQWÂś$QGUHD, XQ DOWDUH ODWHUDOH q GHGLFDWR DO 3DSD SRODFFR PHQWUH LQ XQ TXDGUR q UDIÂż JXUDWR LQ FROORTXLR FRQ LO FDUGLQD OH :\V]\Ä”VNL

9HVFRYR GL 5RPD

.DOZDULD =HEU]\GRZVND LO SL FRQRVFLXWR VDQWXDULR PDULDQR GRSR -DVQD *yUD D &]ÄŠVWRFKRZD

$GULDQR 9, ,O SULPR SRQWHÂż FH SRODFFR della storia scelse il nome di Giovanni Paolo II. Ăˆ stato un costante sostenitore di Solidarnosc, il movimento polacco di Lech Walesa, nella lotta conWUR LO FRPXQLVPR KD HVHUFLWDWR LO VXR PLQLVWHUR FRQ LQ stancabile spirito missionario e, per coinvolgere i giovani, ha voluto l’istituzione della Giornata Mondiale della GioventĂš 6RQR VWDWH EHQ GLFLDQQRYH OH HGL]LRQL SURPRVVH GDO VXR 3RQWLÂż FDWR 6RWWR OD VXD JXLGD OD &KLHVD VL q DYYLFLQDWD DO WHU ]R PLOOHQQLR FHOHEUDQGR LO *LXELOHR GHO +D DQ che dato straordinario impulso alla libertĂ religiosa, KD SURFODPDWR EHDWL H FDQRQL]]DWR VDQWL +D VFULWWR OHWWHUH HQFLFOLFKH (VRUWD]LRQL DSR VWROLFKH &RVWLWX]LRQL DSRVWROLFKH H /HWWHUH DSR stoliche. AltresĂŹ ha promulgato il Catechismo della &KLHVD &DWWROLFD HG HIIHWWXDWR YLDJJL DSRVWROLFL nel mondo. 'RSR HVVHUH VRSUDYYLVVXWR DOOÂśDWWHQWDWR GHO PDJ JLR H DYHU DIIURQWDWR XQD OXQJD PDODWWLD q PRU WR LQ 9DWLFDQR LO DSULOH GHO 'D TXHOOD VHUD H Âż QR DOOÂś DSULOH VHJXHQWH SL GL WUH PLOLRQL GL SHOOHJULQL DU rivarono a Roma per rendergli omaggio. *LRYDQQL 3DROR ,, q VWDWR FDQRQL]]DWR LO DSUL OH LQVLHPH D *LRYDQQL ;;,,, GD 3DSD )UDQFH sco, con la concelebrazione del 3DSD HPHULWR %HQH detto XVI. Con il suo pensiero ha cambiato il corso della storia. Ha detto papa Francesco in occasione del 25° anniverVDULR GHO FUROOR GHO 0XUR GL %HUOLQR Š/D FDGXWD DYYHQ ne all’improvviso ma fu resa possibile dal lungo e faticoso impegno di tante persone che per questo hanno ORWWDWR SUHJDWR H VRIIHUWR DOFXQL Âż QR DO VDFULÂż FLR GHOOD vita. Tra questi, un ruolo di protagonista lo ha avuto il santo Papa Giovanni Paolo II.Âť 6FULYHYD Mikhail Gorbaciov, il padre della 3HUH strojka DOOÂśLQGRPDQL GHOOD FDGXWD GHO 0XUR Š7XWWR FLz FKH q VXFFHVVR QHOOÂś(XURSD 2ULHQWDOH LQ TXHVWL XOWLPL anni non sarebbe stato possibile senza la presenza di questo Papa, senza il grande ruolo, anche politico, che lui ha saputo giocare sulla scena mondialeÂť.

0LFKHOH 7RPDVHOOL

,O RWWREUH .DURO :RMW\ĂĄD IX HOHWWR 3DSD H SURFODPDWR ƒ VXFFHVVRUH GHOOÂśDSRVWROR 3LHWUR LO SUL Note dell’autore: il Viaggio è stato effettuato fra agosto e setPR 3DSD QRQ LWDOLDQR GRSR DQQL GDL WHPSL GL 3DSD tembre 2015. Desidero ringraziare la prof. Gabriella Burba | gennaio-febbraio 2016 | 29


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VIAGGI E METE

GRECIA, ISOLA DI CRETA Servizio e immagini di Claudio Pizzin

Culla

della civiltĂ

Una storia millenaria che ancora oggi studiosi da tutto il mondo continuano a decifrare. Dai siti archeologici agli sconfinati uliveti, dai panorami mozzafiato ai luoghi di culto che narrano vicende di cristiani e musulmani. Un intenso viaggio alle radici dell’uomo moderno.

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Il fascino di Creta è qualcosa di immediato che ci cattura appena usciamo dall’aeroporto. Dopo aver ritirato l’auto che sarĂ il nostro mezzo di trasporto nei giorni di permanenza sull’isola, ci dirigiamo subito a Hermassinos che raggiungiamo dopo due ore e mezza e 180 km percorsi su una strada tranquilla e panoramica, da cui ammiriamo un tramonto incantevole, con il sole che sembra tuffarsi nel mare. Emozioni che si aggiungono alla prelibatezza della cena: in un ristorale locale degustiamo le tradizionali lumache, qualcosa di unico e imperdibile assaporando una buona birra. L’indomani è una bellissima giornata. Dopo una buona colazione si parte per Heraclion. Visitiamo il Museo Archeologico, trascorrendo diverse ore alla scoperta della cultura minoica. Il museo fu istituito nel 1883 come semplice colOH]LRQH GL DQWLFKLWj 8Q HGLÂż FLR DSSRVLWR IX FRVWUXL to tra il 1904 e il 1912 per l’interessamento di due archeologi cretesi, Iosif Hatzidakis e Stefanos Xan-

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thoudidis. Dal 1937 iniziarono i lavori sull’attuale struttura, progettata con criteri antisismici dal celebre architetto greco Patroklos Karantinos. Il museo fu danneggiato nel corso della Seconda guerra mondiale, ma la collezione sopravvisse intatta e fu nuovamente resa accessibile al pubblico dal 1952. Venne aggiunta una nuova ala nel 1964. /ÂśHGLÂż FLR FRQVWD GL VDOH GLVSRVWH VX GXH SLDQL attualmente è in fase di ristrutturazione ed è visitabile un’esposizione temporanea di un’unica sala. Le collezioni seguono un ordine cronologico: vi si trovano vari rythoi (vasi per libagioni usati in funzioni religiose), plastici e ricostruzioni dei principali palazzi minoici. Al secondo piano vi sono i celebri affreschi di Cnosso, parzialmente ricomposti. Dopo averli visti all’interno di quello che viene considerato il museo piĂš importante della Grecia, una volta usciti decidiamo di salire su un autobus per recarci personalmente a Cnosso per visitare quello che rimane del Palazzo di Minosse. Abitato giĂ nel neolitico, divenne XQ Ă€ RULGR FHQWUR GHOOD FLYLOWj PLQRLFD YHUVR LO D & epoca della costruzione del grande palazzo che, privo di mura difensive, era sintomo dell’egemonia cretese sul mar Egeo. In quel periodo gli abitanti di Cnosso cominciarono ad avere rapporti economici e commerciali con la civiltĂ egizia e vennero addirittura dipinti straordinari affreschi prodotti con le tradizionali tecniche degli abitanti del Nilo. Verso il 1700 a.C. un cataclisma, forse un terremoto provocato dall’eruzione del vulcano dell’isola di Thera (l’odierna Santorini), distrusse tutti i palazzi di Creta, incluso quello di Cnosso. Durante il periodo neopalazia-


le (1700 a.C. - 1400 a.C.) il palazzo venne ricostruito ancora piĂš sontuoso di quello di epoca palaziale, sempre privo di mura difensive, a testimonianza della totale assenza di invasioni da parte di altri popoli. Verso il 1450 a.C., Cnosso fu devastata dai Micenei, popolazione proveniente dal Peloponneso, come testimoniano i testi in lineare B rinvenuti nel palaz]R Âż QFKp YHUVR OD PHWj GHO ;,9 VHFROR D & OD FLWWj iniziò a decadere. Nonostante ciò, come tramandato GD LQÂż QLWH IRQWL Âż RUu OD SUHVHQ]D GL DUWLJLDQL FUHWH si nelle cittĂ micenee, dove veniva apprezzata la loro DOWD FRQRVFHQ]D QHO FDPSR GHOOÂśRUHÂż FHULD La prima tappa del giorno seguente è Agios Nicolaos, dove visitiamo una chiesetta appena costruita e dedicata alla Madonna. Proseguiamo quindi per Elouda, punto di partenza verso Spinalonga, antica fortezza e lebbrosario: una gita di 30 minuti in barca in un luogo imperdibile. Spinalonga è una piccoOD LVROD IRUWLÂż FDWD VLWXDWD SURSULR GL IURQWH DOOH FR ste di Creta. L’isola fu di grande importanza militare ai tempi della Repubblica di Venezia e conserva formidabili vestigia dell’epoca, come gli imponenti bastioni. Il forte di Spinalonga è situato in posizione strategica, all’imbocco del golfo di Mirabello, nella parte orientale dell’isola di Creta, e occupa in realtĂ l’isolotto di Kalidon. Spinalonga infatti in senso proprio è la penisola vicina, di dimensioni maggiori, nonostante dal punto di vista storico, per Spinalonga si sia sempre inteso l’isola-fortezza. In serata, una meravigliosa cena a base di pesce rappresenta la degna conclusione di una giornata densa di emozioni. L’indomani partiamo alla volta di Zakros. Lungo la strada ci fermiamo prima al monastero di Moni Toplou. Dopo 120 chilometri in continuo saliscendi IUD SDQRUDPL PR]]DÂż DWR H SLFFROL SDHVL DEEDUELFDWL sulle montagne, raggiungiamo Zakros. Noto agli archeologi come Zakro o Kato Zakro, posizionato sulla costa orientale dell’isola, nel sito sono presenti rovine della civiltĂ minoica, tanto da ritenere che fosse stato uno dei quattro principali centri amministrativi minoici. Il suo porto protetto e in posizione strategica, inoltre, ne fece un importante centro per il commercio verso l’Oriente. La cittĂ era dominata dal Palazzo di Zakro, originariamente co-

Sopra, da sinistra: - Cnosso, primo piano dei grandi pithoi; - Cnosso, il megaron della regina situato nell’ala orientale del palazzo. Pagina accanto in apertura, il Monastero di Moni Preveli; in basso, colonnato dell’ingresso settentrionale del palazzo di Cnosso.

Monastero di S. Giorgio a Sellinari. Qui sotto, l’antica fortezza di Spinalonga; in basso a sinistra, il golfo di Mirabello; a destra, suggestivo scorcio tra i resti antichi di Spinalonga.

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In alto, rovine di Zakros; a destra, la Chiesa dell’Annunciazione a Agios Nicolaos.

Il monastero di Moni Toplou. Il monastero della Vergine Faneronemi di Ierapetra.

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struito intorno al 1900 a.C., ricostruito verso il 1600 a.C., e distrutto nel 1450 a.C. circa, insieme agli altri maggiori centri della civiltĂ minoica. Il giorno seguente decidiamo di dirigerci verso 6XG SRFKL PLQXWL GRSR OD SDUWHQ]D UHVWLDPR LQFX riositi dalla segnaletica che indica la presenza di un altro monastero. Svoltiamo a sinistra. Ci ritroviamo a percorrere una strada con panorami unici sulla baia di Agios Nicolaos. Dopo circa 8 km percorsi inerpicandoci sulla ripida montagna, raggiungiamo il monastero della Vergine Faneromeni di Ierapetra. Il suo aspetto austero lo fa assomigliare a XQD IRUWH]]D 0D D WRJOLHUH LO Âż DWR q OD YLVWD VXO *RO fo di Mirabello. Riprendiamo il viaggio. Dopo diverse ore fra paQRUDPL FRVWLHUL H VWUDGH LPPHUVH LQ LQÂż QLWL XOLYHWL nel pomeriggio giungiamo a Gortina, l’antica capitale romana di Creta. Ammiriamo i resti della basilica di Agios Titos, parzialmente coperta da alcuni lavori di restauro, e l’OdĂŠon dov’è conservata l’iscrizione con le “Leggi di Gortinaâ€?, il piĂš antico codice legislativo europeo inciso sulle pietre. Dopo una sosta all’ombra del platano che, secondo la leggenda, nascose gli amori tra Zeus ed Europa, usciamo dalla prima parte del sito e, attraversando la strada, entriamo in un esteso uliveto per ammirare il Pretorio, il Tempio di Apollo e altri resti che si estendono a perdita d’occhi. Unico neo, la trascuratezza che sembra regnare tutto attorno e che ci lascia un po’ di amaro in bocca mentre imbocchiamo la via verso Kalamaki. Dopo una giornata di assoluto riposo, trascorsa osservando il mare e visitando le botteghe artigiane, ripartiamo alla volta di Chania. Dopo diversi chilometri raggiungiamo il paese di Spili, il cui nome deriva da una caverna nelle vicine montagne (dal greco “spileonâ€?, caverna), facile da esplorare agevolmente anche da soli. Gli immediati dintorni sono un vero e proprio paradiso per gli escursioQLVWL GDOOD Ă€ RUD VHOYDWLFD DOOH RUFKLGHH GDOOH DTXL le agli avvoltoi che volano nel cielo. Arriviamo in SDHVH ,O WUDIÂż FR q FDRWLFR H ULXVFLDPR D IHUPDUFL solo in prossimitĂ del monastero, dove ammiriamo gli ingressi ad archi, i pregevoli pavimenti e le ricche decorazioni. Riprendiamo il viaggio verso un altro monastero, quello di Moni Preveli. Situato in una zona di parti-


colare bellezza naturale, fu costruito nel 1670 dall’abate Prevelis, sulle rovine di un antico monastero distrutto dai Turchi nel 1646. Secondo un’altra versione, il monastero fu invece realizzato dal feudatario 3UHYHOLV FKH RIIUu TXHVWD WHUUD LQ GRQR DL PRQDFL LQ sieme con una cappella dedicata a San Giovanni che si trovava nella tenuta. Durante la battaglia di Creta contro i Turchi e nel periodo dell’occupazione tedesca, il monastero diede il suo aiuto, fornendo rifugio ai greci in lotta e agli alleati durante la Seconda guerra mondiale. L’esterno della struttura è dominato dall’imponente campanile, costruito nel 1629. All’interno si trovano JOL DOORJJLDPHQWL OD ELEOLRWHFD OÂśXIÂż FLR GHOOÂśDEDWH H un piccolo museo di cimeli ecclesiastici, con documenti preziosi, paramenti sacri e l’editto che offriva a Gregorio V la protezione del patriarcato di Costantinopoli nel 1789. All’interno della chiesa, costruita nel 1836 e dedicata a San Giovanni Teologo, si può ammirare un FURFLÂż VVR LQ RUR XQ ODPSDGDULR GÂśDUJHQWR H LO WUR no del vescovo. Vicino al monastero di Preveli se ne trova un altro con lo stesso nome, anch’esso dedicato a San Giovanni, ma abbandonato. Il giorno seguente ci dirigiamo a Elafonisi, passando attraverso gole profonde su strade che si inerpicano e vie molto strette che attraversano piccoli paesi. Ci ritroviamo in una carovana di macchine che lentamente risalgono le colline. Ai lati della strada sostano numerosi venditori di olio, raki e miele. A pochi chilometri da Elafonisi raggiungiamo il Monastero di Chrissoskalitissa, luogo di culto dedicato all’Ascensione della Vergine e alla TrinitĂ , sorto su rocce scoscese che offre un panorama incantevole. Per arrivarci bisogna salire 98 gradini, uno dei quali, racconta la leggenda, è d’oro, ma solo i puri di cuore possono vederlo. Al suo interno, invece, in uno stanzino, durante la dominazione turca vi era una scuola segreta per i giovani del posto. Terminata la visita proseguiamo per la spiaggia di Elafonisi, luogo magico con la sabbia bianca dalle sfumature rosa e dalle acque cristalline di colore turchese. Proprio di fronte alla lunga spiaggia caraibica si trova una piccola isola di dune di sabbia costellate da cespugli e gigli di mare, collegata alla terraferma da un passaggio lungo 200 metri che, al variare delle maree, viene ricoperto dall’acqua.

Qui sopra due immagini di Gortina: a sinistra, l’OdÊon e, a destra, il platano sempreverde. Sotto: - il monastero di Chrissoskalitissa, - reperti all’interno del museo di Heraklion, - sculture classiche elennistiche e romane a Heraklion.

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Due immagini di Chania: qui sopra il faro, a sinistra il museo Archeologico nella Chiesa di S. Francesco.

Lo scenario cambia l’indomani, quando ci dirigiamo alla volta del Samaria Gorge National Park. Il cielo non promette niente di buono e dopo una ventina di chilometri ci sorprende una pioggia intensa, che scroscia tra lampi e tuoni. Decidiamo di fare retromarcia e portarci verso lidi piĂš sicuri. Raggiungiamo Chania dove giriamo tra mercatini di pelletteria, gioiellerie e negozi di stoffe. Entriamo quindi nella chiesa di Agios Nicolaos, che faceva originariamente parte GHO FRPSOHVVR GHO PRQDVWHUR RPRQLPR GHO ;,,, VHFR lo, il cui chiostro è ancora visibile sul lato nord dell’eGLÂż FLR &RQVLGHUDWD XQD GHOOH SL LPSRUWDQWL GHOOD FLW tĂ nel periodo veneziano, la chiesa fu convertita nella Moschea del Sultano Ibrahim in periodo ottomano. Oggigiorno, sebbene sottoposta a rimaneggiamenti sostanziali, conserva ancora le mura esterne e la lunga sezione con cupola, separata in piccole porzioni, nella parte settentrionale. Nel mezzo della strada di Halidon, nella cittĂ vecchia, si trova invece la Cattedrale della Vergine Maria. Costruita sui resti di una chiesa piĂš antiFD GHO ;,9 VHFROR GXUDQWH OÂśRFFXSD]LRQH WXUFD YHQ ne trasformata in una fabbrica di sapone. Tuttavia, l’icona della Vergine Maria venne mantenuta e davanti ad essa era sempre accesa una candela, con la tolleranza del pasciĂ turco di Chania. La costruzione della Cattedrale di Chania è stata completata nel 1860 sotto forma di basilica a tre navate (da cui il nome Trimartiri), con quella centrale rial]DWD 2UQDWD FRQ LPSRQHQWL DJLRJUDÂż H DO VXR LQWHUQR sono presenti opere di famosi artisti greci quali Kalliterakis, Stavrakis, Tripolitakis e Kokotsis. 34 | gennaio-febbraio 2016 |

Un’altra chiesa, quella di San Francesco, ospita invece il Museo Archeologico dove sono raccolWL UHSHUWL FKH YDQQR GDO 1HROLWLFR Âż QR DOOÂśHSRFD UR mana: ceramiche, sarcofagi dipinti e tavolette con le famose iscrizioni in Linea A e Linea B. Nel vicino giardino si trovano un leone di San Marco e una fontana ottagonale turca. Nonostante il tempo incerto, partiamo alla volta della costa meridionale. La prima tappa è Sougia, dove degustiamo dell’ottimo pesce in uno dei ristorantini in riva al mare. Quindi, puntiamo verso Omalos per ammirare le gole di Samaria: un canyon lungo 16 chilometri situato sul versante occidentale dei monti Lefka, profondamente inciso dall’omonimo torrente. Si tratta probabilmente del canyon piĂš lungo d’Europa dopo le gole del Verdon, in Francia. Situato al centro di un parco nazionale con due ingressi (uno alla foce del torrente Samaria, raggiungibile dal vicino villaggio di Aghia Roumeli, e l’altro in prossimitĂ delle sue sorgenti, vicino al villaggio Omalos a 1250 m di altitudine, collegato a La Canea da una carrozzabile di 23 km). Il Parco Nazionale delle gole di Samaria è uno degli ultimi luoghi in cui sopravvive la capra krikri, tipica dell’isola di Creta. Giusto il tempo per scattare frettolosamente qualche foto che inizia a piovere a dirotto. D’improvviso, una cappa di nebbia ci avvolge. Con prudenza, seguendo il nostro navigatore, scendiamo lungo la strada che si intravvede appena. La careggiata è piena di sassi rotolati giĂš dal costone della montagna. Quando temiamo di esserci persi, ecco la grande sorpresa: ci ritroviamo in mezzo a un gregge di pecore, capre e montoni. Ci DGHJXLDPR DL ORUR WHPSL PD ULWURYLDPR Âż QDOPHQWH la strada maestra che ci riconduce a Chania. Qui trascorriamo il nostro ultimo giorno sull’isola, visitando la spiaggia di Stavros, dove nel 1964 l’attore Anthony Quinn interpretò ‘Zorba il Greco’. Dopo il temporale del giorno prima, un sole splendente si è ripreso la scena. Sembra di essere proprio LQ XQ SDHVDJJLR GD Âż OP ,QYHFH q VHPSOLFHPHQWH H straordinariamente Creta.

Claudio Pizzin


ÂŤ 10 anni

ANDREA ZUTTION Intervista di Andrea Doncovio

di iMagazine

Nel gennaio del 2006 usciva il numero beta di quello che sarebbe divenuto il free press piÚ diffuso in Friuli Venezia Giulia. In queste pagine, il suo fondatore racconta come tutto ebbe inizio. A partire da un viaggio a San Francisco‌

ÂŤ

In occasione del decennale della sua fondazione, iMagazine pubblicherĂ su tutti i numeri del 2016 una serie di approfondimenti speciali per ricordare i momenti salienti di una storia iniziata nel 2006. In questa prima puntata, abbiamo voluto intervistare il fondatore della testata: il direttore responsabile Andrea Zuttion. Direttore Zuttion, riavvolgiamo il nastro dei ricordi. Quando e come è nata l’idea di fondare iMagazine? ÂŤiMagazine l’ho sempre pensato cittadino del mondo. La prima bozza di idea l’ho avuta tra New York e Boston, durante quei lunghi tragitti in auto tipicamenWH DPHULFDQL FKH SHUPHWWRQR SURIRQGH ULĂ€ HVVLRQL 5L entrato in Italia, ho chiesto aiuto a due amici docenti che insegnano alla facoltĂ di economia dell’UniversitĂ di Trieste per capire se quello che avevo pensato sarebbe stato economicamente sostenibileÂť. La risposta quale fu? ÂŤDal business plan l’impresa risultò subito molto impegnativaÂť. $ Âż DQFR: la copertina del n°0 di iMagazine, pubblicato nel gennaio del 2006. ,Q DOWR, settembre 2011: il direttore di iMagazine Andrea Zuttion incontra personalmente in CittĂ del VaticaQR OÂśDOORUD SRQWHÂż FH %HQHGHWWR ;9, RJJL 3DSD HPHULWR

Lei come reagÏ? Impegni professionali mi obbligarono ad altri viaggi: Sudafrica, Mongolia, Francia, di nuovo Stati Uniti. Ma il pensiero cadeva sempre lÏ. PiÚ mi confrontavo con realtà diverse, piÚ l’idea base che avevo in mente si arricchiva di dettagli e di nuove motivazioni nel realizzarla.


