Ultramarine contro tutti: test in mare tra 4 ancore

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Test comparativo ancore

Ultra Marine By Martino Motti

Versione integrale dell’estratto pubblicato sul numero 675 di Nautica - Luglio 2018


P e r c h é q u e s t o test… Mi è venuto in mente di fare questo semplice test da diportista e non da “scienziato” dopo che ho utilizzato per una stagione una barca a vela da 41 piedi. Ebbene, questa barca di circa 20 anni d'età, equipaggiata con un'ancora CQR da 25 chilogrammi, ha vissuto tutto questo tempo evidentemente senza dare problemi al proprietario. Ma c'è da pensare che forse è l'uso che si fa di una barca che potrebbe determinare la tipologia di ancora. Amo fare lunghe crociere, restare il più possibile in rada ed entrare poco in porto, giusto quando necessita fare acqua e cambusa o per escursioni più lunghe all'interno. Utilizzando la barca in questo modo mi sono accorto ben presto della fastidiosa inefficienza che la CQR possiede su quasi tutti i fondali; solo su fondo roccioso, dopo molti tentativi, riuscivo a far presa. Su sabbia meglio, ma su fango si è rivelata un disastro, pur dando tanta catena (peraltro del 10, quindi nemmeno troppo sottile) una bella e grossa ancora, molto diffusa tra le

barche a vela, non teneva mai in maniera sufficiente. Un paio di volte di notte al rinforzare del vento mi son ritrovato a salpare e ritentare la fonda. E' evidente lo stress che ne può derivare e le nottate in questo modo diventano ben poco piacevoli per chi ha la responsabilità della barca. Allora ho incominciato a interessarmi alle possibili alternative: si è aperto un mondo fatto di decine di modelli diversi, più o meno tradizionali e più o meno decantati. Arriva settembre, al salone di Cannes uno stand di ancore attira la mia attenzione: è Ultra Marine, azienda ceca che produce ancore in Turchia. Le loro ancore sono decisamente accattivanti: sono in acciao inox lucidato a specchio e da una linea molto particolare. Decido di andare ad approfondire: mi accoglie il signor Giovanni Canu, che scopro essere il responsabile commerciale per Italia, Spagna e Svizzera. Mi faccio raccontare vita, morte e miracoli delle loro ancore, e la cosa mi appare molto intrigante perché effettivamente sembrano essere davvero differenti. Un bacino riempito di sabbia con alcuni modelli di ancore sembra un gioco per bambini, ma provando a trascinarle si percepiscono già delle differenze.


Breve storia Ma facciamo un passo indietro per capire un po' meglio cosa è Ultra Marine. Più di 20 anni fa il fondatore di Ultra Marine, Radek Masin, gira il mondo come skipper, come appassionato e come broker di vendita di imbarcazioni. Al salone nautico di Dubai scopre un produttore artigianale di ancore turco, Boyut Makina, e subito rimane affascinato dai sui prodotti, li testa e li propone ai clienti, così ne diventa il distributore per l'Europa. Oggi, dopo più di un decennio, Ultra Marine presenta al mercato ancore fabbricate con studi e brevetti originali, dalle caratteristiche innovative e dalle performance superiori e sono più di 12.000 i clienti soddisfatti.

Caratteristiche Le Ultra Marine Anchor hanno un disegno rivoluzionario che favorisce il posizionamento corretto per dare sempre testa sul fondo. La corretta distribuzione dei pesi è importante, infatti l'unghia ricurva verso il basso e ben acuminata è ripiena in piombo mentre il fusto è cavo: l'ancora così si trova costretta a far presa in maniera istantanea. Quando si getta in mare, questa raggiunge il fondo sempre in posizione di presa e mai capovolta. Le piastre laterali aiutano a non spedare anche in presenza di salti di vento importanti e stabilizzano la posizione quando la marra penetra nel fondale.

L'occhio è rinforzato e non teme sforzi eccessivi e torsioni, non si può spezzare.


Le Ultra Marine Anchor sono costruite con una struttura monopezzo in acciaio inox Aisi 316 lucidato a specchio che oltre ad essere molto bello è anche resistente alla corrosione.

Tra fusto e marra è presente una barra antiimpigliamento mediante la quale la catena non si può incattivare intorno all'ancora e che può essere utilizzata efficacemente per assicurare un grippiale.

La sezione piatta di base favorisce lo spedamento quando si vuole salpare l'ancora. La marra ha un particolare disegno a vanga che favorisce la penetrazione e nel contempo migliora la tenuta alla trazione.

Il punto di presa del fondale è posizionato nella parte estrema dell'unghia, nella parte inferiore della marra. In pratica la particolare forma degli elementi dell'ancora rende meno dipendente la tenuta dal peso della catena.

Il Flip Swivel & Hook è il classico elemento rotante che permette all'ancora di girare correttamente per entrare nel musone della barca. E' costruito anch'esso in acciaio inox 316 e ricavato dal pieno con frese a controllo numerico senza saldature. La sua forma ottimizza l'operazione di salpamento e velocizza il rientro dell'ancora.


