!MPATTO ISSUE 17 - 10 LUGLIO 2015
IMPATTOMAGAZINE.IT
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!MPATTO MAGAZINE - 1 - 10 LUGLIO 2015
IMPATTO
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Pierluigi Patacca pierluigi.patacca@impattomagazine.it
Antonio Calenzo antonio.calenzo@impattomagazine.it
Adriano Destro
L'arte nell'Arte La mostra Modigliani intervista a Luciano Renzi della fondazione
adriano.destro@impattomagazine.it
Liliana Squillacciotti liliana.squillacciotti@impattomagazine.it
Martina Esposito
La mostra Modigliani - Les femmes ospitata fino al 9 agosto nel sottosuolo dell'Agora' Morelli tra il silenzio della pietra viva perche' a parlare sia Modigliani con la sua arte. Mentre un po' piu' su confusioni e problemi abitano una Napoli frenetica inconsapevole della bellezza che e' sotto il suo sguardo.
martina.esposito@impattomagazine.it
Valerio Varchetta valerio.varchetta@impattomagazine.it
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12 La programmazione Estate Napoli 2015 D'estate la cultura e' FemmeNa a Napoli FemmeNa-alle origini della creativita' e' la manifestazione degli eventi dell'Estate a Napoli 2015 presentata a Palazzo san Giacomo il 7 Luglio dal Sindaco di Napoli De Magistris e dall'Assessore alla Cultura. FemmeNa perche' generatrice di vita pulsante e vibrante di arte, musica, danza
!MPATTO MAGAZINE - 2 - 10 LUGLIO 2015
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ABOUT MAG
MAG COVER - ISSUE #17
Apostasia in Mauritania Apostasy in Mauritania #IoSostengo #ISupport Se la prepotenza usurpatrice usa la legalita' per disonorare la dignita' umana, il mondo deve fermarsi e sostenere.
Artist: CodaX2 Atmosfera affascinante, rocce a strapiombo, archi e curve ad incorniciare un’ opera dipinta, racchiusa in un’ opera tecnologica. La mostra Modigliani - Les femmes fino al 9 agosto ad Agora' Morelli. —
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NO SIGNATURE MAG Why are The Economist's writers anonymous?
In mostra al Palazzo delle arti di Napoli Beyond Science Scienza in uno scatto L'infinitamente piccolo impresso su pellicola a dare l'idea di un quadro generale che non esiste. Un Trompel'oeil che inganna occhio e mente. Guardare, vedere, cio' che non si e' mai guardato e visto. Una sfida che porta la scienza in mostra e la divulgazione al servizio di tutti.
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Storicamente, molte pubblicazioni stampavano articoli senza firme per dare ai singoli autori la liberta' di assumere voci diverse e per permettere ai primi giornali di dare l'impressione che i loro autori fossero piu' numerosi (i primi numeri dell'Economist erano scritti interamente dal fondatore James Wilson). Ma dopo essere nato come un modo di far sembrare che una persona fossero molte, l'anonimato e' poi divenuto un modo per ottenere l'effetto opposto: permette a molti autori diversi di parlare con una voce collettiva. Gli editoriali sono discussi e dibattuti ogni settimana in riunioni a cui partecipano tutti i membri dell’ editorial staff. I giornalisti spesso collaborano sugli articoli. E alcuni articoli sono aggiornati e corretti estesamente. Il risultato e' che gli articoli sono spesso l'opera della coscienza collettiva dell'Economist, piuttosto che di un singolo autore. Ma la ragione maggiore per l'anonimato e' la convinzione che quello che viene scritto sia piu'ù importante di chi lo scrive. Come diceva Geoffrey Crowther, direttore dal 1938 al 1956, l'anonimato mantiene l'autore " non il padrone ma il servitore di una cosa molto piu' importante di lui… e da' al giornale una straordinaria forza di pensiero e principi".
L'iniziativa politica ed economica Je song Tsipras! Napoli con Tsipras
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Dopo mesi di sostegno alle politiche del premier greco Tsipras, Napoli si associa ai festeggiamenti di chi ha detto No ad un'Europa che vuole imporre lezioni. Una citta' che, nonostante i tanti problemi, ha fatto sentire la propria vicinanza ad un popolo che vuole rialzarsi e tornare a dire la sua in Europa, senza restare il fanalino di coda di un'Unione che vuole dettare linee austere.
