Impatto Magazine 16 del 2 luglio 2015

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!MPATTO ISSUE 16 - 2 LUGLIO 2015

#GIUGNOGIOVANI

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GIUGNO GIOVANI !MPATTO MAGAZINE - 1 - 2 LUGLIO 2015


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IMPATTO

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Giorgia Mangiapia giorgia.mangiapia@impattomagazine.it

Pierluigi Patacca pierluigi.patacca@impattomagazine.it

Antonio Calenzo antonio.calenzo@impattomagazine.it

Il teatro prende forma con un flash mob l'associazione Trerrote a San Domenico Maggiore

Adriano Destro adriano.destro@impattomagazine.it

“Napul’è mille culure” cantava Pino Daniele. Il cuore di Napoli, assapora la bellezza e l’entusiasmo di giovani protagonisti, che, attraverso un flash mob, animano le strade partenopee. “Mille culure” e al termine del flash mob, palloncini di colore verde hanno riempito il cielo azzurro di Napoli. Una emozione che l’associazione Trerrote, anche quest’anno, ha deciso di regalare.

Liliana Squillacciotti liliana.squillacciotti@impattomagazine.it

Martina Esposito martina.esposito@impattomagazine.it

Francesca Spadaro francesca.spadaro@impattomagazine.it

Emanuela Guarnieri manuela.guarnieri@impattomagazine.it

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14 Oltre le barriere con forza e tenacia Affrontare i problemi di inclusione sociale Problematiche minorili e razziali. Il diritto di trovarsi un’opportunità migliore.al di la dei confini territoriali, resta “un problema molto complesso ma che va affrontato” con queste parole, Rosa Giordano pone le basi per il nuovo umanesimo dell’inclusione sociale.

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ABOUT MAG

MAG COVER - ISSUE #16

Soundgarden e Newroz Le nuove frontiere musicali sono in Mostra Tra arte, musica e cinema, il Soundgarden ha ospitato ed ospita, alla Mostra d’Oltremare, eventi musicali ed artistici.

Cover Artist: Eloy Le acrobazie sullo skate per superare le curve della vita, sospesi nella leggerezza dell'entusiasmo, planando sulla citta' fuori da qualsiasi schema. Nella City partenopea, GiugnoGiovani si chiude e l'estate prende vita. —

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NO SIGNATURE MAG Why are The Economist's writers anonymous?

Un muro di sorrisi contro le malattie oncologiche Il sorriso fa bene alla salute. Il primo sorriso di una persona avviene all’incirca alla sesta settimana di vita. Un muro di sorrisi per affrontare un male oscuro da cui spesso si fugge. Un muro di sorrisi per dire: “Ce la fai!”. Con questa intenzione nasce il progetto Smile Wall, promosso dall’associazione no profit Officina Smile. Un modo per donare speranza, fiducia e supporto ai pazienti affetti da malattie oncologiche.

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Cogito Ergo Napoli e la gente della citta' I cittadini diventano protagonisti della Mostra Una mostra fotografica nella quale Napoli viene raccontata da chi ne detiene il punto di vista più bello ed esclusivo: i napoletani. Pensieri, parole e fotografie compongono un mosaico artistico e sociale di rilievo, facendoci scoprire una cittadinanza nuova, più attenta alle tematiche sociali e politiche. Una città che si ritrova negli occhi di chi la vive e la abita tutti i giorni con passione.

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Storicamente, molte pubblicazioni stampavano articoli senza firme per dare ai singoli autori la liberta' di assumere voci diverse e per permettere ai primi giornali di dare l'impressione che i loro autori fossero piu' numerosi (i primi numeri dell'Economist erano scritti interamente dal fondatore James Wilson). Ma dopo essere nato come un modo di far sembrare che una persona fossero molte, l'anonimato e' poi divenuto un modo per ottenere l'effetto opposto: permette a molti autori diversi di parlare con una voce collettiva. Gli editoriali sono discussi e dibattuti ogni settimana in riunioni a cui partecipano tutti i membri dell’ editorial staff. I giornalisti spesso collaborano sugli articoli. E alcuni articoli sono aggiornati e corretti estesamente. Il risultato e' che gli articoli sono spesso l'opera della coscienza collettiva dell'Economist, piuttosto che di un singolo autore. Ma la ragione maggiore per l'anonimato e' la convinzione che quello che viene scritto sia piu'ù importante di chi lo scrive. Come diceva Geoffrey Crowther, direttore dal 1938 al 1956, l'anonimato mantiene l'autore " non il padrone ma il servitore di una cosa molto piu' importante di lui… e da' al giornale una straordinaria forza di pensiero e principi". —

GO GREEN MAG Per suffragare la propria responsabilita' Green - in base agli usi e costumi dei giornali online del nord Europa - il Gruppo Editoriale Impatto, festeggia ogni 10.000 lettori nuovi con un albero piantato. Altresi'ì il Gruppo Impatto, ha adottato un giardino, l'Impatto Garden, nella provincia di Benevento, il quale, oltre ad essere il luogo dove vengono impianti i suddetti alberi, e' anche un elegante oasi naturale curata e manutenuta con metodologie eco compatibili.


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- L ’ IN CO N T R O -

ESSERE SINDACO DI NAPOLI —

Un incontro per conoscere l’uomo e il sindaco Luigi De Magistris. Sindaco di una città complessa in cui bisogna scendere per strada e mettersi in gioco, per conservare l’ottimismo e guardare al futuro al di là delle difficoltà che si presentano ad ogni angolo. Nella Napoli delle stratificazioni storiche e culturali il primo cittadino compie lo sforzo, o il più delle volte gli viene naturale, di incarnare gli io, i centomila io, della propria città. Responsabilità al cardiopalma essere sindaco di Napoli.