Il test Ma vediamo le impressioni che abbiamo avuto a bordo durante il nostro test comparativo. La giornata scelta è ideale, vento e onda sono completamente assenti, peccato la visibilità dell'acqua nulla che non mi ha permesso di immergermi per fotografare le fasi di ancoraggio. Per testare le ancore abbiamo utilizzato una barca alla quale non manca certo il tiro, abbiamo pensato infatti di non usare una vela che ha un motore di soli 50 cavalli e non potrebbe garantire un efficace tiro di test. L'amico Nicolò Gandolfo, presidente dello Yacht Club Sestri Levante, mi ha messo a disposizione il suo Bertram 42 motorizzato con due motori da 450 HP, ideale per questo test. La sua ancora in dotazione è una Danforth non originale da 20 kg. Mi affianca come partner tecnico in questa avventura l'amico Francesco Foppiano di FF Boatworks, cantiere navale di refitting imbarcazioni a Genova e in Svezia, la cui competenza tecnica come uomo di mare è indiscussa, persona quindi ideale per un'attività di questo tipo. Francesco mi ha portato altre due ancore per la comparazione: una CQR non originale da 22 kg, una

Bruce originale da 20 Kg ed un dinamometro digitale, carico e tarato, con portata 5.000 kg. L'ancora Ultramarine in “gara” è da 21 kg. Bene: le ancore sono a bordo, possiamo salpare. Ci stacchiamo dal pontile di Sestri Levante, nel levante ligure per dirigerci verso la zona che abbiamo individuato come ideale e per l'utilizzo della quale la Capitaneria di Porto di Santa Margherita ha emesso una ordinanza lampo, proprio nella baia. Il fondale della baia di Sestri Levante è fangoso e compatto, stenta a far ferrare le ancore e non è un gran tenitore, tipologia infida per l'ancoraggio. Siamo in posizione: il sistema ideato è quello di calare in 5 metri di fondale, catena da 8 mm con calumo di 20 metri come primo test, 30 per il secondo, motori indietro, appena l'ancora ha agguantato si alzano i giri del motore fino allo spedamento. In pratica si tratta di simulare la classica procedura di ormeggio.

L’ancora Ultra Marine così come arriva protetta e confezionata a dovere in un grosso scatolone di cartone.

Il sensore del dinamometro digitale da 5000 kg di portata collegato tra catena e una bitta

Il sensore del dinamometro digitale da 5000 kg di portata collegato tra catena e una bitta. Messa in Opera

Il dinamometro digitale da 5000 kg di portata, opportunamente tarato


Ancora Danforth Partiamo, per semplicità perché già montata sul musone, con la Danforth non originale, una delle tante di concorrenza; secondo segno rosso sulla catena e motori indietro, molta difficoltà a far presa e dopo una trentina di metri di araggio l'ancora prende ma molla subito, decidiamo di dare 30 metri di catena, questa volta prende dopo 15 metri, il dinamometro inizia a indicare i kg di tiro, 50, 60, 80... a 115 kg l'ancora molla la presa. Siamo obbiettivamente un po' delusi, in effetti la trazione esercitata è stata davvero modesta. È noto che quest'ancora lavora meglio sulla sabbia o ghiaia, ce ne siamo accorti! I motori sono stati utilizzati al minimo. Nel salpare il verricello non ha avuto il minimo sforzo e l'ancora è arrivata in superficie pressoché pulita.

L’ancora Danforth inserita sul musone del Bertram


Ancora CQR Procediamo a sostituire l'ancora. Questa volta tocca alla CQR: torniamo esattamente in posizione e riproviamo, 20 metri di catena, meglio della prima, l'ancora prende dopo una ventina di metri, ma a 98 kg speda. Allunghiamo a 30 metri, questa volta il tiro raggiunge ben 136 kg, meglio della Danforth pensiamo, ma sempre con i motori al minimo. Secondo Francesco “L'ancora si comporta come un aratro e quindi ara il fondo, é solo una questione di quanta forza vi si applica. Un buon aspetto è quello che non speda del tutto, ma che continua a fare una certa resistenza anche con il crescere della forza.” Nel salpare, il verricello anche questa volta non ha avuto esitazioni con ancora minimamente infangata.

L’ancora CQR pronta per la prova


Ancora Bruce Montiamo ora la Bruce. Vista la forma è immaginabile una performance migliore delle altre. Infatti, poco dopo aver stirato i 20 metri di catena, l'ancora ferra e il valore indicato dal dinamometro sale fino a 112 chilogrammi per poi cedere inesorabilmente. Allunghiamo a 30, l'ancora ferra subito senza esitazioni, molto bene, ma a 168 kg scivoliamo via. I motori sono intorno al minimo o poco più e il tiro è notevole, la catena è piuttosto tesa dalla prua. Notiamo che quest'ancora quando speda lo fa in maniera meno progressiva della CQR. Comunque la Bruce, tra le ancore tradizionali, è quella che si comporta meglio. Nel salpare il verricello ha fatto un minimo sforzo e l'ancora è salita con piccole masse di fango.

