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SMART MOBILITY
LA VIA ITALIANA ALLA MOBILITÀ CONNESSA
Nuove tecnologie, ma anche una ripartenza dei servizi di car sharing (e affini): lo scenario dipinto da una ricerca di Octo Telematics e The European House – Ambrosetti.
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Nuovi modelli di consumo e nuovi stili di vita, l’emergere di una sensibilità ambientale, una diversa concezione d’uso dei trasporti: negli ultimi anni tutte queste trasformazioni hanno travolto il settore della mobility. Ciononostante, l’Italia rimane il secondo Paese europeo per numero di veicoli di proprietà per abitante: sono 663 ogni mille persone, valore che supera di molto quello di altri Paesi europei come Germania (574), Spagna (519), Francia (482) e Regno Unito (473). Continuiamo quindi a dipendere dall’automobile, che da sola si fa carico di circa l’80% del traffico totale dei passeggeri. In seguito alla pandemia, però, sono avvenuti mutamenti che non si misurano soltanto in questi numeri: sono cambiate le aspettative delle persone legate all’esperienza di viaggio. Come riporta il rapporto “Connected Mobility 2025. La via italiana alla mobilità connessa”, presentato da Octo Telematics e The European House – Ambrosetti, sempre più gli italiani desiderano un’esperienza di mobilità piacevole, arricchita da intrattenimento. Cerchiamo di mantenere un’elevata produttività durante gli spostamenti ma siamo anche attenti ad aspetti di benessere durante il viaggio, così come alle connessioni sociali, alla riduzione dell’impatto ambientale e alla riservatezza sui dati personali. La trasformazione delle abitudini di viaggio inoltre ha subìto un’accelerazione durante la pandemia: nel giro di un anno, il 33% degli italiani ha cambiato le proprie preferenze di mobilità in termini di frequenza, orari e tipo di mezzo; l’utilizzo dell’autovettura privata e lo spostamento a piedi sono diventate le modalità più frequenti nel post covid e attualmente il 51% dei cittadini sta ancora limitando i propri spostamenti nel tempo libero e per attività di svago.
Veicoli sempre più digitali
Nei prossimi anni, è stato sottolineato, otto tecnologie giocheranno un ruolo chiave nella creazione di un vero e proprio ecosistema della Connected Mobility: la connettività dei mezzi di trasporto, i dati dei veicoli e degli utenti, le piattaforme digitali, l’interfaccia uomo-macchina, i servizi di condivisione, la guida autonoma, i marketplace, i servizi connessi innovativi. Lo spazio digitale creato su sistemi Internet of Things (IoT) sempre più diventerà parte integrante della progettazione delle auto: si prevede che al 2030 oltre il 60% dei veicoli circolanti sarà dotato nativamente di sistemi avanzati di connessione. A guidare la crescita dei veicoli connessi sarà la diffusione della tecnologia 5G, che renderà possibile velocizzare lo scambio di dati, ridurre la latenza e supportare un maggior numero di connessioni, abilitando nuovi modelli di gestione della mobilità e di governo delle smart city. La crescente diffusione dei modelli di utilizzo basati sulla condivisione dei veicoli (come car sharing, bike sharing e via dicendo), inoltre, implica il passaggio da una logica di proprietà a una logica di utilizzo del mezzo. A livel-
lo mondiale, in cinque anni (dal 2020 al 2025) si prevede un aumento degli utilizzatori dei servizi di vehicle sharing del 33,4%. L’Italia è il secondo Paese in Europa per i servizi di car sharing, dopo la Germania: nel 2020 il mercato era rappresentato da 15mila veicoli, per un giro d’affari di 357 milioni di euro, mentre per il 2025 si prevedono un parco circolante di 44mila automobili e un giro d’affari di 725 milioni di euro. Inoltre, nei prossimi dieci anni il numero di auto a guida autonoma di Livello 3 o superiore aumenterà di 90 volte rispetto al 2020, superando la quota di 18 milioni di vetture immatricolate per anno. All’interno di questo contesto, i dati sono centrali per abilitare nuovi modelli di gestione sincronizzata delle infrastrutture urbane e delle città. Solo nel 2020, a livello mondiale sono stati investiti oltre 100 miliardi di euro (valore in crescita del 18,9% su quello del 2019) in iniziative di sviluppo e potenziamento delle smart city, principalmente negli ambiti della sicurezza pubblica data-driven (18% della spesa totale) e dei trasporti intelligenti (14%).