E ancora una volta gli USA furono determinanti. ÂŤDurante un viaggio a San Francisco decisi di incontrare i responsabili di una realtĂ editoriale di successo, per comprendere come stessero portando avanWL TXHO SURJHWWR 5LPDVL VEDORUGLWR GHO EULOODQWH SUDJ matismo con cui affrontavano le cose. Quasi fatalisti, ma concreti. LĂŹ è nato iMagazineÂť. Che rivista aveva in mente, all’epoca? ÂŤAllora immaginavo una rivista snella ma allo stesso tempo impegnata, che potesse parlare alla gente della gente. Niente politica, non volevo che si rischiasse di confondere la sensibilitĂ a temi civili con la militanza. Sono sempre stato convinto che ci siano tanti modi di dire le cose, di cercare di far capire logiche e meccanismi. Quello culturale, alla portata di WXWWL q SHU PH LO SL DIÂż QH /ÂśLGHD HUD TXHOOD GL XQ QXR vo strumento a disposizione di tutti, che potesse rendere la vita di ognuno di noi un po’ piĂš bellaÂť. Dieci anni dopo come descriverebbe il “suoâ€? iMagazine? ÂŤBello. Pulito. SanoÂť. Dal 2006 a oggi il mondo della comunicazione e dell’informazione ha vissuto – e tuttora sta vivendo – profondi e radicali cambiamenti: come colloca i prodotti free press in questo contesto? ÂŤNell’ultimo quadriennio abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione culturale nel modo di rapportarci. Siamo entrati in un meccanismo dove sembra che tutto sia “freeâ€?, gratuito. Io non ne sono realmente convinto, anzi ritengo che sia esattamente il contrarioÂť. Si spieghi meglio. ÂŤSiamo disposti a dare con grande leggerezza le chiavi d’accesso ai nostri sistemi decisionali (il gran-

de fratello sa tutto di noi!), mettendo di fatto nelle condizioni chi ha queste informazioni di poterci “pressareâ€? - con i dovuti strumenti - nei nostri momenti piĂš delicati. Apparentemente in cambio di una quotidianitĂ piĂš facile e agevole... La carta in tutto questo resta esclusa: essendo una comunicazione monodirezionaOH H YHULÂż FDWD QRQ q LQYDVLYD 0D QRQRVWDQWH TXHVWR “piccoloâ€? dettaglio la free press, come la stampa tradizionale, è stata messa a dura prova. E tante testate hanno dovuto alzare bandiera biancaÂť. Tutte queste trasformazioni implicano continui aggiornamenti e sviluppi dei prodotti editoriali. Il portale web, i buoni valore L0RQH\, gli Annuari scolastici, gli L0DJD]LQH9LGHR7UXFN sono state le innovative risposte messe in campo dal suo gruppo editoriale. Se dovesse indicare un aggettivo per descrivere ciascuna di loro, quali userebbe? ÂŤIl portale web, la cui nuova release uscirĂ a breve, è la base per la comunicazione 2.0. Senza portale non esisti. Quindi fondamentale. I buoni valore iMoney sono invece la cosa piĂš innovativa e reale che il nostro contesto commerciale abbia realizzatoÂť. Talmente innovativa che talvolta la gente resta spiazzata‌ ÂŤAttraverso i buoni valore, iMagazine regala ai suoi lettori danaro vero da spendere nelle attivitĂ SDUWQHU FKH D ORUR YROWD KDQQR JLj EHQHÂż FLDWR GL XQD condizione commerciale particolare. Con l’ulteriore vantaggio per loro che il lettore/cliente, in piena libertĂ e riservatezza, fornisce suggerimenti per migliorare l’attivitĂ . Se dovessi dare un aggettivo all’iMoney direi straordinarioÂť. E gli Annuari scolastici? ÂŤSono la cosa piĂš bella e dolce che ci siamo impegnati a realizzare. Il fatto di poter racchiudere in uno strumento condiviso le emozioni degli anni di scuola è speciale. Il vero Facebook delle originiÂť. Ultimi arrivati i maxischermi L0DJD]LQH9LGHR 7UXFN. Š5DSSUHVHQWDQR XQ QXRYR VWUXPHQWR outdoor che sta trovando grande riscontro anche perchĂŠ collocato all’inWHUQR GHL SULQFLSDOL HYHQWL /R GHÂż QLUHL XQR VWUXPHQWR innovativo e spettacolare per il contesto in cui operaÂť. ,Q TXHVWD SDJLQD LQ DOWR la consegna degli Annuari scolastici iMagazine agli studenti di una delle scuole del Friuli Venezia Giulia che aderiscono al progetto (approfondimenti www.annuari.imagazine.it); TXL D Âż DQFR, il direttore Zuttion assieme al questore GL *RUL]LD /RUHQ]R 3LOOLQLQL OD 3ROL]LD GL 6WDWR FRVu FRPH OD 3URWH]LRQH FLYLOH OÂś$]LHQGD VDQLWDULD H QX merose altre istituzioni regionali, da anni comunica DOOD SRSROD]LRQH GHO WHUULWRULR DWWUDYHUVR iMagazine. 3DJLQD DFFDQWR due immagini dei maxischermi iMagazineVideoTruck che da ormai tre anni sono presenWL DOOÂśLQWHUQR GHL SULQFLSDOL HYHQWL UHJLRQDOL

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&RVD VLJQLÂż FD SHU OHL GLULJHUH LO SL GLIIXVR free press in Friuli Venezia Giulia? ŠĂŠ XQD VÂż GD TXRWLGLDQD 1RQ WDQWR SHU OH PLOOH LP plicazioni pratiche di ogni giorno, quanto per riuscire a tenere la barra al centro nonostante il mare piĂš R PHQR LQ WHPSHVWD GL TXHVWD IDVH VWRULFD 6LJQLÂż ca mantenere fermi i valori fondanti anche quando il mass market chiede altro, talvolta perchĂŠ deve bruciare in continuazione novitĂ . Non è sempre cosĂŹ scontato saperlo fare: per adesso però ci riusciamoÂť. Ai dipendenti e ai collaboratori di iMagazine cosa richiede nel quotidiano? ÂŤHo la fortuna di avere una squadra che supporta la realizzazione dei nostri intenti. Bisogna essere coesi, professionali, disponibili, qualche volta disposti DQFKH D VDFULÂż FL H ULQXQFH 'LUHL JHQHURVL ( L FRPSR nenti della squadra di iMagazine lo sono!Âť Tra i suoi collaboratori è noto per aver introdotto al progetto iMagazine OD Âż ORVRÂż D NDL]HQ che è stata alla base del successo di Toyota. Come mai questa scelta? ÂŤAi tempi dell’universitĂ ebbi la fortuna di parteciSDUH D XQ FRUVR GRYH LO SURIHVVRU 5DIIDHOH &DPSDQHOOD portò ad esempio di successo l’organizzazione strutWXUDWD VHFRQGR TXHVWD Âż ORVRÂż D RULHQWDOH LO kaizen appunto. In quell’occasione non trovai niente di diverso da quello che ci insegnavano le nostre nonne. La piccola economia domestica infatti si basava in buona parte sulla lotta agli sprechi nel senso piĂš ampio del termine: dalle cose al tempo, dall’ordine alla pulizia. 0L VRQR GHWWR SHUFKp QRQ IDUOR DQFKH QRL" $OOD Âż QH VL è rivelato un grande successoÂť. Torniamo alla rivista: in questi dieci anni qual è LO FRPSOLPHQWR FKH OH KD IDWWR SL SLDFHUH ULFHYHUH H TXDOH OD FULWLFD FKH OH KD IDWWR SL PDOH" ÂŤSono sempre affascinato dalle critiche costruttiYH 5DSSUHVHQWDQR XQ LPSRUWDQWH PRPHQWR GL FUHVFL ta. Permettono di vedere cose che altrimenti farem-

mo fatica ad intuire. Alcune delle critiche che ricevo sono molto stimolanti. I complimenti migliori invece li ho avuti da chi, negli anni, ha creduto in noi. Dai nostri partner, che hanno rinnovato stima e affetto, ai numerosissimi lettori che costantemente si fanno sentire nei modi piĂš disparatiÂť. Dal passato al futuro: quali saranno le prossime VÂż GH GL iMagazine? ÂŤiMagazine è sul mercato da oltre dieci anni con WXWWD OD FUHGLELOLWj H DIÂż GDELOLWj FKH KD VDSXWR HVSUL PHUH 5LQQRYDUVL QHO VROFR GHOOD WUDGL]LRQH q OD VÂż GD piĂš grande dinanzi a noi, se non altro per la rivoluzione copernicana che stiamo vivendoÂť. /R VORJDQ XIÂż FLDOH GL iMagazine recita “Voce auWHQWLFD´ 3HU XQD WHVWDWD JLRUQDOLVWLFD FRVD VLJQLÂż ca essere voce autentica? E, soprattutto, in che modo lo si diventa? ÂŤâ€œVoce autenticaâ€? è lo slogan che un nostro collega pensò dopo una riunione di redazione piuttosto infuocata. Pensieri diversi, slogan diversi, culture diverse messe a confronto e costrette quasi a convivere: un macello insomma. Quando uscĂŹ quello slogan si trovarono tutti d’accordo. Tutti si volevano riconoscere sotto quella bandiera. Poter essere autentici, poter essere se stessi pur con la sensibilitĂ di capire chi abbiamo davanti. Provando a fare un pezzo di strada insiemeÂť.

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ÂŤ

ALLA SCOPERTA DI...

OSPEDALI NELLA GRANDE GUERRA Servizio e immagini di Alberto V. Spanghero

Tracce di umanitĂ nel macello della battaglia L’organizzazione sanitaria del Regio Esercito nei territori di Monfalcone, Cervignano, Gradisca e Cormòns durante il primo conflitto mondiale.

ÂŤ

Il sistema sanitario dell’Esercito Italiano, durante il periodo della Prima guerra mondiale, era organizzato nella maniera seguente: dopo ogni battaglia i luoghi di medicazione posti nelle immediate vicinanze della linea del fuoco avevano il compito di constatare l’entità delle ferite dei combattenti e procedere a un primo esame e a una prima medicazione. Per ogni ferito veniva compilato un cartellino con le sue generalità e l’entità della ferita. Il cartellino era composto da due tagliandi: uno di colore rosso e uno di colore verde. Se entrambi i tagliandi veQLYDQR VWDFFDWL VWDYD D VLJQL¿ FDUH FKH OœHQWLWj GHOOD IH ULWD HUD VXSHU¿ FLDOH H LO PLOLWDUH YHQLYD VXELWR ULPDQGD to in prima linea. Se si staccava solo il tagliando rosso, voleva dire che la ferita era di media gravità e si poteva WUDVSRUWDUH LO IHULWR ¿ QR DOOœRVSHGDOH GD FDPSR 4XHVWL ospedali, che normalmente si trovavano a qualche chilometro dalla linea di combattimento, erano attrezzati per un pronto intervento medico e chirurgico. Se veniva tolto il tagliando verde e rimaneva quello rosso, staYD D VLJQL¿ FDUH FKH LO IHULWR QRQ HUD WUDVSRUWDELOH H GR veva essere curato sul posto con scarsissime probabilità di sopravvivenza.

Da queste sezioni di sanità , ospedaletti, ospedali da campo, ospedali di guerra, i feriti ancora bisognevoli di cure venivano mandati negli ospedali lontani molti chilometri dalla linea del fuoco, in genere con treni-ospedale. Nelle retrovie poi esistevano gli ospedali di riserva, contumaciali (quarantena per malattie infettive), di smistamento e, piÚ indietro ancora, gli ospedali di cura e i ConYDOHVFHQ]LDUL /H VWUXWWXUH ¿ VVH GLVWULEXLWH VX WXWWR LO WHU ritorio italiano erano costituite complessivamente da 447 ospedali con oltre 40.000 posti letto e 59 treni ospedale messi a disposizione dalle R.F. dello Stato. Il servizio comprendeva, inoltre, un imponente complesso di uomini e di attrezzature per la cura dei feriti e degli ammalati, la sorveglianza igienica su caserme, baracche e trincee, il controllo sull’alimentazione e sulle fonti idriche per evitare l’insorgere di tifo, gastroenterite e colera. Particolarmente grave fu l’epidemia colerica esplosa nel 1915-1916 nel Basso Isonzo. Erano carenti invece i medici in prima linea e gli strumenti chirurgici per il pronto intervento, tanto che i feriti morivano nei primi due-tre giorni dal ricovero. I decessi erano dovuti principalmente alla scarsità o alla totale assenza delle piÚ elementari condizioni igieniche, che moltiplicavano e propagavano le infezioni e le malattie. In queste condizioni i chirurghi, spesso tardivamente, onde scongiurare la cancrena dovuta alle ferite ormai infettate, praticavano largamente radicali amputazioni. Nei casi di ferite alla testa, al torace o agli organi addominali i medici rimanevano praticamente impotenti. Gli antibiotici fecero la loro comparsa nell’Esercito U.S.A. solo duran4XL D ¿ DQFR: autoambulanze della Croce Rossa Italiana. )RWR LQ DSHUWXUD: Turriaco, casa Cecchini, agosto 1916. a Accantonamento ospedaliero della 16 Divisione.


te la Seconda guerra mondiale; durante la Grande Guerra in compenso si faceva largo uso di alcool denaturato ed etere etilico. Al momento dell’entrata in guerra la III Armata, dispiegata sul fronte Carso-Isonzo, disponeva di 8 ospedali da campo, dalla capienza di 200 posti letto ciascuno; 10 da 100 posti letto; 2 unità da 50; 5 ospedali della Croce Rossa Italiana e 5 treni-ospedale. Già all’inizio del 1915 le strutture sanitarie dell’Esercito Italiano potevano contare, distribuiti nei vari ospedali e ospedaletti da campo nelle retrovie, su circa 24.000 posti letto. Dall’agosto del 1915, l’aumento straordinario e imprevisto di feriti e ammalaWL FKH À XLYDQR LQ PDQLHUD LQFHVVDQWH H FRQWLQXD GDO IURQ te causò, in breve tempo e mettendoli in crisi, l’intasamento di tutti i servizi sanitari e degli ospedali dell’interno. Si poteva calcolare che ci fosse a disposizione un solo chirurgo per ogni cento ricoverati. Già nel maggio del 1915 la Croce Rossa Britannica operò nella zona del Medio Isonzo e in seguito anche quella Americana che fornì un grande numero di ambulanze. In più di un’occasione ospedali da campo e servizi sanitari furono coinvolti nelle ritirate, in special maniera quella di Caporetto, dove il personale sanitario ridotto al minimo attese l’arrivo del nemico. Molti feriti però non poterono evitare di essere comunque catturati dall’avversario. Da varie testimonianze risulta che gli austro-tedeschi si presero cura anche dei feriti non loro, come del resto gli italiani si presero cura dei feriti austriaci. A Ronchi, non ancora dei Legionari, funzionava un ospedale nella scuola popolare, dove fu ricoverato Benito Mussolini, ferito dallo scoppio di un mortaio e a ricordo del fatto negli anni Venti fu murata una lapide nell’aula di degenza. In zona, altri due ospedali erano attivi: uno nelle scuole di Pieris e l’altro a Begliano, nella villa Fabris dove venne attrezzato un imponente ospedale per malati di malaria che poteva contenere più di 150 posti letto. Poi c’erano le Unità ospedaliere mobili, complete di tutto l’occorrente per allestire un ospedale di emergenza, compresi medici e infermieri. Una di queste unità si era installata nel 1916 a San Canzian, in località Villa Marcorina, dove venne improvvisata una sala operatoria con le conseguenze che possiamo facilmente immaginare. Nei paesi della Bisiacaria, quando la gente sentiva tuonare i cannoni e crepitare le mitragliatrici, sapeva che sul &DUVR HUD LQL]LDWD XQD QXRYD H LQXWLOH FDUQH¿ FLQD 'HO la mattanza che avveniva lì vicino, pochi avevano l’esatta percezione delle sue dimensioni. Erano sicuri però che, dopo alcune ore, sarebbero arrivate lunghe colonne di carri ambulanza, trainati da cavalli al passo, e camion della Croce Rossa a scaricare qua e là centinaia di feriti distesi sulle barelle. Dopo una breve e a volte inutile sosta, presso le Sezioni di Sanità, i feriti venivano smistati nei molti ospedali allestiti sul territorio. In seguito i feriti trasportabili venivano caricati su automezzi o su carri trainati da muli e portati via treno-ospedale nei convalescenziari militari di Udine o dislocati nell’interno dell’Italia. In condizioni normali di operatività la pianta organica di un ospedale da campo poteva disporre di uno staff medico e di una attrezzatura composta nella maQLHUD FKH VHJXH XQ XI¿ FLDOH VXSHULRUH PDJJLRUH R WH

Ospedaletto italiano da campo n. 102.

Medea, ospedale n. 60, operazione di allacciatura dell’ascella.

Visco, 1 ottobre 1915; foto del lazzaretto che accoglieva i militari italiani colpiti da colera. Carso, 1915. Ufficiale italiano morto sul campo di battaglia.

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LocalitĂ del Monfalconese, Cervignanese, Palmarino, Cormonese e Gradiscano nei cui ospedali operarono le infermiere della C.R.I. durante la guerra Elenco parziale tratto da “I luoghi dimenticati della Grande Guerraâ€?, edito nel 2008 dalla Provincia di Udine e curato da Paolo Gaspari, Marco Mantini e Silvio Stok: Aiello, ospedale di SanitĂ n. 77. Aquileia, ospedale di SanitĂ n. 46. Buttrio, ospedali da guerra della C.R.I. n. 18 e 46. Camino di Buttrio, ospedale da guerra. Ca’ Bolani, ospedale da guerra della C.R.I. Campolongo, ospedaletto da campo della SanitĂ n. 65. Caporetto, ospedale di sanitĂ n. 27. Cassegliano, ospedale di SanitĂ n. 68. Castions delle Mura, ospedali da guerra della C.R.I. n. 12 e 52. Castion di Strada, ospedali da guerra della C.R.I. n. 7 e 63. Cervignano, ospedali della SanitĂ n. 57 e 37 e ospedale di SanitĂ n. 327. Chiopris, ospedale della SanitĂ n. 240 e ospedaletto da campo della SanitĂ n. 75. Cividale, ospedale da guerra della C.R.I. n. 10 e ospedale da campo della SanitĂ presso il Convitto Nazionale n. 217. Cormons, ospedale da guerra della C.R.I. n. 11 e n. 219. Dogna, ospedale della SanitĂ situato in un albergo. Dolegnano, ospedale inglese. Fauglis, ospedale di SanitĂ n. 211. Felettis, ospedale da campo della SanitĂ n. 210. Joannis, ospedale da campo della sanitĂ n. 17. Ipplis, ospedale da guerra della C.R.I. n. 18. Isola Morosini, ospedale da campo della SanitĂ n. 71. Malisana, ospedale da campo n. 205. Medea, ospedali di SanitĂ n. 9, 72 e 105. Mereto di Capitolo, ospedale di sanitĂ n. 203 Moggio, ospedale da campo n. 90 Monastero di Aquileia, ospedale di SanitĂ 75 e da campo n. 47. Palmanova, ospedale da campo n. 3, ospedale di riserva, ospedale di SanitĂ n. 79 e 239, ospedale Contumaciale (isolamento per malattie infette) e treno-ospedale. Perteole, ospedale della sanitĂ n. 240 Porpetto e Castello di Porpetto, ospedali da guerra della C.R.I. n. 30, 47 e 60 e ospedale della SanitĂ n. 218. Premariacco, ospedale della sanitĂ n. 218. Quisca, Sezione di SanitĂ n.4, Divisione II Armata. Romans, ospedaletto da campo n. 100 e ospedale di SanitĂ n. 99. Ruda, ospedaletto da campo della SanitĂ n. 65. Russiz, lazzaretto n. 69. Saciletto, ospedale della SanitĂ n. 101. San Giorgio di Nogaro, Scuola ospedale della C.R.I. e ospedali da guerra n. 8, 10, 34, 39, 40 e 42 e con ospedale da campo della SanitĂ e con Laboratorio batteriologico. San Giovanni di Manzano, ospedale da campo della sanitĂ n. 22. San Pier d’Isonzo, sezione di SanitĂ . Santa Maria la Longa, ospedale da campo della SanitĂ n. 206. Sant’ Antonio (Fiumicello), Sezione di disinfezione del VII corpo d’Armata. San Valentino (Fiumicello), ospedale della SanitĂ n.45 e ospedali di SanitĂ n. 42, 43, 48 e 64. San Vito, ambulanza di medicazione ai soldati di passaggio. Scodovacca, ospedale da campo della sanitĂ n. 216. Soleschiano, ospedali da guerra della C.R.I. n. 4, 7 e 17. Tapogliano, ospedaletto da campo n. 91. Terzo di Aquileia, ospedali da campo n. 214 e 257. Trivignano, ospedale di guerra della C.R.I. n. 3. Turriaco, ospedali militari n. 79 e 96 e con una sezione di SanitĂ . In realtĂ gli ospedali da campo attivi a Turriaco dal 1915 al 1917 furono 9 e precisamente i numeri: 63, 64, 65, 69, 70, 85, 86, 101, 183 e la Sezione di sanitĂ della 3a Divisione. A questi vanno aggiunti gli ospedali n. 79 e 96 sopra citati e la Sezione di SanitĂ della 16a Divisione. Villanova di San Giorgio, ospedale da guerra della C.R.I. n. 129. Villa Vicentina, ospedale da campo della SanitĂ n. 58. Vipulzano, ospedaletto da campo della SanitĂ n. 125 (esposto al fuoco nemico). Visco, ospedale da campo di SanitĂ n. 99. 40 | gennaio-febbraio 2016 |

nente colonnello medico), direttore; una GHFLQD GL XIÂż FLDOL PHGLFL XQ XIÂż FLDOH IDU PDFLVWD XQ XIÂż FLDOH GL DPPLQLVWUD]LRQH un cappellano; 10 soldati infermieri; quattro infermiere volontarie; 40-50 soldati per servizi vari; 15 autisti meccanici per un numero complessivo di circa 80-100 persone. Per quanto riguarda l’attrezzatura l’ospedale poteva disporre, inoltre, di 6 camion (uno speciale con un generatore a benzina per fornire l’illuminazione); un IXUJRQH H WUH DXWRPRELOL $G DIÂż DQFDUH TXHVWH VH]LRQL GL VDQLWj Âż VVH LO VHUYL]LR VD nitario italiano mise in campo diversi ospedali chirurgici per la prima assistenza ai feriti intrasportabili. Organizzati in tende o in baracche, questi ospedali disponevano di una tenda adibita a sala operatoria con tutta l’attrezzatura occorrente; di un’altra tenda suddivisa in 3 reparti, per la preparazione dei feriti prima degli interventi chirurgici, per la sterilizzazione del materiale e per la disinfezione del personale; una tenda per accogliere i feriti; una tenda infermeria con circa 100 lettini; una tenda magazzino e farmacia; alcune tende per il personale medico e di truppa; una tenda per le infermiere volontarie; una per l’impianto raGLRJUDÂż FR H XQD DGLELWD D LVRODPHQWR SHU L colpiti da malattie infettive. Il tempo occorrente per montare l’ospedale era di circa sei ore, mentre poteva essere smontato e caricato sugli automezzi in quattro ore. A Turriaco, nella chiesa parrocchiale, svuotata da banchi e suppellettili e tutto ciò che c’era di sacro, furono ricavati all’interno della navata oltre 150 posti letto. Le scuole popolari furono requisite e le loro aule potevano contenere piĂš di 100 posti letto per feriti e ammalati. Nella prima aula a destra, ora Archivio Storico Comunale, c’era una sala operatoria completa di tutta l’attrezzatura. Poi l’intero complesso Priuli fu requisito e trasformato in ufÂż FL DOORJJL SHU WUXSSD H XIÂż FLDOL FRQ PRO WL SRVWL OHWWR H LQÂż QH SUHVVR OD FDVD %RVPD venne allestito il secondo ospedale di Turriaco, attrezzato con sala operatoria, mentre nella casa ora di proprietĂ del signor Livio Tonca furono approntate abitazioni per XIÂż FLDOL XIÂż FL PDJD]]LQL H SRVWL OHWWR SHU feriti. In via Oberdan, all’altezza dei numeri che vanno ora dal 94 al 102, prima che negli anni Sessanta venisse costruita la Casa GL 5LFRYHUR FÂśHUD OD 4XDUDQWHQD SHU L PLOL tari affetti da malattie infettive come colera, tifo, malattie veneree e t.b.c.. Nonostante tutto questo movimento non si vedevano feriti in giro per il paese: essi rimanevano chiusi negli stanzoni sotto sorveglianza in


attesa di essere rimandati al fronte o destinati a ospedali dell’interno, attrezzati per degenti a lungo terPLQH R SHU OD FXUD GL IHULWH VSHFLÂż FKH $L FRPSDHVD ni era proibito avvicinarsi, ma la gente, nonostante il divieto, riusciva a intuire la situazione dalle urla dei feriti e dei moribondi che superavano le mura degli HGLÂż FL &RVD VXFFHGHVVH DOOÂśLQWHUQR GL TXHVWL RVSH dali lo possiamo leggere nel diario di Elena d’Orleans, duchessa d’Aosta. L’11 ottobre 1915, dopo aver visitato l’ospedale 237 della SanitĂ militare di Cervignano, nello stesso giorno visitò anche gli ospedali di Turriaco, Cassegliano e San Pier d’Isonzo, Romans e Medea. Di uno di questi ospedali la Duchessa scrive: “(‌) arrivano i camions pieni di feriti. S’improvvisa una camera d’operazione, dove da 24 ore tre chirurghi lavorano senza tregua. Ăˆ un macello: tutto è pieno di sangue, malgrado ciò tutto è in ordine e i medici operano, tagliano, disinfettano, fasciano con sveltezza. Le camere sono ingombre di letti dove giacciono i feriti piĂš gravi, non trasportabili. Nel granaio dove si arriva per una scaletta sconnessa, alcuni pagliericci raccolgono i morti e gli agonizzanti. Rantoli, sangue, putrefazione: è uno spettacolo raccapricciante. Non si sente un lamento, tutti sono rassegnati. Fra i moribondi vedo un giovane sottotenente che ha il polmone traversato da una pallottola (‌) continuano ad arrivare camions che da 24 ore non si fermano (‌) mentre stavo per andare via sono arrivati dei nuovi camions pieni di feriti della mattinata sporchi di sangue e di fango: una folla lugubre e muta (‌) l’orrore della guerra è immenso quando si abbandonano i morenti a se stessi: la tragedia dei campi di battaglia Medico chirurgo dell’Esercito Italiano. continua silenziosa nei granai delle aziende agrarie Cormons, ospedale n. 219, foto di alcuni feriti. della Bassa friulanaâ€?. Il 12 ottobre la Duchessa visitava l’ospedale 25 della C.R.I. a Visco, dove vi erano 800 casi di colera, mentre a Scodovacca trovava malati di tigna, risipola, orecchioni, scabbia e servizi igienici primitivi. I soldati venivano buttati sulla paglia ancora con le divise addosVR LQ DWWHVD GHO ORUR WXUQR 1HL PDJD]]LQL H QHOOH VRIÂż WWH delle aziende agricole non vi erano gabinetti e gli ammalati dovevano scendere nel cortile mentre durante la notte evacuavano nei secchi senza coperchi e senza diVLQIHWWDQWL 4XDQGR L VHFFKL HUDQR WURSSR SLHQL VL VYXR tavano da un piano all’altro attraverso le tavole disgiunte del pavimento. Dopo la rotta di Caporetto dell’ottobre del 1917 e il conseguente ritorno dell’amministrazione austriaca, a Turriaco fu allestito a causa del propagarsi di epidemie FRQWDJLRVH XQ RVSHGDOH SHU EDPELQL FKH IXQ]LRQz Âż QR al novembre del 1918.

Alberto Vittorio Spanghero Ricercatore e storico di Turriaco | gennaio-febbraio 2016 | 41


ALLA SCOPERTA DI... GIOVANNI FRAZIANO Servizio di Margherita Reguitti

ÂŤ Se vuoi sognare,

svegliati

Il suo gruppo di ricerca ha realizzato lo studio di progettazione del Polo Intermodale dell’Aeroporto di Ronchi dei Legionari. In attesa dell’avvio dei lavori previsto per il mese di maggio, eccone le caratteristiche principali.

ÂŤ

Ăˆ di queste settimane l’uscita, per le edizioni EUT di Trieste, del volume “Le regole del giocoâ€?, scenari architettonici e infrastrutturali per l’aeroporto FVG, che ripercorre le tappe dello VWXGLR GXUDWR GXH DQQL FKH KD FRQGRWWR DOOD GHÂż QL]LR ne delle linee guida per la progettazione del Polo Intermodale dell’Aeroporto di Ronchi dei Legionari, uniFR VFDOR SHU WUDIÂż FR PHUFL H SDVVHJJHUL GHOOD UHJLRQH Lo studio, realizzato grazie a una convenzione stabilita tra aeroporto e UniversitĂ degli Studi di Trieste, Dipartimento di Ingegneria e Architettura, da un gruppo di ricerca diretto dall’architetto professor Giovanni Fraziano (foto in basso) e composto dagli architetti Thomas Bisiani, Luigi Di Dato, Claudio Meninno, Adriano Venudo e Marko Verri, con il contributo di Stefano Simionato e Beppe Rocco, ha otteQXWR VLJQLÂż FDWLYL ULVFRQWUL D OLYHOOR QD]LRQDOH H LQWHU nazionale e cadenzato per gradi successivi il ridisegno dell’aeroporto, prevedendo la realizzazione di una stazione ferroviaria collegata da una passerella all’area

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arrivi e partenze per un tempo di percorrenza a piedi di 8 minuti, di una stazione di autobus, della creazione di oltre mille parcheggi a raso e 500 posti in una VWUXWWXUD PXOWLSLDQR DUHH VHUYL]L H VSD]L FRPPHUFLDOL Nota da tempo l’importanza strategica e la centraOLWj GHOOÂśDHURSRUWR H GHOOD VXD QHFHVVDULD ULTXDOLÂż FD zione attraverso un nuovo sistema intermodale in grado di rappresentare la base di nuove politiche regionali inerenti trasporti e sistemi infrastrutturali, diventa molto interessante ripercorrere i tratti metodologici e concettuali di un’esperienza che si distingue per la chiarezza di intenti e soluzioni non disgiunte da un’attenzione agli aspetti economici e ambientali, tale da farne un modello per caratteri di generalizzabilitĂ e capacitĂ di interlocuzione tra diverse competenze e GLYHUVH LVWLWX]LRQL Per farlo ci siamo rivolti direttamente al professor *LRYDQQL )UD]LDQR Da dove avete iniziato per individuare le linee portanti di questo progetto e quali sono stati i riferimenti? ÂŤSi è iniziato da un’analisi attenta dello stato di fatWR D OLYHOOR DPELHQWDOH WHUULWRULDOH H LQIUDVWUXWWXUDOH Da una valutazione delle azioni pregresse, in particolare l’ultimo studio di fattibilitĂ elaborato dopo una lunga serie di ipotesi susseguitesi negli ultimi venti DQQL $ FXL VL DJJLXQJH XQD SURIRQGD SUHVD GÂśDWWR GHL vincoli, numerosi, che investono l’area: vincoli urbanistici, paesaggistici, idrogeologici e delle aero superÂż FL SHU FLWDUQH DOFXQL 4XDQWR DL ULIHULPHQWL VL q EDGD to innanzitutto alla scala, alla congruitĂ dimensionale, dunque alla costruzione di una casistica appropriata, tale da consentire confronti in termini di costi, azioni H ULVSRVWH RJJHWWLYDPHQWH HIÂż FDFL D XQ WHPD FRPSOHV so come quello dell’intermodalitĂ , in un contesto che QRQ SXz FKH HVVHUH LQWHUQD]LRQDOHÂŞ Quanto tempo per arrivare all’elaborato e quaOL VRQR VWDWH OH GLIÂż FROWj PDJJLRUL H TXDOL LQYHFH L punti di forza?