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accontare l’incontro con il proprio Sindaco richiede una profonda riflessione personale. Di fronte si ha un uomo che investe un ruolo sociale di primo piano e, nel pensare a come poter esteriorizzare il senso del colloquio avuto con lui, balena alla mente una frase imparata negli anni. «E non vuoi capire che la tua coscienza significa appunto gli altri dentro di te». Parte così un ragionamento complesso, ma solo all’apparenza, capace di racchiudere l’uomo e Sindaco Luigi de Magistris. Se l’uomo crea un’immagine sociale da mostrare a pochi altri, ad un Sindaco tocca considerare che i pochi altri, dopo l’elezione, diventano i propri concittadini. Nella Napoli delle stratificazioni storiche e culturali il Primo Cittadino compie lo sforzo, o il più delle volte gli viene naturale, di incarnare gli io, i centomila io, della propria città. Responsabilità al cardiopalma essere sindaco di Napoli. Una città che non ha eguali. Una città che richiede un continuo mettersi in gioco nell’assunzione delle identità che la costituiscono: la Napoli della bellezza naturale, la Napoli delle dominazioni diverse e delle lingue mescolate in un unico dialetto, in una miscellanea di termini uniti nell’amalgama di una lingua, seconda solo alla lingua ufficiale, patrimonio dell’Unesco. La Napoli dal formicaio di abitanti, dalle vie da creare, collegare, ricreare e inventare. La Napoli dei problemi, delle attese, dei ritardi, delle inadempienze. La Napoli che il suo Sindaco, Luigi De Magistris, definisce “un luogo che non esiste altrove”. Napoli da vivere in tutte le sue forme, percorrendo le strade della città, respirando il fascino e la storia di cui è intrisa. Non in auto, non con lo stress del traffico. Il Sindaco di Napoli sa di dover essere al passo con le grandi metropoli d’Europa nel consentire ai cittadini di viverla pienamente. Il tutto con un piano di trasporto pubblico

che crei, ricrei, colleghi linee della metropolitana e treni; accorciando i tempi di attesa a quattro minuti, limitando le fiumane di folla, contenendo i ritardi, le inadempienze, puntando sul bello che vive nella Napoli storica e periferica. Nella città dalle mille complessità, le difficoltà si presentano dietro l’angolo. Allora cosa fai? Aggiusti il tiro! Ti rimetti in gioco, ti esponi di nuovo, ma non ti fermi mentre vai alla ricerca dell’immagine sociale di Napoli. Di quella che la renda al meglio oltre lo specchio. Soldi sprecati in opere non necessarie o realizzate male ce ne sono stati. La stazione di Arco Mirelli costata milioni e milioni di euro, gli scavi della linea 6 della metropolitana alla Riviera di Chiaia, troppo vicini al mare perché non ci fossero problemi e ritardi. Aloni sullo specchio di una Napoli riflessa. Aloni da cancellare con un impegno nuovo, partecipato e condiviso. Con interventi nelle periferie, per le quali è previsto un piano di miglioramento della vivibilità ordinaria da attuare da qui a un anno seppur nei limiti consentiti dal bilancio, per dare respiro ad una periferia che non si vede sulle cartoline, che non viene visitata dai turisti, ma che esiste ed è parte di Napoli. E intanto i grandi eventi, come la Coppa America, il Giro d’Italia, la Coppa Davis, la grande musica, con Bruce Springsteen e chissà, forse con Paul McCartney. Mentre in una redazione si raccontano, come allo specchio, i progetti e quello che è un limite napoletano: il lamento. Il non riuscire a vedere il cambiamento in positivo ma il ripetere ciò che manca, ciò che non va. Un libro sul tavolo della redazione, Candido di Voltaire, e una conclusione per l’incontro: “In questo migliore dei mondi possibili, tutti i fatti sono connessi tra loro” così dice Pangloss a Candido che gli risponde “voi dite bene, ma noi bisogna che lavoriamo il nostro orto”. Lavorare il proprio orto non significa isolarsi nell’orto del proprio io, ma ritrovare se stessi nella società. Così come cerca di fare un Sindaco di strada che guarda nello specchio delle identità della sua Napoli. Inno all’ottimismo. Napoli attende il suo futuro.

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- GIUGNO GIOVANI 24 GIUGNO 2015 -

PERCHÈ NAPUL’È... “Napul’è mille culure” cantava Pino Daniele. Il cuore di Napoli, assapora la bellezza e l’entusiasmo di giovani protagonisti, che, attraverso un flash mob, animano le strade partenopee. “Mille culure” e al termine del flash mob, palloncini di colore verde hanno riempito il cielo azzurro di Napoli. Un’emozione che l’associazione Trerrote, anche quest’anno, ha deciso di regalare.

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l teatro si fa in strada! Perché a Napoli nessun’altra disciplina appare così spontanea e naturale come il fare teatro. A San Domenico Maggiore con l’associazione Trerrote si fa teatro con un flash mob: Genius loci, i cui protagonisti sono i giovani allievi del corso di alta formazione teatrale “In Altri Tempi e Luoghi.” Eduardo De Filippo diceva: “Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male.” Etichettati in ruoli ben definiti nella vita di tutti i giorni, il teatro permette all’attore di raccontarsi, di liberarsi da ogni cliché e sentirsi integro, puro, vivo. Perché per Eduardo, e per lui nel mondo basta il nome, i fantasmi non esistono, i fantasmi siamo noi. Servi di una società che ci vuole bugiardi e sinceri, coraggiosi e codardi, ambigui nel nostro mostrarci vili e generosi.. La maschera e l’apparire, l’essere e il mostrarsi in un teatro dell’assurdo che è la vita. Il teatro è altro, è il luogo sopraelevato dal palco che ti consente di indossare una maschera consapevolmente. “L’associazione nasce dalla decisione mia e di due giovani studenti di psicologia, che, da due anni circa, si impegnano in un progetto di laboratori territoriali per l’arte. Laboratori che offriamo ai pre-adolescenti delle scuole medie e agli adolescenti delle prime superiori, come corsi integrativi a un progetto che si estende al sostegno scolastico” racconta Nicola Laieta, regista e guida teatrale. Insomma, attraverso queste iniziative, attraverso l’arte e laboratori gratuiti, Laieta cerca di coinvolgere giovani di tutte le parti della città; ragazzi di periferia che, attraverso il teatro, cercano di scoprire se stessi e di abbattere le barriere, entrando in contatto con ogni tipo di realtà della città. In una città in cui, talvolta, diventa difficile affermarsi. Il flash mob Genius Loci ha lo scopo di “far succedere qualcosa fuori dal teatro”, è dunque curiosità e stupore nel cuore storico partenopeo, invasa da giovani protagonisti che per le strade di Napoli superano l’imbarazzo di mostrarsi in pubblico indossando una maschera dietro cui poter emergere.

