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IN EVIDENZA

l’analisi LA SOSTENIBILE PESANTEZZA DELLA TRANSIZIONE

ECOLOGICA

All’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), una tra le missioni più complesse riguarda la transizione ecologica ed energetica, la quale, come si usa dire, non sarà un pranzo di gala. L’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) ha definito l’obiettivo della neutralità nelle emissioni di gas inquinanti entro il 2050, il cosiddetto “net zero”, come la più grande impresa che l’umanità abbia mai affrontato. Si tratterà, infatti, di ridefinire completamente i nostri sistemi energetici (e con essi un pezzo significativo dell’economia globale) e al contempo proteggere il benessere dei Paesi avanzati e salvaguardare il diritto alla crescita di quelli meno sviluppati. Per il 2050 si prevedono due miliardi di persone in più a popolare il Pianeta, ma ciononostante i consumi energetici dovranno scendere del 10% circa. Ancora più sfidanti sono gli obiettivi relativi alla CO2: le emissioni pro capite nelle economie sviluppate oggi si avvicinano alle 8 tonnellate e dovrebbero scendere a 0,5 nel 2040. Quali sono le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi? Nello scenario tracciato dall’Aie, il menu compilato è ricco di tutte le tecnologie possibili. Le rinnovabili la fanno da leone, ma anche il nucleare deve raddoppiare. L’idrogeno verde, ma anche quello viola (da nucleare) e quello blu. Le auto elettriche, ma anche tantissime bioenergie e il potenziamento delle reti elettriche. Le batterie per le auto, ma anche le fuel cell. L’impiego di combustibili fossili, responsabili del surriscaldamento globale, dovrà quasi estinguersi da qui al 2050 e perché ciò accada devono cessare fin da ora gli investimenti dell’industria energetica per la ricerca di nuovi giacimenti. Per la sua “svolta green” l’Italia ha a disposizione quasi 70 miliardi di euro, cioè 59,5 miliardi stanziati dal Pnrr, cui si aggiungono le risorse del React-Eu (1,31 miliardi) e quelle del Fondo complementare (9,16 miliardi). Quattro le componenti della missione: transizione energetica e mobilità sostenibile (23,8 miliardi di euro); efficienza energetica e riqualificazione degli edifici (15,36 miliardi); tutela del territorio e risorsa idrica (15,06 miliardi); agricoltura sostenibile ed economia circolare (5,27 miliardi). Le misure previste sono molte, dai superbonus per l’edilizia residenziale e pubblica agli investimenti per il trasporto locale (rinnovo di flotte e bus verdi) e al trasporto rapido massa (3,6 miliardi per realizzare 240 chilometri di rete coperta da metro, tram, funivie e filovie). C’è però anche il capitolo delle riforme: tredici quelle necessarie, alcune delle quali già incluse nel recente “Decreto Semplificazioni”, mentre mancano ancora quelle a sostegno dell’idrogeno. Basterà? Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato recentemente che “È più facile combattere l’ineluttabilità della natura che quella della burocrazia”. Di certo, per raggiungere gli obiettivi ambientali dell’Unione Europea dovremo rivoluzionare il modo in cui produciamo, trasportiamo e consumiamo energia. Servono investimenti enormi, una forte virata sulle rinnovabili (decuplicando la potenza installata ogni anno da qui al 2030) e una riprogettazione delle infrastrutture di rete per farle diventare più digitali. Occorre intervenire sui macchinari industriali e sui consumi domestici, e ripensare la mobilità. Inoltre, i soldi non bastano: serve anzitutto creare un contesto normativo adeguato affinché le aziende possano realizzare le opere necessarie con le tecnologie già esistenti e con quelle che saranno disponibili un domani.

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Ezio Viola

LA RIPARTENZA DEGLI SMARTPHONE

Nel primo trimestre 2021, spiega Gartner, il mercato è in crescita del 26% anno su anno. Samsung, Apple, Xiaomi, Vivo e Oppo distanziano la concorrenza.

Il 2021 è l’anno della ripartenza anche per gli smartphone, e non per modo di dire. Le vendite di telefoni cellulari hanno ripreso a crescere con decisione: stando ai dati di Gartner, nel primo trimestre sono stati commercializzati 378 milioni di smartphone, il 26% in più rispetto ai volumi di gennaio-marzo 2020. L’incremento è tanto pronunciato anche perché nel primo trimestre dell’anno scorso le spedizioni erano calate del 12,5% per effetto, tra febbraio e marzo, della prima ondata di pandemia. Per tutto il 2020, poi, i consumatori avevano conservato una certa cautela nell’acquisto di nuovi telefoni, mentre di contro era cresciuta la domanda di Pc, più essenziali per lo smart working e per la didattica a distanza. I numeri di Gartner si discostano di poco da quelli di Idc, che per il primo trimestre 2021 ha calcolato un incremento di vendite anno su anno pari al 25,5%. Nel mercato si osserva un generale consolidamento intorno ai cinque primi marchi, che guadagnano tutti terreno a danno degli altri produttori.