Per suffragare la propria responsabilita' Green - in base agli usi e costumi dei giornali online del nord Europa - il Gruppo Editoriale Impatto, festeggia ogni 10.000 lettori nuovi con un albero piantato. Altresi'ì il Gruppo Impatto, ha adottato un giardino, l'Impatto Garden, nella provincia di Benevento, il quale, oltre ad essere il luogo dove vengono impianti i suddetti alberi, e' anche un elegante oasi naturale curata e manutenuta con metodologie eco compatibili.
!MPATTO MAGAZINE - 3 - 10 LUGLIO 2015
GO GREEN MAG
!MPATTO MAGAZINE - 4 - 10 LUGLIO 2015
- L ’ IN CO N T R O -
UN CHIODO RESISTENTE —
La Mostra d’Oltremare conserva un patrimonio artistico, culturale e naturale unico nel suo genere. Un patrimonio pubblico da tutelare e valorizzare ad opera non di una sola persona ma di tutti. Con delicatezza e cautela per il rispetto verso un luogo portatore di Storia e di valenza internazionale per la sua urbanistica, un luogo in cui poter attuare sperimentazioni, fiere, incontri, visite nell’eclettismo dei suoi stili.
A
nno 1940, un re inaugura la Mostra Triennale delle Terre d’Oltremare perché l’Italia sappia dei suoi possedimenti coloniali; perché il Governo possa esaltare l’impresa finché sempre lo stesso re, Vittorio Emanuele III, e la sua Patria scenderanno in guerra, la Seconda Grande Guerra. La Guerra inizia e la Mostra chiude. Con essa l’aspirazione ambiziosa di celebrare i fasti di un regno, di espandere lo sviluppo di Napoli verso una caldera vulcanica che racchiude nel suo nome il pericolo geologico in quiescenza, i Campi Flegrei. Tra le terre d’oltremare, dall’Africa del Nord al mare del Mediterraneo, scorre il tempo mentre continua ad ergere, nella sua maestosità, un patrimonio architettonico ed artistico, arboreo e naturale di oltre 720.000 mq. L’Oltremare, nell’equilibrio tra arte e verde, tra creatività e creato, è fermo lì, assiso, attendendo il suo risveglio. Nel maremoto dell’oblio, continuando a conservare nel tempo la Storia di cui è portatore. Il tempo e la continuità, due termini che esplicano la forma mentis di Donatella Chiodo, Presidente MdO dal Dicembre 2014. Il tempo da dedicare ad un bene comune: “La Mostra è la mia perché ne sono la Presidente e me ne prendo cura. Ma non è una cosa mia. Appartiene a tutti”. La cura fatta di delicatezza e cautela, di percorsi da sviluppare con continuità per assicurare la persistenza di un impegno. “Ho il pallino della continuità. Quando si realizzano dei progetti sociali, essi non devono essere fortemente legati alla persona che le attiva. Legarle alla persona significa perderle: va via la persona, va via il progetto. Il pallino della continuità nasce perché le cose belle e che hanno un sapore buono devono avere la possibilità di durare nel tempo. Lo sforzo focalizzato su un’apertura va bene ma il mantenimento e la continuità sono le sfide più grandi in assoluto. L’apertura della Mostra è stato un atto importante. La città di Napoli non la conosceva perché per trenta anni è stata chiusa. La si associava alla Fiera della Casa, ad altre fiere o alla piscina. Ora non è più così ma l’apertura in sé è
poco se non viene mantenuta. Il mantenimento è faticoso: bisogna confermare sempre e lavorare. È nella continuità che si fa la differenza e non nell’ evento spot”. Una donna determinata, conscia delle proprie responsabilità e propositiva nel parlare di un patrimonio pubblico, unico in Italia per la sua grandiosità. Il Grande Progetto prevede finanziamenti europei per la ristrutturazione delle opere e dei monumenti in Mostra che, nel corso di 5/6 anni, porteranno all’uso di un ammontare significativo di risorse messe sul territorio. La sfida prevede il coinvolgimento di una città a cui, durante la Fiera della Casa, si è offerta la Mostra come parco da vivere, visitare e conoscere. Una Società per azioni al 100% pubblica, il cui mantenimento ha dei