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li spettatori accolgono la gioia che gli viene trasmessa e la bellezza che c’è nel pezzo teatrale. “C’è sempre l’idea, nel flash mob, di attivare la città” continua Nicola Laieta - credo che lo scopo principale sia far capire ai nostri giovani allievi che possono diventare creatori e non solo consumatori di arte”. Insomma, da mercoledì 24 giugno, a Napoli, si è assistito ad un mix di curiosità, magia, bellezza e stupore. Elementi che sembrano incastrarsi perfettamente dando vita ad uno spettacolo “di strada” capace di ammaliare i passanti sentendosi soddisfatti e liberi. Il flash mob ha coinvolto ragazzi il cui entusiasmo è stato dirompente. Protagonisti per qualche istante di una realtà diversa. Fra tutte le arti, il teatro, con la sua funzione catartica, occupa un posto rilevante. Diventa un mezzo per poter accettare la realtà, per potersi accettare. Insomma, l’attore ha la capacità d’immedesimarsi in un personaggio, sul palcoscenico o in strada, portando ugualmente se stesso in scena. “Si ha la tendenza ad imitare dei modelli - confessa - mentre invece l’arte può aiutare a far capire che questi modelli, possiamo trasformarli e renderli nostri, inventandone nuovi.” Per Nicola Laieta il teatro è una disciplina, una conoscenza di sé nel profondo. “Per i giovani è difficile questa tipologia di esperienza, non è quotidiana, poiché si vive in una società che tende alla distrazione laddove il teatro invece, induce alla coscienza.” Le rappresentazioni teatrali hanno la capacità di affascinare, di far conoscere, di far riflettere. “Per quanto riguarda i ragazzi penso che ci sia stato un ottimo risultato, che io quantificherei in termini di entusiasmo. Ci sono state cinque giornate, sette eventi gioiosi che hanno coinvolto tantissime persone. C’è una gran voglia di continuare” racconta. Con una Napoli che fa da sfondo non si può fare altro che calcare la scena della strada applaudendo per l’ultimo inchino prima della chiusura del sipario. Prima cioè che gli spettatori ritornino a camminare incrociandosi per strada in un teatro antico, sempre aperto: Napoli.

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- GIUGNO GIOVANI 25 GIUGNO 2015 -

OLTRE LE BARRIERE —

“Poter risiedere in uno Stato laddove si viene da una situazione di pericolo, si tratti di guerre o condizioni climatiche o di povertà, è un diritto. Il diritto di trovarsi un’opportunità migliore. Resta un problema molto complesso ma che va affrontato” con queste parole, Rosa Giordano pone le basi per il nuovo umanesimo dell’inclusione sociale.

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ggigiorno il meticciato culturale appare ancora un’utopia? L’evento Percorsi RiflessioniLaboratori - realizzato da CEICC-Europe Direct nell’ambito della Giornata Mondiale del Rifugiato trasforma l’utopia nella speranza di poter tessere relazioni fra il microcosmo personale e il macrocosmo dell’umanità per una cittadinanza unitaria e plurale. Rosa Giordano, referente rete CEICC Europe Direct per la Commissione Europea, manifesta l’esigenza di generare l’idea di un essere umano integrale consapevole. In un momento in cui i diritti del rifugiato sono una questione al centro del dibattito civile e politico, in che modo è stato pensato l’evento? La Giornata del Rifugiato è un evento inserito in Europe Direct. Quest’anno ha preso una configurazione diversa perché abbiamo istituzionalizzato un Tavolo di Cittadinanza di cui fanno parte 36 enti e associazioni. Abbiamo pensato ad una due giorni di approfondimento e confronto con interventi di esperti relativamente sia alla questione del richiedente asilo, dei minori stranieri non accompagnati nonché a dei momenti di dialogo interculturale con un laboratorio meticcio sul Lungomare, un concerto dei Radioderwish ed anche una manifestazione teatrale al Maschio Angioino. Importante è stato il partenariato con l’Orientale e con la Federico II. La due giorni ha visto anche la conclusione di due progetti co-finanziati dal Ministero dell’interno. Ci si è basati sul dare strumenti ai migranti perché diventino più attivi sul territorio e anche più propositivi rispetto a quelle che sono le nostre idee. L’intento è stato di aumentare la partecipazione. Nell’ambito del Progetto c’è stata la presentazione del draft La Carta di Napoli. In cosa consiste? Abbiamo iniziato a lavorare a La Carta di Napoli prendendo spunto dalla Carta di Palermo dove c’è stata una buona pratica

e una riflessione concreta sui diritti dei migranti e dei richiedenti asilo. Il comune di Palermo ha dato più residenze ai migranti nell’ultimo anno e su questa scia come Tavolo abbiamo creato una bozza della Carta di Napoli. Dovrebbe essere una Carta da assumere come città metropolitana e da fare assumere agli altri Comuni. Speriamo di essere pronti dopo l’estate perché sarà messa on line per una consultazione pubblica, aperta a tutti coloro che potranno dare contributi per modificarla e integrarla. In una Napoli in cui imperversa la disoccupazione come si riesce a garantire al rifugiato una speranza e un’assistenza e al napoletano la sicurezza di non sentirsi usurpato di un’occupazione? Il Laboratorio meticcio ha proprio questo scopo. È composto da giovani ma anche da persone adulte italiane e di varia provenienza. L’obiettivo è far comprendere e conoscere i problemi relativi alla coabitazione e alla sopravvivenza in questa città . Ciò che è emersa come una delle paure maggiori è la presenza dei ragazzini delinquenti a Piazza Garibaldi che si fanno gioco elle bancarelle o “aggrediscono” chiunque. L’intento è riuscire a garantire l’accoglienza a tutti e certamente trovare anche il modo migliore per convivere conoscendosi meglio. Uno dei metodi è la conoscenza che nasce dal confronto. Ovviamente il sistema dei richiedenti asilo ha una serie di fragilità e l’Italia è in una posizione di difficoltà. Come si può cambiare la forma mentis? Attraverso un’esperienza di conoscenza e confronto pratico e d’informazione perché tante cose che passano anche attraverso i mass media non tengono conto di quelli che sono i reali interventi. Il richiedente asilo non toglie qualcosa all’italiano. Oggi si parla di rischio migrazioni per questioni climatiche e, in un momento, potremmo trovarci a dover richiedere asilo in un altro paese. Il modo migliore è che non ci sia solo la giornata del rifugiato ma che magari ci siano approfondimenti continui. Su proposta della Città della Scienza, con la Federico II e l’Ufficio Scolastico Regionale, Futuro Remoto ad Ottobre si terrà a Piazza del Plebiscito nei luoghi della città col tema: le barriere. Sarà un ulteriore momento per capire cosa sia la politica dell’inclusione.

