Le energie rinnovabili

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Collana

LE ENERGIE

IN

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RINNOVABILI La collana di e-book dedicati alle Piccole e Medie Imprese

In questa guida vi presentiamo una panoramica delle principali fonti rinnovabili in cui possono investire le imprese per ottenere un maggiore risparmio energetico e una migliore tutela ambientale. L’obiettivo è di aiutare l’imprenditore ad essere consapevole delle opportunità di cui può beneficiare per rendere la sua azienda più competitiva.

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INDICE Perchè investire nelle energie rinnovabili

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Le tipologie di fonti rinnovabili

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L’eolico

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Il fotovoltaico

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Il solare termico

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L’impianto termodinamico

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Gli impianti a biomassa

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La cogenerazione

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La trigenerazione

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La geotermia

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Gli incentivi per le fonti rinnovabili

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Il caso dell’azienda Valpattonera

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PREFAZIONE L’investimento nel risparmio energetico rappresenta un’importante spinta per l’innovazione aziendale. L’efficienza energetica è uno degli obiettivi da conseguire non solo per l’Italia ma anche a livello europeo. L’Unione Europea, infatti, ha stabilito per il 2020 di arrivare ad una riduzione dei consumi di energia. L’obiettivo 20-20-20 prevede di ridurre del 20% i consumi attraverso una maggior efficienza energetica, di diminuire del 20% le emissioni di gas che alterano l’ambiente e di aumentare del 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili. L’Italia negli ultimi anni ha conquistato una posizione di testa nella corsa all’energia pulita, in Europa è ai primi posti nella produzione di energia da fonti rinnovabili.

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In tutto il mondo stiamo assistendo ad una corsa per incrementare l’energia verde. Tanto che secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) le fonti rinnovabili diventeranno la seconda maggiore fonte di produzione energetica al mondo entro il 2015 e si avvicineranno al carbone come prima fonte entro il 2035. In questo e-book vi presentiamo una panoramica delle principali fonti rinnovabili in cui possono investire le imprese per ottenere un maggiore risparmio energetico e una migliore tutela ambientale. Inoltre vi proponiamo una breve sintesi delle agevolazioni in vigore sull’intero territorio nazionale destinate alle imprese che utilizzano le fonti rinnovabili.

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PERCHÉ INVESTIRE NELLE ENERGIE RINNOVABILI. Le fonti rinnovabili di energia sono quelle fonti che, a differenza dei combustibili fossili e nucleari che sono destinati ad esaurirsi in un tempo definito, possono essere considerate inesauribili. Sono fonti rinnovabili l’energia del sole, del vento, delle biomasse, delle onde, ma anche l’energia geotermica e i rifiuti industriali e urbani. Con le opportune tecnologie è possibile convertire queste fonti in energia termica, elettrica, meccanica o chimica. Queste fonti energetiche hanno un impatto ambientale limitato. Un impianto solare, eolico o geotermico è quindi un investimento vantaggioso sia per il pianeta che per chi lo realizza. Ma i vantaggi per i privati e le aziende sono soprattutto dal punto di vista economico. L’efficienza e la razionalizzazione dei costi energetici garantisce una riduzione dei costi operativi ed una maggiore competitività aziendale. Gli incentivi previsti per alcune tipologie di fonti rinnovabili rendono l’investimento conveniente nell’arco di pochi anni. Un’impresa che sceglie di investire nel risparmio energetico, quindi, è spinta soprattutto da una convenienza dal punto

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di vista economico e finanziario. Teniamo presente tra i vantaggi anche il miglioramento dell’immagine verso l’esterno, soprattutto quando si effettua un investimento nelle fonti rinnovabili. Il ricorso alle energie rinnovabili è una scelta da perseguire perché si tratta di fonti:

• gratuite; • rinnovabili, dal momento che sono praticamente inesauribili;

• non inquinanti. Il loro utilizzo non determina durante la fase di produzione emissioni di sostanze inquinanti e di anidride carbonica, la principale responsabile dell’effetto serra e del riscaldamento globale in atto;

• accessibili a tutti e ben distribuite.