Il quintetto si consolida Samsung è al primo posto nel trimestre, con 76,6 milioni di unità commercializzate e un market share a volume del 18,4%. “Il lancio di smartphone di prezzo medio, come i modelli al di sotto dei 150 dollari, hanno gonfiato le vendite di Samsung a livello mondiale”, scrivono gli analisti di Gartner. “L’avvio della distribuzione dei telefoni flagship 5G ha contribuito alla crescita”. Con il suo 15,5% di quota, Apple scivola al secondo posto dopo essere stata in testa alla classifica nel trimestre di ottobre-dicembre 2020. Ma questo non stupisce e non va interpretato come un segnale di crisi: tipicamente, i mesi finali dell’anno sono quelli più importanti per le vendite di iPhone. Il lancio autunnale dell’iPhone 12 aveva infatti contribuito al traguardo degli 80 milioni di melafonini venduti in un trimestre. Nella classifica di Gartner seguono le cinesi Xiaomi (12,9% di market share), Oppo e Vivo, le cui vendite sono state favorite dalla crescente domanda di telefoni 5G e dalle difficoltà commerciali di Huawei ed Lg. Quest’ultima ha recentemente annunciato l’uscita dal mercato della telefonia mobile, che negli ultimi anni aveva riservato all’azienda più gioie che dolori. La grande assente nel quintetto è certamente Huawei, che risente della prolungata battaglia dei dazi e del blocco dell’import/export con gli Stati Uniti. D’altra parte la società si sta focalizzando su altri ambiti, come lo sviluppo di sistemi operativi, proprio per limitare i danni del mercato smartphone.

Le vendite di smartphone nel primo trimestre

Azienda 1Q21 unità (milioni)

1Q21 market share (%) 1Q20 unità (milioni)

1Q20 market share (%)

Samsung 176,6 120,3 155,3 118,4 Apple 158,5 115,5 140,9 113,6 Xiaomi 148,9 112,9 129,7 19,9 Vivo 138,7 110,2 122,3 17,4

Oppo

138,4 110,2 127,8 142,6 Totale 377,99 100 300,04 100

(Fonte: Gartner; il totale potrebbe differire da 100 per via degli arrotondamenti) Uno sguardo al futuro Che cosa succederà nei prossimi mesi? Secondo Gartner, la penuria di componenti semiconduttori nella supply chain potrebbe cominciare ad avere un impatto anche nel mercato dei telefoni, finora rimasto indenne dalle dinamiche che hanno colpito altri settori (come i personal computer e l’automotive). Dunque è possibile che lo squilibrio tra domanda e offerta di componenti determini un rialzo dei prezzi per l’utente finale. Gli analisti prevedono, inoltre, che aumenteranno l’interesse e la disponibilità a spendere qualcosa in più per un modello 5G: gli smartphone abilitati a trasmettere su reti mobili di quinta generazione rappresenteranno il 35% delle vendite totali di quest’anno, e gli iPhone faranno da traino. Nel 2022, poi, il mercato degli smartphone arriverà a generare un giro d’affari di 560 milioni di dollari, 200 milioni dei quali finiranno nelle tasche di Apple.

Valentina Bernocco

NASCE LA PIÙ GRANDE RETE AZIENDALE AL MONDO

Sap ha presentato Business Network, una infrastruttura che integra le offerte di Ariba, Logistic Business e Asset Intelligence, e che punta a collegare 5,5 milioni di organizzazioni.

Christian Klein

Da qualche anno, Sap propugna il verbo dell’intelligent enterprise come target primario dei propri sviluppi. I prossimi passi in questa direzione si basano sulla costruzione di solide ed estese reti di business, oltre che sulla sostenibilità. Questi temi hanno animato anche il “Sapphire 2021”, annuale evento ancora tenutosi in modalità virtuale. Il Ceo della società, Christian Klein, si è occupato personalmente di introdurre Sap Business Network, definita come la più grande rete aziendale del mondo, capace di interconnettere in cloud oltre 5,5 milioni di organizzazioni. L’infrastruttura si basa sulla centralizzazione e l’unificazione della gestione dei partner commerciali (Ariba), del mondo dei trasportatori e della logistica (Logistics Business) e delle risorse (Asset Intelligence). “Il covid-19”, ha osservato Klein, “ci ha insegnato che la rete è ormai vitale per aiutare le aziende a superare fasi di rottura altrimenti destinate a essere molto costose. Un’impresa intelligente può raggiungere grandi traguardi, ma ormai viviamo in un mondo interconnesso”. I membri della nuova Sap Business Network potranno accedere a un singolo portale per avere una vista d’insieme su tutti gli attori della propria supply chain, dal sourcing e dagli acquisti fino alla gestione e alla manutenzione degli asset, passando per la logistica e la tracciabilità. Klein ha parlato senza mezzi termini: “La nostra ambizione è di costruire la più grande comunità d’affari al mondo. Vogliamo permettere ai clienti di creare più facilmente legami con altre imprese attraverso le supply chain e ottenere economie di rete in tutti i settori”.L’evento è stato occasione anche per aggiornare Rise with Sap, l’iniziativa (lanciata nel gennaio scorso) che porta sotto un unico contratto a sottoscrizione il core system S/4Hana Cloud Erp e un insieme di infrastruttura e servizi gestiti. L’estensione include servizi preconfezionati per cinque settori, ovvero vendita al dettaglio, beni di consumo, automotive, servizi pubblici e macchinari e componenti industriali. Infine, un occhio di riguardo è stato riservato al tema della sostenibilità, con alcune nuove soluzioni studiate per aiutare le aziende a promuovere iniziative rispettose dell’ambiente e nuovi modelli di business. Sap Responsible Design and Production, in particolare, consente ai designer di prodotto di effettuare scelte sostenibili sin dall’inizio del loro lavoro, mentre Product Footprint Management tiene traccia della sostenibilità attraverso il ciclo di vita di un prodotto e Sustainability Control Tower fornisce visibilità sui programmi di riduzione dell’impatto ambientale. “Come parte del nostro impegno, forniremo report e analisi standard su tutte le metriche di sostenibilità definite dal World Economic Forum. L’obiettivo di tutti deve essere l’azzeramento degli sprechi, delle emissioni e delle ineguaglianze”, ha specificato Klein. Tra le altre novità presentate al Sapphire 2021, troviamo anche Upscale Commerce, un sistema di commercio online no-code, che si rivolge ai rivenditori di fascia media per consentire loro di creare rapidamente un’esperienza di acquisto omnicanale. Sap Analytics Cloud, inoltre, offre ora funzionalità di analisi e pianificazione della workforce operativa e l’integrazione con SuccessFactors, per poter meglio collegare dati operativi, finanziari e relativi al personale.