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GIUGNO GIOVANI 25 GIUGNO 2015 -

Al Centro Direzionale

la city dell’arte

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iornata dedicata all’arte, quella svoltasi martedì 24 Giugno al Centro Direzionale di Napoli. Dalle prime ore del mattino fino ad inoltrato pomeriggio, eventi, manifestazioni, mostre e spettacoli, hanno animato l’area re.work - lo spazio coworking di 700 mq, racchiuso tra i mastodontici grattacieli dell’area E2contestualizzandosi a pieno all’interno della rassegna Giugno Giovani. Le iniziative, supportate da una serie di interventi ed appuntamenti, hanno inaugurato la rinascita del Centro Direzionale, sancendo così una nuova alba della City partenopea, la quale al core commerciale e business, affiancherà da ora in poi attività artistiche, culturali e sportive. L’intento è quello di dar vita in futuro ad un vero e proprio “boulevard per gli artisti”. Un luogo che possa divenire centro di raccolta ed unione per creativi e musicisti. Un polo che contempli a trecentosessanta gradi l’universo artistico. Non a caso, durante la giornata, le manifestazioni offerte dai protagonisti hanno attraversato ogni più piccola sfumatura d’arte. Dall’avanguardia della street art ai classici talk di discussione e confronto, passando poi anche per la letteratura, la musica e la fotografia. Un modo insomma per celebrare l’arte e per far si che d’ora poi quest’ultima possa sostituirsi al grigiore e all’anonimato in cui versa una struttura che, in passato, veniva eletta come uno dei complessi più belli d’Italia e dell’Europa del Sud. In particolar modo, durante la rassegna è stato presentato al pubblico, in collaborazione con Inward, il “Plastico creativo del Centro direzionale” che immagina e da’ vita, seppur in miniatura, ad un business center innovativo e rigenerato che non si presenti più solo come centro dell’economia cittadina ma anche come polo di quella artisticità e creatività, da sempre un vanto di Napoli. Insomma, un modo per ripensare gli spazi tipici del “lavoro” e per riprendere possesso di una parte della città da troppo tempo lasciata sola. A prendere parte all’evento, durante la giornata, è stato anche Gino Sorbillo (dell’omonima pizzeria) che ha incantato e deliziato i presenti con la pizza “Centro direzionale”, ideata proprio per il rilancio del business center partenopeo. D’altronde, qui a Napoli, anche la pizza è uno dei modi sublimi con cui l’arte stessa si esprime.

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01 Un protagonista assoluto della storia musicale napoletana e internazionale. James Senese, assieme ai Napoli Centrale , con la sua voce nera e il suo sax nel vivo ricordo dell’amico di sempre Pino Daniele. Ph. Martina Esposito Impatto Magazine

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- GIUGNO GIOVANI 26 - 28 GIUGNO 2015 -

EL PUEBLO UNIDO —

Un evento culturale e musicale targato 99 Posse tra l’area di Mezzocannone occupato e l’area del soundgarden della Mostra d’Oltremare. Il Newroz Festival per ascoltare musica, partecipare a dibattiti tra artisti nazionali e internazionali del calibro di James Senese, Lo Stato Sociale, Valerio Jovine e la partecipazione della delegazione ufficiale del Rojava e di Nasrin Abdalla.

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uando il Sole giunge allo Zenit dell’Equatore, quando la notte ha la stessa durata del giorno, quando i raggi arrivano perpendicolari all’asse, la rivoluzione della Terra coincide con il fermento del Newroz! Il Newroz dal vibrato del sax di James Senese e Napoli Centrale, dall’elettropop de Lo Stato Sociale; dal reggae fino alle sonorità afro-caraibiche di Mama Marjas e Rodigan; dal sound napoletano di Valerio Jovine. È il momento della ribellione e del mutamento, del nuovo e del rovesciamento, dell’eversione e dell’agitazione. È il momento in cui il movimento di rivoluzione terrestre si allinea con la rivoluzione sprigionata dal Sud del proprio globo con contaminazioni musicali e artistiche. E non solo! Perché si vuol generare una rivoluzione del pensiero per la rivalsa sociale di un popolo circondato da una bellezza che spesso non può toccare, ridotto ad un muro d’indifferenza che vuol abbattere. Newroz “è primavera. Sbocciano i fiori, radici forti nei nostri cuori, dure le spine per gli oppressori. Fiore di monte, fiore di neve. È sbocciato un fiore tra grate e catene. Fiore cresciuto da sangue e dolore. Fiore di fuoco, fiore d’amore.” Newzor è il riscatto, l’orgoglio. È il capodanno curdo, è il primo giorno di primavera. È il nuovo giorno per un popolo senza terra che mostra il suo orgoglio nelle piazze ballando, cantando e discutendo. Un popolo che non china la testa, un popolo che urla la rivoluzione per un’autonomia politica e un’indipendenza culturale, “per chellu ppoco ‘e libertà ca sta’ terra, chesta gente ‘nu juorno m’adda da’”. Una simbiosi ideologica per una richiesta di riscatto. Un coacervo d’identità dal Kurdistan a Napoli per tre giorni di socialità, per tre giorni di mescolanza culturale nell’anno della liberazione di Kobane e della resistenza curda autonoma del Rojava contro l’Isis. Newroz è l’ondata sovvertitrice che ha investito l’area di Mezzocannone occupato e l’area Soundgarden della Mostra d’Oltremare per il primo esperimento di direzione artistica del

collettivo dei 99 Posse. Un Festival autofinanziato per raccogliere proventi destinati alla realizzazione di strutture a Kobane. Un’occasione per lo scambio e il confronto con un’esperienza di resistenza al fondamentalismo islamico e di sperimentazione di democrazia; l’ambizione di rispondere al definanziamento delle politiche culturali; una spinta per incentivare iniziative al divertimento e alla socialità di chi vive una città. La propria città. Un Festival aperto a tutti. O meglio, unico divieto d’accesso a Matteo Salvini. Un “Io non posso entrare”, per l’uomo vestito solo di una cravatta verde, sorridente nelle sue ferme convinzioni. Al Newroz nulla è fermo, ogni sonorità è in vibrante movimento e ogni confronto tira linee prospettiche differenti. Si discute di offensive culturali nella metropoli della crisi e si cercano strategie, risposte e soluzioni alla ricerca di un mutualismo e una solidarietà per una cultura indipendente cittadina e nazionale; si racconta Napoli con le mani per terra attraverso le voci degli scrittori della città. La parola scritta versus l’istantaneità e la distrazione per parlare di memoria e retorica, dell’oblio a cui è stata destinata la storia di Ciro Esposito e dell’impegno comunicativo e sociale dei 99 posse. Si presenta l’Atlante italiano dei conflitti ambientali per una cittadinanza attiva in difesa del territorio. Per terminare con l’incontro con la delegazione ufficiale del Rojava. Confederalismo democratico, resistenza, lotta al patriarcato in Medioriente e autodifesa di un popolo che resiste agli attacchi dei jihadisti. E una donna, la comandante curda Nasrin Abdalla, a capo di un esercito di 10.000 donne. Una donna che ricorda le quattro giornate di Napoli e la resistenza del popolo napoletano: indipendente, orgoglioso e ribelle in difesa di una democrazia reale, contro i nazisti. “Anche noi, resisteremo fino alla fine. Per noi è un onore perché se nella vita non c’è libertà, non ci sono diritti e di questo tipo di vita non c’è bisogno. Per vivere si deve essere liberi”. Il Newroz si chiude con la libertà generata dalla musica. Quella vera, istintiva e sanguigna. Quella dell’anima e della voce nera del jazz di Senese che porta con sé cicatrici di gioia e dolore della vita.