costi elevati e che vuol vedere riconosciuto il suo ruolo, in primis, dalle Associazioni. Città dello Sport come nuovo progetto a cui si è aderito avendo trovato delle giuste modalità di collaborazione tra le parti, perché su questo puntano la Presidente e il Consiglio di amministrazione: “Quando si parla di profitto si parla troppo spesso in negativo. Invece profitto significa continuare un’attività d impresa; significa posti di lavoro e aprire sempre di più la città anche fuori dalla fiera. Quello dobbiamo diventare ma ci vogliono tempo e risorse. Possiamo metterci la faccia e lo facciamo. Quando abbiamo la possibilità di farci vedere per come siamo veramente riscontriamo apprezzamenti su tutti i fronti perché c’è una varietà di ambienti che non c’è da nessuna parte. Basterebbe rimboccarsi le maniche. Si parla spesso di fare sistema ma bisogna socializzare i costi e gli utili. E non solo i costi con un atteggiamento predatorio. “L’obiettivo di ridare luce ad un patrimonio storico, artistico e culturale è negli occhi di Donatella Chiodo. Nelle sue idee per avvicinare i giovani alla Mostra con il coinvolgimento di scuole, come la Boccioni, offendo crediti formativi e costruendo un rapporto funzionale ad un percorso pratico. Per un sapere fare e sapere essere all’interno della propria città. Per giungere alla consapevolezza che se sia ha un valore lo si deve tutelare e proteggere nella continuità del tempo. Donatella Chiodo ne ha chiara convinzione quando afferma: “Il bene pubblico è anche il mio e non solo mio”. Perché una parola fa la differenza nell’essere e nell’agire sociale.
!MPATTO MAGAZINE - 5 - 10 LUGLIO 2015
- MODIGLIANI A NAPOLI -
L’ARTE NELL’ARTE —
La mostra Modigliani – Les femmes ospitata fino al 9 agosto nel sottosuolo dell’Agorà Morelli tra il silenzio della pietra viva perché a parlare sia Modigliani con la sua arte. Mentre un po’ più su confusioni e problemi abitano una Napoli frenetica inconsapevole della bellezza che è sotto il suo sguardo.
L
e vie dell’arte sono infinite. Domenico Morelli e Amedeo Modigliani, due vite che s’incrociano nel passato come nel presente. A fine ‘800 un macchiaiolo napoletano, scapigliato e ribelle, incontra il genio frenetico e tragico livornese dei futuri volti stilizzati e colli affusolati. Ne influenza l’estro, ne determina un punto nevralgico di partenza. Nel 2015 alla prima Conferenza stampa per la mostra Modigliani – Les femmes, l’Istituto Amedeo Modigliani onora i presenti con due dipinti di Morelli. Siamo a Napoli, all’Agorà Morelli in via Morelli e qui, nel nome del maestro risorgimentale che ha influenzato la storia dell’Accademia d’arte napoletana, si dà il via all’esperimento di un evento itinerante, unico nel suo genere. La ricostruzione dell’opera omnia di Amedeo Modigliani entro il 2020. Il pittore dei colori dell’anima, colui che imprimeva su tela il soffio vitale di un corpo, nudo, di donna. Nudo da segreti, svelato da misteri, svestito di difese. La sua vita e arte attraverso foto d’epoca, gli archivi e 50 opere riprodotte su un supporto speciale montato su pannelli retroilluminati a LED affinché la cultura sia esperenziale, per tutti e abbia come fine la divulgazione culturale. La divulgazione della bellezza dell’arte, come sottolinea Luciano Renzi, Presidente dell’Istituto Modigliani. Entro il 2020, in occasione del centenario della morte di Modigliani, si prevede un evento itinerante. In che consiste il progetto? Dopo Napoli cominceremo una serie di visite, in tutte le parti del mondo. Ogni volta che realizzeremo una mostra, una parte sarà investita nella realizzazione degli altri pezzi che mancano al primo lotto che è di 50 opere fino ad arrivare a 337. Lanceremo una campagna di crowdfunding a livello internazionale per arrivare nel 2020 alla realizzazione dell’ opera omnia. Daremo al nostro Paese uno strumento per far conoscere Modigliani nella sua importanza. Perché siete partiti da Napoli? A Napoli abbiamo messo in piedi un primo esperimento, il numero 0. La mostra dovrà essere supportata dall’informazione, dalla spettacolarizzazione del periodo storico, di altre fotografie