Roberto Bonino

l’intervista I DATI ALIMENTANO L’ENERGIA DI SORGENIA

Il miglioramento del servizio alla clientela, ma anche gli sviluppi in direzione della sostenibilità e della mobilità: per tutto questo è centrale una gestione delle informazioni basata sulla business intelligence.

Quello delle utility è uno dei settori che meglio rappresenta oggi il processo di rinnovamento delle aziende fondato sulla digitalizzazione e sui dati. Sorgenia si colloca fra le realtà che fondano sull’utilizzo avanzato dei dati le proprie strategie di sostenibilità ambientale, sviluppo di servizi e prodotti, rapporti con la clientela e innovazione. Per capire meglio come questo avvenga, abbiamo incontrato Carolynn Tschuor, head of energy risk and quantitative analysis, ed Elena Rudelli, business intelligence manager della società.

Quali dati per voi sono critici per il supporto alle decisioni strategiche? Studiare i dati ci consente di creare valore per i consumatori, perché così riusciamo a formulare proposte su misura e in linea con le loro necessità. Studiamo però con attenzione anche quanto si lega al mondo della produzione e del trading delle principali commodity energetiche. L’ambito di cui ci occupiamo è molto ampio ed è dunque fondamentale leggere in maniera accurata i dati in nostro possesso, per fornire ai colleghi le informazioni corrette e dar loro gli strumenti appropriati per fare le scelte di business. La governance è stata centralizzata ed è stato creato un apposito team, che lavora in maniera trasversale con tutti i dipartimenti dell’azienda.

Come è cambiato il ruolo della business intelligence? L’avvento di un processo di business intelligence ha comportato un graduale cambio della cultura aziendale in materia di approccio e utilizzo dei dati. Oggi mettiamo a disposizione dei colleghi report dinamici, nei quali ciascuno può trovare le informazioni più adeguate, in maniera veloce e molto semplice. In alcuni casi i colleghi possono addirittura costruire dei report su misura. Sintetizzando il concetto, si è passati quindi da un team che fornisce reportistica a partire dalle esigenze aziendali, a un assetto in cui il business sviluppa da sé la reportistica a seconda di quel che gli serve, raffinando così le competenze digitali.

Carolynn Tschuor (a sinistra) ed Elena Rudelli

Adotterete sistemi di BI ancor più avanzati? La forte spinta aziendale verso l’innovazione, il continuo miglioramento e la digitalizzazione sono stati declinati in diversi sotto obiettivi che mettono a fattor comune la centralità dei dati e il valore che la loro elaborazione sempre più rappresenta per l’azienda. Il nostro obiettivo è utilizzare nuove tecnologie o migliorare significativamente quelle in essere, per rendere sempre più efficienti i processi e i servizi offerti sia internamente sia esternamente. Per fare questo, abbiamo adottato un processo che porta avanti in modo sincrono diversi filoni di lavoro, oltre a quello della business intelligence: uno di data retrieval (per rendere più efficiente il reperimento di dati) uno di infrastruttura (per l’organizzazione e il salvataggio) e uno di advanced analytics, che esplora in modo sistematico la possibilità di generare nuovi algoritmi e modelli computazionali. Possiamo anche automatizzare calcoli ripetitivi mediante strumenti di machine learning, analisi di Big Data e sistemi predittivi. Gli output di questa innovazione tecnologica applicata al mondo Sorgenia sono molteplici e includono, tra gli altri, anche la rivisitazione in itinere di alcuni processi.

Per i processi descritti vi siete affidati a Qlik. In quale direzione andrete ora? Negli ultimi anni, il rapporto di Sorgenia con Qlik si è evoluto di pari passo con il nostro utilizzo del software. Ipotizziamo che possa continuare a sottendere sia l’ambito infrastrutturale sia quello di sviluppo delle competenze, oltre a quello di governance e licenze. La sfida importante sarà quella di gestire la continua crescita in modo economicamente sostenibile per l’azienda. R.B.

ALLEANZA CISCO-NOOVLE PER IL CLOUD IBRIDO ALL’ITALIANA

Siglata un’intesa con la cloud company del Gruppo Tim per mettere a fattor comune infrastrutture, competenze e il Co-Innovation Center di Milano.