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LE TIPOLOGIE DI FONTI RINNOVABILI L’EOLICO Un impianto eolico permette di trasformare l’energia cinetica del vento in energia meccanica e poi in energia elettrica (attraverso un generatore). Per avere un impianto eolico performante è necessario che il sito di installazione sia molto ventoso, che il vento sia il più costante possibile e che abbia una buona velocità. Raggiunta la velocità minima del vento, il rotore si avvia spontaneamente ed inizia a produrre energia elettrica. Con condizioni minime di vento, ovviamente, la produzione di energia elettrica è minima.Al crescere della velocità del vento la potenza prodotta dalla macchina aumenta in modo più che proporzionale. Collegando insieme più aerogeneratori si formano le “windfarm”, cioè le “fattorie del vento”, che sono delle vere e proprie centrali elettriche. Negli ultimi anni si stanno diffondendo in Italia gli impianti offshore che sono delle wind farm costruite in mare aperto a pochi chilometri dalla costa per produrre energia elettrica. Oltre a queste vere e proprie centrali eoliche, sono sempre più diffusi i mini impianti eolici di ridotte dimensioni e

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più semplici da installare, che ben si adattano ad essere collocati negli spazi di proprietà di privati e aziende. Questi impianti possono avere le caratteristiche e le applicazioni più svariate: dai micro sistemi per applicazioni non connesse alla rete elettrica, alle applicazioni residenziali in ambito rurale e semi-urbano (impianti con qualche kilowatt di potenza), a mini centrali di produzione di energia con uno o più aerogeneratori (con una potenza fino a 200 kW). Molte aziende sono interessate alla realizzazione di un impianto mini eolico, come ad esempio:

• • • •

agriturismi e strutture alberghiere; camping, villaggi, ecc...; aziende agricole; aziende industriali e del terziario situate in aree libere.

In generale l’energia eolica può essere sfruttata solo nei luoghi che presentano le condizioni ambientali più idonee per quanto riguarda la conformazione del terreno e la costanza della presenza di vento. La realizzazione di impianti eolici presenta alcuni svantaggi a livello locale tra cui: l’occupazione del territorio, l’evidente impatto visivo ambientale, gli effetti sulla flora e la fauna e le interferenze sulle telecomunicazioni (che da studi recenti risultano piuttosto modeste). Il vantaggio però è di avere una fonte di energia rinnovabile e pulita, anche se fornita in modo intermittente in quanto la funzionalità dell’impianto dipende dalla presenza, dalla direzione e dalla forza del vento.

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IL FOTOVOLTAICO Un impianto fotovoltaico trasforma direttamente l’energia associata alle radiazioni solari in energia elettrica grazie all’uso di celle fotovoltaiche che vengono esposte all’azione dei raggi solari. Il materiale maggiormente utilizzato per la costruzione di celle fotovoltaiche attualmente è il silicio. L’impianto fotovoltaico di un’impresa, un condominio o di un’abitazione produce corrente elettrica continua che viene utilizzata, una volta trasformata in corrente alternata, per soddisfare le necessità delle proprie utenze, mentre il surplus viene ceduto alla rete

per essere

utilizzato da qualunque utente. DA COSA DIPENDE L’EFFICIENZA DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO La quantità di energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico dipende da numerosi fattori. I principali sono:

• la superficie dell’impianto; • l’inclinazione dei moduli rispetto all’orizzonte e l’orientamento rispetto a sud, la posizione ideale che garantisce la maggiore efficienza e la migliore resa. Se i moduli fotovoltaici sono orientati diversamente si avrà una diminuzione di produzione di energia elettrica in funzione dell’angolo di deviazione. Ad esempio orientando i moduli a sud-est oppure a sud-ovest si rileva una perdita di circa il 10%.