legate alla vita di Modigliani. Nell’agorà non abbiamo potuto esprimere il tutto per lo spazio limitato perché, nonostante sia suggestiva, con un occhio solo vedi tutto, in quanto circolare. Per una perfetta riproduzione del colore e della luce, ogni quadro è stato controllato area per area. Quanto tempo per il lavoro preparatorio? Tre anni per realizzare 50 pezzi. È stata fatta una serie di sperimentazioni precedenti sia per l’uso delle tecnologie sia per quanto riguarda l’illuminazione dei LED e della lastra che viene impressionata da fotografie ad altissima definizione. Quindi anche per le forme di angolazione e per fissare il colore. Paradossalmente ogni opera esposta è quasi un’opera unica. Bisogna fare ancora qualche passo in più nel fissaggio del colore e della qualità della pennellata che è complessa perché dà quella forza tridimensionale al quadro stesso. Un lavoro di 3 anni che ha riguardato anche l’acquisizione dei diritti di quelle fotografie provenienti da tutte le parti del mondo. Qual è l’importanza di tale lavoro? La dimostrazione che il nostro patrimonio artistico, vale per Modigliani così come potrebbe valere per altre opere, permette di trasferire un’emozione: la bellezza mostrata nella maniera più semplice e anche più accessibile ai giovani. L’affluenza a Napoli è stata massiccia? Non del tutto nonostante sia stato investito in comunicazione. L’investimento e la bellezza della mostra non sono state ancora premiate. Probabilmente l’Agorà Morelli non è conosciuto come un posto deputato alle mostre ma agli eventi . Nelle ultime settimane vorremmo aprirla gratuitamente al pubblico perché merita una divulgazione che ci sembra più pertinente. Abbiamo scelto Napoli con grandissimo entusiasmo e abbiamo trovato un’accoglienza straordinaria. Credo che Napoli si debba porre il problema a prescindere dalla questione di Modigliani perché l’idea del bene culturale gratuito ormai non è possibile. Venerdì la Conferenza stampa riguardante la partnership con Marinella? Il contributo di una grande impresa made in Itlay: Marinella è un imprenditore che ha trovato un modo per interpretare un messaggio. Con due foulard dedicati a Modigliani, di una bellezza sconfinata. Ma non poteva essere altrimenti quando due grandi talenti si mettono insieme dando un contributo alla bellezza.
!MPATTO MAGAZINE - 6 - 10 LUGLIO 2015
01 Modigliani e le sue femmes. Uno stile personale dalla linea e dalla vibrante armonia caratterizza il ritratto femminile. La donna e il suo nudo rappresentano il soggetto prediletto e la fonte d’ispirazione principale per l’ultimo vero bohémien. Ph. Martina Esposito Impatto Magazine
!MPATTO MAGAZINE - 7 - 10 LUGLIO 2015
02 Modì raggiunse il vertice dell’intensità espressiva mediante un processo di totale purificazione e di astrazione lineare e cromatica. La linea carica di sensualità si allunga per costruire forme. Ph. Martina Esposito Impatto Magazine
!MPATTO MAGAZINE - 8 - 10 LUGLIO 2015
!MPATTO MAGAZINE - 9 - 10 LUGLIO 2015
!MPATTO MAGAZINE - 1 0 - 10 LUGLIO 2015
Dal 1916 un impegno per uno stato d’animo diverso: un’intensità e una sensualità in cui il colore spicca pieno nel suo splendore. Ph. Martina Esposito Impatto Magazine
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!MPATTO MAGAZINE - 1 1 - 10 LUGLIO 2015
EVENTI CULTURALI PROGRAMMAZIONE -
Estate Napoletana
2015
LA CULTURA è FEMMENA
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V