Multiprovider e inserito in ambienti ibridi: il cloud si declina anche in Italia lungo queste due direttrici. A ribadirlo è Cisco, che intende cavalcare anche da noi l’onda che la pandemia ha ingigantito e per questo ha deciso di unire le forze con Noovle, cloud company del Gruppo Tim. Alla base della nuova alleanza c’è la volontà di creare un’alternativa locale al peso predominante degli hyperscaler, puntando soprattutto sulla sovranità dei dati e sulle competenze localizzate. “Viviamo una situazione che mi piace paragonare a quella dei due criceti”, ha commentato Alfredo Nulli, head of portfolio & center of excellence di Noovle. “Da un lato, ci sono le realtà cloud con una storia più consolidata, nelle quali alla stabilità si contrappone una certa lentezza. Dall’altro troviamo i big player, più agili e rapidi ma anche chiusi. Armonizzare le categorie prestazionali e migliorare la visibilità sulle applicazioni sono i nostri obiettivi primari”. Cisco, Tim e Noovle metteranno a fattor comune competenze e asset per proporsi in modo congiunto al mercato delle aziende e delle pubbliche amministrazioni. La rete di vendita di Cisco si abbinerà ai data center di Noovle e ai circa mille suoi professionisti dedicati al progetto. A tutto questo si aggiungeranno le tecnologie infrastrutturali e il Co-Innovation Center di Milano di Cisco, specializzato soprattutto in sicurezza informatica e data privacy “Gli intenti della collaborazione coincidono con la nostra visione strategica”, ha sottolineato Enrico Mercadante, director architectures & innovation per il Sud Europa di Cisco. “Partiamo dall’idea di abilitare il nuovo modo di lavorare consolidatosi nella fase pandemica, fornendo esperienza ottimale sulle applicazioni sui comportamenti dei clienti e sull’andamento della rete, e aggiungendo sicurezza zero-trust, connettività e programmabilità dell’infrastruttura”. Di recente, la società californiana ha aggiornato la propria offerta infrastrutturale per le aziende impegnate ad affrontare la complessità del controllo di applicazioni e carichi di lavoro distribuiti tra data center privati, cloud pubblici e location edge. La Serie Ucs-X, in particolare, spinge verso la modernizzazione dei data center privati, allo scopo di migliorare il supporto del software eseguito localmente oppure su cloud pubblico. Combinando i concetti di rack e blade, il sistema collega moduli specializzati per elaborazione, storage, memoria e acceleratori tramite un’interconnessione chiamata X-Fabric, che è collocata solo all’interno dello chassis e che non fornisce connettività tra le unità della serie X. Cisco ritiene che i clienti bisognosi di oltre 600 core, 1,5 Pb di spazio di archiviazione o 100 Tb di Ram possano utilizzare altre tecniche di connettività cross-chassis.La Ucs X-Series, che Cisco inizierà e vendere da luglio, è un sistema modulare gestito attraverso la tecnologia SaaS Intersight, che fornisce anche automazione per i eseguiti su cloud pubblici. In quest’ultimo contesto, si colloca Service Mesh Manager uno strumento indirizzato soprattutto alla gestione delle applicazioni containerizzate orchestrate in ambienti Kubernetes. In ottobre, il vendor intende commercializzare Intersight Workload Engine, versione della piattaforma per il supporto di workload cloud-native studiata per l’infrastruttura iperconvergente Hyperflex. Nel complesso, sembra che Cisco stia cercando di creare un approccio unificato (e incentrato su se stessa) alle tecniche per data center che collegano al cloud e all’edge. “Stiamo cercando di riunire davvero queste isole tecnologiche”, ha confermato Diego Zucca, data center sales & cloud di Cisco Italia. “Vogliamo fare in modo che le operazioni tecnologiche non interferiscano con l’esperienza dell’applicazione”.

Roberto Bonino

Enrico Mercadante Alfredo Nulli Diego Zucca

l’intervista TRASFORMAZIONE IN CORSO NEL MONDO TELCO

Nokia ha attivato oltre duecento accordi commerciali nell’ambito del 5G. Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato, ci racconta progetti e prospettive future.

Come procede il cammino del 5G e quali conquiste si profilano all’orizzonte nel mondo telco? L’intelligenza artificiale trasformerà i servizi di rete? Ne abbiamo parlato con Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato di Nokia Italia.

A che punto è la diffusione del 5G? Il 5G è già una realtà a livello mondiale, con 166 reti in esercizio in 69 Paesi. Nokia ha siglato più di 200 accordi commerciali, con 66 reti operative. In Europa, 24 Paesi hanno reti 5G in esercizio, mentre in Italia i quattro maggiori operatori mobili hanno attivato il servizio. Il tutto è avvenuto con un tasso di sviluppo più rapido di quello delle precedenti generazioni radiomobili. E le prestazioni in campo sono stupefacenti. Negli Stati Uniti Nokia ha battuto un record mondiale, raggiungendo la velocità di circa un Gbit/s in downlink su una distanza di 10 Km, usando la nostra tecnologia radio sulla frequenza di 28 GHz, con l’operatore mobile USCellular.

Quali saranno i prossimi passi? Il 2022 dovrebbe essere l’anno della svolta in Italia con la diffusione del 5G sul territorio. La copertura dovrà avere logiche diverse da quanto è stato fatto per le generazioni radiomobili precedenti, perché il 5G non è semplicemente un 4G più veloce ma è uno strumento fondamentale per la trasformazione digitale, in particolare delle imprese. Come primo passo, è necessaria una copertura di aree industriali, porti e aeroporti, che rappresentano i primi attori della quarta rivoluzione industriale. Questi nuovi protagonisti non saranno più costretti a scegliere tra le soluzioni tecnologiche offerte solo dagli operatori ma avranno la possibilità di costruire il proprio percorso di trasformazione scegliendo e combinando gli “ingredienti”, rivolgendosi ad un ecosistema di fornitori di soluzioni. Tra questi “ingredienti” ci sono Internet delle cose, robotica automatizzata, intelligenza artificiale, machine learning, realtà aumentata. Anche i consumatori ne ricaveranno nuove forme di intrattenimento e servizi “ponte”, come la sanità, la mobilità intelligente, le smart city.