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Anche l’inclinazione dei


moduli rispetto all’orizzonte può influire sulla resa energetica dell’impianto. In Italia l’inclinazione che permette una buona resa media nel corso di tutto l’anno è di circa 30°, ma se si desidera ottimizzare e quindi aumentare la resa costantemente nelle varie stagioni occorre avere un angolo di circa 15° rispetto all’ orizzonte in estate e di circa 60° in inverno dato che la superficie dei moduli dovrebbe essere sempre il più perpendicolare possibile rispetto ai raggi luminosi incidenti;

• l’intensità della radiazione solare nel sito di installazione (ad esempio le nubi riducono mediamente del 30% l’energia solare convertibile da un impianto fotovoltaico);

• l’assenza o meno di ostacoli che possono creare ombreggiamento (piante, edifici alti nelle vicinanze, ecc...);

• l’efficienza dei moduli fotovoltaici (se si dispone di spazi sufficientemente grandi si possono usare moduli con minore efficienza, che sono meno cari ma necessitano di superfici maggiori);

• la temperatura ambientale di funzionamento; • la localizzazione geografica del sito dove l’impianto viene installato. È interessante notare che un impianto fotovoltaico produce comunque, seppur in misura ridotta, un minimo di energia elettrica anche in caso di cielo molto nuvoloso, sfruttando la radiazione solare diffusa. Invece di

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notte non è in grado di funzionare. Un aspetto importante da tenere in considerazione è che se si passa dal Nord Italia al Sud insulare, la produzione di elettricità di uno stesso impianto può aumentare anche del 30% annuo, a causa del maggiore irraggiamento.

IL SOLARE TERMICO Tutti i fabbricati di condomini o piccole imprese che dispongono di uno spazio soleggiato (tetto inclinato, tetto terrazzato, giardino, ecc..) possono dotarsi di un sistema solare per la produzione di acqua calda sanitaria o per il riscaldamento degli ambienti utilizzando l’energia termica del sole. Il costo dell’impianto varia in base alle difficoltà di installazione. Un tetto terrazzato (piano) oppure uno spazio sul terreno sono più facili da adattare, ma anche un tetto inclinato e dotato di tegole può presentare delle condizioni favorevoli. In questo caso però bisognerà studiare con maggiore attenzione il sistema di posizionamento delle apparecchiature. Infatti è molto importante scegliere sempre la posizione con la migliore insolazione che garantisca la maggiore resa possibile del sistema e che sia facilmente accessibile per risparmiare sui costi di installazione. Con un buon impianto solare termico ben proporzionato rispetto alle necessità e rispetto ai costi si riesce a coprire un’altissima percentuale del fabbisogno di acqua calda sanitaria, abbattendo sensibilmente le spese energetiche

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e l’immissione di gas nocivi in atmosfera. La percentuale di copertura dei fabbisogni cresce se l’impianto è ubicato al Centro/Sud Italia rispetto al Nord e, al tempo stesso, diminuisce il costo dell’ impianto dato che può essere sufficiente un impianto più piccolo. Per produrre acqua calda per riscaldare gli ambienti durante i mesi invernali, oltre all’impianto solare termico, occorrerà dotarsi anche di un sistema di distribuzione interna del calore a pannelli radianti, possibilmente inseriti sotto il pavimento, al fine di ridurre al massimo le dispersioni che potrebbero inficiare il rendimento globale. In alcune circostanze può essere più conveniente dotare il condominio o l’azienda di un impianto misto, che sia solare termico ed anche fotovoltaico.

L’impianto termodinamico Un impianto termodinamico a concentrazione è un impianto che sfrutta la componente termica dell’energia solare per la produzione di energia elettrica. Oltre alla captazione di energia termica solare già presente nei comuni impianti solari termici per la produzione di acqua calda, aggiunge un ciclo termodinamico per la trasformazione dell’energia termica in energia elettrica tramite una turbina a vapore collegata ad un alternatore come avviene nelle comuni centrali termoelettriche. A differenza dei comuni pannelli solari termici per la produzione di acqua calda a fini domestici (con

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temperature minori di 95°) questi impianti generano temperature medie ed alte ( fino a 600°) permettendone l’uso in applicazioni industriali come la generazione di energia elettrica o come calore per processi industriali (cogenerazione). La produzione di energia elettrica è possibile anche in periodi di assenza di energia solare (ad esempio di notte) grazie alla possibilità di accumulo del calore in appositi serbatoi. Rispetto ad un impianto fotovoltaico tradizionale, con gli impianti a concentrazione è possibile produrre energia elettrica in modo più uniforme nel tempo. Ma a causa dello scarso sviluppo commerciale di questi impianti, il costo al Kwh è ancora superiore rispetto a quello di altre fonti rinnovabili. I sistemi solari termodinamici si possono integrare con gli impianti pre-esistenti come i pannelli solari termici e le caldaie tradizionali. Il solare termodinamico, come tutte le tecnologie da fonti rinnovabili, ha essenzialmente due tipologie di vantaggi ambientali:

• la mancata emissione di gas serra; • la riduzione dell’utilizzo di fonti di energia tradizionali e fossili.