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02 Gomez al contrabbasso per i The gentlemen’s agreement riempiono la notte del Newroz tra strumentalità e musicalità d’effetto. Dal sax alla voce di Raffaele Giglio per seducenti sinfonie armoniche. Ph. Martina Esposito Impatto Magazine

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GIUGNO GIOVANI 26 GIUGNO 2015 -

Alla Mostra d'Oltremare

nei giardini della musica

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bbracciato e protetto dall’arco monumentale di una Mostra che si erge a Fuorigrotta dal 1937, il sound è protagonista dal 2 giugno al 26 luglio. Tra arte, musica e cinema, il Soundgarden ha ospitato ed ospita, alla Mostra d’Oltremare, eventi musicali ed artistici offrendo spazi, qualità e divertimento in un continuo alternarsi di innovazioni. Dal countdown per il primo live in un susseguirsi di musica live e dance, tra artisti napoletani, gallerie d’arte e cinema all’aperto. Primo film proiettato Velvet Goldmine del 1998 perché il rock è un movimento culturale e non una semplice musica. Come il Soundgarden: uno stile di divertimento, una scelta per il tempo libero, un modo di vivere la città in uno spazio abbandonato di un padiglione bruciato e ristrutturato in chiave ecocompatibile per essere sempre aperto a qualsiasi forma d’ibridazione in un programma articolato. Non s’improvvisa al Sound! La macchina perfetta dell’arte è stata pensata e promossa da Neapolis-festival, Stella Film, Ufficio K, Neuhm, Intolab e Lanificio 25 per una carrellata vorticosa di eventi tra aperitivi e spazi recuperati all’abbandono per vivere dal giovedì al sabato dello spessore artistico di nomi del panorama nazionale, internazionale e locale. Per sentirsi parte di una società che vuol star bene nell’immersione totale alla bellezza culturale in chiave giovane, dando la possibilità di esprimersi ad artisti emergenti dell’arte pittorica nell’Art Gallery, di muoversi, ballare e cantare negli ambienti aperti del Garden Bar e dell’Urban Floor. Serate poliedriche, sonorità multiple e stili disparati per circumnavigare il globo musicale in trenta giorni e più, per nutrirsi di ritmi e immagini, passati e futuri, volti e voci, tra blues e rock, gruppi e solisti, dj set e passi in una natura che sprigiona l’energia dell’estate, l’adrenalina del divertimento e la consistenza di un evento organizzato nei minimi dettagli. A Napoli l’estate si veste di un sound nel giardino urbano di una Mostra dalla storia architettonica notevole e dalla capacità di rinascere dalle ceneri come una fenice per ritrovare nuovo vigore e nuovo…sound!

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- GIUGNO GIOVANI 28 GIUGNO 2015 -

UN MURO DI SORRISI —

Il sorriso fa bene alla salute. Il primo sorriso di una persona avviene all’incirca alla sesta settimana di vita. Un muro di sorrisi per affrontare un male oscuro da cui spesso si fugge. Un muro di sorrisi per dire: “Ce la fai!”. Con questa intenzione nasce il progetto Smile Wall, promosso dall’associazione no profit Officina Smile. Un modo per donare speranza, fiducia e supporto ai pazienti affetti da malattie oncologiche.

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apoli, voce di popolo, è da sempre la città del sorriso. E sarà anche per questo che una iniziativa così lodevole non poteva che nascere dall’ingegno creativo di questa città. Smile Wall, è questo il nome anglofano dato al muro dei sorrisi, eretto metaforicamente all’interno del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, per trasformarsi - nella settimana tra il 23 e il 30 giugno, all’interno della rassegna Giugno Giovani in un luogo dove il ‘monumento’ per eccellenza è stato senza ombra di dubbio il sorriso solidale delle persone. La settimana della solidarietà, la settimana dell’unione, la settimana delle passioni che non possono e non devono spegnersi con l’arrivo della malattia. Aiutare a coltivare ogni impulso positivo, senza mai bloccarne qualsivoglia tipo di ambizione, trasmettere energie positive, far capire ai pazienti che non sono soli, che c’è una città intera pronta a supportare la vita con un sorriso, sbeffeggiando il grigiore della malattia. Ed è così che tra musica, canti ed arte si cerca di sensibilizzare i cittadini napoletani nei confronti di una malattia, che può sì spaventare, ma che deve essere contrastata con forza ed ottimismo. La mostra degli smile è un tripudio di colori, sfumature e sonorità. Duecento sorrisi immortalati su foto - selezionati da Foto_Napoli (realtà molto seguita su Instagram) - creano un muro di positività. Per l’occasione, poi, Fiori di Lore ha realizzato l’albero dei sorrisi, composto interamente da bottiglie di plastica, mentre So Ready Lab ha realizzato, in onore della manifestazione, la suggestiva struttura “ruote di bici” composta da ruote di biciclette, perfettamente integrate con innumerevoli foto di sorrisi. Infine 8MM Production ha realizzato il cortometraggio intitolato proprio ‘Oltre Il Muro’. Mentre la serata del 28 giugno ha visto come protagonista le note della Birbant Band - arrivata per l’occasione dalla Puglia - e del musicista napoletano Ciccio Merolla.

splendida iniziativa ed ex paziente del reparto di oncologia all’ospedale Pascale di Napoli, racconta Smile Wall.

Per comprendere a fondo il significato di questa mostra itinerante, Laura De Marco, ideatrice insieme ad Officina Smile di questa

Ultima domanda, se dovessi descrivere con una parola questo evento, quale utilizzeresti? Speranza!