ivere a Napoli e sentire parlare solo di ciò che non va, deprime e rende nervosi, soprattutto nervosi. L’amor proprio del napoletano si ribella perché sa che Napoli è altro. C’è bisogno di vivere di bellezza per lasciarsene contaminare. Bisogna avvertirla nell’aria: “C’è tantissima vivacità in tutti i quartieri e mi sento orgoglioso di appartenere a questa comunità che sta provando a scrivere, anche in questi giorni, una pagina diversa del Mediterraneo. Una nuova pagina di civiltà, nel cuore del nostro Sud. Consapevole che il riscatto delle comunità verrà soprattutto dal Sud. Ne sono stato sempre convinto e oggi più che mai. Dobbiamo ribaltare il concetto pregnante del liberismo: la felicità non passa attraverso il consumismo universale e il predominio del verbo avere. La felicità passa mettendo l’uomo e la donna al centro della nostra azione quotidiana. La cultura, questo, lo fa”. Ecco parole che fanno bene all’amor proprio, ecco la Napoli altra e oltre. Parole di un Sindaco di strada felice che il riscatto della propria città passi attraverso la cultura. La cultura che a Napoli è donna, è FemmeNa. È arte e creatività delle donne di Forcella e della compagnia Femminile Plurale premiate a Lucca al Festival dei teatri del Sacro, è il Premio di Giornalismo al femminile Pimentel de Fonseca, è nelle parole della Serao recitate dall’assessore alla cultura Nino Daniele: «Parthenope non è morta, Parthenope non ha tomba, Ella vive, splendida giovane e bella, da cinquemila anni; corre sui poggi, sulla spiaggia. E’ lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori, è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene […] quando sentiamo nell’aria un suono di parole innamorate è la sua voce che le pronunzia, quando un rumore di baci indistinto, sommesso, ci fa trasalire, sono i baci suoi, quando un fruscio di abiti ci fa fremere è il suo peplo che striscia sull’arena, è lei che fa contorcere di passione, languire ed impallidire d’amore la città. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non muore, non ha tomba, è immortale. È l’amore». È nell’energia e nella passione di tutti coloro che, autogestendosi, hanno preso parte ad un progetto che ci ricorda che di Parthenope vive l’amor proprio.
!MPATTO MAGAZINE - 1 2 - 10 LUGLIO 2015
!MPATTO MAGAZINE - 1 3 - 10 LUGLIO 2015
!MPATTO MAGAZINE - 1 4 - 10 LUGLIO 2015
- APOSTASIA IN MAURITANIA APOSTASY IN MAURITANIA -
#IOSOSTENGO - #ISUPPORT —
Se la prepotenza usurpatrice della vita usa la legalità per disonorare la dignità umana e perpetrare una forma di governo antidemocratico, il mondo ha il dovere di fermarsi, osservare, reagire. E sostenere. If life’s usurper prevarication uses law to dishonor human dignity and to perpetrate a form of undemocratic government, the world has a duty to stop, observe, react. And support.
M M auritania 23 dicembre 2013, Mohamed Ould M’Kheitir è accusato di apostasia. Ossia rinnegamento della propria religione, blasfemia. Un anno dopo Mohamed è condannato a morte. Ora in attesa di esecuzione. Apostasia, un termine usato come arma e assurto a ruolo di reato. Un reato sì, nel suo stesso esistere, contro ogni diritto umano, contro qualsiasi forma di civiltà e senso di dignità. L’apostasia come inganno, come una mano davanti alla bocca per zittire, davanti agli occhi per non lasciar vedere. Apostasia usata per additare un uomo al solo scopo di bloccare le rivendicazioni sociali degli “ultimi”. L’apostasia di Mohamed, un ingegnere, si traduce in un’invettiva sotto forma di stato su un social network (Facebook e il potere del “A cosa stai pensando?”) per denunciare le ingiustizie gravi, e vere, subite dai fabbri a causa di “un ordine sociale iniquo” trasmesso “dai tempi del Profeta”. Blasfemia! Un essere umano che manifesta il suo disaccordo in Africa del Nord - dove uno schiavo non è neanche un soggetto giuridico - è blasfemo. Non serve essersi pentito, come richiede la legge, per aver salva la vita. Non è pentito sinceramente, sostiene la corte! Una schiera di avvocati ha ottenuto la condanna, facilmente.