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GLI IMPIANTI A BIOMASSA Gli impianti a biomassa utilizzano come combustibile i composti di origine animale (farine, grassi) o vegetale (scarti di agricoltura, cippato di legno, foglie secche triturate, sottoprodotti di segheria). Tra le applicazioni della biomassa troviamo la produzione di energia (biopower) e la sintesi di carburanti (biofuels). Le soluzioni impiantistiche possono essere differenti in base al tipo di biomasse, alle tecnologie utilizzate e al prodotto finale che può essere: energia elettrica, energia termica oppure energia elettrica combinata con la produzione di calore. Impianti di riscaldamento a cippato o pellet di dimensioni medie o piccole (fino a 100 Kw) possono soddisfare i bisogni di riscaldamento e di acqua calda di condomini oppure piccole aziende. Gli impianti attuali hanno raggiunto livelli di efficienza (rendimento termico fino al 90% rispettando i vincoli ambientali sulle emissioni) e affidabilità simili a quelli di impianti tradizionali a gas o gasolio. Le centrali termoelettriche alimentate da biomasse solide o liquide sono in grado di produrre un gas che deve essere soggetto ad un trattamento di purificazione e che genera gas metano. Questo gas viene utilizzato come combustibile per alimentare i gruppi elettrogeni che

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generano energia elettrica tramite il collegamento con un generatore elettrico. Al tempo stesso i motori producono calore, quest’ultimo riscalda acqua/aria che passa nei tubi dell’impianto e in tal modo si genera energia termica. Le taglie delle centrali possono variare dalle medie centrali termoelettriche alimentate da biomasse solide (in genere cippato di legno), fino a piccoli gruppi elettrogeni alimentati da biocombustibili liquidi. I PRINCIPALI VANTAGGI DELLA BIOMASSA SONO:

• è molto abbondante e si trova in quasi ogni parte del mondo;

• è rinnovabile grazie al rimboschimento; • è facilmente convertibile in combustibili ad alto potere energetico (alcool, gas);

• è più economica dei combustibili fossili; • con la sua produzione si possono rigenerare aree disboscate;

• si possono sfruttare zone inutilizzate dall’agricoltura e creare occupazione;

• se è utilizzata per produrre energia non provoca aumento di CO2 e contiene molto l’inquinamento da zolfo ( piogge acide). Tra gli svantaggi, invece, c’è un basso potere calorifero rispetto ai combustibili fossili e una disponibilità limitata a determinati periodi stagionali: il legno si raccoglie in

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inverno e molte colture di cui si utilizzano gli scarti sono disponibili solo in determinate stagioni. BIOPOWER Le tecnologie del biopower convertono i combustibili rinnovabili della biomassa in calore ed elettricità usando apparecchiature simili a quelle usate con i combustibili fossili, ma con impatti ambientali decisamente più limitati. Il costo per generare elettricità o calore dalla biomassa varia in funzione del tipo di tecnologia adottata, della dimensione dell’impianto e del costo di approvvigionamento della biomassa. Affinché

un

impianto

si

riveli

economicamente

vantaggioso, è necessario minimizzare le distanze di trasporto tra il punto di approvvigionamento delle risorse e l’impianto. Si calcola che se la distanza è superiore a 100 Km, si comincia a perdere competitività per cui l’utilizzo di questa fonte rinnovabile diventa antieconomico. Oggi la biomassa soddisfa circa il 15% degli usi energetici nel mondo (i valori sono inferiori nei Paesi industrializzati e superiori nei Paesi in via di sviluppo). Negli USA la biomassa rappresenta la seconda fonte di energia rinnovabile per produrre elettricità, dopo quella idroelettrica, per cui è molto diffusa in tutti gli Stati.