In queste pagine rendering e piantina dell’aeroporto del futuro di Ronchi dei Legionari (immagini tratte dal volume Le regole del gioco). Per approfondimenti: www.youtube.com/watch?v=1F4sPwVq3WY

ÂŤComplessivamente il lavoro è durato due anni e si è sviluppato per fasi successive - 15 in tutto - con un LPSHJQR QRWHYROLVVLPR QHOOD IDVH GL DQDOLVL H GHÂż QL]LR ne delle linee guida, piĂš graduale per quanto attiene i PRPHQWL GL YHULÂż FD LQWHJUD]LRQH H VXFFHVVLYDPHQWH GL elaborazione degli scenari relativi alle modalitĂ e posVLELOLWj GL VYLOXSSR GHOOH DUHH DGLDFHQWL LO SRORÂŞ Quante sono le soluzioni progettuali presentate, cosa condividono e in che cosa si differenziano? ÂŤSi sono inizialmente messe a confronto sette diverse ipotesi, volutamente un campo di possibilitĂ ampio per valutare al meglio le dinamiche territoriali inWHUHVVDWH GDO SROR H L Ă€ XVVL GD FXL q LQYHVWLWR LQ UHOD]LR QH DOOH UHWL GL DIĂ€ XHQ]D ,Q VHJXLWR QH VRQR VWDWH IRU malizzate due, basate su una diversa circolazione interna, il cui confronto attraverso un’attenta compara]LRQH GHL FRVWL H EHQHÂż FL KD SRL FRQGRWWR D XQÂśRS]LR QH GHÂż QLWLYD H GXQTXH DOOD GHÂż QL]LRQH GL XQ SURJUDP ma delle opere rispondente agli indirizzi programmatici, orientati come noto a una previsione di sviluppo GHOOÂśDHURSRUWR )9* LQ WHUPLQL GL FUHVFLWD GHL Ă€ XVVL GL estensione del bacino di utenza e alla conferma dello stesso nel ruolo di infrastruttura strategica in ambito UHJLRQDOH /D GHÂż QL]LRQH GHOOH OLQHH JXLGD QRQ q DY venuta per tentativi o successive approssimazioni, ma VHJXHQGR XQD SUDVVL ÂłVFLHQWLÂż FD´ LQ JUDGR GL SRUWDUH D sintesi il complesso sistema di variabili che caratteriz]DQR SURJHWWXDOLWj GL TXHVWR WLSRÂŞ 4XDOL OH SHFXOLDULWj GHO IXWXUR SROR LQWHUPRGDOH" ÂŤIl progetto del polo intermodale di Ronchi dei LeJLRQDUL q VWDWR VFHOWR WUD L Âż QDOLVWL SHU LO Global Air Rail Award D 2VOR QHO H 7RURQWR QHO 6H lezionato da una giuria internazionale composta da TXDOLÂż FDWL HVSHUWL GHO VHWWRUH q ULVXOWDWR Âż QDOLVWD SHU due delle nove categorie presenti alla manifestazione: Concept of the Year e Project of the Year FODVVLÂż FDQ GRVL QHOOD JUDGXDWRULD Âż QDOH DO VHFRQGR SRVWR ,O Global Air Rail Award premia la concezione e la realizzazione delle migliori opere intermodali-aeroportuali del mondo, le peculiaritĂ mi sembra possano esse-

UH EHQ GHÂż QLWH DWWUDYHUVR OH SDUROH GHOOD JLXULD FKH KD espresso apprezzamento per la visione a medio e lungo termine dell’intero progetto, grazie alla quale “si potranno raggiungere risultati positivi sia di caratteUH ORJLVWLFR FKH DPELHQWDOH $SSURIRQGHQGR OD YLVLRQH strategica dell’intervento ne ha sottolineato i caratteri SDHVDJJLVWLFL H OD GHÂż QL]LRQH GHJOL VFHQDUL HYROXWLYL che offrendo un ampio spettro di possibilitĂ di utilizzo dei comparti adiacenti, potranno adattarsi alle diverse IXWXUH FRQGL]LRQL HFRQRPLFKH´ª Rispetto agli altri aeroporti delle stesse dimensioni da un punto di vista logistico e di servizi, quali saranno i punti di forza per attrarre passeggeri? ÂŤIl collegamento diretto alla ferrovia rappresenta un salto di qualitĂ notevolissimo, l’integrazione con gli altri mezzi di trasporto, la varietĂ e aumentata disponibilitĂ di parcheggi muteranno radicalmente l’acFHVVLELOLWj GHOOD VWUXWWXUD H OR VWDWR DWWXDOH 6H D FLz VD prĂ aggiungersi un ammodernamento adeguato della stazione passeggeri e delle strutture esistenti, i punti di forza a supporto di una rinnovata attrattiva diventaQR PROWL $ WXWWR IDYRUH GL XQ UXROR QRQ SL PDUJLQD OH GHOOÂśDHURSRUWRÂŞ 4XDQWR WHPSR FL YRUUj SULPD GHOOÂśLQL]LR GHL OD vori? ÂŤIl primo lotto dovrebbe prendere avvio entro il prossimo mese maggio, dopo l’avvio dei lavori di adeJXDPHQWR GHOOD 66 ÂŞ Un grande progetto in tempo di crisi globale, un VRJQR FKH GLYHQWD UHDOWj" ÂŤRispondo con una battuta non mia: “Se vuoi soJQDUH VYHJOLDWL ´ª Il titolo del volume “Le regole del giocoâ€? cosa suggerisce ? ÂŤL’importanza delle convenzioni e della loro conoVFHQ]D 6HQ]D TXHVWH QRQ FÂśq SURLH]LRQH QRQ FÂśq GXQ TXH SURJHWWRÂŞ

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ALLA SCOPERTA DI... BONIFICA E TERRITORIO Servizio di Renato Duca e Renato Cosma. Immagini di Consorzio di bonifica Pianura Friulana.

ÂŤ

L’armonia

tra suolo e acqua

In Friuli Venezia Giulia operano tre consorzi di bonifica con il compito di salvaguardare l’habitat nel quale viviamo e operiamo. Una funzione prevista dalla legge, ma che trova le sue origini nei tempi piÚ antichi.

/D ERQLÂż FD D]LRQH SHUHQQH SHU OD GLIHVD GHO WHUULWRULR

ÂŤ

Suolo e acque hanno costituito da sempre un binomio essenziale, il piÚ delle volte armoQLFR H IHFRQGR PD DQFKH GLI¿ FLOH H WRUPHQWDWR /D JH VWLRQH GL WDOH ELQRPLR VL LGHQWL¿ FD FRQ OD ERQL¿ FD XQD delle attività umane piÚ antiche, la cui evoluzione ha DFFRPSDJQDWR SDVVR GRSR SDVVR LO OXQJR FDPPLQR dell’uomo nel suo approccio con il contesto che lo ospiWDYD SHU UHQGHUOR SURGXWWLYR H PHQR LQ¿ GR SHU FRQVHQ tire i diversi insediamenti, per difendere e valorizzare OœDPELHQWH H LO SDHVDJJLR %RQL¿ FD q GXQTXH VLQRQLPR GL bonum facere FLRq UHQGHUH EXRQR TXHOOR FKH EXRQR QRQ q PD FKH SXz GL YHQWDUOR FRQ RSSRUWXQL SURYYHGLPHQWL Nei decenni a cavallo tra Ottocento e Novecento si IHFH JUDGXDOPHQWH VWUDGD LO FRQYLQFLPHQWR FKH LO VROR UL sanamento idraulico non risolveva i problemi delle terre PDOVDQH H FKH OR VWHVVR DQGDYD LQWHJUDWR FRQ GHFLVL LQWHU YHQWL GL FDUDWWHUH LJLHQLFR VDQLWDULR FDPSDJQH DQWLPDOD ria), con razionali sistemazioni dei suoli e appoderamenti, e con l’inserimento di infrastrutture e servizi per le FRPXQLWj 3UHVH FRUSR DOORUD XQ HI¿ FDFH IHUPHQWR OHJL VODWLYR FKH SRUWz DOOD SURPXOJD]LRQH GHOOD OHJJH TXDGUR

VXOOD PDWHULD LO 7HVWR 8QLFR 5 ' Q Nuove norPH SHU OD ERQLÂż FD LQWHJUDOH 8Q SURYYHGLPHQWR WXWWÂśRUD YL JHQWH QHO VXR LPSLDQWR GL LQGLUL]]R SXU FRQ WDOXQL DGHJXD PHQWL H LO VXSSRUWR GHOOD QRUPDWLYD UHJLRQDOH FKH KD DV VHJQDWR DOOD ERQLÂż FD XQD ULOHYDQ]D JOREDOH JLXULGLFDPHQ WH TXDOLÂż FDELOH FRPH IXQ]LRQH H FRQ OÂśDWWULEXWR GL LQWHJUD OH XQ DPSLR FDPSR GL RSHUDWLYLWj QHOOD FRQYHUJHQ]D WUD LQ WHUHVVH SXEEOLFR H RELHWWLYR SULYDWLVWLFR VLD VRWWR LO SURÂż OR GHOOH VFHOWH SURJUDPPDWLFKH FKH GHOOD ORUR HVHFX]LRQH /D ERQLÂż FD FRVu LQWHVD FRPSUHQGH SHUWDQWR LO PDQWH nimento del delicato equilibrio terra-acque, la costruzione di opere idrauliche, la sistemazione dei terreni, la distriEX]LRQH LUULJXD OD ULFRPSRVL]LRQH GHL IRQGL IUDPPHQWD ti, la costruzione di fabbricati rurali, di centrali idroelettriFKH HG HOHWWURGRWWL GL VWUDGH H DFTXHGRWWL ( DQFRUD LO ULP boschimento delle pendici montane, nonchĂŠ l’assunzione GL SURYYHGLPHQWL DWWL D PRQLWRUDUH H IURQWHJJLDUH OÂśHURVLR QH GL VSRQGH H DUJLQL JOL VWDWL GL VXEVLGHQ]D OD ULVDOLWD GHO FXQHR VDOLQR L IHQRPHQL GL GHVHUWLÂż FD]LRQH OXQJR OH ID VFH OLWRUDQHH /D ERQLÂż FD KD WURYDWR DXWRUHYROH LQTXDGUDPHQWR SXUH GD SDUWH GHOOD &RUWH &RVWLWX]LRQDOH FKH OÂśKD GHÂż QLWD ³ un articolato processo di formazione e di trasformazioQH GHO 7HUULWRULR SHU UHQGHUOR DJLELOH DL Âż QL DELWDWLYL H IUXL ELOH DJOL XVL SURGXWWLYL SL GLYHUVL HVVD SHUWDQWR q D EXRQ GLULWWR VWUXPHQWR RUGLQDULR GL JHVWLRQH GHO 7HUULWRULR´ HG LQROWUH ³XQ VHUYL]LR D EHQHÂż FLR GHOOÂśLQWHUD &RPXQL tĂ , un’attivitĂ per sua natura perenne, in continuo diveniUH´ VHQWHQ]D Q GG $ Âż DQFR LGURYRUD 3ODQDLV D 6DQ *LRUJLR 1RJDUR 6RSUD XWLOL]]R GL XQ LPSLDQWR SOXYLUULJXR LQ YHUVLRQH antibrina &RQVRU]LR ERQLÂż FD 3LDQXUD ,VRQWLQD

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0DSSD GHL SUHVLGL LGURYRUL WUD 7LPDYR H 7DJOLDPHQWR

,O &RQVRU]LR GL ERQLÂż FD

3HUQR VWUDWHJLFR GL TXHVWR ¾SURFHVVR VHUYL]LRœ q LO ConVRU]LR GL ERQL¿ FD SHUVRQD JLXULGLFD D VWUXWWXUD DVVRFLDWL YD RUJDQR WHFQLFR HG HFRQRPLFR SRUWDWRUH GL XQD ¾GXSOL FLWjœ GL IXQ]LRQL SXEEOLFD H SULYDWD H GL XQD QDWXUD LQWULQ VHFDPHQWH ¾PLVWDœ SXEEOLFD H SULYDWD GD XQ ODWR HVVR q HVSUHVVLRQH GHJOL LQWHUHVVL GHL SURSULHWDUL FRQVRU]LDWL GHL IRQGL FRLQYROWL QHOOœDWWLYLWj GL ERQL¿ FD FKH GDOOD PHGHVL PD WUDJJRQR EHQH¿ FLR GLVFLSOLQDWD OHJLVODWLYDPHQWH H UHVD REEOLJDWRULD GDOOœDOWUR HVVR q VRJJHWWR SXEEOLFR WLWRODUH R SDUWHFLSH GL IXQ]LRQL DPPLQLVWUDWLYH LQ IRU]D GL OHJJH R GL FRQFHVVLRQH GHOOœ,VWLWX]LRQH VWDWDOH H UHJLRQDOH ,O &RQVRU]LR LQ SDUWLFRODUH q GRWDWR GL DXWRQRPLD GL ELODQFLR GL DXWR¿ QDQ]LDPHQWR GHOOH DWWLYLWj GL JHVWLRQH WUDPLWH LO PHFFDQLVPR GHOOD ¾FRQWULEXHQ]Dœ SRVWD D FDUL co dei proprietari ricadenti entro il perimetro di compeWHQ]D H IDWWR GL QRQ SRFR FRQWR Oœ(QWH YLHQH DPPLQLVWUD WR GD RUJDQL HVSUHVVL GDL FRQVRU]LDWL VWHVVL /œHYROX]LRQH GHOOD OHJLVOD]LRQH VWDWDOH H UHJLRQDOH QRQ KD DI¿ HYROLWR OH ¾IXQ]LRQLœ LQ FDSR DL &RQVRU]L GL ERQL¿ FD DQ]L KD FRQIHULWR ORUR QXRYH YDOHQ]H FRQ FLz DYYLDQ GR XQD XOWHULRUH IDVH RSHUDWLYD TXHOOD ¾DPELHQWDOHœ PH JOLR LGHQWL¿ FDELOH QHOOœDWWLYLWj GL GLIHVD GHO VXROR H GL WX WHOD GHO WHUULWRULR ,QIDWWL OD FUHVFLWD GHPRJUD¿ FD OœHVRGR GDOOH FDPSD JQH OR VYLOXSSR XUEDQR LQGXVWULDOH H WXULVWLFR OH LQQR YD]LRQL QHJOL RUGLQDPHQWL FROWXUDOL H QHOOH VLVWHPD]LRQL DJUDULH H LO SURJUHVVR WHFQRORJLFR GHJOL XOWLPL VHVVDQWœDQ QL KDQQR LPSUHVVR DJOL DPELWL UHJLRQDOL XQD HYROX]LRQH molto rapida con la quale i Consorzi hanno dovuto fare i FRQWL DGHJXDQGR SURJUHVVLYDPHQWH VWUXWWXUH H LQWHUYHQWL a protezione di un insieme complesso e delicato, in quanWR ¾WHUULWRULRœ ¾DPELHQWHœ H ¾SDHVDJJLRœ XQ KDELWDW YXOQH UDELOH QHO TXDOH YLYLDPR H RSHULDPR 9D ULFRQRVFLXWD DL QRVWUL &RQVRU]L GL ERQL¿ FD XQD SUHFLVD VSHFL¿ FLWj LVWLWX]LRQDOH HYLGHQ]LDWD GDOOD FRO ORFD]LRQH VWUDWHJLFD QHO VXGGHWWR WHUULWRULR GDOOD FRQR scenza capillare del proprio comprensorio, nonchÊ dalla disponibilità di un patrimonio umano di capacità e di conoscenze tecniche di prim’ordine, nonchÊ di un articolato sistema di opere in continuo esercizio, manuten]LRQH H DPPRGHUQDPHQWR FRO FRQFRUVR ¿ QDQ]LDULR PL UDWR GHOOD 5HJLRQH Nel territorio del Friuli Venezia Giulia operano atWXDOPHQWH WUH &RQVRU]L GL ERQL¿ FD TXDWWUR ¿ QR DG XQ

anno fa, i cui comprensori di competenza sottendoQR XQD SHULPHWUD]LRQH WHVD D FRQVHJXLUH HFRQRPLH GL VFDOD QHOOD JHVWLRQH FRQVRUWLOH 3LDQXUD ,VRQWLQD, 3LDQXUD )ULXODQD & /HGUD 7DJOLDPHQWR H & %DVVD Friulana, assieme) e &HOOLQD 0HGXQD 6RQR JOL HUHGL di una tradizione operativa, che affonda le radici nella FRQVXHWXGLQH GHO EXRQ JRYHUQR GHOOH DFTXH ODWLQD YH QH]LDQD DVEXUJLFD H LWDOLDQD , VXGGHWWL &RQVRU]L FRSURQR DPSLH DUHH DJULFROH H XUEDQL]]DWH TXDVL HWWDUL SDUL DO GHOOD VX SHU¿ FLH UHJLRQDOH H JHVWLVFRQR XQœLPSRQHQWH VHULH GL LPSLDQWL VWUXWWXUH H PDQXIDWWL 2OWUH DG DVVLFXUDUH OD GLVWULEX]LRQH LUULJXD PH GLDQWH VFRUULPHQWR DVSHUVLRQH R D JRFFLD RSHUD ]LRQL EHQ YLVLELOL QHOOH VWDJLRQL HVWLYH DQFKH DOOœRF chio del profano, i nostri Consorzi provvedono DOOD TXRWLGLDQD JHVWLRQH GHOOH DFTXH SURYHQLHQWL GD PRQWH UHJLPD]LRQH UDFFROWD VPDOWLPHQWR GLIHVD D PDUH H D ODJXQD FRQ DUJLQDWXUH QRQFKp GL TXHO OH PHWHRULFKH H GL ULVRUJLYD FRQ LPSLHJR GL XRPL QL PH]]L H LPSLDQWL OXQJR OœDPSLR DUFR OLWRUDQHR FKH VL HVWHQGH GDO 7LPDYR DO 7DJOLDPHQWR 8Q WHUUL WRULR GL FLUFD HWWDUL SRVWR ¾VRWWR SRPSDœ DI IUDQFDWR GDOOH DFTXH JUD]LH DOOœHVHUFL]LR GL QXPH URVH LGURYRUH GL GLPHQVLRQL H FDSDFLWj GLYHUVL¿ FD WH GLVORFDWH LQ VLWL LGUDXOLFDPHQWH VWUDWHJLFL FRPH LQGLFDWR QHOOœDOOHJDWD FRURJUD¿ D LGURYRUD, termine GHULYDWR GDO JUHFR DQWLFR FRQ VLJQL¿ FDWR GL GLYRUD WULFH GL DFTXD Un’attività quasi impercettibile, ma concreta e SRGHURVD GL VPDOWLPHQWR WUDPLWH LPSLDQWL LGUR YRUL WUD 7LPDYR H ,VRQ]R FRQ XQD SRWHQ]LDOLWj GL PF VHF WUD ,VRQ]R H 7DJOLDPHQWR FRQ XQD SR WHQ]LDOLWj GL PF VHF 8QD JUDQGH PDVVD GœDFTXD FKH VRSUDWWXWWR QHOOH VWDJLRQL SLRYRVH LQ DVVHQ]D GHO citato presidio idraulico, potrebbe minacciare peri,GURYRUD 6DQWR 6WHIDQR LQ 9DOOH GHO 4XLHWR ,VWULD

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FRORVDPHQWH QXPHURVL FHQWUL DELWDWL YDVWH DUHH DJULFROH LQVHGLDPHQWL XUEDQL ]RQH LQGXVWULDOL H DUWLJLDQDOL LP portanti localitĂ turistiche e che nei periodi siccitosi, peraltro, viene utilizzata in vario modo per assicurare una SURYYLGHQ]LDOH ÂľLUULJD]LRQH GL VRFFRUVRÂś DOOH FDPSDJQH D VXR WHPSR ERQLÂż FDWH

, SHUVRQDJJL HPLQHWL GHOOD QRVWUD ERQLÂż FD

,O 3UHIHWWR &HVDUH 3ULPR 0RUL IX XQ ¾JUDQGHœ GHOOD ERQL¿ FD FRPDQGDWR LQ )ULXOL QHO TXDQGœHUD DOOœD pice di una brillante carriera pubblica, a dirimere la diaWULED LQVRUWD WUD L VRJJHWWL LQWHUHVVDWL DOOD ERQL¿ FD H DOOD WUDVIRUPD]LRQH IRQGLDULD GHOOD EDVVD SLDQXUD IULXODQD ,O QXRYR LQFDULFR DSUu OD VWUDGD D 0RUL D XQD SDUDOOH OD LQFRPEHQ]D LO FRRUGLQDPHQWR GHOOD FRPSOHVVD RSHUD ]LRQH GL ERQL¿ FD H ULQDVFLWD GHOOœ,VWULD XQD WHUUD PDUWR riata dalla malaria, dalla siccità , dal banditismo e da una secolare arretratezza, cui non avevano saputo porre rimedio nÊ la Serenissima nÊ l’Amministrazione austriaFD QHO FRUVR GHOOH ULVSHWWLYH JHVWLRQL ,Q UHDOWj LO ¾SDOD]]R URPDQRœ DSSUR¿ WWz GHOOœRFFDVLR QH SHU DOORQWDQDUH IRUVH GH¿ QLWLYDPHQWH GD 5RPD H GDO Senato, ovvero dalla scena e dalla popolarità , uno scoPRGR SHUVRQDJJLR PDL VXFFXEH DOOD ¾VWDQ]D GHL ERWWR QLœ FRVu SXUH OXL SURWDJRQLVWD LQ SRVLWLYR QHOOD JXHUUD GLFKLDUDWD DOOD PD¿ D GDO UHJLPH YHQQH PDQGDWR ¾DO FRQ ¿ QRœ FRPH XQ SLFFLRWWR &Lz FKH LQ SRFR PHQR GL XQ TXLQGLFHQQLR &HVDUH 3ULPR 0RUL VHSSH UHDOL]]DUH QHO &RP prensorio della Bassa Friulana e in Istria ha dell’incredibile, soprattutto se rapportato ai mezzi operativi del WHPSR DOOD YDVWLWj GHL FRPSUHQVRUL GD ULVLVWHPDUH RO WUH HWWDUL H &RPXQL QHOOD EDVVD SLDQXUD IULX ODQD ROWUH HWWDUL H &RPXQL QHOOD SHQLVR OD LVWULDQD DOOD JUDYLWj GHL SUREOHPL GD ULVROYHUH QRQ ultima la diffusione della letale endemia malarica) e DOOœHQWLWj GHOOH RSHUH GD FRVWUXLUH 8Q LPSRQHQWH ODYRUR di trasformazione e di rinascita, una esemplare interpretazione e traduzione sul campo dell’articolato conFHWWR GL ERQL¿ FD LQWHJUDOH &HVDUH 0RUL VL VSHQVH D 3DJQDFFR LO OXJOLR /D sua amata consorte lo aveva preceduto nel marzo delOR VWHVVR DQQR

'D VLQLVWUD (QULFR 7RVRUDWWLBSUHVLGHQWH GHO &RQVRU]LR %RQLÂż FD %DVVD )ULXODQD GDO DO - &HVDUH 3ULPR 0RUL LQ XQD IRWR GHO

)LJXUD GL DOWR SUR¿ OR XRPR VFKLYR LQYLVR DL QRWD ELOL GHO UHJLPH SHUFKp VRUGR DOOD ¾YRFH GHO SDGURQHœ WHPXWR GD PD¿ RVL H RPHUWRVL OXFLGR H SXQWXDOH QHOOD JHVWLRQH GHOOH GXH HQWLWj FRQVRUWLOL VRSUD PHQ]LRQD WH LO 3UHIHWWR &HVDUH 0RUL FRVWLWXLUj SHU VHPSUH XQ riferimento emblematico, soprattutto per quanti hanno a cuore le sorti di quella realtà economico-sociaOH WDOYROWD XQ SRœ QHJOHWWD FKH q LO PRQGR GHL FDP SL H GHOOD ERQL¿ FD /D VXD q VWDWD XQD SUH]LRVD WHVWLPRQLDQ]D GHO bene operare, fatto di senso dello Stato, di determiQD]LRQH VSLULWR GL VHUYL]LR H SURIHVVLRQDOLWj YDORUL veri, che vanno sottratti all’oblio e al silenzio, sen]D ULVHUYH 8Q GHIHUHQWH H JUDWR SHQVLHUR YD ULYROWR DQFKH DOOD PHPRULD GL XQ DOWUR SHUVRQDJJLR GL ULOLHYR QHOOD VWR ULD ERQL¿ FDWRULD FRQWHPSRUDQHD GHOOD %DVVD )ULXOD QD (QULFR 7RVRUDWWL 3UHVLGHQWH GHO &RQVRU]LR SHU DQQL GDO DO *XLGz Oœ(QWH FRQ GHGL]LRQH H FRPSHWHQ]D FDUDW terizzandone la pronta ripresa dopo la disastrosa alluYLRQH GHO QRYHPEUH H FRQFRUUHQGR FRQ OD SURSULD autorevolezza nei decenni successivi a mantenerne DOWR LO SUHVWLJLR LQ XQ FRQWHVWR GL ULOHYDQWH RSHUDWLYLWj

5HQDWR 'XFD H 5HQDWR &RVPD 5HQDWR 'XFD q VWDWR GLUHWWRUH GHO &RQVRU]LR GL ERQLÂż FD %DVVD )ULXODQD 5HQDWR &RVPD q VWDWR FRQGLUHWWRUH GHO &RQVRU]LR GL ERQLÂż FD 3LDQXUD ,VRQWLQD

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ALLA SCOPERTA DI...