Giuseppina Di Foggia

Come vi state muovendo nell’ambito delle infrastrutture critiche? Nokia, grazie alla leadership tecnologica e all’esperienza maturata, è in grado di giocare un ruolo di primo piano per imprese e Pubblica Amministrazione abilitando nuovi modelli di business con il massimo livello di sicurezza e affidabilità. Ad Amburgo, per esempio, stiamo avviando la realizzazione commerciale di una rete privata radiomobile per Lufthansa Technik, per l’ispezione virtuale di parti del motore degli aerei attraverso collegamenti video ad alta velocità e alta definizione. I lavori di manutenzione dei motori potranno essere svolti da remoto o in modalità ibrida, con risparmio di tempo e costi, garantendo gli standard di sicurezza richiesti. Le soluzioni innovative di Nokia per reti private mobili sono un esempio di infrastruttura businesscritical con svariate possibilità di applicazione in ambiti diversi.

L’intelligenza artificiale che ruolo avrà? Abbiamo appena scalfito la superficie del vasto potenziale dell’“as-a-service”. Si può fornire a un operatore elettrico un servizio di sorveglianza della rete tramite droni, oppure abilitare, per società di logistica, il servizio di tracciamento di precisione delle spedizioni. Tutte applicazioni altamente sensibili alla user experience. L’intelligenza artificiale e il machine learning abilitano i servizi citati. Le capacità predittive e in tempo reale rendono possibili analisi che riflettono le esperienze dei clienti. I fornitori di servizi ricevono indicazioni in ogni momento e su ogni cliente, potendo soddisfare le esigenze degli utenti e prevenendo possibili criticità. Il fornitore di servizi deve “solo” assicurare il corretto funzionamento e la continuità di esercizio delle piattaforme abilitanti. La crescente adozione del modello “as-a-service” richiederà di conseguenza un ruolo sempre più rilevante da parte di intelligenza artificiale e machine learning.

E.M.

IL LAVORO REMOTO È UN VALORE, CON IL DIGITALE

Verti Assicurazioni ha superato l'ostacolo del lockdown gestendo a distanza, grazie al supporto del partner Gruppo Trade, tutti i dipendenti del contact center.

A cavallo degli anni Duemila, quando la “net economy” spopolava e il Web iniziava a cambiare le abitudini di milioni di consumatori, Direct Line era una delle aziende sulla cresta dell’onda, un pioniere nel campo delle polizze assicurative vendute (direttamente) online. Nel 2015 la società venne acquisita dal gruppo spagnolo MAPFRE (colosso dell’insurance globale da 25 miliardi di fatturato e fra i primi in Europa per volumi gestiti) e con l’operazione nacque Verti, compagnia assicurativa dal Dna digitale specializzata in polizze auto, moto e casa. Essere al servizio del cliente in modo dinamico e flessibile, assicurando assistenza in modalità 24x7, è l’imperativo che Verti si è imposta per dialogare con le generazioni più giovani (è stata la prima in Italia a lanciare un servizio clienti sui canali social) e per fidelizzare un’utenza che ha superato la soglia del milione di persone.

Una strategia omnicanale Farhad Sabzevari, che di Verti Assicurazioni è IT & processes director, conferma come l’approccio della compagnia non sia cambiato (ieri come oggi non c’è nessuna agenzia fisica sul territorio) ma si sia costantemente evoluto in termini di servizio per aiutare il cliente a muoversi online, in completa autonomia, nella scelta del prodotto più congegnale alle proprie esigenze. Il lockdown imposto dalla pandemia qualcosa però ha cambiato. “L’emergenza ci ha spinto ad accelerare sul canale Web e

Farhad Sabzevari

a rafforzare il remote working per tutti i dipartimenti dell’azienda, a cominciare dal contact center”, spiega il manager, ricordando come l’impossibilità, per gli operatori, di recarsi in sede per gestire le richieste dei clienti abbia impegnato l’azienda in un obiettivo molto sfidante: dotare tutta l’organizzazione, nell’arco di pochissimi giorni, di strumenti tecnologici adeguati per svolgere l’attività da casa. Per rendere il remote working un asset di valore, Verti si è affidata a Gruppo Trade, un managed service provider italiano che opera a tutto tondo sul fronte delle soluzioni IT (Bocconi, Kartell, Ospedale San Matteo, Ministero Beni Culturali tra i suoi clienti) e che da anni assicura alla società la fornitura e la gestione delle postazioni di lavoro (parliamo di Pc in uso a circa 600 collaboratori) in caso di problemi tecnici legati alla connessione o al software. “Alcuni dipendenti hanno usato i propri computer personali”, ha ricordato il direttore di Verti, “e il partner ci ha supportato per configurarli e renderli compatibili con i nostri standard di sicurezza, assicurandoci velocità di risposta e la completa osservanza degli Sla concordati”. Anche quando le richieste di assistenza sono raddoppiate, sottolinea il Ceo di Gruppo Trade, Roberto Pessina, “non abbiamo mai perso di vista i parametri di servizio da rispettare. L’esperienza e la preparazione delle nostre persone hanno fatto la differenza, e questo grazie al fatto di aver allenato e consolidato sul campo, attraverso precise metodologie, la capacità di comprensione del problema e la reattività nel mettere in atto la soluzione più adeguata alla tipologia di cliente e al contesto in cui opera”.