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GAS NATURALE Il gas naturale, estratto insieme al petrolio oppure in giacimenti indipendenti, è un buon combustibile ed è abbastanza rispettoso dell’ambiente dato che è il più pulito tra i combustibili fossili. Bisogna tenere presente però che nella combustione vengono comunque prodotti anidride carbonica e tracce di ossidi d’azoto che sono i massimi responsabili dell’inquinamento atmosferico. In Italia solo 1/3 del fabbisogno di gas naturale proviene dai giacimenti nazionali. Il resto deve essere importato con aggravio di costi e con ovvi fenomeni di dipendenza dalle nazioni estere (Siberia, Olanda e Algeria). I principali utilizzi del gas naturale si hanno nel settore residenziale

(riscaldamento,

raffreddamento

con

condizionatori e utilizzo diretto) ; nel settore industriale con le industrie alimentari (per cottura, tostatura, stagionatura, ecc.), metallurgiche (fusione dei metalli, trattamenti termici, ecc.), laterizi e ceramica (forni di essiccazione e di cottura, ecc.), vetro (forni di fusione, ecc.), oreficeria (costruzione e saldatura di metalli preziosi), tessitura (rasatura delle pezze, termofissaggio, ecc.), carta (essiccamento); nel settore commerciale

per riscaldamento, condizionamento e

refrigerazione (ad esempio nella ristorazione, negli hotel, nelle vendite al dettaglio o nei centri commerciali, negli ospedali, nei cantieri edili, ecc.); nel settore dell’autotrazione; nella produzione di energia elettrica.

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BIOGAS Il biogas è una miscela di vari tipi di gas ed è composto fino all’80% principalmente da metano. Il biogas è considerato una fonte energetica rinnovabile. I liquami zootecnici, essendo residui organici, possono essere usati nella produzione di biogas che è idoneo alla produzione di energia elettrica, termica o di entrambe con la cogenerazione. Alle tradizionali produzioni zootecniche si può affiancare, quindi, la produzione di biogas per produrre elettricità e calore, diminuendo anche i problemi di smaltimento dei liquami. Gli impianti per la produzione di biogas zootecnico sono realizzati in genere da aziende agricole o aziende zootecniche che possono anche vendere in rete l’energia prodotta non utilizzata per l’autoconsumo.

LA COGENERAZIONE La cogenerazione, nota anche come CHP (Combined Heat and Power), è la produzione congiunta e contemporanea di energia elettrica e calore utilizzando una singola fonte energetica in un unico sistema integrato. La cogenerazione, utilizzando il medesimo combustibile per due utilizzi differenti, mira ad un più efficiente utilizzo dell’energia primaria, con relativi risparmi economici soprattutto nei processi produttivi dove esiste una forte contemporaneità tra prelievi elettrici e prelievi termici. Un sistema di cogenerazione permette, quindi, di risparmiare energia rispetto a due sistemi separati destinati uno a produrre elettricità e l’altro a produrre calore.

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Ci possono essere impianti di cogenerazione ad alto rendimento, mentre quelli con potenza elettrica prodotta minore di 1 Mw, vengono definiti di micro cogenerazione e sono adatti per abitazioni, ospedali, hotel, serre, ecc... Il principio su cui si basa la cogenerazione è quello di recuperare il calore generato durante la produzione di energia elettrica, che solitamente viene disperso (specie nelle centrali termoelettriche) e riutilizzarlo per produrre energia termica. Il sistema di cogenerazione risulta più efficiente se la domanda di energia elettrica e termica sono il più contemporanee possibile. Il rapporto tra le due domande di energia deve essere costante e, per ovvie ragioni, la domanda di calore deve essere a bassa temperatura (tipo riscaldamento di condomini, negozi o piccole imprese) dato che ad oggi non è tecnicamente ed economicamente pensabile ricavarne calore ad alta temperatura. Ne consegue un risparmio energetico e, oltre tutto, evidenti vantaggi ambientali rispetto all’utilizzo di due impianti separati. Una tipica centrale termoelettrica, in funzione della quantità di carburante utilizzato, produce energia elettrica per il 40% ed ha perdite di vario tipo per il 60%. A parità di tipo e quantità di carburante usato, un impianto di cogenerazione ad alto rendimento, produce energia elettrica per il 40%, calore per il 47% e ha perdite solo per il 13%. Il risparmio energetico complessivo è