NUOVI MESTIERI Servizio di Margherita Reguitti

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La crisi aguzza l’ingegno Il muratore che prende ferie per iscriversi a un corso di cordista per aprire la propria attività; l’artista che mette a frutto le proprie tecniche per dipingere palazzi. Da Gorizia due esempi di persone che, in tempi difficili, hanno saputo reinventarsi.

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In cinese la parola crisi è composta GD GXH FDUDWWHUL XQR VLJQL¿ FD SHULFROR e l’altro opportunità. Cambiano le regole dell’economia e del business e nascono nuove professioni e lavori. Non solo negozi e fabbriche che chiudono; anche a Gorizia, a ben cercare, ci sono giovani che si mettono in gioco. Un esempio di creatività e conoscenze professionali che si evolvono diventando, anche attraverso il sociale e la rete, mestieri aperti al mondo. Sono le storie di Luigi Paoletti

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e Giada Princi. Il primo cordista, artigiano edile in quota per interventi in 24 ore, la seconda decoratrice in Italia e all’estero. Luigi Paoletti, dopo 20 anni di lavoro come muratore specializzato, un giorno ha preso ferie e, invece di andare al mare con la famiglia, ha deciso di frequentare un corso di cordista: una professione nuova. Sono artigiani che fanno interventi edili in quota, lavorando sospesi nel vuoto. Da dipendente è diventato imprenditore, un salto verso l’alto. “In quota” è il nome della società, unica nell’isontino e fra le poche in regione. ©,O ODYRUR F¶q ± FRQ¿ GD ± H LQ GXH DQQL KR SR tuto assumere tre ragazzi, tutti under 25. Con noi lavora anche mio padre, il senior del gruppo. La tempestività di intervento è il nostro biglietto da visita, garantita nelle 24 ore». Riparazioni di tetti, rifacimento di facciate, pitturazioni, rimozioni di cornicioni pericolanti o l’installazione di apparecchiature: queste sono solo alcune delle attività svolte da questi muratori senza gravità. Con le loro corde e imbragature arrivano ovunque in sicurezza e senza la necessità di allestire impalcature. «Abbiamo seguito corsi specializzati, investendo in attrezzature e corde, tante corde. Tutti materiali – sottolinea Paoletti – che vengono rego-


larmente sottoposti a controlli e collaudi rigorosi: da loro dipende la nostra sicurezzaÂť. Ăˆ un lavoro appassionante, per farlo bisogna prima di tutto essere dei bravi muratori, avere senso di avventura abbinato a grande prudenza e attenzione nella preparazione dell’attrezzatura, seguendo costantemente corsi di aggiornamento. Š,O ODYRUR FÂśq Âą FRQÂż GDQR Âą H OH VRGGLVID]LRQL HFR nomiche anche. Lavoriamo da Cortina a Trieste e presto ci faremo conoscere anche in Slovenia. Recentemente siamo stati chiamati per un intervento al Sacrario di Oslavia, dove era necessario ridipingere in quotaÂť. Un lavoro da niente per loro agili edil jumper, uomini ragno dell’edilizia. Molti clienti li contattano via internet dopo aver visto i video e le foto di come lavorano. Dai palazzi veneti di Venezia alle residenze sfarzose di Dubai, da Monaco a Forte dei Marni, Giada Princi per conto di una ditta mette a frutto il suo diploma dell’Accademia di Belle Arti di 9HQH]LD LQ SLWWXUD FRQVHJXLWD FRQ YRWR Âż QDOH GL 109/110, decorando mobili e residenze. Un mestiere antico, visto che anche i grandi maestri del passato di fatto lavoravano per affermare con la loro arte il potere e il prestigio dei principi e papi protettori. ÂŤLavoro sia su richieste di designer e clienti, sia proponendo decori progettati da me. L’esperienza a Dubai – racconta – è stata interessante. Era nel periodo del Ramadan e mi sono state consegnate delle regole da seguire durante il mio soggiorno: come vestirmi e comportarmi in strada. L’incarico consisteva nel decorare parecchi metri quadrati di interni con motivi naturalistici. Mi sono ispirata a un libro dal quale ho tratto le forPH GL IRJOLH Âż RUL H XFFHOOL 8Q WULSXGLR GL QDWX ra nel desertoÂť. A Gorizia e in regione Giada ha partecipato a mostre personali e collettive e per un periodo ha frequentato l’Atelier di Marco Bernot. Nei suoi progetti la voglia di specializzarsi nella decorazione di facciate, inventando tecniche e strumenti adatti a lavorare in sicurezza e senza essere disturbata dal meteo in esterno. In cittĂ ha realizzato XQ GHFRUR VXOOD IDFFLDWD GL XQ HGLÂż FLR LQ YLD *LXVWL gnani. ÂŤHo lavorato senza impalcature e in futuro vorrei specializzarmi in questa tecnicaÂť, conclude. Due storie che testimoniano: la crisi aguzza l’ingegno.

Sopra, e in apertura, due immagini del gruppo di edil jumper in azione. Pagina accanto in basso, Luigi Paoletti. Qui sotto, Giada Princi.

Margherita Reguitti | gennaio-febbraio 2016 | 49


PERSONAGGI

LUCIANO LIVON Servizio di Livio Nonis. Immagini di L. Livon

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Una passione

su due ruote

A 12 anni già gareggia su strada, a 27 corre con rinomati professionisti. Poi la scelta di mollare tutto per dedicarsi all’insegnamento. Ma un infortunio alla moglie spariglia le carte e fa scoprire il piacere per la Mountain Bike. E questa volta dalla sella non scende piÚ.

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Di giorno maestro elementare a Porpetto, nel tempo libero un grande appassionato delle due ruote capace di mietere grandi successi in regione e non solo. Parliamo di Luciano Livon, 59 anni di Joannis di Aiello del Friuli, portacolori della Polisportiva Trivium di Spilimbergo, categoria Master 6. Ha cominciato a correre a 12 anni, dopo aver partecipato con Rino Grion ai giochi della gioYHQW D 5RPD QHO H Âż QR DL DQQL KD SHU corso tutte le tappe delle categorie giovanissimi, esordienti, allievi e dilettanti. Durante quegli anni ha partecipato a circa 350 gare, correndo anche con professionisti del calibro di Beppe Saronni.

Fino alla scelta di dedicarsi all’amato mestiere di insegnante, decidendo di interrompere la carriera da ciclista, ma mantenendo questa attivitĂ come pura passione personale con uscite sui pedali in montagna assieme agli amici e alla moglie. Fino al 1992, quando in seguito a un incidente sugli sci della consorte, per aiutarla nella riabilitazione, ha acquistato due mountain bike. La passione per la bici e per la montagna hanno fatto il resto... Nel 1998 è cosĂŹ rientrato nel mondo del ciclismo, questa volta nella specialitĂ mountain bike, categoria Master. Categoria non ancora considerata agonistica, ma con una tabella di marcia non distante da quella del professionismo: allenamenti quasi giornalieri e possibilitĂ di gareggiare alla pari come professionista. ÂŤLa passione è tanta – conÂż GD /LYRQ Âą H LQ SUHYLVLRQH GL XQD JDUD PL DOOHQR quasi tutti i giorni, mentre nei mesi di pausa duUDQWH L Âż QH VHWWLPDQD SHGDOR DQFKH SHU RUH SHU mantenermi in forma costante in vista delle lunghe giornate di competizione. La lunghezza e la durata del percorso di gara dipende molto dalla speciaIn queste pagine alcune immagini di Luciano Livon in bicicletta.

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litĂ : le mountain bike hanno gare di gran fondo di 50-60 km e gare marathon che arrivano ai 100-110 km, con dislivelli di 4000-5000 metri; su strada invece ci sono le gare di medio fondo, di 100-120 km e le gran fondo di 150-160 km, che vedono i partecipanti impegnati per 6-7 ore. La partecipazione è massiccia: dai 1.500 ai 9.000 ciclisti per le competizioni piĂš famoseÂť. La sua palestra è il monte di Medea – che l’anno scorso ha percorso per ben 400 volte – e il monte San Michele: ÂŤSe sono in compagnia di amici – FRQÂż GD Âą PL VSLQJR Âż QR LQ 6ORYHQLD GRYH FL VRQR percorsi poco frequentati ma ideali per l’allenamento in mountain bikeÂť. Molta fatica ripagata non solo dalle vittorie: ÂŤTutte queste competizioni nazionali e internazionali – sottolinea Livon – consentono di visitare sempre nuove zone, gareggiando circondati da paQRUDPL PR]]DÂż DWR ,O FLFOLVPR D PLD RSLQLRQH SHU sonale, è anche il miglior modo per fare turismo, perchĂŠ permette di visitare in lentezza, osservanGR SDUWLFRODUL FKH GDOOÂśDXWR VIXJJRQR DOOÂśRFFKLR ,O mio spirito tecnico e a tratti maniacale mi ha fatto tenere durante tutti questi anni dei diari di viaggio in cui sono solito segnare tutte le giornate di allenamento e gara, con luoghi, posizionamenti e tempi di percorrenza, che mi aiutano anche a tener conto dei progressivi miglioramenti nelle prestazioni personaliÂť. ,Q DWWHVD GHL QXRYL RELHWWLYL QHO WRUQHUj a gareggiare fuori regione su strada in due trofei nazionali), ripensando al passato un ricordo resta per lui indelebile: ÂŤTra le emozioni piĂš belOH GL TXHVWL DQQL ULFRUGR OD SDUWHFLSD]LRQH DOOD Âż nale degli All Star MTB nel 2011 a Montalcino, in Toscana, dove ho conquistato la medaglia d’argento dopo essermi confrontato con altri quattordici rappresentanti della mia categoria provenienWL GD WXWWD ,WDOLD 4XHVWD FRPSHWL]LRQH IDFHYD SDU te anche delle iniziative proposte in occasione dei DQQL GHOOÂś8QLWj GÂś,WDOLD HG q VWDWD SUHPLDWD GDO Presidente della Repubblica in un’atmosfera particolare: dopo aver ricevuto le rispettive maglie verdi, bianche e rosse dal Presidente della Federazione Nazionale Ciclismo, le diverse delegazioni di Nord, Centro e Sud si sono schierate alla partenza della gara formando un enorme tricolore umanoÂť. A oggi Luciano Livon ha partecipato a 945 gare XIÂż FLDOL H VSHUD GL UDJJLXQJHUH QHL SURVVLPL DQQL OD fatidica quota 1.000.

Livio Nonis

Storia agonistica recente 2006 partecipazione con la Nazionale al Campionato del Mondo di Mountain Bike Marathon a Lillehammer, in Norvegia, nell’unico gruppo della categoria Master ammesso in gara. 2007 ripresa della corsa su strada, con competizioni sia in mountain bike che nel gran fondo su strada, sempre nella categoria Master. 2010 secondo classificato al Campionato Italiano su strada. 2011 quarto classificato nel Campionato Europeo Master, a Graz, e secondo al Campionato Italiano su strada. 2012 vincitore del Giro d’Italia Amatori su strada categoria master 6 (anni 55-60); terzo classificato al Trofeo Trek Zerowind MTB; secondo classificato al Trofeo Ima Scapin MTB. 2013 primo classificato alla Coppa Primavera MTB; terzo classificato nel Trofeo Ima Scapin MTB; primo classificato al Challange MTB FVG; terzo classificato alla Coppa d’Autunno MTB FVG; vincitore della Granfondo strada “CittĂ di Riccioneâ€? 2014 vincitore del Circuito Tricolore Strada. 2015 partecipa a 31 gare tra Strada e MTB, vincendo 16 volte e piazzandosi sul podio in altre otto occasioni. Tra i trofei vinti: Trofeo Sportler, Trofeo Zanette, Trofeo Mc Donald’s e Trofeo Marathon Trophy . Quarto classificato al Campionato Italiano Granfondo Strada. | gennaio-febbraio 2016 | 51


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PERSONAGGI

ORLANDO MANFRINI Intervista di Michele D’Urso

Unico

come Tex!

Da 51 anni impersonifica il leggendario Sior Anzoleto, signore incontrastato del Carnevale Monfalconese. Eppure, dietro a quel personaggio, si cela anche un intenso passato da attore e da artista. Che in attesa del prossimo MartedĂŹ Grasso ha voluto condividere per i lettori di iMagazine.

ÂŤ

“Carnuale, carnualicchio, damm ‘nu stoz d ciaucicchia, se nun mo voi dĂ , che te possa strafoga!â€? CosĂŹ recita una antica Âż ODVWURFFD SXJOLHVH FKH LQ SRFKH SDUROH esprime tutto il mondo che girava, e gira ancora, attorno al Carnevale. ‘Carnevale, carnevalino caro, dammi un pezzo di salsiccia, se non vuoi darmelo‌ che tu possa strozzarti!’; questa la traduzione. &DUQHYDOH QRQ q VROR XQD FKLDVVRVD VÂż ODWD PDVFKH UDWD QHL WHPSL DGGLHWUR HUD LO VLPEROR GHO ULÂż RULUH GHO la natura, perchĂŠ in questi giorni l’inverno comincia a mostrare i colori della primavera (anche se quest’anno MartedĂŹ Grasso cade il 9 febbraio). Carnevale è speranza di felicitĂ . Carnevale è ‘Imbolc’, come i Celti chiamavano la ‘Candelora’; è il periodo in cui nascono gli agnelli, dove i salumi acquistano la saporita stagionatura e il vino la necessaria forza. E chi meglio di Orlando Manfrini, indiscusso mattatore del Carnevale Monfalconese da oltre mezzo secolo, può spiegarci la forza di questa festa? Š&L YXROH WDQWD IRU]D Âą FRQÂż GD LO GLUHWWR LQWHUHVVD to – per portare sulle spalle il peso di una tradizione nata secoli addietro. La nascita del mio personaggio, el Sior Anzoleto Postier de la Defonta, si può far risalire al 1884, quando Angelo Paolini, dall’improvvisato pulpito del quarto gradino della colonna di San Marco, e alla luce di un ‘feral’, fece giurare ai monfalconesi che avrebbero per sempre onorato la ‘Cantada’, ovvero il Carnevale. Quindi la tradizione del nostro carnevale è sĂŹ documentata dai tempi dell’Austria, ma è chiaro che affonda le pro52 | gennaio-febbraio 2016 |

prie radici ancora indietro, ai tempi della Serenissima e oltreÂť. Come è giunto a interpretare Sior Anzoleto? ÂŤSono nato a Fiume, oggi Rijeka, il 27 agosto del 1935 da genitori marchigiani. Fummo profuJKL LQ SL SDUWL Âż QR DG DSSURGDUH D 0RQIDOFRQH Giovanissimo mi dedicai al teatro frequentando la compagnia teatrale ‘Dario Niccodemi’ di Trieste, per poi passare alla compagnia di Avanspettacolo ‘De Rose’, che erano considerati gli eredi di AngeOR &HFFKHOLQ (UDQR JOL DQQL Âś H OD PLD ÂľTXDOLÂż FDÂś se cosĂŹ possiamo chiamarla, era di ‘Comico fantasista imitatore’: in tale ruolo ho girato per il TriveQHWR H ROWUH SRUWDQGR XQR VSHWWDFROR Âż QR D 9LHQQD in tedesco ovviamente, lingua del quale non parlo una parolaÂť. Come riuscĂŹ nell’impresa? ÂŤImparai a memoria tutto il testo tradotto in tedesco, FXUDQGR SHUÂż QR OÂśLQĂ€ HVVLRQH FRPH LQ FHUWL GLDOHWWL WHX tonici. Nessuno capĂŹ che non parlavo una parola di quella lingua, anzi, ottenni critiche favoloseÂť. Ha detto che faceva anche l’imitatore‌ Š3HUVRQDJJL FRPH $OEHUWR 6RUGL 9LWWRULR ÂľWRMRÂś 'H Sica, come lo chiamavo io, Ugo Tognazzi e tanti altri costituivano parte del mio repertorioÂť. Come mai non ha proseguito la carriera? ÂŤPerchĂŠ ho sempre lavorato! Prima di tutto riempir la pancia; e poi, mettendo su famiglia, non potevo permettermi di allontanarmi da casaÂť. Arriviamo agli inizi degli anni Sessanta, e Orlando divenne‌


ÂŤEra il 1964 e il signor Emilio Cosani, componente del direttivo della ‘SocietĂ Monfalconese di Mutuo Soccorso’ - che all’epoca organizzava il CarnevaOH PHQWUH RUD LO FRPSLWR q DIÂż GDWR DOOD 3UR /RFR PL LQYHVWu GHOOD Âż JXUD GL 6LRU $Q]ROHWR 3RVWLHU GH OD 'H fonta, cosa che continua ancora oggi, dopo 51 anni, reFRUG PDL UDJJLXQWR SULPD H GLIÂż FLOPHQWH HJXDJOLDELOH dai Sior Anzoleto che verrannoÂť. Probabilmente nel mondo nessun Re Carnevale detiene un record di longevitĂ come il suo‌ ÂŤSĂŹ, ma non ci penso. D’altronde non mi sono limitato solo a questo. Con la mia sposa siamo diventati ballerini sportivi e abbiamo portato a Monfalcone diversi titoli italiani. Gareggiavamo per il Circolo Isontino Amatori Ballo Sportivo, e diventammo cosĂŹ famosi nel campo che mi toccò anche divenire vicepresidente nazionale della federazioneÂť. 8Q XRPR GDOOH ULVRUVH VHQ]D Âż QH ÂŤE visto che mi piace anche la lirica, collaborai con il cavalier Doria alla fondazione del circolo lirico e del museo dedicato a ‘Beniamino Gigli’, prodigandomi nella divulgazione delle attivitĂ del sodalizio e girando mezza Italia anche per loro. Ovviamente, anche in quel caso mi toccò assumere il ruolo di presidente. E poi con la ‘Cantada’ abbiamo portato, per anni, in scena delle commedie‌ Basta cosĂŹ come curriculum‌ ÂŤAncora un’aggiunta. Da oltre vent’anni sono consigliere della Pro Loco di Monfalcone, per la quale sono stato anche vicepresidente, e a Ravenna ho partecipato alla fondazione del club “Raoul Casadeiâ€?Âť. 8QD YLWD VHQ]D SDXVH ÂŤCi sono stati anche tempi bui. La prematura scomparsa di mia moglie Gianfranca, ad esempio. Però abELDPR DYXWR GXH Âż JOL VWXSHQGL &ULVWLQD H 0DUFR FKH mi hanno sempre aiutato e sostenuto. Marco è sposato con‌ Cristina (tranquilli, è solo un’omonimia) e mi hanno dato il regalo piĂš grande: mio nipote Morgan, che, come disse Sior Anzioleto nel discorso dell’anno in cui è nato, “visto el nome el sarĂ un pirata come il nono!â€? (visto il nome sarĂ un pirata come il nonno, ndr)Âť. Soffermiamoci proprio sul discorso che ogni MarWHGu *UDVVR DWWLUD D 0RQIDOFRQH JHQWH GD RJQL GRYH ÂŤSi tratta del ‘Testamento del carneval’, redatto da me con spunti suggeriti da qualche amico. In questa mia arringa dialettale metto alla berlina le ipocrisie della gente, i misfatti degli amministratori, sia locali che nazionali, e forse per questo sono temuto e rispettatoÂť. Temuto e rispettato: sono parole che ricordano i testi di Gianluigi Bonelli, il papĂ di Tex, fumetto di cui lei è grande estimatore‌ ÂŤEstimatore e collezionista. Ho letto Tex per la prima volta da profugo a Palmanova nel 1948, e mi colpĂŹ perchĂŠ lui era amico dei Nativi Americani, popolo per il quale ho sempre avuto una grandissima ammirazione. Per caritĂ , non sono atletico come Tex, ma di avventure ne ho vissute tante anche ioÂť.

,QIDWWL OHL q DQFKH XQ JUDQGH YLDJJLDWRUH ÂŤSe dovessi scrivere un diario di viaggio credo che potrei benissimo spacciarlo per un trattato di AntroSRORJLD PD D GXH Âż UPH SHUz OD PLD H TXHOOD GL /XL gi Cervai, il mio ‘Pard’ per antonomasia come direbbe Tex Willer; piĂš che un amico, un fratelloÂť. Il viaggio che le è rimasto piĂš impresso? ÂŤL’Amazzonia. Noi abbiamo sempre viaggiato senza appoggiarci a nessun tour operator, stabilendo solo le date di partenza e ritorno, e i luoghi. Ingaggiammo una guida e scoprimmo l’Amazzonia non partendo dai soliti circuiti, ma scendendo dalla cordigliera peruviana. Ci successe di tutto, compreso l’attacco di un giaguaro. E non riuscirò mai a scordare il concerto mattutino con il quale le scimmie salutano il nuovo giornoÂť. Torniamo a casa: Monfalcone ama Orlando$Q]ROHWR ÂŤE io amo Monfalcone e la sua gente. Ricevere nel 2006, dall’allora sindaco Pizzolitto, la massima onoULÂż FHQ]D LO Sigillo della CittĂ , mi onora ancora oggi. $QFKH OD 0HGDJOLD GÂśRUR GHOOD 5HJLRQH )ULXOL 9HQH]LD Giulia conferitami per il 50° anno del mio Sior Anzioleto la ritengo un gran riconoscimento al mio operatoÂť. E anche questa piccola intervista, caro OrlandoAnzoleto, vuole essere un piccolo tributo al suo immenso talento di uomo, di attore, di artista a tutto tondo, di padre e di nonno. Il titolo dell’articolo è un piccolo stratagemma per chiudere l’intervista con una frase che riassume la sua personalitĂ . Unico come Tex? No! Orlando, come ‌Te(x), nessuno mai! Michele D’Urso

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R E G O L E

S U L L E

P I S T E

Rubrica a cura della Polizia di Stato della Provincia di Gorizia

P O L I Z I A D I S TA T O

Sciare in sicurezza Dagli obblighi di precedenza al soccorso degli infortunati: ecco tutte le norme che gli sciatori sono tenuti a rispettare. Con un consiglio: tenere sempre a mente quali sono i propri limiti. Le piste da sci sono molto simili alle straResta l’obbligo di precedenza di chi viene da de delle nostre città per quanto riguarda destra, proprio come in automobile, e al momento l’affollamento e anche il rischio di incidenti. del sorpasso non si deve e non si può intralciare Per questo motivo, già dieci anni fa, il la persona superata. Vi è inoltre l’obbligo di dare la Parlamento ha approvato una legge a tute- precedenza ai mezzi meccanici di soccorso e mala degli sciatori, che stabilisce obblighi e re- nutenzione che abbiano la necessità di muoversi gole da rispettare per tutti gli appassionati sulla pista durante gli orari di apertura. degli sport invernali. Prestare soccorso a un infortunato e dare l’alRegole di comportamento che, da meri larme è un altro obbligo previsto dalla legge: l’oconsigli per la sicurezza, si sono trasfor- missione può essere perseguita penalmente. Chi mate in veri e propri obblighi per far fronte cade da solo dovrebbe spostarsi a bordo pista per al crescente numero degli incidenti, a volte non creare problemi agli altri. Per quanto riguarda la velocità, gli sciatori devono anche mortali, che possono accadere suladattarla “alle capacità personali e alle condizioni delle piste da sci. Affinché gli sciatori che si stanno goden- le piste, del tempo e alla densità del traffico” e tenere do la settimana bianca, o anche solo una una condotta che rispetti gli altri, quindi “non mettedomenica sulla neve, possano trascorrerla re in pericolo e non recare pregiudizio agli altri”. Menin serenità e totale sicurezza ricordiamo l’ob- tre coloro che si dedicano al fuoripista e allo sci-albligo di indossare il casco per tutti i ragaz- pinismo sono obbligati a portare con sé, in caso di zi fino a 14 anni; all’interno degli snowpark evidente pericolo di valanghe, gli strumenti elettronici - le aree dedicate alle “evoluzioni acroba- (tipo ‘’Arwa’’) per facilitare un’eventuale ricerca. I gestori delle aree sciabili devono garantire le tiche” riservate agli freestylers e attrezzate con salti, rampe e rail - il casco è obbligato- condizioni di sicurezza delle piste con adeguate prorio per tutti ed è consigliato l’uso di adegua- tezioni e segnalazioni. Sono anche tenuti a stipulare una polizza di assicurazione per responsabilità civite protezioni. A ogni modo sarebbe opportuno che le che copra i danni subiti dagli utenti. Per gli incidenogni sciatore indossi il casco anche se ti che si verificano fuori pista il concessionario e il gemaggiorenne, a prescindere dalla discipli- store degli impianti di risalita non sono responsabili. In pista bisogna sempre tenere conto della visibina che sta praticando sulla neve. Il sorpasso deve avvenire a “monte” o lità, delle condizioni del manto nevoso e dell’affollaa “valle”, dalla destra o dalla sinistra, ma mento. La pista va considerata come un complesso sempre a una distanza tale da evitare in- variabile di elementi, un ambiente le cui condizioni tralci a chi viene sorpassato, mentre la so- possono cambiare improvvisamente e che richiede sta deve avvenire ai bordi della pista e mai, pertanto sempre necessaria la massima prudenza. A garantire la sicurezza di sciatori, snowboarse non in caso di necessità, nei passaggi der e amanti della neve c’è anche la Polizia di Staobbligati o senza visibilità. 54 | gennaio-febbraio 2016 |


to con i poliziotti specializzati dal Centro Addestramento Alpino di Moena; sono oltre 200 gli agenti impegnati in più di 50 località sciistiche, che intervengono in caso di infortuni per il primo soccorso, per ricostruire l’accaduto e anche per individuare eventuali responsabilità civili e penali. La loro presenza, infatti, serve anche a garantire un maggiore rispetto delle regole e tenere sotto controllo i comportamenti scorretti in pista perché divertirsi significa anche prestare attenzione alle regole. Il Centro di Moena forma il personale della Polizia di Stato a tre livelli: giuridico-operativo, per permettere agli agenti di poter ricostruire esattamente qualsiasi evento legato a infortuni ad alta quota; sanitario, perché ogni agente sia in grado di aiutare una persona in difficoltà, dal primo soccorso ai possibili attacchi di panico; tecnico-teorico, che fornisce ai poliziotti della neve gli strumenti per affrontare con professionalità ogni esigenza di soccorso anche in condizioni atmosferiche estreme. Con il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 299 del 24 dicembre 2005), che integra le regole di comportamento contenute nella legge n. 363/2003, è stato redatto il “Decalogo comportamentale dello sciatore” che stabilisce il codice di comportamento per evitare pericoli alle persone o per prevenire danni: 1. rispetto per gli altri: ogni sciatore deve comportarsi in modo da non mettere in pericolo altre persone o provocare danni; 2. padronanza della velocità e del comportamento: ogni sciatore deve tenere una velocità e un comportamento adeguati alla propria capacità nonché alle condizioni generali della pista, della libera visuale, del tempo e all’intensità del traffico; 3. scelta della direzione: lo sciatore a monte che ha la possibilità di scegliere il percorso deve tenere una direzione che eviti il pericolo di collisione con lo sciatore a valle; 4. sorpasso: il sorpasso può essere effettuato (con sufficiente spazio e visibilità), tanto a monte quanto a valle, sulla destra o sulla sinistra, ma sempre a una distanza tale da evitare intralci allo sciatore sorpassato; 5. immissione e incrocio: lo sciatore che si immette su una pista o che riparte dopo una sosta deve assicurarsi di poterlo fare senza pericolo per sé o per gli altri; negli incroci deve dare la precedenza a chi proviene da destra o secondo indicazioni; 6. sosta: lo sciatore deve evitare di fermarsi, se non in caso di necessità, nei passaggi obbligati o senza visibilità. La sosta deve avvenire ai bordi della pista. In caso di ca-

duta lo sciatore deve sgomberare la pista il più presto possibile; 7. salita: è vietato percorrere a piedi le piste da sci salvo in casi di urgente necessità; in tali circostanze bisogna comunque camminare ai bordi della pista avendo cura di evitare rischi per la sicurezza degli sciatori; 8. rispetto della segnaletica: tutti gli sciatori devono rispettare la segnaletica prevista per le piste da sci e in particolare l’obbligo del casco per i minori di 14 anni, 9. soccorso: chiunque deve prestarsi per il soccorso in caso di incidente e segnalare con mezzi idonei la presenza dell’infortunato; 10 identificazione: chiunque sia coinvolto in un incidente o ne è testimone è tenuto a dare le proprie generalità. La relazione dei testimoni è di grande importanza per l’approntamento della documentazione relativa a incidenti. È questo un dovere morale e civico; i rapporti degli enti di soccorso, dei sanitari e della Polizia offrono un rilevante apporto alla giustizia per l’accertamento di eventuali responsabilità. Aggiungiamo una regola non scritta ma non per questo meno importante delle altre: abbiate sempre rispetto delle vostre capacità e riconoscete i vostri limiti; il maggiore fattore di rischio rimane sempre l’eccessiva sicurezza in se stessi non commisurata alle proprie capacità tecniche e fisiche.