L’importanza del cloud Il “new normal” di Verti, superata la fase di emergenza, tenderà a privilegiare un assetto ibrido del lavoro, in spazi ottimizzati, fra personale in presenza e in remoto. In rampa di lancio vi sono, inoltre, tool per prenotare la postazione di lavoro e l’aggiornamento delle piattaforme di collaborazione per aumentare la produttività dei meeting online e delle videoconferenze. E poi il cloud, una componente che Sabzevari definisce “molto importante, perché tutti gli strumenti di collaborazione non sono installati sui Pc, ma sono accessibili direttamente online e da diversi dispositivi”. Dna digitale, per l’appunto. G.R.

SUL TRAFFICO INTERNET SI COSTRUISCE L’INNOVAZIONE

Arrivato da poco al vertice del Mix (Milan Internet eXchange), Alessandro Talotta traccia le linee guida di uno sviluppo infrastrutturale che dovrà prevedere un maggior interscambio con gli altri hub italiani.

Non si parla troppo spesso degli Internet exchange point (Ixp), ovvero dei soggetti che presiedono i nodi di scambio del traffico Internet fra tutte le reti che lo alimentano. Eppure svolgono un ruolo centrale nel garantire il funzionamento e l’instradamento dei flussi di comunicazione gestiti dai grandi operatori delle telecomunicazioni, dai fornitori di accesso locali, dai cloud provider, da chi offre contenuti in streaming o dai data center delle aziende. Il più antico fra gli Ixp presenti in Italia è il Milan Internet eXchange (Mix), fondato una ventina d’anni fa da Joy Marino, che fino a oggi lo ha anche presieduto. Da poco il timone è passato ad Alessandro Talotta, che già aveva svolto il ruolo di vicepresidente nell’ultimo anno e mezzo e negli ultimi tempi è stato Ceo di Telecom Italia Sparkle ed executive managing director di Interxion (carica tuttora attiva). A lui spetterà il compito di far crescere ulteriormente un insieme che è attualmente composto da 353 reti (delle quali 272 italiani) e che raggiunge picchi di traffico giornaliero superiori a 1,3 Tb/s. Vediamo come.

Da dove partite e quali sono le Mix rappresenta un riferimento per gli Internet Service Provider italiani e tale deve restare. La nostra presenza si è rivelata fondamentale nel periodo della pandemia, avendo potuto garantire affidabilità e ridondanza per tutti, soprattutto nelle fasi di maggiore congestione del traffico nazionale. Abbiamo nel tempo sfruttato la collocazione di Milano per attrarre anche molti operatori internazionali, ma indubbiamente lo sbilanciamento verso il Nord esiste ed è per questo che abbiamo avviato una presenza in Sicilia e ora stiamo valutando città come Napoli o Bari. Però il vero punto di svolta per l’intero Paese non può che passare per

Alessandro Talotta l’interconnessione e lo scambio di traffico con gli altri Ixp che operano sul territorio, a cominciare dal Namex di Roma. Abbiamo già rapporti più che buoni, ma speriamo di poter consolidare la collaborazione per presentarci soprattutto nel contesto internazionale in modo più consistente e definito.

Come ci collochiamo nello scena

Il nostro primo obiettivo è lavorare per mantenere il traffico in Italia.

Non c’è alcuna necessità di fare spostamenti verso altri nodi in Europa per poi tornare al punto di origine dello sviluppo di contenuti. Inoltre, questo percorso porta con sé costi notevoli. Ciò significa che dobbiamo spiegare meglio a chi si occupa di distribuzione di contenuti quale potenziale abbiamo e generare maggior fiducia. Attualmente gestiamo una capacità complessiva di circa 8,5 Tb/s, con picchi di traffico superiori agli 1,3 Tb/s, un volume aumentato notevolmente come effetto della pandemia. Non si tornerà indietro, quindi questa va presa come una base per continuare a crescere. A Milano già si appoggiano oltre 350 operatori, un numero considerevole, anche se ben inferiore, per esempio, ai 700 di Amsterdam. Seguendo questa china, dobbiamo pensare di valorizzare il tessuto economico anche di altre parti del Paese. Questo potrebbe essere favorito dallo sviluppo delle tecnologie edge e dal progressivo insediamento di cloud region più vicine ai clienti finali,

con concetti di prossimità che risultano vincenti laddove ci sia bisogno di velocità nel servizio, di minori latenze o di maggior controllo. In prospettiva, sarebbe bello poter partecipare a una piattaforma di interscambio infrastrutturale nazionale, collaborando su questo fronte con gli altri Ixp, in modo da presentare soprattutto agli operatori internazionali un’unica infrastruttura alla quale appoggiarsi.