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quantificabile nel 25-40% dei costi. Di conseguenza un impianto di cogenerazione ad alta efficienza in genere ha tempi relativamente brevi per ottenere un ritorno economico (pay back in 36, massimo 50 mesi). Per impianti di cogenerazione ad alto rendimento con potenza minore di 200 Kw è previsto il servizio di “scambio sul posto” per l’energia elettrica prodotta (come avviene per i piccoli impianti fotovoltaici), per cui un’azienda paga solo i consumi elettrici superiori all’energia prodotta.

LA TRIGENERAZIONE Con il termine trigenerazione

si intende un sistema

in grado di produrre non solo elettricità e calore ma anche, utilizzando il calore prodotto, di produrre energia frigorifera ovvero acqua refrigerata per il condizionamento o per vari processi industriali. In un impianto di trigenerazione ad alta efficienza, immesso 100 di carburante, si ricava 40% di energia elettrica, 16% di energia termica, 31% di energia frigorifera con perdite totali dell’ordine del 13%. Nell’ambito

industriale

un

idoneo

impianto

di

trigenerazione fornisce con un buon risparmio energetico:

• energia elettrica per alimentare macchinari e illuminazione;

• energia termica per riscaldare acqua, aria, olio e

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per permettere ad esempio cicli di fusione di certi materiali;

• vapore come fluido per trasmettere calore, sterilizzare e produrre energia meccanica;

• energia frigorifera per il condizionamento estivo, il raffreddamento dei macchinari e la conservazione di prodotti. Incominciano ad esistere sistemi di co-trigenerazione che possono utilizzare fonti energetiche rinnovabili (biogas, biomasse, energia solare), che consentono di aumentare ulteriormente il risparmio energetico e diminuire sensibilmente l’impatto ambientale.

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PRODUZIONE DI ENERGIA confronto fra sistema convenzionale e cogenerazione Energia elettrica 36%

CARBURANTE

CENTRALE TERMOELETTRICA

Perdite 64%

Energia elettrica 34%

CARBURANTE

COGENERAZIONE

Energia termica 53%

Perdite 13% Perdite di calore 13% ElettricitĂ 30%

COMBUSTIBILE

TRIGENERAZIONE Calore 55% - Raffreddamento

Perdite di trasmissione 2%

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GEOTERMIA Un impianto geotermico sfrutta la temperatura costante del terreno che negli strati superficiali si mantiene tra i 12°C e i 17°C. Questo consente di estrarre calore in inverno da utilizzare per il riscaldamento e la produzione di acqua sanitaria e di cedere calore in estate per rinfrescare con l’aria condizionata. La geotermia consiste nel convogliare i vapori provenienti dalle sorgenti d’acqua del sottosuolo verso apposite turbine adibite alla produzione di energia elettrica, riutilizzando il vapore acqueo per il riscaldamento urbano, le coltivazioni in serra e il termalismo. Per alimentare la produzione del vapore acqueo si ricorre spesso all’immissione di acqua fredda in profondità, una tecnica utile per mantenere costante il flusso del vapore. In questo modo si riesce a fare lavorare a pieno regime le turbine e produrre calore con continuità. L’uso di quest’energia comporta vantaggi come l’inesauribilità a tempi brevi, se sfruttata in modo razionale, ed il minor inquinamento dell’ambiente circostante. La geotermia a bassa temperatura può essere utilizzata sia dalle abitazioni sia dalle imprese. La geotermia resta comunque una fonte energetica marginale da utilizzare solo in limitati contesti territoriali. In Italia gli impianti geotermici sono presenti solo in Toscana.