NUMERI UTILI E DI EMERGENZA 113

Polizia di Stato Soccorso pubblico di Emergenza

118

Emergenza medica

112

Carabinieri

115

Vigili del Fuoco

117

Guardia di Finanza Corpo forestale dello Stato

1515 Emergenza ambientale Capitaneria di Porto

1530 Emergenza in mare

800-82.20.56

Blocco Bancomat


C IV ILE

Grazie all’approvazione del Piano Tecnico per il potenziamento del volontariato, potranno essere richieste risorse per rinnovare le attrezzature. In fase di lancio anche una campagna di promozione rivolta ai giovani.

Servizio e immagini a cura di Protezione Civile della Regione FVG

PR OTEZION E

Nuovi finanziamenti per i Gruppi comunali L’assessore regionale alla Protezione civile Paolo Panontin ha approvato il Piano Tecnico per il potenziamento del volontariato. Il suddetto regolamento contiene i criteri e le modalità per la concessione di finanziamenti agli Enti locali singoli e

Da qualche settimana il portale della Protezione civile FVG (www.protezionecivile.fvg. it) si presenta con un nuovo look, studiato per essere più facilmente fruibile anche dai dispositivi mobili.

56 | gennaio - febbraio 2016 |

associati e alle associazioni di volontariato per le attività di Protezione civile. Il Piano tecnico 2016, si prefigge tre obiettivi: 1. Dotazione base - Si intende favorire il raggiungimento di adeguati standard operativi da parte dei Gruppi comunali che abbiano riscontrato carenze nella gestione delle emergenze dovute a inadeguatezza o obsolescenza delle proprie attrezzature e soprattutto nei riguardi della sicurezza degli operatori che utilizzano le attrezzature in riferimento all’impiego in condizioni di emergenza idrogeologica. 2. Aggregazioni - Relativamente alle Associazioni di volontariato che svolgono attività di protezione civile, iscritte nell’Elenco regionale di cui all’art. 30 della LR 64/86, si intende valorizzare tutte le iniziative tendenti a incentivare l’aggregazione delle diverse realtà operative per settore di attività. Tale aggregazione deve permettere di elevare il livello di efficienza ed efficacia degli interventi di emergenza, con l’individuazione di un


referente unico in relazione alle varie specializzazioni nei rapporti con la Protezione civile della Regione. Nella costituzione della graduatoria verrà data priorità, nell’ambito comunque delle linee guida e degli obiettivi identificati nel presente piano, alle Associazioni convenzionate con la Protezione civile della Regione. Si intende favorire i Gruppi comunali e le Associazioni di volontariato che si associano per un progetto comune di protezione civile a salvaguardia della popolazione di un territorio più vasto. Tali strutture hanno adottato, nel tempo, sistemi organizzativi diversi, raggiungendo nel complesso un buon livello operativo. La Direzione vuole incentivare l’organizzazio-

ne di più Gruppi comunali uniti e organizzati per migliorare l’attività e le strutture di protezione civile. 3. Divulgazione - Si vuole diffondere la cultura di protezione civile tra i giovani, anche con nuovi strumenti di comunicazione, per coinvolgerli e far sì che possano partecipare attivamente all’operato del sistema regionale integrato di protezione civile. Le domande di finanziamento devono essere presentate entro il 31 gennaio 2016. Tutte le informazioni sul Piano Tecnico potranno essere richieste all’indirizzo mail: pianotecnico@protezionecivile.fvg.it La modulistica e i capitolati tecnici sono scaricabili dal sito www.protezionecivile.fvg.it

Dall’Inghilterra per studiare la Protezione civile FVG

tà, competenze, sistema integrato di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia), proseguendo con la visita alla “sala ottagonale”, alla Sala Operativa Regionale (SOR) e alla Sala Situazioni. Vivo è stato l’interesse dimostrato da parte degli studenti, che, insieme ai tecnici della Protezione civile presenti, hanno intavolato dei dibattiti relativamente all’integrazione delle diverse forze operanti nel sistema di protezione civile, all’elevato livello tecnologico delle strumentazioni in dotazione e al ruolo fondamentale del volontariato.

Un gruppo di studenti della Facoltà di Ingegneria della Coventry University (Inghilterra), accompagnati dalla docente Yung-Fang Chen, Direttore del Centre for Disaster Management and Hazards Research, ha visitato, nell’ambito dell’annuale viaggio di istruzione in Italia, il Centro operativo della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia a Palmanova. L’incontro si è articolato in una presentazione generale del sistema di protezione civile (attivi-

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Condivisione dei dati? Sì, ma…

Rubrica a cura di Massimiliano Sinacori

D I R I T T O

Come viene garantita la tutela della privacy nel mondo dei social networks? Dall’Europa, questa volta, giunge la risposta più efficace. L’evoluzione tecnologica ha portato, nella società, alla nascita di nuove forme di comunicazione e di nuovi modi di concepire le relazioni interpersonali dei singoli individui all’interno della rete informatica. I social networks e i social media sono servizi internet, ai quali si accede dal web o tramite applicazioni mobili, che permettono agli utenti di condividere in rete contenuti testuali, immagini, video e audio, consentendo in tal modo l’immissione di dati personali accessibili alla comunità del web. Da quando l’utilizzo dei social networks si è diffuso in maniera esponenziale, gran parte dei rapporti umani si sono trasformati, diventando “digitalizzati”. Sebbene lo sviluppo della rete costituisca un nuovo passo in avanti per la società, esso pone dei problemi, in particolar modo per quanto riguarda la tutela della privacy. La privacy si configura con il diritto di controllare che le informazioni che riguardano l’utente vengano trattate nel rispetto delle norme che regolano la materia e nondimeno nel rispetto del diritto di autodeterminazione del singo-

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lo alla loro diffusione. Già a metà degli anni ’90, nel quadro internazionale, venivano introdotte le cosiddette PET (Privacy Enhancing Technologies), ossia quelle tecnologie utili ad accrescere la protezione dei dati personali. Un importante riferimento normativo che richiama il concetto alla base di questi strumenti di tutela è l’art. 3 del codice della privacy (D. Lgs n. 196/03), rubricato “principio di necessità nel trattamento dei dati”, che recita “i sistemi informativi e i programmi informatici sono configurati riducendo al minimo l’utilizzazione di dati personali e di dati identificativi, in modo da escluderne il trattamento quando le finalità perseguite nei singoli casi possano essere realizzate mediante, rispettivamente, dati anonimi od opportune modalità che permettono di identificare l’interessato solo in caso di necessità”. Il Codice della privacy viene facilmente raggirato dai vari sistemi per mezzo dei quali, all’interno della rete, è possibile effettuare vendite, passaggi, scambi di dati in totale libertà e senza che si riesca a porre un efficace freno legislativo al costante espandersi di un vero e proprio commercio illegale di dati on-line. I

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W E B E R I S E R VAT E Z Z A


social networks, che offrono servizi apparentemente gratuiti, in realtà vengono pagati da pubblicitari, aziende di marketing e operatori del mercato per le informazioni riguardanti gusti, abitudini di vita e interessi personali degli utenti. Tale meccanismo è favorito molto spesso da forme di autorizzazione preventiva della circolazione dei dati personali che gli utenti pongono in essere contestualmente al momento d’iscrizione al social. Particolarmente significativo è stato l’impegno da parte dell’Unione Europea, che durante la sua evoluzione ha dimostrato un costante interesse alla tutela della privacy e dei dati personali. Emblematica in questa direzione è la recente sentenza nella causa C-362/14 (Maximilian Schrems / Data Protection Commissioner) della Corte di Giustizia dell’UE, meglio nota agli onori della cronaca come “Sentenza Facebook”, che segna un’importante presa di posizione, prevedendo la possibilità per i singoli Stati membri di negare il trasferimento di dati personali verso un Paese terzo che non garantisca un livello accettabile di protezione di tali informazioni. Con questa pronuncia, sotto il profilo sostanziale, la Corte riconosce che nel diritto dell’Unione non può essere considerata accettabile una normativa che autorizzi in maniera generalizzata la conservazione dei dati personali di tutte le persone i cui dati sono trasferiti dall’Unione al Paese terzo (nel caso di specie gli Stati Uniti) senza che sia operata alcuna differenziazione, limitazione o eccezione in funzione dell’obiettivo perseguito e senza che vengano fissati criteri oggettivi intesi a circoscrivere l’accesso delle autorità pubbliche ai dati e alla loro successiva utilizzazione. Con la “Sentenza Facebook” si è quindi negata la facoltà di utilizzare nel territorio americano (Facebook ha sede centrale in California) i dati immessi da un cittadino italiano o europeo nel noto social network: l’organo nazionale di tutela della privacy è preposto a filtrare il flusso dei dati sensibili, dovendo previamente accertare un corrispondente livello di garanzia del Paese a cui i dati sono destinati.

A seguito di tale intervento, quindi, vengono messi in discussione i sistemi giuridici che regolano la raccolta, il trattamento e la conservazione dei dati personali di cui si nutrono i social networks per finalità prevalentemente commerciali. Fra i nuovi approcci metodologici elaborati al fine di tutelare il diritto degli utenti alla riservatezza vanno sicuramente menzionati i concetti innovativi di “Privacy by Design” e di “Privacy by Default ”, che sono oramai annoverati tra i principi ispiratori dell’emanando regolamento europeo in materia. Il punto di forza di questa nuova impostazione consiste nell’anticipazione della tutela della privacy al momento della progettazione stessa, ponendo l’utente al centro di questa operazione e affidandogli un ruolo sempre più attivo. In questo complesso scenario il fondamento sulla base del quale sviluppare una migliore strategia per tutelare la privacy si può individuare nel principio di “conoscibilità effettiva” da parte degli utenti, i quali devono essere garantiti dagli operatori del settore e tutelati da una solida normativa organica, in primis comunitaria e auspicabilmente a livello internazionale. In ogni caso, anche nel mondo digitale vale la regola aurea del buon senso, in base alla quale ogni utente dovrebbe preventivamente riflettere sull’opportunità o meno di immettere alcune informazioni o determinati contenuti, valutandone attentamente le possibili conseguenze negative.

Massimiliano Sinacori Per approfondimenti ed esame di alcune pronunce e della casistica in materia è possibile rivolgere domande od ottenere chiarimenti via e-mail all’indirizzo massimiliano@ avvocatosinacori.com

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E M O Z I O N I E F I S I C I TÁ

Essere nel tempo e nella memoria

Rubrica di Manuel Millo

S O C I A L E

Fotografiamo e documentiamo tutto per poi condividerlo attraverso i social network. Ma oltre a condividere, siamo sicuri di vivere realmente? Quanto tempo abbiamo passato sulla riva del mare o distesi sopra un grande prato verde a chiederci chi siamo e quale sia il senso della nostra vita. E se mi chiedi perché tratteggio queste due immagini spaziali, caro lettore, è perché rappresentano efficacemente l’universo esteso e senza confini del nostro pensiero. Quanti ricordi tratteggiano l’orizzonte della memoria, sorrisi, pianti, momenti felici e momenti tristi, e tutto questo oggi ci porta qui a scrivere e a leggere di noi, noi esseri umani. Esseri pensanti. Definiti per le nostre capacità, per le nostre costruzioni fisiche. Continuiamo a fotografare e a documentare tutto, incessantemente, come se avessimo paura che qualcuno ci porti via il nostro momento. Così cominciamo a condividere tutto, ogni cosa su social e applicazioni svariate e chi più ne “HaPP” più ne metta, per usare un gioco di parole. Ma siamo sicuri di vivere veramente, o tutto diventa un “già e non ancora” di biblica memoria, un flusso incessante e roboante di eventi e situazioni in cui deside-

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riamo ardentemente edificare il nostro io nel gioco della vita? Bene, riflettiamo. Noi siamo la nostra storia, e la nostra storia è fatta di esperienza, ricordi, sensazioni. Tutto quello che è dentro di noi, amalgamato docilmente attraverso raggi emozionali, ci costituisce e genera la nostra personalità. Il nostro carattere. E questo carattere sarà il nostro destino. E se a un certo punto del nostro percorso qualcosa o qualcuno scombinasse il flusso omogeneo dei nostri ricordi, potremmo dire di essere ancora noi? Dove si trova la misura per la quale io sono la persona che sono e non un’altra? Argomento molto delicato, che oggi si interseca da un lato con le problematiche legate alle malattie degenerative e dall’altro lato con le idee trans-umanistiche di riuscire a fotografare i nostri pensieri per copiare, non solo letteralmente, noi stessi su formato digitale. Allora chiediamoci insieme cos’è che fa di noi quello che siamo effettivamente, non solo qui e ora. È possibile che sia esclusivamente un insieme pragmatico


di flussi neuronali da copiare e/o cancellare all’occorrenza? Quando perdiamo una persona, quando un nostro amato supera il confine di questa vita mortale, la nostra coscienza, la nostra sensibilità e i nostri sensi fisici prendono atto di questa assenza. Con impegno e difficoltà, con pensiero e amarezza, forse rabbia, cerchiamo di procedere verso il cammino che la vita ci riserva. Ma come ci sentiamo e come ci poniamo quando la fisicità è presente ma i suoi ricordi sfumano come un giardino fiorito al calare di una nebbia autunnale? Cosa succede dentro e fuori di noi? Perché non riusciamo ad accettare tutto ciò? Forse perché quella fisicità che è ancora presente non è solo immobile simbolo di ciò che siamo stati o di chi è stato per noi? Forse perché dietro a un’apparente immobilità fisica c’è ancora la luce dell’anima? Noi siamo anima e corpo; qualcuno a volte ci ricorda, con una precisazione filosofica, che siamo un’anima che ha ricevuto in dono un corpo. Allora, davanti a tutte queste evidenze prova per un attimo a immergerti in profondità in questa situazione: se un giorno dopo l’altro prendessi coscienza che i tuoi ricordi e la vita che hai vissuto stessero sfumando a piccoli passi, che stessi perdendo te stesso o un tuo amato in un processo irreversibile di vuoto esistenziale, come ti sentiresti? Cosa proveresti? Tieni pure salda accanto a te questa percezione. Ora che la stai sentendo, e vedendo, e toccando, e sei attento, sei pronto a ricevere il consiglio profondo: puoi ancora fare tanto! Per te e per chi ti sta accanto. Ora. E sempre. È l’amore e il rispetto verso te stesso, i tuoi cari e le persone che incontri, che ti salverà dall’abisso della paura, qualunque cosa succeda. Qualunque cosa tu viva o senta. Non so se copiando meramente i nostri ricordi su un formato digitale potremmo dire di salvarci o essere sempre noi stessi. Quello che so è che dentro il nostro cuore vive la speranza, che essa è un dono divino e che nel passato come nel futuro ne siamo stati e ne saremo testimoni dentro la storia. Sì, la speranza ci porterà con grande dignità

a preservare l’integrità della nostra morale umana e di quel dono universale chiamato amore. Puoi ritenere tutto ciò una piacevole condivisione amicale o puoi non pensare a niente di tutto questo. Qualsiasi cosa tu scelga di fare, tu sei sempre tu e io sono sempre io. Ma è davvero così oppure il fatto di aver scritto a te e che tu abbia letto me attraverso le mie parole ci ha cambiati? Forse fisicamente potrebbe essere impercettibile oppure anche il tuo volto e il tuo corpo risplenderanno di nuova luce. Noi siamo ciò che siamo, dentro di noi, per questo seme che il mistero divino ha pensato di gettare. E tu puoi sapere di essere parte attiva alla definizione della tua vita e alla vita degli altri, ogni giorno, in base a questo segreto. Anche se nel tempo la nostra memoria vacillasse e i nostri ricordi sfumassero in un flusso vorticoso di eventi, tu sarai sempre tu nel segno lanciato e lasciato durante il corso della tua vita. Vivrai nei tuoi figli e nei tuoi amici e nelle persone che hai conosciuto. Loro vivranno in te e tu in loro. E questo sarà sempre. E per sempre. Oltre la fisicità e il tempo. Amare è donare se stessi per l’altro. E quello che scoprirai, curiosamente, nel compiere questo gesto, sarà proprio te stesso. Il mio augurio amico lettore, qualunque cosa la vita ti offra, come ci ricordava San Benedetto, è che la tua voce e le tue azioni possano esprimere sempre quello che è presente nel tuo cuore.

Manuel Millo Membro Onorario AGCI Ass Gen Cooperative Italiane | gennaio-febbraio 2016 | 61


Rubrica di Cristian Vecchiet

P E D A G O G I A

risvegliati.altervista.org

E S I S T E N Z A E A F F E T T I V I TÁ

Tra ragione e sentimento Perché quello affettivo risulta essere un tema cruciale in ambito educativo? Tra antropologia ed etica la risposta è scritta nella storia stessa degli uomini.

L’educazione affettiva costituisce indubbiamente un versante decisivo per consentire e incentivare lo sviluppo e la realizzazione della persona. Il tema dell’affettività è stato oggetto negli ultimi decenni di notevole attenzione da parte di psicologi, insegnanti, educatori, formatori... Numerosi sono stati i progetti promossi dalle diverse agenzie educative sul tema dell’affettività. Basti pensare a quanto fatto nei diversi istituti scolastici, nelle scuole genitori e simili. Numerosi sono i libri e gli articoli specialistici pubblicati su questo tema. Non solo in ambito psicologico ed educativo. E questo interesse in fondo ha attraversato i secoli oltre che gli ambiti disciplinari. Per fare alcuni esempi, si ricordino le riflessioni di Aristotele sul desiderio, oppure quelle di Adam Smith sui sentimenti morali, ovvero quelle recenti di Martha Nussbaum sulle emozioni politiche. Ma perché l’affettività costituisce un tema cruciale in ambito educativo? Innanzitutto per una ragione di ordine antropologico. La dimensione affettiva (affetti ma anche emozioni e sentimenti) è costitutiva della persona. La persona è fatta di testa, cuore e mani, ossia di razionalità, affettività e azioni. L’uomo è innanzitutto sentimento, sentimento di sé e degli altri. L’uomo entra in contatto con se stesso, con gli altri e col mondo mediante il sentire. L’uomo percepisce se stesso come un soggetto in62 | gennaio-febbraio 2016 |

dividuale unico dotato di un mondo interiore, di una sfera corporea-affettiva e relazionale. L’uomo sente se stesso e gli altri (il filosofo e teologo Rosmini parlava di “sentimento fondamentale”, “sentimento fondamentale intellettivo”, “sentimento fondamentale corporeo”). E questo senza dimenticare il nesso che lega il sentire all’interpretare la realtà e all’agire. Connessa a quella antropologica vi è la ragione etica. L’uomo non solo è costituito dal sentire, ma realizza se stesso attraverso lo sviluppo affettivo. L’uomo entra in rapporto con gli altri e col mondo e matura la propria capacità di stare “con e per gli altri” attraverso l’emotività e l’affettività. Il mondo emotivo e affettivo costituisce il sentire interno e ci lega indissolubilmente agli altri e alla realtà tutta. L’etica in fondo si origina perché l’uomo entra in rapporto con l’altro da sé e perché scopre, conosce se stesso e costruisce se stesso mediante il rapporto con gli altri. Non solo: l’uomo contribuisce alla formazione degli altri entrando in relazione con loro. L’uomo ha una natura dialogica e relazionale. E la relazione passa attraverso il sentire l’altro, se stessi e il mondo. Il sentire, gli affetti, le emozioni sono imprescindibili nella vita etica e sono necessari per il suo sorgere e maturare. Pensiamo al tema dell’empatia. L’empatia ci permette di sentire l’altro e in qualche modo percepire il suo mondo interno. Se l’empatia non


cresce, difficilmente si possono maturare delle istanze etiche sane. Se l’uomo è fatto di affetti e sentimenti (come anche di ragione e di azione), decisiva per la sua realizzazione è l’educazione affettiva ed emotiva. Ma cos’è l’educazione affettiva? È in fondo l’educazione all’ascolto e al riconoscimento dei sentimenti e delle emozioni e al loro significato per poter entrare in un rapporto umanizzante con gli altri e con se stessi. Contrariamente a quanto spesso si pensa, i moti interiori e gli affetti non sono irrazionali. Meglio, essi sono distinti e sono altra cosa rispetto alla ragione, ma questo non vuol dire che siano semplicemente caotici e irrazionali. Anzi, possiamo affermare che le emozioni e i sentimenti celano e rimandano a significati nascosti e da scoprire. I sentimenti sono indicatori di senso e di significato. Il sentire ci attesta che nella storia di ognuno si riscontrano eventi positivi e negativi, si danno scelte, stili comportamentali e forme di vita che possono umanizzare e scelte, stili comportamentali e forme di vita che possono disumanizzare sé e gli altri. Le emozioni che proviamo di fronte a eventi drammatici ci indicano la gravità anche morale dell’accaduto. Il sentimento che proviamo di fronte a un atto gratuito ci indica il valore di quell’atto. La paura ci sollecita a evitare un pericolo. Il sentimento della noia ci attesta a riconoscere che qualcosa ci manca per poterci considerare realizzati. Le diverse forme e pratiche di vita sono pervase dalla vita affettiva. Si pensi alla vita sessuale. Questa nasce all’interno dell’alveo simbolico della vita affettiva. Dentro la vita affettiva il sesso trova senso e prospettiva. E come si possono proporre pratiche di educazione affettiva? Educare agli affetti vuol dire innanzitutto sollecitare con la testimonianza e con la riflessione ad ascoltare e interpretare gli affetti. Gli affetti sono sempre connessi a una visione della vita, a una gerarchia di valori fatta propria consapevolmente o meno. Ascoltare e interpretare i sentimenti è imparare a chiedersi quali valori ci indicano. Ascoltare gli affetti è la premessa per poter discernere cosa vale e cosa conta nella vita per renderla sempre più degna di essere vissuta. Come sempre accade in educazione, la pratica principale che favorisce l’educazione emotiva e affettiva è data dalla testimonianza. È nel rapporto concreto e vivo con un adulto che sa vivere con equilibrio il proprio mondo interno e relazionale che si impara a riconoscere e discernere il senso e i significati delle emozioni. Ed è attraverso la progressiva maturazione della capacità di ascolto e interpretazione del senso interno che un uomo può di fatto acquisire il senso morale necessario per una vita buona.

Cristian Vecchiet Collaboratore presso l’associazione La Viarte, è docente di Etica e Teologia dell’Educazione presso l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia.


R E A Z I O N I

E S T R E M E

Momenti di ordinaria follia S O C I E T À

Sono in aumento i fatti di sangue provocati da adolescenti nei confronti degli adulti della propria sfera relazionale. Quasi sempre il tragico epilogo di situazioni dal profondo disagio latente. Le cronache italiane riportano con inusitata frequenza casi di gesti estremi da parte di adolescenti nei confronti dei propri familiari e di se stessi. Un fenomeno preoccupante, che accadeva anche in passato, sebbene statistiche alla mano un incremento del suo ripetersi è tristemente acclarato.

Rubrica a cura di Andrea Fiore

Il contesto prima di tutto Presupposto di partenza del nostro ragionamento è che i giovani coinvolti in questi fatti di sangue (che possono giungere fino all’omicidio dei propri genitori) non sono persone matte. Né, tantomeno, dei mostri. Le successive visite psicologiche evidenziano nella stragrande maggioranza delle situazioni che i ragazzi o le ragazze in questione non sono serial killer patologici, ma persone assolutamente normali. Ecco allora che da questa analisi della realtà prende avvio il nostro percorso: se un comportamento così estremo non è dovuto alla pazzia, da cosa è provocato? E, soprattutto, se questi giovani sono persone assolutamente normali, chiunque di noi

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potenzialmente può giungere alle loro medesime reazioni?

L’ambiente più della persona Dato quindi per assodato che non è la predisposizione personale di tali soggetti a condurli verso questo genere di reazioni, il focus va indirizzato sul contesto familiare, culturale, sociale ed economico nel quale quotidianamente i giovani crescono e si formano. Non dobbiamo parlare di ragazzi malati, ma concentrarci sul disagio del loro vissuto. E se – come anticipato in apertura – questi casi sono in aumento significa che lo sono anche i contesti di disagio. Attenzione, però, a puntare l’indice esclusivamente contro le famiglie. Perché rispetto al passato l’intera società è cambiata.

Relativismo e relazioni Di fronte a questi drammi sconvolgenti che travolgono famiglie all’apparenza normali non esistono ricette magiche. Solo il mantenimento di relazioni vere con i propri figli, non limitate al semplice soddisfacimento dei bisogni primari (vitto e alloggio o acquisto


di beni e servizi), può infatti limitare i rischi di pericolosi sbandamenti. Ecco perché i genitori devono puntare ad una relazione affettiva completa, in grado di sostenere moralmente la crescita emotiva del figlio, regalando parole di conforto nei momenti di difficoltà, ma anche critiche costruttive e fermezza quando i comportamenti non sono corretti. Dare dei no, con le giuste motivazioni, è fondamentale nella crescita dei futuri adulti. Ma i limiti vanno imposti da subito: farlo quando il figlio ha 18 anni dopo avergli concesso tutto in precedenza non solo risulta inefficace, ma può attivare proprio una spirale pericolosa di violenza tanto improvvisa quanto estrema.