auritania. On December 23 2013, Mohamed Ould M’Kheitir was accused of being an apostate; namely to have renounced his own religion, to have committed blasphemy. A year later, Mohamed has been sentenced to death. He is now waiting for execution. Apostasy: a word that has been used as a weapon and gradually became a crime. A crime against Human Rights, against any dignity or form of civilization. Apostasy is perceived as deception, like an hand over the mouth to get silence, like an hand on the eyes to make them blind. Apostasy is used just to block the social claims of the “last ones”. (Thanks to Facebook and its power to let people state “what are you thinking about”?). To denounce the severe injustice suffered just because of an unfair social hierarchy, heir of the times of the Prophet. A man who expresses his disagreement in North Africa where a slave is not even a legal entity - is considered blasphemy. Being repetend, as law requires, is not needed to be safe. “He is not sincerely repented!”. The court argues, and a group of lawyers easily obtained the sentence.
Non c’è di che stupirsi, il copione è recitato alla perfezione, fino a quando però entra in scena una cittadinanza onoraria. Dal 3 luglio, Mohamed è cittadino onorario della città di Napoli. A Palazzo san Giacomo si è tenuta la Conferenza Stampa del Sindaco Luigi De Magistris e di Nicola Quatrano Presidente della Onlus OSSIN a sostegno della campagna di sensibilizzazione sui diritti umani nel Mediterraneo “Io sostengo Mohamed Ould M’Kheitir” ed una raccolta fondi su buonacausa.org perché Mohamed goda del diritto al giusto processo e per l’annullamento della sentenza. Per la difesa di un diritto inviolabile e insindacabile: libertà di pensiero. Una libertà che finisce dove comincia quella dell’altro.
It is not surprising at all, until an honorary citizenships comes up. From 3rd July of current year, Mohamed is a Naples’ honorary citizen! At Palazzo San Giacomo, in fact, a press conference was held by the City Mayor Luigi De Magistris and OSSIN’s President Nicola Quatrano in support of the awareness campaign on human rights in the Mediterranean named “I support Mohamed Ould M’Kheitir” and of the fundraiser on buonacausa.org, in order to allow Mohamed to enjoy the rights to have a correct process and to have the judgment’s nullification. All this is done in favour of an inviolable and unquestionable right that is the freedom of thought. A freedom that ends where the other’s begins.
!MPATTO MAGAZINE - 1 5 - 10 LUGLIO 2015
Immagine acquisita al microscopio elettronico a scansione e ricolorata in falsi colori dal ricercatore Alberto Ansaldo all’IIT di Genova. Alberto Ansaldo Isola di Carbonio
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!MPATTO MAGAZINE - 1 6 - 10 LUGLIO 2015
IN MOSTRA AL PALAZZO DELLE ARTI -
La sc ienz a in un o s c atto
CERVELLI RESTART TRA ARTE E SCIENZA
L
a prima sensazione che si vive, rapportandosi alle venticinque fotografie esposte in maniera pulita, netta e precisa, in una delle sale del Palazzo delle Arti di Napoli, è quella di guardare immagini di vedute ampie. Quasi come se si stesse ammirando il quadro generale, come se l’occhio si stesse perdendo nell’infinitamente grande. Poi, quasi ci si impone di ricordare cosa si sta osservando, come un monito; come un memorandum a contestualizzare. È solo così che ci si rende conto dell’infinitamente piccolo da cui si è circondati. L’educazione visiva si sviluppa attraverso l’esercizio: vediamo ciò che siamo abituati a guardare. Quasi per assonanza, quasi come quando si comincia a leggere una parola e la vocina che alberga nel cervello di ognuno completa la frase. Sapendo già dove si voglia andare a parare. Un fiore, una ragnatela, un’onda. Nulla di sconvolgente, l’occhio è abituato, anche lui sa dove si vuole andare a parare. Invece no. Invece basta avvicinarsi, approfondire, leggere e stupirsi. “Beyond Science. La