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GLI INCENTIVI PER LE FONTI RINNOVABILI CONTO TERMICO Il Conto Termico è il sistema di incentivazione più recente, visto che il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a gennaio 2013. Incentiva gli interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Gli

interventi

agevolabili

sono

l’efficientamento

dell’involucro di edifici esistenti, la sostituzione di impianti esistenti per la climatizzazione invernale con impianti a più alta efficienza, la sostituzione o, in alcuni casi, la nuova installazione di impianti alimentati a fonti rinnovabili (pompe di calore, caldaie, stufe e camini a biomassa, impianti solari termici anche abbinati a tecnologia solar cooling per la produzione di freddo). L’incentivo è un contributo alle spese sostenute e viene erogato in rate annuali per una durata variabile (fra 2 e 5 anni) in funzione degli interventi realizzati. Il contributo varia in base alla tipologia di intervento in funzione dell’incremento dell’efficienza energetica e dell’energia prodotta con gli impianti alimentati con fonti rinnovabili.

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QUINTO CONTO ENERGIA Il quinto Conto Energia incentiva la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici. Si tratta di una tariffa incentivante che premia la quota di energia immessa in rete per venti anni. L’agevolazione è rappresentata dalla cosiddetta tariffa onnicomprensiva determinata sulla base della potenza e della tipologia di impianto. L’energia autoconsumata è invece incentivata tramite il cosiddetto premio per l’autoconsumo. Possono usufruire degli incentivi tutti gli impianti connessi alla rete elettrica, di potenza non inferiore a 1 kW, gli impianti integrati con caratteristiche innovative (di potenza non inferiore a 1 kW e non superiore a 5 MW) e gli impianti fotovoltaici a concentrazione (di potenza tra 1 kW e 5 MW). Gli incentivi sono riconosciuti fino a 30 giorni dopo il raggiungimento di un costo indicativo cumulato di 6,7 miliardi all’anno. INCENTIVI PER FONTI RINNOVABILI DIVERSE DAL FOTOVOLTAICO La tariffa onnicomprensiva è il sistema di incentivazione per gli impianti da fonti rinnovabili (tranne il fotovoltaico per il quale è in vigore il Conto Energia) con potenza nominale fino ad 1 MW (fino a 200 kW per gli impianti eolici). Questo sistema di incentivazione è detto onnicomprensivo perché il suo valore include sia la componente incentivante sia la componente relativa alla remunerazione della vendita di energia immessa nella rete elettrica. La durata di questa tariffa incentivante è di 15 anni.

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Il valore dell’incentivo varia in base al tipo di impianto. Si possono agevolare gli impianti eolici, geotermici, idroelettrici, a biogas e biomasse (esclusi i biocombustibili liquidi). CONTO ENERGIA SOLARE TERMODINAMICO Gli impianti solari termodinamici sono incentivati con un sistema simile al Conto Energia utilizzato per il settore fotovoltaico e remunera con tariffe incentivanti l’energia elettrica prodotta da un impianto solare termodinamico, per un periodo di 25 anni. CERTIFICATI VERDI I certificati verdi sono un meccanismo di incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (escluso il fotovoltaico che invece attinge al Conto Energia). I certificati verdi attestano che un determinato quantitativo di energia è stato prodotto attraverso impianti da fonti rinnovabili e sono rilasciati dal Gse. Ogni Certificato Verde attesta convenzionalmente la produzione di 1 MWh di energia rinnovabile. I Certificati Verdi hanno validità triennale e saranno in vigore per le produzioni di energia elettrica fino al 2015. L’ultimo ritiro dei certificati da parte del Gse avverrà il 30 giugno 2016. CERTIFICATI BIANCHI I certificati bianchi, o più propriamente Titoli di Efficienza Energetica (TEE), sono titoli che certificano i risparmi energetici conseguiti come energia elettrica e gas naturale.

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I risparmi avvengono tramite la realizzazione di interventi di efficienza energetica. I soggetti abilitati a richiedere i certificati bianchi sono i distributori di energia elettrica e gas con oltre 50.000 clienti finali, i soggetti con Energy Manager e le Energy Service Company.