L’ancora Bruce pronta per la prova


Ancora Ultra Marine Ora montiamo la Ultra Marine Anchor. Si subito nota una grande differenza, inutile dal punto di vista operativo: è davvero bella, la sua lucentezza sotto il sole la rende quasi un oggetto di deisgn. Ripetiamo esattamente le procedure utilizzate per le altre 3. Lascio raccontare a Foppiano, che dai comandi sul fly ha avuto una visione più chiara di ciò che stava accadendo. Io a prua mi limitavo a prendere nota dei valori di tiro sul dinamometro e a cambiare le ancore: “anche solamente con i 20 metri di catena l’ancora ha fatto presa immediatamente ed ha raggiunto picchi di carico incredibili. Mettendo i due motori al minimo, abbiamo raggiunto 150 kg di forza e l’ancora ha tenuto perfettamente. Abbiamo allungato a 30 metri e per tentare di spedarla siamo arrivati fino ad oltre 1.500 giri (su 2.800) senza che incredibilmente accadesse nulla. La prova è stata interrotta quando si è spezzata la cima da 8 mm che abbiamo utilizzato per collegare con una bozza il dinamometro digitale alla catena. Prima della rottura abbiamo letto oltre 460 kg. Abbiamo provato a girare di 180° la barca per provare a mettere in crisi l’ancora simulando il classico salto di vento notturno e si è provocata

un’altra rottura della bozza, con pressoché gli stessi valori di carico. Per salpare l'ancora il verricello si è fermato, abbiamo dovuto procedere qualche metro con i motori per spedare dal fondale e successivamente salpare. L'ancora è risalita completamente avvolta da una massa di fango che ho provveduto a sciacquare prima di portarla in posizione nel musone.

Preparazione dell’ancora Ultra Marine per la prova


Raggiunto il massimo sforzo….

452 kg + 8 di tara = 460 kg

… la Ultra Marine tiene, la cima del dinamometro si spezza….


…a cima spezzata… Continuiamo a tirare, i motori salgono di giri, mi allontano per precauzione, il verricello inizia a ruotare da solo tirato dalla catena tesa come una corda di violino…. ma l’ancora non molla!!!! Ripetiamo il test a 180° = il risultato non cambia


Parametri del test: Per tutte le ancore, i picchi massimi sono stati rilevati nella prova con i 30 metri di catena (su 5 metri di fondo). Nella prova con 20 metri, le tenute sono state inferiori del 30% circa, tranne che con la Danforth che ha dimostrato una tenuta praticamente nulla.�

Tabella prestazioni ancore ancora

profonditĂ

calumo

Tiro Motori al min

Danforth Danforth CQR CQR Bruce Bruce Ultra Marine Ultra Marine

5 5 5 5 5 5 5 5

20 m 30 m 20 m 30 m 20 m 30 m 20 m 30 m a 180°

ara 115 kg 98 kg 136 kg 112 kg 168 kg 150 kg 152 kg

Tiro Motori 1000 rpm ara ara ara ara ara ara 244 kg 246 kg

Tiro Motori 1500 rpm

tara

ara ara ara ara ara ara 460 kg Rotto cavo 12mm dinamometro 450 kg Rotto cavo 12mm dinamometro

18 18 18 18 18 18 8 8


Ultra Flip Swivel Abbiamo utilizzato un accessorio optional, ma che considero molto utile, lo swivel. Siamo abituati a vederlo già da tempo anche di altre case, questo mi sembra davvero solido e ben fatto. É formato da due elementi interconnessi da uno snodo a sfera molto robusto, la parte che va fissata al fusto dell'ancora, all'occhiello, ha un traversino a sezione tonda di grosso taglio, da una parte ha testa esagonale che va ad annegare in una scassa esagonale, dalla parte opposta è fissato da una vite a testa conica a brugola. Per collegare la catena, invece, il traversino è a sezione rettangolare con bordi arrotondati, più robusto della normale sezione tonda. Un grosso dente limita la rotazione dello swivel verso l'alto, in modo che la posizione dell'ancora sia sempre la stessa mentre un dente arrotondato all'interno della giunzione tra i due obbliga il tutto ad una rotazione sull'asse. Lo swivel, per quanto abbiamo avuto modo di vedere e provare, funziona davvero bene.


Conclusioni Che dire a questo punto: i numeri parlano da soli. Certo per dare più possibilità alle altre ancore si potrebbe fare il test sui diversi tipi di fondale, ma credo proprio che non si avrebbero comunque sorprese sui risultati. Solo dopo aver effettuato il test sono andato a leggere le recensioni scritte da molti entusiasti possessori Ultra Marine: tutti esprimono grande soddisfazione sul prodotto, ed hanno ragione. La Ultra Marine Anchor si è comportata esattamente così come promesso dal produttore e devo dire che non ero così sicuro del risultato, mi sembrava molto un discorso di marketing, ma mi sbagliavo completamente, questa è vera sostanza. Con quest'ancora dormire in rada sarà, anche per voi, un vero piacere....


Contatti Martino Motti Superyacht Photography www.imagemotti.com Email: motti@imagemotti.com Cell: 3398691311

Testo, prova e foto di Martino Motti Imagemotti Superyacht Photography


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