Laura, come nasce lo Smile Wall? Lo Smile Wall parte dall’idea di fare qualcosa per il sociale, è una raccolta di sorrisi come supporto ai pazienti oncologici. Il tutto nasce da un’idea di Officina Smile, che è una associazione no profit. Cosa fate durante le vostre attività? Cerchiamo di trasformare la negatività che inevitabilmente porta la malattia, in energie positive per combatterla con un sorriso. Inteso come sorriso collettivo dei cittadini di Napoli, in quanto molto spesso un paziente oncologico, viene visto con timore. Si ha paura di fare volontariato nei reparti perché si ha paura dei pazienti ammalati. Quindi cerchiamo di sensibilizzare al meglio i cittadini per fargli capire che in realtà un paziente oncologico è una persona esattamente come tutti noi. Laura, tu sei l’esempio vivente che si può sconfiggere la malattia, a fronte di ciò, cosa ti senti di dire a chi tutt’oggi affronta la terapia? Non esiste il modo giusto di affrontare la malattia. Allo stesso tempo però, non bisogna mai smettere di guardare ai progetti futuri, mai perdere di vista l’obiettivo. I malati devono continuare a fare ciò che amano, per quanto possibile e soprattutto farsi aiutare da chi come noi, sorridendo, vuole tendergli una mano. Nella vita non bisogna mai smettere di crederci. A me avevano dato pochi mesi, eppure ora sono qua. Come è nata l’idea di mettere la tua esperienza a servizio dei pazienti? Un anno dopo la fine della terapia, io e mio padre andammo al Pascale a portare dei doni, semplicemente. Ci siamo resi conto però, che raccontando ai malati la mia esperienza, le porte dei reparti si aprivano tutte, mi resi conto di rappresentare una speranza per le persone ed allora ho deciso di continuare. Progetti futuri? Per ora l’ospedale Pascale ci ha firmato l’autorizzazione per una collaborazione, a breve contiamo che ci possano autorizzare a spostare letteralmente lo Smile Wall con la musica e tutto il resto, direttamente nei reparti.

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- GIUGNO GIOVANI 30 GIUGNO 2015 -

COGITO ERGO NAPOLI Una mostra fotografica nella quale Napoli viene raccontata da chi ne detiene il punto di vista più bello ed esclusivo: i napoletani. Pensieri, parole e fotografie compongono un mosaico artistico e sociale di rilievo, facendoci scoprire una cittadinanza nuova, più attenta alle tematiche sociali e politiche. Una città che si ritrova negli occhi di chi la vive e la abita tutti i giorni con passione.

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ente di Napoli. Nessun titolo poteva essere più eloquente ed immediato. Napoli e la sua gente, quel binomio metaforico di titiana memoria che da “croce e delizia” ha condotto fino all’abusata definizione di Bernardino Daniello – ma più volte attribuita ad un itinerante Goethe ai piedi di San Martino - che vede Partenope ritratta come un “paradiso abitato da diavoli”. L’obiettivo dell’evento? Ambizioso. Cercare di riabilitare la metropoli da quella lapidaria epigrafe sottoscritta dal commentatore di Dante e di Petrarca che, nella modernizzazione dei secoli, è divenuta anch’essa frame costante e quotidiano di analisi e racconti cittadini. La rassegna fotografica – ideata da Vincenzo de Simone in collaborazione con Jacopo de Angelis – dopo il buon successo di affluenza e critica riscosso al PAN, durante l’apertura al pubblico dal 29 aprile al 12 maggio, si è così riproposta in veste giornaliera con l’orgoglioso compito di traghettare verso la chiusura il programma di NoiDiGiù, promosso ed organizzato dall’Assessorato ai Giovani del Comune di Napoli. Martedì 30 giugno, a partire dalle 18.00 e per la seguente ora e mezza, all’interno della Sala Sirena, nella seducente ed emozionante cornice del Castel dell’Ovo, gli intervenuti hanno potuto assistere a quello che si potrebbe definire come temerario progetto sociale, il cui fine non è altro che mettere al centro cittadini – alcuni noti e altri men manifesti – accumunati tutti da un minimo comune denominatore. Ossia l’essere napoletani. Il concept della rassegna, prende ispirazione dal format di successo Humans of New York, ideato da Brandon Stanton e con un seguito web di oltre tredici milioni di internauti. La Gente di Napoli, con fedeltà rispetto al titolo dell’evento, è coinvolta direttamente ed attivamente. I pensieri e i volti di quest’ultima diventano i veri protagonisti, racchiudendo in uno scatto una persona con la propria

riflessione sulla città e sull’essere partenopeo. Opinioni libere su cosa significa vivere a Napoli, sul perché si resta o sul perché si va via. A margine dell’evento, poi, anche una intervista alternativa al Sindaco di Napoli Luigi De Magistris e le osservazioni di alcuni turisti, lontane dagli stereotipi e dai luoghi comuni. De Simone, laureato in Scienze e tecniche della psicologia cognitiva all’Univesità degli Studi Suor Orsola Benincasa, ha voluto riprendere uno dei punti focali sotteso comunemente alla psicologa e alla sociologia, ossia il networking territoriale. Fare squadra nello stesso territorio può favorire la crescita e lo scambio, per il raggiungimento del bene comune. Una virtù cittadina, preziosa e indispensabile, che - a detta di molti protagonisti della rassegna – è andata perduta nelle dolorose pieghe di una crisi che da economica è diventata di valori e sentimenti. La carica innovativa dello storytelling – atto a sperimentare un nuovo modello di indagine sociale attraverso la fotografia – trova il suo sviluppo in un’azione semplice e al contempo eterogenea, ossia la creazione di uno sguardo permanente sulle diverse sfumature cittadine, raccontate da chi vive Napoli, da chi ha deciso di non viverla oppure da chi l’ha solo visitata. Il progetto crea, dunque, un sistema di connessione tra persone e il territorio, con l’ambizione di una messa in correlazione, foriera di uno studio sulle ricche risorse umane esistenti, al fine di migliorarle e non dissiparle. Un’idea che può spingere i napoletani a riappropriarsi della loro città, occupando – simbolicamente, attraverso uno scatto - i quartieri, le strade, gli spazi dei quali sono possessori. Raccontando, allo stesso tempo, tramite l’ausilio dei turisti, i profili di spiccata multiculturalità e multietnicità, che si trovano all’interno della nostra metropoli. L’importanza della rassegna sta, quindi, nel raccontare la città con le emozioni e le sensazioni di chi, ogni giorno, la vive e cerca di migliorarla, dando così a Napoli quel respiro internazionale che storicamente l’ha caratterizzata.