L’ecosistema della trasformazione
La presentazione della ricerca è stata anche occasione di lancio di un’iniziativa congiunta di di The European House – Ambrosetti e Octo Telematics, tesa a diversi obiettivi: analizzare come stiano evolvendo gli ecosistemi del valore legati alla mobilità connessa; identificare le priorità d’azione per gli operatori chiave degli ecosistemi che nascono dalla confluenza verso una “mobilità intelligente; contribuire alla realizzazione di una “via italiana” alla mobilità connessa. Nell’ambito della collaborazione sono state identificate otto classi di attori da coinvolgere nello sviluppo di progetti pilota, ovvero le amministrazioni cittadine, gli operatori trasporto pubblico urbano ed extraurbano, i fornitori di servizi di vehicle sharing, di short–term e long-term renting, le assicurazioni, utility e fornitori di servizi energetici, i fornitori di servizi di manutenzione e i concessionari di automobili. Rispetto a questi stakeholder sono stati identificati sei macro-temi progettuali: pianificazione urbana, sicurezza, monitoraggio dell’efficienza della flotta, modelli di pricing, monitoraggio delle emissioni; modelli di “mobility as a service”. Al momento sono già stati identificati oltre 35 progetti pilota, di cui 14 considerati come prioritari, ossia implementabili nel breve periodo (circa sei mesi).
Elena Vaciago
PROGETTI PILOTA VELOCI DA REALIZZARE
11. Cruscotto della mobilità: consente ai gestori dei trasporti pubblici cittadini di monitorare i flussi in ingresso e in uscita dai centri urbani, per migliorare la gestione del traffico, riducendo incidenti e inquinamento. 12. App unica per la mobilità urbana: permette agli utenti di gestire la fruizione di vari mezzi di spostamento e l’accesso a informazioni su aree di sosta, punti di ricarica per veicoli elettrici, stato delle strade, eccetera. 13. Gestione di permessi e green ticket: sistemi telematici pay per use o basati sul comportamento di guida per gestire i permessi di accesso nelle aree a traffico limitato e i green ticket per i mezzi poco inquinanti. 14. App per la sicurezza dei conducenti: monitoraggio del livello di stanchezza dei conducenti e altri fattori di potenziale rischio, come l’uso del telefono alla guida. 15. Monitoraggio dell’efficienza dei mezzi: raccolta di dati sul funzionamento dei veicoli per sviluppare modelli predittivi e intervenire prima dei guasti. 16. Distracted driving: monitoraggio di parametri (orientamento dello sguardo, presa sul volante, ecc.) e invio di allerte per ridurre incidenti. 17. Pricing per EcoDriving: soluzione che raccoglie dati sullo stile di guida e premia quelli più virtuosi dal punto di vista dei consumi di carburante. 18. Sanificazione del veicolo: servizio che potrebbe essere offerto sia dai gestori di veicoli a noleggio sia dai fornitori di servizi di car sharing, taxi, trasporto pubblico. 19. Monitoraggio e certificazione stato dell’usato: permette di certificare lo stato di usura di un mezzo nel momento della rivendita. 10. Corporate car sharing: soluzione che può promuovere il passaggio delle flotte aziendali a nuove motorizzazioni meno inquinanti.
11. Pianificazione della distribuzione di stazioni di ricarica per veicoli elet-
trici: individuazione delle aree più idonee, tramite l’uso dei dati raccolti dai veicoli in spostamento e in sosta. 12. Assicurazione usage-based per neopatentati: sistema di monitoraggio e premio per chi guida in modo prudente. 13. Monitoraggio degli incidenti e constatazione amichevole digitale: uso dei sensori per ricostruire le dinamiche e avvio automatizzato delle pratiche di apertura del sinistro. 14. Manutenzione in base all’utilizzo/stato del mezzo: uso di dispositivi telematici per raccogliere dati e proporre offerte di manutenzione ottimizzate.