Quali aspettative riponete nelle Parlando di banda larga, vanno stanziate le risorse avendo chiaro dove siano i clienti e quali tecnologie occorra usare. Di per sé, si tratta semplicemente di far arrivare la fibra ottica sempre più in prossimità di aziende e case, ma anche verso i data center e verso le altre infrastrutture che ne hanno bisogno. A livello più alto, occorre definire quale infrastruttura possa raccogliere tutto il flusso di traffico sottostante per l’interscambio. I data center possono essere gestiti direttamente dagli operatori di telecomunicazioni, ma devono esistere infrastrutture neutrali che possano favorire proprio la neutralità delle interconnessioni. I temi in gioco sono tanti e riguardano tutto il sistema-Paese, il suo processo di digitalizzazione che deve coinvolgere la Pubblica Amministrazione ancora in profondo ritardo, far crescere le competenze delle persone coinvolte, garantire un adeguato livello di sicurezza. Mix è un piccolo attore in un processo di costruzione certamente molto più grande, che però può dire la sua partendo dalle basi già descritte di nodi neutrali e capacità di interscambio, per far funzionare servizi che vanno dall’evoluzione del rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione fino alla trasmissione delle partite di calcio in streaming.

Quali sono gli ambiti più prometten Stiamo assistendo a una crescita notevolissima di tutto ciò che può essere collegato alla fruizione di servizi in real time, per scopi professionali ma anche privati, come gli eventi sportivi o di intrattenimento consumati sui canali digitali. Non dobbiamo trascurare il gaming, che in Italia ha una dimensione notevole, ma bisogna prestare attenzione anche all’egovernment, alla sanità e a tutto ciò che viene visualizzato sulla rete e necessita di calcoli computazionali complessi. Fino a un paio di anni fa, per fare video-conferenze occorreva attingere a risorse allocate in centri europei e questo significava trasportare traffico fuori dall’Italia, con conseguenti effetti sulla qualità del servizio. Oggi non è più così e tutti devono saperlo. Altre aree di potenziale sviluppo riguardano la costruzione dei portali per favorire la collaborazione tra Pubblica Amministrazione e cittadini, ma anche i progetti annunciati dai principali provider over-the-top, per il momento frutto di intese specifiche ma che dovranno prima o poi andare in direzione dell’interoperabilità e portabilità dei dati. In sostanza, ci sono servizi già disponibili ma occorre una governance per lo sviluppo del flusso dei dati tra infrastrutture. Per ora il quadro è già complicato in Italia e lo è ancor di più se guardiamo all’Europa, dove spesso vengono anteposti interessi di specifici Paesi, specie quelli più forti sucarta. Noi potremo contare di più se riusciremo ad avere processi veloci ed efficienti, ben organizzati e interoperabili.

Roberto Bonino

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l’intervista INDUSTRIA E AMBIENTE, LE SFIDE DEL 5G

Quali ostacoli e quali le opportunità per la banda larga e per le reti mobili di quinta generazione? Ne parliamo con Emanuele Iannetti, presidente e amministratore delegato di Ericsson in Italia.

Siamo reduci da una grande crisi sanitaria, sociale ed economica. Le infrastrutture di rete rappresentano un tassello fondamentale nel mosaico di un’Italia più moderna e competitiva, ma esistono ostacoli da superare. Ne parliamo con Emanuele Iannetti, presidente e amministratore delegato di Ericsson in Italia.

Che cosa pensa del Pnrr in relazione alle infrastrutture di telecomunicazione? Il Pnrr rappresenta un’opportunità unica per l’Italia, che sta predisponendo misure epocali per rilanciare l’economia e andare verso un percorso di transizione digitale ed ecologica. Il piano introduce investimenti relativi alle reti ultraveloci che fanno ben sperare per il futuro del 5G, la più importante piattaforma di open innovation, determinante per sostenere una ripresa economica inclusiva e accelerare la trasformazione delle industrie e della Pubblica Amministrazione.

Che cosa ostacola una più ampia diffusione della banda larga? Il Decreto Legge 77 del 31 maggio 2021 introduce misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure utili alla realizzazione delle infrastrutture. Qui, un importante vincolo da superare attiene alla disciplina dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici. Le restrizioni che in questi anni l’Italia si è data rispetto alla media europea costituiscono, in molte aree del Paese, un impedimento alla realizzazione di nuove reti mobili e quindi un limite alla competitività del sistema produttivo nazionale. Con i limiti armonizzati agli standard europei, già ampiamente cautelativi, l’Italia avrebbe una rete 5G all’altezza di quelle in via di realizzazione in altri Paesi.

Emanuele Iannetti

Ci aiuta a fare il punto sul 5G in Italia? Gli abbonamenti 5G nel mondo aumentano al ritmo di un milione al giorno, un tasso di adozione che non ha precedenti. Rspetto al Nord America e alla Cina, l’Europa ha avuto un inizio più lento, con la metà dei Paesi che devono ancora lanciare il 5G o non hanno ancora assegnato lo spettro. Occorre l’impegno di tutti per recuperare questo gap tecnologico che diventa anche di competitività industriale. Concordo con la visione del Ministro Colao: continuando a lavorare al meglio, nei prossimi cinque anni potremo avere una delle reti in fibra e copertura 5G tra le migliori d’Europa. Secondo OpenSignal, in Italia gli utenti smartphone passano già il 10% del tempo di navigazione su rete 5G. Questo è un segnale importante per gli operatori, che hanno ora la grande opportunità di accelerare i piani di copertura 5G per indirizzare la domanda crescente.