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03 Un’evoluzione perfetta per l’assessore alle politiche giovanili Alessandra Clemente. Le istituzioni si muovono tra e con i giovani, attraverso quella grinta che fa emergere la spinta creativa della Napoli youth. Ph. Martina Esposito Impatto Magazine

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- GIUGNO GIOVANI 30 GIUGNO 2015 -

#OTW BUONA LA TERZA —

Una rassegna che ha messo i giovani al centro della propria città. Una chiusura carica di energia ed ottimismo. Cento eventi, cinquanta location ed un unico centro nevralgico. “Giugno giovani” si conclude all’ombra dei grattacieli del centro direzionale di Napoli, urlando ancora una volta con VANS la necessità e la voglia di rompere gli schemi. “Off the wall”, ancora una volta.z

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uando torni a Napoli, dopo un viaggio in macchina, di quelli che terminano con la testa appoggiata al finestrino e gli auricolari nelle orecchie, quando torni e cerchi con lo sguardo i punti di riferimento che ti fanno capire di essere a casa; l’occhio indaga alla ricerca di quelle curve paradossalmente rassicuranti, quelle inneggiate a gran voce dalle corde vocali ignoranti ogni domenica allo stadio. Quando torni, e puntualmente ti guardi intorno, cercando quasi di orientarti come se il Vesuvio ed il Monte Somma fossero la stella polare in terra, al nord di un sud che non sai spiegare; stagliate su quelle curve, a contrastare la storia che dilaga su quelle pendici, l’occhio incuriosito si ritrova perso in quei riflessi di specchio. Quei grattacieli che sono un ossimoro architettonico, un’enorme freccia indicante l’anima moderna di una città destinata agli eccessi. I “bassi” del centro storico ed i grattacieli del centro direzionale. Contrasti a spigoli vivi, ossimori destinati alla coesistenza. Cosmopolitismo, mescolanza, miscellanea. La Napoli moderna, quella che si anima al mattino tra le giacche e le cravatte inamidate dei frequentatori del Palazzo di Giustizia, e tace di notte quando i riflessi delle luci dei lampioni sugli scheletri di vetro donano un’aria da metropoli d’oltreoceano alla figlia di Parthenope. La location fa gola, la scenografia è perfetta. L’occasione c’è, ed il pubblico anche. Il cuore moderno di una città capace di non dormire mai, merita di essere animato al di là del grigiore mattutino. Quel popolo che vive la strada tra forme d’arte e sport rivendica i propri luoghi di espressione; la voce attraverso cui lo fa è, ancora una volta, quella di VANS. VANS e Napoli. Skate, evoluzioni, rampe. Musica rap, bombolette spray e colore sui muri. Il mondo street si lega al golfo partenopeo; ancora una volta, la terza. Due mondi che riescono a contagiarsi sempre piu, una città le cui strade sono da sempre, allo stesso tempo, teatro e

messa in scena di vita al limite del frenetico - accoglie ed abbraccia una cultura che di quelle stesse strade, vive. Anche se in maniera diversa. Il concetto di street-life che va ad evolversi, a definirsi ad ampliarsi. Tratti distintivi, diventati ormai familiari. Concetti semplici, vestiti semplici, parole semplici. Dal Lungomare al centro direzionale, passando per Via Diaz. I centri nevralgici del capoluogo campano invasi di birra, waffle sullo stecco, musica e ragazzi pronti a mettersi in gioco. Un concept che riesce ad essere un richiamo mai ignorato. In strada, così come nelle aule della Federico II. La cornice, questa volta, è Giugno Giovani, un’occasione di vivere la città a trecentosessanta gradi, come spiega l’Assessore alle politiche giovanili Alessandra Clemente: “Giugno Giovani ha voluto mettere insieme tanti eventi per dire ai ragazzi napoletani “muovetevi!” all’interno della città di Napoli, e frequentate anche zone che non conoscete. È per questo che per due edizioni l’evento finale è stato nella Villa Comunale di Scampia, un parco meraviglioso! E quest’anno, invece, il centro direzionale. Da un lato perché quest’anno ha raccontato pagine molto importanti di cultura street, e poi perché il centro direzionale è oggetto della volontà della città di Napoli della piena rigenerazione attraverso la cultura della street art”. Un’occasione, pienamente accolta, per le istituzioni di essere in strada. Materialmente. La chiusura della rassegna è stata quindi affidata a quell’enorme cassa di risonanza capace di suonare costantemente offthewall, fuori dal muro delle convenzioni, elevando tutto a sfida. A quell’eterno riprovarci dopo l’ennesima caduta. Che sia dallo skate, o dalla difficoltà di essere giovani #digiù. “Giugno Giovani è come un bambino, che quest’anno compie tre anni e che inizia a camminare da solo. Io sono orgogliosa della grande forza, creativa ed emotiva, dei ragazzi della città di Napoli che hanno partecipato a questa rassegna. Abbiamo raggiunto numeri importanti, questo proprio perché c’è un lavoro silenzioso quello di 365 giorni all’anno spesso fatto anche di momenti di difficoltà che però nei ragazzi napoletani, nei ragazzi del sud non sono mai motivo di sconfitta ma sono anzi forse un motivo per allenarsi di più e superare gli ostacoli.”

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- GIUGNO GIOVANI 30 GIUGNO 2015 -

04 Rampe per saltare e bombolette spray per graffiti underground. Sullo sfondo cittadino i grattacieli e palazzi della City moderna. Ph. Martina Esposito Impatto Magazine

T RICKS A L CENTRO DI REZI ONALE —

First in line but last to know. Move too fast but think too slow People see me and they go... scuse me! (The Hives - Well All Right!)