scienza in uno scatto”, mette in mostra ciò che non si vede. Ciò che il nostro occhio non è abituato a vedere, semplicemente perché non può. L’unità di misura con cui ci si rapporta è il nanometro, i soggetti rappresentati variano dai cristalli di ossido di zinco, ai neuroni embrionali di topo. L’effetto è straniante. “Diciamo che se si esclama “uh che bello!”, guardando le foto, lo scopo lo abbiamo raggiunto” E lo scopo, di cui parla Irene Rivara - Ufficio di divulgazione e supporto alla ricerca dell’IIT - sembra essere stato quanto mai raggiunto. Mettere la scienza al servizio del bello, dell’arte e della fruibilità. Fare in modo che anche il pubblico profano, privo di qualsivoglia background scientifico alle
spalle, possa ammirare, stupirsi ed imparare. La divulgazione scientifica che abbraccia il contesto artistico, rendendosi accessibile. Un progetto sicuramente ambizioso quello dell’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia). “Abbiamo deciso di indire, all’interno dell’Istituto, un concorso sfidando i ricercatori a trovare qualcosa di artistico nel loro lavoro di tutti i giorni. Hanno partecipato un centinaio di studiosi con altrettanti scatti, è stato poi formato un comitato di esperti fotografi, registi e scienziati per selezionare le opere vincitrici. Ne sono state selezionate inizialmente sei e, adesso, stiamo portando il progetto in giro per l’Italia, principalmente nelle città in cui sono presenti i nostri centri.” Una sfida, dunque. Trovare il bello del proprio lavoro, o meglio, fare in modo che anche il resto del mondo si renda conto di quanta bellezza ci sia nel proprio lavoro. Di quanta bellezza alberghi nelle trame nascoste di ciò che ci circonda. Condividere, infine, quella bellezza segreta anche con i non addetti ai lavori. In un gioco di generosità e consensi. Una sfida che ne cela altre, come quella del ritorno. “In tutta Italia siamo 1400, l’età media è 34 anni quindi l’organico è molto giovane; il 41% dei nostri ricercatori è donna e questo è un fiore all’occhiello di cui andiamo particolarmente fieri. I ricercatori arrivano da tutto il mondo, e ci vantiamo del fatto che il 17% di loro, è composto da ragazzi tornati in Italia, grazie ad un’opportunità lavorativa.” Una sfida che riesce a capovolge l’idea di fallimento; basti pensare che l’opera vincitrice, “L’onda Kanagawa”, sia nata, in realtà, da un esperimento fallito. La mostra è stata inaugurata il 7 luglio, ed è organizzata con il supporto degli Assessori ai Giovani e politiche giovanili, creatività e innovazione, e alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. Sarà accessibile in maniera gratuita fino 18 luglio presso il PAN di Napoli.
!MPATTO MAGAZINE - 1 7 - 10 LUGLIO 2015
!MPATTO MAGAZINE - 1 8 - 10 LUGLIO 2015
Si tratta una superficie di un foglio plastico che si è ristretto per effetto del riscaldamento dopo un trattamento al plasma di ossigeno. Immagine acquisita al microscopio elettronico a scansione e ricolorata. Greco e Mattoli La grande onda di Kanagawa
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!MPATTO MAGAZINE - 1 9 - 10 LUGLIO 2015
06 Un volto tondo e un cappuccio a punta, il monaco immaginato da Alessandro Garziano di Istituto Italiano di Tecnologia a Napoli, è in realtà una microstruttura per colture cellulari tridimensionali. Alessandro Garziano Monaco
!MPATTO MAGAZINE - 2 0 - 10 LUGLIO 2015
!MPATTO MAGAZINE - 2 1 - 10 LUGLIO 2015
- L’INIZIATIVA POLITICO ECONOMICA -
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JE SONG TSIPRÀS! Dopo mesi di sostegno alle politiche del premier greco Alexis Tsipras, Napoli si associa ai festeggiamenti di chi ha detto No ad un’Europa che vuole imporre lezioni. Una città che, nonostante i tanti problemi, ha fatto sentire la propria vicinanza ad un popolo che vuole rialzarsi e tornare a dire la sua in Europa, senza restare il fanalino di coda di un’Unione che vuole dettare linee austere.