Strada senza ritorno Come spiegato all’inizio, i giovani che compiono improvvise azioni efferate in famiglia risultano essere persone normali senza alcuna predisposizione particolare. Tuttavia, quanto compiuto muterà per sempre la loro esistenza. Non solo per il percorso riabilitativo che la legge prevede per loro (galera, carcere minorile, servizi sociali) e che influirà pesantemente sulla crescita umana, ma anche per i condizionamenti che accompagneranno la loro intera vita. Su tutti, come dimostrato dalla realtà, quelli nella sfera della genitorialità. Ragazzi e ragazze macchiatisi dell’uccisione dei genitori, infatti, vivranno la gravidanza o il divenire mamma e papà in modo traumatico, con un pensiero sinistro destinato a non abbandonarli: ciò che ho commesso io, lo farà anche mio figlio nei miei confronti? Un dilemma più pesante di qualsiasi condanna. In apertura, il celebre dipinto di Achille Leonardi che raffigura Beatrice Cenci in prigione dopo la condanna per aver ucciso il padre, il conte Francesco Cenci, nel settembre del 1598.

dott. Andrea Fiore Medico delle Farmaco-Tossicodipendenze, psichiatra andrea.fiore@imagazine.it


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ACC E T TA R E S E S T E S S I

Liberarsi dei propri limiti

Rubrica a cura di Giuliana De Stefani

P S I C O L O G I A

Qual è la strada per essere più sereni, empatici e rilassati con gli altri, capaci di godere della nostra condizione in ogni momento della vita? Abbiamo precedentemente analizzato alcuni aspetti del concetto di autostima e le dinamiche della svalutazione di sé e degli altri mediante l’atteggiamento dell’invidia. In molte persone si sviluppa la convinzione di essere meno fortunate di molti conoscenti o amici, che vengono visti come persone con una vita facile e piacevole, priva di grossi problemi o preoccupazioni. È realistica questa percezione? Non potrebbe essere semplicemente legata a un egocentrismo molto radicato, con difficoltà di empatia con gli altri? Prestare veramente attenzione alle persone è un’esperienza assai interessante… Con questa funzione di ascolto, tipica delle professioni d’aiuto, si scopre facilmente la comune area di problematicità del vivere che investe la maggioranza degli individui. Per contro, accanto ai temi e problemi comuni, per i quali tutti possediamo la normale capacità per risolverli, si è soliti riscontrare un ridotto numero di problematiche rare, singolari o addirittura eccezionali che effettivamente metterebbero in seria difficoltà chiunque. Al di là di queste due tipologie reali (problemi banali – problemi ardui), esiste purtroppo la categoria dei problemi dell’Ego. Sono tematiche intrapsichiche che danno origine a un fittissimo dialogo interiore nella persona e possono diventare una fissazione. Qualcuno può sviluppare una vera sofferenza perché non ha finito gli studi e si sente ignoran-

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te nelle conversazioni e ora si rammarica delle proprie scelte; qualcuno può invidiare persone più belle di lui e favoleggia interventi estetici che gli daranno la rivincita e l’occasione di esibirsi. Spesso si sentono persone tormentate dal problema denaro, anche se ben pasciute, ben vestite e con molte vacanze alle spalle, poiché aspirano a standard di vita elevati spacciati come normali da televisione e riviste patinate. Ancora più spesso si assiste allo sgomitare di persone mature che cercano i riflettori a tutti i costi perché necessitano di diventare famose o almeno di farsi fotografare, emuli frustrati dei talent televisivi per adolescenti. L’esito di queste ossessioni? Talvolta una ferrea volontà e molto sacrificio (o molta spregiudicatezza) possono far raggiungere anche obiettivi fortemente distanti dal nostro posizionamento esistenziale. Ma di solito chi si lamenta molto consuma tanta energia psichica in questo lavoro e altra nell’invidiare chi è più interessante o fa cose interessanti. E, di conseguenza, agisce poco. Una strategia di questi soggetti è andare a rimorchio di qualcuno che ha qualche dote, sperando di ricevere almeno le briciole del successo altrui. Naturalmente, se anche queste briciole arrivassero, la gioia sarebbe breve, perché è molto difficile ingannare la nostra autostima. Come abbiamo spiegato, è un’istanza che si forma precocemente e non si modifica con un semplice maquillage della nostra vita. Sono altri i parametri che la possono migliorare e corrispondono alle buone pratiche dei valori che ab-


biamo interiorizzato da bambini nell’ambito dell’educazione ricevuta. Questo sistema di valori resiste a ogni nostro tentativo di liberazione, ribellione e rifiuto pratico a operare in armonia con gli insegnamenti, perché costituisce una specie di bussola interna, generando il senso di colpa che richiama la nostra attenzione sul fatto che “agiamo male”. Qual è la strada per essere più sereni, empatici e rilassati con gli altri, capaci di godere della nostra condizione in ogni momento della vita? Molte discipline filosofiche lo spiegano, ma senza scomodarle, pensiamo al termine “accettazione”. Per poter progredire, andare avanti, devo accettare veramente il mio punto di partenza, in particolare i miei limiti. Cercare di mascherarli li radicalizza e pone uno stigma sulla nostra personalità che percepiremo come inadeguata, perpetuando il circolo vizioso dell’autosvalutazione e dell’invidia. Naturalmente lasciare le cattive abitudini è un lavoro non facile, e diventa ancora più arduo quando si frequentano persone con simile problema di autostima: in questi casi sembra di sentire ripetere mantra tematici su denaro, successo, fortuna, fama, potere e bellezza onnipotente. Magari cercare persone equilibrate e non invidiose, che si accontentano di ciò che sono o che sanno effettivamente fare, potrebbe essere consolatorio e tranquillizzante: darà il “permesso di esistere”, così come si è.

Giuliana De Stefani Psicologa psicoterapeuta


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L E G G E R E

(as) s a g g i Pietro Valsecchi Prima famiglia Mondadori, 2015 Pagg. 432 € 20,00 Frank e Sal Palermo sono i due figli maggiori di una famiglia di emigrati siciliani nella New York dei primi del Novecento. Frank, il più grande, ha ereditato la schiena dritta del padre,

vuole lavorare e studiare sodo per diventare un grande uomo di legge ed essere rispettato come un americano vero. Sal è l’esatto contrario, pensa che non sarà mai accettato dagli americani ed è mosso da un’ambizione e un’energia incrollabili, che lo porteranno a diventare il mafioso più potente degli Stati Uniti. Tra loro resterà solo il legame del sangue, mentre la vita e le scelte che compiranno li porteranno a combattersi senza tregua: Frank schierato con la legge, Sal a guida della criminalità organizzata.

Nel luglio del 1945 un sopravvissuto della Seconda guerra mondiale raggiunge un campo profughi in Svezia. È ridotto pelle e

ossa, ormai allo tremo dopo gli anni del conflitto, e nonostante i medici gli dicano che ha pochi mesi di vita, Miklos, questo il suo nome, non si arrende. Sceglie di vivere. Compila una lista di 117 giovani donne, ungheresi come lui, che hanno trovato asilo in un altro campo profughi svedese e invia a ognuna di loro lettere elegantemente scritte a mano. Di una cosa è certo: una di loro diventerà sua moglie...

Amos Oz Altrove, forse Feltrinelli, 2015 Pagg. 352 € 17,00 A Mezudat Ram, kibbutz isolato nel Nord del paese, vive la famiglia di Ruben Harish. Questi è tra i più convinti sostenitori di una vita pacifica e collettiva. La moglie Eva lo ha abbandonato per fuggire con un cugino in visita a Mezudat Ram come turista. Si è sposata, vive in Germania e aiuta il nuovo marito a gestire un night-club. Ruben lo ha accettato senza lamentarsi, sprofondando in una tristez-

za nobilitata dai doveri di maestro, guida turistica e poeta. È rimasto solo col figlio Gai e la figlia Noga e, per consolarsi, ha iniziato una blanda relazione con un’amica, Bronka, un’insegnante sposata, madre di due figli. Ma Noga, che ha sedici anni, sembra aver ereditato la grazia e l’irrequietezza della madre; Ezra, il marito di Bronka, un camionista appassionato di Bibbia che cita frasi sagge, diversamente da Ruben sa vivere le proprie emozioni. E quando dalla Germania arriva Zachariah, il fratello di Ezra, un personaggio misterioso e conturbante, le cui mire e comportamenti nessuno comprende, la comunità è gettata nello scompiglio.

Peter Gardos Febbre all’alba Bompiani, 2015 Pagg. 224 € 17,00

Eugenio Ambrosi Più famosi di Gesù. George, John, Paul e Ringo alla ricerca di se stessi, oltre sesso, droga & r’n’r EUT, 2015 Pagg. 245 € 17,00 L’idea del libro nasce da una mostra organizzata anni addietro per il Centro Veritas, l’associazione culturale dei gesuiti a Trieste; l’idea era quella di ricostruire il percorso spirituale dei Beatles. Liverpool è un porto di mare, come Trieste, e come Trieste ospitava etnie e religioni le più disparate: come molti giovani, avviati dalla famiglia alla religione, anglicana o cattolica, in un contesto di forti contrasti interreligiosi, si erano poi persi per strada: all’apice

del successo, travolti dall’isteria della Beatlemania, ragazzi di 24-25 anni che avevano il mondo ai loro piedi, cominciano ad interrogarsi su cosa li aspetta al di là della vetta della Hit parade: con un piccolo, grande aiuto di marijuana prima ed LSD poi (With a little help from my friends) cominciarono ad interrogarsi anche su Dio e su una qualche entità superiore, che lassù da qualche parte doveva pur esistere e non certo un vecchio con la barba bianca. Non fu dunque solo George Harrison a interrogarsi concretamente sul significato dell’esistenza, a darsi da fare con il Maharishi Maesh Yogi, guru della meditazione trascendentale, a studiare testi sacri orientali. Tutti e quattro erano pubblicamente alla ricerca di qualcosa ed il libro aiuta indubbiamente a comprendere cosa.

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VINCERE LA DEPRESSIONE Lo psichiatra Roberto Pagnanelli e la psicologa Cristina Orel sono autori di un libro dal titolo “Vincere la depressioneâ€? (Nuova Ipsa Editore, Palermo). Cause, sintomi, significati e modalitĂ d’intervento per far fronte, con rimedi naturali e un congruo ‘atteggiamento mentale’, al male comune del nostro tempo. Per trovare un po’ di ossigeno e risvegliare, da dentro, la voglia di vivere grazie al CD di Musicoterapia.

La vita attuale ci costringe, giornalmente, a fare i conti con noi stessi e con i limiti imposti dalla nostra societĂ . Ăˆ frequente notare, fra noi professionisti del settore, che negli ambulatori EJ NFEJDJ F QTJDPMPHJ TJ TUJB WFSJĂ™ DBOEP VO EFDJ TP JODSFNFOUP EFMMF QBUPMPHJF EFQSFTTJWF 4UBO DIF[[B JODBQBDJU¸ EJ QSFOEFSTJ DVSB EJ TF TUFT TJ QFSEJ UB EJ TQF ranza e di gioia che, come un baratro, TJ QSF sentano EJ GSPO UF BM QB ziente. Il quale, NFMBO conico, TJ TFO UF QFS duto.

Non ha piĂš gli strumenti per reagire e, come VOB CBMFOB TQJBHHJBUB DIF IB QFSTP MmPSJFOUB mento, si lascia andare. Non servono piĂš gli stimoli dei familiari che invitano a reagire, ad uscire di casa. Non c’è piĂš nulla che possa FTTFSF EJ TUJNPMP 'JO EBM QSJNP NBUUJOP J TJO UPNJ DPNJODJBOP B GBSF DBQPMJOP -B HJPSOB ta è lunga, troppo lunga, l’ansia attanaglia il QFUUP OPO TJ IB WPHMJB EJ MBWBSTJ OĂ EJ NBOHJB SF $J TJ BTTFOUB EBM MBWPSP -F QSFPDDVQB[JP ni per tutto ciò che sta accadendo intorno a OPJ EJWFOUBOP JOTPQQPSUBCJMJ Ă™ ODIĂ DJ TJ BD DPSHF VO CFM HJPSOP DIF FTJTUF VOB QPTTJCJ litĂ , una soluzione, per rivedere splendere la luce del sole. Roberto Pagnanelli e Cristina Orel JMMV TUSBOP JM QFSDPSTP EJ HVBSJHJPOF *M DPNQSFO dere perchè ci ammaliamo di depressione; le DBVTF CJPMPHJDIF F J OFVSPNFEJBUPSJ JNQMJDB UJ OFMMB HFOFTJ EFMMB QBUPMPHJB MF DBVTF QTJ DPMPHJDIF J WBSJ UJQJ EJ EFQSFTTJPOF EB RVFM MB QPTU QBSUVN BMMB TJOESPNF QSFNFTUSVBMF MmPNFPQBUJB MmBSPNBUFSBQJB F MF MPSP BQQMJDB [JPOJ *M WPMVNF Ă€ DPSSFEBUP EB VO $% EJ .V TJDPUFSBQJB $JOFNBUPHSBĂ™ DB EB BTDPMUBSF B domicilio. VINCERE LA DEPRESSIONE: Tecniche e rimedi naturali per uscire dal tunnel della depressione CON CD DI MUSICOTERAPIA Nelle migliori librerie

Gli autori Il dottor Roberto Pagnanelli À NFEJDP DIJSVS HP F QTJDPUFSBQFVUB 4J À TQFDJBMJ[[BUP JO 1TJ chiatria all’Università degli Studi di Trieste. Ha PUUFOVUP OFM DPSTP EFHMJ TUVEJ CPSTF F QSF NJ EJ TUVEJP  BVUPSF EJ QVCCMJDB[JPOJ TV SJWJ TUF TDJFOUJÙ DIF *EFBUPSF EFMMB .VTJDPUFSBQJB $JOFNBUPHSBÙ DB FE FTQFSUP in Medicine Naturali, lavora a Trieste, Monfalcone, Gorizia e Udine. $FMM www.robertopagnanelli.it robertopagnanelli@libero.it

La dottoressa Cristina Orel À QTJDPMPHB clinica, laureata all’Università degli Studi di 1BEPWB 4J À TQFDJBMJ[[BUB JO .FEJDJOB 1TJ DPTPNBUJDB QSFTTP Mm*TUJUVUP 3J[B EJ .JMB no. 4J PDDVQB EJ EJTUVSCJ EmBOTJB QBOJDP EF pressione, disturbi alimentari, problematiche BEPMFTDFO[JBMJ F EFMMmBNCJ UP TDPMBTUJDP 3JDFWF B 5SJF ste, Monfalcone, Gorizia e Udine. $FMM www.laforzadellamente.it cristinaorel@libero.it


MOSTRE IN FVG (calendario aggiornato su www.imagazine.it) Fino al 17 gennaio ▶PORDENONE MONTANARI – ASSEDIO ALLA FORMA Prima organica esposizione in Italia del lavoro dell’artista. Pordenone. Galleria Bertoia, Corso Vittorio Emanuele II 60, e Palazzo Cossetti, piazza XX Settembre 2. Orario: mer-sab 15.30-19.30; domenica 1013/15.30-19.30. € 3. Info: www.comune.pordenone.it Fino al 17 gennaio ▶PUNTI DI VISTA Il paesaggio nella stanza. Mostra dell’associazione Espressivamente. Villesse (GO). Sala civica. Orario: sab 17-19, dom 10-12. Ingresso libero. Info: www.imagazine.it

▶TRE NOMI PER UN PALAZZO Mostra fotografica di Martina Visentin. Udine. Palazzo di Toppo Wassermann, via Gemona 92. Orario: 9-18. Ingresso libero. Info: www.turismofvg.it ▶ARTURO MALIGNANI Con il futuro negli occhi (ritratto privato). Immagini inedite e un approccio multimediale. Udine. Gallerie del Progetto di Palazzo Morpurgo, via Savorgnana 12. Orario: gio-ven 17-19; sabdom 10-12.30/17-19. Ingresso libero. Info: www.udinecultura.it Fino al 22 gennaio ▶PITTURA VIAGGIO INFINITO Mostra personale di Lorenzo Vale. Udine. Palazzo Caiselli, vicolo Florio 2/b. Orario: lunven 8-18.45. Ingresso libero. Info: lorenzo.vale@gmail.com Fino al 24 gennaio ▶FILO ROSSO Nell’ambito della Biennale Internazionale del Gioiello Contemporaneo, esposte opere di Vered Babai. Muggia (TS). Museo d’Arte Moderna, via Roma 9. Orario: mar-ven 17-19, sab 10-12/17-19, dom 10-12. Ingresso libero. Info: 040 9278632

Fino al 29 gennaio ▶IN LOVE WITH CLAY Mostra fotografica su Fiore de Henriquez Trieste. DoubleRoom arti visive, via Canova 9. Orario: lun-ven 1719. Ingresso libero. Info: https://doubleroomtrieste.wordpress.com

Fino al 31 gennaio ▶IL BARDO AD AQUILEIA In mostra importanti reperti in arrivo dal Museo Nazionale del Bardo di Tunisi. Aquileia (UD). Museo Archeologico Nazionale, via Roma 1. Orario: mar-dom 8.30-19.30. Ingresso € 4. Info: www.museoarcheoaquileia.it Fino al 31 gennaio ▶IL MONDO È LÀ Oltre cento opere d’arte selezionate, esempi emblematici che per qualità, stile e storia danno vita a un percorso dedicato al Novecento giuliano. Trieste. Magazzino delle Idee, corso Cavour. Ingresso libero. Info: marmer 10-13; gio 10-13/1417; ven-dom 10-13/1519. Info: www.provincia. trieste.it

▶ROSSO SATURNO Mostra personale di Saturno Buttò. Pordenone. Galleria d’arte Hippocratica, viale Gorizia 6. Orario: mer e ven 9.30-12.30/15.30-19.30; sab 15.30-19.30. Ingresso libero. Info: www.galleriahippocratica.it ▶STORIE DI DONNE, SCIENZA E TECNOLOGIA Mostra documentale. Trieste. Biblioteca Mattioni, via Petracco 10. Orario: lun/mer/ven 15-19; mar/ gio/sab 9-13. Ingresso libero. Info: www.retecivica. trieste.it ▶ASBURGO Quattro secoli di governo in una con-

tea di confine 1500-1918. Gorizia. Museo di S. Chiara, corso Verdi 18. Orario: ven-sab 10.30-13/15.3019; dom 10.30-19. Info: www.comune.gorizia.it ▶ DIPINGERE IL SILENZIO Mostra di Franco Dugo. Gorizia. Palazzo Attems, piazza De Amicis 2. Orario: mer-dom 10-17 (giovedì 10-19). Ingresso € 3,50. Info: www.provincia.gorizia.it Fino al 14 febbraio ▶ LE FORME DEL COLORE Mostra personale di Nando Toso. Udine. Chiesa di S. Antonio abate, piazza Patriarcato. Orario: mar-dom 1012.30/16.30-19. Ingresso libero. Info: www.provincia.udine.it Fino al 21 febbraio ▶ CAROLE FEUERMAN - SPORT DEL BELLESSERE. MARAVEE THERAPY Personale dell’artista statunitense annoverata tra i più rinomati e popolari scultori iperrealisti nel mondo. Gemona del Friuli (UD). Sedi varie. Orario: mardom 10-12.30/14.30-18. Ingresso libero. Info: www.exibart.com

Fino al 28 febbraio ▶ LA NUOVA ROSA Arte, storia e nuova umanità. Mostra su Tina Modotti. Udine. Casa Cavazzini, via Cavour 14. Orario: mardom 10.30-17. Ingresso € 5. Info: www.comune.udine.it ▶ IMPRESSIONE ASTRATTA Capolavori grafici dalla stamperia d’arte Albicocco. Pordenone. Galleria Pizzinato, viale Dante 33. Orario: mer-sab 15.3019.30; dom 10-13/15.3019.30. Ingresso libero. Info: www.artemodernapordenone.it ▶ ASSISI, LA DENSITÀ DEL SILENZIO Immagini realizzate nel tempo dal fotografo Elio Ciol intorno alla “sua” Assisi, accolte dalle istituzioni museali di tutto il mondo. Pordenone. Casa Zanussi, via Concordia 7. Orario:

mar-dom 16-19. Ingresso libero. Info: www.centroculturapordenone.it ▶ YUME – SOGNI GIAPPONESI Un percorso attraverso 90 fotografie giapponesi originali del XIX secolo: stampe all’albumina colorate a mano. Pordenone. Galleria Pizzinato, viale Dante 33. Orario: mer-sab 15.30-19.30; dom 10-13/15.30-19.30. Ingresso libero. Info: www. artemodernapordenone.it Fino al 6 marzo ▶ NATURA E DESIGN NELLE COLLEZIONI GERVASONI 18822015 Prodotti storici si affiancano alle ultime creazioni, mettendo in risalto l’eccellenza di una produzione in cui le conoscenze dei materiali, dei processi lavorativi e dei meccanismi della comunicazione si uniscono alla cultura del progetto. Gradisca d’Isonzo (GO). Galleria Spazzapan, via Ciotti 51. Orario: mar/sab/ dom 10-19; mer/gio/ven 15-19. Ingresso € 3. Info: galleriaspazzapan@libero.it

Fino al 30 marzo ▶ PREZIOSI RITORNI L’esposizione ha un duplice oggetto: proporre al pubblico preziosi manufatti provenienti dal monastero e presentare nuovi reperti restituiti alla nostra conoscenza dal terreno grazie alle ricerche compiute negli ultimi anni. Cividale del Friuli (UD). Monastero di Santa Maria in Valle. Orario: lun-ven 10-13/15-18; sab-dom 1018. Info: www.monasterodisantamariainvalle.it Fino al 3 aprile ▶ SOLI DI NOTTE La mostra riunisce un’importante nucleo di opere, molte delle quali mai esposte in Italia, legato a uno specifico momento del lavoro di Joan Mirò. Codroipo (UD). Villa Manin di Passariano. Orario: mar-dom 10-19. Ingresso € 12. Info: www.villamanin-eventi.it

I COSTI E GLI ORARI DI APERTURA POSSONO VARIARE SENZA PREAVVISO. VERIFICARE SEMPRE RIVOLGENDOSI AGLI APPOSITI RECAPITI.


CULTURA MOSTRE IN FVG Servizio di Margherita Reguitti. Immagini da catalogo

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Terra d’artisti Sono prestigiosi nomi della nostra regione i protagonisti delle rassegne attive nei quattro capoluoghi di provincia in questo inizio d’anno. Ecco un itinerario per gustare al meglio quanto offrono.

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Ăˆ l’arte di questa terra a essere protagonista GL EHOOH H VLJQLÂż FDWLYH PRVWUH GDOOD IRWRJUDÂż D DOOD SLWWXUD LQ )ULXOL 9HQH]LD *LXOLD 3HU TXH VWR LQL]LR GÂśDQQR OD VFHOWD q LQYHUR DPSLD H LQWHUHVVDQ WH 'DO YDULHJDWR SDQRUDPD UHJLRQDOH VFDWXULVFH XQ LWL QHUDULR GL FXOWXUD FKH KD FRPH EDUUD D GULWWD IDU FRQR VFHUH H YDORUL]]DUH DUWLVWL FRUUHQWL OXRJKL H SHULRGL VWR ULFL UHJLRQDOL

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72 | gennaio-febbraio 2016 |


$OOD /HJ$QWLTXD GL FRUVR 9HUGL HVSRQH 6HUJLR $OWLHUL LQ ³Una Gorizia lontana´ WHPSHUH LQHGLWH GDO DO H VRJJHWWL PDL UDSSUHVHQWDWL SULPD IUXW WR GL UHPLQLVFHQ]H 'XH VH]LRQL GHOO¶DOOHVWLPHQWR OD SULPD GHGLFDWD DOOD FLWWj LVRQWLQD FRQ GLSLQWL GHOOD IDF FLDWD GHO 0XVHR 3DOD]]R $WWHPV 3HW]HQVWHLQ H GL XQ¶ RSHUD GL 9LWWRULR %RODI¿ R Ou HVSRVWD DFFDQWR D ULFRU GL JLRYDQLOL GL FRQFHUWL VFHQRJUD¿ H WHDWUDOL ¿ HUH GL 6DQW¶$QGUHD H GL SDUWLWH GL FDOFLR /D VHFRQGD GHGLFD WD DL VRJJHWWL QRWL GHOOD VXD SLWWXUD SDHVDJJL GL FROOLQH FRQ OD SUHVHQ]D GHOOD ¿ JXUD GD FXL VFDWXULVFH XQD OXFH FKH DOOHJJHULVFH LO SHVR GHOOD PDWHULD $SHUWR ¿ QR DO JHQQDLR WXWWL L JLRUQL FDWDORJR QXPHUDWR H D WLUDWX UD OLPLWDWD LQ PRVWUD FRQ LQWHUYLVWD DOO¶DUWLVWD $OOD %LEOLRWHFD VWDWDOH LVRQWLQD GL *RUL]LD YLD 0DPHOL q DSHUWD ³Il blu di Craglietto. Le collezioni Massa e Carli´ ROWUH WUHQWD GLVHJQL ULWHQX WL SHUGXWL H ULWURYDWL GDL PHGLFL FROOH]LRQLVWL )HUUXF FLR 0DVVD H 0DXUR &DUOL D DQQL GDOOD VFRPSDUVD GHOO¶DUWLVWD 2SHUH VX FDUWD UHDOL]]DWH IUD JOL DQQL µ H µ XWLOL]]DQGR FRPH PRGHOOL RJJHWWL GHO TXRWLGLD QR DSHUWR ¿ QR DO JHQQDLR GD OXQHGu D VDEDWR FD WDORJR LQ PRVWUD $ 7LQD 0RGRWWL 8GLQH &LWWj GHO 0HVVLFR IRWRJUDID ULYROX]LRQDULD DWWULFH GL FLQHPD H WHDWUR SHUVRQDOLWj H DUWLVWD G¶DYDQJXDUGLD FRVPRSR OLWD SURWDJRQLVWD GL PRYLPHQWL SROLWLFL H VRFLDOL LQWHU QD]LRQDOL GHO µ LO &RPXQH GL Udine H LO FRPLWD WR 7LQD 0RGRWWL GHGLFDQR OD PRVWUD DOOHVWLWD DO PXVHR G¶$UWH PRGHUQD H FRQWHPSRUDQHD &DVD &DYD]]LQL YLD &DYRXU GDO WLWROR ³Tina Modotti: la nuova rosa. Arte, storia e nuova umanità´ /¶RFFDVLRQH SHU FRQRVFHUH OD SL DPSLD FROOH]LRQH GL IRWRJUD¿ H GHOO¶DUWLVWD XGLQHVH PD DQFKH QXRYL GRFXPHQWL H PD WHULDOL IRWRJUD¿ FL GHO ODVFLWR GHOOD VRUHOOD -RODQGD 0R GRWWL 6L WUDWWD GL IRWRJUD¿ H RULJLQDOL GL 7LQD H GHL VXRL IDPLOLDUL LQ ULIHULPHQWR DO FRQWHVWR XGLQHVH DO VRJ JLRUQR H DOOD FHUFKLD GHOOH DPLFL]LH QHJOL 6WDWL 8QLWL H QHO 0HVVLFR GHJOL DQQL ¶ ROWUH D FDUWHJJL WUD -R ODQGD 9LWWRULR 9LGDOL H 6LOYLD 7KRPSVRQ DSHUWR ¿ QR DO IHEEUDLR FKLXVR LO OXQHGu FDWDORJR LQ PRVWUD ,Q¿ QH PD QRQ FHUWR PHQR LPSRUWDQWH D Pordenone q DQFRUD OD SLWWXUD FRQWHPSRUDQHD SURWDJRQL sta: “Pordenone Montanari. Assedio alla forma´ q LO WLWROR GHOOD JUDQGH DQWRORJLFD GHGLFDWD D TXHVWR DU WLVWD FKH GHOOD VXD FLWWj KD DVVXQWR LO QRPH 'RSSLD OD VHGH GHOO¶HVSRVL]LRQH DOOD *DOOHULD FRPXQDOH ³+DU U\ %HUWRLD´ 3DOD]]R 6SHOODGL &RUVR 9LWWRULR (PD QXHOH ,, H SUHVVR OD )ULXO$GULD SLD]]D ;; 6HW WHPEUH ,Q DVVROXWR OD SULPD RUJDQLFD HVSRVL]LRQH LQ ,WDOLD GHO ODYRUR GHOO¶DUWLVWD FKH GRSR OH UDUH PR VWUH PLODQHVL QHJOL DQQL 2WWDQWD q VWDWR SUHVHQWDWR DO SXEEOLFR FRQ SRFR SL GL XQD GHFLQD G¶RSHUH D 7ULH VWH QHO (VSRVWH ROWUH RSHUH FKH FURQRORJLFD PHQWH UDFFRQWDQR O¶DUWLVWD GDOOD ¿ QH GHJOL DQQL 6HV VDQWD D RJJL H LQ XQD SLFFROD VH]LRQH GHGLFDWD DL GL VHJQL DSHUWR ¿ QR DO JHQQDLR GD PHUFROHGu D VDED WR DSHUWXUD SRPHULGLDQD GRPHQLFD WXWWR LO JLRUQR