Che impatto avranno le infrastrutture a banda larga sul manifatturiero? L’adozione del 5G in ambito industriale rappresenta un elemento di differenziazione nello scenario competitivo globale. Recentemente Ericsson e Telefonica hanno realizzato una rete 5G per la Factory 56 di Mercedes-Benz, un moderno stabilimento vicino a Stoccarda che ridefinisce gli standard in termini automazione ed efficienza energetica, permettendo a persone e robot di comunicare in tempo reale e in modo intelligente e sicuro. Grazie al 5G, per esempio, nuove linee di produzione possono essere progettate in tempi rapidi e in modo estremamente flessibile.

Oggi si parla molto di sostenibilità. Che risvolti vi attendete? Mentre in passato ogni nuova generazione di reti mobili ha aumentato il consumo di energia e le emissioni di CO2, grazie a importanti investimenti in ricerca e sviluppo il 5G si presenta dal punto di vista energetico come lo standard più efficiente mai sviluppato. Il portafoglio di prodotti e soluzioni 5G di Ericsson è già oggi 6,6 volte più efficiente a livello di consumi energetici rispetto a quello del 4G, a parità di dati trasferiti, e ha l’obiettivo di diventare dieci volte più efficiente entro il 2022. Inoltre con il report “Exponential Climate Roadmap Action” abbiamo evidenziato che la digitalizzazione in corso può consentire fin da subito la riduzione del 15% delle emissioni globali in molti settori, quali utilities, trasporti e logistica, costruzioni, manifatturiero e agricoltura. E.M.

TUTTI I VANTAGGI DELLA STAMPA GESTITA

Efficienza, risparmi, sicurezza, sostenibilità: scegliere i managed print services conviene.

Ottimizzare, monitorare e gestire in modo efficace le risorse di stampa, e dunque i documenti, per un’azienda è strategico. Il printing ha a che fare, innanzitutto, con i dati, che sono forse il principale valore di qualsiasi attività di business, in ogni settore. Ma il printing riguarda anche dispositivi hardware, consumabili, connessioni, utenti che hanno accesso alle stampanti e numerosi altri elementi da tenere sotto controllo. I servizi di stampa gestita possono essere una risposta a molte esigenze, dal momento che rendono le attività di printing più semplici, più efficienti, più sicure e meno costose per le aziende. Come? Nella proposta di Brother, è possibile ottenere tutto questo grazie a un modello di pagamento a consumo, con costi certi e prevedibili, e utilizzando le tecnologie più recenti e più adatte al contesto specifico. La riduzione dei costi può arrivare fino al 40% e riguarda sia l’hardware sia i consumabili (toner e cartucce), dal momento che le aziende pagano solo quello che effettivamente utilizzano. I risparmi derivano anche dalla migliore gestione del ciclo di vita dei documenti e dall’integrazione dei flussi documentali cartacei e digitali. Nell’offerta di servizi gestiti sono compresi software di gestione che consentono un maggior controllo sui costi, per esempio con funzionalità che fissano quote massime di stampa per categorie di dipendenti o con il pull printing (produzione del documento di stampa solo in presenza dell’utente autenticato). Il controllo dei costi e più in generale un’ottimizzazione dei flussi di lavoro sono ulteriori vantaggi ottenibili grazie al modus operandi di Brother, che prevede un check-up gratuito iniziale della situazione del cliente: in base all’analisi del parco macchine, del loro numero e distribuzione, delle necessità documentali e dell’organizzazione dell’azienda, viene proposta una soluzione personalizzata. Si può arrivare a scoprire, per esempio, che i sistemi centralizzati in uso sono sovradimensionati rispetto alle attività dei diversi reparti e inutilmente costosi. Altri vantaggi dei managed print services riguardano la sicurezza, aspetto critico per dispositivi di stampa e acquisizione che operano connessi alla Rete, ad archivi cloud e ad altri dispositivi, e che vengono usati in condivisione. I servizi di stampa gestita eliminano diverse vulnerabilità, come il problema delle stampe abbandonate (che possono essere prelevate da persone non autorizzate), gli attacchi informatici ai dispositivi (per esempio attacchi Denial-of-Service tramite porte di rete aperte), gli accessi non autorizzati alle periferiche (con il rischio di reindirizzamenti o modifiche di documenti, copia di dati, furto da remoto di documenti o credenziali) e pericoli per la sicurezza della rete. Brother propone una soluzione integrata che consente di assegnare a ogni utente funzioni di stampa differenziate, attivabili tramite autenticazione con PIN o schede di identificazione Nfc (integrata nelle periferiche di stampa). Inoltre, per evitare il furto di dati dagli hard disk delle stampanti, la maggior parte dei dispositivi esegue le operazioni senza necessitare di dischi fissi; le macchine laser di fascia alta sono dotate, inoltre, di funzionalità di sicurezza TLS/SSL e alcuni modelli possono anche filtrare gli indirizzi IP in ingresso. Con i servizi gestiti si azzera anche il rischio di restare senza materiali di consumo, perché Brother rifornisce in automatico i clienti con toner o cartucce originali, che assicurano qualità, sono conformi agli standard ISO e sono facili da riciclare. L’assistenza tecnica garantita da Brother consente un pronto intervento in caso di problemi e diminuisce la pressione sullo staff IT interno all’azienda. I clienti possono avere un controllo totale sulle proprie attività di stampa, attraverso una console di gestione Web con funzioni di reporting e analytics. Infine va citato un aspetto sempre più importante per le aziende, la sostenibilità, che è favorita dall’uso di consumabili originali, di dispositivi con modalità di risparmio energetico e di funzioni come il pull printing, che riducono al minimo lo spreco di carta.

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