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Piazza Syntagma, una domenica sera diversa dalle altre. Una domenica sera divenuta simbolo di una negazione rivoluzionaria. La sera del 5 luglio 25mila metri quadrati di piazzale si sono trasformati in vita pulsante, reazione di un popolo che vuol sentirsi padrone del proprio destino, senza dipendere dalle decisioni che vengono dalle stanze fredde del Nord Europa. Ha detto NO la Grecia, ha gridato il suo OXI all’Europa; è stanca di fare i compiti a casa per i professori della Troika a cui non bastano mai, è pronta a fare la sua parte, ma alle sue condizioni, sedendosi a un tavolo per trattare, per dire la propria. Se stavolta Atene non piange anche Sparta inizia a sorridere. E le esultanze travalicano i confini e i mari fino a giungere in un sud geografico e sociale. Dall’altra parte del Mediterraneo il risultato del Referendum è stato vissuto come allo specchio, rivedendo specularmente le condizioni di disagio, il bisogno di cambiamento, l’eco di un urlo represso per troppo tempo ed esploso con il fragore del contraccolpo. Lì, in un puntino ad ovest della cartina, a Sud dell’Europa e dell’Italia per gridare, per far sentire la propria presenza. Napoli per Tsipras, per chi ha dato voce ad un popolo allo stremo, chiedendogli se volesse morire a poco a poco o provare a rialzarsi, a riscattare la propria dignità di nazione. Una pagina Facebook che ha raccolto oltre 6000 seguaci in poche settimane è stata il megafono di ciò che accadeva nella culla della democrazia dando una lezione di libertà in linea con la propria storia millenaria. Sono circolate immagini di piazze piene, strette intorno al loro premier che, come un novello Ercole, sfidava Idra, serpente dalle nove teste velenose che oggi chiameremmo Fondo Monetario Internazionale, BCE, Commissione europea. La solidarietà espressa al premier greco è nata già nei mesi precedenti, mesi in cui una parte consistente del popolo napoletano si è riconosciuta in chi chiedeva un cambio di
rotta dell’Europa. Al di là dei movimenti che ne invocano la distruzione, cavalcando l’emotività di un continente in difficoltà, senza pensare ai rischi di un salto nel vuoto. Tsipras il salto lo compie valutando i rischi consapevole del vuoto, consapevole anche di ciò che lascia alle spalle. Spinto soprattutto da quello che c’è alle sue spalle e del popolo greco. È da un bel po’ che Tsipras è guardato, con interesse, come colui che può incarnare il desiderio di cambiamento che serve all’Europa, per molti invischiata nelle pieghe di un capitalismo basato su un sistema di rigore e austerità che sembra non finire mai. Austerità e problemi che si avvertono se non si vive a Strasburgo e Bruxelles, ma che deve stringere la cinta trattenendo il respiro ad Atene, a Lisbona, a Madrid, a Roma, a Napoli. Non si è trattato di una carrellata social, di un semplice susseguirsi di condivisioni a cui si è ormai assuefatti. Il sostegno di una città stretta intorno a un uomo solo contro i potenti dell’Europa che volevano una Grecia di serie B è stato vero, sentito. La parola d’ordine di Tispras è stata “dignità”. Una parola a cui il popolo napoletano è sensibile vivendo una realtà spesso usurpatrice del termine stesso. Una parola che reclama a gran voce quando viene messa in discussione. In nome di un diritto invalicabile c’è stata una grande mobilitazione, culminata con la manifestazione di sostegno alla comunità ellenica, che ha visto anche la partecipazione del Sindaco di Napoli e dell’amministrazione comunale. Calore e grande empatia con la sofferenza di una nazione in cui comincia a mancare il necessario per vivere e per curarsi. Il cammino della Napoli con Tsipras non si ferma qui, continua nell’appoggio al premier greco, al politico che reclama la dignità per il suo popolo, che a Donald Tusk - convinto nell’affermare che per la Grecia sia arrivato il Game Over risponde che la Grecia non è un gioco. Lui non ci sta a vedere la sua gente e le sue sofferenze tradotte in numeri da elencare in tabelle. Per questo Napoli si riconosce in lui, per l’immagine di voglia di riscatto che porta, la stessa voglia che i napoletani onesti hanno di riemergere dalla mediocrità alla quale tanti, troppi in questa città, sembrano essersi assuefatti.
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