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Fiera del matrimonio

20-21 FEBBRAIO

▶PESCARE SHOW Via Cotonificio, 96 Torreano di Martignacco (UD) UDINE Tel 0432 4951 www.udinegoriziafiere.it Via della Barca, 15 L’INFORMAFREEMAGAZINE

Pesca sportiva 25-28 FEBBRAIO

▶ABILMENTE PRIMAVERA

Manualità creativa |

marzo-aprile 2008

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75



Germano Pontoni Presidente dell’Unione Cuochi FIC FVG Germano Pontoni inizia il suo percorso formativo nelle Scuole Alberghiere di Firenze e Porretta Terme. Dopo un periodo di apprendistato a Udine, la sua città, il lavoro negli alberghi di categoria nella Riviera della Versilia e a Udine come aiuto cuoco all’allora Autoclub Palace Hotel di prima categoria, per poi intraprendere un periodo di formazione e lavoro a bordo delle navi passeggeri del Lloyd Triestino della Flotta Finmare per le destinazioni oceaniche, prosegue con la docenza nelle Scuole di Formazione Professionale Regionali. L’esperienza ultra ventennale come responsabile nella ristorazione salutistica e di riabilitazione all’Istituto Regionale di Medicina Fisica e la collaborazione con Enti ed Associazioni nazionali e regionali che operano nei settori della Solidarietà e del Sociale, gli sono valsi i riconoscimenti di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica, il Premio Nazionale Cesare Baretti di Alba, il Premio Internazionale Piazza de’ Chavoli di Pisa, la nomina di Ambasciatore dell’Oca dalla Città di Portogruaro e la Cittadinanza Onoraria di Pramaggiore Venezia. Ha curato una ventina di pubblicazioni legate alla cucina e alla gastronomia, di cui tre sull’oca, una delle quali tradotta e pubblicata in diverse lingue. Nel 2005 ha rappresentato la Regione Friuli Venezia Giulia all’Expo Mondiale di Aichi in Giappone. Alla recente Expo di Milano, con un gruppo di professionisti del settore, ha presentato la

pubblicazione “Le Risorgive - Un tesoro da Riscoprire” per far conoscere la ricchezza delle Risorgive di Codroipo e per la valorizzazione delle carni di coniglio italiano. È Consigliere nazionale della Federazione Italiana Cuochi, membro dell’ordine dei Maestri di Cucina ed Executive Chef e Presidente dell’Unione Cuochi FIC della Regione Friuli Venezia Giulia. Attualmente mette a disposizione le sue vaste competenze attraverso l’Associazione Culturale “Progetto Quattro Stagioni” di Pasian di Prato. Attraverso il personaggio di Ciccio Pasticcio, per lui coniato da una Scuola dell’infanzia di Udine per i 50 anni di professione, spesso incontra e intrattiene bambini delle Scuole dell’infanzia e primarie con laboratori di cucina dove vengono coinvolte maestre e cuoche con progetti delle Aziende Sanitarie Locali. Germano Pontoni abita a Pasian di Prato Cell: 3473491310 - Mail: germanoca@libero.it

chef…ame! Involtini di verza gratinati al cuore di formaggio latteria Ricetta del Maetro di Cucina Germano Pontoni Preparazione

Mondare e lavare le foglie della verza, sbollentarle in acqua salata per 3 minuti e raffreddarle poi in acqua fredda, sgocciolare. Togliere le costole dure, allargare le foglie grandi su pellicola da cucina e asciugare con panno-carta assorbente. Tagliare il resto della verza a striscioline sottili e mettere in una bacinella, aggiungere il formaggio fresco ridotto a scaglie, metà del formaggio grattugiato, 100 gr di besciamella calda, l’uovo e mescolare, regolare di sapore e stendere sulle foglie di verza, arrotolare e annodare le estremità, mettere in frigorifero a rassodare. Tagliare a fette spesse (circa 3 cm), ungere con burro una teglia da forno(*) e allargare uno strato sottile di besciamella, adagiare le fette di verza farcita, cospargere con formaggio grattugiato, gocce di burro e far gratinare in forno a 200° per pochi minuti. Servire caldo. (*) si possono anche preparare in monoporzioni da servire direttamente nelle pirofile piccole.

Fotografia Valentina Cipriani

Ingredienti per 4 persone 800 gr di verza 150 gr di formaggio latteria fresco ridotto in scaglie 80 gr di formaggio latteria da grattugia 200 gr di besciamella densa 40 gr di burro 1 uovo sale e pepe q.b.

La verza fa parte della numerosa famiglia delle Brassicarie, ha proprietà straordinarie note fin dai tempi antichi per la cura delle affezioni interne ed esterne dell’organismo. Da pochi anni le vengono riconosciute, assieme a cavoli, cavolfiori e altri componenti della famiglia, particolari e importanti doti per la prevenzione nelle cure oncologiche.


PERSONAGGI

MAURIZIO MANCINI Intervista e immagini di Michele Tomaselli

ÂŤ

Dalle stelle

allo Stallo

Da trent’anni gestisce uno dei locali storici di Udine. Un luogo dalle origini secolari, in cui da tempo viene assunto unicamente personale africano disposto a imparare i segreti della cucina friulana.

ÂŤ

Il Vecchio Stallo è uno dei locali piĂš pittoreschi e conosciuti nel centro storico di Udine. Qui giungono artisti, pensatori e WXWWD OD FUHPD FROWD GHO )ULXOL /D PDWWLQD H Âż QR DOOH prime ore del pomeriggio è frequentato soprattutto da pensionati e lavoratori rionali, desiderosi di scambiare quattro chiacchiere davanti a un bicchiere di vino, magari con una partita a briscola. Ma alla sera il Vecchio Stallo si trasforma dando il meglio di sĂŠ. Qui non c’è nulla di scontato. Ăˆ tutto improvvisato. Ne parliamo con l’oste Maurizio Mancini che, lo scorso settembre, ha festeggiato il trentennale dell’attivitĂ in una grande festa. Maurizio, quando ha iniziato la sua esperienza? ÂŤEra il 21 settembre 1985 quando, con tanta buona volontĂ e sprezzo del pericolo, iniziai questa avventura. Ero coadiuvato dai miei due fratelli: Enzo, un burEHUR PDUHVFLDOOR GHJOL $OSLQL H 0DULR XQ FXRFR Âż OR sofo e matematico. Il mio ruolo era soprattutto quello GL IDU DQGDU D IUHTXHQ]D L GXH FHUYHOOL FRQÂż JXUDWL LQ maniera diversa. Tra litigi, baruffe, risate, riunioni faPLOLDUL SDUWHQ]H ULDSSDFLÂż FD]LRQL H DEEUDFFL VLDPR riusciti a lavorare piĂš di vent’anni. Tuttavia, da dieci anni siamo rimasti solo io e Mario. Non voglio raccontare bugie, ma è solo grazie al maresciallo Enzo che mi è stato possibile acquistare il locale, all’inizio in gestione associata con Gigi il RossoÂť. 78 | gennaio-febbraio 2016 |

Che tipo di clientela viene al Vecchio Stallo? ÂŤTante persone frequentano queste quattro mura addobbate dai miei ricordi. La nostra clientela è eterogenea e si ascrivono tutte le etĂ : dai neonati agli adolescenti, ai grandi, agli anziani, agli ultracentenari. Ma è anche rappresentata dai tanti e svariati mestieri: studenti, operai, pensionati, operai, artigiani, politici, architetti, ingegneri, medici, assicuratori, professori, insegnanti, casalinghe, commesse, geometri, camerieri, cuochi, rappresentanti, vignaioli, gourmet, giorQDOLVWL VFULWWRUL SRHWL VFXOWRUL IRWRJUDÂż DQDUFKLFL dipendenti comunali provinciali e regionali, uomini dabbene e persone incasinate. Spesso ospitiamo personalitĂ del mondo del cinema, dell’arte, della musica e dello spettacolo. Si sono annoverati nostri clienti Mario Monicelli, Sergio Endrigo, Gianni Mura, Fabrizio Bentivoglio, Marco TravaglioÂť. Si dice che ogni locale ha i suoi difetti‌ ÂŤE lo Stallo li ha tutti. Qui potrai anche rimanere deluso, al contrario vivrai attimi indimenticabili, momenti dello stare bene a tavola, del buon vino, della musica. Qualcuno ha detto che l’atmosfera è autenticaÂť. Dieci anni fa ha fatto una scelta multietnica in controtendenza, oggi molto attuale. Ce la racconta? ÂŤIn questa lunga avventura molti dei miei collaboratori sono andati in pensione, altri sono di-


Qui sopra, da sinistra in senso antiorario, l’interno e l’esterno del Vecchio Stallo, in via Viola 7 a Udine; Caterina impegnata dietro al bancone. Pagina accanto, primo piano di Maurizio Mancini. ventati esercenti, cosĂŹ dieci anni fa, aprendoci alla globalizzazione, abbiamo deciso di assumere unicamente personale africano: Caterina, Ester, Phillis, Jennifer e Abigail. In questo modo, stando con noi, hanno imparato a conoscere la cucina friulana. Quando abbiamo previsto di assumerli avevamo GHL GXEEL PD DOOD Âż QH q VWDWD IDWWD OD VFHOWD JLXVWDÂŞ Lo Stallo affonda le proprie radici nella storia‌ ÂŤUn tempo lontano sostavano carrettieri e cavalli. C’erano una volta, in cittĂ , diverse stazioni di arrivo di carri e carrozze provenienti da tutto il Friuli. Fra queste, nell’ambito del settecentesco palazzo dei Conti Gorgo Maniago, quasi a ridosso delle mura cittadine, si trovava secoli fa una locanda con annessa stalla e un sottoportico per il carriaggio. Lo “Stalloâ€? appunto. Ma come si chiamasse per davvero, oggi, non è dato sapere; nemmeno Chino Ermacora (all’epoca direttore delle Panarie e grande storico udinese) non lo riportò nell’elenco delle osterie storiche. Ma il luogo era dimora di postiglioni, viandanti, donne del malaffare, peccatori stanziali. Successivamente si diedero ritrovo attori, letterati, architetti e artisti, ma anche bellissime dame udinesi inÂż RUHWWDQWL OÂśHOHJDQ]D )LQR D FKH QHO LO ORFD le ricevette l’autorizzazione comunale alla vendita dei vini padronali e la regolarizzazione dell’attivitĂ . Pur con delle inevitabili trasformazioni, l’ediÂż FLR q RJJL TXHOOR GL DOORUD 1HL PXUL VRQR ULPD sti i segni del passato, con i basti, le briglie e i ferri dei cavalli. All’esterno la caratteristica insegna in ferro battuto, probabilmente risalente alla Serenissima. Da trent’anni è in mano alla “banda dei Fratelli Manciniâ€?Âť.

Quali sono i piatti forti? ÂŤPer la maggior parte quelli nostrani. Gnocchi fatti in casa, di patate o di zucca, cjarsons alle erbe aromatiche. Per i secondi brovada e musetto, frico, baccalĂ con polenta, trippe rognone, stinco di maLDOH EROOLWR PLVWR 1HOOD FODVVLÂż FD QRQ SXz PDQFDUH il minestrone di orzo e fagioli. Insistiamo nel diffondere la tradizione culinaria friulana. Ăˆ proprio nel vigneto chiamato Friuli che offriamo un vasto assortimento di viniÂť. “Al vecchio Stallo non si fa creditoâ€? e “ridere fa bene alla saluteâ€? sono alcuni dei tanti motti. ÂŤSĂŹ, abbiamo delle regole ferree (ride, ndr). Qui si viene per mangiare e per bere. Qui si mangia e si beve senza esotiche innovazioni gastronomiche. Si paga solo in contanti e non si accetta nessuna carta di credito se non la carta da briscola (è scritto vicino alla cassa, ndr). CosĂŹ anche lo slogan: “Ridere fa bene alla salute: fatelo adesVR Âż QFKp q JUDWLV´ RSSXUH Âł6H LO YLQR VSDULVVH GDO la terra credo che nella salute e nell’intelligenza dell’uomo si formerebbe un vuoto, un’assenza di molto piĂš spaventosa di tutti gli eccessi ai quali il vino è fatto responsabileâ€?Âť. 6LDPR DUULYDWL DOOD Âż QH 0DXUL]LR QHOOD VX a lunga carriera desidera ringraziare qualcuno? ÂŤTutti gli amici carissimi che mi hanno aiutato, il Comitato per i festeggiamenti del trentennale, il Comitato Friulano Difesa Osteria del presidente Enzo Driussi, il Friuli, i miei fratelli, mia moglie Iole, il perito Chittaro da Pagnacco, il macellaio Sergio Bogaro e tutti quanti continueranno a venirci a trovareÂť.

Michele Tomaselli | gennaio-febbraio 2016 | 79


Centro Benessere Dentale di Gradisca d’Isonzo

Direttore Sanitario Dott. Nicola Greco

Iniziamo con un chiarimento: in cosa consiste esattamente l’implantologia? - IGIENE DENTALE: In sostanza si tratta delle soluzioni in caso di perPREVENZIONE, PULIZIA DEI DENTI dita dei denti. L’implantologia è infatti in grado di so- CONSERVATIVA: stituire i denti persi con degli impianti dentali, conOTTURAZIONE, CURA DELLA CARIE sentendo una valida riuscita funzionale e, spesso, - ENDODONZIA: anche estetica. Gli impianti sono costituiti da due CURA DEI CANALI RADICOLARI DEI DENTI elementi principali: una radice in titanio da posizio- PEDODONZIA: nare all’interno delle ossa mascellari o mandibolari LE CURE PER I DENTINI DEI PIÙ PICCOLI del paziente ed un pilastro, che crea la connessione - SBIANCAMENTO DENTALE: tra l’impianto inserito e la protesi riabilitativa. Il titaPER UN SORRISO SICURO ED EFFICACE nio è un metallo leggero ed inerte con notevole bio- ORTODONZIA CONSERVATIVA ED ESTETICA: RIALLINEAMENTO DEI DENTI; APPARECCHIO INVISIBILE compatibilità grazie all’ossido che lo riveste e che lo rende in grado di fungere da ancoraggio per l’osso; - PARODONTOLOGIA: queste caratteristiche rendono estremamente raro il CURA DELLA PIORREA rigetto dell’impianto (inteso come reazione dell’ospi- PROTESICA FUNZIONALE ED ESTETICA: PROTESI DENTALI FISSE E MOBILI te verso un materiale estraneo). Attualmente il titaŹ IMPLANTOLOGIA – IMPLANTOLOGIA A CARICO nio non costituisce più l’unico materiale valido utilizIMMEDIATO: SOLUZIONE FISSA PER L’EDENTULISMO zabile per impianti dentali. La forma e la superficie - CHIRURGIA AVANZATA: degli impianti nel corso degli anni ha subito diverse TECNICHE SPECIALIZZATE DI INTERVENTO ORALE modifiche e variazioni; la morfologia predominante è comunque quella cilindro/conica con diametri e lunCentro Benessere Dentale ghezze variabili. - A Gradisca d’Isonzo (GO) In che cosa consiste l’intervento? in Viale Trieste, 34 Nell’implantologia classica, l’intervento viene diTel./Fax: 0481 969739, cell.: 333/3213683 viso in due fasi. Durante la prima fase si applicano gli - A Trieste impianti che rappresentano il punto di aggancio delle in Via Erta di Sant’Anna, 12 protesi all’interno del cavo orale. Dopo l’inserimento il Tel.: 040/8320830 medico deve attendere un periodo variabile (qualche - A Cavalicco di Tavagnacco (UD) mese), per attendere l’integrazione del metallo nell’osin Via San Bernardo, 30/5 so della bocca. Solo quando l’unione tra la superficie Tel.: 0432/570995 dell’impianto e l’osso sarà intervenuta si passerà alla E-mail: info@centrobenesseredentale.it Sito: www.centrobenesseredentale.it seconda fase dell’intervento, che è costituita dall’appli-

I nostri servizi


cazione sugli impianti dei congegni protesici. In determinati casi, al verificarsi di certe condizioni favorevoli, è possibile evitare di attendere il periodo di osteointegrazione e procedere immediatamente alla fase di protesizzazione. Il carico immediato è la metodica implantare che effettuiamo per far riavere i denti fissi ai nostri pazienti in meno di 36 ore. Attraverso una protesi provvisoria fissa posizionata sugli impianti dentali appena inseriti, il paziente non deve più preoccuparsi di rimanere senza denti in attesa della guarigione dei tessuti per posizionare successivamente la protesi definitiva fissa. Il carico immediato può essere applicato sull’intera arcata, su uno o più impianti. La terminologia “Carico Immediato” significa che i denti sono immediatamente posizionati sugli impian-

Il dentista? Il mio migliore amico!

ti dentali in modo fisso, non si tratta quindi di una protesi mobile. Fra le metodiche di implantologia a carico immediato, notevole è l’esperienza dei nostri medici, oltre che nei casi di impianti singoli anche nelle tecniche “All on four” o “All on six” (letteralmente: “Tutto su quattro” o “Tutto su sei”) che permettono di ripristinare l’arcata completamente edentula, posizionando soltanto quattro o sei impianti in siti ossei strategici, atti a garantire un’ottima risposta alle sollecitazioni masticatorie. Il paziente potrà, quindi, ottenere una protesi fissa provvisoria entro le 36 ore dall’intervento. Nella tecnica “All on four” e “All on six”, gli impianti utilizzati garantiscono, per forma, superficie e dimensione un’ideale stabilità strutturale e rapidi successi di guarigione ossea.

La riuscita estetica e funzionale degli interventi implantologici rasenta la perfezione, con percentuali di successo elevatissime, ma gli impianti dentali necessitano di un’igiene orale scrupolosa

al fine di poter durare a lungo nel tempo e garantire prestazioni ottimali. Se l’igiene dentale non viene rispettata, c’è il rischio concreto che insorgano pericolose infezioni. Spetta quindi al paziente, dunque, seguire le indicazioni fornite dal proprio dentista e adottare un regime alimentare, uno stile di vita e un’igiene orale adeguati, al fine di mantenere gli eccellenti risultati conseguiti grazie all’intervento.

LE DOMANDE PIÙ FREQUENTI Qual è la durata degli impianti? Le statistiche confermano che il 95% degli impianti inseriti in tutti questi anni sono ancora in posizione se il paziente si attiene alla manutenzione consigliata e cioè a visite periodiche regolari (almeno ogni 6 mesi), seduta di igiene professionale (almeno ogni 6 mesi) e igiene orale domiciliare come consigliata. Un impianto è sempre possibile? Le limitazioni all’implantologia (o comunque i fattori che aumentano il rischio di perdita degli impianti)sono davvero poche. Fra le più comuni ci sono le gravi anemie, l’osteoporosi, le cardiopatie, il diabete, le coagulopatie, forti fumatori e chi, invece, soffre di parodontite dovrà sottoporsi a più controlli periodici. Più in generale, comunque, tutte le malattie o disfunzioni di una certa gravità vanno valutate preventivamente dall’implantologo durante il colloquio con il paziente e i controlli

di routine. L’intervento implantologico è sconsigliato anche nel caso in cui un paziente stia attraversando un periodo di intenso stress psicofisico, in quanto il sistema immunitario ne potrebbe risultare indebolito, e durante la gravidanza. Dopo l’inserimento dell’impianto può insorgere gonfiore? In ogni caso, se si segue scrupolosamente il protocollo dato dal nostro studio, non insorgeranno particolari problemi. Mancanza di osso, come si può procedere? È possibile, con l’utilizzo di biomateriali, rigenerare l’osso mancante. Sono tecniche sofisticate e chiaramente la prognosi implantare è maggiore quanto minore è il ricorso a tecniche rigenerative. Saranno comunque eseguite valutazioni specifiche quali: panoramica dentale e Tac (eseguibili in studio).

Lo sapevi che... Un reperto Maya, databile intorno al 6-700 d.C. e rinvenuto nel 1931 a Playa de Los Muertos in Honduras, è forse la prima testimonianza di un’implantologia orale. Si tratta di un frammento di mandibola umana che presenta inseriti negli alveoli naturali alcuni denti nonchè tre incisivi artificiali ottenuti da valve di conchiglia. Si era pensato ad un rituale post-mortem, ma verso gli anni ‘70, il prof. Amedeo Bobbio, docente in discipline implan-

tologiche presso l’Università di San Paolo (Brasile), ha confermato radiologicamente l’osteogenesi attorno ai pezzi di conchiglia inseriti, che verosimilmente indicherebbe un vero e proprio intervento di implantologia orale. L’osteointegrabilità del materiale (Conchiglia Tridacna) è stata poi anche confermata da una sperimentazione sui ratti effettuata dal dott. M.E. Pasqualini presso il Policlinico di Milano. Inseriti dei frammenti sterilizzati di valva conchigliare e trascorsi tre mesi, si è constatata la biocompatibilità istologica del materiale incluso, non essendosi riscontrata interposizione di tessuto fibroso.


I tuoi eventi su iMagazine!

CLASSIC ARTS

Visita il sito www.imagazine.it, entra nella sezione eventi e segnala direttamente on line le tue iniziative.

Legenda Caffetteria

Afterhour

Birreria

Eventi a tema

Enoteca

Sale convegni

Special drinks

Musica dal vivo/karaoke

19-20 gennaio ▶ Penso che un sogno così…

Stuzzicheria

Musica da ballo

Vegetariano/biologico/regimi

Happy hour

Cucina carne

Giochi

Cucina pesce

Internet point

Nello spettacolo, scritto insieme a Vittorio Moroni e diretto da Giampiero Solari, Beppe Fiorello incontra se stesso bambino, ride della sua timidezza e fa rivivere i racconti del padre attraverso un vastissimo repertorio di canzoni di Domenico Modugno. Monfalcone (GO). Teatro Comunale. Ore 20.45. Info: www.teatromonfalcone.itInfo: www.azalea.it

Paninoteca

TV satellitare/digitale

Pizza

Giochi e spazi per bambini

Gelateria

Pernottamento

Catering

Buoni pasto

Organizzazione feste

Parcheggio

Il range di prezzo indicato (ove applicabile) si riferisce al costo medio di un pasto, escluse bevande alcoliche. I dati segnalati sono stati forniti direttamente dal Gestore del locale. Qualora doveste verificare delle discordanze, Vi invitiamo a segnalarcelo.

ETNICO

22-24 gennaio ▶ The Pride Alternanza tra due storie distinte e separate che si svolgono in periodi di tempo distinti, il 1958 e il 2008. I tre personaggi principali di ognuna condividono gli stessi nomi scoprendosi le ombre di quelli dell’altra. Regia di Luca Zingaretti. Pordenone. Comunale Giuseppe Verdi. Ore 20.45 (24/1 ore 16). Info: www.comunalegiuseppeverdi.it

e inoltre...