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CASE HISTORY QUANDO INVESTIRE NEL FOTOVOLTAICO GARANTISCE UN RITORNO ECONOMICO: IL CASO DELL’AZIENDA VALPATTONERA. La Valpattonera è una società immobiliare che ha sede a Moncalieri (TO). Roberto Turatti è il proprietario e amministratore delegato della società che nel 2009 ha deciso di investire nelle fonti rinnovabili installando un impianto fotovoltaico da 80 kW. Ing. Turatti, quale è il motivo per cui avete deciso di installare un impianto fotovoltaico sul vostro capannone? Il nostro capannone è stato costruito 30 anni fa. Nel 2009 ha subito ingenti danni da una forte grandinata e ci siamo trovati nella situazione di dovere riparare il tetto ed effettuare opere di ristrutturazione edilizia. Inoltre avevamo il problema che la copertura del tetto era in amianto per cui avevamo anche l’esigenza di rimuoverlo e bonificare tutta la struttura. Per cercare di ottenere dei vantaggi da questa situazione ho pensato di installare sul tetto un impianto fotovoltaico che mi consentisse di ricevere dei guadagni a fronte delle spese che dovevamo inevitabilmente sostenere. Mi sono informato e ho saputo che oltre agli incentivi del secondo Conto Energia, che erano in vigore nel 2009, potevano beneficiare di un bonus aggiuntivo del 5% sulle tariffe incentivanti perché insieme all’impianto fotovoltaico rimuovevamo l’eternit dal tetto.

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Quindi la scelta di investire nel fotovoltaico è stata fatta per ottenere un profitto per l’azienda? Si, per noi la scelta di installare l’impianto fotovoltaico è stata soprattutto un’operazione conveniente dal punto di vista finanziario. L’investimento ci è costato circa 360 mila euro che abbiamo finanziato con un prestito della banca ad un tasso molto conveniente. Fin da subito siamo riusciti a coprire i costi del finanziamento attraverso i ricavi ottenuti dagli incentivi del Conto Energia e dalla vendita di energia elettrica all’Enel. Quando

pensate

di

ripagare

l’investimento

di

realizzazione dell’impianto fotovoltaico? Pensiamo di rientrare dei costi sostenuti nell’arco di 9-10 anni. In realtà già a partire dal secondo anno abbiamo avuto un guadagno effettivo sia come conto economico sia come flusso di cassa che sono stati in entrambi i casi positivi. Abbiamo calcolato che la realizzazione dell’impianto fotovoltaico ci ha garantito un ritorno economico di circa il 9% annuo grazie soprattutto agli incentivi del secondo Conto Energia. Le condizioni per installare sul tetto della vostra azienda un impianto fotovoltaico erano favorevoli? Si, i tecnici di Euroenergy prima di installare l’impianto sono venuti a fare un sopralluogo accurato presso la nostra azienda. Dalle loro analisi è risultato che le condizioni di installazione fortunatamente erano favorevoli, perché di fronte alla nostra azienda non c’erano piante, né colline, né

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palazzi. Inoltre il tetto era inclinato a sud, che è la condizione ottimale e garantisce la migliore esposizione ai raggi solari durante tutto l’anno. I lavori di installazione sono durati a lungo? In realtà abbiamo terminato in fretta sia i lavori di ristrutturazione del tetto e di bonifica dall’amianto sia le opere necessarie per installare l’impianto fotovoltaico. Abbiamo agito rapidamente anche perché volevamo riuscire ad ottenere gli incentivi del secondo Conto Energia. In totale tutte le opere edilizie sono state realizzate nell’arco di 2-3 mesi e l’allacciamento dell’impianto fotovoltaico alla rete elettrica è stato eseguito a luglio del 2009. In quali fasi siete stati seguiti da Euroenergy? Come vi siete trovati? Siamo stati seguiti in tutte la fasi, a partire dalla progettazione iniziale fino all’installazione dell’impianto fotovoltaico. Siamo stati assistiti anche nelle procedure burocratiche necessarie per realizzare l’impianto e nella domanda per ottenere gli incentivi del Conto Energia. Siamo soddisfatti della consulenza ricevuta e dei ritorni economici che abbiamo ottenuto con il nostro impianto fotovoltaico. In particolare modo ho apprezzato la professionalità e le valutazioni tecniche che mi hanno dato gli specialisti di Euroenergy che, a differenza di altri, mi hanno saputo consigliare al meglio al fine di ottenere i maggiori vantaggi possibili da tutta l’operazione finanziaria.

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