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05 Un salto, un giro di skate per una performance imparata per strada. Il corpo si coordinata, la mente vola. Cadendo e rialzandosi con lo skate come con la vita. Ph. Martina Esposito Impatto Magazine

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Grattacieli di vetro attraverso i cui specchi si riflette il volto di una cittĂ avvolta dal tramonto e da mirabolanti acrobazie. Ph. Martina Esposito Impatto Magazine

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Una bomboletta, l’odore della vernice, il colore dello spruzzo e una mano che crea arte. Un graffito per immortalare un volto, uno sguardo e due labbra disegnate. Ph. Martina Esposito Impatto Magazine

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I n terv ista a Mas s i mo C alv i ati

ANCHE A CADERE SI PUO’ IMPARARE

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e sali su uno skate ti puoi far male. Cadi, ti rialzi, impari. Impari a cadere e a farti meno male, ma impari anche ad intestardirti e a rialzarti, sempre. Per migliorare, per capire come fare, per imparare a non sbagliare più. Se sali su uno skate, capita magari che te ne innamori, e decidi di rimanerci per 25 anni; insegnando agli altri quello che hai imparato, organizzando eventi per dar luce, per accendere i riflettori, per spiegare. È quello che è successo a Massimo Calviati, organizzatore tecnico dell’evento di chiusura della rassegna “Giugno Giovani”, sponsorizzato dal VANS Store di Napoli. Massimo, in che modo riesci a rendere visibile il mondo dello skate? Sono 25 anni che faccio skate. Ogni volta che vi è stata possibilità, con dei partner all’altezza, abbiamo organizzato degli eventi. Ora si è creata questa possibilità sia con la nuova giunta comunale - molto aperta al discorso giovani, e Giugno Giovani ne è un esempio - sia con questo nuovo sponsor VANS - in particolare il VANS Store di Napoli - il quale ci ha supportato per la costruzione delle strutture e per la logistica. Come si è evoluta la vostra presenza sul territorio? Prima non eravamo bene accetti. Questa cultura si è fatta conoscere meglio negli ultimi dieci anni. Per noi è importante essere accettati anche dai non addetti ai lavori. Il Centro Direzionale è sempre stato il fulcro di questo mondo. Un po’ gioca a favore la cornice molto americana dei grattacieli, e poi c’è sempre stata molta tolleranza, anche da parte della vigilanza. Questo spazio è stato la base operativa da cui è partita la scena skate a Napoli. Discorso che vale anche per pattinaggio, BMX ed il contorno della cultura musicale legata a questo universo.

Esistono in città spazi per rendere possibile un maggiore sviluppo di questa disciplina? Siamo molto fortunati a Napoli, perché abbiamo questo spazio ampio a disposizione. Tuttavia Napoli è una delle grandi città italiane che non ha ancora uno skate-park. Fino a poco tempo fa non c’era tanta affluenza per questo sport, e quindi ci si lanciava nella costruzione di campi da calcio o di basket, certi di un ampio ritorno. Il rapporto con il mondo social? Il concetto di social ha fatto in modo che tutte le micro culture esistenti siano potute venire alla luce. Ci ha aiutato molto. Sono moltissimi i ragazzi che armati di una videocamera, di una GoPro o di un cellulare filmano le immagini anche di un luogo che magari non si pensava potesse essere utilizzato. Un’operazione che crea un seguito e un’interazione da parte di altri e nuovi utenti. Generalmente, quali sono i parametri di gara? Ed in particolare quali verranno attuati durante il contest di questa sera? Non esiste un format preciso per le gare. Noi stasera ne sperimentiamo tre. Il primo è stato pensato per i ragazzi più piccoli - che magari sentono maggiormente la pressione - e quindi loro gareggeranno insieme. Hanno qualche minuto a disposizione per esibirsi ed in seguito i giudici stabiliscono - in base alla difficoltà della manovra, la velocità, l’altezza e la quantità di manovre chiuse - chi ha il diritto di passare in finale. Per gli adulti, invece, si parla di sequenze singole: ogni adulto avrà a disposizione 45 secondi per esibirsi nelle evoluzioni che reputa essere il proprio cavallo di battaglia, e così i primi dieci andranno in finale. La terza gara coinvolge tutti in maniera indifferente, semplicemente la manovra migliore vince. Il giudizio deriva dalla nostra esperienza sul campo. Noi sappiamo il lavoro che c’è dietro quella cosa che questi ragazzi riescono a far apparire semplicissima.

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08 Un corpo sospeso contro la forza di gravità, una mente nell’aria contro qualsiasi restrizione fisica. La libertà senza limiti di uno skate sotto i piedi e sei #offthewall. Sei VANS! Ph. Martina Esposito Impatto Magazine

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NOIDIGIU' 100 EVENTI 50 LOCATION

NAPOLI

Grazie!

30 MAGGIO 30 GIUGNO

Luigi De Magistris - Alessandra Clemente - Nino Daniele - Mimmo Annunziata Cinzia Sammarco - Simona Ascione - Stefano Telese - Giorgia Mangiapia Pierluigi Patacca - Antonio Calenzo - Liliana Squillacciotti - Francesca Spadaro Adriano Destro - Marco Rizzuto - Anna Ambrosio - Laura Santomarco Marco Tregua - Valerio Varchetta - Roberto Rossi - Roberto Fabozzi Emanuela Guarnieri - Martina Esposito - Sergio Siano - Gaetano Pappalardo Ciro Fusco - Francesca De Caro - Andrea Pizzalis - Mathieu Compain Simona Giove - Diana Fevola - Pietro Scolorato - Mariangela Sergi Valeria Rebasti - Lorella Cuccarini - Francesca Di Martino - Pietro Montesarchio Luca Simeone - Aart Heering - Nicola Taglialatela - Claudio Motta Fernando Alfieri - Antonio Prisco - Paola Pozzi - Lorenzo Cherubini Lello Savonardo - Gianluca Silimbri - Gino Sansone - Mariangela Attanasio Claudio Correale - Cinzia Romanucci - Massimo Elia - Paolo Di Martino Claudia Pascotto - Vascitour - Subsonica - Terza Classe - Laura De Marco Massimo Calviati – Rosa Giordano – Tatyana Buyskaya – Charles Oak Chauchan – Johdie – Aaron Jasinski Eloy Phil Galloway Project Gutenberg – Jacinthes – Ekabir – Xijalle – Shawnigan – Greg Stevens – Will Kaiser Söze - Cédric Abt - Shamanthi Rajasingham Lindsay Monica Sutrisna – Luongdoo – PencilSession – Basia Wichrzyciel - Veni Jaba Lomtadze - Laura Neubert – Jenny - Dan Webber - Melpo Asuncion Macian Ruiz - Jinil Park – Aarika - Inna Koleva - RescueAlice Simonetta Capecchi Andrea Casolare – Armando De Martino Achille Starace – Sara Amato Massimo Calvati Mariana Jacek - Goha Gohush - Nicola Leita - Gatta Cenerentola - Haru Barton www.giugnogiovani.it www.comune.napoli.it !MPATTO MAGAZINE - 4 0 - 2 LUGLIO 2015


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