Pub

12-17 gennaio ▶ Billy Elliot Musical. Trieste. Politeama Rossetti. Ore 20.30 (16/1 anche ore 16; 17/1 solo ore 16). Info: www.ilrossetti.com

16 gennaio ▶ L’amore ai tempi del colera Con Laura Marinoni. Cervignano del Friuli (UD). Teatro Pasolini. Ore 21. Info: www.teatropasolini.it


scopri tutti gli eventi in regione su www.imagazine.it

ristorante

Marco Travaglio – con l’aiuto dell’attrice Giorgia Salari, per la regìa di Valerio Binasco – racconta come i giornalisti, gli intellettuali e gli opinionisti più servili del mondo hanno beatificato, osannato, magnificato, propagandato e smarchettato la peggior classe dirigente del mondo. Cormòns (GO). Teatro Comunale. Ore 21. Info: www.artisitiassociatigorizia.it

trattoria

5 febbraio ▶ Slurp

agriturismo

12 febbraio ▶ Come cavalli che dormono in piedi È Paolo Rumiz, autore dell’omonimo libro, il protagonista quasi unico della rappresentazione che narra la tragedia degli italiani di frontiera, tra cui anche suo nonno, che combatterono per le insegne austroungariche e quindi nello schieramento avverso al tricolore. Ronchi dei Legionari (GO). Polifunzionale “Peteani”. Ore 20.30. Info: 349 0896587

16-18 febbraio ▶ La scuola Di Domenico Starnone, con Silvio Orlando. Udine. Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Ore 20.45. Info: www.teatroudine.it

26 febbraio ▶ Magic Shadows Spettacolo di danza con I Catapult. Gorizia. Teatro Verdi. Ore 20.45. Info: www.comune.gorizia.it/teatro


L I V E

M U S I C

5 febbraio

▶ Iiro Rantala In memoria di John Lennon, Iiro Rantala, un pianista tra i più apprezzati del Nord Europa e ormai acclamato in tutto il mondo, ha scritto un album che ora diventa anche un concerto dal vivo, intenso e catturante, capace di coniugare la limpidezza delle canzoni di Lennon con le possibilità espressive del jazz. Cervignano del Friuli (UD). Teatro Pasolini. Ore 21. Info: www.teatropasolini.it

13 febbraio

▶ Carmen Consoli Carmen Consoli eseguirà nella dimensione intima del teatro tutti i suoi successi e le canzoni contenute nel suo ultimo album “L’abitudine di tornare”, ottavo disco di inediti dell’artista. Un lavoro maturo, che affronta attraverso dieci tracce diversi temi, alternando episodi più introspettivi ad altri che hanno un occhio rivolto verso la società attuale. Trieste. Politeama Rossetti. Ore 21. Info: www.azalea.it

e inoltre... 8 febbraio ▶ Federico Mondelci – Gianni Iorio Jazz e musica etnica. Monfalcone (GO). Teatro Comunale. Ore 20.45. Info: www.teatromonfalcone.it

12 febbraio ▶ Josef Suk Piano Trio Musica da camera. Sacile (PN). Fazioli Concert Hall. Ore 20.45. Info: www.fazioli.com 84 | settembre-ottobre 2007 |

L’INFORMAFREEMAGAZINE


w w w.im a gazi ne.i t

15 febbraio

▶ Battiato e Alice in concerto I due saranno accompagnati dall’Ensemble Symphony Orchestra diretta da Carlo Guaitoli. Il concerto sarà diviso in parti diverse ma comunicanti tra loro, verrà a rinnovarsi un’intesa artistica profonda tra due anime affini, nella celebrazione di un legame che è rimasto solido anche quando i rispettivi percorsi non si sono incrociati direttamente. Trieste. Politeama Rossetti. Ore 21. Info: www.ilrossetti.com

4 marzo

▶ Noa Il concerto friulano rappresenta un unicum nella tournée dell’artista israeliana che, accompagnata dallo storico chitarrista Gil Dor, eccezionalmente si esibirà con il Friuli Venezia Giulia Gospel Choir, ensemble diretto da Alessandro Pozzetto e Rudy Fantin. Udine. Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Ore 20.45. Info: info@progettolive.com

15 febbraio ▶ I solisti aquilani Concerto per pianoforte e violino. Pordenone. Teatro Verdi. Ore 20.45. Info: www.comunalegiuseppeverdi.it

28 febbraio ▶ Anna Vinnitskaya Concerto per pianoforte. Udine. Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Ore 20.45. Info: www.teatroudine.it


S PO R T

23 gennaio ▶ Vertical Race Notturna Gara di Sci Alpinismo individuale. Cronometraggio con microchip. Risalita lungo la pista Canalone/Lavet fino al terminal della funivia sul Monte Zoncolan (1750 mt). Dislivello: 860 mt. per una lunghezza di 4 km. Ravascletto (UD). Piazzale fronte Funivia. Ore 19. Info: www.aldomoropaluzza.it

23-24 gennaio ▶ Alpe Adria Trofeo Internazionale di Judo. La competizione è rivolta ai giovani judoka maschi e femmine Under 18 e Under 21. Da 5 anni la gara vede con continuità la preiscrizione di oltre 1.000 atleti. Lignano Sabbiadoro (UD). Palasport GeTur. Info: www.alpeadriajudo.it

e inoltre... 30-31 gennaio ▶ FIS OPA Cup Tarvisio Salto e combinata nordica. Tarvisio (UD). Arena Paruzzi. Info: http://opatarvisio.liceobachmann.com

5 febbraio ▶ Ski Krono Varmost Cronoscalata di scialpinismo in notturna. Forni di Sopra (UD). Pista da sci Varmost. Info: www.foradventure.it

86 | settembre-ottobre 2007 |

L’INFORMAFREEMAGAZINE


w w w.i m agazi ne.i t

24 gennaio ▶ Maratonina del Collio Primo dei tre appuntamenti podistici che si snodano tra i vigneti del Collio, il parco naturalistico del Preval, i sentieri del Carso e i luoghi storici della Grande Guerra. I due appuntamenti successivi sono in programma il 6 marzo e il 26 giugno. Capriva del Friuli (GO). Ore 9. Info: www.marciatorigorizia.it

20 febbraio ▶ Transcavallo Tappa friulana della gara nazionale di sci alpinismo a squadre in ambiente completamente privo degli impianti di risalita e prettamente alpinistico. Coinvolto anche il territorio bellunese. Aviano (PN). Piancavallo. Info: www. transcavallo.it

6-7 febbraio ▶ Ronde Terre del Friuli Rally. Terza edizione. Palmanova (UD). Tracciato su più località. Info: www.sportandjoy.it

12-14 febbraio ▶ Enduro Campionati assoluti italiani. Lignano Sabbiadoro (UD). Info: www.italianoenduro.com


FOLKLORE

4-9 febbraio ▶ Carnevale di Muggia Giunto alla 63^ edizione è il Carnevale più famoso del Friuli Venezia Giulia: l’evento clou è fissato domenica 7 febbraio con la spettacolare sfilata dei carri allegorici delle Compagnie del Carnevale nel centro storico cittadino. Muggia (TS). Info: www.carnevaldemuja.com

6 febbraio ▶ La Notte delle Lanterne Evento culminante del Carnevale Saurano: le maschere si ritrovano nella piazza di Sauris di Sopra, accompagnate dalle due figure del Rölar e del Kheirar. Il gruppo delle maschere, seguito dagli spettatori, si inoltra nel bosco e segue un suggestivo percorso notturno, illuminato dalle lanterne. Sauris (UD). Info: www.sauris.org

9 febbraio ▶ Carnevale Monfalconese Al mattino Cantada in piazza con la cerimonia del giuramento del Notaio Toio Gratariol e lettura del testamento di Sior Anzoleto Postier. A seguire la tradizionale sfilata di carri e gruppi allegorici lungo le vie del centro cittadino. Monfalcone (GO). Info: www.monfalcone.info

e inoltre... 7 febbraio ▶ Carnevale di Romans Sfilata di carri allegorici Romans d’Isonzo (GO). Info: www.comune.romans.go.it

12-14 febbraio ▶ Festa di San Valentino Musica, spettacolo e gastronomia. Fiumicello (UD). Info: www.comune.fiumicello.ud.it


MEETING

22-30 gennaio ▶ Trieste Film Festival La principale rassegna italiana dedicata al cinema dell’Europa centro-orientale giunge quest’anno alla 27esima edizione. Durante la serata inaugurale attesa la proiezione del film “Sole alto” del regista Dalibor Matanic, premiato a Cannes. Trieste. Info: www.triestefilmfestival.it

31 gennaio ▶ Ritorno alle origini – Mirò e Mallorca Maria Luisa Lax, storica dell’arte spagnola, autrice del catalogo ragionato delle opere di proprietà della Fondazione Pilar y Joan Miró di Palma di Maiorca e curatrice di numerose mostre, parlerà delle radici profonde che legano Miró all’isola di Maiorca. Codroipo (UD). Villa Manin di Passariano. Ore 17. Info: http://villamanin.it

BAMBINI

31 gennaio ▶ Moztri! Inno all’infanzia Cinzia e Augusto sono i genitori di Tobia e si disperano per il fatto di avere un bimbo che ama disegnare i mostri. Ma Tobia è pieno di risorse e attraverso i suoi disegni ci apre le porte del suo mondo interiore mostrando le meraviglie del suo immaginario. Cormòns (GO). Teatro Comunale. Ore 16. Info: www.artistiassociatigorizia.it

e inoltre... 31 gennaio ▶ Hansel e Gretel Teatro di narrazione e movimento Monfalcone (GO). Teatro Comunale. Ore 17. Info: www. teatromonfalcone.it

7 febbraio ▶ Le altre storie di Cappuccetto Rosso In scena una delle fiabe più amate dai bambini. Trieste. Teatro Bobbio. Ore 11. Info: www.contradateatroragazzi.it


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¥ FIORI DI BACH ¥ FIORI AUSTRALIANI ¥ TERAPIA DEL DOLORE ARTICOLARE ¥ OMEOPATIA-OMOTOSSICOLOGIA ¥ MESOTERAPIA ¥ PSICOTERAPIA INDIVIDUALE, DI COPPIA, FAMILIARE

¥ MALTRATTAMENTI E ABUSO ¥ EMDR ¥ CONSULENZA SESSUALE



F U O R I

R E G I O N E

T R E V I S O 16 gennaio

▶MADMAN Dopo l’uscita del suo secondo album in studio Doppelganger, l’astro nascente della musica rap italiana porta nei palasport della Penisola tutta la propria energia. San Biagio di Callalta. Supersonic Music Arena. Ore 22. Info: www.azalea.it 29 gennaio – 7 febbraio

▶FESTA DEL RADICCHIO ROSSO DI TREVISO Stand enogastronomico aperto tutti i giorni e serate culturali e gastronomiche abbinate ai piatti tradizionali di varie regioni d’Italia, per conoscere e farsi conoscere, attraverso gli usi, costumi, colori, profumi e sapori della terra. Casier. Località Dosson. Info: 338 3623947 19 febbraio

▶GUÈ PEQUENO All’anagrafe Cosimo Fini, il rapper milanese – primo artista italiano a firmare per l’etichetta Def Jam Recordings – porterà sul palco tutta l’energia dell’ultimo album Vero. San Biagio di Callalta. Supersonic Music Arena. Ore 22. Info: www.azalea.it 23 febbraio

▶LUCA CARBONI Luca Carboni torna live e lo fa scegliendo l’atmosfera raccolta e intima dei club, dove porterà l’energia e la passione dell’album Pop-Up e della hit Lucalostesso. San Biagio di Callalta. Supersonic Music Arena. Ore 21.30. Info: www.azalea.it 25 febbraio

▶NEGRITA Simbolo del rock contemporaneo italiano, promettono una scaletta dirompente per i nuovi live, con l’inserimento nello show di pezzi presi da tutta la storia della band. San Biagio di Callalta. Supersonic Music Arena. Ore 21.30. Info: www.azalea.it Fino al 28 febbraio

▶ANTONIO CANOVA  L’ARTE MUTILATA NELLA GRANDE GUERRA A mancare è la più emblematica delle immagini possibili: quella di un nugolo di soldati francesi che giocano a calcio con un pallone unico al mondo: la testa di Paolina Bonaparte scolpita dal Canova. Possagno. Museo e Gipsoteca Canoviana. Info: www.museocanova.it Fino al 10 aprile

▶EL GRECO IN ITALIA. METAMORFOSI DI UN GENIO La più importante retrospettiva mai realizzata prima nel nostro Paese dedicata a El Greco cercherà di fare chiarezza sul periodo italiano del genio del ‘500, genio maledetto che ha ispirato artisti del calibro di Picasso e Manet. Treviso. Ca’ dei Carraresi. Info: www.elgrecotreviso.it


F U O R I

R E G I O N E

V E N E Z I A Fino al 17 gennaio

▶LUCIANO VISTOSI, SCULTORE Trenta lavori del grande scultore scomparso nel 2010, figura di assoluto rilievo della ricerca artistica italiana. Solamente cristalli bianchi e neri, spesso graffiti. Sono creazioni che stupiscono, per poesia e innovazione; sculture in movimento. Venezia. Museo del Vetro. Info: http://museovetro.visitmuve.it 23 gennaio – 9 febbraio

▶CARNEVALE DI VENEZIA Il Carnevale più suggestivo al mondo torna ad animare le calli e i campi di Venezia. Per tre settimane la città si anima di feste, spettacoli, sfilate di maschere ed animazione all’aperto. Venezia. Info: www.carnevale.venezia.it 23 gennaio – 28 marzo

▶TRE OCI/TRE MOSTRE. GIUDECCA FOTOGRAFIA Un percorso di ricerca articolato su più livelli, che trasforma i Tre Oci in una vera e propria Kunsthalle proponendo un percorso visivo di confronto tra i linguaggi contemporanei e la grande tradizione della fotografia veneziana. Venezia. Casa dei Tre Oci. Info: www.treoci.org Fino al 31 gennaio

▶UN MERLETTO PER VENEZIA Tipica del merletto di Burano è la lavorazione rigorosamente ad ago: i merletti originali dell’isola si distinguono per l’estrema complessità del disegno e della tecnica, per l’utilizzo di fili molto sottili e per una lavorazione estremamente lunga. Venezia. Museo del Merletto. Info: http://museomerletto.visitmuve.it Fino al 31 gennaio

▶ARTE VETRARIA MURANESE In esposizione la preziosa collezione di Lutz Holz – un articolato nucleo novecentesco – che da anni raccoglie le opere più significative della produzione vetraria storica di Murano. Vetri essenziali nelle forme e innovativi per gli inediti effetti cromatici. Venezia. Museo del Vetro. Info: http://museovetro.visitmuve.it Fino al 21 febbraio

▶PAESAGGI D’ARIA. LUIGI GHIRRI E YONA FRIEDMAN/JEANBAPTISTE DECAVÈLE Riflessione attorno al lavoro di tre tra i più originali innovatori della fotografia e dell’architettura. Al centro del dibattito il paesaggio italiano, spazio in cui gli autori costruiscono sguardi, superando la convenzione turistica. Venezia. Fondazione Querini Stampalia. Info: www.querinistampalia.org Fino al 10 aprile

▶SPLENDORI DEL RINASCIMENTO VENEZIANO. ANDREA SCHIAVONE TRA TIZIANO, TINTORETTO E PARMIGIANINO La mostra permette finalmente di riscoprire questo geniale artista nella sua indipendente grandezza, ma anche di apprezzare la diversificata attività che egli svolse nel campo della grafica, dell’incisione, del libro illustrato e delle arti applicate. Venezia. Museo Civico Correr. Info: http://correr.visitmuve.it


O L T R E

C O N F I N E

C R O A Z I A 10 gennaio

▶GIRO CICLISTICO DELLA BEFANA

La Bicicliade della Befana si svolgerà lungo sentieri e strade non asfaltate per una lunghezza totale di circa 35 km. Il punto di partenza e quello di arrivo sarà il piccolo paese di Marussici. Buie. Località Marussici. Info: +385 (0)52 773353 14-24 gennaio

▶ARENA CUP

Torneo internazionale di calcio con compagini provenienti da tutti i Balcani e da alcuni paesi europei per mantenere alto il livello di competizione in attesa della ripresa dei campionati ufficiali. Medulino. Info: www.arenaturist.com 17 gennaio

▶CAMPIONATO ISTRIANO INVERNALE DI CORSA

Gare maschili e femminili su percorsi di 6 e 9 chilometri. L’evento, aperto sia ai corridori professionisti che ai dilettanti, consentirà agli iscritti di partecipare a più gare. Pola. Info: www.trickeri.org 30 gennaio

▶LUGANIGADA

24esima edizione del festival delle salsicce caserecce istriane. Tra degustazioni e concorso per il migliore prodotto, un evento imperdibile per tutti gli appassionati della gastronomia. Buie. Info: +385 (0)52 773353 13 febbraio – 20 marzo

▶GIORNATE DEI MOLLUSCHI

I ristoranti dell’area offriranno fantasiosi menù a base di molluschi, a prezzi accessibili. Alle prelibatezze culinarie si uniranno poi eccellenti vini e oli d’oliva locali. Umago, Cittanova, Buie. Info: +385 52 757 075

▶LAGUNA POREČ GRAND PRIX

14 febbraio

Gara ciclistica internazionale aperta ai ciclisti per le categorie Maschi Elite e U-23, per squadre nazionali e regionali. Parenzo. Info: +385 52 624 242

▶GIORNATE DEL MIELE

26-27 febbraio

Una mostra internazionale e un simposio scientifico completano due giorni di degustazioni e di approfondimenti su uno dei prodotti più autentici dell’Istria. Pisino. Info: www.lipa-pazin.hr

S L O V E N I A 21 gennaio

▶MANU DELAGO Il maestro delle percussioni, già batterista di Bjork, offrirà uno spettacolo dai ritmi incalzanti, alternando momenti musicali di profonda riflessione. Lubiana. Centro di Cultura urbana. Ore 21. Info: www.visitljubljana.com 23 gennaio

▶ZMELKOOW La comedy rock band slovena nota per la sua ilarità per l’ironica filosofia, anche questa volta travolgerà il pubblico con ritmo e divertimento. Lubiana. Orto Bar. Ore 22. Info: www.visitljubljana.com 6 febbraio

▶GRAN BALLO DI CARNEVALE Tra glamour e tradizione, evento di gala in maschera all’interno dello scenario antico e suggestivo del Teatro Tartini di Pirano. Pirano. Teatro Tartini. Info: www.portoroz.si 6 febbraio

▶CARNEVALE DEL DRAGO Un grande corteo carnevalesco si snoda per le vie di Lubiana: al suo interno anche maschere caratteristiche della tradizione pagana, come i kurent, i laufar e i morostar. Lubiana. Info: www.visitljubljana.com 7 febbraio

▶CAMMINO DI GALETOVEC Tradizionale escursione sugli sci giunta alla sua ventesima edizione, che condurrà i partecipanti in uno dei comprensori più affascinanti della Slovenia. Bled. Info: www.bohinjskabela.si 13 febbraio

▶THE BEATLES REVIVAL “All you need is love”, “Tutto quello di cui hai bisogno è amore” cantava la band di Liverpool. Proprio quello che serve alla vigilia di San Valentino. Portorose. Auditorium. Ore 19.30. Info: www.portoroz.si 20 febbraio

▶COPPA DI NUOTO INVERNALE Gara internazionale di nuoto nelle acque gelide del Lago di Bled in inverno. Una sfida al limite, in uno scenario naturale magico. Bled. Info: www.bled.si

CARINZIA 15-16 gennaio

▶SCHLAG DAS ASS

La gara di sci più lunga del mondo con 25,6 chilometri di piste e 6400 metri di dislivello lungo il comprensorio dell’Alpe Nassfeld. Hermagor. Info: www.schlagdasass.at 15-17 gennaio

▶EIS TOTAL

Al rifugio Pitzal cascate di ghiaccio dalle forme bizzarre, una parete a sbalzo per le scalate e una vivace atmosfera da campo base attendo gli alpinisti da tutte le Alpi. Mandarfen. Info: www.mc2alpin.at 16-31 gennaio

▶TOUR ALTERNATIVO DELLE 11 CITTÀ OLANDESI

Il più grande spettacolo mondiale di pattinaggio sportivo con 3.000 concorrenti per le maratone di pattinaggio su 50, 100 e 200 km che si svolgono sulla pista del lago Weissensee. Weissensee. Info: www.carinzia.at 6 febbraio

▶SABATO GRASSO

La città si trasforma in un palcoscenico per trampolieri, giocolieri e personaggi in costume che animano il corteo seguito annualmente da oltre 10.000 spettatori. Villach. Info: www. villacher-fasching.at 14 febbraio

▶FUN & RUN IN THE SNOW

Giornata speciale dedicata alle persone con disabilità che, seguiti da appositi istruttori, potranno sciare lungo le piste dell’Alpe Nassfeld. Hermagor. Info: www.nassfeld.at 5-6 marzo

▶SKIBOB WORLD CUP

Gara di Coppa del Mondo nella categorie Slalom Gigante, Super G e Slalom Speciale: in pista i migliori interpreti di questo sport. Nassfled. Info: www.nassfeld.at


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marzo-aprile 2015

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6 gennaio Buon compleanno Stefania! Stefano 7 gennaio Buon compleanno Marzia! Stefano 11 gennaio Auguri zia Saby! Cinzia e Nicolò 16 gennaio Buon anniversario Annalisa Carlo 25 gennaio Buon compleanno alla mitica Faby! Lucia, Giulia e Lella 29 gennaio Tanti auguri a Barbara Cinzia 2 febbraio Felice anniversario a papà Giorgio e mamma Rita Luca e Stefania 9 febbraio Buon compleanno carnevalesco a Mattia Davide, Nicola e Sebastiano 21 febbraio Buon compleanno Marina! Andrea, Elisa, Riccardo, Graziana, Cesare, Luisa, Eugenio 24 febbraio Un anno fa tutto è iniziato… Buon anniversario Anna! Roberto Mandaci entro il 1º febbraio i tuoi auguri per le ricorrenze di marzo e aprile! Li pubblicheremo gratuitamente su iMagazine! Segnalaci giorno, evento, mittente e destinatario e spedisci il tutto via e-mail (info@imagazine.it), via posta ordinaria (iMagazine, c/o via Aquileia 64/a, 33050 Bagnaria Arsa – UD) o via fax (040 566186).


Fonte: Federfarma Gorizia e Ordine dei Farmacisti di Trieste

96 | marzo-aprile 2015 FARMACIE DI TURNO

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ALLA SALUTE via Cosulich 117 Monfalcone, tel. 0481 711315 CENTRALE pzza Repubblica 16 Monfalcone, tel. 0481 410341 COMUNALE 1 via Aquileia 53 Monfalcone, tel. 0481 482787 COMUNALE 2 via Manlio 14 Monfalcone, tel. 0481 480405 REDENTORE via IX Giugno 36 Monfalcone, tel. 0481 410340 RISMONDO via Toti 53 Monfalcone, tel. 0481 410701 SAN ANTONIO via Romana 93 Monfalcone, tel. 0481 40497 SAN NICOLÒ via Iº Maggio 92 Monfalcone, tel. 0481 790338 ALL’ANGELO via Roma 18 Ronchi dei L., tel. 0481 777019 ALLA STAZIONE v.le Garibaldi 3 Vermegliano, tel. 0481 777446 LEDRI via Marina 1 Grado, tel. 0431 80058 COMUNALE via C. Colombo 14 Grado, tel. 0431 80895 ZANARDI via Trieste 31, Staranzano, tel 0481 481252 AL LAGO via Roma 13, Doberdò, tel 0481 78300 LUCIANI via Dante 41, Sagrado, tel 0481 99214 SPANGHERO via Aquileia 89, Turriaco, tel 0481 76025 VISINTIN via Matteotti 31, San Pier d’Isonzo, tel 0481 70135 RAMPINO piazza Venezia 15, San Canzian d’Is., tel 0481 76039 DI MARINO via Redipuglia 77, Fogliano, tel 0481 489174 TRIESTE via Mazzini 43, tel. 040.631785 TRIESTE via Combi 17, tel. 040.302800 TRIESTE via Fabio Severo 122, tel. 040.571088 TRIESTE piazza Ospedale 8, tel. 040.767391 TRIESTE capo di piazza Mons. Santin 2 tel. 040.365840 TRIESTE via Commerciale 21 tel. 040.421121 TRIESTE via Ginnastica 6, tel. 040.772148 TRIESTE piazza Venezia 2, tel. 040.308248 TRIESTE via Curiel 7/B (Borgo S. Sergio), tel. 040.281256 TRIESTE via Giulia 14, tel. 040.572015 TRIESTE via Dante 7, tel. 040.630213 TRIESTE via Costalunga 318/A, tel. 040.813268 TRIESTE via Giulia 1, tel. 040.635368 TRIESTE corso Italia 14, tel. 040.631661 TRIESTE largo S. Vardabasso 1, tel. 040.766643 TRIESTE piazza della Borsa 12, tel. 040.367967 TRIESTE via Rossetti 33, tel. 040.633080 TRIESTE via Mascagni 2, tel. 040.820002 TRIESTE via S. Giusto 1, tel. 040.308982 TRIESTE via Roma 15 (angolo via Valdirivo), tel. 040.639042 TRIESTE via Piccardi 16, tel. 040.633050 TRIESTE via Baiamonti 50, tel. 040.812325 TRIESTE piazza Oberdan 2, tel. 040.364928 TRIESTE piazzale Gioberti 8, tel. 040.54393 TRIESTE via Oriani 2 (largo Barriera), tel. 040.764441 TRIESTE piazza Cavana 1, tel. 040.300940 TRIESTE viale Miramare 117, tel. 040.410928 TRIESTE via dell’Istria 33, tel. 040.638454 TRIESTE piazza Giotti 1, tel. 040.635264 TRIESTE via Belpoggio 4 (angolo via Lazzaretto Vecchio), tel. 040.306283 TRIESTE via Bernini 4 (angolo via del Bosco), tel. 040.309114 TRIESTE largo Piave 2, tel. 040.361655 TRIESTE via Felluga 46, tel. 040.390280 TRIESTE piazza Libertà 6, tel. 040.421125 TRIESTE via dell’Istria 18/B, tel. 040.7606477 TRIESTE via di Servola 44, tel. 040.816296 TRIESTE viale XX Settembre 6, tel. 040.371377 TRIESTE via dell’Orologio 6 (via Diaz 2), tel. 040.300605 TRIESTE via Pasteur 4/1, tel. 040.911667 TRIESTE via Tor S. Piero 2, tel. 040.421040 TRIESTE piazza Goldoni 8, tel. 040.634144 TRIESTE via Revoltella 41, tel. 040.941048 TRIESTE via Ginnastica 39/A, tel. 040.764943 TRIESTE campo S. Giacomo 1, tel. 040.639749 TRIESTE piazzale Valmaura 11, tel. 040.812308 TRIESTE via Roma 16 (angolo via Rossini), tel. 040.364330 TRIESTE piazza Garibaldi 6, tel. 040.368647 TRIESTE via Stock 9, tel. 040.414304 TRIESTE largo Sonnino 4, tel. 040.660438 TRIESTE piazza S. Giovanni 5, tel. 040.631304 TRIESTE via Alpi Giulie 2, tel. 040.828428 TRIESTE via Cavana 11, tel. 040.302303 TRIESTE largo Osoppo 1, tel. 040.410515 TRIESTE via Settefontane 39, tel. 040.390898


Le farmacie contrassegnate dal fondino arancione anticipano di un giorno le date di turno indicate. Le farmacie di Trieste iniziano e terminano i turni 2 giorni dopo rispetto alle date indicate

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09-15 2015 | 97 GENNAIO| marzo-aprile FEBBRAIO

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98 | maggio-giugno 2015 | 98 | marzo-aprile 2012 |

Ultin di carnevâl 2016 E chel biel costum dal ‘700?

Faschingsdienstag 2016 Und wo ist das schöne Maskenkostüm aus dem 18. Jahrhundert?

Martedì grasso 2016 Xe el bel costume del 700?

Martedì Grasso 2016 E il bel costume del ‘700?

Marti ultimo de carneval 2016 E el costume del 700? Pustni torek 2016 »Kaj pa lepi kostum iz 18. stoletja?«

Per le traduzioni si ringrazia: Marjeta Kranner e Anna Magaina (sloveno), Isa Dorigo - Ufficio comunità linguistiche Provincia di Gorizia (friulano), Andrea Coppola - Università di Trieste (tedesco), Marianna Martinelli (bisiaco), Alessandro Samez (triestino).




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